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Ten. di Vascello della Marina Militare Giuseppe Di Bartolo. Nato a Palermo il 5 settembre 1900, fin da giovane intraprese la carriera del mare. Nell’aprile del 1940 venne nominato, per titoli acquisiti, Tenente di Vascello di Complemento della Regia Marina Militare Italiana. La sera del 10 gennaio 1943, in osservanza degli ordini di evacuazione della base navale di Tripoli, salpò a bordo del Dragamine 36 della Regia Guardia di Finanza. Nel corso della notte, attaccato da soverchianti forze avversarie, nel tentativo di salvare le altre unità del piccolo convoglio scortato, dirigeva la propria nave verso il nemico, serrando le distanze fino ad arrivare a tiro delle proprie piccole armi di bordo. Nell’eroico intento periva con la nave e l’intero equipaggio di Finanzieri. Per quest’azione venne concesso al Ten. di Vascello Di Bartolo la Medaglia d’Oro al Valor Militare con la seguente motivazione: «Comandante di flottiglia dragamine dislocata in zona avanzata d’oltremare, resasi necessaria l’evacuazione della base ed avuto l’ordine di trasferire in Patria la flottiglia, apprestava alla lunga navigazione, con competenza e capacità le unità dipendenti, nonostante le ininterrotte, violente incursioni aeree. Nel corso del trasferimento, attaccato di notte da preponderante formazione di supercaccia avversari, nel sublime tentativo di salvare le altre unità, impartiva l’ordine di dirottare verso la costa mentre con la propria, offerta al supremo olocausto muoveva decisamente incontro all’attaccante, nel disperato tentativo di opporsi alla schiacciante superiorità dei mezzi avversari. Giunto a portata di tiro delle proprie mitragliere impegnava impari lotta, sorretto dall’entusiasmo e dalla fede degli eroi. Colpita la sua imbarcazione più volte e prossima ad affondare, rispondeva al nemico facilmente vittorioso, con le sue ultime raffiche di mitraglia, inabissandosi con la nave e l’intero equipaggio. Fulgido esempio di estrema dedizione alla Patria e di luminosa virtù di Il Presidente Nazionale, Gen. C.A. Pietro Di Marco, a nome dell’ANFI, porge la Bandiera Navale alla Madrina della cerimonia per la consegna del Guardacoste “G3 Di Bartolo” al Corpo. comando. Mediterraneo Centrale, 20 gennaio 1943». Al Regio Dragamine 36 venne concessa la Medaglia d’Oro alla Bandiera con la seguente motivazione: «Dragamine comandato ed armato dal personale della Guardia di Finanza, agli ordini del Comandante della Flottiglia, attaccato nella notte del 20 gennaio 1943 da preponderanti forze navali nemiche, correva incontro all’avversario nell’eroico nell’eroico intento di coprire e salvare le altre unità della formazione, fino a trovarsi a portata delle proprie modestissime armi di bordo. Aperto il fuoco cercava di arrecare al nemico la maggiore possibile offesa continuando a sparare, benché colpito più volte, fino a quando soccombeva nell’impari lotta, inabissandosi con il Comandante e l’intero equipaggio. Guardacoste classe Bigliani “G3 Di Bartolo”. Sublime esempio di indomabile spirito aggressivo, di sovrumana determinazione e di dedizione al dovere sino al supremo sacrificio. Mediterraneo Centrale, 20 gennaio 1943». Dopo le allocuzioni del Dott. Antonino Parisi e del Gen. C.A. Francesco D’Isanto, il Guardacoste ed il suo equipaggio, al comando del Capitano r.n. Roberto Di Vito, sono stati benedetti dal Cappellano Militare Capo della Regione Liguria della Guardia di Finanza, Monsignor Gianni De Negri, che ha letto la “Preghiera del Finanziere”. È stato suonato l’Inno d’Italia, da parte della banda della Marina Militare del Compartimento Marittimo della Liguria, cantato da tutti i partecipanti alla cerimonia, al termine della quale è stata effettuata la visita a bordo. Infine, nei vasti ed accoglienti locali della Stazione Marittima è stato offerto a tutti i partecipanti un “vin d’honneur”. 18 Fiamme Gialle 10 / 2003

SACRIFICIO ED EROISMO DELLA DIVISIONE ACQUI CEFALONIA-CORFU’ 14-25 SETTEMBRE 1943 Il 25 settembre u.s., ricorrendo il 60° anniversario del sacrificio della Divisione “Acqui”, di cui faceva parte il I° Battaglione Mobilitato della Guardia di Finanza, decorato di Medaglia d'Oro al Valor Militare, si è svolta nella Caserma di Via di Bravetta, sede del Reparto Tecnico Logistico Amministrativo del Comando Regionale Lazio della Guardia di Finanza, una toccante cerimonia, che potremmo definire rito per la ricchezza del suo contenuto, per rendere omaggio ai Martiri di quella sventurata Unità dell’Esercito italiano che, lontana dalla Madre Patria, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, seppe reagire alla tracotanza delle truppe tedesche per non venir meno alle leggi dell’onore e del dovere. Alla cerimonia, organizzata dal Col. Salvatore Moscato, Comandante del R.T.L.A. della Guardia di Finanza per il Lazio, sono stati presenti numerosi soci della locale Sezione ANFI, oltre ad una rappresentanza di ufficiali, sottufficiali e militari del Corpo in servizio. Ospite d’onore della celebrazione il Gen. D. MOVM Amedeo De Ianni, che dopo l’intervento del Col. Moscato, ha pronunciato un vibrante discorso che riportiamo qui di seguito: “Signor Col. Moscato, Signori Ufficiali, collaboratori tutti del Reparto Tecnico Logistico Amministrativo di Forte Aurelio. È con grande gioia che mi trovo oggi in mezzo a Voi. Lo dico con sincerità di cuore, abituato come sono a parlare in ambiente militare. L’occasione me l’ha offerta Lei, Comandante Moscato, che mi ha invitato a celebrare la ricorrenza del 60° Anniversario dell’eccidio di di Amedeo De Ianni Roma, 25 settembre 2003 Il Gen. D. MOVM Amedeo De Ianni depone una corona d’alloro al Monumento dei Caduti di Cefalonia - Corfù durante la cerimonia commemorativa svoltasi nella Caserma della Guardia di Finanza di Via Bravetta in Roma, intitolata “Cefalonia- Corfù”. Cefalonia - Corfù. Evento che è testimonianza di morte ma anche di gloria se siamo qui a ricordarlo. E non è un caso che essa fu fornita in Grecia dove per primo l’amor di Patria sbocciò nella poesia. Dove lingua e storia chiamano martire colui che rende, consapevolmente, testimonianza di sé. Come fu per tutti i componenti della Divisione “Acqui”. Ed ecco qui la loro vicenda. L’armistizio dell’8 settembre 1943 trovava quella Unità a presidio delle Isole greche di Cefalonia e Corfù unitamente a cospicui contingenti di truppe tedesche. All’annunzio la prima reazione dei singoli fu festosa. Si pensava al ritorno in Patria, alla famiglia, alla casa. Ma era gioia di breve momento. Non l’abbraccio dei propri cari attendeva, infatti, i Fanti, gli Artiglieri, i Marinai, i Genieri, i Carabinieri ed i Finanzieri, ma il fragore delle armi, la morte, per la maggior parte di loro. Posto di fronte ad un ultimatum germanico, i cui termini consistevano o nella resa delle armi, oppure nella prosecuzione delle operazioni belliche a fianco delle truppe tedesche, il Generale Gandin, Comandante delle Divisione, doveva scegliere tra il mancare al proprio giuramento di fedeltà combattendo insieme a chi non era più amico, oppure cedere le armi nella speranza di avere salva la vita dei suoi uomini. Disse di no il Comandante ma, cosa meravigliosa, dissero di no tutti i soldati liberamente interpellati. In tutti si affermò, unanime, il principio di resistere ad ogni prezzo all’ignobile imposizione, pur senza speranza di vittoria, poiché il totale isolamento preludeva ogni possibilità di rinforzi o di ritirata. La fortissima reazione tedesca non tardò. Per cinque giorni i nostri, sopraffatti da un incontrastato e continuo bombardamento aereo, senza armi sufficienti, con poche Fiamme Gialle 10 / 2003 19

Ten. di Vascello della Mar<strong>in</strong>a Militare<br />

Giuseppe Di Bartolo. Nato a Palermo<br />

il 5 settembre 1900, f<strong>in</strong> da giovane<br />

<strong>in</strong>traprese la carriera del mare.<br />

Nell’aprile del 1940 venne nom<strong>in</strong>ato,<br />

<strong>per</strong> titoli acquisiti, Tenente di Vascello<br />

di Complemento della Regia<br />

Mar<strong>in</strong>a Militare Italiana.<br />

La sera del 10 gennaio 1943, <strong>in</strong><br />

osservanza degli ord<strong>in</strong>i di evacuazione<br />

della base navale di Tripoli,<br />

salpò a bordo del Dragam<strong>in</strong>e 36 della<br />

Regia Guardia di F<strong>in</strong>anza.<br />

Nel corso della notte, attaccato da<br />

soverchianti forze avversarie, nel<br />

tentativo di salvare le altre unità del<br />

piccolo convoglio scortato, dirigeva<br />

la propria nave verso il nemico, serrando<br />

le distanze f<strong>in</strong>o ad arrivare a tiro<br />

delle proprie piccole armi di bordo.<br />

Nell’eroico <strong>in</strong>tento <strong>per</strong>iva con la<br />

nave e l’<strong>in</strong>tero equipaggio di F<strong>in</strong>anzieri.<br />

Per quest’azione venne concesso<br />

al Ten. di Vascello Di Bartolo la<br />

Medaglia d’Oro al Valor Militare con<br />

la seguente motivazione:<br />

«Comandante di flottiglia dragam<strong>in</strong>e<br />

dislocata <strong>in</strong> zona avanzata<br />

d’oltremare, resasi necessaria<br />

l’evacuazione della base ed avuto<br />

l’ord<strong>in</strong>e di trasferire <strong>in</strong> Patria la<br />

flottiglia, apprestava alla lunga<br />

navigazione, con competenza e<br />

capacità le unità dipendenti, nonostante<br />

le <strong>in</strong><strong>in</strong>terrotte, violente<br />

<strong>in</strong>cursioni aeree.<br />

Nel corso del trasferimento, attaccato<br />

di notte da preponderante<br />

formazione di su<strong>per</strong>caccia avversari,<br />

nel sublime tentativo di salvare<br />

le altre unità, impartiva l’ord<strong>in</strong>e<br />

di dirottare verso la costa<br />

mentre con la propria, offerta al<br />

supremo olocausto muoveva decisamente<br />

<strong>in</strong>contro all’attaccante,<br />

nel dis<strong>per</strong>ato tentativo di opporsi<br />

alla schiacciante su<strong>per</strong>iorità dei<br />

mezzi avversari.<br />

Giunto a portata di tiro delle<br />

proprie mitragliere impegnava impari<br />

lotta, sorretto dall’entusiasmo<br />

e dalla fede degli eroi. Colpita<br />

la sua imbarcazione più volte e<br />

prossima ad affondare, rispondeva<br />

al nemico facilmente vittorioso,<br />

con le sue ultime raffiche di<br />

mitraglia, <strong>in</strong>abissandosi con la<br />

nave e l’<strong>in</strong>tero equipaggio. Fulgido<br />

esempio di estrema dedizione<br />

alla Patria e di lum<strong>in</strong>osa virtù di<br />

Il Presidente Nazionale, Gen. C.A. Pietro Di Marco, a nome dell’ANFI, porge la<br />

Bandiera Navale alla Madr<strong>in</strong>a della cerimonia <strong>per</strong> la consegna del Guardacoste<br />

“G3 Di Bartolo” al Corpo.<br />

comando.<br />

Mediterraneo Centrale, 20 gennaio<br />

1943».<br />

Al Regio Dragam<strong>in</strong>e 36 venne<br />

concessa la Medaglia d’Oro alla<br />

Bandiera con la seguente motivazione:<br />

«Dragam<strong>in</strong>e comandato ed armato<br />

dal <strong>per</strong>sonale della Guardia<br />

di F<strong>in</strong>anza, agli ord<strong>in</strong>i del Comandante<br />

della Flottiglia, attaccato<br />

nella notte del 20 gennaio 1943 da<br />

preponderanti forze navali nemiche,<br />

correva <strong>in</strong>contro all’avversario<br />

nell’eroico nell’eroico <strong>in</strong>tento<br />

di coprire e salvare le altre unità<br />

della formazione, f<strong>in</strong>o a trovarsi a<br />

portata delle proprie modestissime<br />

armi di bordo.<br />

A<strong>per</strong>to il fuoco cercava di arrecare<br />

al nemico la maggiore possibile<br />

offesa cont<strong>in</strong>uando a sparare,<br />

benché colpito più volte, f<strong>in</strong>o a<br />

quando soccombeva nell’impari<br />

lotta, <strong>in</strong>abissandosi con il Comandante<br />

e l’<strong>in</strong>tero equipaggio.<br />

Guardacoste classe Bigliani “G3 Di Bartolo”.<br />

Sublime esempio di <strong>in</strong>domabile<br />

spirito aggressivo, di sovrumana<br />

determ<strong>in</strong>azione e di dedizione al<br />

dovere s<strong>in</strong>o al supremo sacrificio.<br />

Mediterraneo Centrale, 20 gennaio<br />

1943».<br />

Dopo le allocuzioni del Dott. Anton<strong>in</strong>o<br />

Parisi e del Gen. C.A. Francesco<br />

D’Isanto, il Guardacoste ed il<br />

suo equipaggio, al comando del Capitano<br />

r.n. Roberto Di Vito, sono stati<br />

benedetti dal Cappellano Militare<br />

Capo della Regione Liguria della<br />

Guardia di F<strong>in</strong>anza, Monsignor<br />

Gianni De Negri, che ha letto la<br />

“Preghiera del F<strong>in</strong>anziere”. È stato<br />

suonato l’Inno d’Italia, da parte della<br />

banda della Mar<strong>in</strong>a Militare del<br />

Compartimento Marittimo della Liguria,<br />

cantato da tutti i partecipanti alla<br />

cerimonia, al term<strong>in</strong>e della quale<br />

è stata effettuata la visita a bordo.<br />

Inf<strong>in</strong>e, nei vasti ed accoglienti locali<br />

della Stazione Marittima è stato<br />

offerto a tutti i partecipanti un “v<strong>in</strong><br />

d’honneur”.<br />

18 Fiamme Gialle 10 / 2003

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