Sbobinature complete Anatomia Patologica - SunHope
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ANATOMIA PATOLOGICA LEZIONE DEL 09/11/2010<br />
Continuo dell’ infiammazione lez. Dell’ 8/11/2010 Prof.ssa Costanzo<br />
Continuiamo l’infiammazione con la seconda parte dell’infiammazione, l’infiammazione cronica.<br />
L’infiammazione non è che perché l’ho fatta io, il professore non la chiede, il prof la chiede. Non<br />
sottovalutate l’infiammazione perché alcune risposte, proprio mentre fate l’esame, le trovate<br />
nell’infiammazione. Ieri vi ho lasciati a questo schema dove appunto vedete un’immagine di infiammazione<br />
acuta che può avere delle evoluzioni diverse: risoluzione completa a livello del microcircolo con<br />
ricostruzione completa delle arteriole, delle venule e di tutto il resto e vedete che anche l’ambiente esterno<br />
completamente sgombro di cellule interstiziali che avevano travasato; se questo non succede, questa<br />
infiammazione acuta può seguire una strada che portava alla formazione di pus e organizzarsi poi con una<br />
capsula e andare a formare un flemmone ecc. ecc. oppure può arrivare alla fibrosi e gli esiti di questo<br />
fenomeno sono abbastanza chiari e sono anche evidenti in alcune biopsie e in alcuni prelievi istologici che<br />
noi riscontriamo oppure può andare incontro a quella che è la nostra infiammazione cronica che è<br />
strutturata e abbastanza complessa proprio perché ci sono delle situazioni e degli scenari che cambiano poi<br />
notevolmente. Ieri abbiamo visto che per quanto riguarda l’infiammazione acuta e in base all’essudato che<br />
si va a formare, un’infiammazione acuta come: sierosa, fibrinosa, suppurativa purulenta, ulcerativa con vera<br />
e propria formazione dell’ulcera. Quali sono i quadri relativi a questi eventi? Qui vedete una cute che in<br />
base all’essudato sieroso si ha un’infiammazione sierosa. Qui vedete un pericardio con infiammazione<br />
fibrinosa purulenta, c’è una flogosi in atto con necrosi e grande popolazione di neutrofili. Qui vedete<br />
un’infiammazione suppurativa più chiara rispetto a quella precedente perche vedete qui la popolazione<br />
cellulare completamente costituita dai nostri neutrofili. Oppure qui vedete un’ulcera che a differenza di<br />
tutte le altre lesioni provoca, come voi sapete, delle escavazioni dove c’è l’evento infiammatorio, ma<br />
addirittura un distacco nella zona dell’infiammazione formando delle vere e proprie ulcere e questo è quello<br />
che noi in genere ritroviamo nell’ulcera peptica; mentre se l’infiammazione ha sede da un’altra parte dello<br />
stomaco, lo scenario cambia.. ecco perché a volte nell’ulcera, quando è peptica e il gastroenterologo va a<br />
fare una gastroscopia, può avere degli esiti cicatriziali se a livello del duodeno, per esempio, si è verificata<br />
precedentemente un’ulcera e quindi un’infiammazione; un buon gastroenterologo vedendo gli esiti<br />
cicatriziali può supporre che lì precedentemente ci sia stata un’infiammazione. Riepilogando, quindi, in un<br />
danno tissutale che si costituisce, come anche una necrosi, abbiamo una risposta che è l’infiammazione<br />
acuta; ci sarà un’infiltrazione di granulociti neutrofili e se c’è distruzione di tessuto possiamo avere, come<br />
dicevamo ieri, l’organizzazione di questo tessuto per formare un ascesso e questa riorganizzazione può<br />
portare o ad un’eliminazione del danno in maniera completa con una riorganizzazione o per meglio dire una<br />
ristrutturazione della zona lesa mediante formazione di un nuovo tessuto che viene chiamato tessuto di<br />
granulazione. Oppure, se la noxa patogena continua nel tempo, con anche la distruzione del tessuto in<br />
esame, possiamo avere un’ulteriore riorganizzazione che si caratterizza proprio nell’infiammazione<br />
persistente e che dura nel tempo. La risoluzione di questo quadro è che possiamo avere una risoluzione<br />
completa, come nel caso dell’ulcera di prima, oppure una guarigione con un nuovo tessuto di riparazione<br />
che poi vedremo oppure il tutto può incanalarsi in un’altra strada che è quella dell’infiammazione cronica.<br />
Qui (figura) vediamo gli stadi di cui abbiamo parlato; quindi la risoluzione non è altro che il ripristino della<br />
struttura dove si è verificata l’infiammazione e addirittura l’essudato viene riassorbito, per cui il tessuto leso<br />
ritorna nella norma. L’importanza di questo processo è che, poiché il danno si conclude tutto sommato e<br />
quindi c’è una risoluzione netta, c’è da tener presente che il tessuto che è preso in considerazione conserva<br />
una sua capacità che è quella di completare questa risoluzione proprio perché ha delle cellule specializzate<br />
che possono in un certo senso rigenerarsi; ecco perché si può avere la risoluzione del processo. Non che si<br />
debba per forza guarire, ma quelle cellule che sono situate in quella determinata zona hanno appunto la<br />
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