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F.Murgia, L’importanza del Bacino del<br />
Taloro per l’avvenire economico della<br />
Sardegna, discorso pronunciato alla assemblea<br />
costituente nella seduta del 6<br />
novembre 1947 – Tipografia Camera dei<br />
Deputati<br />
a destra<br />
diga di Gusana sul Taloro: coronamento,<br />
ottobre 1961<br />
(A.OMOD, P.TMM)<br />
26<br />
d i ARCh<br />
dipartimento di architettura - università di cagliari<br />
dottorato di ricerca in architettura - xxiv ciclo<br />
mento ad una letteratura e ad una esperienza universalmente<br />
condivisa, a maggior ragione in riferimento al fatto che le<br />
esperienze finora maturate riguardano piccoli invasi creati<br />
da dighe di ridotte dimensioni se confrontate con la media<br />
delle grandi dighe presenti tuttora in Italia.<br />
Un passo successivo sarà la riappropriazione del valore del<br />
manufatto secondo un punto di vista architettonico; attraverso<br />
l’analisi delle forme (su un piano prettamente estetico)<br />
coinvolgerà rimandi culturali più universali per meglio<br />
comprendere le radici della fascinazione estetica operata<br />
da oggetti progettati su leggi fisiche e attraverso procedure<br />
condivise nella letteratura corrente pur essendo, ripeto, ogni<br />
invaso un caso unico a se stante.<br />
Parallelamente all’estetica della grande infrastruttura in calcestruzzo,<br />
verrà inquadrato il tema della sua collocazione<br />
all’interno di un contesto paesaggistico fortemente modificato<br />
dall’innalzarsi delle acque che, come una sorta di superficie<br />
equipotenziale ingloba e cancella le preesistenze, siano<br />
esse strade o case, piuttosto che muri a secco di terreni o<br />
sentieri della transumanza, disegnando, al contempo, la linea<br />
frastagliata del nuovo litorale montano.<br />
Il sistema del Taloro offrirà un esempio concreto di storia<br />
dell’ingegneria legata al caso singolo. Le tre dighe poste a<br />
sbarramento del torrente Taloro, affluente del fiume Tirso,<br />
completano un sistema ipotizzato già nel 1929 al fine di implementare<br />
la produzione di energia elettrica della già esistente<br />
diga di Santa Chiara elevando il “salto” a quota 642<br />
m. s.l.m. con un sistema di invasi e condotte in pressione.<br />
L’opera maggiore di questo sistema è la diga di Gusana, la<br />
prima a doppio arco fortemente asimmetrica costruita in<br />
Italia e, forse, nel mondo fino al 1963, giacché, come scrive<br />
lo stesso Aldo Maffei (l’ingegnere a capo dell’ufficio tecnico)<br />
per la progettazione dell’opera ci si dovette affidare alla<br />
creazione di 14 modelli sperimentali, alcuni testati a rottura<br />
nei laboratori dell’ISMES di Bergamo allora diretta dal<br />
Prof. Oberti.<br />
Una progettazione raffinata che produce infine un oggetto<br />
la cui linea asciutta e pulita dell’arco sotteso tra i due pendii<br />
unita alla discreta linea d’ombra del coronamento, lo fanno<br />
assomigliare più ad un oggetto di design che ad una infrastruttura<br />
idraulica. Oggetto architettonico e culturale dunque<br />
il cui valore non sta solo nel design ma anche nell’indiscutibile<br />
fatto che la sua costruzione segna, in occidente e<br />
in Italia in particolare, la prima forma compiuta di rilancio<br />
dell’industria dei consumi di cui l’energia idroelettrica è stata<br />
identificata come il volano iniziale.<br />
Si è delineato lo snodarsi metodologico di un complesso e<br />
strutturato sistema di aperture interdisciplinari a riferimenti<br />
tra loro apparentemente disgiunti che consente di acquisire<br />
una consapevolezza più ampia, sebbene apparentemente<br />
eterogenea, delle questioni aperte dal sistema dinamico che<br />
gravita attorno all’oggetto diga.<br />
La questione centrale è la creazione di una Storia della Ingegneria<br />
delle Dighe, elevata a settore disciplinare autonomo,<br />
al fine di acquisire un set di informazioni storiche e culturali,<br />
ma anche tecniche e metodologiche, che possano guidare<br />
le scelte dei futuri tecnici o architetti chiamati a intervenire<br />
sulle opere per meglio conservare il presente sia come bene<br />
culturale, sia come risorsa strategica per l’intero territorio.<br />
E’ sul territorio che il sistema diga impone la modifica estesa<br />
del paesaggio, le sue trasformazioni al variare repentino<br />
dei livelli degli invasi (e i alcuni casi alla loro completa scomparsa<br />
nell’arco di una o due generazioni), alle modifiche delle<br />
economie locali legate al lavoro della terra, alle possibilità<br />
offerte dalle nuove condizioni.<br />
Se tutto questo è vero, provato e descrivibile, allora è possibile<br />
dare una risposta, seppur ancora imperfetta, alle domande:<br />
la diga è architettura? Questi oggetti hanno la forza<br />
per riuscire a storicizzarsi elevandosi al rango di eventi culturali?