diARCh - UniCA Eprints
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ARCHITETTURE PER IL GOVERNO DELL’ACQUA<br />
L’INFRASTRUTTURA RILETTA: IL SISTEMA IDRICO DEL TALORO (SARDEGNA)<br />
Criticità del sistema opportunità offerte da una ricerca nel campo delle<br />
architetture delle dighe<br />
Le criticità del presente scenario sono molteplici e dettate dal- Documentare una struttura condannata al repentino disfala<br />
scelta di “perdere” il bene ma senza perderlo del tutto. cimento è l’obbiettivo che si pone la ricerca nell’ambito della<br />
Se da una parte la scelta della non demolizione appare giu- storia dell’ingegneria delle Dighe.<br />
stificata da motivi economici e pratici legati alle dimensioni, L’impossibilità di preservarne le forme per le generazioni fu-<br />
a volte non trascurabili delle strutture in fase di dismissione, ture, implica in primis la sicura scomparsa dalle memorie del-<br />
dall’altra la loro messa in sicurezza appare indirizzata più al le genti locali nell’arco di poche generazioni, secondariamen-<br />
corretto efflusso delle acque attraverso la struttura sommerte l’impossibilità di effettuare su essa tutte quelle operazioni<br />
sa, piuttosto che una messa in sicurezza volta a conservarla, legate alla prassi di una ricerca volta all’acquisizione di dati<br />
benché sotto il livello (o quasi) delle nuove acque.<br />
“sul campo”, da quelli più semplici, quale una raccolta icono-<br />
Se dal punto di vista ingegneristico e idraulico questa rapgrafica della struttura, a quella metrica, con un rilievo delle<br />
presenta la soluzione a minore impatto, sul versante archi- opere residue al fine di confrontarle con gli schemi grafici di<br />
tettonico essa si configura come la perdita, quasi definitiva, progetto.<br />
della diga originaria. A parte il caso della diga di Disueri, uno Risulta chiaro infatti quali siano i limiti di una ricerca basata<br />
sbarramento in pietrame a secco con estradosso in calcestruz- su dati acquisiti dalle fonti storiche ma in mancanza fisica del<br />
zo alto 48m, in cui l’atto stesso della sommersione condanna soggetto di studio.<br />
la struttura ad un dissolvimento nell’arco di qualche decen- Le finalità in questo caso potrebbero indirizzarsi verso la racnio<br />
(evoluzione intrinseca della tipologia di dighe in materiali colta di dati al fine di descrivere, nella sua completezza, il<br />
sciolti), nel caso della diga di Santa Chiara non si prevede una bene perduto al fine di tramandarne la memoria e metterlo a<br />
evoluzione diversa, benché forse più dilatata nel tempo, per sistema, qualora ne abbia la dignità (sicuramente questo è il<br />
via della particolare tecnica costruttiva che prevedeva una se- caso della diga di Santa Chiara) con le storie narrate da strutrie<br />
di voltine in calcestruzzo armato appoggiate a speroni in ture analoghe tuttora esistenti.<br />
muratura (in pietrame di trachite), tutti elementi soggetti a Per la diga di santa Chiara un approccio in questo senso è<br />
forte degrado in presenza di acqua (si pensi alle murature in stato compiuto, grazie alle discipline umanistiche, con la pro-<br />
pietrame sottoposte ad una pressione fino a 7bar).<br />
duzione di due documentari (commissionati dall’Enel e dalla<br />
Si tratta quindi di una conservazione del bene solo ipoteti- Regione Sardegna) volti a recuperare testimonianze di prima<br />
ca, dal momento che le condizioni attuali ne sanciscono la mano di coloro che la diga l’hanno costruita o “abitata” nel<br />
scomparsa ben prima che il nuovo invaso abbia chiuso il suo corso della vicenda produttiva. A ciò è venuto meno tuttavia<br />
naturale ciclo vitale.<br />
un approccio di tipo architettonico che ne rivelasse gli aspetti<br />
costruttivi e compositivi. Limite a cui si pone rimedio grazie<br />
alla completa banca dati dell’archivio storico “A.Omodeo”<br />
tuttora conservato nella sede di Napoli.<br />
203<br />
alessandro sitzia<br />
dall’alto:<br />
Diga di Santa Chiara sul Tirso, Sardegna;<br />
ampiamente analizzata nel capitolo<br />
sul decommissioning, nelle immagini<br />
appare prima e dopo l’invaso del nuovo<br />
bacino sotteso a valle dalla diga Cantoniera.<br />
Diga Grande Dixence, Svizzera; l’immagine<br />
mostra la nuova diga a valle della<br />
originale Dixence, una diga a gravità<br />
alleggerita completata nel 1935 e sommersa<br />
nel 1965<br />
(www.grande-dixence.ch)