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diARCh - UniCA Eprints

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scenario<br />

03<br />

202<br />

d i ARCh<br />

dipartimento di architettura - università di cagliari<br />

dottorato di ricerca in architettura - xxiv ciclo<br />

ipotesi Procedure Forza del sistema<br />

Dismissione<br />

completa della diga<br />

con costruzione a<br />

valle di un nuovo<br />

impianto<br />

Questo scenario individua una prassi ormai corrente nel caso<br />

di dismissione per l’avvenuta inoperatività dello sbarramento.<br />

Al fine di procedere in tale direzione occorre valutare attentamente<br />

diversi aspetti: quello economico, sostenuto dalla<br />

convenienza nel continuare la gestione di un impianto con<br />

altre forme ma con analoghe funzioni; quello amministrativo<br />

e politico, che coinvolge la complessità di soggetti interessati<br />

dalla espansione verso valle del bacino esistente; infine<br />

tecnici: occorre infatti valutare la fattibilità di un nuovo<br />

sbarramento sulla medesima asta fluviale in condizioni geomorfgologiche<br />

differenti dal precedente invaso e, non di rado,<br />

ritenute inidonee al momento della progettazione della diga<br />

originale. Alla base di tutto vi è l’importanza strategica di un<br />

invaso che va al di là di qualsiasi questione legata al recupero<br />

del manufatto storico ma che invece assegna all’acqua invasata<br />

e ai suoi usi, una componente fondamentale di un ciclo<br />

produttivo (idroelettrico, industriale e civile) che non può interrompersi<br />

a causa dell’inefficienza statica e funzionale della<br />

diga che lo sottende.<br />

Operativamente, una volta risolte le questione tecniche amministrative<br />

ed economiche legate alla creazione del nuovo<br />

sbarramento, occorre affrontare il tema di cosa fare della vecchia<br />

diga. Se da un lato la sua presenza agevola il lavoro a valle,<br />

potendosi strutturare quale avandiga, una volta terminato<br />

il nuovo sbarramento occorre individuare strategie affinché la<br />

vecchia struttura possa coesistere all’interno del nuovo invaso<br />

senza configurarsi quale barriera alle acque. Nel capitolo sul<br />

Decommissioning abbiamo visto come questa criticità sia stata<br />

affrontata nel caso della diga di santa Chiara in Sardegna e<br />

nella diga di Disueri in Sicilia.<br />

I vantaggi offerti da questo scenario sono, indubbiamente,<br />

la continuità di un ciclo produttivo legato alla produzione di<br />

energia idroelettrica e l’implementazione degli usi industriale<br />

e civili attraverso l’ampliamento del bacino utilizzando largamente<br />

la quota parte originaria, semplificando di molto tutte<br />

quelle procedure legate alla “appropriazione” di un territorio<br />

vasto essendo attualmente uno dei maggiori ostacoli alla costruzione<br />

ex-novo di bacini acquiferi artificiali.<br />

Come già detto la decisione, non certamente economica, circa<br />

la costruzione di uno sbarramento a valle del precedente,<br />

nasce dalla valutazione strategica rispetto alla risorsa invasata,<br />

o non più invasabile, del precedente bacino. Ad una risoluzione<br />

in questo verso concorrono quindi due fattori: il primo, il<br />

meno diffuso, è quello dell’aumento della capacità di invaso,<br />

il secondo (il più comune) è l’impossibilità del vecchio sbarramento<br />

di operare con margini di sicurezza ritenuti accettabili.<br />

Da ciò deriva un importante punto di forza del presente scenario:<br />

l’implementazione dei margini di sicurezza offerti da<br />

un impianto moderno e quindi coerente con le più restrittive<br />

normative vigenti.<br />

Il processo di decommissioning, letteralmente tradotto in<br />

“cambio di missione” offre inoltre la possibilità di adottare<br />

caratteristiche e funzioni assenti, o limitate, rispetto il precedente<br />

impianto; a tal proposito è utile citare il caso della<br />

diga Grande Dixence in Svizzera, la più alta diga a gravità<br />

massiccia al mondo, terminata nel 1961, alta 285m, è andata a<br />

sostituire la precedente diga a gravità alleggerita posta poco<br />

più a monte, ottenendo un incremento del livello di acqua invasata<br />

di ben 123m e creando il “salto” idroelettrico più alto<br />

al mondo, con evidenti vantaggi sull’aumento della capacità<br />

produttiva elettrica istallata nelle centrali a valle.

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