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diARCh - UniCA Eprints

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100<br />

d i ARCh<br />

dipartimento di architettura - università di cagliari<br />

dottorato di ricerca in architettura - xxiv ciclo<br />

di tavoli di discussione dove collaudate procedure di definizione<br />

consensuale dei pesi dei singoli fattori consentono<br />

una valutazione ed una classificazione quantitativa di merito<br />

delle varie soluzioni percepita da tutti gli stakeholders come<br />

sufficientemente obiettiva ed imparziale; appare chiaro che<br />

un simile modus operandi tanto coralmente partecipativo<br />

non è, allo stato attuale, proponibile in una società ancora<br />

per certi versi verticistica, frammentata e conflittuale come<br />

quella italiana, ma senza dubbio le autorità e le rappresentanze<br />

locali non potranno essere lasciate fuori dal processo<br />

decisionale, tanto più che esse vengono sempre maggiormente<br />

investite di poteri legislativi ed esecutivi delegati ad<br />

esse dall’autorità centrale.<br />

Tra gli stakeholders, è bene rimarcarlo, devono figurare –<br />

per ovvi motivi- sia l’Autorità di bacino sia la Protezione<br />

Civile.<br />

Infine, dalle pubblicazioni in materia emerge l’esigenza di<br />

instaurare ed aggiornare, con criteri per quanto possibile<br />

omogenei, una documentazione completa delle analisi e<br />

dell’iter di ogni singolo caso; più in generale sarebbe opportuno<br />

promuovere la formazione non solo di un archivio<br />

unificato delle singole istruttorie, ma soprattutto di una<br />

specifica cultura tecnico-amministrativa che garantisca la<br />

disponibilità di un corpus di funzionari atto a prendersi carico<br />

delle istruttorie di dismissione con modalità uniformi<br />

su tutto il territorio nazionale.<br />

Il flow-chart a lato descrive in modo estremamente sintetico<br />

le possibilità di prosecuzione dell’esercizio o la necessità<br />

di dismissione di una diga al termine della concessione:<br />

l’esercizio dell’opera può verificarsi sia nel caso di rinnovo<br />

della concessione, sia nel caso di modifica della missione<br />

(ad esempio, da utilizzo della risorsa idrica per produzione<br />

idroelettrica a uso irriguo, ecc.). In entrambi i casi, l’esercizio<br />

può essere proseguito da parte del concessionario che si<br />

aggiudica il diritto di concessione. La dismissione interviene<br />

quando non viene rinnovata la concessione o nel caso di<br />

diga abbandonata per mancanza di concessionario. Questa<br />

seconda fattispecie, fortunatamente limitata ad un numero<br />

ridotto di casi, è presente nel nostro Paese come si evince<br />

dalla OPCM del 24/3/2005. Per quanto riguarda i provvedimenti<br />

da mettere in atto, si fa riferimento alla demolizione<br />

delle opere e al ripristino dei luoghi (soluzione praticabile di<br />

fatto per le piccole dighe, mentre per le grandi opere sono<br />

ragionevolmente ipotizzabili eventuali demolizioni parziali)<br />

e comunque, alla messa in atto di provvedimenti che garantiscano<br />

la sicurezza dei luoghi nel rispetto dell’ambiente.<br />

considerazioni finali. Dalle varie fonti si ricava l’impressione<br />

complessiva che le conoscenze e competenze coinvolte<br />

nel decommissioning di una diga siano attualmente

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