Sbobinature complete Anatomia Patologica - SunHope
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ANATOMIA PATOLOGICA: lezione del 04/11/10 prof. Rossiello<br />
Allora riprendiamo dall’immagine dell’altra volta. Noi abbiamo due zone grigie: da una parte quelle atipie<br />
citologiche che noi consideriamo sospette ma non conclusive (cioè c’è qualcosa di atipico ma il quadro non<br />
è completo), e poi vi sono le cosiddette lesioni indeterminate, termine che in Italia non piace molto perché<br />
è come se uno il vetrino non lo avesse visto; indeterminato è in effetti sinonimo di lesione follicolare.<br />
Abbiamo visto che per fare una diagnosi differenziale tra adenomi e carcinomi follicolari, così come tra<br />
adenoma ossifilo e carcinoma ossifilo, è necessario cercare dei parametri istologici, cioè di angioinvasività o<br />
di invasività capsulare; ovviamente a livello citologico noi non lo vediamo, né sappiamo che in questo caso,<br />
ai fini della diagnosi differenziale, è utile vedere le atipie cellulari. Infatti, in questo caso, noi possiamo avere<br />
una apparente lesione ben differenziata, che però invade la capsula e invade i vasi, allora il carcinoma<br />
follicolare sarà pure ben differenziato, ma è comunque un carcinoma.<br />
Andiamo avanti. Vi ho già spiegato questa classificazione internazionale sulle varie categorie diagnostiche<br />
della citologia aspirativa della tiroide in cui T5 corrisponde a CAD(?), T1 corrisponde a inadeguato, T2 a<br />
lesione benigna, T3 sono lesioni follicolari, T4: sospetto ma non diagnostico. Quindi T3 e T4 corrispondono<br />
al semaforo giallo.<br />
Come appare una lesione follicolare? Come vedete nell’immagine vi sono piccoli gruppi di cellule, questo è<br />
sangue( perché nella tiroide il sangue non manca mai), colloide ne vedete? No, non ce n’è, in genere queste<br />
lesioni follicolari non hanno molta colloide. Ecco, qui (immagine) possiamo vedere meglio le caratteristiche<br />
citologiche: c’è un po’ di colloide però sta dentro a queste strutture che sono dei piccoli follicoli. Due<br />
caratteristiche ci colpiscono: primo, l’aspetto plurifocale,cioè i nuclei stanno più a livelli focali,tanto è vero<br />
che alcuni nuclei sono sfocati e soprattutto l’aspetto sinciziale, sinciziale vuol dire che i nuclei stanno uno<br />
addosso a un altro per cui non si distinguono chiaramente i contorni cellulari. Quindi, aspetto sinciziale e<br />
plurifocale. Quando ci troviamo di fronte ad una lesione del genere ci dobbiamo fermare e dire “lesione<br />
follicolare”, non posso dire di più. C’è sempre la domanda stupida del chirurgo “ma è benigno o è<br />
maligno?”quasi come se io avessi un servizio segreto di citodiagnostica che mi dice la parola giusta!!<br />
Questa (immagine) è una lesione ossifila. Il citoplasma non appare rosa come siete abituati a vedere perché<br />
questa è un’altra colorazione, diversa da quella a cui siete abituati (è la colorazione di Papanicolau), il<br />
citoplasma è molto granuloso e il nucleo è relativamente piccolo rispetto al citoplasma. Queste sono le<br />
atipie citologiche sospette ma non conclusive. Qua vediamo dei nuclei grandi, qualche aspetto sinciziale,<br />
una distribuzione un poco anomala, diciamo c’è qualcosa che non quadra però non abbiamo proprio i<br />
caratteri della malignità. Cosa possiamo fare in questi casi? I markers immunoistochimici, ma ci vorrebbe un<br />
punto interrogativo perché vi ho detto che la galectina, la citocheratina 19 non hanno un valore assoluto.<br />
Possiamo fare un esame definitivo dopo escissione chirurgica, cioè dire “non ti posso dire più niente adesso,<br />
togli il nodulo, te lo esamino dopo l’intervento chirurgico”; quindi si fa una chiruria in due tempi: primo<br />
tempo si toglie il nodulo e si aspetta la diagnosi conclusiva. Se è un carcinoma follicolare probabilmente<br />
l’intervento si estenderà, se è un adenoma follicolare, l’intervento è risolutivo.<br />
La diagnosi intra-operatoria sta scritto “non valida”. Perché non valida? Perché a livello di estemporanea<br />
non si può fare una valutazione completa di quelli che sono i vasi, di quella che è la capsula; l’estemporanea<br />
è un esame che dura poco, pochi minuti, il paziente sta in sala operatoria, né si può dire al chirurgo io te lo<br />
esamino in toto, rimani in anestesia fino al giorno dopo!!! Ecco perché, in questi casi, l’approccio preferibile<br />
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