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ARCHITETTURE PER IL GOVERNO DELL’ACQUA<br />
L’INFRASTRUTTURA RILETTA: IL SISTEMA IDRICO DEL TALORO (SARDEGNA)<br />
Criticità del sistema opportunità offerte da una ricerca nel campo delle<br />
architetture delle dighe<br />
Un bacino idrico artificiale sotteso da una diga, è pur sempre Il mantenimento in esercizio di una diga implica, dal nostro<br />
un sistema inquieto a prescindere dalla sua permanenza tem- punto di vista disciplinare, l’apertura di due fronti: il primo<br />
porale; un attento lavoro di prevenzione e soluzione dei de- è quello che racconta la storia legata alla sua progettazione e<br />
gradi dovuti al tempo non elimina comunque il rischio che la costruzione, il secondo parla della sua storicizzazione come<br />
diga, o l’invaso per questioni legate alla stabilità delle sponde, manufatto di cui preservarne in futuro forma ed estetica.<br />
non possa più operare entro i limiti imposti dalle normative Il primo fronte è documentale: narrare la storia legata ad una<br />
vigenti e, si suppone, da quelle molto più restrittive che ver- diga implica la messa in luce di vicende umane e costruttiranno<br />
adottate in futuro, in particolare sugli aspetti di tenuta ve utili, se non indispensabili, per una corretta esecuzione<br />
alle sollecitazioni sismiche del tutto ignorate nella progetta- di qualsiasi intervento volto alla conservazione statica della<br />
zione della quasi totalità delle dighe italiane fino al secondo struttura, specie nel caso di una diga in esercizio, non po-<br />
dopoguerra.<br />
tendo eseguire su essa qualsiasi tipo di intervento diagnosti-<br />
Di fatto una diga può essere considerata definitivamente in co distruttivo. In tal senso gli archivi storici si propongono<br />
sicurezza qualora a monte di essa non vi sia un carico statico quali straordinari custodi di una memoria grafica e visiva di<br />
dovuto alla spinta dell’acqua, cioè a invaso vuoto, o quasi. In tutte le fasi di realizzazione. Gli elaborati grafici, da quelli di<br />
tutti gli altri casi la diga opererà sempre con un margine di progetto depositate presso gli archivi dei soggetti interessati<br />
rischio, seppur minimo, ma mai eliminabile del tutto. Questo (Ministero Infrastrutture, Genio Civile, Enti Locali, Enel e<br />
comporta una serie di misure preventive quali la non edifica- altri ancora), a quelli di cantiere (rintracciabili inoltre presso<br />
bilità dell’alveo a valle e, in generale, delle aree potenzialmen- gli archivi delle imprese costruttrici), offrono un quadro preste<br />
esposte dalla piena in caso di collasso dello sbarramento; soché completo inerente la costruzione di ogni singola diga.<br />
in sostanza è corretto affermare che la presenza di una diga Il secondo fronte è architettonico: partendo dalla documen-<br />
in esercizio pone un vincolo perenne sui territori a valle su tazione sopracitata, sarà utile narrare la vicenda estetica e for-<br />
cui un eventuale sviluppo economico, di qualunque natura ed male dell’opera, se non architettonica, qualora essa fosse già<br />
entità esso sia, ne dovrà tenere conto.<br />
evidente alle origini secondo forme celebrative proprie della<br />
Una permanenza duratura della diga implica una sempre loro epoca di riferimento; si pensi a ciò alle dighe del ven-<br />
maggiore attenzione alla sua manutenzione, sia per i moltetennio fascista, come la diga del Molato, carica di elementi<br />
plici fenomeni di degrado, sia per l’evoluzione della normati- evocativi, o le dighe del programma americano del New Deal<br />
va che, ad oggi, si è sviluppata in senso sempre più stringente, (la iper decorata diga di Hoover, o le dighe dell’asta del Mis-<br />
rendendo di fatto alcuni invasi non più sostenibili (si veda ad sissippi con i loro elementi mediati dall’International Style).<br />
esempio la riqualificazione della diga del Molato per renderla Delineare una storia architettonica è quindi utile alla salva-<br />
capace di opporsi efficacemente alle sollecitazioni sismiche, guardia dell’immagine della diga potendo essa guidare l’opera<br />
così come richiesto dalle normative vigenti e dalla riperime- degli architetti chiamati a disegnare i futuri e inevitabili intertrazione<br />
periodica delle aree esposte a rischio sismico) venti di riqualificazione o consolidamento.<br />
199<br />
alessandro sitzia<br />
dall’alto:<br />
Merida, Spagna: Diga di Cornalvo, tipologia<br />
a gravità in muratora con contrafforti<br />
alta 24m per 220m di coronamento<br />
e la diga di Proserpina in terra e muratura<br />
con contrafforti, alta 18 m per 426m<br />
di svviluppo; costruzioni romane del I<br />
sec. d.C. tuttora in esercizio.<br />
Alicante, Spagna, diga a gravità in muratura<br />
alta 43m per 65m di coronamento,<br />
terminata nel 1594. Tuttora in esercizio.<br />
(WIKI, www.panoramio.com)