diARCh - UniCA Eprints
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d i ARCh<br />
dipartimento di architettura - università di cagliari<br />
dottorato di ricerca in architettura - xxiv ciclo<br />
devono ancora guidare un possibile giudizio estetico.<br />
La diga è spontanea.<br />
Si colloca là dove è chiamata a reagire al meglio alle sollecitazioni<br />
a cui deve rispondere e si conforma nella maniera<br />
più consona al luogo in cui si adagia così come un arbusto<br />
si adatta al meglio ai luoghi che lo ospitano formandosi e<br />
strutturandosi secondo le azioni che la natura gli impone.<br />
La diga è acritica.<br />
E’ il risultato apparente di interazioni oggettive che la strutturano<br />
su forme e disegni derivanti da conoscenze, giudizi,<br />
convinzioni e principi fisici totalmente condivisi.<br />
La diga è formale e tipologica.<br />
Le sue infinite declinazioni, perché infiniti sono i parametri<br />
che di volta in volta entrano in gioco e ne governano la forma,<br />
non escludono la sua appartenenza a precise categorie<br />
tipologiche.<br />
Ma soprattutto la diga è funzionale.<br />
Il suo ruolo è opporre una reazione all’azione dell’acqua<br />
punto per punto, la forma complessiva è dunque il risultato<br />
di questa interazione.<br />
Risultato solo apparentemente governato in maniera automatica<br />
dal progettista che ha risolto la dinamica descritta dal<br />
binomio azione/reazione governandone e indirizzandone la<br />
geometria verso schemi esecutivi piuttosto che altri.<br />
Se la reazione incarna il principio finalistico che deve bilanciare<br />
la spinta dell’acqua, la sua diretta conseguenza ne è la<br />
forma come espressione del come farlo in un rapporto che<br />
declina perfettamente il caposaldo della triade vitruviana<br />
dove la venusats è naturalmente acquisita (C. Perrault) ed il<br />
muro di calcestruzzo diventa oggetto di soggettiva lettura<br />
alla ricerca di regole di bellezza ed armonica proporzione<br />
delle parti.<br />
« Tutte queste costruzioni devono avere requisiti di solidità, utilità e<br />
bellezza. Avranno solidità quando le fondamenta, costruite con materiali<br />
scelti con cura e senza avarizia, poggeranno profondamente e<br />
saldamente sul terreno sottostante; utilità, quando la distribuzione dello<br />
spazio interno di ciascun edificio di qualsiasi genere sarà corretta e<br />
pratica all’uso; bellezza, infine quando l’aspetto dell’opera sarà piacevole<br />
per l’armoniosa proporzione delle parti che si ottiene con l’avveduto<br />
calcolo delle simmetrie. (Vitruvio, De Architettura, terzo libro » .