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Sbobinature complete Anatomia Patologica - SunHope

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additivi sta ad indicare quello che succede quando il fissativo entra in contatto diretto con il nostro<br />

campione chirurgico. Additivo significa che crea dei rapporti stretti con il tessuto, non additivo significa che<br />

non altera la morfologia, la composizione chimica del nostro tessuto. Uno dei motivi per i quali non sempre<br />

la formalina veniva accettata nei laboratori era perché la formaldeide è fra i coagulanti additivi cioè nel<br />

momento in cui noi fissiamo un campione con formalina, in genere viene usata la formalina al 10%, la<br />

formalina crea dei ponti metilici con il tessuto e nel momento in cui noi andavamo a fare le indagini mirate<br />

come la immunoistochimica avevamo dei falsi positivi o dei falsi negativi, si è ovviato a questo problema<br />

applicando delle metodiche che rompevano questi ponti metilici: la pentola a pressione o il forno a<br />

microonde, entrambe queste metodiche applicando una forte energia cinetica al preparato rompono i<br />

ponti metilici.<br />

esiste anche un altro sistema per fissare: le miscele fissatrici e non sono altro che un insieme di tutte le<br />

sostanze di cui abbiamo parlato prima, queste vengono usate in genere nella citologia e esfoliativa .quando<br />

l'operatore allestisce il preparato citologico le cellule vengono strisciate oppure deposte sul vetrino e subito<br />

dopo, immediatamente spruzziamo sul vetrino questo spray quando ancora la cellula e viva, viene<br />

trasportata sul vetrino e oltre essere fissata viene anche bloccato sul vetrino stesso in modo che quando<br />

eseguiremo le altre tecniche di colorazione, la cellula stessa non possa subire i vari cambiamenti di stato<br />

dell'ambiente stesso e non possa più staccarsi dalla vetrino.<br />

una volta che arriva il nostro campione e nel laboratorio, inizia il nostro lavoro.partiamo dall'esempio del<br />

semplice campione chirurgico.il campione viene messo in un contenitore pieno di liquido fissativo per<br />

bloccare tutti processi degenerativi del campione stesso e viene portato in anatomia patologica dopo che il<br />

medico stesso ha completato la scheda di presentazione. Il liquido di fissazione a un tempo di fissazione,<br />

perché il liquido deve penetrare all'interno del campione e chiaramente la velocità del liquido è<br />

direttamente proporzionale non solo alla taglia del tessuto ma anche alla compostezza del tessuto stesso.<br />

Poiché questi passaggi si effettuano per processi di diffusione in fase liquida, se un tessuto è costituito da<br />

un connettivo lasso la velocità del campione (quindi del liquido) va a rilento rispetto a un tessuto più duro;<br />

se poi addirittura abbiamo a che fare con un frammento di osso, non riusciremo mai a fissarlo ma<br />

dobbiamo fare un altro procedimento, e quindi una decalcificazione cioè dal tessuto osseo allontaniamo i<br />

sali di calcio che il tessuto stesso racchiude, dopodiché potremo fare la fissazione, l'osso è l'unico tessuto<br />

che non va fissato prima di essere decalcificato. Una volta che l'abbiamo decalcificato il tessuto diventa<br />

morbido e viene trattato regolarmente come tutti gli altri tessuti.<br />

quindi, dopo aver effettuato l'accettazione in anatomia patologica, confrontiamo i dati delle schede che<br />

sono pervenute con i campioni stessi e diamo ad ogni campione un numero, il numero di protocollo. da<br />

questo momento in poi il nostro campione viaggia con il numero di protocollo, non sarà più accompagnato<br />

né dal nome del paziente né dalla sede del prelievo. La lavorazione del campione da parte<br />

dell'anatomopatologo inizia con una prima descrizione macroscopica di quello che è arrivato, descriviamo<br />

l'organo la lesione il colore le dimensioni di quello che vediamo e subito dopo facciamo dei prelievi, questi<br />

prelievi vengono effettuati nell’area sospetta perché noi vogliamo sapere che cos'è quell'area che non è<br />

una struttura chiara che non è, almeno macroscopicamente ben definita. Una volta fatti questi campioni in<br />

base ai protocolli che usiamo, questi campioni vengono inseriti in queste cellette(immagine) che sono<br />

bucate, queste cellette si chiudono e a lato di queste cellette c'è una scalanatura dove viene inserito il<br />

numero di protocollo. Questo campione che ha le dimensioni di 3 cm per 2 cm e lo spessore di massimo 5<br />

mm viene sistemato in questa celletta. Capirete quindi che se oggi nel nostro laboratorio sono arrivate due<br />

mammelle con il nostro numero di protocollo noi le abbiamo separate; ogni mammella cammina con il suo<br />

numero di protocollo. Quando andiamo a fare prelievi ogni celletta cammina con il suo numero di<br />

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