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Verso la maniera moderna: da Mantegna a Raffaello - Artleo.it

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Giovanni Romano - <strong>Verso</strong> <strong>la</strong> <strong>maniera</strong> <strong>moderna</strong>: <strong>da</strong> <strong>Mantegna</strong> a <strong>Raffaello</strong><br />

un esemp<strong>la</strong>re di Leonardo <strong>da</strong> Vinci r<strong>it</strong>rattista: difficile<br />

dire se per confermare a se stessa una radicata preferenza,<br />

o se per il sospetto che fosse sorto all’orizzonte<br />

un nuovo astro del<strong>la</strong> r<strong>it</strong>rattistica sul quale assumere tempestive<br />

informazioni; per par<strong>la</strong>r chiaro <strong>la</strong> Gallerani<br />

risponderà che, quanto al<strong>la</strong> bravura di Leonardo, «non<br />

se truova un paro» 4 . Ma non bastavano a Isabel<strong>la</strong> tanto<br />

conc<strong>la</strong>mate qual<strong>it</strong>à figurative, se non autorizzate <strong>da</strong> un<br />

elogio letterario, e nel caso del Bellini il problema si fa<br />

difficile. Non si può infatti utilizzare il sonetto O imagine<br />

mia celeste e pura di Pietro Bembo, perché dei primissimi<br />

anni del Cinquecento, ma forse erano giunte alle<br />

orecchie del<strong>la</strong> marchesa le composizioni poetiche in elogio<br />

del p<strong>it</strong>tore che Niccolò Liburnio riunirà ad altre<br />

cose sue, nel 1502, sotto il t<strong>it</strong>olo seducente di Opere gentili<br />

et amorose 5 . Il sospetto si basa sul fatto che il Liburnio<br />

dedicherà proprio a Isabel<strong>la</strong> <strong>la</strong> sua secon<strong>da</strong> raccolta<br />

letteraria (le Selvette del 1513, ricor<strong>da</strong>te nell’inventario<br />

dei libri del<strong>la</strong> marchesa).<br />

Sul <strong>Mantegna</strong> non occorre sostare, dopo le pagine di<br />

apertura sul dono di una casa <strong>da</strong> parte di Francesco<br />

Gonzaga e sul<strong>la</strong> Cronaca di Giovanni Santi, mentre è<br />

opportuno riflettere sul<strong>la</strong> scelta del Perugino; anche in<br />

questo caso il repertorio del<strong>la</strong> Cronaca urbinate ci può<br />

essere di aiuto, come fu di verosimile gui<strong>da</strong> a Isabel<strong>la</strong> 6 .<br />

Dei due coetanei, Leonardo e Perugino, solo questo<br />

secondo è «un divin pictore», a conferma di una gerarchia<br />

che vale per il grande pubblico almeno fino ai cartoni<br />

per <strong>la</strong> Sant’Anna e per <strong>la</strong> Battaglia di Anghiari. Gli<br />

altri fiorentini del momento (Ghir<strong>la</strong>n<strong>da</strong>io, Filippino<br />

Lippi e Botticelli) corrono via senza riconoscimenti partico<strong>la</strong>ri,<br />

salvo <strong>la</strong> giovane età del Lippi junior, e solo con<br />

Luca Signorelli r<strong>it</strong>ornano attributi qualificanti («Luca de<br />

ingegno et spirto pellegrino»), non credo solo per le esigenze<br />

di una versificazione un poco chiacchierina. Sul<strong>la</strong><br />

memoria del Santi forse agiva ancora <strong>la</strong> prestigiosa com-<br />

Storia dell’arte Einaudi 6

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