Verso la maniera moderna: da Mantegna a Raffaello - Artleo.it
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Giovanni Romano - <strong>Verso</strong> <strong>la</strong> <strong>maniera</strong> <strong>moderna</strong>: <strong>da</strong> <strong>Mantegna</strong> a <strong>Raffaello</strong><br />
missione al Signorelli di un affresco nel<strong>la</strong> Cappel<strong>la</strong> Sistina,<br />
ma l’effetto doveva essere minore sul<strong>la</strong> mente insofferente<br />
di Isabel<strong>la</strong> d’Este. Che del resto <strong>la</strong> voce corrente<br />
favorisse il Perugino e non il Cortonese si constata al<br />
momento in cui il Signorelli verrà chiamato per <strong>la</strong> sua<br />
impresa piú impegnativa; voglio dire gli affreschi nel<br />
Duomo di Orvieto (cappel<strong>la</strong> di san Brizio) che, come è<br />
noto, erano stati prima offerti al Perugino, dichiaratosi<br />
però indisponibile. Anche <strong>da</strong> Venezia, per quanto sede<br />
non molto osp<strong>it</strong>ale per i p<strong>it</strong>tori di altre regioni, venivano<br />
ottime commen<strong>da</strong>tizie sul maestro umbro. I documenti<br />
raccolti <strong>da</strong>l Canuti e riesaminati <strong>da</strong>l Bal<strong>la</strong>rin lo<br />
confermano presente in c<strong>it</strong>tà nell’estate del 1494 e nell’autunno<br />
del 1495, per una impresa di grande importanza,<br />
in quel<strong>la</strong> stessa Sa<strong>la</strong> del Maggior Consiglio, a<br />
Pa<strong>la</strong>zzo Ducale, cui già si è accennato per Bellini 7 . Non<br />
credo esista segno di stima piú invidiabile per un p<strong>it</strong>tore<br />
quattrocentesco, cresciuto in una Italia ancora compattamente<br />
grav<strong>it</strong>ante intorno alle piccole corti, alle sue<br />
c<strong>it</strong>tà commerciali, ai grandi santuari religiosi e alle univers<strong>it</strong>à.<br />
È il segno vistoso che anche <strong>la</strong> cultura figurativa,<br />
fuori delle strette corporative, si adegua al<strong>la</strong> circo<strong>la</strong>zione<br />
di nov<strong>it</strong>à, di mode, di motivi formali, di costumi<br />
intellettuali imposta <strong>da</strong>i letterati cortigiani in continuo<br />
e turbinoso avvicen<strong>da</strong>rsi intorno alle corti, e magari<br />
anche attorno ai piú promettenti empori ed<strong>it</strong>oriali. Il<br />
primato di Perugino va letto per questo verso tanto nei<br />
suoi estremi settentrionali (Pavia, Cremona, Bologna,<br />
ovviamente Venezia) quanto in quelli meridionali (naturalmente<br />
<strong>la</strong> pa<strong>la</strong> commessa <strong>da</strong> Oliviero Carafa per il<br />
Duomo di Napoli, ormai sul<strong>la</strong> metà del primo decennio<br />
del Cinquecento) e abbiamo <strong>la</strong> fortuna di poterne seguire<br />
l’affermazione quasi in presa diretta, attraverso le<br />
fonti contemporanee.<br />
Forse il documento piú curioso è <strong>la</strong> serie di distici che<br />
il notaio Pier Domenico Stati scrisse a commento del<br />
Storia dell’arte Einaudi 7