diARCh - UniCA Eprints
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dall’alto:<br />
diga di Ca’ Selva sul torrente Silisia<br />
(Friuli-Venezia Giulia)<br />
modello preliminare in legno;<br />
preparazione delle casseforme per il<br />
getto dei conci in Microbeton;<br />
misurazioni in corso su modello geomeccanico;(www.lombardiabeniculturali.it/archivi/complessi-archivistici/MIBA007F07/)<br />
“Nella modellistica strutturale il Prof. Oberti ha dato importanti apporti, propugnando<br />
tra l’altro l’idea di svincolare il modello dalle strettezze degli schemi calcolativi,<br />
e di riferirlo invece direttamente e liberamente alla realtà che si intende<br />
simulare, proseguendo in tal modo, mediante applicazione affinata del principio<br />
di similitudine, significanti indagini sull’entità del coefficiente globale di sicurezza<br />
offerta dal prototipo.” Stralcio dalla motivazione per il conferimento della<br />
Medaglia d’oro di Socio Onorario dell’AICAP_ Associazione Italiana Cemento<br />
Armato e Precompresso, Venezia, 1977. Si veda anche Oberti, G. “La modellizzazione<br />
strutturale”, “Quaderni dell’ISMES”, 174, 1981.<br />
ARCHITETTURE PER IL GOVERNO DELL’ACQUA<br />
L’INFRASTRUTTURA RILETTA: IL SISTEMA IDRICO DEL TALORO (SARDEGNA)<br />
zione del modello del terreno naturale, con le sue caratteristiche<br />
di resistenza ed elasticità, eventuale presenza di stratificazioni,<br />
faglie e al sistema di ammorsamento delle spalle<br />
alla roccia naturale.<br />
Preliminarmente si applicava un carico verticale per restituire<br />
il peso proprio della struttura in calcestruzzo che il<br />
modello non era in grado di esercitare proporzionalmente;<br />
quindi, con un sofisticato sistema di pistoni idraulici, il paramento<br />
a monte veniva bagnato e sottoposto ad una sollecitazione<br />
che assimilasse il carico idrostatico nelle diverse<br />
condizioni di riempimento del bacino, con fasi di carico e<br />
scarico che permettevano di verificare le deformazioni in<br />
regime elastico attraverso vari tipi di estensimetri di precisione<br />
applicati alla superficie esterna della diga. Dopo aver<br />
effettuato un certo numero di cicli, veniva infine incrementata<br />
progressivamente la forza applicata, verificando l’insorgere<br />
delle prime fessurazioni e l’assestamento oltre i limiti<br />
elastici, fino a portare la struttura al collasso e rilevare quindi<br />
indirettamente i coefficienti di sicurezza ed i comportamenti<br />
a rottura.<br />
A tale tipo di verifica vennero sottoposte un numero considerevole<br />
di progetti di dighe, non solo italiane, senza distinzione<br />
di continente né di appartenenza politica a conferma<br />
dell’autorevolezza internazionale di cui il Laboratorio bergamasco<br />
meritatamente godeva. La famosa diga Itipù sul<br />
Paranà tra Brasile e Paraguay, all’epoca l’impianto idroelettrico<br />
di maggior potenza del mondo, fu testata su modello<br />
geomeccanico a Bergamo; la diga Grancarevo in Jugoslavia,<br />
al di là della “cortina di ferro”, e molte altre in Svizzera, Spagna,<br />
Argentina ecc.<br />
Dal 1951, anno della sua fondazione, direttore dell’ISMES<br />
fu l’ing. Guido Oberti, allievo di Danusso particolarmente<br />
specializzato in dighe ad arco e cupola e autore dell’audace<br />
viadotto autostradale sull’Aglio, che ha sicuramente<br />
influenzato anche il progetto della diga di Gusana a cupo-<br />
115<br />
alessandro sitzia<br />
www.youtube.com, “ISMES test su modello<br />
diga”, video esplicativo in cui si mostra<br />
il processo di test strutturale a collasso<br />
su un modello di diga in scala ridotta,<br />
comprende anche un’interessante intervista<br />
a Pierluigi Nervi, allora direttore<br />
dell’ISMES.<br />
Esisteva un omologo spagnolo, il Laboratorio<br />
Modelos Reducidos del LCEMC<br />
Laboratorio Central de Estructuras y<br />
Materiales del Construcciòn di Madrid,<br />
guidato dal Edoardo Torroja che ivi testò<br />
alcuni dei suoi più importanti progetti<br />
come la copertura dell’Ippodromo<br />
la Zarzuela e il Fronton Recoletos.<br />
Oberti progetta e realizza, tra il 1957<br />
ed il 1960, il viadotto sul torrente Aglio,<br />
sul tratto appenninico dell’Autostrada<br />
del Sole, costituito da una coppia di archi<br />
gemelli paralleli con unica campata<br />
di 164 m realizzati con centina in tubi<br />
Innocenti, di 8.000 quintali di peso, traslante<br />
su binari per il disarmo del primo<br />
e la realizzazione del secondo arco.