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Periodico on line e cartacea di storia, cultura, attualità - Numero 2 - febbraio 2005 - Distribuzione gratuita interna - Fotocomposto e prodotto in proprio<br />
<strong>THULE</strong> <strong>THULE</strong> <strong>ITALIA</strong> <strong>ITALIA</strong> IT ALIA<br />
Numero 2<br />
Febbraio 2005<br />
RIVISTA RIVIST UFFICIALE UFFICIALE DELLA DELLA <strong>THULE</strong> <strong>THULE</strong> <strong>ITALIA</strong> <strong>ITALIA</strong> IT ALIA<br />
WWW.<strong>THULE</strong>-<strong>ITALIA</strong>.COM<br />
1
SOMMARIO - FEBBRAIO 2005<br />
UNA NUOVA CONCEZIONE NICHILISTA - ANS<br />
pag. 3<br />
LA RIVOLUZIONE INTERIORE - ANS<br />
pag. 4<br />
I CATARI - ALECAVA<br />
pag. 4<br />
IL “TURNVATER” FRIEDRICH LUDWIG JAHN - HARM WULF<br />
pag. 5<br />
MEMORIA - LODOVICO ELLENA<br />
pag. 11<br />
IL COMUNISMO MAGICO E IL COSMISMO SOVIETICO - <strong>THULE</strong><br />
pag. 12<br />
QUATTRO STORIE SU HITLER E I SUOI COLLEGHI - LODOVICO ELLENA<br />
pag. 14<br />
IL COSTO SOCIALE E FINANZIARO DELL’IMMIGRAZIONE EXTRACOMUNITARIA - S. LORENZONI<br />
pag. 18<br />
ETNONAZIONALISMO VÖLCHISH E QUESTIONE ALLOGENA -FEDERICO PRATI<br />
pag. 19<br />
ETNONAZIONALISMI E IMPERI - SILVANO LORENZONI -FEDERICO PRATI<br />
pag. 21<br />
MINNE - ADUNATA V - VI - ALCHEMICA<br />
pag. 22<br />
INTRODUZIONE DI “ATTACCO ALLA SOCIETA’ DEL NULLA” - PAOLO SOLA<br />
pag. 23<br />
LILITH O LA LUNA NERA IN ASTROLOGIA - FRIDA<br />
pag. 24<br />
SONO GIORNI NON FACILI - CONTROCULTURA<br />
pag. 27<br />
ISOLA BIANCA - UN FORUM, UN PROGETTO - ALCHEMICA<br />
pag. 28<br />
LO STATIO ARISTOCRATICO EUROPEO - AVATAR<br />
pag. 29<br />
2
UNA NUOVA NUOV CONCEZIONE<br />
NICHILISTA<br />
NICHILIST<br />
di Ans<br />
Si intende generalmente per nichilismo quell' atteggiamento<br />
negativo di fronte alla verità : almeno così<br />
il termine viene riferito nei confronti del sofista<br />
Gorgia nell'ambito della storia della filosofia.<br />
In seguito, grazie all'opera filosofica (in realtà non<br />
più filosofia) di Nietzsche il nichilismo, almeno nel<br />
suo stato originario (nichilismo passivo), era la condizione<br />
seguente alla morte di Dio, quindi alla morte<br />
dell'ancoraggio metafisico cristiano che reggeva un<br />
uomo incapace di reggersi sulle proprie gambe, e<br />
contemporaneamente alla morte della morale cristiana.<br />
In seguito proprio a partire dal nichilismo passivo<br />
si giungeva tramite una ri - creazione di valori, a edificare<br />
una nuova realtà, più semplice e aristocratica.<br />
Questo ultimo atteggiamento chiamato nichilismo<br />
attivo sarebbe la via che porta ad una delle essenze<br />
super umane.<br />
A questo proposito possiamo però citare l'interpretazione<br />
del super uomo operata da Vattimo. Al di là dei<br />
notevoli distinguo che ci distanziano da questo pensatore<br />
(le cui argomentazioni possono risultare piuttosto<br />
pericolose soprattutto nella critica che egli fa ai<br />
concetti di identità e di sangue e suolo, per noi centrali)<br />
potrebbe risultare importante riflettere su talune<br />
intuizioni del filosofo. Il super uomo per Vattimo<br />
sarebbe principalmente colui che attribuisce un significato<br />
alla realtà senza ricorrere alle convenzioni<br />
delle masse (o aggiungiamo noi, di chi le governa).<br />
Inoltre proprio in questo senso si ritrova l'altra interpretazione:<br />
il super uomo nell'era dei mass media è<br />
colui che si crea una propria opinione governando il<br />
flusso di informazione che piovono su di lui e imponendo<br />
la propria interpretazione e il proprio significato.<br />
In questo senso possiamo proporre alcune metodologie<br />
operative per consolidare le posizioni di chi si<br />
sente o di chi vuole essere differenziato.<br />
Innanzi tutto l'atteggiamento riflessivo e dubbioso nei<br />
confronti dei media, la capacità di farsi una propria<br />
opinione anche se questa è contrastante con quella<br />
della massa deve essere una delle pietre fondanti del<br />
nuovo edificio umano. La capacità di esprimere un<br />
dissenso in questa era di conformismo globale (e di<br />
leggi censorie nei confronti del pensiero antagonista)<br />
è un atto non solo superomisitico ma soprattutto<br />
dirompente nei confronti dello schema del gregge. E'<br />
3<br />
fondamentale riuscire a rigenerare il pensiero politico<br />
della prima metà del XX secolo ri - esprimendolo<br />
mediante un linguaggio che sfugga agli schemi dominanti<br />
e che quindi non cada vittima delle leggi liberticide<br />
promulgate dal sistema. Dobbiamo disorientare<br />
il sistema attraverso la ri - attualizzazione di un<br />
pensiero che è eterno: poiché anche se la forma specifica<br />
di espressione può cambiare lo spirito connaturato<br />
all'origine (ovvero ciò che la tradizione porta<br />
avanti) è immutabile. Una rivoluzione tale da riportarci<br />
all'origine non può non passare attraverso la<br />
coniazione di un linguaggio che possa esprimere non<br />
più per concetti razionalistici ma per miti senza<br />
tempo le proprie posizioni.<br />
Ritornando alla nostra interpretazione di nichilismo<br />
dobbiamo fare riferimento al fatto che attualmente si<br />
designa come nichilismo l'atteggiamento delle masse<br />
nei confronti di tutto ciò che vuole essere verità: qui<br />
però sorge il nostro pensiero rivoluzionario.<br />
Se infatti il nichilismo massificato si riduce ad una<br />
incapacità di dare senso alla vita, in una vacua forma<br />
di consumismo, in cui ogni forma di ordine, legge e<br />
principio tradizionale sono rigettati in quanto limitanti<br />
nei confronti dell'uomo (o forse mezzo uomo) contemporaneo<br />
il nichilismo deve essere superato attraverso<br />
se stesso. Cambiare la direzione del nichilismo<br />
per mettere in crisi la società dello spreco e del meticciato<br />
è la prima "arma" ideologica in nostro possesso.<br />
Noi vogliamo scagliare il nichilismo contro le nuove<br />
pseudo verità: l'olocausto principalmente, attraverso<br />
il quale viene perpetuata la politica genocida (nei<br />
confronti degli europei) di immigrazione selvaggia;<br />
la democrazia, governo del gregge e della massa ottenebrata<br />
e plagiata dalle "verità" che il sistema propina<br />
attraverso i mass media; la libertà, in un era che<br />
non conosce alcuna libertà, basti pensare alla dominazione<br />
sionista che gli USA attuano attraverso l'occupazione<br />
militare dell'Europa e del mondo.<br />
Distruggere gli pseudo valori che vengono "impiantati"<br />
nei cervelli dei nostri compatrioti è la prima delle<br />
operazioni da mettere in atto in maniera tale da coniare<br />
una nuova "dottrina del risveglio". Ma per essere<br />
uomini della tradizione non si può credere: bisogna<br />
essere. Attraverso una differente essenza rispetto alla<br />
massa e attraverso una filosofia di vita davvero antagonista<br />
possiamo dare l'esempio necessario per determinare<br />
un effettivo risveglio della nostra stirpe.
LA RIVOLUZIONE INTERIORE<br />
di Ans<br />
Partendo dal presupposto che non esistono più i<br />
popoli in quanto sono stati trasformati in masse atomizzate<br />
di de cerebrati dobbiamo tras/formare il<br />
popolo. Questo processo però - proprio perché viviamo<br />
nell'era dell'egoismo consumistico - deve avvenire<br />
mediante una lotta interiore. Già da tempo nell'ambiente<br />
variegato del pensiero tradizionale viene portata<br />
avanti l'idea di una rivoluzione interiore.<br />
Inizialmente quest'idea era legata alle argomentazioni<br />
alchemiche che venivano riscoperte in seno agli<br />
ambienti esoterici e tradizionali. Infatti la purificazione<br />
dei metalli che avrebbe portato all'ottenimento<br />
dell'oro sarebbe principalmente l'allegoria di una trasformazione<br />
interiore che purificando l'uomo dai suoi<br />
aspetti più bassi lo portasse ad innalzarsi spiritualmente<br />
divenendo signore di sé. Tutto ciò proposto in<br />
maniera esauriente e d autorevole dal mitico gruppo<br />
di Ur trovava compimento in un portamento "spartano"<br />
e "virile" che rigettando come via "umida" e<br />
"femminea" quella del peggior misticismo cristiano,<br />
pervaso da pathos e sentimento del bisogno, faceva<br />
suo un portamento ascetico - guerriero pervaso da<br />
una volontà di autoformazione aristocratica guidato<br />
da una superiore volontà capace in maniera pratica di<br />
auto dominare l'aspetto infero dell'uomo. Un dominio<br />
regale e totale soprattutto sugli appetiti incontrollati,<br />
da quelli sessuali a quelli alimentari e sentimentali,<br />
che lungi dall'avere soddisfazione mediante se stessi,<br />
portano all'asservimento dell'uomo a se stesso. In<br />
questo procedimento neo alchemico la volontà di<br />
potenza di Nietzche trova una realizzazione interessante.<br />
Noi interpretiamo infatti la volontà di potenza<br />
come volontà di potere. Ma questo potere può essere<br />
raggiunto solo attraverso un aristocratico autodominio.<br />
In questo senso l'insegnamento esoterico sembra<br />
aver recepito il concetto meglio di altri: basti scorrere<br />
il concetto di volontà per un personaggio, seppur<br />
piuttosto differente da noi, come Aleister Crowley.<br />
La ricerca di questa superiore qualità di sé passa poi<br />
attraverso la raffigurazione mitica dell'uccisione del<br />
drago o del mostro infero. Da Sigfrido a S. Giorgio<br />
passando per Thor , Giove e Apollo passando per<br />
Arjuna si riverbera la forza del mito che vuole lo spirito<br />
Ario liberarsi delle scorie degradanti e dei bisogni<br />
egoistici. L'assenza di bisogni portata avanti<br />
verso un obiettivo più alto in senso ascetico - guerriero<br />
è il cardine dell'insegnamento tradizionale per quel<br />
che attiene il portamento interiore.<br />
4<br />
I CATARI CA ARI<br />
di Alecava<br />
I miei antenati erano pagani.<br />
I miei avi erano eretici.<br />
Otto Rahn<br />
La religione dei catari, diffusa in Occidente nei sec.<br />
XI-XIII sotto varie denominazioni, sembra sorta per<br />
l'infiltrazione del bogomilismo dalla penisola balcanica:<br />
esso trovò in Europa terreno favorevole per la<br />
sopravvivenza di idee manichee, ma specialmente per<br />
il fermento sociale-religioso che accompagnò l'ascesa<br />
delle nuove classi urbane. Infatti le zone in cui più<br />
attecchirono dottrine e movimenti di origine catara<br />
furono quelle di più rapido sviluppo economicosociale:<br />
la Francia settentrionale (Borgogna,<br />
Champagne) e le Fiandre dove li si chiamò publicani;<br />
la Francia meridionale (Provenza) dove, grazie a un<br />
clima politico e sociale aperto alla tolleranza, prese<br />
vita il vasto movimento degli albigesi; l'Italia settentrionale<br />
e la Dalmazia dove si chiamarono anche<br />
patarini. Altre denominazioni, come quella di bulgari,<br />
denunciano l'origine bogomila di questa religione.<br />
Nei paesi renani, poi, il termine derivato di Ketzer<br />
divenne addirittura sinonimo di eretico. Tutti questi<br />
gruppi avevano effettivamente legami tra loro.<br />
Raniero sacconi, vescovo cataro e fonte principale<br />
della storia del movimento, aveva sotto di sé, intorno<br />
al 1250, sedici Chiese, sparse in Francia, in Italia, nei<br />
Balcani e a Costantinopoli. Nel 1176, a Saint-Felixde-Caraman,<br />
in Linguadoca, si tenne un concilio<br />
cataro, presieduto da un prelato venuto da<br />
Costantinopoli, di nome Niquinta.<br />
Il dualismo manicheo dei catari li portava a concepire<br />
un'antitesi primordiale tra il bene e il male (dal<br />
quale procede il mondo) e alla condanna radicale di<br />
tutto ciò che è carnale e terreno: condanna del matrimonio,<br />
negazione della resurrezione della carne,<br />
vegetarianismo, divieto dell'esercizio della giustizia e<br />
dell'uso delle armi, condanna della proprietà privata.<br />
Li portava alla fuga dalla vita stessa, che trovava il<br />
suo compimento nell'endura, ossia nella pratica di<br />
lasciarsi morire di fame, pratica esercitata dai perfetti<br />
che si distinguevano dai semplici credenti per il<br />
loro estremo ascetismo.<br />
Perché un articolo sui catari? La risposta è che oggi<br />
in certi ambienti "si riscoprono le origini culturali e<br />
c'è una volontà di ritorno agli usi e costumi degli
antenati, cosa che non manca di irritare profondamente<br />
la cultura ufficiale condizionata dalla concezione<br />
mondialista che punta alla costruzione di un<br />
tipo umano grigio, né nero né bianco, senza radici e<br />
tradizioni".<br />
Il nostro impegno consiste nell'impedire che questo<br />
movimento di resistenza etnica si rivolga a idee esotiche<br />
ed estranee. La scelta tra il Mac World e la Jihad<br />
non è necessaria. Doveroso è invece riscoprire le<br />
nostre vere radici di uomini europei. Un'Europa multietnica<br />
abitata da fratelli di sangue e spirito. Ogni<br />
popolo fiero della propria identità, dei propri usi e<br />
costumi, dei propri dèi.<br />
Tutti uniti nella lotta di liberazione della nostra terra<br />
dagli invasori yankee e allogeni per la rinascita spirituale<br />
della razza europea.<br />
1 Setta di eretici dualisti, diffusasi in Tracia e in Bulgaria tra il<br />
IX e il X sec<br />
2 Maurizio Murelli in "La corte di Lucifero-I Catari guardiani<br />
del Graal"<br />
Otto Rahn osserva graffiti catari in una caverna<br />
5<br />
ALLE RADICI DEL PENSIERO<br />
VÖLKISCH:<br />
IL “TURNVATER” “TURNV TER” FRIEDRICH<br />
LUDWIG JAHN<br />
di Harm Wulf Wulf<br />
harmwulf2003@libero.it<br />
Armin Mohler nella sua celebre opera "La<br />
Rivoluzione Conservatrice" (Ed. Akropolis, 1990,<br />
pag. 150) scrive: "Il padre spirituale dei Völkischen è<br />
Friedrich Ludwig Jahn, che col suo barbone e il portamento<br />
da antico tedesco ben si differenziava da<br />
Metternich, e con ciò mostrava determinate peculiarità<br />
dei Völkischen. Jahn riuscì a dare una certa risonanza<br />
alle sue dottrine, da un lato attraverso il movimento<br />
da lui fondato e detto ginnico, roccaforte dei<br />
Völkischen, che ebbe anche sviluppi positivi, dall'altro<br />
attraverso i suoi scritti , in cui coniò il concetto di<br />
carattere nazionale (Volkstum)."<br />
"Turnvater Jahn, uno dei più efficaci protagonisti del<br />
processo socioculturale di nazionalizzazione delle<br />
masse, poteva additare alla gioventù patriottica il suo<br />
slogan ginnico - nazionalistico: Frisch, Frei, Frölich,<br />
Fromm (fresco, libero, allegro, devoto) ". ( Marino<br />
Freschi "La letteratura nel Terzo Reich" Ed. Riuniti,<br />
1997, pag. 103)<br />
Le quattro F simbolo del movimento del Turnen di<br />
Jahn<br />
Jahn è stato anche il padre della ginnastica moderna.<br />
I suoi contributi furono immensi tanto nella teoria<br />
quanto nell'organizzazione di questo sport. Nella primavera<br />
del 1811 all'Hansenheide, vicino Berlino,<br />
Friedrich Ludwig Jahn istituì il primo Turnplatz, uno<br />
spiazzo aperto per la pratica degli esercizi ginnici.<br />
Questo evento assunse una particolare importanza<br />
perché segnò l'inizio di un'attività sportiva, basata sui
suoi ideali patriottici, che raggiunse una grandissima<br />
diffusione e trovò moltissimi proseliti. Jahn fu spinto<br />
ad accelerare la messa in pratica delle sue teorie dalle<br />
contingenze storiche. Napoleone aveva asservito<br />
politicamente la Germania riducendola in uno stato<br />
d'umiliazione servile. Attraverso la promozione dell'esercizio<br />
fisico e degli ideali patriottici nei suoi studenti<br />
Jahn sperava di fornire al paese di un corpo di<br />
giovani patrioti determinati alla riconquista della<br />
libertà e, in caso di guerra, risoluti a combattere per<br />
la liberazione della Prussia e di tutta la Germania.<br />
Dopo la disastrosa battaglia di Jena del 14 ottobre del<br />
1806 non era solo il pugno di ferro del dominio imposto<br />
dal dittatore francese a prostrare la nazione.<br />
Anche i più accesi patrioti erano consapevoli che i<br />
principi tedeschi si erano messi al servizio di<br />
Napoleone e stavano soppesando l'eventualità di<br />
dichiarare guerra ai loro stessi compatrioti per ingraziarsi<br />
i favori dell'imperatore francese e guadagnarsi<br />
qualche pezzo di terra a discapito dei tedeschi che<br />
ancora si opponevano al nuovo dominio. I giovani<br />
entusiasti che erano stati preparati da Jahn alla guerra<br />
di liberazione portavano la speranza e alimentavano<br />
la fiducia riposta in loro. Quando risuonò la chiamata<br />
alle armi, Jahn ed i suoi ginnasti si unirono a<br />
quanti erano ancora determinati a battersi per salvare<br />
la loro libertà. In ogni luogo dove fosse presente un<br />
Turnen, i giovani accorsero per il loro entusiasmo per<br />
lottare contro la tirannia straniera.<br />
Friedrich Ludwig Jahn nacque l'11 agosto 1778 nel<br />
piccolo villaggio Lanz, vicino Lenzen nel Prignitz,<br />
provincia prussiana del Brandeburgo, figlio del<br />
pastore protestante della comunità. Sua madre gli<br />
impartì le prime lezioni di lettura e scrittura e suo<br />
padre lo educò durante le scuole elementari. Al ragazzo<br />
fu così possibile condurre una vita libera e salubre<br />
che lo condusse a primeggiare fin dalla giovinezza<br />
nei diversi campi delle attività ginnico sportive.<br />
All'età di 13 anni fu iscritto al ginnasio di Salzwedel,<br />
e nel 1794 giunse a Berlino per continuare i suoi studi<br />
nel Ginnasio "zum Graven Kloster". E' importante<br />
notare come fosse difficile per un ragazzo del suo<br />
temperamento, abituato alla vita libera e al movimento,<br />
adattarsi alla rigida disciplina delle scuole del<br />
tempo. Qualche anno dopo, lasciando segretamente<br />
Berlino per contrasti col padre per il suo non eccellente<br />
comportamento scolastico, arrivò a Halle con il<br />
proposito di dedicarsi allo studio della teologia sebbene<br />
non sentisse una particolare vocazione in quella<br />
direzione. Come studente universitario era ancora<br />
libero di condurre una vita senza vincoli e costrizioni.<br />
L'universale tentazione giovanile di vagabondare,<br />
il Wanderlust, si manifestò anche in lui. Prese a giro-<br />
6<br />
vagare per la Germania con occhio attento, annotando<br />
quanto lo colpiva del paesaggio, del suo popolo,<br />
dei costumi e gli usi, dei vari dialetti e delle peculiari<br />
caratteristiche regionali. Questa esperienza rafforzò<br />
il suo patriottismo che trovò espressione in vari saggi<br />
redatti in quel periodo. Il primo di questi fu venduto<br />
da Jahn, in difficoltà economiche, per 10 talleri ad<br />
uno studente di nome Höpffner ed uscì alle stampe<br />
con questo nome nel 1800. Frequentò anche le antiche<br />
e famose università di Jena e Greiswald dove studiò<br />
storia e si laureò in filologia a Lipsia con una tesi<br />
sulla lingua tedesca. Alla scoppio della guerra tra<br />
Francia e Prussia nel 1806 egli cercò, ancora studente,<br />
di unirsi all'esercito ma, prima di poter realizzare<br />
le sue intenzioni, i suoi compatrioti prussiani subirono<br />
le devastanti sconfitte nelle battaglie di Jena e<br />
Auerstedt. Questi eventi tragici ebbero un effetto terribile<br />
sullo spirito di Jahn anche se mai egli perse la<br />
fiducia nella vittoria finale dei valori prussiani e la<br />
fede in una Germania unita, libera e indipendente.<br />
Nel 1809 tornò come insegnante nella scuola che<br />
aveva frequentato a Berlino, il Ginnasio "zum<br />
Graven Kloster", e più tardi, nello stesso anno<br />
all'Istituto Plamann. Si dedicò anche alla redazione<br />
del suo Runenblätter che incontrò l'approvazione del<br />
ministro prussiano Hardenberg per il rifiuto della piccola<br />
politica particolaristica seguita in quegli anni dal<br />
mondo tedesco. Il 14 marzo del 1810 diede alle stampe<br />
il suo testo più importante "Deutsches Volkstum"<br />
che fu accolto con entusiasmo unanime per il suo fervente<br />
patriottismo e il suo appello all'unità tedesca.<br />
"E'difficile trovare, in un'altra lingua, un termine che<br />
renda appieno il contenuto della parola tedesca<br />
Volkstum, la quale evoca una comunità di esseri di<br />
ugual ceppo aventi in comune un lungo passato, uniti<br />
organicamente nel presente, consapevoli ed orgogliosi<br />
delle loro particolari caratteristiche. Il concetto di<br />
Volkstum non sembra differire molto da quello di<br />
Nation quale Fichte l'aveva usato dandogli speciali<br />
valenze. Come Fichte, Jahn ritiene che l'uomo è quel<br />
che è soltanto per il suo far parte di un Volkstum.<br />
Come Fichte i suoi sforzi convergono in un unico<br />
scopo: convincere i Tedeschi della necessità di organizzarsi<br />
come una tale comunità, opponendosi ad<br />
alcuni di loro e al dominio francese e fornendo i<br />
mezzi a ciò indispensabile… In Deutsche Volkstum<br />
gli esercizi fisici vengono raccomandati: sono utili ad<br />
ognuno e sono utili allo Stato perché preparano i giovani<br />
alla guerra…Essi dovranno dare ai tedeschi<br />
qualcosa del coraggio e del vigore dei loro antenati.<br />
Competizioni, giochi ed esercizi con armi forgeranno<br />
la loro volontà, preluderanno alla conquista della loro<br />
libertà." (Jacques Ulman "Ginnastica, Educazione
Fisica e Sport dall'antichità ad oggi" Armando<br />
Editore, 1967, pag. 250). Come i romantici Jahn subì<br />
il fascino della storia: si fece sostenitore di una campagna<br />
per la costruzione di monumenti nazionali,<br />
della riscoperta delle tradizioni e delle feste popolari<br />
e della difesa della lingua dalle parole straniere. Da<br />
storico e filologo appoggiò la fondazione della prima<br />
società per la difesa della lingua tedesca dai francesismi<br />
e dagli altri influssi allogeni. Oggi il tedesco è la<br />
lingua base di tutti i tedeschi ma non era così ai tempi<br />
di Jahn. Il francese era allora la lingua della cultura e<br />
della diplomazia. La corte di Federico il Grande ripudiava<br />
il tedesco come "lingua da cocchiere"<br />
(Kutschersprache). La nobiltà ed il ceto medio educavano<br />
i propri figli in francese. A tutto ciò si oppose<br />
Jahn: "L'uomo non ha che una sola madre; una sola<br />
lingua è per lui sufficiente. Infelice Germania, l'aver<br />
negletta la tua lingua madre ricade come una paurosa<br />
vendetta su di te… Il francese ha reso impotenti i tuoi<br />
uomini, traviato i tuoi figli e disonorato le tue donne."<br />
( F. L. Jahn "Deutsches Volkstum" pag. 343) Netta fu<br />
anche la condanna del cosmopolitismo poiché<br />
"l'umanità non appare mai astratta ma impersonata<br />
nelle manifestazioni caratteristiche di un popolo".<br />
Anche il concetto di nobiltà lo vide fortemente critico:<br />
nella sua opera proponeva un nuova nobiltà di<br />
merito in cui tutti, indipendentemente dalla loro<br />
estrazione sociale , avrebbero potuto e dovuto guadagnarsi<br />
fattivamente i propri titoli. Sopra tutto stava il<br />
bene comune: il bene collettivo prima del bene individuale<br />
"Gemeinnutz vor Eigennutz"; egli sosteneva<br />
l'unità organica di popolo da opporre ai falsi valori<br />
classisti ed atomistici. L'educazione doveva essere<br />
pubblica ed identica per i bambini di tutte le classi<br />
sociali. Le feste, affermava, devono incarnare quegli<br />
ideali trascendenti simboleggiati dalla nazione, devono<br />
legarsi con le tradizioni ancora vive nel popolo e<br />
pe<strong>net</strong>rare nel suo inconscio. Attraverso le lunghe<br />
marce tra i boschi e i pellegrinaggi ai simboli del passato<br />
glorioso i giovani dovevano ricordare l'attualità<br />
della storia e venerare le gesta eroiche degli avi.<br />
Sempre nello stesso anno Jahn incominciò il suo<br />
primo esperimento pratico per introdurre la pratica<br />
ginnica tra i suoi studenti. Lo scopo era quello di formare<br />
giovani animati da ideali patriottici ed in grado<br />
di brandire le armi nelle future guerre di liberazione<br />
che egli sognava per il paese oppresso. La prima<br />
Turnplatz (Turn significa ginnico Platz piazza) pubblica<br />
fu aperta da Jahn nella primavera del 1811. I<br />
ragazzi ed i giovani di Berlino risposero al suo appello:<br />
più di 500 lo seguirono all'Hasenheide, ribattezzato<br />
Tie (termine dato agli antichi luoghi di convegno<br />
germanici), per eseguire, sotto la sua direzione, gli<br />
7<br />
esercizi del Turnen. Secondo l'uso dei greci e degli<br />
antichi germani gareggiare negli sport era un modo<br />
per dimostrare vigore e coraggio. Le manifestazioni<br />
del Turnen avvenivano in giorni prestabiliti ed erano<br />
accompagnate dal canto di inni patriottici, da parate<br />
alla luce di fiaccole e dall'accensione di una fiamma<br />
sacra. Nonostante la libertà che egli lasciava ai suoi<br />
studenti egli pretendeva da loro una severa disciplina,<br />
il massimo ordine e la massima educazione con il<br />
prossimo. "Sin dall'inizio i ginnasti costituirono un<br />
gruppo molto unito, e non solo compivano i loro esercizi<br />
tutti insieme, ma indossavano anche la stessa<br />
divisa, si trattavano con il Du germanico e con il saluto<br />
heil: erano un élite rigeneratrice all'interno della<br />
società tedesca, un élite alla quale i giovani partecipavano<br />
per loro libera scelta" (George L. Mosse "La<br />
nazionalizzazione delle masse" Ed. il Mulino,1975,<br />
pag. 148). Il 14 novembre del 1811 Jahn, Friesen ed<br />
altri seguaci fondarono il Deutsche Bund una lega<br />
con lo scopo di porre fine alla dominazione straniera<br />
del paese. Molti degli aderenti venivano dalle università<br />
e il Bund ispirò la fondazione del Deutsche<br />
Burschenschaft una confraternita studentesca patriottica<br />
che avrà un grande ruolo nelle crisi politiche<br />
degli anni successivi. Jahn e i suoi seguaci furono i<br />
primi a rispondere alla chiamata alle armi fatta dal Re<br />
Federico III di Prussia il 17 marzo del 1813 arruolandosi<br />
come volontari nel Corpo Franco Lützow e,<br />
nella successiva campagna, dimostrarono la loro ottima<br />
preparazione fisica anche come membri della<br />
Landwehr un'organizzazione militare volontaria che<br />
essi contribuirono a far nascere. Jahn fu costretto al<br />
ritirarsi dal suo corpo prima della fine della campagna<br />
a causa di una grave malattia ma il governo gli<br />
riconobbe, per i servizi prestati, una rendita di 500<br />
talleri poi incrementati ad 800. Nell'agosto del 1814<br />
egli sposò Helene Kollhof. Nel 1815 gli studenti universitari<br />
di Jena e gli ex-appartenenti al Corpo Franco<br />
Lützow fondarono la prima Burschenschaft (confraternita<br />
studentesca). Questa associazione universitaria<br />
si diffuse rapidamente in tutto il paese e riprese le<br />
usanze delle antiche confraternite studentesche<br />
medievali. Il caratteristico cappello con visiera rigida<br />
e i colori imperiali nero, bianco e rosso, la Mensur il<br />
duello d'onore come prova iniziatica di coraggio e<br />
l'ostentazione dello Schmiß, la cicatrice sul volto,<br />
come segno di appartenenza ad un élite cameratesca<br />
votata alla tradizione e al patriottismo.(Su questo<br />
tema e sulle odierne attività delle Burschenschaft<br />
vedi (http://www.coburgerconvent.de/mensur/index.html).<br />
Sebbene egli non<br />
avesse partecipato alla guerra contro la Francia del<br />
1815, fu chiamato a Parigi per la presa della città da
parte delle forze alleate. Da quel periodo Jahn portò<br />
costantemente un semplice vestito di panno grezzo da<br />
eremita, con il collo scoperto a simboleggiare il suo<br />
rifiuto della cravatta borghese e delle altre corrotte<br />
raffinatezze francesi. L'anno seguente uscì il suo<br />
secondo libro, "Die deutsche Turnkunst" (Ginnastica<br />
tedesca). Scritto in collaborazione con Ernst<br />
Bernhard Wilhelm Eiselen (1792 - 1846), Jahn sostituisce<br />
la parola "ginnastica", di origine non tedesca,<br />
con la parola Turnen (vedi da pag. XIX a pag. XLV<br />
sul Turnsprache).<br />
"Il Turnen vuol essere una ginnastica specificamente<br />
tedesca… il Turnen vuole realizzare l'uomo nella sua<br />
interezza ossia come membro di una comunità. Vuole<br />
insegnare agli uomini la libertà e l'eguaglianza. Sta al<br />
servizio dell'uomo tedesco e della patria tedesca. In<br />
esso la formazione dell'individuo e l'edificazione<br />
della comunità sono due aspetti inseparabili.. si giungerà<br />
a tanto abituando la gioventù ad una vita che<br />
prepari a costituire e a mantenere una comunità<br />
nazionale autentica… Per la gioventù non vi è educazione<br />
migliore della vita in comune, e nulla consolida<br />
meglio la vita in comune del praticare collettivamente<br />
esercizi fisici. A tal fine un luogo determinato,<br />
il Turnplatz, accoglierà in condizioni accuratamente<br />
studiate e senza far differenza fra le varie categorie<br />
sociali, l'insieme di coloro che si dedicano al Turnen.<br />
Un maestro il Turnlehrer, si unirà ai praticanti badando<br />
a che gli esercizi eseguiti siano quelli adatti a loro.<br />
Uno stesso modo di vestire assimilerà tutti i partecipanti,<br />
ai quali verranno imposte certe norme e che<br />
saranno tenuti a darsi del tu. In che consiste propriamente<br />
il Turnen? Nel conformarsi a certe regole di<br />
condotta e, nel contempo , a praticare certi esercizi<br />
fisici. "Fresco, libero, lieto, devoto", ecco la divisa<br />
del praticante del Turnen. Egli agirà secondo le leggi<br />
morali. Agirà da tedesco. A questi precetti…si uniscono<br />
alcune pratiche, le quali consistono in giochi<br />
senza i quali il Turnen non esisterebbe e che col clima<br />
che creano si presentano come l'espressione precipua<br />
di una vita cameratesca e gioiosa… Jahn ha conservato<br />
gli esercizi e gli attrezzi presi in considerazione<br />
dai maestri che l'avevano preceduto, aggiungendovene<br />
di nuovi. E' stato lui ad inventare le parallele, gli<br />
anelli sospesi, il cavalletto da ginnastica e altri attrezzi<br />
divenuti oggi così familiari." (J. Ulman op. cit. pag.<br />
252). Jahn coordina le varie parti delle attività motorie<br />
in un progetto di preparazione fisica globale: la<br />
corsa, le lunghe marce in ambiente naturale, il nuoto,<br />
la ginnastica vera e propria, i bivacchi e l'alimentazione<br />
frugale. Ma caratteristica fondamentale del<br />
Turnen è di essere un'educazione integrale: ad un<br />
tempo una morale ed un addestramento. Per la prima<br />
8<br />
volta nella storia moderna l'educazione fisica appare<br />
come il principio motore essenziale di un'educazione<br />
morale, collettiva, nazionale. L'ideale estetico greco<br />
della bellezza era ripreso ed esaltato: i ginnasti dovevano<br />
incarnarlo concretamente. L'unità inscindibile<br />
di corpo e spirito era riaffermata nella ripetizione<br />
incessante che i tedeschi, il popolo più simile ai greci,<br />
avessero il dovere di possedere un bel corpo ed uno<br />
spirito nobile "Più grosso è lo stomaco, più vacillante<br />
e goffo appare l'uomo, più vuota è la sua anima"<br />
(Jahn cit. in George L. Mosse "La nazionalizzazione<br />
delle masse" Ed. il Mulino, 1975, pag. 34).Nel 1817<br />
due università, Jena e Kiel, gli conferirono la laurea<br />
ad honorem. L'inverno successivo prese parte ad un<br />
giro di conferenze in cui espresse pubblicamente la<br />
sua delusione per la mancata emanazione della costituzione<br />
promessa al popolo prima della vittoriosa<br />
campagna contro Napoleone. La tenacia con cui Jahn<br />
mantenne questa sua valutazione gli procurò molti<br />
ammiratori tra il popolo ma lo pose sotto le attenzioni<br />
repressive del governo. L'esecutivo decise, insieme<br />
alla soppressione delle manifestazioni delle<br />
Burschenschaften ritenute sotto la sua influenza, la<br />
chiusura del suo Turnplatz e di molte altre associazioni<br />
consimili in tutto il paese. Nel 1818 Metternich<br />
ammoniva la Prussia: "L'istituzione ginnastica è il<br />
vero campo di addestramento ai disordini universitari.<br />
L'inventore (Jahn), l'invenzione e l'attuazione provengono<br />
dalla Prussia. Bisogna colpire il male alle<br />
radici." Nel 1819 lo scrittore e giornalista Kotzebue<br />
fu ucciso per mano di Karl Sand uno studente fanatico<br />
membro della Burschenschaft di Jena. Kotzebue,<br />
al servizio retribuito dello Zar di Russia, si era sempre<br />
opposto alle organizzazioni studentesche. La sua<br />
morte fu vista come un complotto ordito da queste.<br />
Jahn e gli associati del Turnen furono accusati di<br />
essere complici dell'assassino. Il governo varò misure<br />
per proibire completamente il Turnen. Nel luglio<br />
del 1819 Jahn fu arrestato con l'accusa falsa di alto<br />
tradimento e cospirazione. Circa un anno dopo la<br />
morte della moglie e dei due figli, il processo si concluse<br />
dopo cinque anni il 13 gennaio 1824, con la sua<br />
condanna a due anni di detenzione in una fortezza a<br />
causa di irrispettose e denigratorie affermazioni che<br />
si riteneva egli avesse fatto alludendo all'amministrazione<br />
dello Stato. Jahn immediatamente pubblicò un<br />
pamphlet difensivo che portò alla revoca della sua<br />
condanna. Nel 1825 con la seconda moglie si trasferì<br />
a Freyburg an der Unstrut. Negli anni seguenti e fino<br />
al 1840, all'ascesa al trono del Re Federico<br />
Guglielmo IV, sempre sospettato di essere un agitatore<br />
politico, Jahn condusse una vita tranquilla e ritirata<br />
dedicandosi alla scrittura malgrado i continui
cambi di residenza cui era costretto dalle continue<br />
indagini e persecuzioni cui era soggetto. Nell'agosto<br />
del 1838 la sua casa fu distrutta dalle fiamme e la sua<br />
ricca libreria e molti suoi manoscritti inediti andarono<br />
distrutti. I sostenitori del Turnen organizzarono<br />
una sottoscrizione popolare che gli consentirono di<br />
costruire una nuova casa sulla sua proprietà.<br />
All'inaugurazione del nuovo regno Jahn fu liberato<br />
completamente alla stretta sorveglianza poliziesca<br />
cui era stato soggetto e gli fu conferita la decorazione<br />
della Croce di Ferro come riconoscimento della<br />
sua coraggiosa condotta in battaglia. Nel 1842 fu<br />
rimossa la proibizione del Turnen e subito si riorganizzarono<br />
le società sportive in tutta la Germania.<br />
Quando il malcontento causato dal malgoverno e<br />
dalla totale indifferenza alla richiesta popolare della<br />
costituzione che era stata spesso promessa raggiunse<br />
l'apice e si arrivò ai moti rivoluzionari del 1848, Jahn<br />
fu spinto per l'ennesima volta nell'agone politico e fu<br />
eletto nel parlamento nazionale tedesco a Francoforte<br />
sul Meno. Ma il leader del 1811 non era adeguato a<br />
rappresentare il nuovo spirito aggressivo e deluse<br />
quanti lo avevano sostenuto come deputato. Le ambizioni<br />
dei rivoluzionari erano al di là delle sue visioni<br />
e la sua attitudine al comando carismatico era un<br />
ricordo del passato. Nel congresso dei Turner ad<br />
Hanau nel 1848 fu emarginato da quanti non condividevano<br />
il suo impegno parlamentare. Amareggiato e<br />
incompreso dai suoi stessi seguaci Jahn si ritirò a<br />
Freyburg an der Unstrut dove morì il 15 ottobre del<br />
1852. Il movimento dei ginnasti ebbe successo fin dal<br />
suo primo apparire. Verso il 1818 in Prussia esistevano<br />
circa cento organizzazioni di questo genere con<br />
quasi 6.000 iscritti, e a questa data in tutta la<br />
Germania vi erano circa 12.000 ginnasti. Nel 1880<br />
sarebbero stati 170.315 di tutte le fasce sociali: l'entusiasmo<br />
per la ginnastica aveva dato vita ad un<br />
movimento di massa. "I ginnasti esaltarono il loro<br />
patriottismo percorrendo l'intera Germania e più tardi<br />
presero contatto con lo Jugendbewegung, il movimento<br />
giovanile tedesco fondato nel 1901, per il<br />
quale l'andare girovagando costituiva una delle principali<br />
attività; esso, a sua volta annoverò Jahn tra i<br />
suoi eroi. I ginnasti condivisero con gli aderenti al<br />
movimento giovanile l'ideale della nazione che fosse<br />
espressione dello spirito interiore piuttosto che puro e<br />
semplice sfoggio di potenza, un incarnazione del<br />
"bello" nella natura e nel corpo umano." (G. L. Mosse<br />
op. cit. pag.152)<br />
Uno dei dirigenti dei Wandervogel, Edmund<br />
Neuendorf, dichiaratamente völkisch scrisse nel<br />
1927:<br />
"Jahn ha detto che il Turnen fa parte della nostra con-<br />
9<br />
cezione del mondo. Così deve tornare ad essere."<br />
(Edmund Neuendorf "Die Deutsche Turnerschaft<br />
1860 - 1936" Berlin, 1936, pag. 3).<br />
"In der ganzen Lebensgeschichte eines Volkes ist sein<br />
heiligster Augenblick, wo es aus seiner Ohnmacht<br />
erwacht… Ein Volk, das mit Lust und Liebe die<br />
Ewigkeit seins Volkstums auffaßt, kann zu allen<br />
Zeiten sein Wiedergeburtsfest und seinen<br />
Auferstehungstag feiern." F. L. Jahn<br />
( "Nell'intera esistenza di un popolo, l'attimo più<br />
sacro è quello in cui esso si risveglia dal coma... un<br />
popolo che contempla con passione ed amore l'eternità<br />
del proprio essere popolo può festeggiare eternamente<br />
la festa della propria rinascita e del proprio<br />
risorgimento." )<br />
Il primo Turnplatz all'Hanseheide, Berlino.<br />
Gli scritti di Friedrich Ludwig Jahn:<br />
- Ueber die Beförderung des Patriotismus in<br />
preussischen Reich, Halle, 1800<br />
sotto lo pseudonimo di D. C. C. Höpffner<br />
- Deutsches Volkstum, Lübeck, 1810<br />
- Runenblätter, 1814<br />
- Die deutsche Turnkunst in collaborazione con<br />
Ernst B. W. Eiselen, Berlin, 1816<br />
- Neue Runenblätter 1828<br />
- Merke zum deutschen Volkstum, 1833<br />
- Denknisse eines Deutschen, 1835<br />
- Werke, a cura di Carl Euler 3 volumi, Hof,<br />
1884/1887<br />
- Briefe 1818-1852, a cura di Wolfgang Meyer,<br />
Dresden, senza anno di pubblicazione<br />
Dall'agosto del 1999 la casa di Jahn è stata restaurata
ed ospita un museo dedicato a lui e alla sua opera.<br />
Contiene una mostra permanente e i cimeli del movimento<br />
Turnen.<br />
Friedric Ludwig Jahn Museum<br />
Schloßstraße 11<br />
06632 Freyburg an der Unstrut<br />
Tel. 034464 27426 Fax 034464 66560<br />
E-mail: jahn-mueum@gmx.de<br />
Http://www.jahn-museum.de/<br />
Apertura da aprile ad ottobre da martedì a domenica<br />
dalle 10 fino alle 17<br />
da novembre a marzo da martedì a domenica dalle 10<br />
fino alle 16<br />
Friedrich Ludwig Jahn (Turnvater Jahn)<br />
dipinto di Friedrich Ludwig Heine (1816-1834) Olio<br />
su legno; 19 x 15 cm<br />
in Deutsches Historisches Museum, Unter den<br />
Linden 2, 10117 Berlin, Deutschland<br />
http://www.dhm.de/cgi-bin/mfs/01/ausstellungen/bildzeug/qtvr/DHM/n/BuZKopie/raum_17.11.htm<br />
10<br />
Friedrich Ludwig Jahn (Turnvater Jahn)<br />
Incisione di Ernst von Dombrowski dalla serie<br />
"Bildnisse deutscher Männer" 1935 - 1938. La scritta<br />
sottostante dice:<br />
"Oggi non apprezziamo più colui che è dedito al bere<br />
ed alla birra ma il giovane che resiste alle avversità,<br />
l'audace. Poiché non ci importa quanti bicchieri di<br />
birra egli riesca a trangugiare ma a quanti combattimenti<br />
egli possa sostenere, non quante notti egli trascorra<br />
bighellonando ma per quanti chilometri egli<br />
possa marciare. Oggi non vediamo più nel beone di<br />
un tempo l'ideale del popolo tedesco, bensì nei giovani<br />
sani, energici ed integri fino al midollo."<br />
La casa editrice Rudolf Schneider ha nel suo catalogo<br />
buona parte delle opere pubblicate da Ernst von<br />
Dombrowski e la ristampa di numerose xilografie<br />
dell'artista. Informazioni presso:<br />
Rudolf Schneider Verlag<br />
Industriehof 8<br />
D - 31180 Giesen-Hasede<br />
Tel. (05121) 770463 Fax (05121) 770303<br />
Nella stessa città è possibile visitare un esposizione<br />
permanente con molte opere originali dell'artista vedi<br />
il sito http://heimatschutz.org:16080/kulturkammer/ .<br />
L'indirizzo è:<br />
Kunstherberge Ernst von Dombrowski, Am<br />
Messeschnellweg, D 31180 Hasede. Tel. 05121<br />
770634<br />
L'orario di apertura è da mercoledì a venerdì dalle<br />
10.00 alle 12.00 o su prenotazione telefonica.
MEMORIA<br />
di Lodovico Ellena<br />
Che la giornata della memoria stia diventando uno sconcertante business è ormai evidente. Prendi una pagina<br />
di storia o un personaggio, martella fino allo sfinimento su di loro e anche la più distratta delle casalinghe<br />
avvertirà la necessità fisiologica di comprare almeno un libro - che poi non leggerà perché le manca il tempo<br />
- su quello che è l'argomento del giorno. Memoria si diceva, e nessuna definizione sembra più ipocrita di questa.<br />
Ma di quale memoria stiamo parlando? Di quella che dimentica i milioni di morti nei gulag staliniani o<br />
di quella che non ricorda gli altrettanti milioni massacrati in Cambogia, di quella che nulla sa delle centinaia<br />
di sacerdoti cattolici assassinati da partigiani <strong>italia</strong>ni nel dopoguerra o delle centinaia di migliaia di torturati<br />
da Mao, o degli <strong>italia</strong>ni infoibati da Tito e dei milioni di persone svanite nel nulla nel nome del comunismo?<br />
E stiamo parlando per lo più di fatti accaduti contemporaneamente ad Auschwitz, mentre altri addirittura ben<br />
più recenti se non contemporanei. "Ad Auschwitz c'era la neve" recita una vecchia canzone che celebra questa<br />
pagina di storia, ma lo stesso gelo investì anche mille altre "Auschwitz" rendendole per questo più immense<br />
perché completamente dimenticate. Oscurate. Annullate. Annichilite. E la chiamano giornata della memoria.<br />
Fino a quando la memoria sarà una sola memoria infatti, una giornata come questa non potrà fare altro<br />
che scavare solchi più profondi. Milioni di parenti delle vittime dell'altra memoria dimenticata non potranno<br />
non sentirsi ancora una volta torturati, assassinati, violentati, annullati all'infinito in una giornata come questa:<br />
e ne parliamo con cognizione storica di causa. Ma Perlasca salvò migliaia di ebrei, così come - almeno<br />
secondo alcuni - lo fece anche Mussolini (peraltro lo fece Almirante), mentre ora pure l'americano Varian Fry<br />
si aggiunge a questa lista in progressivo aumento. Faurisson, Mattogno e Graf e decine d'altri con loro sostengono<br />
invece l'inconsistenza dello sterminio scientifico degli ebrei: teorie ardite che vale comunque la pena di<br />
analizzare prima di condannare, ma il confronto pubblico da anni auspicato da questi autori è di là da venire.<br />
Forse hanno torto, forse no, perché allora la memoria ha "paura" di scavare all'interno della propria memoria<br />
così come hanno invece fatto questi storici "revisionisti"? Qualcosa non torna in questa memoria della giornata<br />
della memoria, qualcosa non quadra. E fino a quando sarà memoria mutila e claudicante o incapace di<br />
affrontare il confronto, questa giornata sarà soltanto la giornata strumentale della memoria. E questo alla<br />
lunga non porterà vantaggi a nessuno: né alla storia, né alla verità, né all'uomo. Per queste ragioni ci sembra<br />
terribilmente vero - parafrasando Foucault - che la memoria non è di chi ce l'ha ma di chi ha la forza per esercitarla.<br />
11
IL COMUNISMO MAGICO E IL<br />
“COSMISMO” SOVIETICO<br />
di M<strong>Thule</strong><br />
Risulta interessante investigare come i principali<br />
"ismi" del XX° secolo e vale dire il nazionalsocialismo<br />
ed il comunismo che - di primo acchito - sembrerebbero<br />
differenziati da un'enorme quantità di difformità<br />
intellettuali, d'azione, programmatiche nonché<br />
politiche siano in verità poi uniti da un sottile file d'irrazionalismo<br />
magico.<br />
Del Nazionalsocialismo occulto si è detto molto a<br />
partire dall'uscita del volume "Il Mattino dei Maghi"<br />
di Louis Pauwels e Jacques Bergier, ma resta tuttora<br />
poco conosciuto se non oscuro la palese tendenza che<br />
il comunismo sovietico manifestò per una "dottrina"<br />
costruita sul mito della scienza e della razionalità, ma<br />
anche su principi peculiari della cosiddetta cultura<br />
magica.<br />
Secondo una concezione oggi molto diffusa, scienza<br />
e magia sono nemiche naturali. Ma la questione è mal<br />
posta: la magia è in primo luogo una forma di rapporto<br />
con il mondo. Sovente i sostenitori della scienza<br />
trascurano che è proprio dal pensiero magico che la<br />
scienza si è generata come dimostra - un esempio su<br />
tutti - l'alchimia, la quale conteneva il germe della<br />
chimica. Ciò ovviamente non sta ad indicare che la<br />
scienza e la magia siano la stessa cosa ma la loro<br />
<strong>net</strong>ta identificazione è sterile quanto una forzata<br />
separazione.<br />
Nell'affermazione di Lenin "la dottrina marxista è<br />
onnipotente perché è vera" era già insita la trasfigurazione<br />
dello scienziato in mago. Il marxismo-leninismo<br />
rivendicava di essere onnipotente proprio perché<br />
la sua era una verità scientifica, trascurando che una<br />
verità scientifica non può essere onnipotente. Non si<br />
può addurre una contraddizione in termini, poiché nel<br />
comunismo bolscevico la "scientificità" era poco più<br />
di una parola per legittimare l'"onnipotenza". Ed era<br />
questa ultima ad avere il sopravvento.<br />
La sinapsi tra fisica e metafisica divenne in Era bolscevica<br />
un dato di fatto. Tutti i valori di riscatto e<br />
redenzione di cui un tempo era gravata la religione, e<br />
tutte le aspettative di potere una volta rimesse alla<br />
magia, divennero prerogativa della scienza e tecnologia.<br />
Per chiarire esemplificando un fenomeno in<br />
apparenza magico quale la telepatia poteva essere un<br />
artificio dei borghesi, ma poteva funzionare anche<br />
secondo principi materialistici e dimostrarsi quindi<br />
passibile di analisi grazie alla superiore scienza marxista.<br />
12<br />
Il perfetto punto di congiunzione tra l'occultismo tradizionale<br />
e quello scientifico è rappresentato dalla<br />
filosofia di Nikolai Fëdorov. Uomo dalla cultura<br />
enciclopedica, aveva uno stile ascetico, una grande<br />
passione sia per Dio che per il progresso ed era sessuofobo<br />
in modo quasi patologico.<br />
La grande fissazione di Fëdorov , che è stata anche la<br />
grande ossessione di tanti rivoluzionari, era quella<br />
della morte. Il filosofo teorizzava che l'intera<br />
Umanità condividesse il "Compito Comune" di "rivoluzionare"<br />
le Leggi della Natura una dopo l'altra sino<br />
ad abolire la più ingiusta: la morte. La piena libertà si<br />
sarebbe raggiunta solo sconfiggendo la Natura matrigna.<br />
L'Umanità poteva rinascere, e con essa<br />
l'Universo intero, quando gli uomini si dedicheranno<br />
a lavorare collettivamente per il Compito Comune.<br />
Questa asserzione aveva la sua origine nell'individuare<br />
da parte di Fëdorov nella frammentazione la radice<br />
di tutti i mali. Si può qui individuare la perfetta<br />
sintonia esistente con il comunismo che aveva quale<br />
dottrina unica il Marxismo e come Compito Comune<br />
portare il comunismo in tutto il mondo.<br />
L'immortalità ambita da Fëdorov non è meramente<br />
spirituale ma la vita eterna doveva estendersi anche al<br />
corpo non considerando infatti l'eternità dello spirito<br />
sufficiente. Nel postulare questo non si poneva -<br />
come potrebbe sembrare - in contrapposizione con<br />
Dio ma ne esaltava - secondo il filosofo - la sua<br />
opera. Il Creatore inizialmente aveva creato difatti<br />
l'uomo a sua immagine e somiglianza ma quest'ultimo<br />
si era allontanato dallo stato iniziale. Bisognava<br />
impegnarsi pertanto a ritornare verso la natura divina<br />
e nel far questo era necessario contare esclusivamente<br />
sulle proprie forze ed - inutile quasi dirlo - sull'apporto<br />
della scienza.<br />
Come precedentemente scritto il Compito Comune<br />
prevedeva la necessaria riunificazione di tutta<br />
l'Umanità e ciò sarebbe stato raggiungibile attraverso<br />
una corretta informazione che avrebbe fatto conoscere<br />
la giustezza del progetto e di conseguenza porterebbe<br />
a ridestare la "vera volontà".<br />
Il mondo unificato di Fëdorov è un gigantesco campo<br />
di lavoro: non esiste riposo, non esistono distrazioni<br />
ne tempo libero. Il lavoro è il valore supremo ma è<br />
anche la suprema soddisfazione, in grado di appagare<br />
di per sé tutte le esigenze dei lavoratori. Quando il<br />
momento di lavorare al Compito Comune arriverà,<br />
gli esseri umani avranno capito che è quello e solo<br />
quello il fine delle loro vite, e quindi non potranno<br />
esimersi dall'impiegare ogni stilla di energia per il<br />
suo compimento.<br />
Come detto il nemico da sconfiggere è la Natura che
impone all'uomo le sue inique leggi. L'Uomo - dall'alto<br />
della sua somiglianza a Dio - deve imporre alla<br />
Natura le proprie regole sino al raggiungimento del<br />
fine ultimo: l'uccisione della morte. Ciò ovviamente<br />
avverrà attraverso tappe intermedie che vedranno la<br />
scienza correre in ausilio nel conseguimento del<br />
Compito. Una delle tappe è la trasformazione della<br />
Terra, un mag<strong>net</strong>e naturale, in un elettromag<strong>net</strong>e.<br />
Una serie di cavi elettrici circonderanno il mondo in<br />
uno schema a spirale, dando la possibilità di controllare<br />
le tempeste ed in ultimo l'intero clima del pia<strong>net</strong>a.<br />
(Si noti che l'elettricità aveva un valore quasi<br />
magico e questo non solo per Fëdorov ma anche per<br />
Lenin e molti accademici bolscevichi).<br />
Un concetto altresì centrale per la filosofia del<br />
Compito Comune è quello di "caduta". La morte esiste<br />
perché l'Uomo ed il Cosmo stanno vivendo una<br />
fase di caduta, ossia di allontanamento da Dio. La<br />
radice di tutti i mali sono stati la passività e, soprattutto,<br />
l'appetito sessuale. Una delle cose che l'uomo<br />
deve fare per risalire è rinunciare all'"orizzontalità" in<br />
cui la caduta l'ha fatto piombare. La "verticalità" è un<br />
antidoto ai pericoli della lussuria e a quelli del sonno.<br />
Il passaggio a professare l'ascesi è quindi breve.<br />
Tuttavia, per dare origine alle future generazioni che<br />
portassero a buon esito il Compito Comune, il sesso<br />
era un male necessario ma, una volta raggiunto<br />
l'obiettivo, si sarebbe dato origine grazie alla scienza<br />
ad una nuova modalità procreativa in cui il sesso non<br />
avesse più ruolo alcuno.<br />
L'immortalità non sarebbe stata però ad appannaggio<br />
solo dei viventi ma - superando i limiti spazio temporali<br />
- avrebbe fatto risorgere anche i defunti: la risurrezione<br />
degli antenati rientrava nei fini del Compito<br />
Comune. Per questo i musei erano luoghi fondamentali<br />
in quanto conservavano quei ricordi atti a riportare<br />
i defunti in vita.<br />
Quando infine l'uomo si sarà evoluto a sufficienza e<br />
la Terra tutta sarà soggetta alla sua volontà il lavoro<br />
continuerà altrove. Infatti l'universo è pieno di pia<strong>net</strong>i<br />
da colonizzare. Simbolo di questo progetto ultimo<br />
sarà la "cattedrale celeste". La cattedrale è uno sciame<br />
di astronavi: ogni singola componente risponde ai<br />
comandi del suo equipaggio, ma collettivamente<br />
(ritorna la parola d'ordine) si muovono tutti in perfetta<br />
coordinazione grazie ad un'intelligenza decentralizzata<br />
che nasce dall'unione delle parti. Col tempo<br />
ogni pia<strong>net</strong>a sarà legato ad altri in una sorta di fratellanza<br />
cosmica in cui il bene di ciascuno sarà connesso<br />
al bene di tutti.<br />
Questi sinteticamente gli elementi principali del pensiero<br />
di Fëdorov e molti dei suoi aspetti erano vicini<br />
- o almeno adattabili - al marxismo-leninismo: il<br />
13<br />
lavoro come valore supremo, l'urgenza di superare le<br />
distinzioni tra gli uomini, la necessità di smettere di<br />
attendere l'aiuto di Dio. Anche l'immortalità faceva<br />
parte di questo filone. Ma ecco nello specifico una<br />
breve carrellata l'influenza del pensiero fedoroviano<br />
sul bolscevismo.<br />
Fëdorov ed i suoi seguaci influenzarono infatti ideologi<br />
del bolscevismo come Anatoly Lunachassky, per<br />
dodici anni ministro sovietico della cultura e<br />
Aleksandr Bogdanov - uno degli intellettuali prediletti<br />
da Lenin - la cui opera più importante fu "La stella<br />
rossa" che descriveva il futuro comunismo su Marte.<br />
Mentre l'aspirazione all'immortalità insita nella dottrina<br />
del cosmismo portò poi a sviluppare tutta quella<br />
tecnica dell'imbalsamazione dei leader e dei gerarchi<br />
comunisti dopo la loro morte avente massima<br />
espressione nella salma di Lenin imbalsamata e<br />
custodita nel mausoleo della Piazza Rossa, a Mosca.<br />
Ma anche molti scienziati sovietici aderirono al<br />
cosmismo. Si ricordi Konstantin Ziolkovsky il padre<br />
della cosmonautica russa che si occupò anche di ufologia,<br />
fondatore dell'"hylosoismo" - disciplina studiante<br />
l'intelligenza innata nella materia -. Questi si<br />
occupò anche di spiritismo e ebbe visioni di "mondi<br />
paralleli". Rammentiamo inoltre Vladimir Odoevsky<br />
che predisse il raggiungimento della Luna da parte<br />
dell'umanità per sfruttarne poi le risorse minerarie.<br />
Ed infine Yuri Gagarin, il primo uomo lanciato nello<br />
spazio, che nel corso del suo primo volo intorno alla<br />
Terra trasmise un imbarazzante (per le autorità sovietiche<br />
del tempo) messaggio di saluto al cosmista e<br />
teosofo Nikolai Kostantinovic Rerikh.<br />
Nell'apparente sistema ateo e materialista sovietico il<br />
cosmismo fu pertanto l'ideologia semisegreta della<br />
scienza comunista che non è mai morta ed è sopravvissuta<br />
allo stesso marxismo: a Mosca infatti presso<br />
il Centro Internazionale dei Roerichs è ancora attiva<br />
la "Società cosmista". La lotta contro la morte continua<br />
ancora.<br />
Bibliografia<br />
Dimitri F., "Comunismo magico. Leggende, miti e<br />
visioni ultraterrene del socialismo reale",<br />
Castelvecchi Firenze 2004<br />
AAVV, "The occult in Russian e Soviet Culture", a<br />
cura di B.G. Rocenthahal, Cornell University Press,<br />
New York 1997<br />
Nikolai Fëdorov: An Introduction Belmont, Mass.<br />
1979
QUATTRO<br />
QUATTRO<br />
STORIE STORIE<br />
SU HITLER<br />
ED I SUOI COLLEGHI<br />
di Lodovico Ellena<br />
Non è questione di voler difendere a tutti i costi "l'indifendibile",<br />
piuttosto di chiedersi il perché soprattutto<br />
quando non dovrebbe più essercene alcuna necessità,<br />
siano state costruite così tante fantasie inerenti la<br />
figura del Fuhrer e del Nazionalsocialismo. Assodato<br />
dalla cultura ufficiale ormai trattarsi del "male assoluto",<br />
non passa giorno in cui documentari televisivi<br />
o nuovi studi puntualmente pubblicati su riviste o<br />
libri, aggiungano tasselli sempre più sconcertanti, che<br />
con il tempo paradossalmente assumono dignità e<br />
valore di verità definitive. E si tratta di firme autorevoli<br />
a garantirlo. Purtroppo però invece quando qualche<br />
isolata voce racconta sia pur sottovoce "altre"<br />
verità, puntualmente cala un silenzio mediatico e<br />
scientifico del tutto incomprensibile. Lo abbiamo già<br />
affermato e la cultura ufficiale non perde occasione<br />
per ribadirlo, il Nazionalsocialismo è stato universalmente<br />
definito "male assoluto": ma allora per quale<br />
ragione diventa così necessario aggiungere dettagli<br />
spesso facilmente confutabili che ne aumentino la<br />
fama sinistra? Ecco servito al circo mediatico un altro<br />
dei grandi misteri del nazismo. Ma soprattutto, perché<br />
questa necessità, perché questa esigenza di inventare<br />
particolari a volte del tutto gratuiti? E non si<br />
parla in questa sede di errori storici - anche se non<br />
mancano nemmeno quelli e soprattutto tra le firme<br />
più prestigiose come avremo modo di vedere -, bensì<br />
di fantasie belle e buone che oltre a tutto e paradossalmente,<br />
una volta smascherate, porteranno argomenti<br />
a chi non condivide la vulgata ufficiale.<br />
Vediamo quindi alcune di queste fantasie lasciando le<br />
conclusioni al lettore. Certo questi pochi dettagli non<br />
cambieranno la storia ma ci auguriamo possano invece<br />
far nascere domande, soprattutto perché ci annoveriamo<br />
tra quelli che del cosiddetto "revisionismo"<br />
non hanno una cattiva idea anzi, ne auspicano il<br />
necessario salubre svolgimento: tanto per le cose dell'uomo<br />
della preistoria come per quelle della storia.<br />
Storia che a volte non è poi però così storia. Sul<br />
Fuhrer è stato detto di tutto. Probabilmente si tratta<br />
dell'uomo più studiato di tutti i tempi, così sviscerato<br />
e radiografato che forse sarebbe possibile tracciare<br />
una biografia minuto per minuto della sua intera esistenza.<br />
E mai come in questi ultimi anni storici e<br />
ricercatori hanno potuto pubblicare in merito tonnellate<br />
di materiale, forse in questo motivati dalla curiosità<br />
morbosa del pubblico: per comprendere meglio<br />
ciò, basti fare una breve considerazione. Di un uomo<br />
14<br />
qualunque a nessuno interessa nulla, ma se quello<br />
stesso uomo perde la vita in un incidente - soprattutto<br />
nelle piccole comunità di provincia - il giorno successivo<br />
i giornali andranno a ruba e tutti vorranno<br />
sapere tutto il possibile su quell'uomo: il fenomeno<br />
durerà qualche giorno e poi tutto tornerà nel disinteresse<br />
e nell'oblio. Abbiamo constatato più volte questo<br />
fatto. Certo, è possibile dare molte altre risposte in<br />
merito e ben più sottili, resta il fatto che le masse<br />
hanno una loro psicologia ed i loro meccanismi: e<br />
questo ben sanno molti storici divulgatori. Potrebbe<br />
infatti essere questo uno dei motivi che stanno alla<br />
base di molte "scoperte" spesso strombazzate ma,<br />
così fosse, che guaio per cultura e rigore scientifico.<br />
Verrebbe a tal proposito da pensare che per la nostra<br />
società la verità sia un fatto ormai superato. Eppure<br />
essa da qualche parte è ma forse, come voleva<br />
Eraclito per la natura, ama nascondersi.<br />
Negli anni '70 uscì un film storico, "Gli ultimi 10<br />
giorni di Hitler", firmato dal regista Ennio De<br />
Concini. Tale film si avvaleva della garanzia di Hugh<br />
Trevor Roper, professore di storia moderna<br />
all'Università di Oxford, tanto che lo studioso a conclusione<br />
della pellicola firmava la seguente dichiarazione:<br />
"Questo film è il risultato di accuratissime<br />
ricerche. Sia le parole che le azioni sono tutte basate<br />
su autentiche testimonianze storiche". Ora, al di là del<br />
fatto che si vede in tutta la durata della pellicola un<br />
Fuhrer pimpante e grintoso quando è invece noto che<br />
era ormai affetto dal morbo di Parkinson, un'altra perlina<br />
è data da Eva Braun che - nientemeno su invito<br />
dello stesso Hitler - si mette a cantare canzoni in<br />
inglese per distrarre donne e ufficiali nel bunker.<br />
Poniamo tutto ciò sia vero. Come abbia però potuto<br />
Roper, e la produzione del sedicente film storico<br />
accettare quest'idea, ottenere testimonianze sugli ultimi<br />
drammatici secondi di vita della Braun e del<br />
Fuhrer resta fatto inspiegabile dal momento che questi<br />
due erano completamente soli. La Braun infatti,<br />
dopo aver ascoltato la confessione di Hitler che afferma<br />
che la guerra era perduta già dal 3 febbraio del<br />
1943 ma che lui l'avrebbe continuata per non doverlo<br />
ammettere ("il prezzo sarebbe stato la mia vita") e<br />
quindi doversi suicidare, di rimando dice: "Ma …<br />
tutti questi morti… e tu lo hai fatto soltanto per questo,<br />
per guadagnare tempo. Forse io non ti ho mai<br />
capito, non ti ho mai conosciuto" e stravolta inghiotte<br />
una pastiglia di veleno. Hitler, che non si accorge<br />
di ciò perché intento a vaneggiare cose del tipo che<br />
lui avrebbe voluto morire il 5 maggio come
Napoleone, voltatosi improvvisamente vede la donna<br />
accasciata e immediatamente nota la mancanza di<br />
una pillola di cianuro: a questo punto sbotta in una<br />
serie di affermazioni tipo " Sgualdrina, presuntuosa,<br />
insolente e stupida. Mi hai tradito anche tu" ed altre<br />
ancora più fantasiose che non meritano nemmeno di<br />
essere riportate, dopodiché si avvelena e contemporaneamente<br />
si spara. Sentito il colpo fuori dalla sua<br />
stanza ("il cuore della Germania ha cessato di battere"),<br />
donne e gerarchi senza fare una piega si accendono<br />
invece una sigaretta: lui infatti non voleva si<br />
fumasse nel bunker. "Accuratissime ricerche" le chiamano.<br />
La domanda che sorgerebbe spontanea a<br />
chiunque a questo punto è una sola: ma com'è possibile<br />
avere dettagli sugli ultimi colloqui tra la Braun<br />
ed il Fuhrer se presenti c'erano solo loro ed entrambi<br />
sono morti subito dopo? Continuano i misteri del<br />
nazismo; questo film è stato visto e rivisto per anni<br />
(lo ha trasmesso tra gli altri anche Rai2) da milioni di<br />
persone senza che mai nessuno storico o studioso sollevasse<br />
la benché minima obiezione. "Pur di sopravvivere<br />
qualche tempo (è sempre la Braun a dirlo nel<br />
drammatico colloquio finale….), non hai esitato a<br />
mandare a morte milioni di persone". Chi le ha riferite<br />
queste affermazioni frutto di "autentiche testimonianze<br />
storiche" e che fine ha fatto questo testimone<br />
auricolare? Fa riflettere.<br />
E veniamo al simbolo per eccellenza del nazismo<br />
ovvero lo svastica ("lo" e non la in quanto derivato<br />
dal sanscrito svasti ossia felicità, al maschile).<br />
Quante volte si è infatti sentito, soprattutto nei seguitissimi<br />
documentari televisivi sul nazismo magico o<br />
esoterico che dir si voglia, che il simbolo in origine<br />
sinistrogiro - ovvero con gli uncini rotanti verso sinistra<br />
- è stato invertito verso destra negli anni '20 dal<br />
Fuhrer in persona per sottolinearne così la valenza<br />
negativa e "satanica"? Infinite, tanto che ormai è<br />
diventato per tutti un fatto assodato. Eppure le cose<br />
non stanno affatto così. Rene Alleau è autore di un<br />
interessante studio (Le origini occulte del nazismo,<br />
Parigi 1969, ed. Mediterranee) su cui si potranno dire<br />
molte cose ma certo non che si tratti di un libro filonazista:<br />
ecco quindi cosa dice Gianfranco De Turris<br />
nell'introduzione a questo studio. " Scrive René<br />
Guénon: "quanto al senso di rotazione indicato dalla<br />
figura, esso ha un'importanza del tutto secondaria e<br />
non influisce sul significato generale del simbolo; in<br />
effetti si trovano entrambe le forme a indicare sia una<br />
rotazione da destra a sinistra, sia una da sinistra a<br />
destra, senza che questo implichi necessariamente<br />
15<br />
l'intenzione di stabilire fra loro un'opposizione qualsiasi".<br />
Parole del 1931, pubblicate quando si discuteva<br />
sul simbolo scelto da Hitler non ancora al potere.<br />
Sicché, a mo' di conclusione, si può dire - come nota<br />
ancora Julius Evola - che "deve ritenersi una fantasticheria<br />
ciò che qualcuno ha sostenuto, in margine a<br />
una interpretazione "demoniaca" dell'hitlerismo,<br />
ossia che il movimento invertito della croce uncinata<br />
fosse uno stigma involontario ma chiaro del suo<br />
carattere demoniaco". Val la pena di sottolineare<br />
ancora come queste non siano tesi di saggisti del<br />
dopoguerra, ma costituissero dibattito e polemica già<br />
negli Anni Trenta, come dimostra il libro di Guénon,<br />
alle cui precisazioni ovviamente nessuno fece caso".<br />
Ma non finisce qui; l'enciclopedia dei simboli della<br />
Garzanti più volte ristampata, pubblica nella sua ultima<br />
edizione (pag. 526) un paio di interessanti riproduzioni<br />
grafiche. La prima riguarda il Buddha assiso<br />
sul loto con lo svastica sul petto: si tratta di un antico<br />
dipinto giapponese del periodo Kamakura e lo svastica<br />
è inequivocabilmente destrogiro. La seconda<br />
riproduzione invece ancor più curiosa, è inerente alla<br />
raffigurazione di un usuraio ebreo tratta da una<br />
miniatura dalle "Cantigas de Santa Maria" di Alfonso<br />
el Sabio: sull'uomo campeggiano vicine svastica e<br />
stella di David: questa volta però lo svastica è sinistrogiro.<br />
Ad ogni modo a chiusura di qualsiasi ultimo<br />
eventuale dubbio, ecco il risultato di una nostra personale<br />
scoperta avvenuta in Piemonte in terra biellese;<br />
ad Oropa - uno dei più noti santuari mariani<br />
d'Italia - in cima alla cappella dedicata a Sant'Eusebio<br />
fa bella mostra di sé uno svastica in pietra destrogiro,<br />
così come nel vicino paese di Rosazza dove nei pressi<br />
della chiesa locale un altro - questa volta realmente<br />
- enorme svastica in pietra sempre destrogiro troneggia.<br />
Li volle il senatore Federico Rosazza, alto<br />
gerarca della massoneria locale, nel 1875. Come<br />
spiegare a questo punto la reiterante ed insistente<br />
volontà "satanica" del Fuhrer di invertire il senso<br />
rotatorio dello svastica "storicamente esclusivamente<br />
destrogiro"? Eppure quest'idea è ormai un assodato<br />
dato di fatto ufficiale e ripetuto in ogni possibile<br />
occasione: fa riflettere.<br />
Veniamo quindi al bravo studioso di nazismo esoterico,<br />
nonché docente di Filosofia della politica a Parigi<br />
e curatore di inchieste speciali per la RAI, Marco<br />
Dolcetta. Nel suo libro specialistico in merito<br />
(Nazionalsocialismo esoterico, Roma 2003, ed.<br />
Castelvecchi) il ricercatore a cui comunque va il<br />
merito di avere realizzato un lavoro nel complesso
degno e lo diciamo senza ironia, riesce però ad alimentare<br />
la confusione dilagante con una serie di<br />
affermazioni che poco si addicono ad uno studioso<br />
serio: ma gli uomini purtroppo spesso sbagliano.<br />
Anzitutto l'inconsistente rivelazione fatta rilevare - e<br />
personalmente verificata nella sua inconsistenza<br />
presso gli stessi ambienti antroposofici - dal giornalista<br />
Alfonso Piscitelli. A proposito del libro dice infatti<br />
il giornalista (Linea, 26 marzo 2003): " Dolcetta<br />
[…] lo condisce con una inedita rivelazione: Steiner -<br />
scrive - divenne da subito un acceso nazionalsocialista,<br />
giungendo ad affermare che in Hitler si era incarnata<br />
la luce dell'Arcangelo Michele". Ma dove? Non<br />
risulta che Steiner abbia mai espresso giudizi su<br />
Hitler. Risulta che abbia condannato il razzismo biologico<br />
e il nazionalismo esasperati. […] Forse<br />
Dolcetta è a conoscenza di particolari della vita di<br />
Steiner che sfuggono agli altri studiosi. Tuttavia c'è<br />
una frase a pag. 29 del libro che fa riflettere sulle<br />
fonti documentarie: "Dicerie fatte circolare ad hoc<br />
(dai nazisti, n.d.r.) furono sufficienti a far chiudere<br />
già nel 1935 tutti i principali centri antroposofici<br />
della Germania e a indurre Steiner ad astenersi successivamente<br />
dalla politica". O forse Steiner fu indotto<br />
ad astenersi dal fatto che era morto in Svizzera<br />
dieci anni prima?" si chiede Piscitelli. Insomma, un<br />
bel pasticcio; prima Steiner loda il Fuhrer poi, per<br />
qualche altra astrusa ragione i nazisti fanno circolare<br />
brutte voci su di lui al punto da indurlo a smettere con<br />
la politica: solo che smette dieci anni dopo la sua<br />
morte. Mah. Pensare che Dolcetta è uno degli studiosi<br />
a cui si fa riferimento per costruire - e mai come in<br />
questa sede il termine è appropriato - quei documentari<br />
televisivi sul Nazismo in cui succede di tutto. Ma<br />
non è finita, e non ce ne voglia il simpatico studioso<br />
che però forse dovrebbe studiare meglio. Nello stesso<br />
volume c'è un'altra perlina che merita di essere<br />
riportata; Dolcetta infatti a pag. 76 afferma che in una<br />
stanza del castello di Wewelsburg ristrutturato da<br />
Himmler per farci un'accademia delle SS Ahnenerbe<br />
sarebbe "presente la statua di Arminio, ripresa nell'atto<br />
di sconfiggere le legioni romane": ma dove? Forse<br />
lo studioso parla della gigantesca statua alta decine di<br />
metri collocata in seno alla foresta di Teutoburgo?<br />
Certo, non distante da Wewelsburg, comunque un po'<br />
difficile da rinchiudere in una stanza ma, e qui sta il<br />
vero sconcerto, in riferimento alla nota battaglia che<br />
costò carissima all'imperatore Augusto e a Roma<br />
"così come descritto nella Germania di Tacito": falso<br />
storico, in tale libro Tacito non ha infatti mai parlato<br />
della battaglia avvenuta tra l'8 e l'11 settembre del 9<br />
dopo Cristo tra Varo ed Arminio, leggere per credere.<br />
Al punto che nelle note di una delle tante edizione di<br />
16<br />
quest'opera, Gian Domenico Mazzocato scrive a proposito<br />
del fatto sostenuto da alcuni che Tacito avrebbe<br />
scritto la Germania a fini propagandistici filoromani:<br />
"E se opera di propaganda, a favore di cosa? A<br />
favore di un'azione decisa da parte di Traiano che<br />
ridimensionasse e riscattasse la storica sconfitta di<br />
Teutoburgo di quasi un secolo prima, oppure a favore<br />
di un prudente consolidamento del confine?": frase<br />
che dimostra l'inequivocabile assenza di volontà di<br />
parlare di Teutoburgo. E sono studiosi di fama nazionale,<br />
fa riflettere.<br />
Ma quando non sono studiosi di fama nazionale sono<br />
giornalisti che a volte si improvvisano tali. E' il caso<br />
di Cecchi Paone che comunque non è certo l'unico a<br />
fare affermazioni opinabili, e a cui và ad ogni modo<br />
tributata una certa simpatia soprattutto perché in un<br />
paese come l'Italia, che sembra sopravvivere "culturalmente"<br />
grazie alle periodiche flebo di grandi fratelli,<br />
ha tentato quanto meno discorsi più profondi. A<br />
volte anche riuscendo piuttosto bene: saremmo faziosi<br />
a non<br />
riconoscerlo. Paone però ancora in tempi recenti in<br />
occasione di una sua trasmissione sul nazismo, ripropone<br />
per l'ennesima volta la storia di Hitler che alle<br />
olimpiadi di Berlino del 1936 si rifiutò di dare la<br />
mano a Jessie Owens in quanto atleta negro. Falso,<br />
ancora una volta. Fu addirittura Owens in persona a<br />
sostenere il contrario, tanto che in un'intervista su un<br />
giornale, l'americano disse: "Non è vero che Hitler<br />
non mi strinse la mano. Hitler non strinse la mano ad<br />
alcun atleta, vincitore o partecipante che fosse (e<br />
figuriamoci se il Fuhrer si metteva a stringere la<br />
mano ai 4.066 atleti partecipanti a quei giuochi…).<br />
Alla cerimonia di chiusura dei giuochi, Hitler ci<br />
passò in rassegna e, giunto vicino a me, mi fece addirittura<br />
un cenno di riconoscimento". (Andrea Benzi,<br />
Orion, agosto 2004, n° 239, pag. 48). La stessa notizia<br />
è stata peraltro riferita dal Sole-24 ore su di un<br />
opuscolo uscito in tre riprese; qui Owens afferma:<br />
"Tutti i giornali di allora scrissero che Hitler lasciò lo<br />
stadio indignato dopo la mia vittoria nel salto in<br />
lungo sul tedesco Long. Non è vero. Quando, dopo<br />
essere salito sul podio, io passai davanti ad Hitler per<br />
rientrare negli spogliatoi, vidi il cancelliere che si<br />
alzò in piedi e mi salutò con un cenno della mano. E<br />
io feci altrettanto". Nel medesimo studio si aggiunge<br />
di quanto Owens fosse diventato popolarissimo in<br />
Germania in quel periodo e di quanto buoni fossero i<br />
suoi rapporti con gli atleti <strong>italia</strong>ni fascisti, mentre -<br />
aggiunge ancora Benzi su Orion - è "superfluo ricor-
dare come gli Stati Uniti, grandi accusatori della<br />
Germania per le leggi antisemite, mantenessero la<br />
legislazione e gli usi discriminatori verso i neri fino a<br />
metà degli anni '50". Ma non è ancora tutto; l'azzurro<br />
Arturo Maffei presente a Berlino nel 1936 per competere<br />
nel salto in lungo al Corriere della Sera così<br />
parlò: "Non è vero che Hitler non strinse la mano ad<br />
Owens. Non andò così. Ero lì, nel corridoio sotto la<br />
tribuna, dopo la gara, il Fuhrer salutò Luz Long che<br />
aveva vinto l'argento. Poi andò da Owens (che aveva<br />
vinto l'oro) e gli fece il saluto a braccio teso proprio<br />
mentre questi gli tendeva la mano per stringerla.<br />
Allora fu Hitler a tendere la mano ma intanto Owens<br />
si era corretto portando la sua mano alla fronte per<br />
eseguire il saluto militare". Materiale al riguardo<br />
sembrerebbe quindi essercene, eppure per qualche<br />
singolare motivo la storia di Hitler che rifiutò di stringere<br />
la mano del negro Owens continua periodicamente<br />
a passare come vera e definitiva: fa riflettere.<br />
Ma restiamo in questo campo. Quante volte infatti si<br />
è sentito ripetere in siffatti documentari della personalità<br />
perversa e "satanica" del Fuhrer? E quante altre<br />
volte abbiamo sentito raccontare la storia di Hitler<br />
che si sveglia allucinato e sudato nel corso della notte<br />
mentre urla: "Là, là. Nell'angolo. Chi c'è là?", mentre<br />
i suoi assistenti cercano in tutti i modi di soccorrerlo<br />
tranquillizzandolo poco a poco? E via così con altri<br />
dettagli tutti a confermare che la presenza avvertita<br />
dal Fuhrer era, e non poteva che essere, Satana in persona<br />
perché Hitler - così ci hanno raccontato per anni<br />
e lo fanno ancora - aveva stretto un patto con il diavolo<br />
tanto che ci parlava pressoché quotidianamente.<br />
Resta da capire com'è che, avendo stretto un accordo<br />
con lui, ne avesse così paura quando questi si manifestava<br />
magari per suggerirgli qualcosa: ma qui<br />
siamo nel demenziale. Parliamo invece della fonte,<br />
unica fonte, da cui questa notizia trae origine e da cui<br />
sono derivate tutte le teorie sul satanismo hitleriano:<br />
l'autore è Hermann Rauschning ed il libro su cui è<br />
riportata è Gesprache mit Hitler, uscito nel 1939 e<br />
pubblicato ovunque nel mondo con enfasi e capillare<br />
distribuzione. Ebbene, si tratta di un falso.<br />
Puntualmente smascherato grazie al lavoro certosino<br />
di uno storico svizzero, Wolfgang Haenel, che nel<br />
1983 ne parlò pubblicamente ad un convegno dei<br />
membri dell'Istituto di Ricerche sulla Storia<br />
Contemporanea di Ingolstadt, quindi non a occasionali<br />
turisti di passaggio. La notizia in Italia uscì sul<br />
Giornale il 2 ottobre 1985 a firma di Michele Topa<br />
("Hitler mi ha detto" un sacco di frottole) ma "non<br />
17<br />
pare che la stampa <strong>italia</strong>na né gli storici vi abbiano<br />
prestato molta attenzione. […] Infatti, come spesso<br />
accade, ciò che conviene non far risaltare in una<br />
"società dell'informazione" come l'attuale, si tace, si<br />
soffoca. E quel che non si sa, non esiste", scrive<br />
Alleau nell'introduzione al suo libro sulle origini<br />
occulte del nazismo. Da notare in buona evidenza che<br />
il libro di Rauschning è sempre stato considerato ed<br />
utilizzato "come fonte sicura e diretta" così certa che<br />
ancora oggi l'episodio del Fuhrer e dei suoi incubi<br />
satanici passano come verità definitive nonostante la<br />
- questa invece sì - definitiva scoperta della falsità del<br />
libro e della totale inattendibilità del suo autore. E'<br />
ovvio che Haenel fornisce prove inconfutabili a<br />
dimostrazione della sua tesi, peraltro verificabili da<br />
chiunque consultando il dettagliato articolo del<br />
Giornale o consultando il libro di Alleau e, ovviamente,<br />
mai smentite da alcuno: quindi Hitler non<br />
aveva rapporti con il maligno e storici seri confermano<br />
lo studio di Haenel. Ma allora perché da più parti<br />
si continua a raccontare questa storia perversa del<br />
nazismo satanico come fosse vera? Fa riflettere.
IL COSTO COSTO<br />
SOCIALE E FINANZIA-<br />
FINANZIA<br />
RIO DELL’IMMIGRAZIONE<br />
DELL’IMMIGRAZIONE<br />
EXTRA- EXTRA<br />
COMUNITARIA<br />
COMUNITARIA<br />
di Silvano Lorenzoni<br />
L'immigrazione, in Europa, è un fenomeno che incomincia<br />
subito dopo la guerra; ma che solo da 20/25<br />
anni ha assunto una dimensione preoccupante e sinistra.<br />
Ne è un indicatore il generalizzato - anche se<br />
spesso non confessato - malessere che sta incominciando<br />
a provocare.Per incominciare, diciamo pure<br />
senza mezzi termini chi sono i beneficiari del fenomeno.<br />
I grandi beneficiari sono i megaricchi, i finanzieri<br />
usurocratici internazionali, tutti tesi verso l'instaurazione<br />
di quel nuovo ordine mondiale al quale<br />
fanno da ostacolo le specificità etnonazionali dei<br />
Popoli Europei: per poter raggiungere i loro scopi, è<br />
necessario che quelle specificità vengano distrutte, e<br />
per distruggerle lo strumento principe è la cosiddetta<br />
società multirazziale, primo passo verso una società<br />
formata da atomi umani dislocati, senza appartenenza,<br />
senza religione, senza famiglia, senza identità<br />
etnica, mossi esclusivamente da pulsioni edonistiche:<br />
i cosiddetti consumatori puri - nel contempo, troppo<br />
ottusi e troppo abbietti per potersi ribellare. Ci sono<br />
poi dei beneficiari di secondo grado. Fra di loro, per<br />
incominciare, la casta dei politicanti d'accatto - per<br />
intenderci, le sinistre - che si rendono conto che il terreno<br />
sta mancando loro sotto i piedi e che, se vogliono<br />
sopravvivere come casta, devono correre ai ripari.<br />
In un'Europa dove, a forza di onesto lavoro, la maggioranza<br />
della popolazione ha raggiunto un livello di<br />
vita ragionevole - ha, cioè, superato la povertà - essi<br />
hanno disperatamente bisogno di un nuovo sottoproletariato<br />
miserabile che faccia loro da serbatoio elettorale;<br />
e questo sottoproletariato sono in via di fabbricarselo<br />
con il materiale umano costituito dagli immigrati<br />
terzomondiali – vi è poi una certa categoria di<br />
industriali per i quali i terzomondiali, che si accontentano<br />
di lavorare sotto condizioni da rivoluzione<br />
industriale, sono comodi perché fanno da calmiere<br />
sui costi del lavoro. Ciò premesso, esaminiamo brevemente<br />
alcuni ragionamenti che vengono fatti per<br />
far credere agli sprovveduti che l'immigrazione terzomondiale<br />
è non solo accettabile, ma addirittura un<br />
bene. La popolazione europea sta invecchiando - ci<br />
sono sempre meno giovani che pagano le tasse e sempre<br />
più vecchi che aspettano di percepire una pensione.<br />
Questa è una dura e tragica realtà, che potrebbe<br />
benissimo portare a una situazione per cui potrebbero<br />
non esserci più una quantità sufficiente di giovani<br />
18<br />
contribuenti per mantenere in piedi il fondo pensioni.<br />
Ma - ci assicurano i soliti - il rimedio c'è: aprire le<br />
cateratte dell'immigrazione terzomondiale, formata<br />
di massima da giovani ed eccellenti pagatori di tasse,<br />
raddrizzando in quel modo la condizione pericolante<br />
dei fondi pensioni. Questo è un argomento di notevole<br />
valore elettorale, presso un elettorato formato in<br />
modo crescente da vecchietti terrorizzati dalla prospettiva<br />
di rimanere da un momento all'altro senza<br />
pensione. - Ben diversa è invece la situazione reale:<br />
l'immigrato terzomondiale è tutt'altro che un eccellente<br />
pagatore di tasse. Solo un'infima parte degli<br />
immigrati terzomondiali lavora e paga tasse - il resto<br />
vive d’accattonaggio, di parassitismo, di crimine (il<br />
crimine è una forma estrema di parassitismo). Ed è la<br />
società civile nel suo insieme che paga per la manutenzione<br />
delle crescenti masse che dal Terzo Mondo<br />
vengono qua a farsi mantenere (in modo diretto o<br />
indiretto). Gli europei giovani, negli anni futuri, non<br />
dovranno pagare soltanto le pensioni a quei vecchietti,<br />
ma dovranno anche pagare per mantenere masse<br />
enormi di parassiti, passivi o attivi - il parassita attivo<br />
è il criminale, e anche la criminalità ha un suo<br />
costo. In Francia si calcola che la presenza delle<br />
masse extracomunitarie costi al contribuente francese<br />
circa 2.000 miliardi di lire all'anno. Per quanto strano<br />
possa sembrare, si risparmierebbe se si istituisse un<br />
fondo di rimpatrio e di pensionamento per rimandare<br />
all'origine tutti gli extracomunitari presenti in Europa<br />
e passare là ad ognuno una pensione sufficiente per la<br />
sua sopravvivenza: con quel che costa al contribuente<br />
la presenza di un extracomunitario in Europa, se ne<br />
potrebbero mantenere di sana pianta una ventina nel<br />
Terzo Mondo. Un'altra spiritosa storia che ci viene<br />
raccontata è che l'extracomunitario è essenziale per<br />
espletare lavori che l'europeo ormai rifiuta di fare:<br />
lavori pericolosi, nocivi alla salute o semplicemente<br />
troppo umili. Si è invece osservato che se si dessero<br />
degli adeguati (non astronomici) compensi pecuniari,<br />
gente disposta a fare anche mestieri pericolosi o sgradevoli<br />
ce ne sarebbe. Comunque, la tendenza è a che<br />
si preferisca dare il posto di lavoro all'extracomunitario,<br />
preferendolo all'europeo, perché domanda meno<br />
ed è disposto a lavorare sotto condizioni peggiori e<br />
più precarie, con notevole risparmio da parte di certi<br />
industriali. La presenza degli extracomunitari non fa<br />
se non esacerbare il problema della disoccupazione e<br />
creare un generalizzato impoverimento. Tutto questo,<br />
dovrebbe di per sé dar da pensare. Ma ci sono delle<br />
altre allarmanti casistiche legate al fenomeno dell'immigrazione<br />
terzomondiale. Principalissime, quella<br />
della criminalità e del continuo peggioramento della<br />
situazione sanitaria. - E' un fatto che, appare spesso
sulla stampa quotidiana, che la quantità di tubercolotici<br />
presente in Europa sta aumentando vertiginosamente<br />
come conseguenza dell'immigrazione terzomondiale.<br />
Non viene invece menzionato che la tubercolosi<br />
è una delle prima "infezioni opportunistiche"<br />
che accompagnano l'AIDS: c'è da sospettare che<br />
molti fra quei tubercolotici siano anche sieropositivi.<br />
Vale l'osservazione che sia il degrado sanitario che la<br />
criminalità sono casistiche legate alla presenza extracomunitaria:<br />
in mancanza di controlli sanitari adeguati,<br />
la distinzione fra clandestino e non-clandestino<br />
viene qui a cadere (a prescindere dal fatto che un'altissima<br />
percentuale dei non-clandestini non sono se<br />
non ex-clandestini che si sono rifatti una verginità<br />
approfittando di qualcuna fra le numerose moratorie<br />
offerte da governi di sinistra). In Europa occidentale,<br />
il 70% della criminalità è d'importazione: importata<br />
dal Terzo Mondo. E non si tratta di un fenomeno transitorio,<br />
legato alla cosiddetta integrazione dell'immigrato<br />
terzomondiale nella società civile. Con il passare<br />
del tempo, la situazione invece di migliorare si<br />
aggrava - si formano i ghetti di colore, su stile americano,<br />
dove una massa di complessati e di infelici,<br />
generalmente senza lavoro, si nutre di sogni di vendetta.<br />
E' dimostrato che il tasso di criminalità non<br />
solo non diminuisce ma sale di generazione in generazione<br />
fra gli extracomunitari d'Europa: ci si può<br />
perciò aspettare uno spaventoso incremento nei fatti<br />
di violenza, all'americana, quando ogni rione, ogni<br />
caseggiato, ogni condominio dovrà divenire, specie<br />
di notte, una specie di villaggio fortificato. Per questo<br />
è necessaria più che mai una rigorosa politica in<br />
materia di immigrazione. Per questo noi etnonazionalisti<br />
völkisch chiediamo che si agisca in tempo e si<br />
affronti in maniera decisa, determinata, la "questione<br />
allogena".<br />
Silvano Lorenzoni<br />
Il Presidente della Associazione Culturale Identità e<br />
Tradizione<br />
Info: identita_tradizione@yahoo.it<br />
19<br />
ETNONAZIONALISMO VÖLKISCH E<br />
QUESTIONE ALLGENA<br />
di Federico Prati<br />
Il livello di mistificazione prodotto dalla propaganda<br />
immigrazionista con cui il Sistema ha cercato di<br />
lavarci il cervello per decenni, fortunatamente non<br />
impedisce alla ragionevolezza dei Popoli Europei di<br />
riemergere, quando l’Identità, le Tradizioni, la<br />
Cultura, la Civiltà e la stessa sopravvivenza etno-razziale<br />
delle Stirpi d’Europa sono profondamente<br />
minacciate. Di fronte ad una vera e propria INVA-<br />
SIONE (perché di questo si tratta!) di elementi allogeni<br />
provenienti da tutto il mondo, ed appartenenti a<br />
culture e tradizioni che nulla hanno a che fare con la<br />
nostra atavica cultura di Popoli Indoeuropei, solo un<br />
pazzo masochista, un utopista marxista, un liberista o<br />
un catto-comunista in malafede, o qualche imprenditore<br />
in cerca di schiavi da sottopagare, possono gioire.<br />
Liberarsi dei luoghi comuni instillatici dalla propaganda<br />
comunista e liberista non è cosa che possa<br />
avvenire in quattro e quattr'otto, ma piano piano e alla<br />
fine a difendere l’immigrazione allogena rimarranno<br />
solo quelle élites marxiste più fanatiche che hanno<br />
perso ogni contatto con il popolo. Quindi, noi etnonazionalisti<br />
völkisch andiamo avanti per la nostra strada<br />
e lasciamoli strillare: saranno isolati dal popolo<br />
stanco delle loro chiacchiere. Quale popolo, infatti,<br />
non reclamerebbe leggi più severe di fronte ad un<br />
fenomeno di queste proporzioni che minaccia non<br />
solo di toglierci le nostre millenarie radici piantate e<br />
cresciute dai nostri Avi in secoli e secoli di duro lavoro,<br />
ma la nostra stessa sicurezza ed incolumità? La<br />
domanda è retorica: solo un popolo che desidera<br />
auto-distruggersi può accettare tale stato di cose. E i<br />
Popoli Europei non mancano certo dello spirito di<br />
sopravvivenza. Ma fin qui siamo all’ovvio. Queste<br />
cose ce le dobbiamo ripetere per disintossicarci dalla<br />
mistificazione di quei regimi social-comunisti e libertaristi<br />
che governano l’Europa, al servizio dei mondialisti<br />
d’oltre oceano, e che c’instillano quotidianamente<br />
menzogne attraverso una vera e propria dittatura<br />
del pensiero, mostrandoci continuamente i presunti<br />
lati positivi dell’immigrazione allogena, e<br />
nascondendoci accuratamente gli effetti disastrosi<br />
che essa produce. I reduci del marxismo convertitisi<br />
al terzomondismo hanno già deciso il tipo d’uomo<br />
che deve essere creato ovunque: senza identità e tradizioni.<br />
Comunisti e libertaristi non sono altro che<br />
mezzani dell’Alta Finanza apolide, con il compito di<br />
traghettarci verso questo tipo di società, così come lo<br />
sono gli uomini di “cultura” messi dai Poteri Forti nei<br />
vari mass-media. E’ un vero e proprio indottrinamen-
to, subdolo perché nascosto dietro la cortina fumogena<br />
di un finto “pluralismo”, dove in realtà le idee che<br />
si oppongono a quelle mondialiste-immigrazioniste<br />
vengono tenute fuori, se non perseguitate. Ma come<br />
argomentano i mondialisti? Ecco le argomentazioni<br />
più ricorrenti dei vari esponenti del potere mondialista<br />
e della Grande Finanza apolide: 1)<br />
L’immigrazione serve ed è utile perché vi è denatalità;<br />
2) l’immigrazione sostituisce la forza lavoro –<br />
specie nei settori più umili – che manca a noi; 3) l’immigrazione<br />
è un bene perché ci arricchisce culturalmente;<br />
4) l’immigrazione è da accettare perché è il<br />
destino di tutto il mondo, l’effetto sociale della globalizzazione;<br />
5) accettare l’immigrazione e mescolarsi<br />
è il supremo “valore” della nostra civiltà. In realtà ciò<br />
che il mondialismo vuole è la cancellazione di tutte le<br />
identità etniche, che devono convergere in un’unica<br />
pseudo-cultura di stampo yankee. Una vera concezione<br />
etnonazionalista völkisch sa che l’individualismo<br />
sfrenato del Dio denaro, così come il collettivismo<br />
distruttivo del marxismo, rappresentano la distruzione<br />
dei veri e naturali legami che tengono insieme le<br />
millenarie comunità etnonazionali di Sangue e Suolo:<br />
in nome dell’egoismo individuale e in nome dell’economia,<br />
si schiacciano le naturali forme d’aggregazione.<br />
Per i mondialisti le persone non sono altro che<br />
carne tutta uguale, il punto terminale del materialismo.<br />
Noi sappiamo istintivamente, invece, che ci<br />
sono specificità, differenze fisiche e spirituali, insopprimibili.<br />
Le culture, così diverse tra loro, sono<br />
appunto diverse perché gli uomini che le hanno prodotte<br />
sono diversi. Le culture sono la risposta di una<br />
data etnia all’ambiente, sono l’espressione vitale di<br />
un’etnia. Imporre un unico calderone artificiale per<br />
tutti, mescolare individui appartenenti a diverse etnie<br />
significa creare un mostro, significa creare disarmonia,<br />
significa investire in destabilizzazione sociale.<br />
Ma veniamo alle quattro menzogne ricorrenti. 1)<br />
“L’immigrazione serve ed è utile perché vi è denatalità”;<br />
2) L’immigrazione sostituisce la forza lavoro –<br />
specie nei settori più umili – che manca a noi. Ma vi<br />
sembra una scusa degna di persone con un minimo<br />
d’intelletto? Consultando fredde statistiche si è constatata<br />
una certa denatalità. Ergo: l’unica soluzione<br />
sarebbe importare immigrati che riempiano le culle<br />
vuote dei nostri popoli… Neanche un accenno a tentativi<br />
di incentivare la politica familiare e la natalità<br />
della nostra gente, così bistrattata da femminismo,<br />
marxismo, liberalismo, materialismo ed edonismo al<br />
potere. La tecnologia avanza e i macchinari diminuiscono<br />
le richieste di manodopera? Nossignore:<br />
secondo i mondialisti i dati dimostrerebbero che<br />
abbiamo bisogno sempre dello stesso numero di brac-<br />
20<br />
cia; come dimostrerebbero che i nostri giovani non<br />
vogliono più fare certi lavori. Anche se fosse vero,<br />
perché non incentivare i nostri giovani, invece di<br />
assecondare gli imprenditori famelici d’immigrati da<br />
sottopagare? E comunque, questa non è una scusa<br />
valida per provocare un cambiamento nell’impianto<br />
etnico dei nostri popoli che si rivelerà foriero di<br />
destabilizzazione sociale. 3) L’immigrazione è un<br />
bene perché ci arricchisce culturalmente; 5) Accettare<br />
l’immigrazione e mescolarsi è il supremo “valore”<br />
della nostra civiltà. Le orde di allogeni che si riversano<br />
verso i paesi europei, innescando una catena<br />
esplosiva di problemi a non finire, non costituiscono<br />
un “arricchimento culturale”. Per non parlare del problema<br />
islamico, ché, malgrado gli apologeti<br />
dell’Islam e gli antirazzisti si affannino a volerci<br />
mostrare una sua faccia non pericolosa, sappiamo<br />
bene la finalità di tale religione: la conversione di<br />
tutto l’ecumene a Maometto, con ogni mezzo. 4)<br />
L’immigrazione è da accettare perché è il destino di<br />
tutto il mondo, l’effetto sociale della globalizzazione.<br />
La globalizzazione è certamente un fatto non fermabile<br />
che va oltre la volontà dei singoli o degli stati,<br />
ma vi sono diversi modi di rapportarsi ad essa.<br />
Accettare ogni male provocato dalla globalizzazione,<br />
spacciandolo addirittura per un bene, non è certo una<br />
maniera per mettere armonia nel caos. Le ondate<br />
migratorie si possono ridurre notevolmente, se solo il<br />
sistema politico-economico che governa l'Europa<br />
fosse intenzionato a farlo con leggi severe in materia<br />
di immigrazione. Questo implica però un sistema<br />
politico dove la politica sia al primo posto, e non<br />
dove viceversa l’economia e il profitto delle<br />
Multinazionali e della Grande Finanza apolide. In<br />
poche parole occorre subordinare l’economia alla<br />
sfera politica. E’ necessario, per questo, disciplinare<br />
le forze dell’economia ed adeguarle alle necessità<br />
della comunità etnonazionali europee, infatti politica<br />
ed economia stanno tra di loro come il governo di una<br />
nave sta alla destinazione della merce trasportata. A<br />
bordo, la figura principale è il comandante, non il<br />
mercante apolide. E’ necessario lottare contro i portavoce<br />
del turbocapitalismo USA che altro non vogliono<br />
che trasformare l’Europa in una colonia degli<br />
States. Ecco perché noi dobbiamo rigettare il modello<br />
americano impostoci alla fine del secondo conflitto<br />
mondiale. Per questo è necessaria più che mai una<br />
rigorosa politica in materia di immigrazione. Per questo<br />
noi etnonazionalisti völkisch chiediamo che si<br />
agisca in tempo e si affronti in maniera decisa, determinata,<br />
la "questione allogena".Al posto della società<br />
meticcia, multireligiosa, individualista di ispirazione<br />
americana si dovrà ritrovare e rinnovare la com-
pattezza etnonazionale e culturale delle varie Stirpi<br />
d’Europa.<br />
Solo allora ri-sorgerà l’alba sui Popoli Europei!<br />
Federico Prati<br />
Il Segretario della Associazione Culturale Identità e<br />
Tradizione<br />
Info: identita_tradizione@yahoo.it<br />
21<br />
ETNONAZIONALISMO E IMPERI;<br />
STATI ST TI NAZIONALI E “MOLTITUDINI”<br />
“MOLTITUDINI”<br />
di Silvano Lorenzoni e Federico Prati<br />
Un'unità etnonazionalista è l'espressione politica del<br />
fatto etnico; un'etnia essendo un insieme umano culturalmente<br />
e ge<strong>net</strong>icamente omogeneo. E solo un<br />
insieme politico etnonazionale - cioè uno stato che<br />
coincida con un'etnia - può avere la speranza di avere<br />
una durata indefinita e può essere in grado di offrire<br />
ai suoi abitanti uno stile di vita in sintonia con quella<br />
che è la loro natura, determinata da fatti storici e biologici<br />
che, molto spesso, si perdono nella notte dei<br />
millenni. Dovrebbe essere chiaro che l'etnonazionalismo<br />
völkisch non implica l'isolamento: ma lavorare<br />
insieme in modo proficuo è possibile soltanto fra<br />
unità etniche che però ge<strong>net</strong>icamente siano analoghe<br />
e culturalmente non inconciliabili. Una collaborazione<br />
fra etnie diverse che non andasse a scapito delle<br />
loro specifiche identità era, nel passato, garantita da<br />
quel sistema politico, adesso demonizzato dagli<br />
imbonitori di cervelli, che era l'Impero. Ultimo fulgido<br />
esempio di questo sistema politico fu la doppia<br />
monarchia sul Danubio, l'Impero Asburgico. È poco<br />
risaputo, perché occultato, che già nella prima metà<br />
dell'Ottocento ci si preparava a rendere tripla questa<br />
doppia monarchia, della quale la terza capitale, dopo<br />
Vienna e Budapest, sarebbe divenuta Venezia. Questa<br />
soluzione, troncata dalla guerra del 1866, avrebbe<br />
garantito alle Popolazioni Padano-Alpine e, in generale,<br />
centro-europee, un futuro di benessere, sviluppo,<br />
pienezza, quasi inimmaginabili. Ancora meno di<br />
un secolo fa un altro splendido esempio d'impero fu<br />
la Russia; e prima ancora la Cina: alla Cina imperiale<br />
poterono sottostare la Mongolia, il Turchestan fino<br />
all'Ural e il Tibet, senza oppressioni di sorta e senza<br />
tentativi di snaturamento da parte del governo centrale.<br />
Caratteristiche d'impero (sia pure, entro certi limiti,<br />
problematiche) ebbe anche la Germania di<br />
Bismarck.<br />
Contro l'impero - sintonia naturale d'unità etnonazionali<br />
- si erse, negli ultimi due secoli, il nazionalismo<br />
di stampo giacobino e massonico. Ci si riferisce agli<br />
stati-nazione, vere prigioni (altro che l'Impero<br />
Asburgico!) nelle quali venivano (e vengono) compressi<br />
i più disparati raggruppamenti etnici in modo<br />
del tutto innaturale: si pensi - caso limite - alla spaventosa<br />
condizione del Tibet odierno. Mettendo<br />
mano al lavaggio cerebrale mediatico e alla repressione<br />
poliziesca, lo stato nazionale ha sempre cercato
di massificare e meticciare la propria popolazione,<br />
costringendola ad una lingua unica, qualche volta<br />
fabbricata a tavolino, e obbligandola a vedere se stessa<br />
come appartenente ad un qualche agglomerato<br />
umano/disumano, anche quello fabbricato all'uopo<br />
spesso anch'esso inventato a tavolino (vedi la<br />
"Jugoslavia", la "Cecoslovacchia" e anche "l'Italia").<br />
Si pompava così in testa alle popolazioni una certe<br />
infatuazione ("immortale principio") per renderla<br />
carne da cannone servizievole per le imprese commerciali<br />
degli oligarchi della finanza internazionale<br />
che, dietro le quinte, stettero sempre dietro alle<br />
imprese "nazionalistiche"dei tempi moderni. Così,<br />
milioni su milioni di persone d'eccellente qualità<br />
ge<strong>net</strong>ica furono mandate al macello perché determinati<br />
contorti figuri potessero fare soldi.<br />
Come stadio successivo, il processo di massificazione<br />
non si è fermato allo stadio nazionale ma adesso lo<br />
trascende. Lo stato nazionale di stampo giacobino,<br />
una volta espletato il suo servizio verso gli usurocrati<br />
internazionali, ha preso la via dell'immondezzaio. E<br />
questo è un processo lungo il quale, al solito, marxismo<br />
e capitalismo finanziocratico vanno a braccetto.<br />
Marx, ai tempi suoi, aveva pontificato che sarebbe<br />
stata la rivoluzione industriale (pilotata dagli "odiatissimi"<br />
borghesi) a rendere possibile il raggiungimento<br />
dell'utopia edonistica - la "fine della storia" -<br />
cioè il paese dei balocchi, dove tutte le strade sarebbero<br />
state sempre in discesa. I neomarxisti dei centri<br />
sociali e i "new global" dei tempi nostri (fra i quali<br />
Antonio Negri e Michael Hardt, autori di un libro di<br />
vasta risonanza in quegli ambienti, titolato non a caso<br />
Impero) pronosticano che il raggiungimento del<br />
paese dei balocchi passerà attraverso l'uniformizzazione<br />
assoluta, attraverso la scomparsa dell'umano<br />
per fare posto alla "moltitudine"; e non a caso il neomarxismo<br />
new global gode dei finanziamenti dei<br />
grandi usurocrati, come George Soros, perché la formazione<br />
dell'universale "moltitudine" è e sarà pilotata<br />
dall'attività globalizzante delle multinazionali. Un<br />
tipo pseudo-umano senza razza, senza tradizione,<br />
senza cultura, senza religione, senza personalità definita,<br />
mosso solo da stomaco e intestino e armato di un<br />
infinito risentimento, si dedicherà poi ad un sabotaggio/partigianismo<br />
pandemico dal quale scaturirà il<br />
paese dei balocchi (in base a quali meccanismi, non è<br />
chiaro). Questo è lo stadio finale, auspicato da marxisti<br />
e usurocrati, che dovrà essere raggiunto dopo la<br />
liquidazione di tutti gli etnonazionalismi. E' contro<br />
questo tentativo, attuato dalla massoneria e dalla Alta<br />
Finanza apolide, di cancellare, di distruggere la<br />
Tradizione e l'Identità etnica, culturale, linguistica,<br />
storica, civile d'ogni comunità etno-nazionale<br />
22<br />
d'Europa che noi dobbiamo combattere!<br />
Per questo noi etnonazionalisti völkisch ci battiamo<br />
per la costituzione di un'Europa delle comunità etnonazionali<br />
etnicamente e culturalmente omogenee.<br />
Comunità tra loro con-federate sul modello del Sacro<br />
Romano Impero della Nazione Germanica o sul<br />
modello dell'Impero Asburgico.<br />
Il Presidente della Associazione Culturale Identità e<br />
Tradizione<br />
Silvano Lorenzoni<br />
Il Segretario della Associazione Culturale Identità e<br />
Tradizione<br />
Federico Prati<br />
Per info: identita_tradizione@yahoo.<br />
MINNE ADUNATA ADUNA V - VI<br />
di Alchemica<br />
V<br />
Portatori del Segno voi siete degni di questa<br />
Rivelazione<br />
Al centro d' ogni emanazione risiede il Potere<br />
Linea retta diventa curva quadrato cerchio<br />
Al crocevia di Spazio e Tempo il Sigillo vibra<br />
Portatori del Segno la sua vibrazione è indicibile<br />
Altro non esiste che l' inesistenza di questo punto<br />
Chi si rende partecipe di questa Sapienza è meglio<br />
che taccia<br />
Nelle contrade degli uomini non è ben accetto<br />
Chi ha scorto Lucifero assiso incoronato<br />
VI<br />
Nudo sul picco di una montagna l' Uomo Sole osserva<br />
Il suo sguardo è il cristallo della roccia<br />
La struttura geometrica dell' infinita realtà<br />
Puro sul picco di una montagna Kaivalya regna<br />
www.alchemica.it
ESTRATT<br />
ESTRATTO<br />
DALL’INTRODUZIONE<br />
DALL’INTRODUZIONE<br />
DI “ATT “ATTACCO<br />
ACCO ALLA SOCIETA’ SOCIET DEL<br />
NULLA”<br />
di Paolo Sola<br />
...Il nulla è un'entità concreta, massificante e ben<br />
ramificata, la cui consistenza si traduce in un pactum<br />
sceleris stipulato tra sottili menti machiavelliche ed<br />
infimi scherani che, sotto ben precise direttive, manovrano<br />
i media, ormai sempre più invasivi oltre che<br />
dispensatori di stupidità a basso costo. Tra le varie<br />
trame ordite dalla cupola mafioso-mediatica di cui<br />
sopra ad esempio, rientra l'obiettivo di svirilizzare ed<br />
irridere il maschio bianco, diffondendo comprovati (a<br />
quanto pare) sondaggi, secondo cui le ragazze di oggi<br />
reputano l'uomo bianco occidentale banale, noioso,<br />
effeminato ecc, preferendo invece gli uomini di colore,<br />
per la prestanza fisica mentre gli ebrei1 per la loro<br />
intelligenza e cultura. Insomma, ragazze, accoppiatevi<br />
con un individuo maschio qualsiasi, purché non<br />
bianco ed occidentale! Il conio di un eufemismo<br />
quale etno-masochismo2, cui l'autore, in altra sede, è<br />
solito ricorrere, risulta quanto mai attuale ed ampiamente<br />
percepibile nella tragica e disarmante realtà<br />
quotidiana. Paradossalmente, tale forma di masochismo<br />
etnico è la quinta colonna delle forze tentacolari<br />
della liberaldemocrazia, esportata 60 anni or sono<br />
sulle terre della nostra vilipesa Europa a suon di bombardamenti<br />
indiscriminati sulla popolazione civile, le<br />
cui mire internazionaliste, teoricamente retaggio<br />
della fallita esperienza bolscevica, piegano la resistenza<br />
dei paesi di tutto il mondo. Etno-masochismo<br />
che si traduce visivamente nella logica bieca e pelosa<br />
del politically correct, rintracciabile in qualsiasi<br />
angusto spazio della quotidianità: carta stampata,<br />
spotpubblicitari, telefilm, talk show, notiziari ecc.<br />
Nelle sfilate di moda o nelle compagini di striptease<br />
non può mancare puntualmente il modello di colore,<br />
sempre pronto a sconvolgere i sensi di teen-ager<br />
lobotomizzate, o di cinquantenni alla ricerca di emozioni<br />
forti. Queste poi sarebbe più corretto definirle<br />
esecrabili forme di auto umiliazione (mi riferisco a<br />
potenziali madri di famiglia intente a strusciarsi contro<br />
i corpi sudati di giovani virgulti, i quali, mi<br />
dispaccio per le tardone di cui sopra, per un capriccio<br />
anagrafico potrebbero essere tranquillamente loro<br />
figli).<br />
Dunque, l'Europa sta inesorabilmente assumendo le<br />
fattezze di un involucro vuoto, un gigantesco calderone<br />
da colmare con qualsiasi aberrazione visiva che,<br />
23<br />
puntualmente, pe<strong>net</strong>ra nella mente sino a divenirne<br />
dogma. Il gendarme d'oltreoceano poi, svolge da oltre<br />
mezzo secolo il ruolo di rieducatore delle masse<br />
popolari del vecchio continente, realizzando l'obiettivo<br />
di plasmare, utilizzando un termine di "lovecraftiana<br />
memoria" (americano anch'egli, ma di ben altra<br />
risma), delle autentiche "amorfe abiezioni". Il capo<br />
della rivoluzione Nazionalsocialista, a suo tempo,<br />
ebbe a dire: "Nessuno è più stupido degli Americani".<br />
Se tale affermazione è assolutamente condivisibile,<br />
allora risulta ancor più avvilente constatare come i<br />
popoli d'Europa, in un inesorabile forma di graduale<br />
suicidio collettivo, abbiano logorato le proprie forze,<br />
estinto ogni possibilità di reazione, per collocarsi ad<br />
un livello paritario, se non inferiore, del proprio mentore<br />
d'oltremanica, raggiungendo appieno quella totale<br />
vacuità mentale machiavellicamente programmata<br />
dalle lobby mondialiste.<br />
E si sa, ciascun cranio, una volta svuotato di qualsiasi<br />
frammento di materia grigia, può essere colmato<br />
con qualsiasi aberrazione: dunque, ecco che si concretizza<br />
la bontà della società multirazziale, la necessaria<br />
adesione al modello americano come unica<br />
scappatoia per un'Europa agonizzante e morente, la<br />
demolizione di qualsiasi forma di modello<br />
Tradizionale....
LILITH o LUNA NERA IN<br />
ASTROLOGIA<br />
di Frida<br />
La sua mitologia si rifà appunto alla prima compagna<br />
di Adamo ,la prima donna comparsa sulla terra, creata<br />
da Dio direttamente dal fango come Adamo ,<br />
simultaneamente e indipendentemente da lui. Lilith e<br />
Adamo si combatterono fin dal primo momento per<br />
la supremazia sul mondo e l'uno sull'altro , finché Dio<br />
la relegò in fondo al mare ( in termini psicologici<br />
nell'inconscio dell'uomo ) e da una costola di Adamo<br />
creò Eva : nata da lui e per lui, fedele e sottomessa.<br />
, mentre Lilith esige parità di diritti., Una simile<br />
immagine non può assumere che un aspetto oscuro e<br />
inquietante e talvolta castrante .<br />
Dai tempi biblici a oggi , l'uomo non sembra aver<br />
integrato alla coscienza questo contenuto rimosso nel<br />
suo inconscio : il mito di Lilith ha così assunto per la<br />
psiche umana un'importanza sempre crescente , di cui<br />
esistono prove concrete in ogni epoca: Dalila ,<br />
Giuditta , Euridice , la "sirena " dei greci, " Rusalka "<br />
nella mitologia slava " Lorelei " in quella teutonica.<br />
Nel corso dei millenni due sono le interpretazioni<br />
diverse attribuite a questa fantomatica LILITH<br />
dal punto di vista astronomico.<br />
La prima e più suggestiva e' che si tratti di un secondo<br />
, invisibile satellite terrestre.<br />
Nella tradizione egizia si ha notizia di un ipotetico<br />
corpo celeste ruotante attorno alla terra ,ma praticamente<br />
invisibile, chiamato col nome di Nephtys.<br />
Nel 1618 , il 21 settembre , il padre gesuita<br />
Giovanbattista Riccioli scoprì un piccolo satellite al<br />
quale diede un passo giornaliero di circa 3 '. Anche<br />
nei secoli successivi qualcuno parlò di avvistamenti,<br />
visibili quando Lilith incontra la superficie solare, ma<br />
la normale osservazione astronomica ha sempre dato<br />
esito negativo. Recentemente e' stato avvistato nello<br />
spazio un corpo scuro al quale e' stato dato il nome di<br />
" Cavaliere nero " e questo potrebbe essere quello<br />
che meglio rappresenta Lilith, invisibile perché incapace<br />
di riflettere la luce del sole.<br />
La seconda interpretazione e' dovuta a Don Néroman<br />
negli anni 30 e non e' secondo lui un altro pia<strong>net</strong>a ,<br />
ma<br />
in realtà e' un punto matematico, un punto virtuale<br />
dello spazio e più esattamente il punto in cui la luna,<br />
durante il suo movimento attorno alla terra, verrebbe<br />
24<br />
a trovarsi alla massima distanza da questa e in astrologia<br />
questo apogeo lunare e' stato chiamato Luna<br />
nera o Lilith .<br />
I movimenti di tutti i corpi celesti sono soggetti a<br />
delle leggi ben precise che furono enunciate da<br />
Newton e Keplero.<br />
Secondo tali leggi tutti gli astri descrivono un'orbita<br />
piana ellissoidale , rispetto al corpo celeste intorno al<br />
quale ruotano. Partendo dal centro di questa ellisse,<br />
vengono così individuati due punti , detti fuochi , i<br />
quali sono gli estremi del semiasse maggiore.<br />
Sono state compilate delle tabelle (Effemeridi) dalle<br />
quali si può dedurre la sua posizione giorno per giorno<br />
nello zodiaco, con un passo di circa 6' 30'' giornaliero.<br />
Detto questo, il volto ambiguo di Lilith comincia a<br />
rivelarci la propria natura ambivalente : non è individuabile<br />
fisicamente al pari di un pia<strong>net</strong>a, tuttavia possiede<br />
una capacità di influenza ben superiore ad un<br />
semplice punto di incidenza di coordinate astrali. E'<br />
un identità che prende forma su di un piano simbolico,<br />
ove l'astrologo si trova ad accettare appieno la<br />
natura misteriosa di Lilith per poter comprendere<br />
liberamente gli effetti di questa sulla natura umana.<br />
La presenza fisica come da noi intesa per via del<br />
nostro bisogno di tangibilità non rappresenta una<br />
condizione essenziale di esistenza in astrologia. Ad<br />
esempio, in un sistema dove il concetto di esistenza<br />
dovesse equivalere alla qualità di tangibilità non esisterebbero<br />
nemmeno i segni zodiacali.<br />
In entrambe le teorie di Riccioli e Neroman, il glifo<br />
che rappresenta Lilith e' una falce di luna calante<br />
con la croce in basso.<br />
Quindi la LUNA NERA o LILITH che dir si voglia<br />
è un simbolo e ciò che colpisce sempre l'astrologo è<br />
l'estrema sensibilità del punto zodiacale e della casa<br />
oroscopica in cui si trova , attraverso questi è possibile<br />
stabilire l'atteggiamento inconscio di una persona<br />
nei riguardi dell'amore e del sesso e di diagnosticare<br />
l'eventuale esistenza e la natura di conflitti psichici<br />
e di malattie psicosomatiche.<br />
Ci sono interpretazioni di temi natali in cui l'analisi<br />
si rivela falsata se si omette di considerare la luna<br />
nera, se questo punto zodiacale corrisponde infatti ,<br />
in parecchi temi a strazi, sofferenze, lutti o crolli irrimediabili,<br />
restano altri temi nei quali la stessa è in<br />
analogia con la creatività , il potere, l'esaltazione dell'io<br />
, in questi temi la sofferenza cede il passo alla ten-
denza verso un fine, verso un'ascesa…., ma di qualsiasi<br />
tema natale si tratti , la Luna Nera è sempre il<br />
punto di convergenza radicale di tutte le linee di forza<br />
della personalità, è il sinonimo dell'evoluzione e dei<br />
cambiamenti , l'immagine della nostra vita interiore<br />
che deve essere in continuo mutamento, per obbligarci<br />
ad evolvere.<br />
Essa rappresenta , per l'uomo, l'aspetto oscuro ed<br />
inquietante della donna, l'insieme di tutte le esperienze<br />
negative avute prima con la madre e poi con le<br />
donne , per la donna la luna nera rappresenta quella<br />
parte della sua femminilità rimossa che Jung chiama<br />
" ombra " in contrapposizione col suo io ideale simbolizzato<br />
dalla luna.<br />
Fintanto che sia l'uomo che la donna non avranno<br />
integrato a livello del conscio questi valori negativi<br />
dalla luna nera, questa agirà nella loro vita ed in<br />
modo particolare nel loro atteggiamento e nel loro<br />
comportamento verso l'altro sesso, come un pericoloso<br />
sabottatore capace di mandare all'aria qualsiasi<br />
rapporto di coppia<br />
Da un lato questo simbolo rappresenta l'animale tentatore<br />
, ingannatore, condannato a strisciare sulla<br />
terra e ad essere calpestato( nella Genesi ), dall'altro<br />
lato, la trasformazione psichica che può essere operata<br />
per suo mezzo, la guarigione dell'anima e del<br />
corpo.<br />
Ecco in breve tutta la ricchezza e l'ambivalenza psicologica<br />
racchiuse nella luna nera che pertanto assume<br />
una importanza eccezionale nell'interpretazione<br />
di un oroscopo.<br />
Ci farà vivere situazioni che non potremo dominare<br />
come vorremmo, ci impegneremo senza essere minimamente<br />
consci dei problemi che esse comporteranno<br />
ma saremo obbligati ad affrontarli<br />
La luna nera indica qual' è il lato oscuro della propria<br />
personalità quello che nessun altro al di fuori<br />
dell'interessato scorge, così possono esserci istinti di<br />
violenza in una persona che appare dolce e gentile a<br />
tutti , e che esploderanno in determinate occasioni<br />
indicate dagli aspetti che questo punto forma con gli<br />
altri pia<strong>net</strong>i.<br />
Contiene in se anche le doti sviluppate nelle vite<br />
precedenti, e si cercherà di ripetere lo schema già<br />
precedentemente usato , facendo però attenzione,<br />
perché si dovranno affrontare di nuovo i problemi e<br />
gli stessi ostacoli che non si sono superati e in caso<br />
di insuccesso capire cosa succede e adottare un comportamento<br />
nuovo<br />
Questo lavoro non si effettua senza angoscia, sensazione<br />
che sempre si percepisce nelle difficoltà relazionali<br />
dovute aspetti della luna nera e questa sensa-<br />
25<br />
zione è più forte nelle posizioni di segni d'acqua ,<br />
quali Pesci, Scorpione e Cancro, naturalmente più<br />
recettivi al lavoro dell'inconscio e nelle case IV VIII<br />
XII corrispondenti a tali segni .<br />
La paura dell'ignoto, la voglia costante di mollare<br />
tutto, il panico nelle situazioni difficili possono essere<br />
così forti da portare al suicidio . Per poter finalmente<br />
riposare.<br />
Data come certa l'esistenza del libero arbitrio, nella<br />
vita dell'essere umano Lilith rappresenta una scelta:<br />
il "Cavaliere Nero" porta sempre al bivio biforcato<br />
verso o l'evoluzione data dall'esperienza sofferta , o<br />
all'involuzione data dal rifiuto alla lotta.<br />
Come dice Shri Yukteswar al suo allievo<br />
Paharamansa Yogananda nella " Autobiografia di uno<br />
yogi " : " L'Astrologia e' lo studio delle reazioni dell'uomo<br />
agli stimoli pla<strong>net</strong>ari. Le stelle non hanno<br />
nessuna benevolenza o animosità cosciente. Gli Astri<br />
fine a se stessi, non possiedono il potere né di aiutare,<br />
né di danneggiare l'umanità; la volontà è una prerogativa<br />
esclusiva dell'uomo. Il sistema Astrologico è<br />
il mezzo che permette alla legge karmica di causa ed<br />
effetto , che ogni uomo ha messo in moto, di esplicitare<br />
la sua azione equilibratrice. Un bimbo nasce nel<br />
giorno e nell'ora in cui i raggi celesti si trovano in<br />
armonia matematica con il suo karma individuale. Il<br />
suo oroscopo e' un ritratto fedele e minuzioso che<br />
rivela il suo inalterabile passato e i suoi probabili<br />
risultati futuri. L'uomo saggio vince i propri pia<strong>net</strong>i,<br />
cioè il proprio passato, assoggettandosi al Creatore<br />
anziché alla sua creazione.<br />
L'anima è sempre libera , non ha fine perché non ha<br />
un principio, non può essere inoltre assoggettata alle<br />
stelle.<br />
L'uomo ha un corpo ed una mente : quando ha giustamente<br />
collocato il proprio senso di identità lascia dietro<br />
di se qualsiasi costrizione preordinata. Fino a<br />
quando resta nel confuso stato di amnesia spirituale<br />
che gli è solito, sarà incatenato alla legge che lo circonda<br />
"<br />
La posizione della luna nera in un oroscopo, permette<br />
di capire la dinamica degli incontri karmici: viviamo<br />
con le stesse persone, vita dopo vita , sia pur in<br />
rapporti diversi, per porre rimedio a fallimenti, errori<br />
morali ed ingiustizie. D'altra parte anche la volontà<br />
dell'anima utilizza tali schemi per proseguire in<br />
una idea o in una missione troppo importante per<br />
essere lasciata incompiuta, tra queste opportunità<br />
compaiono gli incontri del destino, porte che si aprono<br />
da sole e rispondono con questi miracoli alle
nostre più profonde aspirazioni in momenti neri della<br />
vita.<br />
Con la luna nera , la pratica astrologica consente , in<br />
definitiva di pe<strong>net</strong>rare nella parte più profonda della<br />
psiche umana, l'inconscio, di farvi luce e di realizzare<br />
per quanto possibile, una personalità più equilibrata<br />
e più armoniosa.<br />
Particolare importanza hanno quindi gli aspetti che la<br />
luna nera forma con i principali pia<strong>net</strong>i , la sua posizione<br />
nei segni zodiacali e specialmente la posizione<br />
nelle case dell'oroscopo natale di cui daremo spiegazione<br />
dettagliata nel prossimo numero della rivista..<br />
26
SONO GIORNI NON FACILI ACILI<br />
di Controcultura<br />
Sono giorni non facili, per chi intende giocare un proprio<br />
ruolo autonomo, originale, innovativo, nel quadro<br />
dell'antagonismo culturale e politico. Da un lato,<br />
anche quest'anno abbiamo assistito ad un battage<br />
mediatico orchestrato senza risparmio di mezzi, di<br />
persone e di inventiva, sulla questione della "memoria<br />
degli olocausti" (che però, come mi ha fatto notare<br />
qualcuno, con ardire critico davvero inusuale, alla<br />
fine si riduce ad UN solo Olocausto); battage che cresce<br />
di anno in anno geometricamente, tanto da indurre<br />
la più cupa disperazione sul ruolo totalizzante dei<br />
mass-media e sulla credibilità autoreferenziale dei<br />
messaggi che veicolano. E sull'effettiva possibilità di<br />
chi non aderisce, o peggio si oppone a questo conformismo,<br />
di far sentire la propria voce dissenziente.<br />
Dall'altro lato, sul versante di quelle che crediamo le<br />
ultime risorse da annoverare nel fronte del "NO" alla<br />
visione globalem neo-cons, abbiamo avuto fresca fresca<br />
la spiacevole sorpresa di un bell'accordo tra l'Iran<br />
e la Fiat per la costruzione di uno stabilimento vicino<br />
a Tehran.<br />
Non abbiamo dubbio, che tutte le carte dell'accordo<br />
siano perfettamente in regola, sia da un punto di vista<br />
commerciale, che morale; e non ci compete certo, di<br />
far emergere la contraddizione di un'Italia che va a<br />
costruire uno stabilimento, per poi molto probabilmente<br />
andarlo a bombardare. Siamo ormai troppo<br />
assuefatti alle capriole, alle "giravolte spaziali", e<br />
financo ai tradimenti del nostro Paese, per aver voglia<br />
di chiosarli ancora. Lasciamo che siano i nostri sventurati<br />
alleati di turno, a lambiccarsi sul concetto di<br />
lealtà e di morale che alberga nello Stivale.<br />
Quello che ci dispiace, invece, è di constatare come<br />
alla fine tutti i bei discorsi sugli altissimi ideali e sul<br />
diritto di ogni popolo alla sua Weltanschauung, alla<br />
fine si riducano a normali transazioni commerciali.<br />
Mani chiuse a pugno che si minacciano rabbiosamente<br />
dalle tribune, e che si stringono poi calorosamente<br />
nei salottini delle banche. Ma forse trattare con la Fiat<br />
degli Elkann è meno disdicevole che fare affari con la<br />
Fiat degli Agnelli, quella dinastia che si è sbarazzata<br />
senza troppi problemi del figliol prodigo approdato<br />
all'Islam sciita, a dire di un'inchiesta dell'ente televisivo<br />
iraniano, vista in tutto il mondo arabo? La sottile<br />
distinzione tra le due Fiat davvero ci sfugge, e<br />
forse qualcuno ce la dovrebbe spiegare.<br />
27<br />
Ma forse, prima ancora di questo chiarimento, qualcuno<br />
ci dovrebbe spiegare, per cortesia, se tutto ciò<br />
considerato il bene del popolo - quello supremo,<br />
intendiamo, e non la pancia piena di un giorno - risiede<br />
nei proclami indefettibili, o negli accordi commerciali,<br />
perché noi a questo proprio sfugge.<br />
Ci chiediamo se le parole belle, altisonanti, <strong>net</strong>te, su<br />
quello che è giusto e non è giusto siano qualcosa che<br />
bisogna applicare davvero, tradurre in atti concreti, o<br />
se non siano una mera riserva mentale, un conatus<br />
nobile ma irrimediabilmente teorico nel momento<br />
stesso in cui vengono pronunciate, per cui l'allocuzione<br />
"ad ogni costo" scade da impegno alla volizione a<br />
mero intercalare. Se il faro dell'azione di uno Stato è<br />
la realpolitik, l'utile concreto e a scadenza non troppo<br />
lontana, ce lo devono dire chiaramente e non ci devono<br />
illudere che le regole del gioco siano diverse e più<br />
alte. Ma insomma: è sempre e soltanto il Dio Denaro,<br />
che conta, o c'è anche qualcos'altro? Forse che gli alti<br />
ideali competono soltanto al popolino, quel popolino<br />
bue che comunemente riteniamo governato dal ventre,<br />
mentre invece nelle sofistiche e sofisticate stanze<br />
del potere le regole non possono essere quelle? Gli<br />
ideali che l'hanno, un posto in politica e negli Stati, o<br />
gli idealisti sono necessariamente apolidi ed apolitici?<br />
Per non gettare tutta la croce addosso ad un solo soggetto,<br />
diremo che già il fatto di vendere il petrolio<br />
solo in dollari USA, unico motivo che rende il dollaro<br />
cosa diversa dalla carta igienica, una mo<strong>net</strong>a che<br />
colleziona sui suoi due lati più simboli massonici di<br />
un manuale per apprendisti muratori, non va ad onore<br />
dei Paesi cosiddetti islamici, incluso un regime<br />
dichiaratamente teocratico come quello saudita; e<br />
quanto alle belle idee socialiste di Gheddafi, abbiamo<br />
visto come da qualche mese il suo bel Libro Verde sia<br />
finito a pareggiare le gambe del tavolo.<br />
Non abbiamo dubbi, che potranno essere messe in<br />
campo una quantità di sottigliezze, per giustificare<br />
tutte queste cose. Ma a noi le sottigliezze sul Bene e<br />
sul Male non piacciono; ci piacciono le idee in bianco<br />
e nero, senza mischiare. Il caffelatte, per favore,<br />
prendiamolo solo a colazione… Aspettando un chiarimento<br />
che non verrà, conserviamo quel valore che è<br />
la nostra coerenza e la nostra personale integrità.
ISOLA BIANCA<br />
UN FORUM, UN PROGETTO<br />
PROGETT<br />
di Alchemica<br />
Siamo orgogliosi di presentare sulla rivista di <strong>Thule</strong> il nuovo forum "Isola Bianca" raggiungibile sulla rete al<br />
seguente indirizzo:<br />
http://www.isolabianca.<strong>net</strong>/forum<br />
Questo forum vuole essere una piattaforma organizzativa per avanzare sulla strada già tracciata da qualche<br />
anno nel mondo virtuale e per raggruppare le migliori realtà antagoniste ed identitarie della penisola <strong>italia</strong>na.<br />
Nato per volontà delle menti organizzative dietro a <strong>Thule</strong> Italia e Alchemica il forum si configura come uno<br />
strumento versatile dove affrontare un discorso che tenga conto sia dell' aspetto teorico-metapolitico che di<br />
quello operativo-politico. Viviamo in tempi difficili dove nonostante le comodità offerteci della tecnologia<br />
informatica organizzarsi e pianificare dei cambiamenti sostanziali nei nostri modi di vita non è qualcosa di<br />
semplice anzi, mai come oggi il singolo individuo è schiacciato da un complesso meccanismo di leggi invisibili<br />
che lo legano ad un ruolo marginale e privo di aperture verso la sfera del sacro e dell' eroico.<br />
Isola Bianca vuole essere il faro nella nebbia per tutti coloro che oggi vivono questa condizione instabile e in<br />
attesa di rivolgimenti. Un luogo dove conoscersi realmente, stringere rapporti che sappiano continuarsi oltre<br />
lo schermo e divenire carne. Un ulteriore passo verso l' unione e la trasmutazione delle nostre energie.<br />
Questo progetto è anche un voler andare una volta per tutte oltre i triti concetti che annacquano puntualmente<br />
ogni analisi politica, sociale ed economica. E' il tentativo di formare un nucleo di uomini nuovi, liberi da<br />
schematismi meccanici, da appartenenze dogmatiche a religioni morte, da intellettuali da tastiera e<br />
rivoluzionari della domenica. I cardini del nostro pensiero sono quelli immutabili che non perdono valore di<br />
epoca in epoca. Guardiamo al passato come al tracciato di chi ci ha preceduto cercando di discernere gli insegnamenti<br />
che possano tornarci utili per il presente ma senza nostalgismi autocelebrativi.<br />
La nostra unica grande nostalgia non riguarda qualche periodo del passato ma riguarda l' Eterno che è attingibile<br />
unicamente da quegli uomini che, aperti gli occhi sulla dura realtà, decidono di sacrificare sé stessi a<br />
un ideale più alto.<br />
Quindi la nascente comunità dell' Isola Bianca non va vista come un punto di arrivo bensì come un punto di<br />
partenza per ben più significative imprese che contemplino la collaborazione reale di tutti i suoi partecipanti.<br />
Ognuno di voi è chiamato a dare il suo contributo e a diffondere i contenuti del nostro operato, ognuno di voi<br />
è indispensabile affinché si crei qualcosa di duraturo ed efficace che arrivi ad incidere dei segni tangibili nella<br />
nostra società.<br />
Con questi obiettivi in vista speriamo vivamente di ottenere da voi un aiuto effettivo e che nuova linfa creativa<br />
possa scorrere nelle vene del gruppo <strong>Thule</strong> Italia. Siamo certi che voi, come noi, siete guidati inesorabilmente<br />
verso il compimento di una meta più alta e che anche un semplice forum possa rappresentare una<br />
"porta" verso dei cambiamenti e degli incontri decisivi per la propria esistenza.<br />
Tutte le grandi cose iniziano da qualcosa di piccolo. Che questo seme sia fecondo!<br />
28
LO STATO ST ARISTOCRA<br />
ARISTOCRATICO<br />
TICO<br />
EUROPEO<br />
di Avat vatar ar<br />
La concezione dello stato oggi, in questa società borghese<br />
e decadente, è fin troppo nota. Nonostante questo<br />
è utile rivedere a cosa sia arrivato a essere questa<br />
visione dello stato.<br />
Per il mondo borghese, che oggi costituisce il mondo<br />
più veramente "bolscevico", bolscevico nell'arte, bolscevico<br />
nell'educazione, bolscevico nel modo di<br />
esprimersi; bene, per questo tipo di stato, che ha<br />
come fondamento la borghesia, lo scopo non può<br />
essere che il garantire alla massa il benessere economico,<br />
tutto inizia e si conclude in questo.<br />
Non deve sorprendere più di tanto. Infatti, ogni manifestazione<br />
politica, sociale, economica e spirituale<br />
dipende da quale conglomerato di individui prende<br />
forma. In questo ravvisiamo il manifestarsi nel pratico<br />
di come il BORGHESE, intenda l'uomo. Esso<br />
vede principalmente nell'uomo l'INDIVIDUO. Esso<br />
è, per il sistema, un atomo nel processo economico.<br />
Esso deve lavorare, produrre, consumare e di nuovo<br />
lavorare, questa è la catena dell'uomo massa. Tutto il<br />
resto, il sentimentale, lo spirituale, la cultura ecc…è<br />
secondario, accessorio, passatempo, svago. E' la concezione<br />
economicista dell'uomo. Lo stato non assume<br />
nessuna funzione spirituale, lo stato non è "mito",<br />
non è riferimento a ciò che è alto e va verso l'alto, lo<br />
Stato non è il custode della Razza, e non si preoccupa<br />
del suo rinvigorimento e della sua educazione<br />
eroica, no, esso ha un'unica preoccupazione:<br />
Garantire gli interessi dei poteri economici, nazionali<br />
e multinazionali. E soprattutto si interessa di mantenere<br />
il flagello dell'umanità, la schiavitù dell'interesse<br />
del denaro.<br />
Intorno al problema dello Stato, a quale stato, per<br />
Noi, rivoluzionari aristocratici, non vi è poi da girarci<br />
molto intorno. Anche in questo caso lasciamo agli<br />
occhialuti intellettuali del sistema, siano essi di destra<br />
o di sinistra, infinite dialettiche che alla fine non si<br />
concludono che in bolle di sapone inesistenti. La<br />
nostra visione dello stato è semplice, organica, gerarchica<br />
e quindi naturale, per descriverla non ci sarà<br />
mai bisogno di scrivere volumi su volumi di inutile<br />
carta stampata, quella carta tanto cara a chi con noi ha<br />
poco a che fare. E questo perché ci colleghiamo a ciò<br />
che è più spontaneo dell'uomo, è può sano, la<br />
Tradizione.<br />
29<br />
La conseguenza della nostra visione Tradizionale,<br />
Razzista, degli uomini, è la traduzione di ciò in un<br />
concetto di stato. Per noi lo stato nazionale europeo<br />
deve per prima cosa garantire l'esistenza spirituale e<br />
biologica della razza bianca. In questo vi è una missione<br />
metafisica. Perché metafisico il nostro concetto<br />
di Razza. Essa è un grado di differenziazione, che va<br />
dal mondo dell'Essere al singolo individuo, ossia da<br />
ciò che ha più importanza a ciò che ne ha meno. Per<br />
noi Razza è prima di tutto Mito, in questo concetto si<br />
raccoglie tutta la storia umana.<br />
Oggi, nel Sistema, è diventata ormai una "moda", il<br />
parlare della biodiversità, si parla molto delle estinzioni<br />
di alcune specie animali, si è contro la caccia, si<br />
parla di quanto sia spaventoso il fatto che stia scomparendo<br />
il peperone quadrato d'Asti dalle tavole<br />
imbandite dei borghesi, essi sono i più dispiaciuti di<br />
non potersi più ingrassare con untuosi piatti cucinanti<br />
con rare spezie o rari animali….questo non ha naturalmente<br />
nulla a che vedere con la Nostra preoccupazione<br />
per l'ecosistema, con le battaglie animaliste che<br />
noi potremo intraprendere, sia chiaro, noi vediamo la<br />
difesa della bio-diversità con un ottica del tutto diversa,<br />
con un ottica, anche qui, più alta e che va verso<br />
l'alto. E'un pia<strong>net</strong>a intossicato dal sistema democratico-capitalista.<br />
Questo sistema, di cui i responsabili<br />
sono tutti quelli che lo accettano e lo difendono, a<br />
volte fa delle finte lacrime su argomenti ambientalisti.<br />
Ma io mi chiedo, se a costoro è così cara la biodiversità,<br />
invece di preoccuparsi solo del peperone<br />
quadrato d'Asti, perché non si preoccupano anche per<br />
la scomparsa della razza ariana dalla terra? Gli europei<br />
sono coloro che manifestano le loro maggiori<br />
"preoccupazioni" per l'ambiente, ma non si preoccupano<br />
mai per se stessi e la loro discendenza. E' un<br />
fatto innaturale, considerare più importante la protezione<br />
di un'altra specie naturale e criminale la protezione<br />
della propria, perché così viene definita la protezione<br />
della civiltà europea. Questi signori non si<br />
rendono conto che da qui a cinquant'anni, continuando<br />
di questo passo, gli europei saranno una minoranza<br />
etnica non solo nel mondo ma nella loro stessa<br />
terra. La terra in cui sono nati, la terra conquistata dai<br />
loro Avi, la terra lavorata dai loro padri e oggi dai<br />
discendenti dei biondi guerrieri questa viene vilipendiate<br />
e svenduta, e così il sangue. E' questa la riconoscenza<br />
verso la nostra storia, verso il loro stesso essere?<br />
Gli antirazzisti sono degli assassini travestiti da<br />
pagliacci. Essi opinano che le razze non esistono, perché<br />
non vi è nessuna rilevante differenza ge<strong>net</strong>ica tra<br />
un Bianco e un Negro. Essi forse non comprendono<br />
che Razza non si riduce per noi a dato scientifico, e<br />
che comunque i dati ge<strong>net</strong>ici rilevati dagli scienziati
evoluzionisti, non faranno mai si che la pelle nera sia<br />
differente dalla pelle bianca, o che il viso di un mongolo<br />
non sia differente dal viso di uno scandinavo, o<br />
forse le differenze fisiche sono solo illusioni ottiche?<br />
Già in questo si può dire che le razze esistono. Che<br />
razze differenti abbiano creato costumi , usanze , religioni,<br />
sistemi sociali differenti tra di loro, manco questo<br />
è opinabile. I soliti ebrei o amici di essi, magari<br />
intellettuali di chissà quale alta scuola, contrapporranno<br />
che queste differenze sono solo il frutto delle<br />
condizioni ambientali, allora come è che il negro<br />
occidentalizzato, che da generazioni vive in un<br />
ambiente prevalentemente bianco, manifesta comunque<br />
atteggiamenti, gusti e modi di essere che sono<br />
propri alla razza nera? Come è che i neri educati dai<br />
preti, se pur vestiti come i bianchi, se pur parlano la<br />
lingua dei bianchi, se pur hanno la religione dei bianchi,<br />
se pur gli è stato dato il grandissimo dono della<br />
democrazia, manifestano sempre la loro natura in<br />
qualunque campo essi operino? Esemplare è il campo<br />
della musica. Questo vale per ogni razza sulla terra.<br />
La razza è l'uomo stesso, l'uomo esiste in quanto<br />
componente di una razza, l'uomo è corpo e anima, e<br />
queste dipendono dalla razza di appartenenza. Infatti<br />
la stessa psicologia di un uomo è legato alla razza, e<br />
si differenzia con essa. Questo è chiaramente un quadro<br />
abbastanza "naturalista" della razza, ma serve a<br />
far comprendere come la razza sia appunto l'uomo<br />
stesso. Chi nega la razza, chi la inquina, chi assume<br />
atteggiamenti che non sono propri alla sua razza, chi<br />
non fa niente per difenderla, uccide l'Uomo, il suo<br />
passato, il suo presente il suo futuro.<br />
Detto ciò, possiamo spiegare come noi assumiamo la<br />
Razza a Mito. La nostra concezione del mondo è<br />
Spirituale, ciò significa che in ogni campo noi viviamo<br />
e operiamo in questo senso, anche ciò è proprio<br />
della nostra Razza. Non possiamo per questo non<br />
concepire anche la razza, che sta a fondamento di ciò<br />
che abbiamo riconosciuto, e cioè il naturale senso<br />
delle cose, in tal senso. Ancor più si potrebbe dire che<br />
la razza è un Sentimento, è il sentimento di appartenza<br />
a una grande famiglia, e che la Lotta, per la sua<br />
difesa, per la sua prosperità, e la sua elevazione spirituale,<br />
gli danno il senso di Mito, è il Mito del Sangue.<br />
Per noi questa è Religione.<br />
Noi auspichiamo a uno stato in cui il mito della razza,<br />
sia alla base della sua esistenza, esso deve regolare<br />
tutta l'attività di questo stato, ed'essere il fondamento<br />
della vita quotidiana, ecco perché per noi lo Stato è<br />
un mezzo e lo scopo è la Razza. Rimarrà sempre valida<br />
la massima per cui lo stato deve rappresentare il<br />
contenitore e la razza il contenuto. Rifiutiamo qualunque<br />
feticismo istituzionale , nell'istituzione dob-<br />
30<br />
biamo vedere la forza che porta avanti il popolo<br />
gerarchicamente organizzato verso la sua sublimazione,<br />
tutto questo con un apposita legislazione. Il Capo<br />
dello stato è l'emanazione del popolo, esso deve essere<br />
il tramite tra esso e lo spirituale che è rappresentato<br />
dalle forze divine e provvidenziali che alimentano<br />
il corso dell'esistenza della razza, essi sono gli dei del<br />
sangue e del suolo. Il Capo dello stato è quindi capo<br />
della Razza, è la sua guida. Esso presiede alla casta<br />
dei guerrieri, l'unica Aristocrazia. Questa riunisce in<br />
se la funzione guerriera e sacrale, i suoi componenti<br />
sono monaci-guerrieri, fedeli sacristi, essi hanno il<br />
compito maggiore di avere il ruolo di dirigenza nello<br />
stato aristocratico. Qualunque dirigenza di alto rango<br />
deve essere assunta dall'aristocrazia. Rappresentano i<br />
migliori appartenenti alla comunità razziale, sono<br />
l'elite. Sono il punto di riferimento maggiore di tutta<br />
la comunità, vengono concepiti come il fiore della<br />
razza. Hanno il compito di difendere sino alla morte<br />
il Capo a cui giurano Fedeltà incondizionata, e tutta<br />
la comunità, la loro principale caratteristica è l'Onore,<br />
di cui sono il simbolo. Devono assumere il controllo<br />
sull'educazione e sul lavoro. In qualunque tipo di battaglia<br />
saranno sempre in prima linea, essi costituiscono<br />
l'Ordine Iniziatico, che conserva e tutela e tramanda<br />
la Tradizione. Anche loro sono comunque organizzati<br />
in funzioni gerarchiche per compiti, al più basso<br />
livello vi sono quelli con compiti polizieschi, al più<br />
alto i veri Maestri dell'Ordine.<br />
Tutta la comunità deve essere suddivisa in 3 caste,<br />
queste rappresentano anche i diversi canoni di libertà<br />
e poteri, la loro appartenenza è sancita dalla propria<br />
attitudine personale. L'Aristocrazia: la casta guerriero-sacerdotale<br />
su descritta, la casta degli Insegnanti,<br />
e in fine la casta dei Lavoratori. Queste hanno sempre<br />
responsabilità verso l'alto ma mai verso il basso. I<br />
loro componenti sentono la vera "uguaglianza" e<br />
"fratellanza" solo all'interno della propria casta e ne<br />
sentono l'orgoglio. Le caste non saranno mai chiuse e<br />
non ci si apparterrà solo per nascita. Il figlio di un<br />
contadino che dimostra attitudine per<br />
l'Insegnamento( e qui spiegherò cosa intendo per<br />
Insegnanti ed Insegnamento), e ne dimostrerà l'attitudine<br />
allora vi potrà appartenere e potrà svolgerne la<br />
funzione, e così potrebbe essere escluso per validi<br />
motivi un insegnante dalla sua casta. Così come può<br />
diventare un Aristocrate, e così come per il figlio di<br />
un aristocrate che dimostri indolenza, incapacità o<br />
disonore nella bassa età, non basterà a salvarlo dall'esclusione<br />
dalla sua casta di nascita il fatto di aver<br />
ricevuto l'Iniziazione da neonato. Questo concetto<br />
vale per chiunque contravvenga alla regola dell'onore<br />
e della fedeltà, ma mentre fino a una certa età
infantile,ci sarà solo l'esclusione selettiva e preventiva,<br />
per chiunque non avrà tenuto fede al Giuramento<br />
ci sarà la morte.<br />
La Casta degli Insegnati deve riunire chi proviene<br />
dalla casta dei Lavoratori, atti all'Educazione nel<br />
senso più vero. L'educazione del corpo, o meglio il<br />
culto per la bellezza e l'attività fisica, devono dare al<br />
giovane la sicurezza e lo spirito eroico. Essi successivamente<br />
devono imparare la storia imparata da un<br />
punto di vista razziale e spirituale, imparare la concezione<br />
del mondo che dovranno sempre rappresentare,<br />
imparare ad amare l'arte , la cultura, l'ambiente del<br />
proprio popolo. Tutto ciò si discosta pienamente da<br />
quello che è oggi la scuola, la scuola attuale in confronto<br />
sarà ricordata come un incubo, il giovane deve<br />
per prima cosa imparare all'aria aperta, imparare dalla<br />
vita a superare le difficoltà, e in questo l'Insegnante<br />
rappresenta anche un Maestro di vita.<br />
I più meritevoli degli Insegnanti, i più adatti a scopi<br />
più Alti, verranno a far parte del gruppo insegnante<br />
della Casta Aristocratica, in questo essi ne diventeranno<br />
membri, naturalmente saranno atti all'educazione<br />
nella propria casta anche gli aristocrati portati<br />
per questo. Gli Insegnanti vengono direttamente<br />
pagati dal ministero per la casta insegnante.<br />
La proprietà privata assumerà un significato diverso<br />
da quello attuale, essa non sarà altro che la gestione<br />
da parte del Lavoratore di una proprietà che in se<br />
rimane pubblica, quindi la proprietà privata non sarà<br />
inviolabile da parte dell'autorità. Il datore di lavoro e<br />
il dipendente sono naturalmente considerati paritari,<br />
differiscono solo per il ruolo, e le loro dispute sono<br />
risolte da un unico TRIBUNALE PER L'ONORE<br />
SOCIALE, cadono così tutti i sindacati, e le varie<br />
confederazioni. Ogni lavoratore, sia esso un commerciante,<br />
un operaio, un libero professionista, un<br />
imprenditore, un capo cantiere o un dirigente di un<br />
industria non svolgono un attività "privata", ma tutti<br />
stanno dando un Servizio alla comunità nazionale.<br />
resto. I guadagni in eccesso vengono ritirati dallo<br />
stato. Verrà a costituirsi poi un intero apparato economico<br />
pubblico, atto alla produzione, alla costruzione<br />
ecc..i cui prodotti e forza lavoro vengono utilizzati<br />
solamente per opere pubbliche.<br />
Un reparto dell'Aristocrazia deve provvedere al controllo<br />
della qualità delle merci prodotte dall'industria<br />
e dall'agricoltura, dall'onore nell'attività commerciale,<br />
dell'onestà del lavoratore, della diligenza e onestà<br />
di qualunque tipo di lavoratore, anche in questo<br />
ambito il disonore e la truffa è pagata con l'esclusione<br />
dalla comunità e quindi con la prestazione di servizio<br />
nel lavoro forzato non retribuito di utilità pubblica.<br />
L'affitto della casa è abolito.<br />
31<br />
Particolare importanza avrà l'agricoltura, l'allevamento,<br />
il contadinato in genere. Questo deve riacquisire<br />
il suo carattere di attaccamento più profondo alla<br />
terra degli avi da cui prendiamo i frutti. L'agricoltura<br />
sarà tutelata, protetta in particolar modo dall'aristocrazia<br />
che provvede a far apprezzare ai suoi membri<br />
fin dalla giovane età ciò che in essa vi è di sacro per<br />
la razza. Sangue e suolo. L'attività agricola e zootecnica<br />
verrà sgravata da qualunque tassazione in denaro<br />
che viene sostituita da una tassazione della sua<br />
produzione, il pagamento avviene quindi in prodotti<br />
naturali, questi vengono distribuiti ai più bisognosi<br />
della comunità razziale.<br />
Appartenendo interamente allo stato le materie<br />
prime, esso ne stabilisce i prezzi, da qui ne derivano<br />
i prezzi dei prodotti. I prezzi sono pianificati, basati<br />
sul valore intrinseco della merce, è decaduta la legge<br />
borghese e giudea della domanda e dell'offerta. Il<br />
denaro viene prodotto dalla zecca in base alla produzione,<br />
esso non vale in se, ma rappresenta ora un<br />
buono per il lavoro svolto, quindi è abolito l'interesse<br />
del denaro. Deve esistere una sola banca centrale statale,<br />
che presta denaro senza interesse, anche questa<br />
è diretta dall'Aristocrazia. Al prestito di 10 devono<br />
essere restituiti 10 , sempre, l'interesse sul denaro è<br />
un crimine. Così viene stroncato il mostro dell'usura.<br />
Chi presta con interesse è punito con la morte. Con<br />
questo si intende cancellare il guadagno senza lavoro<br />
di conseguenza sono abolite le società per azioni,<br />
nessuno ha diritto di speculare sul lavoro altrui. I<br />
matrimoni non possono avvenire liberamente ma essi<br />
devono essere suggeriti o approvati da un apposito<br />
ministero. I criteri devono essere quelli della protezione<br />
razziale e della salvaguardia del tessuto etnico<br />
e del suo potenziamento, per questo ci deve essere un<br />
controllo da parte dello stato sulla persona che va<br />
dalla sua nascita alla sua morte passando per le varie<br />
fasi della sua vita, compreso il matrimonio, avvenimento<br />
fondamentale per l'Uomo e la Donna ariana. In<br />
ciò è giusto in modo assoluto ed incontestabile il<br />
creare una corretta legislazione razziale ed eugenica.<br />
Questa organizzazione statale è applicata esclusivamente<br />
ai membri della comunità di razza ariana, chi<br />
non appartiene a questa e non può essere rimpatriato<br />
nel suo paese di origine , viene trasferito in parti territoriali<br />
in cui creare la propria comunità regolata in<br />
base a proprie leggi consone alla natura razziale di<br />
queste comunità.Queste sono definite comunità allogene.<br />
Questo Stato è quello che noi dobbiamo creare, lo<br />
scopo di una vera rivoluzione deve essere questo. Ma<br />
non solo il suo scopo deve essere la riunione<br />
dell'Europa dal Portogallo alla Siberia, solo in questo
modo può formarsi un economia e una struttura<br />
sociale come qui descritta, che si articola nei vari<br />
popoli che compongono la razza bianca europea, in<br />
un sistema assolutamente autarchico. L'unione delle<br />
materie prime e dei cervelli del nostro continente, ma<br />
soprattutto l'unione nella nostra Tradizione nel nostro<br />
comune Sangue, solo così può edificarsi questo stato<br />
aristocratico, che deve essere lo Stato di un Europa<br />
Unita, ossia di una Europa Nazione, è questa la nostra<br />
missione. Ma questo non deve essere fatta per sole<br />
ragioni economiche, perché se anche fosse economicamente<br />
controproducente riunire la nostra sacra<br />
terra e il nostro comune sacro sangue, noi assolveremmo<br />
comunque questa missione. In questo dobbiamo<br />
smettere di ragionare esclusivamente in termini di<br />
Italia, germania, Inghilterra ecc…ed operare praticamente<br />
su tutto il terreno lotta e cioè l'europa.<br />
Questa deve essere l'ottica con cui svolgere la nostra<br />
lotta per creare qualcosa che la storia ancora non ha<br />
conosciuto, qualcosa di veramente bello e grande.<br />
Non si tratta di costituire un nuovo regime politico,<br />
l'Europa che noi vogliamo è un Sacro Impero<br />
Millenario.<br />
32
SE LA NOSTRA LOTTA LOTT<br />
PER IL RECUPERO DELLE TRADIZIONI<br />
PER LA RICONQUISTA RICONQUIST DEL NOSTRO SPAZIO SPAZIO<br />
PER IL RISTABILIRE<br />
RISTABILIRE<br />
LA VERITA’ VERIT STORICA STORICA<br />
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