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diARCh - UniCA Eprints

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diga costituisse un eventuale sbarramento all’interno del<br />

nuovo lago per quote d’invaso inferiori al suo coronamento.<br />

Scartata l’ipotesi della totale demolizione della vecchia<br />

struttura, venne prescelta la soluzione di aprire due varchi<br />

su due voltine nella diga di S. Chiara, una volta ultimati i<br />

lavori della nuova diga.<br />

La soluzione prescelta è consistita essenzialmente nell’inserimento,<br />

nelle cavità esistenti tra gli speroni X-XI e XI-XII,<br />

di una struttura scatolare di calcestruzzo armato per ciascun<br />

vano (dimensioni: larghezza m. 7.20, altezza m. 9.00;<br />

lunghezza m. 45 circa). della diga e con la demolizione della<br />

parte in calcestruzzo antistante le voltine delle stesse dimensioni<br />

dello scatolare. L’imbocco per il passaggio dell’acqua è<br />

stato realizzato aprendo le voltine alla quota 61,80 m s.m.<br />

prevista dal progetto e disponendo, in prosecuzione della<br />

calotta delle strutture scatolari, un timpano di chiusura in<br />

c.a. raccordato alle voltine stesse. I bordi superiore e inferiore<br />

dell’imbocco sono stati protetti con un rivestimento in<br />

acciaio. I fianchi dello scatolare, nella sezione di imbocco,<br />

sono stati raccordati agli spigoli degli speroni con una superficie<br />

curva. Per la realizzazione delle due aperture nelle<br />

voltine era richiesto in alternativa la realizzazione di un’opera<br />

di protezione o l’abbassamento a quota adeguata del<br />

livello del lago.<br />

Per quanto concerne le modalità esecutive della demolizione<br />

delle voltine e della parte antistante in calcestruzzo, scartata<br />

l’ipotesi di realizzazione di una tura in terra che sarebbe<br />

risultata di notevoli dimensioni (oltre 20 metri di altezza) ed<br />

esclusa l’ipotesi di abbassamento del livello del lago mediante<br />

pompaggio a causa dei costi troppo elevati, si è previsto lo<br />

svuotamento del bacino dopo la realizzazione da valle sino<br />

al calcestruzzo antistante le voltine delle due strutture scatolari<br />

prima citate. Nei vani prescelti si è pertanto proceduto<br />

alla demolizione delle macchine ed al riempimento con calcestruzzo<br />

sino alla quota dello sbocco di valle (61,80 m s.m.)<br />

ARCHITETTURE PER IL GOVERNO DELL’ACQUA<br />

L’INFRASTRUTTURA RILETTA: IL SISTEMA IDRICO DEL TALORO (SARDEGNA)<br />

ed alla costruzione dei due scatolari sino ad appoggiarsi a<br />

monte al calcestruzzo antistante le voltine.<br />

Contemporaneamente, svuotata la diga sino alla quota di 73<br />

m s.m tramite l’esistente galleria di scarico, era necessario<br />

raggiungere anche a monte la quota di 61,80 m s.m. dello<br />

sbocco dello scatolare a valle. Si è pertanto intervenuti nel<br />

vano della macchina in sponda destra demolendo la stessa<br />

ma lasciando il condotto di scarico a valle in posizione aperta<br />

e intervenendo all’interno del condotto di monte in calcestruzzo<br />

mediante la realizzazione, da quota 73,00 m s.m. a<br />

quota 61,80 m s.m., di una serie di fori DN250 a intervalli di<br />

quota regolari nella parete di monte e nelle laterali mediante<br />

una carotatrice posizionata all’interno del condotto.<br />

Una volta eseguito il carotaggio mantenendo in posto le carote,<br />

veniva effettuato uno sfilamento minimo (dell’ordine<br />

di alcuni centimetri) della carota per permettere l’installazione<br />

da monte di scudi circolari metallici (da parte di sommozzatori)<br />

che impedivano, sfilata completamente la carota,<br />

il passaggio dell’acqua. Successivamente gli scudi venivano<br />

rimossi, sempre con l’ausilio del sommozzatore, per strappo,<br />

consentendo il graduale svuotamento dell’invaso. La demolizione<br />

graduale e controllata delle voltine veniva, quindi,<br />

eseguita senza battente d’acqua a monte mediante un filo<br />

diamantato che passava in opportuni fori (uno superiore ed<br />

uno inferiore) ed azionato da opportune attrezzature scorrevoli<br />

poste nella parte a monte del calcestruzzo antistante<br />

le voltine e delle voltine stesse.<br />

la diga di Kernansquillec (Francia). La diga di Kernansquillec<br />

in Bretagna, vecchia di 75 anni, è stata demolita<br />

nel 1996. Si trattava di una diga a volte multiple alta 15 m e<br />

con un serbatoio di 400.000 m3. Tenuto conto della vetustà<br />

dell’opera, dei rischi indotti a valle e della mancanza di un<br />

potenziale gestore al termine della concessione, la decisione<br />

di demolizione è stata presa dal Prefetto. La gestione dei<br />

sedimenti, che costituivano il 50% della capacità del serba-<br />

97<br />

alessandro sitzia<br />

diga di Santa Chiara a Ula Tirso, apertura<br />

dei varchi nel vecchio sbarramento<br />

e la nuova diga Cantoniera, più a valle.<br />

La vecchia diga è attualmente semisommersa.<br />

(ITCOLD, SAR.D.L.it)<br />

diga di Kernasquillec a seguito della dismissione.<br />

(ITCOLD)

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