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diARCh - UniCA Eprints

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136<br />

d i ARCh<br />

dipartimento di architettura - università di cagliari<br />

dottorato di ricerca in architettura - xxiv ciclo<br />

meccanismo naturale, le cicliche variazioni spontanee della<br />

natura assumano un carattere differente enfatizzandone gli<br />

effetti.<br />

7.4 il landmark silente ed il sistema inquieto. Avendo<br />

spostamenti valutabili in pochi millimetri, la diga è all’interno<br />

di un sistema inquieto, l’unico elemento immobile.<br />

Inquieto in quanto è il dilatamento di un processo naturale<br />

attraverso l’intervento artificiale di formazione del bacino<br />

acquifero che amplifica non solo le dinamiche legate al ciclo<br />

della pioggia attraverso un uso, meno naturale e ciclico,<br />

delle acque per fini civili e industriali, ma perché si riflette<br />

sull’appartenenza delle acque da parte delle popolazioni<br />

limitrofe secondo un processo partito dalla secolare e lenta<br />

antropizzazione della valle e terminato in un repentino<br />

cambio di scenario dove la stessa è stata colmata di acqua;<br />

tale scenario è destinato infine a non quietarsi in una nuova<br />

condizione di equilibrio, ma continuare la sua evoluzione<br />

con lo stesso ritmo con cui varia la piezometrica.<br />

Condizione come il toscano lago del Bilancino, o come il sistema<br />

di invasi artificiali francesi dell’asta del Verdon, sono<br />

esempi di difficile duplicabilità, sia perché generati da una<br />

condizione ambientale e orografica unica, sia perché sottesi<br />

da dighe la cui funzione non è principalmente industriale.<br />

L’approccio al tema popolazioni/paesaggio/diga va quindi<br />

affrontato da quest’ultima; è la diga che infatti impone<br />

i tempi attraverso cui le popolazioni private del paesaggio<br />

vallivo potranno appropriarsi del nuovo scenario o, addirittura,<br />

riappropriarsi delle terre ora sommerse quando e se<br />

la diga entrerà in dismissione completa. Con l’avanzare dei<br />

decenni sono sempre più i casi di invasi costruiti tra la prima<br />

e seconda decade del ‘900 ora dismessi e posti in sicurezza e,<br />

di fatto restituiti alle popolazioni.<br />

In Sardegna, quando è entrata in dismissione la diga di Santa<br />

Chiara sul Tirso, prima che la nuova diga Cantoniera più<br />

a valle iniziasse a invasare, buona parte del lago Omodeo<br />

venne svuotato per ragioni tecniche, riportando alla luce,<br />

a 70 anni di distanza, il tessuto connettivo antropico della<br />

valle sommersa: strade, muri a secco, piccoli edifici quasi<br />

del tutto diroccati dalle acque ed aree archeologiche ritenute<br />

perse sono tornate alla luce del sole. Lo scenario offerto<br />

sarà comune a molti altri casi in cui lo svuotamento diverrà<br />

perenne.<br />

Il sistema paesaggistico inquieto creato dall’invaso ci racconta<br />

di dinamiche ancora non del tutto chiare e possibilità<br />

di evoluzione emozionale ed affettiva futura ma che dovrà<br />

sempre tenere in conto la precarietà perenne di tutto il sistema.

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