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Sbobinature complete Anatomia Patologica - SunHope

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<strong>Anatomia</strong> patologica prof Di Costanzo<br />

Se vogliamo partire da un campione chirurgico (un exeresi chirurgica) la prima cosa che si fa subito dopo<br />

l'intervento chirurgico è quella di prelevare il campione.<br />

il campione chirurgico lascia in genere la sala operatoria accompagnato da questo foglio di accettazione, di<br />

presentazione, che si presenta come la carta d'identità del campione che è stato prelevato. Questo perché<br />

noi non lavoriamo a diretto contatto con i chirurghi.<br />

Su questo foglio è sempre riportato, oltre alle generalità del paziente, il tipo di esame richiesto, le<br />

generalità del medico che richiedere l’ esame,poiché noi dobbiamo sempre avere la possibilità di richiedere<br />

notizie cliniche. Questo foglio va compilato quindi necessariamente dal chirurgo nel reparto in cui viene<br />

eseguito l'intervento. È altresì riportato in questo foglio il tipo di intervento. Chiediamo in genere l'aspetto<br />

macroscopico della lesione, un orientamento clinico della lesione. Chiediamo una diagnosi clinica. alcune<br />

notizie cliniche sono per noi importantissime e non sempre il medico richiedente le fornisce e noi siamo<br />

costretti a telefonare nei vari reparti per richiedere notizie più specifiche.<br />

Noi lavoriamo fondamentalmente sul tessuto. Voi sapete che la cellula è formata fondamentalmente da<br />

molecole (proteine, glucidi). Le nostre tecniche sono esclusivamente mirate a questi componenti cellulari.<br />

noi dobbiamo così cercare di lavorare sul tessuto disponibile per avere tutte le risposte possibili e<br />

immaginabili . Noi sappiamo che questi componenti cellulari hanno una caratteristica molto importante:<br />

questi costituenti non riescono a vivere una volta che sono stati allontanati dal loro ambiente naturale, la<br />

cellula stessa si distrugge: faccio un esempio, se voi prendete un pezzo di carne lo lasciate all'aria per lungo<br />

tempo dopo qualche giorno la carne chiaramente va in putrefazione, questo perché questo pezzettino di<br />

carne è stato allontanato alla sua fonte di origine. Lo stesso accede ad un pezzo chirurgico, noi riusciamo a<br />

bloccare questi processi di deterioramento con una tecnica che noi chiamiamo fissazione; perché se la<br />

cellula subisce delle variazioni in questo processo, quando andiamo ad allestire e guardare il preparato<br />

questi fenomeni di putrefazione possono essere evidenziati nel vetrino allestito creando problemi di<br />

interpretazione: quanti fenomeni possono presentare dei quadri di necrosi o quadri di alterazioni simili a<br />

quelli provocati dalla non fissazione? Allora noi dobbiamo essere certi che questo periodo di tempo<br />

dall'intervento chirurgico alla fase immediata della fissazione è quantomeno ridotto al massimo ecco<br />

perché in sala operatoria una volta effettuato il prelievo, questo viene immediatamente portato da un<br />

infermiere in un barattolino e viene effettuato il fissaggio, questo per noi è una cosa importantissima,<br />

poiché noi giochiamo con i costituenti cellulari, se una cellula subisce delle variazioni noi le ritroviamo a<br />

livello delle proteine, a livello dei lipidi, e i cambiamenti delle proteine che si possono verificare sono nella<br />

struttura stessa della proteina quindi non la ritroveremo nella struttura secondaria ma in una struttura<br />

primaria, terziaria, per cui non è la stessa proteina che in natura dovremmo trovare. quindi, come capirete<br />

la fissazione per noi è un momento molto importante, esistono moltissime tecniche ognuna delle quali ha<br />

però i suoi pro e i suoi contro.<br />

abbiamo quindi dei fissativi semplici e delle miscele fissatrici.<br />

Semplici possono avere delle caratteristiche particolari, possono essere fissativi coagulanti o non<br />

coagulanti. Fissativi coagulanti possono essere additivi o non additivi un esempio di fissativo coagulante<br />

non additivo è alcol etilico, metlico o l’acetone un esempio di coloranti additivi è l'acido picrico (?) mentre i<br />

fissativi non coagulanti additivi sono la formaldeide (quella che viene usata generalmente da tutti i<br />

laboratori) la glutaraldeide che viene usata nella microscopia elettronica, il tetrossido di osmio. Alla fine poi<br />

ci sono i fissativi non coagulanti non additivi come l'acido acetico. Il termine di coagulanti additivi e non<br />

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