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Sbobinature complete Anatomia Patologica - SunHope

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pleomorfe, molto bislacche che si insinuano tra le cellule epiteliali. Noi, però, non ci facciamo<br />

ingannare e non lo confondiamo col melanoma. Ce ne accorgiamo attraverso la citocheratina 7 che<br />

viene espressa dalle cellule ghiandolari … quindi ci accorgiamo che sono cellule ghiandolari. Cosa ci<br />

fanno queste cellule tipiche ghiandolari nell’ambito dell’areola mammaria? Dopo molti anni si è<br />

capito questo fatto strano … probabilmente c’entrano anche le cellule staminali.. comunque noi<br />

troviamo, in alcuni carcinomi, queste cellule che sono le cellule del Pachet. Se andiamo a vedere<br />

sotto l’areola, in una percentuale del 95%, troviamo carcinoma in situ o carcinoma invasivo. Chi sa<br />

se negli altri casi in cui troviamo queste cellule ma non vediamo cancro se si tratta di cancri<br />

talmente piccoli che non riusciamo a vedere. Queste cellule di Paget vengono dal basso, dal dotto,<br />

e acquisiscono le capacità migratorie grazie al fenomeno della trans differenziazione di cui già<br />

abbiamo parlato. La migrazione è stimolata da fattori chemio tattici che sono ancora in fase di<br />

studio. Così avviene nel 95% dei casi, forse l’altro 5% sta nel nostro difetto nel trovare un cancro<br />

che sta sotto. Comunque, quando vediamo quel tipo di lesione dobbiamo fare un citologico o<br />

comunque un vetrino anche con la scarificazione della lesione.<br />

Il CARCINOMA INFIAMMATORIO per definizione è, come minimo, uno stadio 4. La mammella si<br />

presenta molto ingrandita, assume un aspetto turgido. All’esame istologico vediamo cellule<br />

atipiche sparse insieme all’infiltrato infiammatorio e vediamo, soprattutto, il coinvolgimento di<br />

tutta la mammella.<br />

Il prof fa vedere un quadro di Rembrandt – Betsabea nel bagno – e comincia a raccontare la storia<br />

di Betsabea (Uria suo marito, il re Davide che era innamorato di sua moglie ecc ecc.). Faccio vedere<br />

questo quadro perché, questa modella che si chiamava Sto…… e mi sembra fosse olandese, aveva<br />

un cancro della mammella. Questo Rembrandt, forse senza accorgersene, risprese anche il cancro<br />

della mammella. Addirittura possiamo fare pure la stadi azione perché vediamo che è impegnata<br />

pure l’ascella<br />

La STADIAZIONE del tumore alla mammella fa un po’ eccezione perché varia un po’ anche la<br />

sopravvivenza. Se la grandezza è inferiore a 2 cm la sopravvivenza sta nella prima curva (il prof fa<br />

vedere una tabella); quindi molto più alta rispetto alle altre. Vedete che c’è una notevole<br />

dirrerenza tra 2 cm e 2-5 cm. Meglio ancora se inferiore ad 1 cm. Questo è importante perché ha<br />

risvolti anche sul comportamento dei medici .. perciò lo screening per il cancro della mammella.<br />

Altra cose importante sono i linfonodi. Se ha linfonodi negativi, in genere, la curva è così…<br />

ovviamente noi dobbiamo pensare che se la grandezza è piccola e i linfonodi sono negativi,<br />

probabilmente la sopravvivenza starà qui.. perché si sommano due fattori positivi. Ci fermiamo per<br />

la pausa ….<br />

Quell’immagine di prima mi ha ricordato una cosa.. Fui invitato ad un convegno … (e inizia a<br />

raccontare una storia in cui parla di un suo amico senologo con una fiorente attività privata che,<br />

quando vide il quadro di Rembrandt, esclamò “lo conosco, lo conosco” e il prof gli rispose<br />

“neanche quella ti sei fatto sfuggire”).<br />

La stadiazione che si segue, apparentemente sembrerebbe complessa ma non è complessa. T sta<br />

sempre per tumore e i carcinomi in situ hanno la sigla is e abbiamo:<br />

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