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I nuovi assetti della narrativa italiana (1996-2006) - Allegoria

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Gianluigi<br />

Simonetti<br />

Il presente<br />

(uso l’etichetta in senso molto inclusivo, all’ingrosso generazionale): esordienti<br />

anagraficamente giovani, di formazione postumanistica, abituati<br />

al mondo veloce dell’informazione e alla figuralità aggressiva – logica surrealista,<br />

violente analogie, montaggio sfrenato – divulgata dall’universo<br />

audiovisivo. 2 Non è un caso, voglio dire, perché il loro sforzo di accelerazione,<br />

pur tenendo conto di alcuni importanti precursori italiani – Arbasino<br />

e Tondelli, soprattutto – dipende soprattutto da modelli non nazionali,<br />

e non letterari, ma, come si sa, eminentemente cinematografici,<br />

televisivi, giornalistici, fumettistici, canzonettistici, o persino videoludici.<br />

Se c’è un tratto importante in cui il romanzo italiano contemporaneo finisce<br />

con l’incontrare il postmoderno statunitense, e occidentale in genere,<br />

questo consiste proprio nell’abbandono <strong>della</strong> tradizione letteraria<br />

come baricentro <strong>della</strong> cultura del romanzo. Inutile ripetere come i testi<br />

dei cannibali abbiano sostituito, forse per la prima volta in modo sistematico,<br />

il passato culturale con l’eterno presente dei media, proponendo<br />

opere che non derivano culturalmente da altra letteratura ma traggono<br />

altrove le loro tessere; 3 vale però la pena di sottolineare che un esito<br />

importante di questo mescolamento delle gerarchie vada ritrovato non<br />

solo nella (duratura) proposta di un nuovo sublime “dal basso” affermato<br />

ormai senza sensi di colpa, 4 quanto proprio in un particolare senso del<br />

ritmo, in una inedita sintassi formale, al servizio di un nuovo edonismo:<br />

più veloce e più – almeno nelle intenzioni – intenso, anzi più intenso perché<br />

più veloce. Già per Tondelli il piacere del testo coincideva sostanzialmente<br />

con una esperienza emotiva dal carattere dinamico; l’energia, la<br />

forza, la qualità di un racconto dipendono per lui soprattutto dal ritmo:<br />

«L’unico spazio che il testo ha per durare è quello emozionale; se dopo<br />

due pagine il lettore non avverte il crescendo, e si chiede: “Che cazzo sto<br />

a leggere?”, quello che non capisce niente mica è lui, cari miei, è lo scrit-<br />

2 Nell’avanguardia di massa realizzata dalla televisione «cars are horses; computers are galaxies,<br />

tombstones or heartbeats; beer is friendship. This is just to say though that Barthes’ theorisation<br />

of the crossing of the syntagm of metaphor and metonymy as the grammatical attitude of postmodern<br />

culture is now the standard language of television»: A Kroker, D. Cook, The Postmodern Scene.<br />

Excremental Culture and Hyper-Aesthetics, New World Perspectives, Montréal 1986, p. 275. Per la formula<br />

di “letteratura cannibale” applicata a una generazione di scrittori legati soprattutto da alcune<br />

costanti formali («<strong>nuovi</strong> autori» che agiscono al di fuori delle «convenzioni letterarie classiche»)<br />

cfr. D. Brolli, Le favole cambiano, in Aa.Vv., Gioventù cannibale. La prima antologia <strong>italiana</strong> dell’orrore estremo,<br />

a cura di D. Brolli, Einaudi, Torino <strong>1996</strong>, pp. VIII e sgg.<br />

3 G. Picone, Ipotesi critiche per la lettura di un’onda, in Id., Fulvio Panzeri, Massimo Raffaelli, Paesaggi<br />

italiani, a cura di A. Ferracuti, Transeuropa, Ancona 1994, p. 42; R. Carnero, Lo spazio emozionale.<br />

Guida alla lettura di Pier Vittorio Tondelli, Interlinea, Novara 1998, p. 28.<br />

4 «Faccio sesso con il paralume, lo faccio di sovente, non ho remore nel dichiararlo, non ho paura<br />

dei miei sentimenti»: A. Nove, Non ho paura dei miei sentimenti, in Woobinda e altre storie senza lieto fine,<br />

Castelvecchi, Roma <strong>1996</strong>, p. 99; «La mia inutile passione per le tangenziali. Lo ammetto senza<br />

problemi, non ho alcuna vergogna»: T. Labranca, Il piccolo isolazionista. Prolegomeni a una metafisica<br />

<strong>della</strong> periferia, Castelvecchi, Roma <strong>2006</strong>, p. 143.<br />

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