guido alpa,mario bessone,andrea fusaro - Amministrazione in ...

, dovendosi invece ritenere che la nozione di «proprietà» (e cioè la nozione dei
suoi elementi essenziali) fosse stata in qualche modo «presunta»dal Costituente.
Il che, a dire il vero, può anche concedersi, né è inesatto, purché però si precisi
cosa si intende per contenuto od elemento essenziale della proprietà.
Ed a noi pare che veramente tale sia solo quell insieme di indici di riconoscibilità,
quel minimum che consente di affermare di trovarci in presenza di «proprietà»e non
di altra situazione soggettiva.
E questo minimum non può essere costituito che dalla presenza di alcuni poteri attribuiti
al titolare di quella «situazione giuridica soggettiva tipica complessa» che definiamo
come proprietà, ma non a sua volta da un «contenuto» (quantitativamente
e qualitativamente determinato) di quegli stessi poteri, poiché solo al
legislatore ordinario spetta determinare i caratteri concreti.
In parole semplici, la garanzia costituzionale è solo formale (e perciò «generica»),
come quella che attribuisce sì dei poteri, ma senza «prefigurarne le dimensioni», ciò
che invece spetta al legislatore ordinario.
Quali siano i poteri, non è compito di queste pagine precisare. Si può tuttavia ritenere,
a titolo di ipotesi, che si debba negare essere «proprietà» la titolarità di una situazione
soggettiva in cui manchino del tutto o il potere di godimento, o quello di disposizione
del diritto, oppure il potere di escludere i terzi dal godimento del bene. Ma
va parimenti escluso che (legittima) proprietà sia quella in cui manca la corrispondenza
e l armonia con la funzione sociale voluta dalla Costituzione (con il che si dimostra
anche come proprietà e funzione siano, in un certo senso, cerchi concentrici).
Ci interessa meno, qui, la determinazione del significato della garanzia accordata
alla proprietà c.d. «personale».
Riteniamo che essa vada comunque considerata «specifica» perché precisa il contenuto
di quella particolare forma di proprietà anche dal punto di vista quantitativo,
escludendone (arg. ex art. 36 Cost.) la compressione sotto quel limite oltre il
quale viene meno la stessa possibilità di un esistenza «libera e dignitosa». In questo
senso, e per il raccordo che qui (e solo qui) si instaura tra la proprietà e l esercizio
della personalità, si può proporre il problema (che a nostro avviso deve ricevere soluzione
affermativa) dell inviolabilità o meno di questa peculiare (e limitata) forma
di proprietà. All infuori di questo caso, il diritto di proprietà non può essere riconosciuto
né inviolabile né fondamentale, con i detti attributi, la Costituzione ha delineato,
con sufficiente precisione, gli elementi costitutivi.
(L. Luciani, in Giur. cost., 1977, pp. 1380-1383).
Ne emerge con evidenza la conclusione che la disciplina costituzionale della
proprietà indica che l interesse del privato intanto può essere tutelato in quan-
to non sia in contrasto con l interesse generale. La stessa Corte Costituzionale
ha avallato questa interpretazione delle norme, sottolineando (a proposito del
significato dell art. 44) come il «razionale sfruttamento del suolo e la instaurazione
di equi rapporti sociali, che questa norma pone come indirizzo generale
del legislatore, costituiscono superiori finalità al cui raggiungimento tutti gli altri
interessi debbono essere logicamente coordinati. E spetta appunto al legislatore
tenere conto della maggior misura possibile di tali interessi, sempre nel
quadro delle finalità generali alle quali la Costituzione si inspira» (sent.
61/1957).
Ed è la stessa Corte Costituzionale che in un obiter dictum di una più recente
pronuncia ha escluso che il diritto di proprietà si possa considerare come «diritto
primario e fondamentale» dell individuo (sent. 22/1971).
La formula secondo la quale «la proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla
legge» ha anche ulteriori significati. In particolare, si discute se il Costituente
abbia inteso inserire una riserva di legge formale tale da escludere che i provvedimenti
dei pubblici poteri che incidono, comprimono, limitano, circoscrivono i
poteri dei privati proprietari possano assumere la forma di atti non legislativi, ma
per es. semplicemente amministrativi. Si è visto che il problema si agitava da
tempo in dottrina, ma non si erano offerte soluzioni precise e inequivoche: dalle
pagine di Giuseppe Fragola risulta infatti che numerose sono le limitazioni alla
proprietà privata dettate da provvedimenti amministrativi, da quelli più gravi che
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