editoriale bandiere a mezz'asta in tutta l'italia per i caduti italiani a ...
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Magistrato: Rocco Ch<strong>in</strong>nici.<br />
Giovane, ma di es<strong>per</strong>ienza ne ha<br />
già tanta. Dodici anni Pretore a Partanna<br />
<strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia di Trapani. Dodici anni<br />
amm<strong>in</strong>istrando giustizia, penale e civile,<br />
<strong>in</strong> mezzo alla gente, come piace a lui.<br />
Ch<strong>in</strong>nici è <strong>in</strong> realtà quasi palermitano<br />
di orig<strong>in</strong>e; nato a Misilmeri, alle porte<br />
di Palermo, il 19 gennaio 1925, a<br />
Palermo aveva studiato, completando<br />
gli studi su<strong>per</strong>iori presso il Liceo Classico<br />
Umberto I negli anni della Seconda<br />
Guerra Mondiale. A Palermo aveva<br />
frequentato la Facoltà di Giurisprudenza<br />
nell’Università mentre, <strong>per</strong> dare un<br />
sostegno economico alla propria famiglia<br />
nei difficilissimi anni del dopoguerra,<br />
lavorava come Procuratore nell’Ufficio<br />
del Registro di Misilmeri.<br />
A Misilmeri aveva conosciuto un giovanissima<br />
professoressa, T<strong>in</strong>a Passalacqua,<br />
che era giunta lì <strong>per</strong> un <strong>in</strong>carico<br />
di <strong>in</strong>segnante alla scuola media, che sarebbe<br />
presto diventata sua moglie.<br />
Ma la vicenda umana e professionale<br />
di Rocco Ch<strong>in</strong>nici - almeno f<strong>in</strong>o a<br />
quel fatidico aprile 1966 - è dest<strong>in</strong>ata<br />
ad <strong>in</strong>crociarsi <strong>in</strong>sc<strong>in</strong>dibilmente con la<br />
cittad<strong>in</strong>a <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia di Trapani.<br />
Nel 1952 Ch<strong>in</strong>nici v<strong>in</strong>ce il concorso<br />
<strong>in</strong> Magistratura e - <strong>per</strong> i due anni di<br />
uditorato - viene subito assegnato al<br />
Tribunale di Trapani. Subito dopo viene<br />
assegnato alla Pretura di Partanna.<br />
E proprio <strong>in</strong> quel <strong>per</strong>iodo <strong>in</strong> cui il giovane<br />
Pretore si trasferisce nel centro<br />
belic<strong>in</strong>o nasce la figlia primogenita Cater<strong>in</strong>a<br />
(novembre 1954).<br />
Questa lunga tappa professionale,<br />
che lo porta a diretto contatto con la<br />
cittad<strong>in</strong>anza, segna profondamente la<br />
sua <strong>per</strong>sonalità, dandogli la possibilità<br />
di esercitare le sue doti umane e professionali<br />
e di stabilire con la popolazione<br />
locale una eccezionale s<strong>in</strong>tonia,<br />
che lo porta - tra l’altro - a ritardare a<br />
lungo la partenza <strong>per</strong> un ufficio giudiziario<br />
più grande. In quel felice <strong>per</strong>iodo<br />
nascono gli altri due figli del Magistrato,<br />
Elvira (gennaio 1959) e Giovanni<br />
(gennaio 1964).<br />
La popolazione partannese ricambia<br />
con un atteggiamento di stima e<br />
d’affetto raramente tributati ad un rappresentante<br />
delle istituzioni. Rocco<br />
Ch<strong>in</strong>nici, “lu Preturi” com’era chiamato<br />
da tutti, diviene - sempre più spesso -<br />
la <strong>per</strong>sona alla quale rivolgersi <strong>per</strong><br />
avere un aiuto o anche soltanto <strong>per</strong><br />
sentirsi dire una parola di conforto.<br />
Ch<strong>in</strong>nici è vic<strong>in</strong>o alla gente e la gente<br />
lo capisce. E, sempre più spesso, la<br />
sua mole imponente e l’ist<strong>in</strong>tivo atteggiamento<br />
distaccato si sciolgono <strong>in</strong> calorose<br />
strette di mano ed affettuosi<br />
sorrisi di comprensione e solidarietà.<br />
Ciò nonostante Ch<strong>in</strong>nici non viene mai<br />
meno ai doveri che la sua professione,<br />
la sua missione, gli impongono. Condanna,<br />
quando c’è da condannare,<br />
sempre con umanità, sempre cercando<br />
anche di comprendere le ragioni<br />
dei comportamenti sbagliati <strong>per</strong> dare<br />
alla pena una portata soprattutto rieducativa,<br />
<strong>per</strong> capire dove e come agire<br />
<strong>per</strong>ché quei reati non si ripetano. E<br />
<strong>per</strong> le feste non manca una visita e<br />
qualche piccolo dono <strong>per</strong> i carcerati.<br />
Dopo qualche anno il lavoro di<br />
Ch<strong>in</strong>nici consegue un successo pieno:<br />
“prima che io andassi via da Partanna<br />
- affermava spesso con orgoglio e con<br />
ammirazione <strong>per</strong> quella cittad<strong>in</strong>anza<br />
che aveva colto <strong>per</strong>fettamente i suoi<br />
messaggi - gli unici reati erano qualche<br />
caso di abigeato (furto di bestiame)<br />
o di pascolo abusivo”.<br />
Soltanto nel 1966 Rocco Ch<strong>in</strong>nici<br />
cede alle ormai improcrast<strong>in</strong>abili istanze<br />
di crescita professionale e, a mal<strong>in</strong>cuore,<br />
lascia la cittad<strong>in</strong>a di Partanna<br />
<strong>per</strong> trasferirsi a Palermo.<br />
E da quel momento com<strong>in</strong>cia ad<br />
occuparsi di delicati processi di mafia.<br />
È nel 1970 che gli viene assegnato<br />
il primo grande processo di mafia<br />
quello <strong>per</strong> la “strage di viale Lazio”.<br />
Nel 1975 consegue la qualifica di<br />
Magistrato di Corte d’Appello ed è nom<strong>in</strong>ato<br />
Consigliere Istruttore Aggiunto.<br />
Quattro anni dopo è designato Consigliere<br />
Istruttore e <strong>in</strong>izia a dirigere da titolare<br />
l'ufficio <strong>in</strong> cui o<strong>per</strong>a da tredici anni.<br />
E <strong>in</strong> questo <strong>per</strong>iodo che le Istituzioni<br />
italiane com<strong>in</strong>ciano a vacillare sotto<br />
i colpi di una mafia ormai diventata talmente<br />
potente e sfrontata da sfidare<br />
a<strong>per</strong>tamente lo Stato. Nel 1979 Terranova,<br />
un anno dopo Costa, <strong>per</strong> citare<br />
soltanto i giudici barbaramente trucidati,<br />
ma accanto a loro ci sono politici,<br />
poliziotti, carab<strong>in</strong>ieri, semplici cittad<strong>in</strong>i.<br />
Ed allora Ch<strong>in</strong>nici ha un’<strong>in</strong>tuizione<br />
che fa di lui anche un magistrato particolarmente<br />
moderno: il giudice è vulnerabile<br />
<strong>per</strong>ché, lavorando <strong>in</strong> modo <strong>in</strong>dividuale,<br />
se viene ucciso vengono elim<strong>in</strong>ate<br />
con lui anche le sue <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i.<br />
Grazie alle sue validissime capacità<br />
organizzative, progetta e crea, nel suo<br />
ufficio, dei veri e propri gruppi di lavoro,<br />
una scelta, <strong>per</strong> allora, rivoluzionaria,<br />
dando forma a quelli che saranno poi<br />
def<strong>in</strong>iti “pool antimafia”. Accanto a sé<br />
vuole, tra gli altri, due giovani magistrati:<br />
Giovanni Falcone e Paolo Borsell<strong>in</strong>o,<br />
che andrà proprio a quella Ottava Sezione<br />
che hanno a qualche anno prima<br />
era stata di Ch<strong>in</strong>nici. E con loro che<br />
mette <strong>in</strong> cantiere le prime <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i di<br />
quelli che si caratterizzeranno come i<br />
più grossi processi <strong>per</strong> mafia degli anni<br />
Ottanta. Per tutti, il “rapporto dei 162”,<br />
considerato il nocciolo primordiale del<br />
futuro primo maxi-processo.<br />
L’Ufficio Istruzione del Tribunale di<br />
Palermo diviene, sotto la guida di<br />
Ch<strong>in</strong>nici, un esempio di organizzazione<br />
giudiziaria: “un mio orgoglio particolare<br />
- rivelava allora i Magistrato - è<br />
una dichiarazione degli <strong>in</strong>vestigatori<br />
americani secondo cui l'Ufficio Istruzione<br />
di Palermo è un centro pilota<br />
della lotta antimafia, un esempio <strong>per</strong> le<br />
altre magistrature d’ltalia. I magistrati<br />
dell'Ufficio Istruzione sono un gruppo<br />
compatto, attivo e battagliero”.<br />
Ma Rocco Ch<strong>in</strong>nici non esaurisce<br />
la sua attività nel chiuso delle aule giudiziarie.<br />
Riprendendo quel contatto diretto<br />
con la gente che aveva caratterizzato<br />
il suo lavoro di pretore a Partanna<br />
tanti anni prima, ripropone la figura<br />
del magistrato impegnato a sensibilizzare<br />
<strong>in</strong> senso antimafioso l’op<strong>in</strong>ione<br />
pubblica e le istituzioni.<br />
E questo un altro elemento di grande<br />
modernità del lavoro di Ch<strong>in</strong>nici.<br />
Ora, nel <strong>per</strong>iodo del flagello dell’ero<strong>in</strong>a,<br />
la sua attenzione si rivolge ai<br />
giovani, verso i quali nutre una naturale<br />
propensione ed una paterna e s<strong>in</strong>cera<br />
affettuosità, <strong>in</strong> dec<strong>in</strong>e d’<strong>in</strong>contri<br />
nelle scuole, impegnando così i suoi,<br />
ormai rari, <strong>in</strong>tervalli di tempo libero.<br />
E nel pieno di quest’attività professionale,<br />
sociale e culturale che il 29 luglio<br />
1983, mentre s’acc<strong>in</strong>ge a salire sulla<br />
sua autovettura di servizio ferma davanti<br />
al portone dello stabile <strong>in</strong> cui vive,<br />
<strong>in</strong> via Federico Pipitone, una vettura<br />
apparentemente <strong>in</strong>nocua, una 126 posteggiata<br />
accanto, esplode <strong>per</strong> l’azione<br />
di un telecomando. E la prima autobomba,<br />
imbottita di tritolo che, ponendo<br />
f<strong>in</strong>e vigliaccamente alla vita del Giudice,<br />
segna l’ulteriore e drammatico <strong>in</strong>asprirsi<br />
della strategia di Cosa Nostra.<br />
Assieme al Magistrato <strong>per</strong>dono la vita il<br />
portiere dello stabile Stefano Li Sacchi<br />
e due carab<strong>in</strong>ieri della scorta, Salvatore<br />
Bartolotta e Mario Trapassi.<br />
Un particolare r<strong>in</strong>graziamento<br />
va al nostro socio, Gen Anton<strong>in</strong>o<br />
Rametta, che ha fatto <strong>per</strong>venire<br />
questo speciale contributo alla<br />
memoria di Rocco Ch<strong>in</strong>nici, richiamando<br />
fra i suoi due primi valorosi<br />
collaboratori Paolo Borsell<strong>in</strong>o e<br />
Giovanni Falcone, complimentandoci<br />
anche <strong>per</strong> l’alto <strong>in</strong>carico ricevuto<br />
nella gestione della Fondazione<br />
quale Presidente che vuole specificare<br />
anche il riconoscimento all’o<strong>per</strong>a<br />
meritoria antimafia svolta<br />
dalla Guardia di F<strong>in</strong>anza.<br />
26 Fiamme Gialle 10 / 2003