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sopra<br />
Ritratto di Angelo Omodeo, Milano<br />
febbraio 1930, autore E.Sommariva<br />
(Fondo Sommariva, Milano)<br />
A.Omodeo, Nuovi Orizzonti dell’Idraulica<br />
Italiana, Problemi Italiani, anno II,<br />
fasc.4, 1923<br />
(A. Omodeo, Le forze idrauliche in Italia, in<br />
Critica sociale, n_ 5, 1 marzo 1901, ora<br />
in A.F. Saba (a cura di), Angelo Omodeo.<br />
Vita, progetti, opere per la modernizzazione.<br />
Una raccolta di scritti, Roma-Bari, Laterza,<br />
2004, p. 163.)<br />
Congresso degli Ingegneri ed Architetti<br />
Italiani, Atti del decimo congresso degli<br />
ingegneri ed architetti italiani in Cagliari.<br />
Ottobre 1902, Cagliari, Tipo-litografia<br />
commerciale, 1905.)<br />
M. L. De Felice in Dighe della Sardegna,<br />
ed. Ilisso, 2011<br />
32<br />
d i ARCh<br />
dipartimento di architettura - università di cagliari<br />
dottorato di ricerca in architettura - xxiv ciclo<br />
Paese, dove la portata dei corsi d’acqua è costante e dove lo<br />
sviluppo industriale era già avviato.<br />
Il Sud in relazione allo sviluppo industriale complessivo del<br />
Paese oltre all’effettiva situazione di inferiorità strutturale,<br />
scontava la difficoltà rappresentata dal dissesto idrogeologico,<br />
determinato da secoli di sfruttamento dissennato del<br />
patrimonio boschivo. Le zone di montagna erano franose e<br />
insidiose: d’inverno l’acqua non era trattenuta dal terreno e<br />
precipitava velocemente e pericolosamente a valle, mentre le<br />
zone in pianura erano infestate dalla malaria.<br />
Con la legge del 29 marzo 1903 sulla municipalizzazione<br />
dei pubblici servizi si dà facoltà ai Comuni di assumere, fra<br />
l’altro, la gestione dei servizi di “produzione e distribuzione<br />
di forza motrice idraulica ed elettrica” e la costruzione dei<br />
relativi impianti. Diversi Comuni, fra i maggiori: Milano,<br />
Roma, Torino provvidero rapidamente alla costruzione di<br />
centrali, prima termoelettriche e subito dopo anche idroelettriche.<br />
Nel 1909 nasce l’AEM di Milano che costruisce la<br />
Centrale di Grosotto entrata in attività nel 1910 e, successivamente,<br />
la centrale di Grosio con una linea di trasporto a<br />
220000 V a doppia terna che transita per il passo Mortirolo.<br />
Il dibattito tecnico riferito alle grandi prospettive offerte<br />
dalla veloce evoluzione della produzione dell’energia elettrica<br />
legata al moto dell’acqua, aveva avuto una prima discussione<br />
tra gli ingegneri italiani nel loro congresso nazionale<br />
di Genova nel 1896. Ne avrebbero dibattuto nuovamente,<br />
con ancor maggiore convinzione, nel 1902 nei lavori del<br />
congresso celebratosi a Cagliari, in cui sarebbe emersa la figura<br />
di Angelo Omodeo, un ingegnere idraulico di grande<br />
fama, deciso assertore dell'industria idro-elettrica come<br />
principale forza di sviluppo e di progresso per un Paese,<br />
povero di prodotti energetici.<br />
Sarebbe partito proprio da quel congresso il convincimento<br />
di un gruppo di illuminati tecnici e tecnocrati cagliaritani<br />
che l'isola poteva trarre grande giovamento da quegli im-<br />
pianti. D'altra parte il governo delle acque fluviali (per l'irregolarità<br />
delle piogge) era da tempo un problema importante<br />
per il governo della bonifica di molti territori dell'isola. La<br />
costruzione di grandi serbatoi artificiali avrebbe permesso,<br />
attraverso l'utilizzazione ai fini agricoli e industriali delle<br />
acque, di tracciare e percorrere, dopo tanti secoli di arretratezza<br />
feudale, quella "via sarda" alla conquista dell'elettricità<br />
e del progresso. Raggiungendo così quello status sociale di<br />
tipo continentale, che era da sempre la grande aspirazione<br />
della gente sarda.<br />
«L'acqua, che spumeggia e canta per le vallate dei nostri monti, sperpera,<br />
per la sola delizia di pochi indigeni od esotici alpinisti, corrodendo<br />
rocce, rotolando massi, aumentando la propria temperatura, una forza<br />
viva immensa; deviata da opportuni canali, lanciata su turbine veloci,<br />
essa trasformerebbe da potenziale in attuale la propria energia. Le dinamo<br />
azionate dalle motrici suscitano, mercé le variazioni magnetiche,<br />
le onde elettriche nell'etere, che trasportano fulminee l'energia via via<br />
pei lcenti fili di rame, fino alle industri città della pianura, spingendo<br />
treni e tramvie, animando macchine, distribuendo calore alle industrie<br />
elettrotermiche, e accendendo le miriadi di lampade sparse per le case e<br />
le vie cittadine».<br />
L'immagine di progresso, capace di trasformare una natura<br />
dissipatrice di energie in una vantaggiosa e intensa azione<br />
economica, affiora prepotente dalle pagine di Angelo Omodeo.<br />
L'ingegnere di Mortara pubblicava il saggio su Le forze<br />
idrauliche in Italia nel 1901, nella Critica sociale, il giornale<br />
di Filippo Turati. Il contributo intendeva fare il punto sulle<br />
possibilità di espansione dell'energia elettrica in Italia, ma<br />
anche incalzare l'attenzione e l'intervento dei socialisti sulle<br />
questioni "tecniche", premessa, per Omodeo, di ogni sviluppo<br />
sociale, economico e politico. Egli sollecitava la modifica<br />
della legislazione sulle derivazioni delle acque pubbliche,<br />
risalente al 1884: ne reclamavano l'esigenza i progressi<br />
dell'elettrotecnica, delle trasmissioni elettriche dell'energia<br />
a distanza, ma anche gli appetiti delle imprese interessate