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a contributi a fondo perduto); nacque così la Società Imprese<br />
Idrauliche ed Elettriche del Tirso che 10 anni dopo diverrà<br />
titolare del più grande bacino acquifero artificiale d’Europa<br />
ed esempio, a livello mondiale di una metodo di intervento<br />
complesso sul territorio capace di coniugare lo sfruttamento<br />
industriale delle risorse con la bonifica del territorio grazie<br />
alle acque dell’invaso. Nel 1915 fu pronto il progetto esecutivo<br />
dell’impianto a firma di Omodeo, nella veste, inoltre, di<br />
consulente esterno alla neonata azienda.<br />
Alle capacità della tecnica ingegneristica per la costruzione<br />
di un'opera così importante, si sarebbe dovuta aggiungere<br />
una altrettanto notevole disponibilità finanziaria, capace di<br />
fornire gli oltre 350 milioni di lire occorrenti (dato che i<br />
contributi pubblici, pari a circa 145 milioni di lire, sarebbero<br />
stati erogati in diverse annualità), circa 1,5 miliardi di euro<br />
attuali.<br />
Il progetto iniziale subì diverse modifiche fino al 1918<br />
quando presero il via i lavori di costruzione con un nuovo<br />
progetto a firma dell’Ing. Kambo che prevedeva una rivoluzionaria<br />
struttura in speroni e voltine, volta a minimizzare<br />
l’impiego di materiale a scapito di un elevato fabbisogno di<br />
manodopera, a quel tempo a buon mercato.<br />
La legislazione vigente a suo tempo, consentendo l’ingresso<br />
del capitale privato nella costruzione e soprattutto nella<br />
gestione poi della risorsa idroelettrica, portò, dagli albori e<br />
fino alla nazionalizzazione dell’energia avvenuta nel 1963,<br />
alla concentrazione delle ricchezze provenienti dalla gestione<br />
del patrimonio energetico, in grandi monopoli. A parte<br />
le aziende municipalizzate e alcuni impianti gestiti da auto<br />
produttori, il territorio nazionale venne spartito fra quattro<br />
grandi società che controllavano nel 1941 e per il 95%, una<br />
galassia di 200 società private: La Edison, leader del settore,<br />
che controllava le imprese operanti in Piemonte, Lombardia,<br />
Liguria, Emilia e Trentino; la Sade (Società adriatica di<br />
elettricità), la cui influenza si concentrava prevalentemente<br />
ARCHITETTURE PER IL GOVERNO DELL’ACQUA<br />
L’INFRASTRUTTURA RILETTA: IL SISTEMA IDRICO DEL TALORO (SARDEGNA)<br />
35<br />
alessandro sitzia<br />
1926 - diga di Muzzone sul Coghinas,<br />
Oschiri (SS), progetto preliminare<br />
di A.Omodeo e esecutivo a cura di<br />
L.Kambo<br />
(A.OMOD)