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Sbobinature complete Anatomia Patologica - SunHope

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attono il tempo, come il batterista che pratica un po’ di musica sa che due sono le figure fondamentali in<br />

un complesso: il bassista, che sembra che non faccia niente, invece sulle sue note si regola un po’ tutta la<br />

melodia e il batterista; quindi loro battono il tempo. Quindi se ci stanno delle ghiandole cosa significa? Che<br />

se non ci fossero queste cellule, ogni ghiandola se ne andrebbe per i fatti suoi; invece loro, attraverso<br />

mediatori chimici, riescono a dare il tempo, a dire “è il momento di secernere”!! Allora per esempio tutto il<br />

lobulo mammario si trovava nella situazione di tranquillità finchè non arriva questo stimolo<br />

neuroendocrino e improvvisamente le cellule secernono; quindi AZIONE DI COORDINAMENTO. Queste<br />

cellule, come vi dicevo, sono diffuse in tutto il corpo umano. Tenete a mente, ma poi ne parleremo, che vi<br />

sono dei tumori che subiscono un processo di “transdifferenziazione” dall’istotipo epiteliale a quello<br />

neuroendocrino. Per esempio la prostata fa questi scherzi. Ovviamente tumori e cellule neuroendocrine<br />

hanno una diffusione notevole, per esempio nella tiroide le cellule C appartengono al sistema<br />

neuroendocrino, mentre la tiroide in se è una ghiandola endocrina propriamente detta. Poi pure nella cute<br />

ci sono le cellule neuroendocrine, si piazzano anche loro a livello basale, pure loro hanno un’azione di<br />

coordinamento e prendono il nome da colui che le ha scoperte per prime: cellule di Merkel.<br />

Le incidenze di NET, per esempio in Italia ci sono dai 1500 ai 2000 casi all’anno, dove per NET intendiamo<br />

tutti i tumori neuroendocrini. C’è una leggera prevalenza nel sesso femminile, il follow up a 5 anni<br />

globalmente inteso di tutti questi tumori, follow up intermedio di questi pazienti è grosso modo del 67%,<br />

cioè il 67% di questi pazienti, a 5 anni dalla diagnosi, sopravvive. Le casistiche autoptiche, però, ci dicono<br />

che l’incidenza è molto maggiore, è almeno quattro volte quella clinica solo che molte volte questi tumori<br />

non sono funzionanti.<br />

Possono appartenere a diverse categorie e questa vedete è ancora una conferma del ruolo delle cellule<br />

staminali. Abbiamo tumori neuroendocrini fatti tutti da cellule neuoendocrine e allora sono “tumori<br />

neuroendocrini puri”, ma possiamo avere dei “tumori anficrini”, cosiddetti perché la stessa cellula possiede<br />

degli aspetti epiteliali e degli aspetti neuroendocrini, cioè coesistono due fenotipi nella stessa cellula;<br />

vedete, c’è qualche cosa che riguarda le cellule staminali. Poi abbiamo tumori misti o composti, cioè un<br />

tumore che ha delle aree diverse, di carcinoma classico(per esempio) e delle aree di carcinoma<br />

neuroendocrino; così come abbiamo carcinomi compositi dove cellule neuroendocrine e cellule epiteliali<br />

sono mischiate tra di loro, quindi non abbiamo aree distinte, ma le cellule stanno insieme. Per esempio, c’è<br />

un organo come il colon retto dove prevalgono questi tumori compositi. Il 15-30% dei cancri del colon retto<br />

ha una componente neuroendocrina abbastanza importante. Allo stato attuale non è stato ancora studiato<br />

a fondo se questa componente incide o meno sulla prognosi. Cmq sono in corso diversi studi. Come<br />

facciamo a definire l’appartenenza al sistema neuroendocrino? Vi sono dei marcatori generali della<br />

categoria, ce ne stanno un sacco, in effetti noi ne utilizziamo solo due o tre che sono: le CROMOGRANINE,<br />

che si possono dosare anche nel plasma e che sono delle proteine dell’envelope, cioè di quella pellicola che<br />

avvolge il granulo neuroendocrino, per cui se è presente questo antigene, vuol dire che c’è anche la<br />

sostanza neuroendocrina; poi c’è l’ENOLASE NEURONALE SPECIFICA (ENS), che è un enzima caratteristico di<br />

tutta la serie di queste cellule e poi abbiamo la SINAPTOFISINA che pure è un enzima che si ritrova solo in<br />

queste cellule, quindi se noi ci poniamo un problema di diagnosi differenziale, non so, è un carcinoma tipico<br />

o è un carcinoma neuroendocrino? Bhè, basta fare questi due o tre metodi immunoistochimici per la<br />

ricerca di questi antigeni e lo sapremo. Una volta esaurita questa fase, quando noi sappiamo che è un<br />

tumore neuroendocrino, è utile dal punto di vista clinico passare alla seconda fase, cioè utilizzare dei<br />

marcatori specifici per sapere questa cellula che cosa produce. E qua abbiamo una produzione molto<br />

variegata: può produrre catecolamina, calcitonina, encefalina, gastrina, motilina, ove mai sia necessario da<br />

un punto di vista clinico. Facciamo adesso un discorso nosografico perché c’è una certa confusione in<br />

letteratura. Per esempio: CARCINOIDE è un termine storico perché il primo ad identificare questi tumori fu<br />

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