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LEGGENDE<br />
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più spesso attribuibile ai cani randagi che alla sua<br />
voracità, certo non sono mai scomparse le leggende<br />
che lo riguardano. Si favoleggia di suonatori<br />
di violino capaci di ammaliare l’animale per<br />
lunghi tratti di strada rendendolo inoffensivo, o<br />
di tragiche vicende di muli sbranati e pastori miracolosamente<br />
risparmiati, o ancora di fanciulle<br />
sbadate, all’uscita dalla veglia serale, che lasciano<br />
estinguere il lume e cadono preda della belva che<br />
ne strazia le carni.<br />
Sebbene scomparso da molto tempo, l’orso, cacciato<br />
in modo brutale e costretto per secoli a cedere<br />
le zampe per ornare i portali dei signorotti<br />
locali, la sua presenza è attestata in numerosi<br />
toponimi sparsi lungo i versanti, nei pianori e nei<br />
passi alpini. La sua forza e la sua virilità erano oggetto<br />
di ammirazione e di pratiche rituali tanto<br />
che a Sauze d’Oulx e a Champlas du Col è ancora<br />
vivo il ricordo dell’uomo-orso inferocito, vestito<br />
di pelli e trascinato in catene per le strade, ridotto<br />
ad assaltare in modo grottesco donne e fanciulle<br />
incontrate lungo il cammino e, infine, ammansito<br />
e domato a suon di bastonate e di vino, per il<br />
giorno di Sant’Orso (1° febbraio). quel giorno è<br />
considerato dalla credenza popolare come un<br />
giorno rilevante dal punto di vista meteorologico,<br />
come ammonisce un proverbio: “Se l’orso mette<br />
ad asciugare la sua paglia al sole, ritorna a dormire<br />
per quaranta giorni!”. Vale a dire che: se il giorno<br />
di Sant’Orso c’è il sole, l’inverno sarà rigido ancora<br />
fino a metà marzo.<br />
Se la scomparsa dell’orso è dovuta alla caccia<br />
sconsiderata di cui è stato oggetto, la scomparsa<br />
del Marmoou, un mostro che abitava le tenebre e<br />
si aggirava nei pressi del villaggio di Salbertrand<br />
al calar della notte, è invece dovuta all’eccessiva<br />
illuminazione che ormai rischiara le notti di tutta<br />
la valle. La diffusione della luce elettrica, infatti,<br />
lo ha costretto a cercarsi luoghi remoti e solitari<br />
o a rifugiarsi nelle scure viscere della terra. Oggi i<br />
bambini non sono più spaventati dalla possibilità<br />
di fare un brutto incontro, ai margini dell’abitato,<br />
con quell’essere spaventevole che, c’è da giurarlo,<br />
va ghiotto di carne tenera e acerba.<br />
Nella piana di Savoulx, tra Oulx e Beaulard, un essere<br />
terrifico vive ancora ai giorni nostri nel canale<br />
della Bariérë. il canale artificiale della Bariérë attin-