diARCh - UniCA Eprints
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d i ARCh<br />
dipartimento di architettura - università di cagliari<br />
dottorato di ricerca in architettura - xxiv ciclo<br />
Sotto l'impulso della Regione Sarda l’industrializzazione<br />
dell’'isola fece dal 1950 passi giganteschi e dopo meno di 10<br />
anni dalla ultimazione dei Flumendosa fu improrogabile la<br />
costruzione dell'impianto sul Taloro.<br />
Nel 1958 la Società Idroelettrica del Taloro titolare della<br />
concessione, decise di realizzare l'impianto nei termini previsti<br />
dall'ultimo decreto di concessione e cioè inizio dei lavori<br />
entro il 31-12-1959 e ultimazione entro il 31-12-1963.<br />
Nello stesso anno il Presidente Ing. Gustavo Carboni Boy e<br />
il Consiglio di Amministrazione, nominarono un Comitato<br />
Tecnico, con il compito di assistere e collaborare con gli uffici<br />
della Società. Questo Comitato era composto dall'Amministratore<br />
Delegato Ing. Vincenzo Buttiglione, e dagli<br />
Ingg. Serafini, Forlì e Mortara. Della Società facevano ancora<br />
parte, due Procuratori, Dr. Giuseppe Martelli e Ing. Aldo<br />
Maffei. AII'Ing. Aldo Maffei fu affidata la progettazione e<br />
la Direzione Tecnica.<br />
Venne quindi costituito l'Ufficio Studi nelle due sezioni:<br />
opere idrauliche e opere elettromeccaniche che furono affidate<br />
rispettivamente agli Ingg. Enrico Gariel e Giuseppe<br />
Sanna.<br />
Alla Direzione dei Lavori, fu chiamato l’Ing. Giovanni Audoly.<br />
Lo schema dell’impianto previsto dall’ing. Di Nitto nel<br />
1926 era il più naturale e il più logico sotto ogni punto di<br />
vista.<br />
Le opere invece da quelle di sbarramento a quelle elettromeccaniche<br />
dovevano essere tutte riesaminate alla luce del<br />
progresso tecnico, economico e industriale del periodo<br />
1926-1958.<br />
L’Ufficio Studi della S.E.S. aveva già portato a termine Io<br />
studio idrologico; la producibilità prevista dall’ing. Di Nitto<br />
in 140 milioni di kWh risultò eccessiva in rapporto alla capacità<br />
dei serbatoi e alle portate massime derivabili. Secondo<br />
gli studi più aggiornati essa non avrebbe superato i 130<br />
milioni.<br />
Dallo studio dei diagrammi di carico e dagli incrementi possibili,<br />
risultò inoltre che era necessario costruire un impianto<br />
di punta capace di coprire la parte alta dei diagrammi di<br />
carico con una potenza di 70- 80.000 kW e una utilizzazione<br />
media annua di circa 2.000 ore.<br />
Era pertanto necessario raggiungere un equilibrio tra le caratteristiche<br />
idrologiche del fiume, le esigenze della rete sarda,<br />
le funzioni dell’impianto e il costo del kWh di punta.<br />
Questi studi hanno impegnato gli uffici per diversi mesi e<br />
già dall’inizio si delineava la necessità di incrementare la capacità<br />
totale dei serbatoi di circa il 40°/o, la portata derivabile<br />
di circa il 60%, e la potenza installata del 100% da suddividere<br />
inoltre su un numero minore di gruppi. Lo schema<br />
elettrico doveva essere studiato ex novo.<br />
L’incremento del costo del kWh calcolato sulla producibilità<br />
media effettiva si presentava contenuto entro il 20°%;<br />
più che accettabile per un impianto che dimensionato inizialmente<br />
per le funzioni di base, era stato trasformato in<br />
impianto di punta.<br />
L’aumento della capacità dei serbatoi e l’incremento della<br />
portata derivabile assicurava inoltre una maggiore producibilità<br />
del 15°%.<br />
Gli studi successivi confermarono questi primi dati e lo<br />
sche-ma dell’impianto prese, verso la fine del 1958, il suo<br />
assetto definitivo.<br />
Contemporaneamente agli studi era stata condotta in cantiere<br />
una vasta campagna di sondaggi per determinare con<br />
maggiore approssimazione i piani di fondazione delle opere<br />
più impegnative e quindi, in definitiva, i quantitativi di<br />
lavoro. Gli elementi più interessanti del progetto portato a<br />
termine dall’Ufficio Studi della Taloro, sono riassunti nel<br />
profilo e nella corografia allegata.<br />
Questo nuovo progetto presentava delle varianti sostanziali<br />
rispetto a quello iniziale dell’ing. Di Nitto; queste sono state<br />
presentate, per la preventiva autorizzazione, agli uffici com-