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diARCh - UniCA Eprints

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personali dei progettisti e dei direttori dei cantieri.<br />

Il quarto dato che si rileva è dunque la relativa facilità con<br />

cui è possibile individuare il materiale fondantivo di una ricerca<br />

in questo senso; una ricchezza documentale tanto ricca<br />

ed estesa quanto disomogenea e priva di reciproci rimandi.<br />

Da qui nasce l’opportunità di mettere a sistema eventi ,<br />

nomi e volti in un quadro temporale coerente ed esplicativo<br />

di un’epoca in cui la figura dell’ingegnere olistico era ancora<br />

distante dalla settorializzazione dell’insegnamento dell’ingegneria<br />

in compartimenti tra loro stagni.<br />

A questa epoca il presente lavoro fa riferimento, e alla sublimazione<br />

della forma progettata in armonia e quindi estetica.<br />

A questi dati, che inquadrano le opere nel loro tempo fisico<br />

e temporale, se ne sommano altri che, spostando il cono<br />

visuale dal passato al futuro, si interrogano sulla evoluzione<br />

futura di queste opere.<br />

Posto che, inevitabilmente, l’intero patrimonio di dighe esistenti<br />

andrà in dismissione, a parte qualche fortuito caso (si<br />

vedano le dighe romane di Proserpina e Cornalvo in Spagna),<br />

la domanda che ci pone è cosa fare di queste infrastrutture<br />

oltre la loro funzione primaria e, per alcune, come<br />

programmarne la conservazione o il riutilizzo.<br />

Altro futuro tema è come, e se, la disciplina dell’Architettura<br />

possa attrezzarsi al fine di appropriarsi della forma e<br />

del suo inserimento nel contesto ambientale delle dighe che<br />

si andranno a progettare in futuro. In questo caso la sfida<br />

appare subito intrigante sia dalla complessità del tema che<br />

vede funzione ed estetica marciare in sincrono, sia dalla apparente<br />

verginità dell’argomento; la progettazione architettonica<br />

di una diga, evento rarissimo, è stata finora rintracciata<br />

nell’ultimo lavoro di Riccardo Morandi (realizzato), nei<br />

bozzetti del ’60 dell’architetto visionario Paolo Soleri (mai<br />

realizzati) o nella estetica roosveltiana delle dighe del New<br />

Deal, così cariche di simbolismi e aforismi del regime democratico<br />

americano del tutto analoghi agli stilemi romani<br />

ARCHITETTURE PER IL GOVERNO DELL’ACQUA<br />

L’INFRASTRUTTURA RILETTA: IL SISTEMA IDRICO DEL TALORO (SARDEGNA)<br />

delle decorazioni di alcune dighe fasciste (si veda la diga del<br />

Molato in Lombardia).<br />

Al fine di porre ordine in un discorso generale e focalizzare<br />

meglio alcuni passaggi che appaiono fondanti circa la<br />

conservazione/riuso/demolizione del sistema invaso-diga,<br />

si conclude il presente lavoro con la proposta di cinque scenari<br />

differenti ma con sviluppi teorici tra loro intersecanti.<br />

Questi condensano la quasi totalità dei casi studiati nel<br />

presente percorso di ricerca in cinque possibili evoluzioni<br />

del “sistema inquieto” e, al contempo, in altrettante possibili<br />

evoluzioni della stessa.<br />

197<br />

alessandro sitzia<br />

diga di Fedaia, Trentino Alto-Adige,<br />

Italia; diga a gravità alleggerita del tipo a<br />

speroni pieni, alta 63.9m è stata ultimata<br />

nel 1955. (PROG.D.)

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