diARCh - UniCA Eprints
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www.asim.it/ismes/Ismes_It/default.htm, sito<br />
storico-celebrativo dell’ISMES a cura<br />
dell’ing. Emanuele Fumagalli,<br />
Due fenomeni fisici si dicono simili<br />
se, adimensionalizzando ciascuna delle<br />
grandezze fisiche che li caratterizzano<br />
rispetto ad opportune grandezze fisiche<br />
di riferimento omogenee e costanti, le<br />
relazioni matematiche che li descrivono<br />
risultano identiche.<br />
“Teorema di Buckingham o del π”, formulato<br />
dal fisico statunitense nel 1914.<br />
www.asim.it/ismes/Ismes_It/default.htm<br />
sito storico-celebrativo a cura dell’ing.<br />
Emanuele Fumagalli, collaboratore di<br />
Danusso e Nervi all’ISMES, creato in<br />
occasione del 50° della fondazione del<br />
Laboratorio, ricco di notizie e foto storiche.<br />
114<br />
d i ARCh<br />
dipartimento di architettura - università di cagliari<br />
dottorato di ricerca in architettura - xxiv ciclo<br />
ora acquisiti può indurre in questo, come in altri esempi analoghi, alla<br />
fatalità dell'imprevisto. In casi del genere solo un'esauriente sperimentazione<br />
su modello fisico può fornire le necessarie garanzie di sicurezza.”<br />
L’attendibilità del modello strutturale presuppone la verifica<br />
del cosiddetto principio di similitudine , cioè l’opportuna<br />
classificazione e semplificazione delle variabili in gioco, gerarchizzate<br />
in base alla loro rilevanza rispetto allo specifico<br />
fenomeno che si vuole osservare, e la loro trasformazione in<br />
parametri adimensionali al fine di rendere plausibili le rilevanze<br />
sperimentali rispetto al comportamento fisico reale.<br />
Relativamente alle strutture in calcestruzzo, “basandosi sui<br />
principi dettati dalla meccanica razionale è possibile quindi riprodurre<br />
un modello in scala ridotta della struttura reale sul quale riprodurre,<br />
in similitudine, i processi deformativi in condizioni di normale esercizio<br />
e quindi ad oltranza, fino a rottura. Con apparecchi ad elevata sensibilità<br />
si misurano in tal modo le deformazioni e il regime degli sforzi<br />
ed, infine, modalità e carichi di rottura. Da questi ultimi si deduce il<br />
fattore di sicurezza, rapporto fra carichi di rottura e carichi di normale<br />
esercizio”.<br />
Nel Laboratorio dell’ISMES si facevano soprattutto prove<br />
su modelli di dighe ad arco o a cupola, realizzati con il cosiddetto<br />
“micro beton”, una miscela a base di inerti e leganti<br />
con granulometria ridottissima, tale da riproporre un<br />
comportamento fisico-meccanico assimilabile a quello del<br />
calcestruzzo reale. Tale applicazione era decisamente semplificata<br />
e resa attendibile dal fatto che le strutture degli<br />
sbarramenti idraulici erano realizzate quasi esclusivamente<br />
con conglomerato cementizio non armato, quindi tendenzialmente<br />
omogeneo ed isotropo, e non si trascinavano le<br />
complessità di modellizzazione dettate dalla natura viceversa<br />
eterogenea e anisotropa del calcestruzzo armato.<br />
La struttura della diga in scala ridotta veniva gettata entro<br />
casseforme lignee, meticolosamente calibrate, con cui si realizzavano<br />
i singoli conci e i relativi giunti di scorrimento e<br />
dilatazione. Molta attenzione era posta inoltre alla costru