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diARCh - UniCA Eprints

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192<br />

d i ARCh<br />

dipartimento di architettura - università di cagliari<br />

dottorato di ricerca in architettura - xxiv ciclo<br />

8.4.4 utilizzi futuri dell’invaso.<br />

Gli scenari futuri per l’invaso di Gusana rimandano essenzialmente<br />

alla evoluzione temporale dello sbarramento che<br />

lo sottende e che si possono così schematizzare:<br />

• Mantenimento in esercizio del sistema invaso – diga<br />

• Dismissione della diga con abbassamento del livello<br />

massimo invasabile<br />

• Dismissione completa della diga con costruzione a valle<br />

di un nuovo impianto<br />

• Dismissione completa della diga con messa in sicurezza<br />

dello sbarramento e svuotamento completo dell’invaso<br />

• Dismissione completa della diga, demolizione dello<br />

sbarramento e ripristino dei luoghi<br />

Rimandando al prossimo capitolo la spiegazione dettagliata<br />

di ogni singolo scenario in quanto comune alla totalità delle<br />

dighe analizzate finora, è utile focalizzare qui l’attenzione su<br />

alcuni passaggi fondamentali:<br />

la prima forte suggestione è che la diga di Gusana è un oggetto<br />

fragile; la sua raffinatezza costruttiva e la sua forma<br />

sperimentale la rendono efficiente e sicura, quindi utile,<br />

sono se permangono nel tempo le caratteristiche fisiche e<br />

chimiche del calcestruzzo con cui è costruita. Ma soprattutto<br />

a permanere invariata dovrà essere la forma, in quanto<br />

questa struttura è in grado di resistere alla spinta dell’acqua<br />

solo grazie al suo disegno a doppio arco che trasmette sollecitazioni<br />

unicamente ai vincoli sulla roccia e su basi di appoggio<br />

piuttosto ridotte se confrontate con gli spessori delle<br />

dighe a gravità. La sua perfezione formale e strutturale sarà<br />

causa della sua dismissione; a ciò contribuisce il solo fattore<br />

tempo. Come si è visto nei paragrafi dedicati alle tipologie<br />

di degrado, l’alterazione chimica produce aumenti di volume<br />

che si riflettono nel cosiddetto “spanciamento” del paramento,<br />

ovvero una deformazione geometrica della diga<br />

assolutamente inaccettabile per le tipologie ad arco; inoltre<br />

la spinta concentrata sulle rocce producono lesioni nelle reni<br />

montuose a seguito della continua variazione del livello delle<br />

acque, e quindi della intensità della spinta idrostatica.<br />

Chiarito il punto che la diga in esame non può essere eterna,<br />

ne tantomeno eguagliare i risultati delle dighe romane in<br />

Spagna tuttora attive di Proserpina e Cornalvo (entrambe a<br />

gravità e di altezza ridotta), si individuano tre scenari principali:<br />

• Usi futuri dell’invaso ancora in piena attività;<br />

• Usi futuri dell’invaso dismesso nel caso di svuotamento<br />

parziale;<br />

• Usi futuri dell’invaso nel caso di completo svuotamento<br />

dell’invaso e messa in sicurezza della diga senza procedere<br />

alla sua demolizione.<br />

Il primo punto è già in corso e si manifesta con l’insediamento<br />

lungo le rive del lago di alcune strutture ricettive dotate<br />

di scivoli verso le acque e con la possibilità di fruire<br />

l’invaso attraverso attività sportive nautiche, ancora ridotte<br />

per numero e qualità se confrontate con i casi del Verdon e<br />

del Bilancino, ma che lasciano intravvedere ampie possibilità<br />

di crescita.<br />

Le criticità per l’uso del lago di Gusana ai fini turistici sono<br />

legate essenzialmente alla sua natura industriale di certo non<br />

finalizzata alla presenza umana: in primo luogo essendo un<br />

invaso a servizio della produzione idroelettrica il livello<br />

dell’invaso è funzione unicamente di questa. Si assiste dunque<br />

a cambi repentini di livello dovuti al diverso apporto,<br />

anche giornaliero, di elettricità nella rete nazionale, e quindi<br />

il trasferimento di acqua dall’invaso di Gusana verso bacini<br />

di Cucchinadorza e Benzone e infine nel lago Omodeo.<br />

L’approccio al lago attraverso le sue sponde diventa quindi<br />

critico e da regolare con attenzione e con le dovute strutture<br />

di supporto. Altra criticità è rappresentata dalla diga per<br />

via della presenza delle prese di mandata, delle derivazioni,<br />

degli scarichi di superficie e di tracimazione che rendono<br />

estremamente rischioso l’avvicinamento a questa dalla parte

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