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grande Strisaili terminata nel 1948 per la neonata Società<br />
Idroelettrica dell’Alto Flumendosa (poi incorporata nella<br />
Società Elettrica Sarda). Quest’ultima è anche, di fatto, la<br />
prima diga per usi idroelettrici non progettata da Angelo<br />
Omodeo, scomparso nel 1941; ad occuparsi della progettazione<br />
fu Velio Princivalle, ingegnere romano già attivo<br />
nell’ambito delle bonifiche dell’oristanese. Di seguito inizierà<br />
la nuova stagione delle grandi dighe sotto l’impulso delle<br />
risorse della Cassa del Mezzogiorno e del nuovo Ente Autonomo<br />
del Flumendosa, sorto nel 1946 e chiamato a mettere<br />
in pratica lo studio di massima per l’utilizzazione dei deflussi<br />
del medio Flumendosa, per l’irrigazione del Campidano<br />
di Cagliari, per usi potabili e per la produzione dell’energia<br />
elettrica elaborato dal Ministero dei Lavori Pubblici.<br />
L'attività dell'EAF - dispiegata per sessant'anni, prima che<br />
a esso subentrasse I'ERIS (Ente Risorse Idriche della Sardegna)<br />
poi ENAS (Ente Acque della Sardegna), con la legge<br />
regionale 6 dicembre 2006 n. 19 - si sarebbe sviluppata<br />
solo in parte nel solco dei programmi di Omodeo, modificati<br />
dalla politica economica nazionale e regionale, e aggiornati<br />
dall'aumentata domanda idrica, seguita all'incremento<br />
demografico, alla diffusione di colture irrigue, industriali e<br />
specializzate, alla nascita dei grandi complessi industriali e<br />
allo sviluppo dell'urbanizzazione. Nel rispetto dei compiti<br />
istituzionali e delle indicazioni della politica nazionale - per<br />
la quale il Mezzogiorno tornava ad associare il proprio sviluppo<br />
in primo luogo all'agricoltura, di contro a quanto si<br />
era ottenuto sul piano industriale con l'attuazione, seppure<br />
parziale, del progetto ellettro-irriguo -, I'EAF operò per rispondere<br />
alle crescenti esigenze agricole e civili. La realizzazione<br />
degli impianti veniva di seguito a una pluridecennale<br />
attività tecnico-scientifica, che, a partire dall'analisi topografica<br />
e agro-pedologica del territorio, dallo studio della<br />
trasformazione irri-gua del Campidano di Cagliari, s'indirizzava<br />
verso la razionale utilizzazione delle acque del Flumen-<br />
ARCHITETTURE PER IL GOVERNO DELL’ACQUA<br />
L’INFRASTRUTTURA RILETTA: IL SISTEMA IDRICO DEL TALORO (SARDEGNA)<br />
dosa. Nel 1958 il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici approvava<br />
il Piano di massima per la razionale utilizzazione a<br />
scopo irriguo del bacino idrografico del medio Flumendosa,<br />
detto anche Piano generale di irrigazione (redatto nel 1957),<br />
al quale seguiva nel 1969 un nuovo Piano regolatore generale<br />
per soddisfare la richiesta globale d'acqua del Campidano<br />
di Cagliari, che, elaborato dall'EAF, sarebbe stato alla base<br />
della progettazione successiva.<br />
Nel secondo Novecento i problemi della modernizzazione<br />
dell'Isola, che per Omodeo si sarebbero avviati a soluzione<br />
attraverso la tutela dei boschi, la «creazione» dei fiumi e la<br />
più generale sistemazione dei bacini idrografici, vennero affrontati<br />
da diverse prospettive e attraverso l'attività di enti<br />
che posero fine all'azione unitaria, la sola in grado di conseguire<br />
gli obiettivi preposti, secondo l'ingegnere. La gestione<br />
della produzione e distribuzione elettrica venne monopolizzata<br />
dalla SES fino al 1963, quando con la nazionalizzazione<br />
a essa subentrò l'ENEL.<br />
37<br />
alessandro sitzia<br />
M. L. De Felice in Dighe della Sardegna,<br />
ed. Ilisso, 2011<br />
Ente Autonomo del Flumendosa, "La<br />
valle del Campidano. Gli obiettivi previsti<br />
nel piano di irrigazione dell'Ente<br />
Flumendosa", in Sardegna fieristica, a.<br />
1969, n. 8.