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diARCh - UniCA Eprints

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R. Coriasso, Il sindacato elettrico della<br />

Cgil 1945-1970, Ediesse, Roma 1985, p.<br />

109.<br />

l’invaso del Coghinas aveva una capacità<br />

di 250 milioni di Mc con una potenzialità<br />

produttiva di 90 mKw/anno; esso fu<br />

collegato all’invaso del Tirso per risolvere<br />

le questioni ancora irerisolte circa<br />

l’irrigazione del Cmpidano di Cagliari e<br />

di Oristano.<br />

elenco delle imprese considerate a bilancio<br />

al 31 dicembre 1965 – Atti Parlamentari<br />

della Camera dei Deputati, IV<br />

legislatura<br />

36<br />

d i ARCh<br />

dipartimento di architettura - università di cagliari<br />

dottorato di ricerca in architettura - xxiv ciclo<br />

nell’area veneto-emiliana; il Gruppo La Centrale, società finanziaria<br />

che impiegava più della meta del suo capitale in<br />

imprese elettriche operanti per la maggioranza in Toscana e<br />

Lazio; infine il Gruppo Strade Ferrate Meridionali, holding<br />

composta da tre società, tra cui la Sip e la Sme. Ognuna di<br />

queste società si configurava come un gruppo multiplo, che<br />

controllava a sua volta un complesso di aziende elettriche<br />

minori o di diversa natura. La struttura industriale risultava<br />

cosi estremamente complessa, ma il suo controllo era concentrato<br />

nelle mani di circoli assai ristretti della finanza e<br />

dell’industria.<br />

Questa concentrazione finanziaria era dovuta non solo agli<br />

ingenti investimenti necessari, ma anche alle esigenze tecniche<br />

legate alla distribuzione dell’energia: lo sviluppo di questo<br />

settore fu determinato innanzitutto dalla possibilità di<br />

trasportare l’energia a grandi distanze, per cui era più economico<br />

che i produttori di energia si suddividessero le zone<br />

di influenza, al fine di garantire la razionalizzazione delle<br />

reti di distribuzione.<br />

In Sardegna si riscontrano alla data di entrata in vigore della<br />

legge sulla nazionalizzazione dell’energia, circa 33 imprese<br />

produttrici tra cui: la Società Imprese Idrauliche ed Elettriche<br />

del Tirso, la Società Elettrica Sarda, la Società Idroelettrica<br />

Alto Flumendosa, la Società Elettrica del Taloro, più le<br />

Imprese Elettriche dei comuni di Tiana, Pattada, Ula Tirso,<br />

Burcei, Mogorella, S.Teodoro, Tadasuni, Aggius, Nuoro,<br />

Osilo; compaiono in lista numerose aziende di privati tra cui<br />

la Ditta Francesco Guiso Gallisai di Nuoro.<br />

ll 4 novembre 1911 si costituiva la Società elettrica sarda<br />

S.E.S. sostenuta dalla B.C.I. e dalla Società strade ferrate<br />

meridionali. Scopo principale: esercizio di centrali generatrici<br />

d’energia elettrica da erogarsi come forza motrice per<br />

trazione ed altri usi industriali, ferrovie e tranvie. Determinante<br />

il concorso di Angelo Omodeo il quale, su incarico<br />

della B.C.I. e della S.E.S., presenterà progetti ai fini della<br />

regolamentazione delle acque del Tirso con la costruzione di<br />

una diga che permetterà l’utilizzazione della corrente elettrica<br />

(carbone bianco) e l’irrigazione del Campidano, fra cui<br />

il Terralbese affacciato sul Golfo d’Oristano. Nel 1962, in<br />

seguito alla nazionalizzazione dell'energia elettrica, la società<br />

fu assorbita dall'ENEL (siusa.archivi.beniculturali.it) le<br />

cronache dell’epoca raccontano che, nel mentre si terminava<br />

la diga di Santa Chiara, emerse con forza la necessità di<br />

implementare la dotazione idrica per uso irriguo in quanto<br />

la compresenza degli usi energetici e civili del nascente bacino,<br />

in riferimento anche alle giovani esperienze nazionali,<br />

avrebbe favorito il primo a scapito della vocazione irrigua<br />

della riserva idrica, specie nei periodi estivi o di siccità dove<br />

la domanda crescente di energia elettrica fornita continuativamente<br />

avrebbe intaccato i livelli dell’invaso rendendolo<br />

incapace di offrire la propria risorsa per altri fini; perciò nel<br />

1918 venne avanzata, dalla holding Comit-Bastogi, la domanda<br />

di concessione per la costruzione della diga di Muzzone,<br />

sul Coghinas in comune di Oschiri. Dopo un lungo<br />

iter amministrativo, al quale intervenne lo stesso Mussolini,<br />

i lavori partirono nel 1923 per terminare nel 1925 su progetto<br />

di massima di Omodeo e l’esecutivo di Luigi Kambo, con<br />

funzioni irrigui, potabili, idroelettrici e industriali, funzioni<br />

che detiene a tutt’oggi. Nello stesso anno venne terminata<br />

anche la più piccola diga di Busachi, a valle della diga di<br />

Santa Chiara, oggi dismessa, per scopi irrigui e produzione<br />

di energia elettrica (progetto di Omodeo).<br />

Di seguito, a parte due episodi di piccole dighe per usi potabili<br />

a La Maddalena e Sassari (Bunnari alta) datate rispettivamente<br />

1935 e 1932, ed una falsa partenza nel 1926 con<br />

l’innovativa diga a speroni e vani interni di Bau Muggeris<br />

(terminata solo nel 1949 su progetto esecutivo dell’ing. Claudio<br />

Marcello), occorrerà aspettare il dopoguerra per vedere<br />

terminata la prima diga ad uso idroelettrico della nuova Repubblica:<br />

lo sbarramento di Bau Mela in territorio di Villa-

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