diARCh - UniCA Eprints
diARCh - UniCA Eprints
diARCh - UniCA Eprints
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
ARCHITETTURE PER IL GOVERNO DELL’ACQUA<br />
L’INFRASTRUTTURA RILETTA: IL SISTEMA IDRICO DEL TALORO (SARDEGNA)<br />
Criticità del sistema opportunità offerte da una ricerca nel campo delle<br />
architetture delle dighe<br />
Appare evidente come la soluzione di conservare lo sbarra- Ai fini della presente ricerca, il 4° scenario qui proposto apmento<br />
dopo lo svaso sia principalmente sostenuta da motipare come la condizione ideale per il proseguo della raccolta<br />
vi economici: rimuovere centinaia di migliaia di mc di cal- di dati sulla struttura; così liberata dall’invaso – quindi frucestruzzo<br />
in luoghi a volte pressoché inaccessibili implica un ibile a tutto tondo – e sgravata da tutta una serie di vincoli<br />
accantieramento di poco inferiore a quello occorso per la co- normativi che ne rendevano complesso anche il solo avvicistruzione;<br />
si pone poi il problema dello smaltimento dei denamento, la diga si offre nella sua interezza nelle mani della<br />
triti risultanti e il ripristino dello stato dei luoghi precedenti ricerca e nella condizione ideale per quel lento processo di<br />
la costruzione. Avendo ancora chiare le immagini dei cantieri storicizzazione che andrà a legarla indissolubilmente ai luoghi<br />
del sistema idrico del Taloro appare chiaro come quest’ulti- naturali che la ospitano.<br />
ma procedura sia nei fatti inattuabile per via delle alterazioni Finora, per i noti e tragici motivi, una condizione simile si<br />
morfologiche irreversibili create per le fondazioni della diga. riscontra in Italia sulle dighe del Vajont (1960) nel Friuli-Ve-<br />
Apparentemente la soluzione di conservare il manufatto apnezia Giulia , del Molare (1935) in Liguria e del Gleno (1923)<br />
pare priva di criticità, al netto delle operazioni di deflusso in Lombardia, tutte protagoniste di eventi tragici legati o al<br />
delle acque descritte prima.<br />
collasso della struttura, o ad eventi franosi all’interno dell’in-<br />
Tuttavia occorre sottolineare come questa soluzione sia in revaso con conseguente rilascio di grandi volumi di acqua a<br />
altà finalizzata a terminare qualsiasi operazione di diagnosi valle. Su questi oggetti, e in particolar modo sul Vajont, molto<br />
e controllo della struttura, avendo annullato ogni fattore di si è fatto in termini di ricerca, soprattutto indirizzata al repe-<br />
rischio per le popolazioni a valle.<br />
rimento di dati utili alla individuazione delle cause (circa il<br />
Dal punto di vista della conservazione del bene, questo pone disastro del Gleno, dove una porzione di diga collassò sotto la<br />
in essere alcune criticità legate alla necessità di una verifica spinta dell’acqua, le cause non sono ancora del tutto chiarite),<br />
periodica delle opere, specie quelle realizzate in calcestruzzo ma anche al racconto delle storie legate alla costruzione e alle<br />
armato (opere di presa, coronamenti e altro) e tutte quelle popolazioni interessate. Alla diga del Vajont è inoltre legata<br />
strutture metalliche che caratterizzano l’estetica e la visione un’altra storia: quella della SADE, una delle grandi imprese di<br />
didascalica e funzionale della diga (paratie mobili, sovrastrut- produzione di energia idroelettrica in Italia prima della nazioture<br />
apparati meccanici di supporto e regolazione). nalizzazione del 1963. La sua storia (al pari di altre aziende),<br />
Ulteriore criticità si riscontra sul piano economico e normati- sviscerata in ogni singola parte, aggiunge contributi in qualsivo:<br />
una diga così dismessa a chi appartiene? Quale ente o geasi settore di ricerca che abbia per tema l’idroelettrico in Itastore<br />
è chiamato a salvaguardarne l’integrità? In questo senlia, creando legami e rimandi persino riguardo la costruzione<br />
so gli apporti dalla letteratura in merito sono ancora troppo della diga di Gusana (e altre in Sardegna). Appare chiaro dun-<br />
scarni per poter individuare una prassi legata alla gestione que il potenziale offerto da una ricerca curata caso per caso<br />
della post-dismissione.<br />
quando questa riesce infine a legarsi con altre storie analoghe.<br />
Ciò che manca attualmente è proprio il filo rosso comune .<br />
205<br />
alessandro sitzia<br />
dall’alto:<br />
Diga di Bromme, Francia, una diga a<br />
doppio arco del 1907; la dismissione è<br />
avvenuta tramite demolizione di una<br />
porzione di parmento alla base della<br />
stessa.<br />
Diga di Combamala in Piemonte;<br />
nell’immagine in basso le nuove opere<br />
di presa ricavate tra i vani degli speroni<br />
in calcestruzzo.<br />
(PROG.D. , FLICKR)