diARCh - UniCA Eprints
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scenario<br />
04<br />
204<br />
d i ARCh<br />
dipartimento di architettura - università di cagliari<br />
dottorato di ricerca in architettura - xxiv ciclo<br />
ipotesi Procedure Forza del sistema<br />
Dismissione<br />
completa della<br />
diga con messa<br />
in sicurezza dello<br />
sbarramento e<br />
svuotamento<br />
completo dell’invaso<br />
Lo svuotamento integrale di un bacino artificiale può avere<br />
diverse cause: le principali sono l’insorgere di criticità difficilmente<br />
sanabili nello sbarramento o all’interno del bacino,<br />
oppure per un cambio di strategia intervenuta per la mancata<br />
economicità nella gestione del bene, o perché l’ente gestore<br />
non ha inteso conveniente il rinnovo della concessione.<br />
Qualunque sia il motivo alla base della dismissione le procedure<br />
correnti impongono la messa in sicurezza dell’area<br />
dell’ex bacino, qualora questo sia la causa dello svuotamento<br />
e, in via del tutto primaria, dello sbarramento, affinché esso<br />
consenta il passaggio libero delle acque anche in condizioni<br />
particolarmente gravose di piena.<br />
Sul piano operativo, la letteratura recente, individua come<br />
strategia quella di non affidarsi al solo sistema di scarico di<br />
fondo, in quanto esso prevede il rilascio di acqua in pressione<br />
e, in generale, una sollecitazione gravosa sulla struttura che<br />
implicherebbe un servizio costante di monitoraggio. I casi di<br />
cui si ha notizia, riportano dunque l’affiancamento di aperture<br />
sul paramento murario ai sistemi di efflusso esistenti.<br />
Questi, opportunamente calcolati in base ai ritorni di piena,<br />
dovranno essere sufficientemente ampi da consentire un deflusso<br />
libero delle acque anche in presenza di detriti provenienti<br />
da monte.<br />
In Italia si è così operato per la messa in sicurezza della diga<br />
di Combamala, in Piemonte, uno sbarramento a contrafforti<br />
e soletta tipo Ambursen alto 35 metri, in cui si è operata la<br />
demolizione tramite taglio con filo diamantato di alcune solette<br />
tra due contrafforti (analogo sistema per la diga di Santa<br />
Chiara in Sardegna, ora sommersa). In Francia nella diga ad<br />
arco sul torrente Bromme (costruita nel 1907, alta 40m), si è<br />
invece optato per l’apertura di un varco al piede dello sbarramento<br />
per il deflusso libero).<br />
I punti di forza di questo scenario risultano sbilanciati a favore<br />
della conservazione della infrastruttura, benché alterata<br />
in favore del ripristino dell’originale funzionamento idraulico<br />
dell’alveo; altri benefici sono l’eliminazione pressoché completa<br />
di qualsiasi fattore di rischio dovuto al passaggio da un<br />
sistema “critico” e inquieto, ad un sistema in “quiete” in cui<br />
vengono pressoché ristabilite le condizioni fisiche e idriche<br />
antecedenti la costruzione dell’invaso consentendo una rinaturalizzazione<br />
dei luoghi in cui a risaltare è infine il manufatto.<br />
Di quest’ultimo si ottiene così una visione a “tutto tondo”,<br />
fatto inusuale per una diga in esercizio dove il lato a monte,<br />
quello concavo, è perennemente nascosto dalle acque.<br />
Si configura dunque la possibilità di astrarre il manufatto dalla<br />
sua funzione facendolo diventare monumento di se stesso;<br />
questo, unito al fatto che una diga non soggetta al carico statico<br />
dell’acqua è “potenzialmente eterna” venendo meno la<br />
causa principale dell’insorgere del deterioramento, fa si che<br />
il manufatto, perso ogni interesse per la rimozione completa,<br />
si candidi verso la sua storicizzazione, al pari delle grandi<br />
strutture degli acquedotti romani: allora infrastrutture idriche,<br />
oggi testimoni delle vicende costruttive della loro epoca.<br />
Tutt’oggi la soluzione dello svaso con la conservazione della<br />
diga rappresenta una ristretta minoranza dei casi e coinvolgono<br />
dighe di dimensioni contenute. Quando nei prossimi anni<br />
ci si porrà il problema di dismettere dighe oltre i 100 metri<br />
di altezza e fino al milione di mc di calcestruzzo, la presente<br />
soluzione appare tra tutte la più praticabile.<br />
Le possibilità offerte dalla conservazione del manufatto singolo<br />
saranno quindi tutte da esplorare.