Verso la maniera moderna: da Mantegna a Raffaello - Artleo.it
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Giovanni Romano - <strong>Verso</strong> <strong>la</strong> <strong>maniera</strong> <strong>moderna</strong>: <strong>da</strong> <strong>Mantegna</strong> a <strong>Raffaello</strong><br />
D]. Su questa lezione di iconografia umanistica dobbiamo<br />
basarci per intendere anche gli altri dipinti dello studiolo,<br />
misurandone l’aderenza o meno al suo semplice<br />
schema. Ovviamente i conti tornano benissimo con <strong>la</strong><br />
Battaglia di Cast<strong>it</strong>à contro Lascivia (che Perugino ha disinvoltamente<br />
ricalcato sul<strong>la</strong> Battaglia di ignudi del Pol<strong>la</strong>iolo)<br />
e tornano altrettanto bene con il cosiddetto Regno<br />
del<strong>la</strong> Poesia (o del<strong>la</strong> Musica) del Costa che, commesso sul<br />
finire del 1504, verrà consegnato due anni dopo: per<br />
ambedue i dipinti il suggerimento iconografico si deve<br />
a Paride <strong>da</strong> Ceresara. I conti non tornano affatto con i<br />
due dipinti del <strong>Mantegna</strong>, dove «invenzione», «expressione»<br />
(cioè attributi per individuare meglio il soggetto)<br />
e «vaghezza» sono intrecciati in modo indissolubile,<br />
e dove non esiste un secondo piano popo<strong>la</strong>bile a piacere.<br />
In una s<strong>it</strong>uazione intermedia si colloca il secondo<br />
dipinto del Costa, dedicato al dio Como, <strong>da</strong> <strong>da</strong>tarsi sul<br />
1511, solo con qualche margine di incertezza. Basti per<br />
ora dire che sul tema del dio Como si era già eserc<strong>it</strong>ato<br />
lo stesso <strong>Mantegna</strong>, preparando un terzo dipinto per lo<br />
studiolo poi non esegu<strong>it</strong>o, e che con tutta verosimiglianza<br />
il Costa si ispirò a quel disegno per il primo piano<br />
del dipinto, riservandosi invece il f<strong>it</strong>to paesaggio sul<strong>la</strong><br />
sinistra e l’arrivo di Arione <strong>da</strong>l mare, con altri come lui<br />
cavalcanti sulle onde 15 .<br />
Non abbiamo notizie su chi suggerí al <strong>Mantegna</strong> i<br />
temi iconografici dei suoi contributi allo studiolo (Como<br />
compreso) ed è molto probabile che, su una «poetica [...]<br />
invenzione» di Isabel<strong>la</strong> d’Este riguar<strong>da</strong>nte il significato<br />
d’insieme del<strong>la</strong> decorazione, <strong>Mantegna</strong> abbia fatto <strong>da</strong> sé.<br />
Non mi pare sia possibile leggere diversamente <strong>la</strong> sua lettera<br />
del 13 maggio 1506 a Isabel<strong>la</strong> stessa: «Ho quaxi forn<strong>it</strong>o<br />
de designare <strong>la</strong> instoria de Como de Vostra Ex.<br />
quale an<strong>da</strong>rò segu<strong>it</strong>ando quando <strong>la</strong> fantasia me adiuterà».<br />
A supporto vengono le perpless<strong>it</strong>à, vere o false<br />
che fossero, del Bellini circa il porre un suo dipinto a<br />
Storia dell’arte Einaudi 13