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CORTE DEI CONTI - Consiglio Regionale Veneto

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<strong>CORTE</strong> <strong>DEI</strong> <strong>CONTI</strong><br />

SEZIONE REGIONALE DI CONTROLLO<br />

PER IL VENETO<br />

Relazione annuale ex art. 3, legge 14 gennaio 1994, n. 20<br />

REFERTO SULLA GESTIONE FINANZIARIA DELLA REGIONE VENETO,<br />

per la verifica dell’attuazione delle leggi regionali di principio e di programma,<br />

con particolare riferimento alla gestione finanziaria<br />

(entrate e spese), al rispetto delle norme sul patto di stabilità interno,<br />

alla salvaguardia degli equilibri di bilancio,<br />

al rispetto dei vincoli all’indebitamento nell’esercizio<br />

finanziario 2006 e al funzionamento dei controlli interni<br />

PARTE GENERALE<br />

INDAGINE SULL’ASSISTENZA SANITARIA NEL VENETO<br />

aspetti finanziari e gestionali, con particolare riferimento alla gestione<br />

dell’assistenza collettiva in ambiente di vita e di lavoro e all’assistenza privata<br />

preaccreditata - esercizio finanziario 2006<br />

con ricostruzione di serie storiche a partire dal 2004<br />

PARTE SPECIALE


PRESIDENTE COORDINATORE Bruno Prota<br />

CONSIGLIERE RELATORE PER LA PARTE SPECIALE Aldo Carleschi<br />

REFERENDARIO RELATORE PER LA PARTE GENERALE Luca Fazio<br />

DIREZIONE AMMINISTRATIVA E<br />

COORDINAMENTO Elena Papiano<br />

REFERENTE COORDINATORE SETTORE CONTROLLO<br />

SULLA GESTIONE E PREPOSTO ATTIVITA’<br />

DI REVISIONE Francesca Cosentino<br />

ELABORAZIONE SCHEMA RELAZIONE, ANALISI<br />

ECONOMICO-FINANZIARIA, REVISIONE CONTABILE<br />

E TABELLE Francesca Cosentino<br />

Raffaella Brandolese<br />

Carolina Pecoraro<br />

Gianni Pavanello<br />

Luca Bovolato<br />

2


INDICE<br />

DELIBERAZIONE<br />

SINTESI E NOTA METODOLOGICA<br />

PARTE GENERALE<br />

PREMESSA<br />

1 Andamenti generali dell’economia e della finanza pubblica nel 2006<br />

2 Principali novità normative con effetti finanziari sui bilanci regionali<br />

3 Andamenti generali finanziari nelle Regioni a statuto ordinario<br />

4 Risultati complessivi della gestione finanziaria della Regione <strong>Veneto</strong><br />

e peculiarità della gestione<br />

SEZIONE I<br />

EQUILIBRI DI BILANCIO, PATTO DI STABILITÀ, LIMITI<br />

ALL’INDEBITAMENTO<br />

1.1.1 Gli equilibri di bilancio e il patto di stabilità. Osservazioni e<br />

risposte per l’e.f. 2005<br />

1.1.2 Equilibri di bilancio nel 2006<br />

1.1.3 Patto di stabilità interno per l’anno 2006. Riferimenti normativi<br />

1.1.4 Il rispetto del patto di stabilità per il 2006<br />

1.2.1 Il rispetto dei limiti quantitativi e qualitativi dell’indebitamento<br />

per l’e.f. 2005<br />

1.2.2 Il rispetto dei limiti quantitativi all’indebitamento nell’anno 2006<br />

1.2.3 Il rispetto dei limiti qualitativi all’indebitamento nell’anno 2006<br />

1.2.4 La ristrutturazione del debito nell’anno 2006<br />

1.2.5 Gli strumenti finanziari derivati adottati dalla Regione <strong>Veneto</strong><br />

SEZIONE II<br />

ANDAMENTI FINANZIARI<br />

2.1 Analisi generale delle entrate e delle spese<br />

La gestione della competenza<br />

2.2.1 La gestione delle entrate nell’e.f. 2005. Osservazioni e risposte<br />

2.2.2 La gestione delle entrate nel 2006<br />

2.2.3 La gestione delle spese nell’e.f. 2005. Osservazioni e risposte<br />

2.2.4 La gestione delle spese nel 2006<br />

2.2.5 Gli indicatori della gestione di competenza<br />

La gestione dei residui<br />

2.3.1 Residui attivi<br />

2.3.2 Residui passivi<br />

2.3.3 La gestione dei perenti<br />

2.3.4 Gli indicatori della gestione dei residui<br />

La gestione della cassa<br />

2.4.1 Riscossioni<br />

2.4.2 Pagamenti<br />

2.4.3 Gli indicatori della gestione di cassa<br />

3


SEZIONE III<br />

FUNZIONAMENTO <strong>DEI</strong> CONTROLLI INTERNI<br />

3.1 Premessa. Oggetto dell’indagine<br />

3.2.1 Valutazione e controllo strategico<br />

3.2.2 Controllo strategico. Disciplina regionale e funzionamento<br />

3.3.1 Controllo di regolarità amministrativa e contabile<br />

3.3.2 Controllo di regolarità amministrativa. Disciplina regionale e<br />

funzionamento<br />

3.3.3 Controllo di regolarità contabile. Disciplina regionale e<br />

funzionamento<br />

3.4.1 Controllo per la valutazione dei dirigenti<br />

3.4.2 Controllo per la valutazione dei dirigenti. Disciplina regionale e<br />

funzionamento<br />

3.5.1 Controllo di gestione<br />

3.5.2 Controllo di gestione. Disciplina regionale e funzionamento<br />

3.6.1 Controllo sugli enti di diritto privato partecipati dalla Regione.<br />

Disciplina regionale.<br />

3.6.2 L’attività di gestione e controllo delle partecipazioni societarie<br />

regionali<br />

3.6.3 I risultati di esercizio<br />

3.6.4 Prevenzione degli illeciti e delle frodi societarie<br />

SEZIONE IV<br />

ANALISI DI PARTICOLARI ASPETTI GESTIONALI E CONTABILI<br />

4.1 La gestione del servizio di tesoreria e cassa e il SIOPE<br />

4.2.1 Budget operativi e fondi economali. Quadro normativo<br />

4.2.2 La gestione dei budget operativi e dei fondi economali nel 2006<br />

VALUTAZIONI CONCLUSIVE<br />

APPENDICE<br />

Legenda<br />

Indice delle tavole e dei grafici<br />

Tav. 1 Risultato di amministrazione<br />

Tav. 2 Autorizzazione all’indebitamento<br />

Tav. 3 Tempistica di presentazione dei principali strumenti di bilancio<br />

Tav. 4 Spesa d’investimento regionale finanziata con mutui a carico<br />

della Regione (2002-2006)<br />

Tav. 5 Andamento triennale spese correnti e di investimento (2004-<br />

2006)<br />

Tav. 6 Radiazione di residui passivi di parte corrente - es. 2005<br />

Tav. 7 Indebitamento con oneri a carico della Regione<br />

Tav. 8 Prospetto dimostrativo dell’equilibrio di bilancio – previsioni di<br />

cassa es. 2006<br />

Tav. 9 Prospetto dimostrativo dell’equilibrio di bilancio – previsioni di<br />

competenza es. 2006<br />

Tav. 10 Prospetto dimostrativo dell’equilibrio di bilancio – previsioni di<br />

competenza es. 2005<br />

Tav. 11 Prospetto dimostrativo dell’equilibrio di bilancio – previsioni di<br />

competenza es. 2004<br />

4


Tav. 12 Spese soggette al patto di stabilità interno (2004-2006)<br />

Tav. 13 Patto di stabilità interno 2006<br />

Tav. 14 Patto di stabilità interno 2006 (indicatori)<br />

Tav. 15 Spesa personale 2006<br />

Tav. 16 Passività patrimoniali (2003-2006)<br />

Tav. 17 Entrate tributarie vincolate e a libera destinazione – es. 2006<br />

Tav. 18 Entrate tributarie vincolate e a libera destinazione –storico<br />

2006-2004<br />

Tav. 19 Capacità di indebitamento – es. 2006<br />

Tav. 20 Capacità di indebitamento – storico 2006-2004<br />

Tav. 21 Il ricorso all’indebitamento (2002-2006)<br />

Tav. 22 Ristrutturazione del debito<br />

Tav. 23 Accertamenti tributi (2005-2006)<br />

Tav. 24 Capacità previsionale tributi 2006<br />

Tav. 25 Andamento dei trasferimenti statali e dall’Unione europea<br />

Tav. 26 Composizione della spesa in c/competenza<br />

Tav. 27 Elenco società a partecipazione regionale (aggiornata<br />

31/12/2006)<br />

Tav. 28 Elenco società controllate e collegate (aggiornata 31/12/2006)<br />

Tav. 29 Utili/predite (esercizi 2003-2005)<br />

Graf. 1 Incidenza investimenti regionali finanziati con mutui a carico<br />

della Regione (2002-2006)<br />

Graf. 2 Rapporto spese d’investimento-spese correnti (2002-2006)<br />

Graf. 3 Andamento saldi giornalieri di cassa (I trimestre 2006)<br />

Graf. 4 Andamento saldi giornalieri di cassa (II trimestre 2006)<br />

Graf. 5 Andamento saldi giornalieri di cassa (III trimestre 2006)<br />

Graf. 6 Andamento saldi giornalieri di cassa (IV trimestre 2006)<br />

Graf. 7 Andamento dei saldi di cassa giornalieri anno 2006<br />

Graf. 8 Andamento del fondo di cassa anno 2006<br />

Indice delle tabelle<br />

1 Entrate 2004-2006<br />

2 Entrate 2004-2006 – variazioni storiche<br />

3 Gestione dei residui attivi 2004-2006<br />

4 Residui attivi 2004-2006 – variazione storiche<br />

5 Indicatori dell’entrata 2004-2006 (competenza)<br />

6 Indicatori dell’entrata 2004-2006 (residui)<br />

7 Fonte di finanziamento e natura della spesa 2004-2006<br />

7bis Fonte di finanziamento e natura della spesa 2004-2006<br />

(indicatori)<br />

8 Funzioni obiettivo 2004-2006 – incidenza della spesa<br />

9 Residui passivi iniziali 2004-2006<br />

10 Previsioni iniziali di competenza 2004-2006<br />

11 Previsioni iniziali di cassa 2004-2006<br />

12 Previsioni finali di competenza 2004-2006<br />

13 Previsioni finali di cassa 2004-2006<br />

14 Indice di variazione degli stanziamenti di competenza 2004-<br />

2006<br />

14bis Indice di variazione degli stanziamenti di cassa 2004-2006<br />

15 Impegni 2004-2006<br />

16 Pagamenti di competenza 2004-2006<br />

17 Pagamenti in c/residui 2004-2006<br />

18 Pagamenti totali 2004-2006<br />

19 Residui passivi conseguenti la gestione di competenza 2004-<br />

2006<br />

5


20 Residui passivi eliminati 2004-2006<br />

21 Residui passivi eliminati per economie/insussistenze 2004-2006<br />

22 Residui passivi eliminati per radiazioni 2004-2006<br />

23 Radiazione di residui passivi di parte corrente – es. 2006<br />

24 Residui passivi finali 2004-2006<br />

25 Indicatori della spesa 2004 (funzioni obiettivo)<br />

26 Indicatori della spesa 2005 (funzioni obiettivo)<br />

27 Indicatori della spesa 2006 (funzioni obiettivo)<br />

28 Quadro dimostrativo della formazione e dello smaltimento dei<br />

residui perenti (1986-2006)<br />

29 Gestione dei budget operativi emessi nell’anno 2006<br />

30 Gestione dei budget operativi emessi nell’anno 2006<br />

(ripartizione in capitoli)<br />

31 Elenco conti correnti bancari al 31.12.2006<br />

PARTE SPECIALE<br />

1 PREMESSA<br />

2 SINTESI DELLE CRITICITA’ DELL’ESERCIZIO PRECEDENTE<br />

3 EVOLUZIONE DELLA NORMATIVA SANITARIA NAZIONALE E<br />

REGIONALE<br />

3.1 Normativa nazionale<br />

3.2 Conferenza permanente Stato - Regioni<br />

3.3 Normativa regionale<br />

4 ASPETTI ECONOMICO-FINANZIARI DEL S.S.R.<br />

4.1 Fonti e livelli di finanziamento dell’esercizio 2006<br />

4.2 Risultanze dei bilanci d’esercizio<br />

4.2.1 Il consolidato regionale<br />

4.2.2 Gli andamenti nelle singole aziende<br />

5 APPROFONDIMENTO/1: L’ASSISTENZA COLLETTIVA IN<br />

6<br />

AMBIENTE DI VITA E DI LAVORO (LIVELLO 1 <strong>DEI</strong> LEA)<br />

5.1 Il quadro di riferimento normativo<br />

5.2 Il Livello 1 dei LEA<br />

5.3 La gestione del Livello 1 nel <strong>Veneto</strong><br />

APPROFONDIMENTO/2: L’ASSISTENZA PRIVATA<br />

PREACCREDITATA<br />

6.1 Il privato preaccreditato<br />

6.2 Il quadro normativo di riferimento<br />

6.3 L’assistenza privata preaccreditata nel <strong>Veneto</strong><br />

7 VALUTAZIONI CONCLUSIVE<br />

APPENDICE<br />

Indice delle tavole<br />

Tav. 1 Sintesi della Legge 266/2005 (Finanziaria 2006)<br />

Tav. 2 Riparto CIPE parte corrente 2006 – Delibera 140/2006<br />

Tav. 3 Situazione di cassa del S.S.R. 2003-2006<br />

Tav. 4 Fabbisogno sanitario nel bilancio di previsione regionale<br />

2006 e risorse a copertura<br />

Tav. 5 Programma di finanziamento del S.S.R. per l’anno 2006<br />

6


Tav. 6 Consolidato regionale- andamento dei risultati d’esercizio<br />

2002-2006<br />

Tav. 7 Bilanci d’esercizio 2004-2006 –partizione del Conto<br />

economico<br />

Tav. 8 Conti economici 2004-2006 – valore della produzione<br />

Tav. 9 Conti economici 2004-2006 – costi della produzione<br />

Tav. 10 Evoluzione dei risultati di esercizio pro capite 2001-2006<br />

Tav. 11 Composizione dei servizi costituenti il Dipartimento di<br />

Prevenzione<br />

Tav. 12 Rapporto addetti SPISAL ogni 10.000 dipendenti di aziende<br />

presenti nel territorio ASL<br />

Tav. 13 Attività di prevenzione negli ambienti di lavoro<br />

Tav. 14 Andamento attività di prevenzione SPISAL - anno 2005<br />

Tav. 15 Infortuni sul lavoro 2004-2006 (per azienda)<br />

Tav. 16 Infortuni sul lavoro 2004-2006 (per settore produttivo)<br />

Tav. 17 Strutture sanitarie a gestione privata convenzionate con il<br />

S.S.R.<br />

Indice delle tabelle<br />

Tab. 1 Classificazione della spesa per livelli di assistenza<br />

Tab. 2 Classificazione della spesa per aree di particolare interesse<br />

Tab. 3 Composizione della popolazione assistibile<br />

Tab. 3bis Andamento demografico<br />

Tab. 4 Costo del servizio di igiene e sanità pubblica<br />

Tab. 5 Costo pro capite del servizio di igiene e sanità pubblica<br />

Tab. 6 Costo del servizio di igiene degli alimenti e della nutrizione<br />

Tab. 7 Costo pro capite del servizio di igiene degli alimenti e della<br />

nutrizione<br />

Tab. 8 Costo del servizio di prevenzione e sicurezza degli<br />

ambienti di lavoro<br />

Tab. 9 Costo pro capite del servizio di prevenzione e sicurezza<br />

degli ambienti di lavoro<br />

Tab. 10 Costo del servizio di sanità pubblica veterinaria<br />

Tab. 11 Costo per unità bovino equivalente del servizio di sanità<br />

pubblica veterinaria<br />

Tab. 12 Percentuale vaccinati<br />

Tab. 13 Prestazioni di specialistica diagnostica preventiva<br />

Tab. 14 Costo delle prestazioni di specialistica diagnostica<br />

preventiva<br />

Tab. 14bis Costo pro capite delle prestazioni di specialistica<br />

diagnostica preventiva<br />

Tab. 15 Prestazioni specialistiche ambulatoriali (totali)<br />

Tab. 16 Prestazioni specialistiche ambulatoriali (attività clinica)<br />

Tab. 17 Prestazioni specialistiche ambulatoriali (attività di<br />

laboratorio)<br />

Tab. 18 Prestazioni specialistiche ambulatoriali (attività di<br />

diagnostica strumentale e per immagini)<br />

Tab. 19 Prestazioni specialistiche ambulatoriali (totali) pro capite<br />

Tab. 20 Prestazioni specialistiche ambulatoriali (attività clinica) pro<br />

capite<br />

Tab. 21 Prestazioni specialistiche ambulatoriali (attività di<br />

laboratorio) pro capite<br />

Tab. 22 Prestazioni specialistiche ambulatoriali (attività di<br />

diagnostica strumentale e per immagini) pro capite<br />

Tab. 23 Costi dell’assistenza specialistica ambulatoriale (totali)<br />

7


Tab. 24 Costi dell’assistenza specialistica ambulatoriale (attività<br />

clinica)<br />

Tab. 25 Costi dell’assistenza specialistica ambulatoriale (attività di<br />

laboratorio)<br />

Tab. 26 Costi dell’assistenza specialistica ambulatoriale (attività di<br />

diagnostica strumentale e per immagini)<br />

Tab. 23bis Costi dell’assistenza specialistica ambulatoriale (totali) pro<br />

capite<br />

Tab. 24bis Costi dell’assistenza specialistica ambulatoriale (attività<br />

clinica) pro capite<br />

Tab. 25bis Costi dell’assistenza specialistica ambulatoriale (attività di<br />

laboratorio) pro capite<br />

Tab. 26bis Costi dell’assistenza specialistica ambulatoriale (attività di<br />

diagnostica strumentale e per immagini) pro capite<br />

Tab. 26ter Costo per prestazione ambulatoriale acquistata da privato<br />

Tab. 27 Le strutture di ricovero e cura nella Regione <strong>Veneto</strong><br />

Tab. 28 Numero di posti letto (2004-2006)<br />

Tab. 29 Numero di posti letto in strutture a gestione privata -<br />

raffronti 2006-2004<br />

Tab. 30 Posti letto 2004-2006 – incidenza pubblico/privato<br />

Tab. 30bis Tasso di utilizzo dei posti letto (acuti in degenza ordinaria)<br />

Tab. 31 Numero di ricoveri (2004-2006)<br />

Tab. 32 Numero di ricoveri in strutture a gestione privata -<br />

raffronti 2006-2004<br />

Tab. 33 Ricoveri 2004-2006 – incidenza pubblico/privato<br />

Tab. 34 Numero di giornate di degenza 2004-2006<br />

Tab. 35 Numero di giornate di degenza in strutture a gestione<br />

privata - raffronti 2006-2004<br />

Tab. 36 Giornate di degenza 2004-2006 incidenza pubblico/privato<br />

Tab. 36bis Degenza media (strutture a gestione diretta delle aziende)<br />

Tab. 36ter Degenza media (strutture a gestione privata)<br />

Tab. 37 Indicatori di complessità 2004-2006 (strutture a gestione<br />

diretta delle aziende)<br />

Tab. 38 Indicatori di complessità (strutture a gestione privata)<br />

Tab. 39 Indicatori di prestazioni ospedaliere a rischio di non<br />

appropriatezza - % dimessi da reparti chirurgici con d.r.g.<br />

medici – Indicatori di complessità (strutture a gestione<br />

diretta delle aziende)<br />

Tab. 40 Indicatori di prestazioni ospedaliere a rischio di non<br />

appropriatezza - % dimessi da reparti chirurgici con d.r.g.<br />

medici – Indicatori di complessità (strutture a gestione<br />

privata)<br />

Tab. 41 Indicatori di prestazioni ospedaliere a rischio di non<br />

appropriatezza in regime di degenza ordinaria<br />

Tab. 42 Costi dell’assistenza ospedaliera 2004-2006<br />

Tab. 43 Costi dell’assistenza ospedaliera – incidenza<br />

pubblico/privato<br />

Tab. 44 Costi dell’assistenza ospedaliera pro capite<br />

Tab. 45 Costi dell’assistenza ospedaliera per posto letto<br />

Tab. 46 Costi dell’assistenza ospedaliera per ricovero<br />

Tab. 47 Costi dell’assistenza ospedaliera per giornata di degenza<br />

8


DELIBERAZIONE<br />

9


DELIBERAZIONE N. 109/2007/Contr.gs<br />

REPUBBLICA ITALIANA<br />

LA <strong>CORTE</strong> <strong>DEI</strong> <strong>CONTI</strong><br />

La Sezione regionale di controllo della Corte dei conti del <strong>Veneto</strong>, nell’adunanza<br />

del 29 novembre 2007, composta da:<br />

Bruno PROTA Presidente<br />

Aldo CARLESCHI Consigliere<br />

Elena BRANDOLINI Primo Referendario<br />

Luca FAZIO Referendario<br />

Alberto RIGONI Referendario<br />

VISTO l’art.100, secondo comma, della Costituzione;<br />

VISTO il testo unico delle leggi sulla Corte dei conti, approvato con R.D. 12 luglio<br />

1934, n. 1214, e successive modificazioni;<br />

VISTA la legge 14 gennaio 1994, n. 20, recante disposizioni in materia di<br />

giurisdizione e controllo della Corte dei conti;<br />

VISTO il Regolamento per l’organizzazione delle funzioni di controllo delle Corte<br />

dei conti deliberato dalle Sezioni riunite in data 16 giugno 2000 (14/DEL/2000) e le<br />

successive modificazioni di cui alla deliberazione delle Sezioni riunite in data 3 luglio<br />

2003 (2/DEL/2003);<br />

VISTO l’art. 7, comma 7, della legge 5 giugno 2003, n. 131 (legge La Loggia);<br />

VISTO il programma di lavoro per l’attività di controllo anno 2007, definito<br />

nell’adunanza del giorno 12 gennaio 2007, di cui alla deliberazione n. 1/2007/ind.pr;<br />

VISTA l’ordinanza n. 2/2007/ind.gr del 18 gennaio 2007 con la quale il Presidente<br />

della Sezione regionale di controllo per il <strong>Veneto</strong>, ai sensi del comma 5, dell’art.2 del<br />

Regolamento per l’organizzazione delle funzioni di controllo della Corte dei conti<br />

(14/DEL/2000), ha attribuito le indagini ai magistrati;<br />

VISTA l’ordinanza del Presidente n. 27 in data 27 novembre 2007 di convocazione<br />

della Sezione regionale di controllo;<br />

VISTE le relazioni dei magistrati istruttori: Consigliere Aldo Carleschi e<br />

Referendario Luca Fazio;<br />

VISTI i risultati delle istruttorie eseguite;<br />

VISTA la nota del Presidente della Sezione regionale di controllo per il <strong>Veneto</strong> in<br />

data 19 novembre 2007 prot. 8730/8 e la risposta della Regione prot. 664361/42.00 del<br />

26 novembre 2007, pervenuta in data 27 novembre 2007, prot. 8864/8;<br />

11


VISTA la nota del Consigliere Aldo Carleschi in data 8 novembre 2007 prot.<br />

8544/8 e la risposta della Regione prot. 650453/50.00.02.00 del 19 novembre 2007,<br />

pervenuta in data 23 novembre 2007 prot. 8791/8;<br />

DELIBERA<br />

La relazione annuale ex art. 3, legge 14 gennaio 1994, n. 20 articolata in:<br />

- referto sulla gestione finanziaria della Regione <strong>Veneto</strong>, per la verifica<br />

dell’attuazione delle leggi regionali di principio e di programma, con particolare<br />

riferimento alla gestione finanziaria e al rispetto delle norme sul patto di stabilità<br />

interno, alla salvaguardia degli equilibri di bilancio, al rispetto dei vincoli<br />

all’indebitamento nell’esercizio finanziario 2006 e al funzionamento dei controlli<br />

interni (Parte generale);<br />

- indagine sull’assistenza sanitaria nel <strong>Veneto</strong>, aspetti finanziari e gestionali, con<br />

particolare riferimento alla gestione dell’assistenza collettiva in ambiente di vita e<br />

di lavoro e all’assistenza privata preaccreditata - esercizio finanziario 2006 con<br />

ricostruzione di serie storiche a partire dal 2004 (Parte speciale).<br />

DISPONE<br />

che copia della relazione sia trasmessa al Presidente e ai componenti del <strong>Consiglio</strong><br />

regionale del <strong>Veneto</strong> nonché al Presidente della Giunta <strong>Regionale</strong> e agli Assessori.<br />

COMPONENTE RELATORE<br />

F.to Aldo CARLESCHI<br />

COMPONENTE<br />

F.to Elena BRANDOLINI<br />

COMPONENTE RELATORE<br />

F.to Luca FAZIO<br />

COMPONENTE<br />

F.to Alberto RIGONI<br />

DEPOSITATA IN SEGRETERIA IN DATA 30/11/2007<br />

IL DIRETTORE AMMINISTRATIVO<br />

F.to Elena PAPIANO<br />

12<br />

Il PRESIDENTE<br />

F.to Bruno PROTA


SINTESI<br />

13


La Corte dei conti torna al suo appuntamento annuale con la relazione sulla<br />

gestione finanziaria della Regione <strong>Veneto</strong>, a dieci anni di distanza dal primo referto sulla<br />

gestione dell’e.f. 1997, in un contesto normativo ed economico in continua e profonda<br />

evoluzione, che ha ridisegnato le modalità di esercizio dell’attività amministrativa e le<br />

tecniche di controllo su di essa.<br />

La presente relazione si ispira nella sua impostazione agli “Indirizzi e criteri<br />

generali per l’attività di referto finanziario annuale delle Sezioni regionali sul rendiconto<br />

delle regioni” approvati dalla Sezione delle Autonomie della Corte dei conti con delibera<br />

n. 4/2003 del 7 novembre 2003.<br />

Pertanto, nella premessa, dopo una panoramica sull’andamento finanziario del<br />

settore pubblico e delle Regioni a statuto ordinario, si forniscono i risultati complessivi e<br />

le peculiarita della gestione annuale della Regione <strong>Veneto</strong>, nonchè una nota metodologica<br />

sull’istruttoria svolta.<br />

Nella sezione I si dà conto, in applicazione dell’art. 7, comma 7, della legge<br />

131/2003, della verifica compiuta sul rispetto degli equilibri di bilancio, del patto di<br />

stabilità interno e dei limiti quantitativi e qualitativi all’indebitamento. In questa sezione<br />

viene, altresì, affrontata la composizione del debito regionale e la gestione attiva del<br />

debito attraverso strumenti di finanza innovativa costituiti dalla rinegoziazione e<br />

dall’utilizzo di strumenti finanziari derivati utilizzati per la prima volta dalla Regione.<br />

Nella sezione II si procede ad un’analisi complessiva della politica di bilancio per<br />

l’e.f. 2006, suddivisa nei tre aspetti tipici della gestione di competenza, della gestione dei<br />

residui e della gestione di cassa. Nell’ambito di tale analisi si è proceduto ad una parziale<br />

ridenominazione, riclassificazione e sostituzione degli indicatori utilizzati nelle relazioni<br />

precedenti con il duplice scopo di considerare quelli più significativi e di renderli<br />

omogenei a quelli adottati di consueto dalla Regione nel Rendiconto generale e nel<br />

documento “Relazione di analisi della gestione”.<br />

Una mappatura dello stato attuale dei controlli esterni sull’amministrazione<br />

regionale da parte di un organo indipendente non politico nè amministrativo qual è la<br />

Corte dei conti si rende necessaria al fine di comprendere le motivazioni che hanno<br />

indotto l’orientamento dell’attività istruttoria di quest’anno verso determinati obiettivi.<br />

Il privilegio accordato dal legislatore nazionale al controllo sulla gestione ex lege<br />

20/1994, del quale si è trattato diffusamente nei precedenti referti, non ha fatto venir<br />

meno, nei confronti unicamente dello Stato, il controllo preventivo di legittimità della<br />

15


Corte dei conti sugli atti più rilevanti per impatto diretto o riflesso sulla finanza pubblica<br />

(quali elencati nell’art. 3, comma 1, della legge 20/1994).<br />

La natura stessa del controllo preventivo di legittimità quale attività con<br />

potenzialità interdittive dell’efficacia del provvedimento, chiama la Corte dei conti a<br />

svolgere un ruolo diretto nell’attività amministrativa.<br />

Già nel quadro ordinamentale pre-riforma del Tit. V della Costituzione la Corte dei<br />

conti non svolgeva alcun controllo di legittimità sugli atti regionali, fatto salvo quello<br />

riconducibile alla presenza di un magistrato contabile nella Commissione statale di<br />

controllo istituita dalla legge Scelba (62/1953) in attuazione dell’art. 125, 1° c, Cost.,<br />

Commissione connotata da una composizione ibrida anche per la presenza di un membro<br />

di provenienza regionale, ma comunque sbilanciata per la prevalenza di esponenti<br />

dell’amministrazione statale. Il riscontro di legittimità sugli atti regionali veniva esercitato<br />

su quasi tutte le deliberazioni e, a seguito delle modifiche intervenute con i D.Lgs. 40 e<br />

479 del 1993 e della legge 127/1997, negli ultimi anni si limitava essenzialmente ai<br />

regolamenti regionali e ai provvedimenti di attuazione degli obblighi comunitari.<br />

Con l’abrogazione del controllo governativo previsto dall’art. 125, 1° comma, della<br />

Costituzione ad opera della legge cost. 3/2001 i controlli di legittimità su atti regionali da<br />

parte di organi esterni sono del tutto scomparsi.<br />

Se, quindi, la riduzione dell’area del controllo preventivo sugli atti delle<br />

amministrazioni statali è stata compensata o, ancor meglio, giustificata dall’introduzione<br />

del controllo sulle gestioni statali, la completa eliminazione di esso nei riguardi degli atti<br />

regionali rende ancor più significativo il controllo sulle gestioni regionali.<br />

La significatività e la estrema potenzialità del controllo sulla gestione, che per<br />

definizione legislativa è teso essenzialmente alla “verifica della legittimità e<br />

regolarità delle gestioni” e all’”accertamento della rispondenza dei risultati<br />

dell’attività amministrativa agli obiettivi stabiliti dalla legge, valutando<br />

comparativamente costi, modi e tempi dell’attività amministrativa”, deriva dal<br />

fatto che attraverso la valutazione di un’intera gestione la Corte dei conti è chiamata a<br />

verificare gli effetti sul piano dell’economicità, efficienza ed efficacia dalla condotta degli<br />

amministratori non solo attiva, ma anche, e soprattutto, omissiva o dilatoria.<br />

In questo aspetto si coglie la diversità dal controllo di legittimità sugli atti, ma<br />

anche il limite dell’attivita di controllo sulla gestione, derivante dalla presenza in<br />

quest’ultimo di un’area di rischio (il c.d. rischio di revisione o audit risk), cioè il rischio<br />

16


che errori, omissioni o manipolazioni non siano individuati, rischio che si manifesta in tre<br />

forme:<br />

- rischio intrinseco (inherent risk), che dipende dalle caratteristiche del sistema<br />

organizzativo e del settore contabile dell’amministrazione controllata, per cui<br />

maggiormente affidabile e appropriato è il sistema contabile utilizzato minore è il livello<br />

di rischio intrinseco<br />

- rischio di controllo interno (control risk), che rappresenta il rischio di non individuazione<br />

da parte del controllo interno<br />

- rischio di non individuazione (detect risk), che è riferito al controllore esterno, ovvero la<br />

Corte dei conti.<br />

A fronte della scomparsa dei controlli di legittimità esterni è ovvio che tutte le<br />

amministrazioni regionali necessitano di un potenziamento dei controlli interni ed è anche<br />

per questo motivo che la presente relazione annuale ha inteso riprenderne la verifica, ai<br />

sensi dell’art.3, comma 4, della legge 20/1994, a cinque anni dall’ultima relazione (quella<br />

sull’e.f. 2001) che alla materia aveva dedicato ampia trattazione. Rispetto a tale<br />

relazione, che aveva analizzato i canonici controlli interni di cui al D.Lgs. 286/1999, è<br />

stato trattato un ulteriore tipo di controllo che la Regione ha istituito nei riguardi delle<br />

società da essa partecipate, con una ricognizione generale delle partecipazioni regionali.<br />

L’analisi dei controlli interni è contenuta nella sezione III.<br />

La sezione IV è dedicata all’analisi di tre fondamentali aspetti che influiscono in<br />

maniera rilevante sotto diversi profili sulla gestione finanziaria: la gestione della cassa, i<br />

budget operativi e i fondi economali.<br />

sanitaria.<br />

La Parte Speciale, come di consueto, è dedicata all’indagine sull’assistenza<br />

E’ opportuno dare avviso che la parte normalmente dedicata alle misure adottate<br />

a seguito delle osservazioni mosse alla Regione nella relazione precedente non è trattata<br />

separatamente, ma i singoli temi sono stati inseriti nelle partizioni di pertinenza, al fine<br />

di agevolare un confronto diretto con le situazioni riscontrate nell’esercizio finanziario<br />

2006.<br />

L’indagine relativa all’assistenza sanitaria nel <strong>Veneto</strong> –che costituisce la PARTE<br />

SPECIALE del presente referto- dopo una breve Premessa e gli esiti dell’indagine<br />

precedente, esamina:<br />

l’evoluzione della normativa nazionale e regionale;<br />

17


gli aspetti economico-finanziari del SSR – esercizio 2006, con ricostruzione<br />

delle serie storiche a partire dal 2004;<br />

come temi di approfondimento, il Livello 1 dei LEA Assistenza sanitaria in<br />

ambiente di vita e di lavoro e l’ Assistenza privata preaccreditata.<br />

Contiene, infine, valutazioni e conclusioni.<br />

Si illustrano, pertanto, per sintesi, le tematiche succitate.<br />

in particolare:<br />

EVOLUZIONE DELLA NORMATIVA NAZIONALE E REGIONALE<br />

Sono state esaminate le novità intervenute nel periodo di interesse e tra queste,<br />

la legge 23 dicembre 2005, n. 266 recante “Disposizioni per la formazione del bilancio<br />

annuale e pluriennale dello Stato” (legge finanziaria 2006), con particolare<br />

riferimento ai commi da 274 a 317 dell’articolato unico;<br />

l’ atto del 22 settembre 2006 con il quale, in ambito Conferenza permanente Stato-<br />

Regioni, è stata raggiunta intesa su un “Nuovo patto per la salute”, con valenza<br />

triennale, che punta a ridurre gli sprechi, alla stabilizzazione della spesa ed al<br />

risanamento nelle Regioni con disavanzi elevati e, nel contempo, a migliorare la<br />

qualità dei servizi, a promuovere l’appropriatezza delle prestazioni ed a garantire<br />

l’unitarietà del sistema;<br />

la DGR n. 69 del 17 gennaio 2006 con la quale sono state approvate le modalità di<br />

determinazione del budget delle prestazioni di ricovero ospedaliero e dell’incremento<br />

finanziario per gli erogatori privati preaccreditati.<br />

ASPETTI ECONOMICO – FINANZIARI DEL SSR<br />

Sono state esaminate le fonti ed i livelli di finanziamento, il sistema di<br />

finanziamento e le risultanze dei bilanci aziendali 2004 – 2006.<br />

Relativamente al primo aspetto, l’analisi ha preso le mosse dalla legge finanziaria<br />

per il 2006 e dalla successiva delibera di riparto del CIPE n. 140 del 17 novembre 2006<br />

con la quale è stato approvato, per detto anno, uno stanziamento di parte corrente a<br />

favore del SSN di 91.173,0 mln di euro, di cui il 96,7% per il finanziamento indistinto dei<br />

livelli essenziali di assistenza (contro il 97,5% del 2005), l’1,1% da ripartire con<br />

successivo decreto del Ministero della salute d’intesa con la Conferenza Stato – Regioni<br />

ed il 2,2% a destinazione vincolata. La legge finanziaria 2006, inoltre, per quanto attiene<br />

i disavanzi del SSN relativi agli anni 2002 – 2004, ha previsto lo stanziamento di 2000<br />

mln di euro da ripartire tra le Regioni su base capitaria e, al riguardo, la Conferenza<br />

Stato – Regioni ha ottemperato alle condizioni richieste (intesa sulla ripartizione della<br />

somma e sul Piano nazionale di contenimento dei tempi di attesa per il triennio 2006 –<br />

2008).<br />

18


Circa il sistema di finanziamento, è stato rilevato il ritardo con il quale lo Stato<br />

riversa alle regioni sia i mezzi ordinari per il finanziamento corrente (IRAP. Addizionale<br />

IRPEF, compartecipazione all’IVA) sia i gettiti delle manovre fiscali adottate dalle regioni<br />

stesse a correzione dei disavanzi di gestione verificatisi negli ultimi cinque anni. La<br />

Regione <strong>Veneto</strong>, al riguardo, alla data del mese di agosto 2006, vantava un credito di<br />

1.387 mln di euro.<br />

In sede di approvazione del bilancio di previsione 2006, la Regione <strong>Veneto</strong> aveva<br />

stimato un fabbisogno per Sanità di circa 6.892 mln di euro. Successivamente, la<br />

Regione stessa:<br />

con DGR 3595 del 15 novembre 2006 ha provveduto ad assegnare alle<br />

aziende sanitarie e ospedaliere, nonché all’Istituto Oncologico <strong>Veneto</strong> le risorse di<br />

competenza dell’esercizio 2006 (al netto della mobilità) ai fini dell’erogazione dei LEA,<br />

pari a circa 6.875 mln di euro;<br />

con DGR 3092 del 3 ottobre 2006 ha approvato le azioni varie di<br />

riequilibrio economico con le quali sono stati fissati i tetti di costosità relativi alle<br />

principali voci del conto economico.<br />

In ordine alle risultanze dei bilanci d’esercizio, l’analisi ha posto in evidenza che il<br />

disavanzo consolidato di esercizio della Regione 2006 (1° risultato di esercizio), dato<br />

dalla somma dei valori delle 21 aziende sanitarie, 2 ospedaliere e dell’Istituto Oncologico<br />

<strong>Veneto</strong> è stato di 652,6 milioni di euro, inferiore al 7,3% rispetto al 2005 (-704,04 mln di<br />

euro). La Regione, pertanto, applicando a tale risultato maggiori ricavi e minori costi, ha<br />

portato la diminuzione del disavanzo a 284,6 mln di euro (2° risultato di esercizio) che è<br />

risultato in leggero aumento rispetto al 2005 (-242,3mln) ed al 2004 (-250,5 mln).<br />

Rispetto ai due esercizi precedenti diminuiscono ulteriormente le aziende sanitarie<br />

che chiudono in risultato utile (due: Thiene e Pieve di Soligo contro le tre del 2005 e le<br />

cinque del 2004). La situazione mostra, per le rimanenti, forti squilibri che, per la loro<br />

ricorrenza, sembrano avere assunto carattere strutturale.<br />

APPROFONDIMENTO 1: L’ASSISTENZA COLLETTIVA IN AMBIENTE DI<br />

VITA E DI LAVORO (LIVELLO 1 <strong>DEI</strong> LEA)<br />

Dopo aver tracciato il pertinente quadro di riferimento normativo, sono state<br />

esaminate le iniziative adottate dalla Regione <strong>Veneto</strong> con particolare riguardo a:<br />

a) Dipartimento di prevenzione, costituito, sulla scorta di apposite linee guida, presso<br />

tutte le Aziende ULSS, articolato in Servizi che, in linea di massima, ricalcano quelli<br />

19


iportati nel DPCM 29 novembre 2001 con il quale venivano individuati gli attuali tre<br />

livelli dei LEA nonché struttura e funzioni del Dipartimento stesso.<br />

b) Strumenti di pianificazione e di programmazione, consistenti in Piani pluriennali e<br />

Deliberazioni attuative tra i quali sono stati esaminati, tra gli altri, il Piano Socio<br />

Sanitario 1996-1998, tuttora vigente, i Piani per la promozione della salute e della<br />

sicurezza negli ambienti di lavoro per il triennio 1999-2001 e per quello 2002-2004, il<br />

Piano triennale 2002-2004 SISP (Servizi di igiene e sanità pubblica.<br />

c) Attività operativa nel triennio 2004-2006 limitatamente a quella svolta dai Servizi<br />

SPISAL (Prevenzione infortuni e sicurezza ambienti di lavoro) che ha evidenziato una<br />

diminuzione pari al 9% degli infortuni e del 6,8% di quelli mortali, una diminuzione<br />

complessiva delle ispezioni effettuate (7%) e dei sopralluoghi (18,5%, peraltro<br />

limitati al settore edilizio) e, per contro, un aumento del 2,6% dei verbali redatti.<br />

d) Costi nel 2006 dei Servizi più significativi incidenti sul Livello 1 e cioè quelli<br />

riguardanti Igiene e sanità pubblica (incidenza 40,7%, costo complessivo oltre 49 mln<br />

euro, incremento su base triennale del 15%), Sanità pubblica veterinaria (incidenza<br />

23,6%, costo complessivo 72,8 mln euro, flessione nel triennio del 9%); Prevenzione<br />

e sicurezza ambienti di lavoro (incidenza 8,8%, costo complessivo 27,8 mln euro,<br />

incremento nel triennio del 10,7%); Igiene degli alimenti e nutrizione (incidenza<br />

5,3%, costo complessivo 16,8 mln euro, incremento nel triennio del 7,8%);<br />

Specialistica diagnostica preventiva (incidenza 16,1%, costo complessivo 50,8 mln<br />

euro, incremento nel triennio del 10%). A fronte di tali dati complessivi, però, sono<br />

stati rilevati scostamenti, talora sensibili, a livello delle singole aziende che, in<br />

qualche caso, nel corso dell’ istruttoria, sono risultati frutto di errori materiali,<br />

erronea o diversa imputazione dei costi. A tal proposito, la Regione ha fornito risposta<br />

nei termini riportati nel testo.<br />

APPROFONDIMENTO 2: L’ ASSISTENZA PRIVATA PREACCREDITATA<br />

E’ stato esaminato il quadro di riferimento statale e quello regionale. In<br />

particolare, per il primo aspetto, il D.Lgs. 502/1992 (art.8, comma 7), la legge<br />

724/1994 (art.6, comma 6), il D.Lgs. 229/1999 (art.8 quater), la legge finanziaria per il<br />

2007 con la quale il legislatore ha posto termini più stringenti per la messa a regime del<br />

sistema dell’accreditamento. In ambito regionale, invece, la normativa statale è stata<br />

recepita con legge 22/2002 con la quale sono state regolamentate l’autorizzazione alla<br />

realizzazione e all’esercizio delle strutture sanitarie, socio-sanitarie e sociali,<br />

l’accreditamento istituzionale e quello volontario o d’eccellenza, le iniziative regionale e i<br />

progetti finalizzati alla realizzazione dei precedenti punti. La Regione, al riguardo, ha<br />

precisato che, in attuazione di detta legge regionale:<br />

20


a decorrere dal 14 settembre 2004 l’esercizio di tutte le nuove strutture sanitarie è<br />

soggetto all’autorizzazione preventiva mentre alla data del 14 settembre 2007 scadrà<br />

il termine per la presentazione a Regione o Comune della domanda di conferma<br />

dell’autorizzazione da parte delle strutture di ricovero o ambulatoriali in possesso di<br />

autorizzazione in base alla precedente normativa, nonché da parte delle strutture<br />

pubbliche;<br />

per quanto riguarda l’accreditamento istituzionale, sono in fase di elaborazione, per il<br />

settore ambulatoriale, le linee di indirizzo per la definizione della programmazione<br />

sanitaria regionale e attuativa locale ed i parametri che consentiranno di valutare la<br />

rispondenza del soggetto accreditato alle scelte conseguenti. Nel frattempo, ai<br />

soggetti già autorizzati che hanno presentato o presentano domanda di<br />

accreditamento istituzionale (condizione per l’erogazione delle prestazioni sanitarie<br />

con oneri a carico del SSR) è consentito di ottenere, su base puramente volontaria,<br />

un’attestazione di Idoneità al Sistema di Qualità <strong>Regionale</strong> per cui, una volta definita<br />

la programmazione, ne verrà valutata la coerenza e, in caso positivo, verrà rilasciato<br />

il provvedimento di accreditamento. Nella Regione <strong>Veneto</strong> vige ancora l’istituto del<br />

pre-accreditamento in base al quale le strutture già convenzionate ai sensi di<br />

precedente normativa (legge 724/1994 e DPR 119 e 120/1988) erogano prestazioni<br />

con oneri a carico del SSR.<br />

In <strong>Veneto</strong>, la presenza di soggetti erogatori privati di inserisce, a pieno titolo,<br />

nella programmazione sanitaria regionale come emerge dal “Piano Socio-Sanitario per il<br />

triennio 1996-1988” tuttora vigente e quello nuovo (triennio 2005-2007) all’esame del<br />

<strong>Consiglio</strong> <strong>Regionale</strong>.<br />

Dall’esame condotto coinvolgendo anche le aziende sanitarie territoriali, sono<br />

emersi i seguenti aspetti di interesse:<br />

per quanto riguarda l’assistenza ospedaliera l’offerta privata è costituita da 29<br />

strutture di cui 12 equiparate pubbliche, 15 case di cura private e 2 sperimentazioni<br />

gestionali, con una distribuzione non uniforme sul territorio (sono infatti concentrate<br />

nell’ambito di 10 aziende sanitarie sulle 21 presenti nel <strong>Veneto</strong>), mentre per quanto<br />

concerne l’assistenza specialistica ambulatoriale risultano attive 248 convenzioni<br />

con soggetti privati, anche in questo caso con una distribuzione su base territoriale<br />

disomogenea;<br />

tutte le aziende interessate (ad eccezione di quella di Feltre) hanno confermato<br />

l’esistenza di rapporti contrattuali con gli erogatori convenzionati operanti nel proprio<br />

territorio, mediante i quali sono disciplinate, le modalità di predeterminazione dei<br />

volumi di attività ed i tetti di spesa (a loro volta fissati annualmente per ogni singola<br />

struttura con delibera della Giunta <strong>Regionale</strong>), gli strumenti di monitoraggio e di<br />

21


endicontazione dell’attività svolta ed i meccanismi di abbattimento tariffario in caso<br />

di superamento dei volumi di attività.<br />

Sono stati poi esaminati i dati più significativi concernenti i volumi di prestazioni ed i<br />

costi dell’assistenza specialistica ambulatoriale ed i dati di struttura e di attività ed i<br />

costi di quella ospedaliera, sia a livello complessivo che di singole aziende.<br />

Per quanto riguarda l’assistenza specialistica ambulatoriale:<br />

Volumi di prestazioni. E’ risultato che, nel triennio, si è registrata una crescita<br />

complessiva del 27,6% (da 12.556.241 del 2004 a 16.018.911 del 2006) mentre, per<br />

contro, nel pubblico, si è avuto un incremento del solo 1,4%. E’ altresì emerso che<br />

l’incremento nel privato preaccreditato si è spalmato in modo abbastanza uniforme su<br />

tutte e tre le macro aree considerate (attività clinica, di laboratorio e diagnostica<br />

strumentale e per immagini) mentre nel pubblico si è manifestata maggiore<br />

disomogeneità.<br />

Costi. E’ risultato che nel 2006 per l’acquisto delle prestazioni di cui trattasi le 21<br />

aziende territoriali hanno registrato costi complessivi per circa 208,8 mln euro<br />

(incremento su base triennale del 15,8%) e costi pro-capite di 43,1 euro. Il costo di<br />

ogni singola prestazione è risultato pari a 13 euro, in diminuzione rispetto al 2005<br />

(14,3) ed al 2004 (14,5).<br />

Sia per il volume delle prestazioni che per i costi sono emerse escursioni, anche di<br />

sensibile entità, a livello delle singole aziende.<br />

Per quanto riguarda l’assistenza ospedaliera:<br />

Dati di struttura<br />

La dotazione media annua di posti letto assegnata alle strutture di ricovero e cura<br />

a gestione privata convenzionata con il SSR è diminuita nel triennio 2004-2006 dell’<br />

1,8% (da 3272 del 2004 a 3213 del 2006). La riduzione ha operato esclusivamente sui<br />

posti letto per acuti (-4,8%) mentre sono invece aumentati del 5,4% i posti letto nella<br />

post acuzie (riabilitazione e lungodegenza). Il rapporto pubblico/privato è rimasto<br />

pressoché invariato per gli acuti mentre ha subito una variazione a favore del privato<br />

nella post acuzie del 2,1%.<br />

Nel 2006, il tasso di utilizzo dei posti letto per acuti in degenza ordinaria, stabilito<br />

con legge 662/1996 nella misura minima del 75%, nel privato delle 10 aziende ULSS è<br />

rimasto pressoché invariato rispetto al 2004 (82,2%), leggermente inferiore al 2005<br />

(83%), in linea con la percentuale del pubblico calcolato sulle 24 aziende regionali (21<br />

22


sanitarie, 2 ospedaliere e Istituto Oncologico <strong>Veneto</strong>) che ha esposto un valore intorno<br />

all’81,9%.<br />

Dati di attività<br />

Sono stati presi in considerazione i seguenti aspetti:<br />

a) il numero dei ricoveri nelle strutture ospedaliere private nel 2006 ha subito nel<br />

2006 un incremento su base triennale del 4,5% mentre in quelle pubbliche delle<br />

10 aziende ULSS interessate, nello stesso periodo, vi è stata una diminuzione del<br />

6,2% (5,5% se riferito a tutte le 23 aziende sanitarie e ospedaliere regionali);<br />

b) le giornate di degenza nelle strutture private sono diminuite nel triennio del 3,4%<br />

che opera sia nell’acuzie che nella post acuzie. Nello stesso periodo, nelle 10<br />

aziende in cui è presente l’offerta privata si è invece assistito ad un aumento<br />

complessivo del 2% dovuto al forte aumento nella post acuzie che ha confermato<br />

la diminuzione avvenuta nel ricovero per acuti. Ciò ha portato ad un leggero<br />

decremento del privato rispetto alle giornate di degenza;<br />

c) la degenza media per acuti nel 2006 nelle strutture di ricovero private<br />

preaccreditate è stata pari a 7,4 giornate per ricovero in degenza ordinaria con<br />

leggera flessione rispetto al 2004 (7,7). Sono diminuite anche le giornate medie<br />

nella post acuzie. Nello stesso arco temporale, la degenza media nel pubblico è<br />

leggermente aumentata sia tra gli acuti (da 7,9 a 8 giorni) che nella<br />

lungodegenza (da 25,2 a 25,9);<br />

d) la percentuale di complessità dei ricoveri per acuti (case mix), misurata nelle<br />

strutture private à risultata superiore a quella del pubblico (6,7% contro 6,5%);<br />

e) il grado di appropriatezza dei ricoveri nel privato è risultato nel triennio più basso<br />

del corrispondente pubblico con una tendenza che vede il privato migliorare<br />

rispetto ai due anni precedenti, al contrario del pubblico ove tale tasso non<br />

accenna a diminuire.<br />

Costi per l’acquisto delle prestazioni di ricovero<br />

I costi complessivi per l’acquisto da soggetti privati preaccreditati sono stati pari a<br />

504 mln euro, con un aumento su base triennale del 13,1%. Nel medesimo periodo i<br />

costi dell’ospedaliera pubblica gestita direttamente dalle 23 aziende regionali è cresciuta<br />

del 6,9%. Cresce, pertanto, l’incidenza dei costi sostenuti per acquistare prestazioni dal<br />

privato, rispetto al totale dei costi di ricovero.<br />

Il costo per l’acquisto di un posto letto da privato è risultato inferiore a quello<br />

realizzato con la produzione diretta all’interno dei propri ospedali. Nel 2006, la gestione<br />

di un posto letto privato è costata alle aziende committenti circa 157 mila euro contro i<br />

23


169 mila assorbiti dalle proprie strutture pubbliche. In controtendenza i costi nel day<br />

hospital/day surgery che hanno registrato un costo per posto letto nel privato di 551 mila<br />

euro contro i 245 mila nel pubblico.<br />

Anche per l’assistenza ospedaliera, dall’analisi condotta, sono emersi scostamenti<br />

a livello locale rispetto ai dati complessivi sopra esposti.<br />

La parte speciale à stata completata, infine con Valutazioni conclusive alle quali<br />

si rimanda per il dettaglio.<br />

NOTA METODOLOGICA<br />

La relazione sulla gestione finanziaria della Regione <strong>Veneto</strong>, anche per quanto<br />

riguarda l’esercizio finanziario 2006, ha preso spunto dai principali documenti di bilancio.<br />

Come già esposto nella sintesi, sono stati considerati nuovamente settori di attività come<br />

i controlli interni e si è proceduto ad un primo vaglio di aspetti gestionali relativamente<br />

nuovi (i budget operativi, i fondi economali, gli strumenti finanziari derivati) o di nuove<br />

forme di controllo (sulle società partecipate dalla Regione).<br />

L’istruttoria è stata condotta, come anche negli altri anni, partendo da una prima<br />

richiesta volta a ottenere determinati documenti già formati o particolari rielaborazioni di<br />

dati di bilancio per i quali non era possibile una formazione da parte del controllore<br />

esterno, nonchè, per quanto riguarda la materia dei controlli interni, la compilazione di<br />

questionari preventivamente elaborati da questa Sezione.<br />

Successivamente si è proceduto, mediante alcune audizioni informali dei dirigenti<br />

della Segreteria regionale bilancio e finanza e della Direzione Attività Ispettiva e<br />

Partecipazioni Societarie, nonchè ulteriori acquisizioni di documentazione di dettaglio, a<br />

perfezionare la conoscenza di alcune dinamiche gestionali e ottenere chiarimenti in<br />

merito allo scostamento rilevante di alcuni dati.<br />

L’azione di controllo si è ispirata in generale ai principi di revisione del settore<br />

pubblico contenuti nei documenti elaborati dall’INTOSAI ed, in particolare, agli “indirizzi e<br />

criteri di riferimento programmatico del controllo sulla gestione per l’anno 2007”<br />

elaborati e approvati dalle Sezioni Riunite in sede di controllo con delibera n.<br />

42/CONTR/PRG/2006 del 27 ottobre 2006, nonchè da precedenti delibere emanate dalla<br />

Sezione delle autonomie aventi ad oggetto “indirizzi e criteri generali per l’attività di<br />

referto finanziario annuale delle Sezioni regionali sul rendiconto delle Regioni” (delibera<br />

n. 4/2003) e “Linee guida per il coordinamento delle metodologie finalizzate alle<br />

24


ilevazioni delle Sezioni regionali sul funzionamento dei controlli interni nelle Regioni e<br />

negli enti locali” (delibera n. 15/2004).<br />

Ulteriore ispirazione è stata tratta da un elaborato formato in seno al Seminario<br />

permanente sui controlli della Corte dei conti avente ad oggetto “Linee guida per il<br />

controllo finanziario-contabile nelle amministrazioni regionali” del dicembre 2005, nel<br />

quale si dà atto del raggiungimento di una maturazione dogmatica del controllo sulla<br />

gestione ex lege 20/1994 e 131/2003, ovvero l’interrelazione, o, ancor meglio, il<br />

carattere di propedeuticità rispetto ad esso dell’audit finanziario contabile. Quest’ultimo<br />

è, difatti, finalizzato a valutare in modo obiettivo le prove a supporto dell’affidabilità e<br />

attendibilità del sistema informativo contabile, la conformità alle leggi dell’ordinamento<br />

regionale ed ai principi da essi desumibili, la regolarità e il rispetto delle procedure<br />

amministrative e contabili.<br />

In tale ottica e nella consapevolezza che il livello di applicazione di tali linee guida<br />

risulta ancora a livello sperimentale e richiede, prima di giungere ad una completa<br />

standardizzazione, una fase di “testaggio graduale”, sono state adottate per il controllo<br />

degli atti pervenuti alcune metodologie di revisione in esse contemplate, quali la visione<br />

di documenti amministrativi o inspection (in particolare bandi di gara e contratti per la<br />

gestione del servizio di tesoreria e per l’emissione di prestiti obbligazionari, contratti di<br />

acquisto di strumenti finanziari derivati); verifiche veloci di congruità o scanning condotte<br />

essenzialmente sul bilancio di previsione, sul rendiconto e sul registro giornaliero di<br />

cassa; questionari e audizioni o inquiries; riesecuzione di somme o reperformances. Di<br />

tali verifiche si darà conto nel corso della presente relazione nei limiti in cui abbiano<br />

avuto risultati significativi.<br />

A mero titolo informativo gli atti principali acquisiti dalla Regione <strong>Veneto</strong> sono<br />

stati i seguenti:<br />

- l’elenco degli strumenti di programmazione di cui alla L.R. n. 35/2001 in<br />

vigore e stato di attuazione di quelli non ancora adottati;<br />

- il documento di programmazione economico finanziaria per l’Ef. 2006;<br />

- l’elenco degli accordi di programma vigenti nel 2006;<br />

- la legge finanziaria 2006 e i relativi collegati;<br />

- la legge di approvazione del bilancio di previsione annuale 2006 e pluriennale<br />

2006-2008 completa di allegati con lo stato di previsione dell’entrata e lo stato<br />

di previsione della spesa;<br />

- le direttive per la gestione del bilancio 2006 e le direttive ai centri di<br />

responsabilità per la formazione delle proposte di budget;<br />

- l’assestamento del bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2006 e gli<br />

estremi degli altri atti di variazione al bilancio di previsione 2006;<br />

25


- il disegno di legge di approvazione del rendiconto generale della Regione per<br />

l’esercizio finanziario 2006;<br />

- il rapporto annuale sulla gestione del budget ex art. 32 della L.R. n. 39/2001;<br />

- l’importo totale dei residui attivi e passivi, distinti per anni di provenienza e<br />

per titolo di entrata e funzione obiettivo di spesa, sussistenti alla data del 31<br />

dicembre 2006;<br />

- l’importo totale, per anno di provenienza e titolo/funzione obiettivo, dei residui<br />

attivi dei quali sia stata attestata l’inesigibilità o l’insussistenza e dei residui<br />

passivi dichiarati insussistenti o confluiti in economia, nonché di quelli radiati<br />

dalla contabilità alla data del 31 dicembre 2006;<br />

- il quadro dimostrativo della formazione e della eliminazione dei residui in stato<br />

di perenzione alla data del 31 dicembre 2006;<br />

- la struttura organizzativa regionale e l’elenco dei centri di responsabilità ai fini<br />

della metodica di budget, con specifica del numero e della qualifica del<br />

personale addetto;<br />

- il bando di gara per l’affidamento del servizio di tesoreria e la convenzione di<br />

tesoreria vigente;<br />

- il registro giornale di cassa e i parziali giornalieri;<br />

- la convenzione stipulata con l’Agenzia delle entrate per la gestione dell’Irap e<br />

dell’addizionale Irpef;<br />

- l’elenco dei conti correnti bancari e postali intestati alla Regione <strong>Veneto</strong>;<br />

- l’elenco dei budget operativi e l’elenco dei fondi economali assegnati nel 2006;<br />

- il prospetto relativo al monitoraggio del patto di stabilità interno per l’esercizo<br />

finanziario 2006 con indicazione dei capitoli di spesa relativi alle detrazioni di<br />

cui alla legge 266/2005, art. 1, commi 142 e 143;<br />

- i prospetti dimostrativi dell’equilibrio di bilancio in termini di competenza e<br />

cassa (dati da preventivo e da consuntivo) per gli anni 2004–2005–2006,<br />

secondo i modelli trasmessi, con relativa nota esplicativa;<br />

- l’elenco per capitoli delle entrate e delle spese detratte dal calcolo relativo<br />

all’equilibrio di bilancio di cui all’art. 5 del D.Lgs. 76/2000;<br />

- i prospetti relativi al rispetto dei limiti qualitativi e quantitativi<br />

all’indebitamento;<br />

- la documentazione relativa ai prestiti contratti in qualsiasi forma nell’esercizio<br />

finanziario 2006 e alle rinegoziazioni e alle ristrutturazioni di mutui già<br />

esistenti;<br />

- la documentazione concernente le anticipazioni di cassa;<br />

26


- i questionari relativi ai controlli interni: strategico, di gestione, per la<br />

valutazione della dirigenza, di regolarità amministrativa e contabile, sugli enti<br />

di diritto privato partecipati dalla Regione;<br />

- l’elenco degli enti di diritto privato partecipati dalla Regione con i dati<br />

essenziali di carattere organizzativo ed economico-finanziario.<br />

Un ulteriore aspetto, degno di menzione, è stato posto in evidenza dalle Sezioni<br />

riunite in sede di controllo nella citata delibera n. 42/CONTR/PRG/2006 del 27 ottobre<br />

2006, della quale si riporta, per la sua significatività, il seguente passo: “per le Sezioni<br />

regionali è essenziale un dialogo, sin dalla fase preliminare all'approvazione dei<br />

programmi di controllo sulla gestione, con i Consigli regionali e, ove costituiti, con i<br />

Consigli delle autonomie locali, raccogliendo le indicazioni di questi compatibilmente con<br />

le altre priorità di controllo individuate dalla Sezione”.<br />

L’indirizzo espresso dal consesso supremo della Corte dei conti in sede di controllo<br />

si è rivelato in un certo senso precursore della novella apportata alla legge 20/1994 da<br />

parte della legge finanziaria statale per il 2007 (legge 296/2006), il cui comma 473 ha<br />

previsto che “la Corte definisce annualmente i programmi e i criteri di riferimento del<br />

controllo sulla base delle priorità previamente deliberate dalle competenti Commissioni<br />

parlamentari a norma dei rispettivi regolamenti”.<br />

Sebbene la norma di legge stabilisca un raccordo tra la Corte dei conti e il<br />

Parlamento nazionale, l’importante indirizzo espresso dalle Sezioni Riunite è da iscriversi<br />

nel quadro delle “ulteriori forme di collaborazione” che le Regioni possono chiedere alle<br />

Sezioni regionali di controllo ai sensi dell’art. 7, comma 8, della legge 131/2003 1 .<br />

A chiosa di tale nota metodologica è sentito esprimere il più vivo apprezzamento<br />

per la professionale disponibilità e la preziosa e tempestiva collaborazione prestate dalla<br />

Segreteria regionale bilancio e finanza nel corso dell’istruttoria, che ha reso possibile<br />

l’approfondimento dei singoli argomenti affrontati.<br />

1 Il citato comma della legge La Loggia testualmente recita: “Le Regioni possono richiedere ulteriori forme di<br />

collaborazione alle sezioni regionali di controllo della Corte dei conti ai fini della regolare gestione finanziaria e<br />

dell’efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa, nonché pareri in materia di contabilità pubblica. Analoghe<br />

richieste possono essere formulate, di norma tramite il <strong>Consiglio</strong> delle autonomie locali, se istituito, anche da<br />

Comuni, Province e Città metropolitane.”<br />

27


PARTE GENERALE<br />

29


PREMESSA<br />

31


1. ANDAMENTI GENERALI DELL’ECONOMIA E DELLA FINANZA PUBBLICA<br />

ITALIANA NEL 2006<br />

Dopo un periodo di sostanziale stagnazione nel quinquennio 2001-2005, la ripresa<br />

economica guidata, grazie alle performance registrate nell’autunno dello scorso anno,<br />

dall’aumento delle esportazioni (+ 5,3%), degli investimenti (+ 2%) e dei consumi delle<br />

famiglie (+ 1,5%) ha portato per il 2006 ad un aumento del Pil dell’1,9% (superiore alla<br />

stima del 1,6% effettuata in sede di Relazione Previsionale e Programmatica) apportando<br />

notevoli benefici alla finanza pubblica e agevolando l’impegno assunto dall’Italia, ancora<br />

sotto procedura di deficit eccessivo, di riportare il rapporto deficit/PIL al di sotto del 3%.<br />

In crescita anche il tasso di occupazione, pari all’1,6 per cento, mentre il tasso di<br />

inflazione è calato dal 2,2% del 2005 all’1,8%.<br />

Per quanto riguarda lo stato dei conti pubblici, l’indebitamento netto della P.A.,<br />

pari a 64,7 miliardi di euro, ha superato di quasi 6 miliardi il dato del 2005 2 . Il<br />

fabbisogno della pubblica amministrazione al netto delle regolazioni debitorie pregresse è<br />

risultato pari al 3,7% del PIL, mentre il rapporto debito/PIL è aumentato al 106,8%.<br />

Il saldo primario (indebitamento netto al netto della spesa per interessi) è<br />

risultato positivo e pari allo 0,2% del Pil, in peggioramento rispetto allo 0,4% dell'anno<br />

2005 e all’1,3 del 2004.<br />

Il risparmio delle Amministrazioni pubbliche (cioè il saldo delle partite correnti) è<br />

risultato positivo per 19 miliardi di euro, grazie al significativo aumento delle imposte<br />

correnti dirette (+12,4%) e indirette (+7,8%).<br />

A causa della crescita delle entrate totali delle amministrazioni pubbliche (pari al<br />

7,7% rispetto al 2005), attestatesi a poco più di 680 miliardi di euro (pari a circa il<br />

46,1% del PIL, superiore rispetto al 44,4% del 2005), la pressione fiscale complessiva<br />

(imposte dirette, indirette, in conto capitale e contributi sociali) è passata dal 40,6% del<br />

2005 al 42,3% del PIL.<br />

Tale incremento è dipeso dai risultati positivi del prelievo di imposte dirette<br />

(12,4%), indirette (7,8%), contributi sociali effettivi (4,7%), mentre le imposte in conto<br />

capitale sono diminuite sensibilmente dell’88,1% per l’eliminazione delle sanatorie<br />

2 In termini percentuali è risultato pari al 4,4% del PIL, maggiore rispetto al 4,1% riscontrato nel 2005.<br />

Purtuttavia tale incremento è stato condizionato, per la maggior parte, dagli oneri straordinari connessi ai<br />

rimborsi IVA sulle auto aziendali in seguito alla sentenza della Corte di Giustizia europea del 14 settembre<br />

2006, in tema di applicazione della sesta direttiva, che ha dichiarato illegittima l’indetraibilità stabilita dalla<br />

normativa italiana; la cancellazione dei crediti dello Stato nei confronti della società TAV (alta velocità<br />

ferroviaria), attuata mediante accollo diretto per 12,9 miliardi del debito di Infrastrutture Spa disposto nella<br />

finanziaria per il 2007; la retrocessione alla società di cartolarizzazione dei crediti di contributi sociali dovuti dai<br />

lavoratori agricoli, la cui riscossione era stata temporaneamente sospesa per legge, pari ad un ammontare di<br />

734 milioni di euro. Per cui al netto di tali oneri straordinari il rapporto indebitamento/PIL è risultato pari al<br />

2,4%, inferiore, cioè al 3,6% indicato come obiettivo nella Relazione Previsionale e Programmatica di settembre<br />

2006.<br />

33


edilizie. Il risultato positivo sconta i minori introiti di 376 milioni di euro per vendita di<br />

beni e servizi, di 327 milioni di euro per redditi di capitale e di 982 milioni di euro per<br />

trasferimenti dalle imprese, mentre gli introiti per trasferimenti dall’estero sono<br />

aumentati di 167 milioni di euro per rientri dall’Unione europea.<br />

La spesa totale della P.A. è risultata pari al 50,5% del PIL, di cui il 39,9% per<br />

spese correnti al netto degli interessi e il 4,6% per il servizio del debito pubblico.<br />

L’incremento delle spese correnti pari al 3,7% rispetto al dato del 2005 è dovuto a<br />

dinamiche retributive connesse a rinnovi contrattuali nel pubblico impiego, specie nei<br />

comparti regioni, enti locali, sanità, enti di ricerca e università, all’aumento delle spese<br />

per consumi finali delle Amministrazioni pubbliche e alle spese per assistenza sanitaria in<br />

convenzione.<br />

Anche le spese in conto capitale sono aumentate, tuttavia in maniera<br />

considerevole (54,2%) per effetto di oneri straordinari come indicati in nota, al netto dei<br />

quali la crescita sarebbe stata contenuta al 2,3%, di cui l’1,7% per investimenti diretti.<br />

Per Regioni ed enti locali si è registrato un aumento contenuto, per spese in conto<br />

capitale, dello 0,9%, nettamente inferiore alle percentuali del 4,8% e dell’8,1% sulla<br />

spesa certificata nel 2004 imposte come obiettivo programmatico dal Patto di stabilità<br />

interno.<br />

Le entrate complessive hanno coperto per il 91,3% le spese (in calo rispetto al<br />

91,5% del 2005 anche per l’influsso di oneri straordinari, al netto dei quali il rapporto di<br />

copertura si eleverebbe al 95,1%), dato all’interno del quale merita una menzione<br />

particolare il rapporto favorevole tra entrate correnti e spese correnti pari al 102,9%<br />

(rispetto al 98,8% del 2005).<br />

milioni.<br />

Nel 2006 il fabbisogno complessivo del settore pubblico è risultato pari a 54.908<br />

2. PRINCIPALI NOVITA’ NORMATIVE CON EFFETTI FINANZIARI SUI<br />

BILANCI REGIONALI<br />

Relativamente alle Regioni anche per l’esercizio finanziario 2006 le disposizioni<br />

contenute nella legge finanziaria statale (legge 23 dicembre 2005, n. 266) hanno inciso<br />

sul fronte delle entrate e delle spese.<br />

Disposizioni di considerevole impatto sono state, in particolare, sul fronte delle<br />

entrate, il permanere anche per il 2006 del blocco sugli aumenti dell’addizionale<br />

regionale IRPEF e dell’aliquota IRAP (comma 165), la riduzione dei trasferimenti statali a<br />

qualsiasi titolo spettanti in misura pari alla differenza tra la spesa sostenuta nel 2006 per<br />

l’acquisto da terzi di immobili e la spesa media sostenuta nel precedente quinquennio per<br />

34


la stessa finalità (comma 24) nonchè il pacchetto delle disposizioni sulla sanità di cui ai<br />

commi 182 e 274 e segg. 3 e le norme di attuazione del federalismo fiscale contenute nei<br />

commi da 319 a 324.<br />

Sul fronte delle spese, le nuove regole imposte del patto di stabilità interno<br />

contenute nei commi 138 e segg. hanno imposto una riduzione in termini percentuali<br />

delle spese correnti (- 3,8%) e un limite percentuale di incremento delle spese in conto<br />

capitale (+ 4,8%) rispetto all’ammontare complessivo corrispondente riscontrato<br />

nell’esercizio finanziario 2004 4 . Tali obiettivi programmatici, come sarà meglio specificato<br />

nella parte della relazione ad essi dedicata, sono stati conseguiti anche per l’e.f. 2006<br />

dalla Regione <strong>Veneto</strong>.<br />

Dal lato delle spese per il personale i commi da 198 a 206 5 hanno dettato<br />

disposizioni in materia di contenimento degli oneri contrattuali sancendo, in particolare,<br />

la riduzione di spesa di un punto percentuale rispetto al dato del 2004 6 . Il risparmio<br />

rimaneva acquisito ai bilanci delle amministrazioni che li avessero realizzati (comma<br />

205).<br />

Per quanto concerne la materia della sanità, le particolari innovazioni, sotto il<br />

profilo finanziario (per una disamina compiuta delle innovazioni legislative si rinvia alla<br />

parte speciale relativa all’indagine sull’assistenza sanitaria) hanno riguardato:<br />

- l’istituzione di un controllo annuale delle Sezioni regionali di controllo sui bilanci di<br />

esercizio degli enti del Servizio sanitario nazionale da svolgersi sulla base di<br />

questionari approvati con “linee guida” dalla Sezione delle Autonomie della Corte<br />

dei conti e compilati dai collegi sindacali (comma 170). Le prime linee guida sono<br />

state approvate con delibera n. 7/AUT/2006 del 28 aprile 2006 ed hanno<br />

riguardato il bilancio d’esercizio 2005. La Sezione regionale di controllo per il<br />

<strong>Veneto</strong>, a tal proposito, ha approvato in data 4 aprile 2007 con delibera n.<br />

004/2007/contr.fz la relazione (trasmessa al Presidente della Regione con lettera<br />

3 Altre disposizioni di rilievo sono contenute nei commi 118 (che determina al 3,75% l’aliquota IRAP agevolata<br />

per il settore agricolo), da 178 a 181 (contributo dello Stato al finanziamento delle spese per il rinnovo<br />

contrattuale riferito al biennio 2004 – 2005 del personale dipendente di regioni ed enti locali ed altre<br />

amministrazioni non statali, i cui requisiti di accesso sono stati definiti con decreto interministeriale 18 ottobre<br />

2006) e 299 (che dà la possibilità alle Regioni di estendere alle Aziende di Servizi alla Persona – ASP – ovvero<br />

le ex IPAB, il regime agevolativo previsto per le ONLUS). Inoltre ulteriori fondi a destinazione specifica sono<br />

previsti nei commi 350, 480, 554 e 555.<br />

4 Altre disposizioni di riduzione di spesa sono contenute nei commi 54 e segg. (riduzione dei costi della politica).<br />

Il comma 54 successivamente è stato dichiarato costituzionalmente illegittimo dalla Corte costituzionale con<br />

sentenza 8 maggio 2007, n. 157 nella parte in cui si riferisce agli organi politici regionali. Alla norma della legge<br />

finanziaria nazionale la legge finanziaria regionale approvata con legge n. 2/2006 aveva provveduto ad<br />

adeguare la normativa in maniera autonoma (art. 30).<br />

5 Tali norme, eccetto quella contenuta nel comma 202, hanno superato il vaglio della Corte costituzionale (sent.<br />

17 maggio 2007, n. 169 su ricorso proposto da varie Regioni tra le quali anche la Regione <strong>Veneto</strong>).<br />

6 L’art. 6 del c.d. decreto fiscale collegato alla finanziaria di cui al D.L. 30 settembre 2005, n. 203, convertito in<br />

l. 2 dicembre 2005, n. 248 ha ampliato la base imponibile ai fini IRAP per le imprese di assicurazione,<br />

escludendo dai costi deducibili le svalutazioni dei crediti nei confronti degli assicurati. L’art. 9 ha imposto,<br />

altresì, l’accantonamento nei bilanci regionali degli oneri derivanti dal rinnovo dei contratti del personale del<br />

Servizio sanitario nazionale, degli accordi per il personale convenzionato e della dirigenza medica.<br />

35


Prot. 3050/12 in data 4 aprile 2007) riguardante il bilancio d’esercizio 2005<br />

cumulativamente per tutti gli enti del servizio sanitario regionale veneto;<br />

- l’incremento, a partire dal 2006, di 1000 milioni di euro/anno del livello<br />

complessivo della spesa cui concorre lo Stato (stabilito per detto anno in 89.960<br />

milioni di euro con l’art. 1 della legge finanziaria per il 2005 n.311/2004, salito<br />

per il 2006 quindi a 90.960 milioni di euro), da ripartirsi tra le regioni secondo<br />

criteri e modalità definiti con decreto del Ministero della salute (MS), di concerto<br />

con quello dell’ economia e delle finanze (MEF) e d’intesa con la Conferenza<br />

permanente Stato-Regioni. Le Regioni, per accedere a tali risorse, avrebbero<br />

dovuto stipulare accordi nei quali vengono definiti obiettivi di contenimento della<br />

dinamica della spesa al fine della riduzione strutturale del disavanzo (comma<br />

278);<br />

- il concorso dello Stato, analogamente al precedente e.f. con un contributo di 2000<br />

mln di euro al ripiano dei debiti regionali degli anni 2002-2004, ripartito in base al<br />

numero dei residenti e subordinato all’ adozione da parte delle Regioni stesse dei<br />

provvedimenti di copertura del residuo disavanzo posto a loro carico per i<br />

medesimi anni. L’ accesso ai fondi di cui trattasi era altresì subordinato all’intesa<br />

da raggiungere entro il 31.3.2006 in ambito conferenza unificata sullo schema di<br />

“Piano sanitario nazionale 2006-2008” nonché all’accordo sull’ attuazione del<br />

“Piano nazionale di contenimento dei tempi d’ attesa” (commi 279-280). Le intese<br />

sono state raggiunte il 28 marzo 2006 e pubblicate sulle GG.UU. n. 92 e 139 del<br />

2006. L’accesso al contributo era altresì subordinato, per le regioni che nel<br />

periodo 2001-2005 avevano fatto registrare, in base ai dati risultanti dal Tavolo<br />

tecnico di verifica degli adempimenti regionali, un disavanzo medio pari o<br />

superiore al 5 per cento, ovvero che avevano fatto registrare nell’anno 2005 un<br />

incremento del disavanzo rispetto all’anno 2001 pari o superiore al 200 per cento,<br />

alla stipula di un apposito accordo tra la regione interessata e i Ministri della<br />

salute e dell’economia e delle finanze, ovvero all’integrazione di accordi già<br />

sottoscritti ai sensi dell’articolo 1, comma 180, della legge 30 dicembre 2004, n.<br />

311, per l’adeguamento alle indicazioni del Piano sanitario nazionale 2006-2008 e<br />

il perseguimento dell’equilibrio economico nel rispetto dei livelli essenziali di<br />

assistenza (comma 281);<br />

- il concorso dello Stato di 213 mln di euro teso ad incrementare dal 2006 le risorse<br />

contrattuali del comparto Sanità che si traduce in un ulteriore aumento del<br />

concorso statale alla spesa sanitaria complessiva (comma 182).<br />

Al riguardo, il CIPE con deliberazione n. 140 del 17 novembre 2006, ha assegnato<br />

per l’ EF 2006 gli importi ammontanti a 91.173 milioni di euro (in applicazione del<br />

comma 182 per 213 mln di euro e del comma 278 per 90.960 mln di euro ) a<br />

36


valere sulle disponibilità finanziarie del SSN (parte corrente) di cui:<br />

88.180.770.000 per il finanziamento indistinto dei LEA, un miliardo di euro da<br />

ripartire con decreto del MF di concerto con il MEF e d’ intesa con la Conferenza<br />

permanente Stato-Regioni, 1.992.230.000 a destinazione vincolata,<br />

1.600.000.000 circa quale quota accantonata in attesa di proposte del MS. Per il<br />

<strong>Veneto</strong>, per il 2006, risulta, dalla tabella allegata al provvedimento, un totale<br />

generale di 7.015 milioni di euro, a fronte di un fabbisogno stimato di circa 7.900<br />

milioni di euro;<br />

Come anzi detto, la finanziaria per il 2006 aveva dettato nei commi 319 – 324<br />

ulteriori disposizioni di attuazione del federalismo fiscale intervenendo, in particolare,<br />

sulla normativa posta dal D.Lgs. 56/2000 sul fondo perequativo a recepimento<br />

dell’accordo di Santa Trada raggiunto dai Presidenti delle Regioni a statuto ordinario il 21<br />

luglio 2005.<br />

In particolare è stato previsto:<br />

- per gli anni dal 2002 fino all’adozione dei provvedimenti di attuazione<br />

dell’articolo 119 della Costituzione, che il DPCM di cui all’articolo 2, comma 4,<br />

del decreto legislativo 18 febbraio 2000, n. 56 (con cui viene stabilita la quota<br />

di compartecipazione all'IVA, la quota di concorso alla solidarieta'<br />

interregionale, la quota da assegnare a titolo di fondo perequativo nazionale,<br />

le somme da erogare a ciascuna Regione da parte del Ministero dell’Economia<br />

e delle Finanze), potesse apportare le modifiche alle specifiche tecniche di cui<br />

all’allegato A) del medesimo decreto, al fine di rispettare le quote annuali<br />

come determinate ai sensi del comma 320, incidendo quindi sulle variabili di<br />

riparto del fondo perequativo attraverso una sorta di delegificazione<br />

temporanea della materia (comma 319);<br />

- la diminuzione più graduale del parametro della spesa storica di cui all’art. 7,<br />

comma 3 rispetto all’originaria curva del decreto legislativo n. 56/2000, per<br />

cui per l'anno 2002 la quota di incidenza della spesa storica veniva ridotta del<br />

5% (come previsto originariamente e nel DPCM 14 maggio 2004), e, a<br />

decorrere dall'anno 2003, di un ulteriore 1,5% per ogni anno (per cui nel 2003<br />

era prevista una riduzione del 6,5%, nel 2004 dell’8%, e nel 2005 del 9,5%).<br />

Le risorse rivenienti dalle predette riduzioni annuali dovevano essere ripartite<br />

in base ai parametri di cui all'allegato A), le cui specifiche tecniche potevano<br />

essere modificate al fine di rispettare le quote annuali determinate ai sensi<br />

dello stesso comma. A decorrere dall'anno 2003 la somma delle differenze<br />

positive fra gli importi attribuiti ai sensi dell'art. 2 del D.lgs. 56/2000 e<br />

l'ammontare dei trasferimenti soppressi ai sensi dell'art. 1 del medesimo<br />

decreto al netto del gettito dell'addizionale regionale all'IRPEF e dell'accisa<br />

37


sulle benzine di cui agli articoli 3 e 4 del richiamato decreto non poteva essere<br />

superiore a quella riscontrata nel 2002 (cioè 98 milioni di euro), incrementata<br />

per ciascun anno di un importo pari alla suddetta somma (comma 320);<br />

- la proroga del fondo di garanzia ex art. 13 del d.lgs. 56/2000 fino<br />

all’attuazione dell’art. 119 della Costituzione (comma 321);<br />

- che le risorse finanziarie dovute alle regioni a statuto ordinario in applicazione<br />

delle disposizioni recate dai commi 319 e 320 dovessero essere corrisposte<br />

secondo un piano graduale definito con decreto del Ministro dell'economia e<br />

delle finanze da adottare, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra<br />

lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, entro il 31<br />

marzo 2006. Il DM è stato poi emanato in data 9 novembre 2006. Esso ha<br />

individuato gli esatti importi delle quote del fondo perequativo destinate ad<br />

ogni singola regione relativamente al triennio 2002 - 2004 (per il 2005 non è<br />

stata raggiunta l’intesa in sede di Conferenza Stato – Regioni) al netto delle<br />

somme destinate al recupero delle anticipazioni di tesoreria e delle somme già<br />

erogate per finanziare la spesa sanitaria nel triennio. Le somme sono state<br />

erogate in due rate di pari importo (in data 22 novembre e 22 dicembre<br />

2006). Per la Regione <strong>Veneto</strong> la quota netta è risultata pari a € 411.702.879 di<br />

cui € 190.969.259 per l’anno 2004, € 281.780.322 per l’anno 2003 e €<br />

61.046.701 per l’anno 2002.<br />

Il riparto definitivo del fondo era avvenuto con più DPCM: i due DPCM del 7<br />

maggio 2004 (G.U. n. 279 del 30.11.2006) e quello del 27 settembre 2006<br />

(G.U. n. 283 del 5.12.2006), che hanno rideterminato le compartecipazioni<br />

regionali all'imposta sul valore aggiunto e all'accisa sulle benzine e delle<br />

aliquote dell'addizionale regionale all'IRPEF, rispettivamente, per l'anno 2002,<br />

2003 e 2004 e i due DPCM del 3 ottobre 2006 e quello del 18 ottobre 2006<br />

(G.U. n. 283 del 5.12.2006) che hanno determinato le quote di riparto del<br />

fondo per gli stessi esercizi.<br />

Il mancato accordo per l’anno 2005 (intervenuto nel 2007 cui ha fatto seguito il<br />

DPCM del 16 febbraio 2007 che ha rideterminato le compartecipazioni regionali<br />

all'imposta sul valore aggiunto e all'accisa sulle benzine e le aliquote dell'addizionale<br />

regionale all'IRPEF) e per quello 2006 continua a mostrare il permanere acceso del<br />

dibattito sul federalismo fiscale, pur dopo gli accordi raggiunti dalle Conferenze<br />

straordinarie di Ravello nel 2003 e Santa Trada nel 2005 7 .<br />

7 Dibattito che vede le regioni del nord schierate per un sistema perequativo fondato maggiormente sulla<br />

capacità fiscale dei singoli territori, poggiando essenzialmente le proprie argomentazioni sull’interpretazione<br />

letterale dell’art. 119, comma 3 della Costituzione (“fondo perequativo destinato ai territori con minore capacità<br />

fiscale per abitante”), che escluderebbe una perequazione orientata ai fabbisogni necessari per l’esercizio delle<br />

funzioni attribuite.<br />

38


La materia è destinata ad essere ulteriormente ritoccata essendo iniziato l’iter del<br />

disegno di legge delega sul federalismo fiscale approvato in via preliminare dal Governo<br />

lo scorso 3 agosto, improntato essenzialmente al principio per il quale ad ogni specifica<br />

funzione svolta dagli enti territoriali debba corrispondere una specifica forma di<br />

finanziamento, assegnando quindi, in virtù della diversa valenza redistributiva delle varie<br />

funzioni pubbliche svolte dalle Regioni, un differente grado di garanzia perequativa.<br />

Le funzioni individuate dall’art.117, comma 2 lettera m), su cui allo Stato spetta la<br />

definizione dei “livelli essenziali delle prestazioni”, dovrebbero trovare una “protezione”<br />

adeguata anche sul lato finanziario, attribuendo a ciascun livello di governo che le svolga<br />

(nazionale, regionale o locale) strumenti finanziari sufficienti a offrire i “livelli essenziali”<br />

in condizioni di uniformità su tutto il territorio nazionale.<br />

Per le residue funzioni, sono previsti sistemi di finanziamento e di perequazione<br />

meno pervasivi e più adatti a consentire l’esercizio pieno dell’autonomia a livello locale e<br />

la responsabilizzazione dei livelli di governo.<br />

3. ANDAMENTI GENERALI FINANZIARI NELLE REGIONI A STATUTO<br />

ORDINARIO<br />

Per quanto concerne i risultati finanziari riscontrati nelle Regioni a statuto<br />

ordinario gli impegni di spesa complessivi sono cresciuti del 7,6%, a causa della crescita<br />

notevole delle spese correnti (per quasi l’8%), mentre è rimasta sostanzialmente<br />

invariata la spesa in conto capitale.<br />

Al netto della spesa sanitaria, le spese regionali sono cresciute del 3,2%, trend<br />

dovuto in buona parte alla crescita delle spese correnti aumentate del 5,9%.<br />

La spesa corrente sanitaria delle regioni a statuto ordinario ha registrato una<br />

dinamica sostenuta per impegni e pagamenti. Gli impegni, cresciuti nel 2006 del 7,8%,<br />

mostrano un tasso medio di incremento nell’ultimo triennio del 6,3%, più elevato al<br />

Nord. I pagamenti sono in crescita dell’8,5% (3,7% nel 2005).<br />

Gli impegni di parte corrente sono stati rivolti principalmente all’amministrazione<br />

generale e agli organi istituzionali, con un lieve incremento rispetto al 2005. Seguono il<br />

complessivo aggregato dei trasporti, ma in rilevante flessione nello stesso anno, e le<br />

spese per l’assistenza sociale.<br />

L’opinione maggoritaria, tuttavia, opera un’interpretazione sistematica del citato comma, alla luce dei<br />

successivi commi 4 e 5 e dell’art 117, comma 2, lettera m), al fine di sostenere che il fondo perequativo<br />

dovrebbe essere destinato a compensare non solo le differenze tra enti relative alla capacità fiscale in senso<br />

stretto, ma anche le differenze derivanti da fattori oggettivi in grado di incidere sul costo di esercizio delle<br />

funzioni.<br />

39


La destinazione della spesa in conto capitale appare concentrata sugli interventi di<br />

difesa della salute, opere pubbliche, agricoltura e zootecnia, industria e fonti di energia,<br />

edilizia abitativa, settori che avevano mostrato una consistente flessione nel 2005.<br />

Per quanto riguarda la gestione dei residui passivi si è riscontrata una flessione<br />

complessiva dei residui (-13%) sia riguardo alla spesa corrente che in conto capitale, con<br />

riduzioni superiori al 34%.<br />

Riguardo al risultato di amministrazione, va considerato che il calcolo dell’avanzo<br />

effettivamente disponibile deve tener conto da un lato, dell’entità dei mutui non contratti<br />

e da rinnovare nell’esercizio successivo, e dall’altro, degli importi delle tipologie di spesa<br />

che dal formale avanzo di amministrazione vanno depurate. Pur se l’importo formale dei<br />

risultati di amministrazione appare positivo in tutte le Regioni, con un andamento<br />

piuttosto regolare nel tempo, si osserva che già il solo importo delle economie vincolate,<br />

che trovano copertura nel risultato positivo, spesso eccede l’intero avanzo teorico,<br />

trasformandolo in disavanzo effettivo.<br />

Per quanto concerne la spesa sanitaria l’adeguamento dei flussi delle entrate<br />

regionali di competenza alla continuità dei flussi di spesa sanitaria corrente, continua a<br />

rendere necessario il sistema di anticipazioni di tesoreria individuato con il Decreto del<br />

Ministro del Tesoro, del Bilancio e della programmazione economica del 21 febbraio<br />

2001, attuativo dell’art. 13, 6° comma, del D.Lgs. 56/2000.<br />

Tale sistema prevede anticipazioni mensili nei limiti di un dodicesimo dell'importo<br />

complessivo presunto (stimato in sede di delibera CIPE) della quota del gettito<br />

dell'imposta regionale sull'attivita' produttiva (IRAP) e della quota dell'addizionale<br />

all'imposta sul reddito delle persone fisiche di cui all'art. 13, comma 2, del decreto<br />

legislativo 18 febbraio 2000, n. 56, nonche' delle somme di cui all'art. 2, comma 4,<br />

lettera d) dello stesso decreto legislativo n. 56 destinate al finanziamento della spesa<br />

sanitaria corrente (quota di compartecipazione IVA indicata nell’apposito DPCM).<br />

Quest’ultimo DPCM viene emanato con notevole ritardo (solo in data 3 ottobre<br />

2006 sono stati emanati i due DPCM, poi pubblicati nella G.U. del 5 dicembre 2006, che<br />

hanno determinato le quote di riparto per il 2002 e il 2003 e in data 18 ottobre 2006 è<br />

stato emanato il DPCM che ha determinato le quote di riparto per l’anno 2004), per cui le<br />

anticipazioni sono state commisurate all’ammontare di compartecipazione del 2001<br />

determinando la mancata erogazione di risorse alle Regioni per il triennio 2002, 2003 e<br />

2004.<br />

Per il triennio 2005 – 2007 l’art. 1, comma 184, della legge 311/2004, aveva<br />

previsto una disciplina di deroga stabilendo che venissero erogate anticipazioni nella<br />

misura pari al 95 per cento delle somme dovute alle regioni a statuto ordinario a titolo di<br />

finanziamento della quota indistinta del fabbisogno sanitario, quale risultava dalla<br />

deliberazione del CIPE per i corrispondenti anni, al netto delle entrate proprie regionali e<br />

40


che, in attesa di tale delibera CIPE, fossero commisurate al livello del finanziamento<br />

corrispondente a quello previsto dal riparto per l’anno 2004 in base alla deliberazione del<br />

CIPE, rivalutato del 2 per cento su base annua a decorrere dal 2005.<br />

Tale situazione ha indotto le Regioni ad attivare anticipazioni onerose dai propri<br />

tesorieri, ritardi di Asl e ospedali nei pagamenti ai fornitori di beni e servizi e, nei casi più<br />

gravi, operazioni di factoring o di cartolarizzazione.<br />

Il rapporto tra costo complessivo delle gestioni sanitarie e PIL nel 2006 si attesta<br />

al 6,8% con una flessione rispetto al 2005 dello 0,2% ed una crescita rispetto al 2001<br />

dello 0,6%.<br />

La crescita dei costi negli ultimi cinque anni segna in percentuale una media<br />

annuale del 5,4%. Analoga la crescita dei ricavi misurata tuttavia su basi di riferimento<br />

inferiori e non di poco rispetto ai costi.<br />

Da una ricostruzione dei risultati di esercizio per il periodo 2001-2006 emergono<br />

situazioni di disavanzo che si ripetono per ognuno dei sei anni e risultano particolarmente<br />

gravi nell’ultimo triennio 2004-2006 il quale espone complessivamente uno squilibrio<br />

che, riferito alle sole situazioni di disavanzo, è pari a oltre 16 miliardi di euro, con una<br />

media annuale di oltre 5 miliardi.<br />

Dal lato delle entrate, pur in presenza del blocco delle principali leve fiscali e della<br />

mancata modifica del meccanismo di finanziamento, si è assistito ad un aumento delle<br />

risorse accertate dell’11,3%, derivante in una certa misura dall’incremento delle entrate<br />

proprie del titolo I (+ 5,8%), ma, in modo preponderante, dalla triplicazione delle entrate<br />

da indebitamento.<br />

Il divario nel livello pro-capite delle entrate proprie tra le regioni del nord (pari a €<br />

1.784) e del centro (pari a € 1.737) rispetto a quelle del sud (pari a € 1.056) continua ad<br />

aumentare, nonostante in alcune di quest’ultime sia stata attivata la leva fiscale per la<br />

copertura dei disavanzi sanitari.<br />

Per i trasferimenti, l’importo medio-pro capite continua a ridursi, con un<br />

accentuato divario tra le regioni del sud, il cui livello è di oltre il 90% superiore a quello<br />

medio nazionale e le altre regioni settentrionali e centrali i cui importi medi pro-capite si<br />

attestano intorno al 58% della media.<br />

Nonostante il blocco previsto alle variazioni delle aliquote Irpef ed Irap, le Regioni<br />

hanno aumentato il ricorso all’autonomia fiscale. Per l’Irap, secondo quanto disposto<br />

dall’art. 1, comma 174, della legge finanziaria per il 2005 (legge 311/2004), come<br />

modificata dall’art. 1, comma 277, della legge finanziaria per il 2006, le regioni che non<br />

avevano individuato mezzi di copertura sufficienti per i disavanzi sanitari, ovvero il Lazio,<br />

la Campania, l’Abruzzo e il Molise, hanno visto l’applicazione delle maggiorazioni<br />

dell’aliquota nella misura massima. Per l’addizionale regionale all’Irpef tutte le regioni,<br />

41


eccetto Toscana e Basilicata, hanno utilizzato la leva fiscale, oltre quella imposta<br />

automaticamente a causa della mancata copertura dei disavanzi sanitari.<br />

Tra le altre entrate diminuisce il gettito dell’accisa sulla benzina e cresce il gettito<br />

della tassa automobilistica regionale.<br />

L’indebitamento complessivo contratto dalle Regioni a Statuto ordinario (RSO) nel<br />

2006, come anzi detto, è risultato molto elevato (quasi 6,3 miliardi), facendo ascendere<br />

a 38,5 miliardi di euro lo stock di debito, di cui 25,5 miliardi a carico delle Regioni<br />

(costituito per il 58,1% da mutui e per il 41,9% da emissioni obbligazionarie). La<br />

percentuale dei mutui contratti con istituti di credito ordinario è in calo rispetto al dato<br />

del 2005 (pari al 67,8%), rappresentando il 51,3% del totale, mentre il rimanente 48,7%<br />

ha visto come istituto mutuante la Cassa DD.PP., del quale risulta premiata la propria<br />

nuova politica di credito, data anche dalle condizioni di flessibilità offerte.<br />

Dato rilevante nel 2006 è stato l’accentuato ricorso a strumenti derivati finanziari<br />

attivati su contratti di mutuo o su emissioni obbligazionarie preesistenti a protezione del<br />

rischio di tasso su di essi gravante.<br />

I 23 contratti stipulati dalle RSO, tra le quali, per la prima volta, anche il <strong>Veneto</strong>,<br />

il Piemonte e il Molise, hanno portato al 40% (per 10.421 milioni) la quota di debito a<br />

carico delle regioni protetta attraverso gli strumenti derivati finanziari.<br />

Sotto il profilo del rispetto del patto di stabilità interno, che per il 2006 ha<br />

sottoposto a vincolo una quota delle spese totali assai limitata (pari all’11% per la<br />

gestione di competenza e al 10,3% per quella di cassa), le Regioni hanno conseguito gli<br />

obiettivi programmatici stabiliti nella legge finanziaria nazionale con una flessione non<br />

solo delle spese correnti sottoposte al vincolo (che hanno registrato una riduzione del<br />

13%, per la gestione di competenza, e del 17,2% per la gestione di cassa), ma anche di<br />

quelle in conto capitale (del 27,5% in termini di competenza e del 19% in termini di<br />

cassa), pur avendo potuto quest’ultime aumentare del 4,8% rispetto al dato del 2004.<br />

4. RISULTATI COMPLESSIVI DELLA GESTIONE FINANZIARIA DELLA<br />

REGIONE VENETO E PECULIARITA’ DELLA GESTIONE<br />

Sul piano della gestione finanziaria, la Regione <strong>Veneto</strong> ha presentato positivi<br />

risultati, come rivela la maggioranza degli indicatori assunti a base dell’analisi.<br />

Già nella relazione di accompagnamento ai disegni di legge di approvazione del<br />

rendiconto 2006 e di assestamento del bilancio di previsione 2007 e pluriennale 2007-<br />

2009 si sono segnalati, sul fronte delle entrate, l’aumento della capacità di realizzo<br />

crediti (o velocità di cassa generale per entrate) passata al 50,5% rispetto alla bassa<br />

percentuale riscontrata nel 2005 (32%), il miglioramento dell’indice di accumulo dei<br />

residui attivi diminuito, con una percentuale del – 10%, rispetto al + 46% del 2005 (e,<br />

42


quindi, specularmente, l’indice elevato di riscossioni in conto competenza o velocità di<br />

cassa in conto competenza aumentato al 57% rispetto al 48% del 2005), e sul fronte<br />

delle spese l’incremento della capacità di impegno, salita all’85%, nonchè il netto<br />

miglioramento dell’indice di accumulo dei residui passivi ridottosi notevolmente dal 12%<br />

all’1,3%.<br />

La Sezione ha, altresì, rilevato sul fronte delle entrate il miglioramento della<br />

capacità previsionale finale (passata dall’83% del 2005 all’88% del 2006), della capacità<br />

previsionale delle riscossioni, dell’indice di variazione previsionale degli accertamenti e<br />

delle riscossioni e dell’indice di smaltimento dei residui attivi per riscossioni (passato dal<br />

13% del 2005 al 43% del 2006).<br />

Sul fronte delle spese, per le spese correnti aumentano la capacità di impegno<br />

passata al 98,1% e la capacità di realizzo (in conto competenza) passata all’85,8%; per<br />

le spese in conto capitale a fronte di una progressiva diminuzione delle previsioni finali di<br />

competenza (tendenza già evidenziata nel precedente referto), crescono positivamente<br />

sia gli impegni assunti che la capacità di impegno (61,4%); in termini cumulativi la<br />

capacità di impegno nell’arco di un triennio è aumentata di quasi 9 punti percentuali e la<br />

capacità di realizzo cioè di pagamento (in conto competenza) di 3,5 punti percentuali.<br />

Indici, questi, che dimostrano l’efficienza dei centri di spesa e l’elevata capacità di<br />

onorare i debiti grazie ad una situazione di cassa rimasta potenzialmente florida,<br />

nonostante la capacità di far fronte agli obblighi di pagamento sia maggiore di quella di<br />

riscuotere i propri crediti a causa del carattere marcatamente esogeno di quest’ultima e<br />

nonostante si siano verificati in corso d’anno squilibri che hanno necessitato il ricorso a<br />

consistenti anticipazioni di tesoreria.<br />

attenzione.<br />

Sul piano degli equilibri finanziari alcuni valori hanno imposto una particolare<br />

L’esercizio finanziario 2006 si è aperto con un fondo di cassa pari a €<br />

696.004.636,48 e si è chiuso per un importo di € 632.657.406,97, presentando valori<br />

sempre più in calo rispetto agli esercizi precedenti (al 31.12.2003 era di €<br />

865.111.641,16 e al 31.12.2004 era di € 914.151,181,10), evidenziando un trend di<br />

eccedenza di pagamenti rispetto alle riscossioni che, come si vedrà più avanti, ha<br />

generato nel corso dell’esercizio la necessità di ricorrere a consistenti anticipazioni di<br />

tesoreria.<br />

Il dato del saldo di cassa non può essere letto disgiuntamente dal saldo finanziario<br />

o risultato di amministrazione (cioè la differenza tra, dal lato attivo, la sommatoria del<br />

fondo di cassa con i residui attivi e, dal lato passivo, i residui passivi). Anche il saldo<br />

finanziario, pur se positivo, prosegue il suo trend di consistente e costante riduzione<br />

(quasi dimezzandosi di anno in anno) passando dai 2.324.048.679,38 di euro dell’e.f.<br />

43


2003 ai 949.383.099,10 dell’e.f. 2004, e, in seguito, ai 638.182.238,90 dell’e.f. 2005 per<br />

giungere al saldo dell’e.f. 2006 che è risultato pari a € 333.773.039,18 8.<br />

Il risultato di amministrazione è il risultato di due componenti: il saldo della<br />

gestione di competenza e il saldo della gestione dei residui. Di seguito si evidenzia quello<br />

scaturito dall’e.f. 2006, secondo le predette voci.<br />

Tav. 1: risultato di amministrazione<br />

Gestione di competenza<br />

Totale accertamenti di competenza<br />

Totale impegni di competenza<br />

44<br />

+<br />

-<br />

17.283.490.029,78<br />

17.455.387.324,29<br />

SALDO GESTIONE COMPETENZA - 171.897.294,51<br />

Gestione dei residui<br />

Maggiori residui attivi riaccertati<br />

Minori residui attivi riaccertati<br />

Minori residui passivi riaccertati<br />

+<br />

-<br />

+<br />

227.106.659,89<br />

94.594.754,68<br />

SALDO GESTIONE RESIDUI - 132.511.905,21<br />

Riepilogo<br />

SALDO GESTIONE COMPETENZA - 171.897.294,51<br />

SALDO GESTIONE RESIDUI - 132.511.905,21<br />

AVANZO ESERCIZI PRECEDENTI APPLICATO 638.182.238,90<br />

AVANZO ESERCIZI PRECEDENTI NON APPLICATO<br />

AVANZO D’AMMINISTRAZIONE AL 31.12.2006 333.773.039,18<br />

8 In sede di bilancio di previsione, entrambi i saldi derivanti dall’esercizio precedente, nel loro importo<br />

“presunto”, vengono iscritti (o in gergo tecnico applicati), ciascuno nello stato di previsione pertinente (di<br />

competenza o di cassa), con scostamenti di notevole rilevanza rispetto all’importo “definitivo” che viene<br />

stabilito successivamente con l’approvazione del rendiconto.<br />

Per cui il saldo finanziario relativo all’e.f. 2005 mentre inizialmente era presunto (ma realmente applicato al<br />

bilancio di previsione dell’e.f. 2006) per un importo di € 1.173.807.850,38, in sede di rendiconto si è rilevato<br />

essere pari a € 638.182.238,90. Così si è riscontrata la discordanza tra saldo finanziario presunto (e applicato<br />

al bilancio di previsione 2007) dell’e.f. 2006 pari a € 406.078.313,49 e quello rilevato in sede di rendiconto,<br />

pari a € 333.773.039,18.<br />

Diversamente il saldo di cassa viene sottostimato in sede presuntiva (sottostima che è risultata pari a €<br />

456.172.479,73 per il saldo derivante dall’e.f. 2005 e a € 440.660.797,72 per quello derivante dall’E.F. 2006)<br />

rispetto al dato definitivo quale risulta in sede di consuntivo.


Il prospetto mostra come l’avanzo riscontrato ad inizio esercizio sia stato eroso sia<br />

sul fronte della gestione di competenza (le spese impegnate nell’e.f. 2006 superano di<br />

171.897.294,51 di euro le entrate accertate, tra le quali rientrano anche quelle derivanti<br />

dall’accensione dei mutui) che su quello dei residui, ove la diminuzione dei crediti vantati<br />

dalla Regione – “minori residui attivi riaccertati” (importo gravato dal minore<br />

riaccertamento a titolo di IRAP – quota vincolata per la sanità - per 225 milioni di euro).<br />

– ha superato la diminuzione dei debiti – “minori residui passivi riaccertati” – per un<br />

importo pari a 132.511.905,21 di euro. In buona parte la riduzione di quest’ultima voce<br />

rispetto all’e.f. 2005 riscontrata al termine dell’e.f. 2006 deriva dalla necessità di<br />

mantenere in bilancio i residui passivi accertati al capitolo di spesa n. 100083/U per un<br />

importo pari a circa 198 milioni di euro, importo relativo alla restituzione allo Stato delle<br />

eccedenze di gettito IRAP e addizionale regionale IRPEF relative agli esercizi 2001 – 2002<br />

- per il cui finanziamento è stato necessario appositamente inserito un articolo nella<br />

legge di approvazione del rendiconto per l’e.f. 2006 – art. 3 della l.r. 27/2007 – con il<br />

quale viene posta una deroga, esclusivamente sul capitolo citato, alla regola fissata<br />

dall’art. 51, comma 2 lettera a) della l.r. 39/2001 che prescrive l’eliminazione dei residui<br />

passivi per spese correnti oltre il biennio dal perfezionamento dell’impegno.<br />

Come ogni anno, momento determinante per un dato esercizio finanziario è<br />

costituito dall’approvazione del rendiconto dell’anno precedente (avvenuto per l’e.f. 2005<br />

con legge 3 novembre 2006, n. 21) e dalla conseguente legge di assestamento del<br />

bilancio di previsione dell’e.f. corrente (approvata per l’e.f. 2006 con l.r. 3 novembre<br />

2006, n. 22), con la quale vengono apportate le modifiche al bilancio a seguito delle<br />

risultanze contabili di quel rendiconto 9 .<br />

L’avanzo di amministrazione riscontrato nell’esercizio concluso (nella fattispecie<br />

l’e.f. 2005, come anzi detto, per un importo pari a € 638.182.238,90) viene applicato, in<br />

via definitiva, all’esercizio successivo (nella fattispecie l’e.f. 2006).<br />

9 A norma dell’art. 21, commi 2 e 3 della legge regionale 29 novembre 2001:<br />

“ 2. Con l’assestamento del bilancio si provvede:<br />

a) alla determinazione dell’ammontare dei residui attivi e passivi alla chiusura dell’esercizio precedente a quello<br />

cui il bilancio si riferisce;<br />

b) alla determinazione dell’ammontare della giacenza di cassa risultante alla chiusura dell’esercizio precedente<br />

cui il bilancio si riferisce;<br />

c) alla determinazione del saldo finanziario positivo o negativo risultante alla chiusura dell’esercizio precedente<br />

a quello cui il bilancio si riferisce;<br />

d) alle variazioni degli stanziamenti di cassa necessarie a seguito della determinazione dei residui di cui alla<br />

lettera a);<br />

e) all’applicazione del saldo positivo o negativo, così come definitivamente determinato alla chiusura<br />

dell’esercizio precedente a quello cui il bilancio si riferisce e alle variazioni degli stanziamenti di competenza e di<br />

cassa necessarie in correlazione all’applicazione del saldo stesso;<br />

f) ad eventuali altre variazioni negli stanziamenti di entrata e di spesa ritenute opportune in relazione<br />

all’andamento delle politiche regionali.<br />

3. La legge di assestamento può autorizzare operazioni di indebitamento nel maggiore limite, rispetto a quello<br />

stabilito dalla legge finanziaria, commisurato al peggioramento dell’equilibrio del bilancio, verificatosi nel corso<br />

dell’esercizio di riferimento, conseguente al minore saldo positivo o al maggiore saldo negativo definitivo<br />

dell’esercizio precedente o conseguente alla gestione delle entrate e delle spese di competenza.”<br />

45


Tale avanzo di amministrazione è, tuttavia, un avanzo formale in quanto computa<br />

nel lato attivo le assegnazioni statali e comunitarie e le relative quote regionali di<br />

cofinanziamento già accertate/riscosse ma, nel lato passivo, non computa per intero le<br />

spese correlate a quelle assegnazioni in quanto esse, come accade normalmente, non<br />

vengono impegnate totalmente.<br />

Le economie che si realizzano, pertanto, su tali somme, avendo una natura<br />

vincolata, necessariamente andranno ad alimentare nuovamente i corrispondenti<br />

stanziamenti di spesa dell’esercizio finanziario successivo.<br />

Quindi, solo in sede di rendiconto si potrà conoscere la consistenza di tali<br />

economie e l’esistenza di un sostanziale disavanzo di amministrazione (ove le economie<br />

realizzate siano superiori di importo all’avanzo), il cui peso finanziario si sposterà<br />

inevitabilmente nell’esercizio successivo, con la possibilità di dover ricorrere a “mutui per<br />

il finanziamento del saldo finanziario dell’esercizio precedente” (tale è la denominazione<br />

del cap. 009602 dello stato di previsione dell’entrata) ex art. 14, lett. a) della legge<br />

regionale 39/2001, la cui contrazione verrà, quindi, autorizzata nella relativa legge di<br />

assestamento, secondo quanto prescritto dagli artt. 14, comma 2, e 21, comma 3.<br />

Così, dopo i disavanzi reali di livello contenuto registrati negli esercizi finanziari<br />

precedenti (nel 2003 pari a € 378.386.281,93, nel 2004 pari a € 276.660.063,59) il peso<br />

finanziario lasciato in eredità dall’e.f. 2005 è stato computato dalla Regione in misura<br />

pari a € 540.146.137,93, importo massimo per il quale l’art. 5 della legge di<br />

assestamento 3 novembre 2006, n. 22 ha autorizzato l’indebitamento 10 , a fronte di<br />

economie vincolate registrate a fine anno 2005 per € 1.189,3 mln.<br />

Diversamente, il peso finanziario trasferito dall’e.f. 2006 all’e.f. 2007 è più che<br />

raddoppiato rispetto al risultato del 2005, registrando un importo pari a<br />

1.092.196.029,85 di euro, a fronte di economie vincolate registrate a fine anno 2006 per<br />

€ 1.435,4 mln (di cui 100 mln. andranno a copertura di una parte dei residui passivi<br />

perenti). La differenza è stata quindi coperta, oltre che dall’avanzo di amministrazione<br />

“formale” (€ 333.773.039,18), da stanziamenti di bilancio per € 9.450.000,00.<br />

La situazione di sostanziale disavanzo di amministrazione (che si riscontra anche<br />

in altre amministrazioni regionali e locali) presentata in sede di consuntivo dovrebbe<br />

tener conto anche dei residui passivi perenti (risultati alla fine dell’e.f. 2006 pari a circa<br />

285,3 mln di euro) e dei residui passivi radiati (pari a circa 51,7 mln) ancora sussistenti,<br />

(cioè dei crediti vantati da terzi formalmente eliminati dalla contabilità una volta decorso<br />

il termine di legge, ma a fronte dei quali permane l’obbligazione giuridica, salvo il<br />

10 Tale importo è risultato, comunque, leggermente superiore all’importo (pari a € 500.859.000,00) fissato<br />

dall’art. 1 della legge finanziaria per il 2006 (legge regionale 3 febbraio 2006, n. 2) quale livello massimo del<br />

ricorso al mercato finanziario, entro il quale, peraltro, la Regione si è mantenuta avendo contratto nell’e.f. 2006<br />

un mutuo per 150 milioni di euro (effettivamente erogato in data 28 luglio 2006) e un prestito obbligazionario<br />

per 350 milioni di euro (effettivamente erogato in data 7 dicembre 2006).<br />

46


verificarsi della prescrizione o di ogni altra causa estintiva), che pure costituiscono una<br />

posta negativa.<br />

In buona sostanza, pertanto, i mutui “per finanziare il saldo dell’esercizio<br />

precedente” andrebbero a coprire in misura preponderante non gli stanziamenti di spesa<br />

(che possono essere sia di parte corrente che di parte capitale) vincolati alle assegnazioni<br />

statali e comunitarie, già alimentati dalle economie realizzate, ma le altre spese che sono<br />

state impegnate nel corso degli anni (pur se cadute in perenzione o radiate) in carenza di<br />

una copertura finanziaria effettiva ed in particolare, secondo diritto, le spese di<br />

investimento 11 (così come prescrive l’art. 119, 6° comma della Costituzione e l’art. 10,<br />

comma 1, del D.Lgs. 16 maggio 1970 n. 281).<br />

E’ doveroso da subito precisare che la carenza di una copertura finanziaria delle<br />

predette tipologie di spesa non è di per sè un elemento negativo in quanto è l’effetto<br />

dell’osservanza di un obbligo di legge (che impone la contrazione dei prestiti solo in<br />

relazione alle effettive esigenze di cassa), che ha imposto la mancata contrazione, nel<br />

corso degli anni, della totalità o di una quota dei “mutui a pareggio” pur autorizzati con le<br />

rispettive leggi finanziarie (evento, ad esempio, verificatosi nel corso del 2006 ove a<br />

fronte del livello di indebitamento autorizzato per € 500.859.000 è stato contratto un<br />

mutuo a pareggio per € 150.000.000). L’effetto di carenza di copertura finanziaria da un<br />

punto di vista contabile è dovuto alla circostanza che, a norma dell’art. 26, comma 4,<br />

della legge regionale 39/2001, la quota di prestito non contratta non forma residui attivi,<br />

ma, semplicemente, minori entrate.<br />

La contestuale tendenza al peggioramento dei saldi finanziari formali e reali,<br />

nonchè della componente del fondo di cassa, a parere della Sezione, non desta per il<br />

momento preoccupazione nei limiti in cui continua a mantenersi più elevato rispetto al<br />

disavanzo finanziario reale (nel 2006 pari a € 1.092 mln di euro) un dato molto<br />

importante costituito dalla “capacità residua teorica di indebitamento”, che a conclusione<br />

dell’e.f. 2006 è risultato pari a 1.464 mln di euro 12 .<br />

A tal proposito occorre effettuare una precisazione. Tale dato esprime la<br />

possibilità che la Regione avrebbe avuto per il 2006 di contrarre ulteriori prestiti (oltre ai<br />

mutui a pareggio e per finanziare il disavanzo reale dell’e.f. 2005 effettivamente<br />

11 Per una compiuta disamina del rispetto dei vincoli all’indebitamento qualitativi (la destinazione a spese di<br />

investimento) e quantitativi (l'importo complessivo delle annualità di ammortamento per capitale e interesse<br />

dei mutui e delle altre forme di indebitamento in estinzione nell'esercizio considerato non può superare il 25 per<br />

cento dell'ammontare complessivo delle entrate tributarie non vincolate della regione ed a condizione che gli<br />

oneri futuri di ammortamento trovino copertura nell'àmbito del bilancio pluriennale della regione stessa), si<br />

rinvia all’apposita partizione nella sezione I.<br />

12 La “capacità teorica di indebitamento”, invece, esprime la capacità di indebitamento al lordo dei mutui<br />

contratti, che a fine anno è risultata pari a 1.964 mln di euro, ampiamente superiore a quella di 1.356 mln di<br />

euro relativa all’inizio E.F. 2006. La consistente variazione tra la capacità teorica di indebitamento di inizio e<br />

fine esercizio corrisponde alle altrettanto consistenti operazioni di ristrutturazione del debito compiute nel corso<br />

dell’anno 2006. I dati della capacità teorica di indebitamento vengono elaborati internamente alla Regione e<br />

non sono riportati sui documenti ufficiali di bilancio.<br />

47


contratti) per far fronte al disavanzo effettivo di fine esercizio rispettando il vincolo<br />

quantitativo all’indebitamento (cioè che l’importo complessivo delle annualità di<br />

ammortamento per capitale e interesse in estinzione nell’anno non superi il 25 per cento<br />

dell'ammontare complessivo delle entrate tributarie non vincolate della Regione), ma non<br />

rappresenta anche la “capacità residua teorica di indebitamento” nel rispetto del vincolo<br />

qualitativo, che è, invece, espressa dalla differenza tra il totale degli impegni assunti sui<br />

capitoli destinati a spese di investimento non vincolate da assegnazioni a partire dall’e.f.<br />

2002 (importo calcolato in € 2.254.663.311,30 e rinvenibile nella tabella G allegata alla<br />

legge di assestamento al bilancio di previsione 2007) e il totale dei mutui a pareggio e<br />

per finanziare il saldo dell’esercizio finanziario precedente effettivamente accertati e<br />

riscossi a partire dall’e.f. 2002 (pari a € 1.100.000.000). Il risultato di tale sottrazione<br />

(che esprime il totale dei mutui autorizzati ma non contratti negli ultimi esercizi<br />

finanziari) per il 2006 è, quindi, pari a € 1.154.663.311,30.<br />

Il dato consente una valutazione in senso positivo della tenuta complessiva dei<br />

saldi, perchè indica che l’intero disavanzo effettivo riscontrato a fine esercizio (€ 1.092<br />

mln) sarebbe ipoteticamente mutuabile nel 2007 nel rispetto del limite all’indebitamento<br />

non solo quantitativo (come detto pari, a fine esercizio 2006, a € 1.464 mln), ma anche<br />

qualitativo (dato dall’importo dei mutui non contratti nel corso degli anni che erano<br />

destinati alla copertura delle spese di investimento non vincolate da assegnazione pari a<br />

€ 1.154 mln).<br />

Ulteriore dato da prendere in considerazione per effettuare una valutazione<br />

sostanziale delle prospettive finanziarie regionali è costituito dall’andamento (come<br />

riportato nella seguente tabella) nel corso degli anni delle autorizzazioni<br />

all’indebitamento (ovvero del livello massimo del ricorso al mercato finanziario), degli<br />

impegni di spesa di investimento ai quali i mutui sono destinati e dell’effettiva<br />

contrazione dei mutui.<br />

Tav. 2: autorizzazioni all’indebitamento (2002-2006)<br />

MUTUI A<br />

PAREGGIO<br />

AUTORIZZATI<br />

SPESE DI<br />

INVESTIMENTO<br />

IMPEGNATE<br />

MUTUI<br />

ACCERTATI<br />

FONDO DI<br />

CASSA A FINE<br />

ESERCIZIO<br />

2002 2003 2004 2005 2006<br />

486.118.500,00 616.894.000,00 650.000.000,00 496.769.000,00 500.859.000,00<br />

313.832.281,37 538.491.850,25 526.657.150,53 425.377.082,38 450.304.946,77<br />

150.000.000,00 250.000.000,00 200.000.000,00 500.000.000,00<br />

865.111.641,16 914.151,181,10 696.004.636,48 632.657.406,97<br />

Risulta di palmare evidenza che a fronte di un andamento pressochè costante dei<br />

mutui autorizzati (addirittura in lieve calo negli ultimi due esercizi), a dimostrazione di<br />

una sana politica di bilancio, che limita il ricorso all’indebitamento, vi sia una forte<br />

48


sofferenza di cassa se si considera il notevole incremento nel 2006 dei mutui accertati e<br />

la contestuale diminuzione dei saldi di cassa (il fondo di cassa presente a fine esercizio<br />

2005, invece, dovrebbe essere teoricamente elevato di 200 mln di euro in quanto il<br />

mutuo a pareggio accertato in quell’anno è stato riscosso nell’esercizio successivo).<br />

L’andamento, ovviamente, se dal lato delle entrate è condizionato da fattori per lo<br />

più non controllabili dalla Regione in quanto le erogazioni provenienti dallo Stato sono<br />

determinanti per il mantenimento di un’adeguata dotazione finanziaria che scongiuri il<br />

ricorso ad anticipazioni di tesoreria (contratte come si dirà più avanti nel 2006), sul<br />

fronte delle uscite potrebbe godere di un certo margine di manovra costituito dalla<br />

contrazione degli impegni per spese correnti, che notoriamente giungono per una<br />

percentuale assai elevata alla fase del pagamento nello stesso esercizio di impegno (per<br />

la Regione <strong>Veneto</strong>, in genere, l’85% circa).<br />

Di notevole importanza, per comprendere se il fenomeno riscontrato abbia<br />

carattere solo congiunturale, sarà la verifica dei saldi giornalieri di cassa dell’e.f. 2007,<br />

che comunque, stando a quanto appreso in sede di audizione dei responsabili della<br />

Segreteria bilancio, sono risultati in attivo almeno fino alla prima decade di ottobre.<br />

Dell’indebitamento si discorrerà ampiamente nella sezione I e dell’andamento del<br />

fondo di cassa e dei saldi giornalieri di cassa nella sezione IV.<br />

Da un punto di vista normativo l’esercizio finanziario si è aperto con la legge<br />

regionale 3 febbraio 2006, n. 3, con la quale è stato approvato il bilancio di previsione e<br />

il pluriennale 2006-2008, preceduta dalla legge finanziaria regionale 3 febbraio 2006, n.<br />

2. Nel corso dell’anno sono stati approvati tre collegati alla legge finanziaria (leggi<br />

regionali nn. 15, 16 e 18) privi di effetti finanziari e nove provvedimenti legislativi di<br />

variazione al bilancio di previsione (approvati con leggi regionali nn. 4, 6, 7, 8, 9, 17, 22,<br />

23, 24), il principale dei quali ha riguardato l’approvazione dell’assestamento al bilancio<br />

(approvato con la legge regionale 3 novembre 2006, n. 22), a seguito dell’approvazione<br />

del rendiconto per l’e.f. 2005 (avvenuto con la legge regionale n. 21 approvata in pari<br />

data).<br />

Il bilancio annuale di previsione dovrebbe essere presentato, ai sensi dell’art. 7<br />

della legge regionale 39/2001, entro il 30 settembre di ogni anno.<br />

Il disegno di legge di bilancio per l’e.f. 2006 è stato presentato dalla Giunta<br />

regionale al <strong>Consiglio</strong> il 15 novembre 2005.<br />

La tardiva presentazione di tale importante documento finanziario è in linea con<br />

un tendenziale slittamento in avanti riscontrato nei tempi di presentazione e conseguente<br />

approvazione dei principali strumenti di bilancio (nel sottostante riquadro ne è raffigurata<br />

la tempistica relativa agli esercizi 2004-2006).<br />

49


Tav. 3: tempistica di presentazione dei principali strumenti di bilancio<br />

Documenti<br />

e termini<br />

Es. Fin.<br />

Presentazione<br />

d.d.l. bilancio<br />

di previsione<br />

(30 sett. Es.<br />

Fin.<br />

precedente)<br />

Approvazione<br />

bilancio di<br />

previsione (31<br />

dic. Es. Fin.<br />

precedente)<br />

Presentazione<br />

assestamento<br />

50<br />

Approvazione<br />

assestamento<br />

(30 giu. Es. Fin.<br />

precedente)<br />

Presentazione<br />

rendiconto<br />

(31 mag. Es.<br />

Fin. successivo)<br />

Approvazione<br />

rendiconto<br />

(30 giu. Es. Fin.<br />

successivo)<br />

2004 13 nov. 2003 30 gen. 2004 20 ago. 2004 10 dic. 2004 22 lug. 2005 28 nov. 2005<br />

2005 14 dic. 2004 25 feb. 2005 06 ott. 2005 28 nov. 2005 21 lug. 2006 03 nov. 2006<br />

2006 15 nov. 2005 03 feb. 2006 29 ago. 2006 03 nov. 2006 28 giu. 2007 16 ago. 2007<br />

Lo slittamento dei tempi di presentazione del bilancio annuale di previsione, in<br />

particolare, potrebbe corrispondere verosimilmente all’esigenza del suo adeguamento<br />

alle regole che il Governo nazionale impone, nel quadro del coordinamento della finanza<br />

pubblica, per il rispetto del patto di stabilità e per esigenze di contenimento della spesa,<br />

anche se queste sono soggette, giova rammentare, ad una completa revisione, rispetto<br />

al disegno della legge finanziaria presentato alle Camere, conoscibile solo nell’ultimo<br />

scorcio dell’anno quando la discussione parlamentare giunge alle sue ultime battute,<br />

ovverosia quando si conoscono i contenuti dei c.d. maxiemendamenti ai disegni di legge<br />

finanziaria nazionale sovente sottoposti a questione di fiducia e, quindi, dotati di un<br />

notevole grado di probabilità di approvazione.<br />

Nondimeno si rende auspicabile che da un punto di vista formale di tecnica<br />

legislativa la Regione assicuri, attraverso una legge di autorizzazione all’esercizio<br />

provvisorio, una tempestiva copertura autorizzatoria alla gestione amministrativa relativa<br />

al sia pur breve periodo iniziale dell’esercizio finanziario in cui la legge di bilancio non è<br />

ancora entrata in vigore.<br />

Nel corso dell’istruttoria è stato, difatti, appurato che la Regione sia priva di una<br />

legge di autorizzazione all’esercizio provvisorio a copertura della gestione amministrativa<br />

corrispondente a tale periodo (che per l’esercizio finanziario 2006 si è protratto per 38<br />

giorni dal 1° gennaio 2006 al 7 febbraio 2006, data di pubblicazione sul B.U.R.V. della<br />

legge regionale n. 3/2006).<br />

Secondo quanto risulta dagli atti acquisiti, tale prassi sarebbe legittimata,<br />

mediante ricorso all’analogia, dall’art. 163, comma 2, del D.Lgs. 267/2000 13 (TUEL),<br />

norma valevole per gli enti locali, la quale autorizza la gestione provvisoria del bilancio,<br />

nel caso di mancata approvazione della legge di bilancio di previsione da parte<br />

13 L’art. 163 del D.Lgs. 267/2000 così recita:<br />

“2. Ove non sia stato deliberato il bilancio di previsione, è consentita esclusivamente una gestione<br />

provvisoria, nei limiti dei corrispondenti stanziamenti di spesa dell'ultimo bilancio approvato, ove esistenti. La<br />

gestione provvisoria è limitata all'assolvimento delle obbligazioni già assunte, delle obbligazioni derivanti da<br />

provvedimenti giurisdizionali esecutivi e di obblighi speciali tassativamente regolati dalla legge, al pagamento<br />

delle spese di personale, di residui passivi, di rate di mutuo, di canoni, imposte e tasse, ed, in generale,<br />

limitata alle sole operazioni necessarie per evitare che siano arrecati danni patrimoniali certi e gravi all'ente.”


dell’organo consiliare entro il termine del 31 dicembre dell’anno precedente. Vale a dire<br />

che la gestione amministrativa di inizio anno trova legittimazione non in base ad una<br />

legge regionale di autorizzazione all’esercizio provvisorio, da emanarsi entro il 31<br />

dicembre, ma ad un’autorizzazione a carattere permanente inserita nel testo unico degli<br />

enti locali, cioè da una legge nazionale.<br />

L’interpretazione, invero invalsa anche in certa dottrina, determina due principali<br />

effetti a livello applicativo: da una parte viene data predilezione ad una normativa più<br />

restrittiva rispetto a quella regolante l’esercizio provvisorio della Regione <strong>Veneto</strong> (art. 15<br />

della l. R. 39/2001 14 ) perchè la gestione provvisoria ex art. 163 TUEL è limitata, in<br />

generale “nei limiti dei corrispondenti stanziamenti di spesa dell’ultimo bilancio<br />

approvato”, “alle sole operazioni necessarie per evitare che siano arrecati danni<br />

patrimoniali certi e gravi all’ente” ed, in particolare, “all’assolvimento delle obbligazioni<br />

già assunte, delle obbligazioni derivanti da provvedimenti giurisdizionali esecutivi e di<br />

obblighi speciali tassativamente regolati dalla legge, al pagamento delle spese di<br />

personale , di residui passivi, di rate di mutuo, di canoni imposte e tasse” (così si<br />

esprime l’art. 163 del TUEL); dall’altra ha determinato, come risulta dal DDR n. 1/2006,<br />

una sorta di deviazione dal modello del TUEL per consentire un adattamento alla realtà<br />

regionale, come se fosse stato operativo l’esercizio provvisorio (e quindi, con riferimento<br />

al bilancio presentato al <strong>Consiglio</strong> per l’approvazione) ampliando sostanzialmente il<br />

novero delle spese consentite dal TUEL, ed imponendo, di conseguenza, il ricorso ad una<br />

sanatoria generalizzata degli atti compiuti nel periodo menzionato attraverso<br />

l’inserimento di un apposito articolo nella legge di approvazione del rendiconto<br />

dell’esercizio finanziario di riferimento (per l’esercizio 2006 l’art. 1 del disegno di legge di<br />

approvazione del rendiconto).<br />

Orbene, la prassi riscontrata presenta elementi che inducono ad un’attenta<br />

riflessione, per il duplice profilo della copertura legislativa e dell’opportunità.<br />

In ordine al primo profilo, occorre al livello teorico distinguere tra gestione<br />

provvisoria (autorizzata con legge statale perchè concerne il bilancio di altro ente<br />

territoriale) ed esercizio provvisorio (autorizzato con legge propria dell’ente cui si<br />

riferisce il bilancio di previsione o con legge statale qualora altra legge statale abbia<br />

prolungato la scadenza del termine di approvazione del bilancio di previsione) istituti<br />

giuridici accomunati dall’assenza di un bilancio di previsione approvato dall’organo<br />

consiliare entro il 31 dicembre.<br />

14 L’art. 15 della legge regionale 39/2001 così recita:<br />

“1. L'esercizio provvisorio del bilancio è autorizzato con legge per periodi complessivamente non<br />

superiori a quattro mesi; il disegno di legge è presentato dalla Giunta regionale al <strong>Consiglio</strong> regionale entro il<br />

31 dicembre dell'anno precedente a quello cui il bilancio si riferisce.<br />

2. La legge di esercizio provvisorio autorizza la gestione delle entrate e delle spese sulla base del<br />

progetto di bilancio presentato al <strong>Consiglio</strong> regionale e può introdurre limitazioni all’esecuzione di spese<br />

discrezionali”<br />

51


Sia l’art. 163 del D.Lgs 267/2000 (per gli Enti locali) che l’art. 8, commi 3 e 4 del<br />

D.Lgs. 76/2000 15 (per le Regioni) autorizzano, in determinati casi, la gestione provvisoria<br />

del bilancio. Entrambe le norme, emanate prima della riforma del Tit. V della<br />

Costituzione, rispondono alla logica di un ordinamento giuridico centralista, nel quale il<br />

provvedimento con cui veniva varato il bilancio di previsione per gli enti locali (la delibera<br />

consiliare) era approvato dal CO.RE.CO. e per le Regioni (la legge regionale) era vistato<br />

dal Commissario di Governo e, quindi, sottoposto al controllo governativo statale (come<br />

ogni legge regionale ai sensi dell’art. 127 Cost. ante riforma).<br />

La gestione provvisoria rispondeva, appunto, all’esigenza che si dovesse<br />

consentire la continuità dell’azione amministrativa.<br />

Per le Regioni, in particolare, il Dlgs. 76/2000 distingue l’ipotesi dell’esercizio<br />

provvisorio (art. 8, comma 2) che “può essere autorizzato (con legge regionale) nei<br />

modi, nei termini e con gli effetti previsti dagli statuti e dalle leggi regionali e non può<br />

protrarsi, comunque, oltre i quattro mesi” da quella della gestione provvisoria (art. 8<br />

commi 3 e 4) che è autorizzata dallo stesso decreto legislativo “nel caso in cui la legge di<br />

approvazione del bilancio o la legge di autorizzazione all’esercizio provvisorio siano stati<br />

approvati dal consiglio regionale entro il 31 dicembre dell’anno precedente a quello cui il<br />

bilancio si riferisce” (ipotesi di cui al comma 1) oppure “nel caso in cui la legge di<br />

approvazione del bilancio o la legge di autorizzazione all’esercizio provvisorio siano<br />

rinviate al <strong>Consiglio</strong> regionale dal governo, a norma dell’articolo 127 della Costituzione,<br />

ovvero nei confronti di detta legge il governo abbia promosso la questione di legittimità o<br />

quella di merito a norma dell’ultimo comma del medesimo art. 127 della Costituzione”.<br />

Un dato di fondo distingueva la normativa valevole per le Regioni e gli enti locali:<br />

l’art. 8, comma 2, del D.Lgs. 76/2000, nel consentire alle Regioni la gestione provvisoria<br />

15 L’art. 8 del D.Lgs. 76/2000 così recita:<br />

“1. Il consiglio regionale approva ogni anno con legge il bilancio di previsione, nei modi e nei termini<br />

previsti dallo statuto e dalle leggi regionali.<br />

2. L'esercizio provvisorio del bilancio può essere autorizzato, nei modi, nei termini e con gli effetti<br />

previsti dagli statuti e dalle leggi regionali e non può protrarsi, comunque, oltre i quattro mesi.<br />

3. Nel caso in cui la legge di approvazione del bilancio o la legge di autorizzazione all'esercizio<br />

provvisorio siano stati approvati dal consiglio regionale entro il 31 dicembre dell'anno precedente a quello cui il<br />

bilancio si riferisce, la regione è autorizzata, in pendenza degli adempimenti previsti dall'articolo 127 della<br />

Costituzione a gestire in via provvisoria il bilancio medesimo limitatamente ad un dodicesimo della spesa<br />

prevista da ciascuna unità previsionale di base, ovvero nei limiti della maggiore spesa necessaria, ove si tratti<br />

di spese obbligatorie tassativamente regolate dalla legge e non suscettibili di impegno o di pagamento<br />

frazionati in dodicesimi.<br />

4. Nel caso in cui la legge di approvazione del bilancio o la legge di autorizzazione all'esercizio<br />

provvisorio siano rinviate al consiglio regionale dal Governo, a norma dell'articolo 127 della Costituzione ovvero<br />

nei confronti di detta legge il Governo abbia promosso la questione di legittimità o quella di merito a norma<br />

dell'ultimo comma del medesimo articolo 127, la regione è autorizzata a gestire in via provvisoria il bilancio<br />

stesso limitatamente ai capitoli delle unità previsionali di base non coinvolte nel rinvio o nell'impugnativa,<br />

ovvero nel caso che il rinvio o l'impugnativa investano l'intero bilancio, limitatamente ad un dodicesimo della<br />

spesa prevista da ciascun capitolo delle unità previsionali di base previste nel progetto di bilancio per ogni mese<br />

di pendenza del procedimento, o nei limiti della maggiore spesa necessaria ove si tratti di spese obbligatorie<br />

tassativamente regolate dalla legge e non suscettibili di impegno o di pagamento frazionati in dodicesimi.”<br />

52


anche nel caso di approvazione della legge di autorizzazione all’esercizio provvisorio<br />

entro il 31 dicembre (quindi una gestione provvisoria dell’esercizio provvisorio),<br />

escludeva implicitamente, in prima analisi, che potesse essere iniziato l’esercizio<br />

finanziario senza quantomeno una legge regionale di autorizzazione all’esercizio<br />

provvisorio e, in seconda battuta, che lo Stato potesse consentire una gestione in<br />

assenza di legge regionale (di bilancio o di esercizio provvisorio) senza aver mai<br />

procedimentalizzato uno specifico intervento sostitutivo.<br />

Dopo la riforma del Tit V, le sorti dell’istituto della gestione provvisoria sono<br />

mutate a causa dell’abrogazione implicita dei tradizionali controlli statali su Regioni ed<br />

enti locali.<br />

Per gli enti locali il legislatore nazionale è intervenuto a più riprese (art. 1 del D.L.<br />

13/2002, art. 1-quater del D.L. 50/2003, art. 1 del D.L. 80/2004, art. 1, comma 1-bis,<br />

del D.L. 314/2004, art 1, comma 156 della L. 266/2005, art. 1, comma 710, della L.<br />

296/2006) per disciplinare il potere sostitutivo del prefetto e l’attivazione delle procedure<br />

di scioglimento del <strong>Consiglio</strong> per la mancata predisposizione del bilancio di previsione da<br />

parte della Giunta o per la sua mancata approvazione nei termini da parte del <strong>Consiglio</strong> e<br />

qui la gestione provvisoria di cui al comma 2, art. 163 TUEL, ha ancora una sua<br />

giustificazione nel periodo di vacatio che la norma prevede tra lo scadere dei termini per<br />

l’approvazione del bilancio di previsione e l’intervento sostitutivo del Commissario di<br />

nomina prefettizia.<br />

Per le Regioni, l’art. 127 16 della Costituzione novellato dalla l. Cost. 3/2001 ha<br />

ricondotto a simmetria ed equiordinazione il rapporto tra leggi statali e regionali, per cui,<br />

scomparso il visto del Commissario di governo e il controllo preventivo dello Stato sulle<br />

leggi regionali, si possono ritenere implicitamente abrogate le ipotesi di gestione<br />

16 L’art. 127 della Costituzione ante riforma del Tit V operata dalla legge cost. 3/2001 così disponeva:<br />

“Ogni legge approvata dal <strong>Consiglio</strong> regionale e' comunicata al Commissario che, salvo il caso di<br />

opposizione da parte del Governo, deve vistarla nel termine di trenta giorni dalla comunicazione.<br />

La legge e' promulgata nei dieci giorni dalla apposizione del visto ed entra in vigore non prima di<br />

quindici giorni dalla sua pubblicazione. Se una legge e' dichiarata urgente dal <strong>Consiglio</strong> regionale, e il Governo<br />

della Repubblica lo consente, la promulgazione e l'entrata in vigore non sono subordinate ai termini indicati.<br />

Il Governo della Repubblica, quando ritenga che una legge approvata dal <strong>Consiglio</strong> regionale ecceda la<br />

competenza della Regione o contrasti con gli interessi nazionali o con quelli di altre Regioni, la rinvia al<br />

<strong>Consiglio</strong> regionale nel termine fissato per l'apposizione del visto.<br />

Ove il <strong>Consiglio</strong> regionale la approvi di nuovo a maggioranza assoluta dei suoi componenti, il Governo<br />

della Repubblica puo', nei quindici giorni dalla comunicazione, promuovere la questione di legittimita' davanti<br />

alla Corte costituzionale, o quella di merito per contrasto di interessi davanti alle Camere. In caso di dubbio, la<br />

Corte decide di chi sia la competenza.”<br />

Il testo post riforma è il seguente:<br />

“Il Governo, quando ritenga che una legge regionale ecceda la competenza della Regione, può<br />

promuovere la questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Corte costituzionale entro sessanta giorni dalla<br />

sua pubblicazione.<br />

La Regione, quando ritenga che una legge o un atto avente valore di legge dello Stato o di un'altra<br />

Regione leda la sua sfera di competenza, può promuovere la questione di legittimità costituzionale dinanzi alla<br />

Corte costituzionale entro sessanta giorni dalla pubblicazione della legge o dell'atto avente valore di legge”.<br />

53


provvisoria di cui ai commi 3 e 4 dell’art. 8 del D.lgs. 76/2000 che espressamente fanno<br />

rinvio all’art. 127.<br />

Vi sono ulteriori due dati normativi che escludono la configurabilità di una<br />

gestione provvisoria per le Regioni e, quindi, la possibilità di ricorrere all’articolato del<br />

TUEL per analogia.<br />

Il primo dato è rinvenibile nel D.Lgs. 170/2006 (“Ricognizione dei principi<br />

fondamentali in materia di armonizzazione dei bilanci pubblici”) che contempla, in un<br />

testo normativo che detta disposizioni rivolte sia agli Enti locali che alle Regioni, l’istituto<br />

della gestione provvisoria esclusivamente tra i principi per l’armonizzazione dei bilanci<br />

degli Enti locali (art. 15), e non tra quelli relativi ai bilanci regionali.<br />

Il secondo è nella stessa legislazione regionale del <strong>Veneto</strong> (art. 15, 2° comma,<br />

della legge regionale 39/2001) che prevede espressamente l’ipotesi in cui la Giunta abbia<br />

presentato entro la scadenza del 31 dicembre il “progetto di bilancio” come termine di<br />

riferimento e unico presupposto della legge di autorizzazione all’esercizio provvisorio. In<br />

buona sostanza, la legge regionale disciplina già il caso in cui il <strong>Consiglio</strong> non abbia<br />

approvato entro il termine ultimo del 31 dicembre il bilancio di previsione presentato<br />

dalla Giunta, per cui verrebbe a cadere il presupposto del ricorso alle norme del TUEL per<br />

analogia (art. 12, 2° comma, delle preleggi al codice civile), ovvero l’assenza di una<br />

“precisa disposizione”.<br />

In ordine al profilo dell’opportunità giova solo rammentare che la sanatoria degli<br />

atti di spesa assunti nel periodo temporale tra l’inizio dell’esercizio finanziario e l’entrata<br />

in vigore della legge di bilancio (contenuta nell’art. 1 del disegno di legge per<br />

l’approvazione del rendiconto 2006) giunga solo con l’approvazione del rendiconto<br />

dell’esercizio considerato e, quindi, secondo prassi, dopo almeno un anno e sei mesi.<br />

Si riscontra, comunque, all’attualità, una tendenza positiva verso l’osservanza dei<br />

termini del ciclo di bilancio, verificabile già dalla presentazione del disegno di legge di<br />

approvazione del rendiconto 2006 in anticipo rispetto alla consueta tempistica e alla sua<br />

approvazione da parte del <strong>Consiglio</strong> avvenuta con legge regionale 16 agosto 2007, n. 27.<br />

54


SEZIONE I<br />

EQUILIBRI DI BILANCIO, PATTO DI STABILITÀ,<br />

LIMITI ALL’INDEBITAMENTO<br />

55


1.1.1 Gli equilibri di bilancio e il patto di stabilita’. Osservazioni e risposte per<br />

l’e.f. 2005<br />

OSSERVAZIONI NEL REFERTO PER l’E.F. 2005<br />

Con riferimento all’esercizio finanziario 2005 questa Sezione aveva mosso le<br />

seguenti osservazioni in merito agli equilibri di bilancio e al rispetto del patto di stabilità:<br />

“EQUILIBRIO DI BILANCIO<br />

Principio fondamentale nella contabilità regionale è il rispetto dell’equilibrio di<br />

bilancio, nel senso che il totale dei pagamenti autorizzati non deve esser superiore al<br />

totale delle entrate di cui si prevede la riscossione, tenuto conto del saldo iniziale di<br />

cassa. In pratica il totale delle autorizzazioni iniziali dei pagamenti deve corrispondere<br />

alle previste riscossioni.<br />

Per quanto riguarda l’esercizio 2005 la Regione <strong>Veneto</strong> ha correttamente<br />

perseguito e raggiunto l’equilibrio di bilancio, sia al momento delle previsioni iniziali sia al<br />

momento delle previsioni definitive. Detto risultato è stato conseguito mediante la<br />

previsione di mutui a pareggio, fenomeno già riscontrato nei due precedenti esercizi (472<br />

mln di euro nel 2003, 650 mln di euro nel 2004, 497 mln di euro nel 2005), benché<br />

l’ammontare effettivamente accertato sia stato di 150 mln nel 2003, 250 mln nel 2004 e<br />

200 mln nel 2005. Se tale pratica contabile non appare in contrasto con la normativa<br />

vigente, si reputa opportuno interpretare detto fenomeno nell’ambito di un aumento<br />

pressoché costante (e preoccupante) nel periodo 2003-2005 delle spese correnti<br />

(incrementate del 15,03% rispetto al 2003) e di una diminuzione sempre maggiore delle<br />

spese in conto capitale (decrementate del 4,5% rispetto al 2003), finanziate con mezzi<br />

propri regionali. In questo panorama appare significativo l’utilizzo dell’avanzo di<br />

amministrazione, che nel triennio 2003-2005 è sempre stato completamente assorbito<br />

dalle reiscrizioni relative alle assegnazioni statali e comunitarie a destinazione vincolata.<br />

PATTO DI STABILITA’<br />

Nota positiva che emerge dal controllo sulla gestione per l’esercizio della Regione<br />

<strong>Veneto</strong> per l’anno 2005 è il rispetto dei vincoli imposti dal patto di stabilità interno, sia<br />

nella gestione in termini di competenza che nella gestione in termini di cassa. Detto<br />

risultato, tuttavia, appare condizionato, se non addirittura sminuito, da un’eccessiva<br />

compressione delle spese in conto capitale, che costituiscono la linfa vitale per lo<br />

sviluppo economico e infrastrutturale del territorio della Regione. La corrispondente<br />

contrazione delle spese correnti nette consentirà comunque alla Regione di perseguire,<br />

con maggiore facilità, gli obiettivi programmatici del patto di stabilità per l’esercizio<br />

2006.”<br />

57


La risposta della Regione è stata la seguente:<br />

“La relativa diminuzione delle spese in conto capitale e l’aumento delle spese<br />

correnti rilevati con riferimento all’esercizio 2005 rispetto agli esercizi 2004 e 2003,<br />

possono essere interpretati avendo riguardo alla natura di “transizione” dell’esercizio<br />

2005 collocato a cavallo di due legislature, con l’inevitabile espressione di chiusura<br />

dell’una e di avvio dell’altra.<br />

Il passaggio tra la VII e l’VIII legislatura, avvenuto nel 2005, ha visto le attività<br />

regionali orientarsi in misura maggiore verso momenti di analisi e di nuova<br />

programmazione rispetto alle fasi più tipicamente di esecuzione.<br />

La relativa diminuzione delle spese in conto capitale offre di sé un’interpretazione<br />

diversa appena viene riferita ad un contesto temporale più ampio e ove si consideri il<br />

dato di previsione accompagnato con quello relativo agli impegni (tavole 5 e 6).<br />

Tavola 5 – Andamento degli stanziamenti di competenza delle spese in c/capitale nel<br />

periodo 2001-2005<br />

anni stanziamenti di competenza<br />

2000 2.296.255.891<br />

2001 2.569.258.794<br />

2002 3.225.581.384<br />

2003 4.031.835.324<br />

2004 4.034.325.017<br />

2005 2.362.679.786<br />

Tavola 6 – Andamento degli impegni delle spese in c/capitale nel periodo 2001-2005<br />

anni impegni<br />

2000 739.348.072<br />

2001 860.249.709<br />

2002 1.261.524.325<br />

2003 1.622.019.136<br />

2004 1.999.787.695<br />

2005 1.298.840.724<br />

Al riguardo si può osservare come nel periodo 2001-2004:<br />

- l’ammontare delle previsioni di spesa in conto capitale risulti costantemente in<br />

crescita; mentre, in modo coerente con la natura di transizione propria<br />

58


dell’esercizio 2005, l’ammontare delle previsioni di spesa in conto capitale<br />

trova, in quest’ultimo anno, una notevole contrazione;<br />

- il rapporto tra la diminuzione del dato sulle previsioni di spesa in conto<br />

capitale rilevabile tra il 2005 e il precedente periodo e il dato correlativo<br />

riguardante la dinamica degli impegni, pur collocandosi nella stessa direzione,<br />

riveli due gradini di riduzione significativamente diversi (ad esempio, nel 2005<br />

rispetto al 2004, ad una riduzione delle previsione del 41% corrisponde una<br />

diminuzione degli impegni in valore assoluto di appena 700 milioni di euro,<br />

pari a meno 35%, talchè la percentuale di impegno sul previsionale del 2005<br />

sale del 55% rispetto al 49,6% del 2004).<br />

Per altro verso, la considerazione anche in via meramente esemplificativa delle<br />

dinamiche assai dissimili che connotano gli importi di spesa in conto capitale rispetto alle<br />

diverse fonti di finanziamento suffraga una valutazione ulteriormente attenuata del peso<br />

“reale” della contrazione di tale tipo di spesa nel 2005. Infatti, la diminuzione delle fonti<br />

di finanziamento statali, tra il 2004 e il 2005, si pone in ragione di oltre il 55% su un<br />

importo di partenza nell’ordine dei 2.353 milioni di euro, mentre la corrispondente<br />

contrazione della fonte di finanziamento regionale è limitata a meno del 20% su una<br />

base intorno ai 1.330 milioni di euro (si veda tavola 7).<br />

Tavola 7 – Andamento nel periodo dal 2001-2005 degli stanziamenti di competenza e<br />

degli impegni secondo la fonte di finanziamento regionale e statale<br />

anni<br />

finanziamento regionale finanziamento statale<br />

stanziamenti di<br />

competenza impegni<br />

59<br />

stanziamenti di<br />

competenza impegni<br />

2001 784.488.685 425.682.128 1.727.825.611 431.524.852<br />

2002 1.343.318.850 821.415.017 1.528.741.154 326.728.737<br />

2003 1.351.617.884 885.046.939 2.186.170.999 457.419.040<br />

2004 1.330.850.101 1.122.467.816 2.353.007.953 656.823.223<br />

2005 1.063.987.654 805.413.181 1.042.329.895 372.978.348<br />

Lungo la stessa direzione interpretativa si collocano anche i dati o i confronti tra le<br />

rispettive dinamiche in termini di fonti di finanziamento nell’ambito dell’articolazione per<br />

funzioni obiettivo. Per mero esempio si riportano, nelle tavole 8, 9 e 10, i dati di<br />

decadimento della fonte di finanziamento statale delle funzioni obiettivo “Salvaguardia di<br />

Venezia” e “Mobilità regionale” e della fonte di finanziamento regionale della funzione<br />

obiettivo “Mobilità regionale”.


Tavola 8 – L’andamento degli stanziamenti di competenza finanziati con risorse statali<br />

della funzione obiettivo “Salvaguardia di Venezia”<br />

anni<br />

stanziamenti di<br />

competenza impegni<br />

2001 766.181.703 101.348.084<br />

2002 685.114.026 123.261.289<br />

2003 903.521.872 47.413.954<br />

2004 891.265.601 112.877.250<br />

2005 232.680.931 118.655.935<br />

Tavola 9 – L’andamento degli stanziamenti di competenza finanziati con risorse statali<br />

della funzione obiettivo “Mobilità regionale”<br />

anni<br />

stanziamenti di<br />

competenza impegni<br />

2001 259.004.528 94.163.332<br />

2002 254.314.343 55.980.975<br />

2003 301.272.283 121.902.658<br />

2004 518.558.095 172.018.603<br />

2005 141.913.246 44.012.049<br />

Tavola 10 – L’andamento degli stanziamenti di competenza finanziati con risorse<br />

regionali della funzione obiettivo “Mobilità regionale”<br />

anni<br />

stanziamenti di<br />

competenza impegni<br />

2001 201.867.250 56.311.673<br />

2002 397.365.777 204.369.871<br />

2003 304.751.547 168.510.413<br />

2004 194.185.121 164.989.276<br />

2005 191.941.000 168.740.598<br />

Un ultimo elemento di ponderazione del dato di flessione della spesa in conto<br />

capitale può essere trovato nella fisiologica conclusione di dati cicli di investimento come<br />

è successo, ad esempio con riguardo alla funzione obiettivo “Interventi per le abitazioni”<br />

(si veda tavola 11).<br />

60


Tavola 11 – L’andamento degli stanziamenti di competenza finanziati con risorse<br />

regionali della funzione obiettivo “Interventi per le abitazioni”<br />

anni<br />

stanziamenti di<br />

competenza impegni<br />

2001 69.331.086 6.996.080<br />

2002 125.988.026 2.923.992<br />

2003 171.252.361 43.715.054<br />

2004 186.098.688 180.077.828<br />

2005 39.556.269 37.863.108<br />

Per quanto riguarda l’aumento della spesa corrente, si rileva che esso assume un<br />

peso, nel quinquennio 2001-2005, di circa il 12%, mentre la corrispondente crescita delle<br />

entrate correnti è stata del 14%, con un saldo corrente prodotto costantemente positivo<br />

e in crescita, risultando, nel 2001, pari a 199 milioni di euro e, nel 2005, pari a 363<br />

milioni di euro. L’incremento totale del saldo corrente per una percentuale superiore<br />

dell’83% ha contribuito a finanziare direttamente una porzione rilevante degli<br />

investimenti regionali.<br />

Inoltre, sempre in questo ambito, particolare attenzione è stata posta dalla<br />

Regione nel contenimento delle proprie spese di struttura e di amministrazione,<br />

programmando ormai da tempo un’efficiente razionalizzazione delle risorse investite; non<br />

a caso, fatto pari a 100 il valore medio delle spese di struttura tra le regioni italiane a<br />

statuto ordinario, quello relativo alla Regione del <strong>Veneto</strong> nel 2003, era pari a 36<br />

((calcolato come numero indice dei valori pro-capite; fonte: elaborazione su dati<br />

ISSiRFA-CNR e ISTAT), trovando la Regione del <strong>Veneto</strong> in una posizione sicuramente<br />

avvantaggiata rispetto alle altre realtà regionali e dimostrando lo sforzo di contenimento<br />

compiuto.<br />

1.1.2 Equilibri di bilancio nel 2006<br />

L’analisi dei documenti di bilancio e del rendiconto generale conferma che, anche<br />

per quest’anno, la Regione ha garantito il rispetto degli equilibri di bilancio di competenza<br />

e di cassa in sede previsionale e consuntiva previsti dalla normativa vigente 17 .<br />

Si riscontra, infatti, per l’intero ciclo di bilancio un perfetto equilibrio di<br />

competenza, tra gli impegni di spesa autorizzati e le entrate che si prevedeva di<br />

accertare, sommate ai mutui cd. a pareggio, mentre per l’equilibrio di cassa i<br />

17 Cfr. d.lgs 28.03.2000 n. 76 e L.R. 29.11.2001 n. 39.<br />

61


pagamenti autorizzati non hanno mai superato le entrate che si prevedeva di riscuotere,<br />

sommate al fondo di cassa 18 .<br />

Il punto di equilibrio tra previsioni complessive di entrata e autorizzazioni di spesa<br />

in conto competenza, al netto di quelle a destinazione vincolata nonché di quelle per<br />

ulteriori investimenti, non subisce particolari variazioni tra il momento della previsione<br />

iniziale e quella finale (+2,8%), e viene garantito dalla previsione di un mutuo a pareggio<br />

per un importo pari a 500,9 mln, al quale si aggiunge, in sede di assestamento,<br />

l’autorizzazione ad indebitamento per un importo di 540,1 mln a copertura del saldo<br />

negativo proveniente dal 2005 (tavole n. 9-10-11 al termine del paragrafo).<br />

Per quanto riguarda l’equilibrio di cassa, pur essendo assicurato per l’intero ciclo<br />

di bilancio, esso registra una forte variazione tra previsioni iniziali e finali (+53,1%),<br />

conseguente ad un aumento considerevole sia delle previsioni finali di entrata (+51,5%),<br />

in particolare dei Titoli I e V, sia del fondo iniziale di cassa (+190,2%), aumento al quale<br />

ha coerentemente corrisposto una crescita delle autorizzazioni di pagamento (tavola n. 8<br />

al termine del paragrafo).<br />

In sede di previsioni iniziali e finali di competenza risulta inoltre osservato il<br />

vincolo relativo alle entrate derivanti dall’assegnazione o dal riparto di fondi statali o<br />

dell’Unione europea, che trovano perfetto riscontro nelle relative voci di spesa con<br />

destinazione specifica 19 , come peraltro dimostrato dal prospetto obbligatoriamente<br />

allegato al bilancio di previsione 2006, ex art. 13 lett. a) della L. R. 39/2001.<br />

Per quanto riguarda un terzo vincolo, relativo alla natura della spesa finanziata<br />

mediante ricorso all’indebitamento, ammesso solo per spese di investimento, i risultati<br />

differiscono in relazione alla fase gestionale presa in considerazione (stanziamento,<br />

impegno, pagamento). Nel premettere che tale analisi è oggetto di particolare<br />

approfondimento nel paragrafo dedicato ai vincoli qualitativi e quantitativi<br />

all’indebitamento, in questa sede si possono anticipare alcune considerazioni.<br />

A livello di stanziamento il limite qualitativo è rispettato: il mutuo a pareggio<br />

previsto è destinato a coprire gli importi delle U.P.B. di investimento elencati nel<br />

prospetto dimostrativo obbligatoriamente allegato al bilancio di previsione 20 .<br />

18<br />

Art. 5 del d.lgs 28.03.2000 n. 76:"in ciascun bilancio annuale il totale dei pagamenti autorizzati non può<br />

essere superiore al totale delle entrate di cui si prevede la riscossione sommato alla presunta giacenza di<br />

cassa”; inoltre “il totale delle spese di cui si autorizza l’impegno può essere superiore al totale delle entrate che<br />

si prevede di accertare nel medesimo esercizio, purché il relativo disavanzo sia coperto da mutui e altre forme<br />

di indebitamento autorizzati con la legge di approvazione di bilancio […]”.<br />

Medesimi contenuti si rinvengono nella Legge <strong>Regionale</strong> di contabilità 29.11.2001 n. 39, che all’art. 14 recita:<br />

“il totale delle spese di cui si autorizza l’impegno può essere superiore al totale delle entrate che si prevede di<br />

accertare nel medesimo esercizio, purché il relativo saldo negativo sia coperto da mutui o prestiti; il totale dei<br />

pagamenti autorizzati non può essere superiore al totale delle entrate di cui si prevede la riscossione, tenuto<br />

conto del saldo iniziale di cassa. […]”.<br />

19<br />

612,2 mln in sede iniziale e 941,6 mln in sede di previsione finale.<br />

20<br />

Art. 13, co. 2, lett. B L.R. 29/11/2001 n. 39.<br />

62


Pure considerando la fase dell’impegno non si riscontrano anomalie, poiché gli<br />

impegni di spesa assunti sui capitoli elencati nella tabella G allegata alla legge di<br />

assestamento di bilancio 2007 si dimostrano sempre superiori all’accertamento di entrata<br />

del mutuo a pareggio (€ 150 mln).<br />

Le considerazioni invece cambiano laddove si esamina la fase dei pagamenti.<br />

Questi ultimi, infatti, risultano superiori alla riscossione del mutuo a pareggio se<br />

prendiamo in considerazione l’intera spesa di investimento a carico regionale, mentre,<br />

qualora ci si soffermi solo sui capitoli di spesa elencati in sede di assestamento tra gli<br />

interventi effettivamente da finanziarsi mediante ricorso all’indebitamento (tabella G), i<br />

relativi pagamenti (€ 51,7 mln) appaiono inferiori a quanto riscosso come mutuo a<br />

pareggio (€ 150 mln). Su tale situazione, che può reputarsi fisiologica considerato il ciclo<br />

gestionale delle spese di investimento notoriamente a carattere pluriennale, si rimanda il<br />

lettore alle considerazioni espresse nel paragrafo dedicato all’indebitamento.<br />

Proseguendo nell’analisi, si nota poi una crescita delle previsioni finali di spesa per<br />

investimento finanziate mediante il ricorso all’indebitamento (tavola n. 4 e relativo<br />

grafico): per dare un’idea delle grandezze, se l’incidenza media degli investimenti a<br />

carico regionale finanziati con mutuo nel quadriennio precedente era del 48,1%, nel<br />

2006 ascende al 53,4% e si inserisce in un quadro di progressiva riduzione delle spese di<br />

investimento rispetto a quelle correnti. Si osserva, infatti, come il rapporto spese di<br />

investimento/spese correnti (indipendentemente dalla tipologia di finanziamento) 21 si<br />

attesti sul valore percentuale del 24,4%, laddove la media dell’ultimo quadriennio era del<br />

44,4%. A considerare l’intero quinquennio 2002-2006, invero, l’andamento descrive una<br />

parabola ascendente sino al 2003-2004 (rispettivamente 51,1% e 48,6%), per poi<br />

curvare drasticamente verso il basso nel 2005 – 2006 (37,1% e 24,4%) 22 .<br />

Tav. 4: spesa d’investimento regionale finanziata con mutui a carico della Regione (2002-2006)<br />

Incidenza degli investimenti a finanziamento regionale (incluse quelle a finanziamento<br />

misto per la parte di competenza regionale) finanziati mediante indebitamento con oneri<br />

a carico della Regione*<br />

previsioni finali di<br />

entrata (a)<br />

previsioni finali di<br />

spesa (b)<br />

2002 486,12 1.015,05 44,79%<br />

2003 616,89 1.161,11 53,13%<br />

2004 650,00 1.329,18 48,90%<br />

2005 496,77 1.085,32 45,77%<br />

2006 500,86 937,76 53,41%<br />

63<br />

a/b<br />

Media a/b<br />

2002-2005<br />

48,10%<br />

21<br />

Se si considerassero solo le spese a finanziamento regionale, i rapporti calerebbero drasticamente, ma non si<br />

ritiene significativo questo dato poiché la Regione deve comunque sostenere tra le spese correnti dei costi fissi<br />

(come ad esempio il personale) necessari per garantire anche servizi a finanziamento statale, europeo, ecc.<br />

22<br />

L’andamento è analogo laddove si prendano in considerazione solo le spese a finanziamento esclusivamente<br />

regionale.


Graf. 1: incidenza investimenti regionali finanziati con mutui a carico della Regione (2002-2006)<br />

56%<br />

54%<br />

52%<br />

50%<br />

48%<br />

46%<br />

44%<br />

42%<br />

40%<br />

44,79%<br />

53,13%<br />

48,90%<br />

64<br />

45,77%<br />

53,41%<br />

48,10%<br />

2002 2003 2004 2005 2006 media (02-05)<br />

Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati del Rendiconto gen. della Regione <strong>Veneto</strong><br />

* al netto di prestiti per estinzione anticipata di mutui già stipulati e per il fin. del saldo finanziario<br />

dell'es. precedente<br />

Graf. 2: rapporto spese d’investimento – spese correnti (2002-2006)<br />

60,0%<br />

50,0%<br />

40,0%<br />

30,0%<br />

20,0%<br />

10,0%<br />

0,0%<br />

40,6%<br />

51,1%<br />

48,6%<br />

37,1%<br />

2002 2003 2004 2005 2006<br />

Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati del Rendiconto gen. della Regione <strong>Veneto</strong><br />

24,4%<br />

Parimenti, gli stanziamenti finali di cassa per investimento hanno subito una forte<br />

battuta d’arresto rispetto al 2004 (-36%) a fronte di una crescita di quelli per spese<br />

correnti (+8,2%), mentre hanno visto valori positivi per i pagamenti in conto residui<br />

anche per le spese di investimento (Tav. n. 5).


Tav. 5: andamento triennale spese correnti e di investimento (2004-2006)*<br />

∆ % correnti ∆ % investimento<br />

06/04 06/05 05/04 06/04 06/05 05/04<br />

Residui passivi iniziali (Rpi) 31,0 19,1 10,0 67,6 7,9 55,3<br />

Stanziam. iniziali di competenza (Sico) 10,8 6,5 4,0 -40,7 -25,0 -20,9<br />

Stanziam. iniziali di cassa (Sica) 1,8 5,1 -3,1 -39,4 -2,4 -37,9<br />

Stanziam. finali di competenza (Sfco) 6,2 1,8 4,3 -46,4 -8,5 -41,4<br />

Stanziam. finali di cassa (Sfca) 8,2 5,8 2,3 -36,0 -8,2 -30,3<br />

Impegni di spesa (I) 6,6 3,2 3,3 -33,6 2,3 -35,1<br />

Pagamenti di competenza (Pco) 6,4 4,0 2,3 -41,0 -6,3 -37,0<br />

Pagamenti in c/residui (Pr) 22,7 30,0 -5,6 76,6 34,2 31,5<br />

Pagamenti totali (Pc) 8,4 6,9 1,4 18,1 21,2 -2,6<br />

Residui passivi eliminati (Rpe) 11,0 -16,1 32,4 480,7 -55,1 1192,1<br />

Residui passivi non smaltiti 72,5 -0,7 73,7 61,6 1,3 59,5<br />

Residui pasivi. di esercizio (Rpes) 8,0 -1,0 9,1 -31,1 5,1 -34,4<br />

Residui passivi finali (Rpf) 18,4 -0,9 19,5 10,5 2,6 7,8<br />

Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati del Rendiconto gen. della Regione <strong>Veneto</strong><br />

estrapolazione dalla Tab. n. 1 " fonte di finanziamento e natura della spesa 2004-2006"<br />

* esclusa la funzione obiettivo F027 "Partite di giro"<br />

Plausibile è la risposta fornita dalla Regione alle criticità rilevate in sede di referto<br />

precedente, che definisce il 2005 come momento di transizione tra la VII e l’VIII<br />

legislatura e “ha visto le attività regionali orientarsi in misura maggiore verso momenti di<br />

analisi e di nuova programmazione rispetto alle fasi più tipicamente di esecuzione” 23 .<br />

Scomponendo diversamente le voci di entrata e di spesa, si nota una rilevante<br />

variazione negativa (-45,7%) tra l’avanzo presunto di amministrazione iscritto nella<br />

parte entrate del bilancio iniziale di previsione e l’avanzo di amministrazione iscritto a<br />

seguito di assestamento.<br />

Da un raffronto tra residui attivi e passivi presunti ad inizio esercizio e quelli<br />

definitivamente iscritti in sede di assestamento, si notano forti variazioni che vanno ad<br />

influire sensibilmente sul loro saldo finale (residui attivi – residui passivi): nell’ambito dei<br />

residui presunti, il saldo ammontava a + 933,98 mln, nell’ambito delle iscrizioni definitive<br />

il saldo scende a – 57,82 mln 24 . Non può inoltre essere tralasciato quanto accade con il<br />

23 Coerentemente, infatti, si riscontra una diminuzione complessiva degli impegni di spesa per investimenti<br />

molto imponente rispetto al 2004, contabilizzata in particolare nel 2005 (-33,6%), e un aumento deciso dei<br />

pagamenti in conto residui (+76,6%). Tali considerazioni sono valide anche disaggregando le voci di spesa per<br />

tipologia di finanziamento.<br />

24 Notevole incidenza su tale andamento negativo va comunque riconosciuta al capitolo, afferente le partite di<br />

giro, relativo alla restituzione allo Stato delle anticipazioni mensili per il finanziamento del S.S.R. (r.p. presunti<br />

65


processo di radiazione dei residui passivi di parte corrente iniziato nel 2004: seppure<br />

eliminati contabilmente dalle poste passive del bilancio ai fini del calcolo del risultato di<br />

amministrazione, in realtà giuridicamente perdurano sino alla loro prescrizione e, pare<br />

ragionevole pensare, che per alcune funzioni obiettivo ne verrà quasi certamente<br />

richiesto il pagamento anche dopo i due anni di decorrenza 25 . Nel caso specifico, i residui<br />

passivi di parte corrente radiati nel 2005 ammontano a 57,9 mln di euro e rappresentano<br />

il 5,2% dei residui passivi di parte corrente derivanti dagli impegni assunti nell’esercizio<br />

2003 (l’11,1% al netto dei residui provenienti dalla F.O. 19 “Tutela della Salute”) 26 .<br />

Tav. 6: radiazione di residui passivi di parte corrente es. 2005<br />

Impegni<br />

(a)<br />

2005<br />

Residui passivi di<br />

esercizio (b)<br />

66<br />

Residui passivi<br />

RADIATI (c)<br />

2003 2003 2005<br />

Totale generale 7.608,8 1.116,7 57,9 5,2%<br />

Totale al netto sanItà 1.696,6 499,6 55,3 11,1%<br />

Fonte: elaborazione della Corte dei conti su dati del Rendiconto generale della Regione <strong>Veneto</strong><br />

In concreto, da un avanzo presunto di 1,2 mld di euro si scende ad un avanzo<br />

definitivo quasi dimezzato, pari a 638,2 mln. L’osservazione assume valenza<br />

particolarmente negativa laddove si consideri che quasi il 90% dell’avanzo presunto<br />

risultava vincolato a spese già finanziate negli esercizi precedenti da assegnazioni dello<br />

Stato e altre spese a destinazione vincolata non ancora impegnate (e per il restante<br />

ammontare era destinato al pagamento di residui perenti). Considerato che tali spese<br />

vincolate non hanno subito variazioni significative nella loro valutazione definitiva (da<br />

1,024 mld a 1,039 mld) e che il fondo speciale per la rassegnazione dei residui perenti è<br />

rimasto immutato negli importi (150 mln), la riduzione osservata tra avanzo presunto e<br />

avanzo definitivo di amministrazione ha lasciato, nella sostanza, finanziariamente<br />

“scoperte” più della metà delle reiscrizioni in conto avanzo. In sede di assestamento si è<br />

reso pertanto necessario autorizzare il ricorso ad indebitamento per un importo pari a<br />

540,1 mln per far fronte al disavanzo di fatto dell’esercizio 2005, causato, come emerge<br />

dalla legge regionale di assestamento (art. 5), “da impegni assunti negli esercizi<br />

precedenti l’esercizio 2006 su capitoli di spesa di investimento […] a fronte dei quali non<br />

si è proceduto alla contrazione dei relativi mutui autorizzati”. Ordinariamente, infatti, i<br />

pari a 700.000 euro, r.p. definitivi 7,7 mld), non sufficientemente compensato dai maggiori residui attivi<br />

registrati, ad esempio, al titolo I delle entrate (in particolare IRAP e addizionale regionale IRPEF).<br />

25 Ai sensi della L.R. di contabilità 29/11/2001 n. 39, art. 51, i residui passivi di parte corrente possono essere<br />

conservati nel conto residui per non più di due anni successivi a quello di impegno mentre quelli relativi a spese<br />

di investimento per non più di sette anni. Alla liquidazione delle spese relative ai residui passivi eliminati,<br />

anche a seguito di radiazione, provvedono i dirigenti assumendo un impegno sullo stanziamento di competenza<br />

del bilancio di previsione.<br />

26 Per un approfondimento si rimanda al paragrafo n.2.3.3.<br />

c/b


mutui giungono al loro perfezionamento solo per una parte dell’importo autorizzato in<br />

sede previsionale, in base al criterio, sancito dalla normativa regionale, per cui al<br />

perfezionamento delle operazioni di indebitamento si giunge solo quando lo rendano<br />

necessario effettive esigenze di cassa 27 . Diversamente dagli esercizi precedenti (si veda<br />

ultimo quinquennio) la Regione ha, tuttavia, non solo autorizzato, ma anche accertato e<br />

riscosso parte di questo mutuo a copertura del saldo finanziario negativo proveniente<br />

dall’esercizio precedente, per un importo pari a 350 mln di euro. Segno, questo, di una<br />

certa sofferenza di cassa vissuta nel corso dell’esercizio, in parte sicuramente dovuta alla<br />

gestione della spesa sanitaria, in parte anche ad un generalizzato aumento della capacità<br />

di pagamento (+15,1% rispetto al 2004) e, in particolare, di quello in c/residui<br />

(+41,4%).<br />

Tav. 7: indebitamento con oneri a carico della Regione (2002-2006)<br />

esercizio mutui cd. a pareggio<br />

copertura saldo<br />

negativo es. prec.<br />

previsioni finali di competenza<br />

67<br />

per il sistema<br />

infrastrutturale<br />

totale<br />

2002 320,9 200,0 165,3 686,1<br />

2003 471,6 496,7 145,3 1.113,6<br />

2004 650,0 378,4 0,0 1.028,4<br />

2005 496,8 276,7 0,0 773,4<br />

2006 500,9 540,1 0,0 1.041,0<br />

accertamenti<br />

2002 0,0 0,0 0,0 0,0<br />

2003 150,0 0,0 0,0 150,0<br />

2004 250,0 0,0 0,0 250,0<br />

2005 200,0 0,0 0,0 200,0<br />

2006 150,0 350,0 0,0 500,0<br />

riscossioni c/competenza<br />

2002 0,0 0,0 0,0 0,0<br />

2003 150,0 0,0 0,0 150,0<br />

2004 250,0 0,0 0,0 250,0<br />

2005 0,0 0,0 0,0 0,0<br />

2006 150,0 350,0 0,0 500,0<br />

riscossioni c/residui<br />

2002 0,0 0,0 0,0 0,0<br />

2003 0,0 0,0 0,0 0,0<br />

2004 0,0 0,0 0,0 0,0<br />

2005 0,0 0,0 0,0 0,0<br />

2006 200,0 0,0 0,0 200,0<br />

Fonte: elaborazione della Corte dei conti su dati del Rendiconto generale della Regione <strong>Veneto</strong><br />

27 Vedi L.R. 29/11/2001 n. 39, art. 26, co. 5.


68<br />

Tav. 8<br />

1) Entrate che si prevede di riscuotere nell'esercizio 2006<br />

previsioni iniziali previsioni finali ∆ %<br />

- Fondo presunto di cassa 239.832.156,75<br />

- Fondo iniziale di cassa 696.004.636,48<br />

- Titoli 1° + 2° + 3° + 4° + 5° + 6°* 19.963.885.221,05 30.245.368.355,52<br />

di cui : per mutui e prestiti a pareggio del bilancio 500.859.000,00 500.859.000,00<br />

TOTALE 20.203.717.377,80 30.941.372.992,00 53,1%<br />

2) A detrarre:<br />

-1.305.334.803,05 -2.552.219.391,09<br />

-11.670.000,00 -11.670.000,00<br />

0,00 0,00<br />

18.886.712.574,75 28.377.483.600,91<br />

4) Totale PAGAMENTI autorizzati*<br />

20.203.717.377,80 30.941.372.992,00<br />

di cui coperti da: Fondo presunto di cassa<br />

239.832.156,75<br />

Fondo iniziale di cassa 696.004.636,48<br />

5) A detrarre:<br />

PROSPETTO DIMOSTRATIVO DELL'EQUILIBRIO DI BILANCIO - es. 2006<br />

previsioni di CASSA<br />

per mutui e prestiti per investimenti coperti da mutui autorizzati ma non perfezionati negli es.<br />

prec. (a copertura del cd. saldo negativo per disavanzi pregressi)<br />

a) Entrate derivanti dall'assegnazione o dal riparto di fondi statali o dell'Unione Europea con<br />

destinazione specifica.<br />

b) Entrate derivanti dall'assunzione di mutui e prestiti con oneri a carico dello STATO per ulteriori<br />

investimenti<br />

c) Entrate derivanti dall'assunzione di mutui e prestiti obbligazionari con oneri a carico della REGIONE<br />

per ulteriori investimenti o partecipazioni finanziarie dell'anno, al netto di quelli eventualmente<br />

autorizzati da leggi speciali<br />

3) Tetto massimo delle spese di cui si può autorizzare il PAGAMENTO al netto di (a) spese finanziate con<br />

entrate a destinazione specifica, (b e c) spese per ulteriori investimenti e partecipazioni finanziarie (1-2)<br />

a) spese finanziate con entrate a destinazione specifica -1.713.114.164,01 -2.896.512.415,96<br />

b) spese per ulteriori investimenti e partecipazioni finanziarie -83.773.871,68 -59.807.711,29<br />

6) Totale PAGAMENTI autorizzati al netto di (a) spese finanziate con entrate a destinazione specifica<br />

nonchè (b) spese per ulteriori investimenti e partecipazioni finanziarie.<br />

0,00<br />

540.146.137,93<br />

18.406.829.342,11 27.985.052.864,75<br />

Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati del Bilancio di previsione e del Rendiconto generale ed altri forniti dalla Regione <strong>Veneto</strong><br />

* Si prendono in considerazione anche le entrate di cui al titolo 6° "contabilità speciali" (sica € 6.854.465.918,00; sfca 6.978.891.562,77) e le spese di cui all F.O. 0027 "partite di giro"<br />

(sica € 6.801.395.918,00; sfca 14.581.708.551,91) sia perchè il fondo cassa deriva dalla gestione di tutti e sei i titoli e di tutte e ventisette le funzioni obiettivo, sia perchè,<br />

diversamente dalla gestione di competenza, gli stanziamenti di cassa del titolo 6° non devono coincidere con quelli delle partite di giro e, quindi, il loro mancato conteggio andrebbe ad<br />

influire sugli equilibri di bilancio.<br />

190,2%<br />

51,5%<br />

53,1%


69<br />

Tav. 9<br />

1) Entrate totali che si prevede di accertare nell'esercizio 2006:<br />

previsioni iniziali previsioni finali ∆ %<br />

- Avanzo presunto di amministrazione (prov. dall'es. 2005) 1.173.807.850,38<br />

- Avanzo di amministrazione (prov. dall'es. 2005) 638.182.238,90 -45,63%<br />

- Titoli 1° + 2° + 3° + 4° + 5° + 6°*<br />

16.955.575.221,05 18.867.348.508,22 11,28%<br />

di cui: per mutui e prestiti per investimenti a pareggio del bilancio 500.859.000,00 500.859.000,00<br />

TOTALE 18.129.383.071,43 19.505.530.747,12<br />

2) A detrarre:<br />

a) Entrate derivanti dall'assegnazione o dal riparto di fondi statali o dell'Unione<br />

Europea con destinazione specifica<br />

b) Entrate derivanti dall'assunzione di mutui e prestiti con oneri a carico dello<br />

STATO per ulteriori investimenti<br />

c) Entrate derivanti dall'assunzione di mutui e prestiti obbligazionari con oneri<br />

a carico della REGIONE per ulteriori investimenti o partecipazioni finanziarie<br />

dell'anno, al netto di quelli eventualmente autorizzati da leggi speciali<br />

d ) Entrate derivanti dall'assunzione di mutui e prestiti obbligazionari per<br />

spese di investimento coperte da mutui autorizzati ma non perfezionati<br />

nell'esercizio precedente (cd. saldo negativo per disavanzi pregressi )<br />

3) Tetto massimo delle spese di cui si può autorizzare l'IMPEGNO al netto di spese<br />

(a) finanziate con entrate a destinazione specifica, (b e c) spese per ulteriori<br />

investimenti dell'anno e partecipazioni finanziarie, e (d) al netto del saldo negativo<br />

per disavanzi pregressi (1-2)<br />

4) Totale IMPEGNI di spesa autorizzati*:<br />

PROSPETTO DIMOSTRATIVO DELL'EQUILIBRIO DI BILANCIO - esercizio 2006<br />

previsioni di COMPETENZA<br />

-612.246.803,05 -941.571.531,31<br />

-11.670.000,00 -11.670.000,00<br />

0,00 0,00<br />

0,00 -540.146.137,93<br />

17.505.466.268,38 18.012.143.077,88 2,89%<br />

18.129.383.071,43 19.505.530.747,12<br />

di cui: - reiscrizioni in c/avanzo (a)** 1.023.807.850,38 1.039.363.376,83 1,52% % reiscr. rispetto all'avanzo presunto 87,22%<br />

- fondo speciale per la riassegnazione dei residui perenti (b) 150.000.000,00 150.000.000,00 0,00% % reiscr. rispetto all'avanzo def.vo 162,86%<br />

tot. (a+b)<br />

1.173.807.850,38 1.189.363.376,83 1,33% % spese tot. effettivamente coperte da 53,66%<br />

5) A detrarre:<br />

a) spese finanziate con entrate a destinazione specifica -612.246.803,05 -941.571.531,31<br />

b) spese finanziate con mutui e prestiti a carico dello STATO -11.670.000,00 -11.670.000,00<br />

c) spese finanziate con mutui e prestiti a carico della REGIONE per ulteriori<br />

investimenti e partecipazioni finanziarie<br />

d) saldo negativo per disavanzi pregressi<br />

0,00 0,00<br />

0,00 -540.146.137,93<br />

avanzo di amministrazione (definitivo)<br />

6) Totale IMPEGNI di spesa autorizzati al netto di spese finanziate con (a) entrate a<br />

destinazione specifica, (b e c) spese per ulteriori investimenti dell'anno e<br />

partecipazioni finanziarie nochè (d) al netto del saldo negativo per disavanzi<br />

pregressi (4-5)<br />

17.505.466.268,38 18.012.143.077,88 2,89%<br />

Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati del Bilancio di previsione e del Rendiconto generale ed altri forniti dalla Regione <strong>Veneto</strong><br />

* si ritiene necessario considerare anche le entrate di cui al titolo 6° "contabilità speciali" (sico € 6.747.565.918,00; sfco 6.880.161.361,94) nella parte entrate e della F.O. 0027 "partite di giro" (sico €<br />

**<br />

6.747.565.918,00; sfco 6.880.161.361,94) nella parte spese, in analogia alla composizione dell'avanzo di amministrazione, derivante dalla gestione di tutti e sei i titoli e di tutte e ventisette le funzioni<br />

obiettivo.<br />

autorizzazioni di spesa finanziate da assegnazioni dello Stato ed altre spese a destinazione vincolata già previste a carico degli esercizi precedenti a seguito del loro mancato impegno.


70<br />

Tav. 10<br />

previsioni iniziali previsioni finali ∆ %<br />

1) Entrate totali che si prevede di accertare nell'esercizio 2005:<br />

- Avanzo presunto di amministrazione (prov. dall'es. 2004) 1.744.127.510,19<br />

- Avanzo di amministrazione (prov. dall'es. 2004) 949.383.099,10 -45,57%<br />

- Titoli 1° + 2° + 3° + 4° + 5° + 6° *<br />

16.238.896.089,26 18.132.757.130,92 11,66%<br />

di cui per mutui e prestiti per investimenti a pareggio del bilancio 496.769.000,00 496.769.000,00<br />

TOTALE 17.983.023.599,45 19.082.140.230,02<br />

2) A detrarre:<br />

a) Entrate derivanti dall'assegnazione o dal riparto di fondi statali o dell'Unione Europea con<br />

destinazione specifica<br />

b) Entrate derivanti dall'assunzione di mutui e prestiti con oneri a carico dello STATO per ulteriori<br />

investimenti<br />

c) Entrate derivanti dall'assunzione di mutui e prestiti obbligazionari con oneri a carico della REGIONE<br />

per ulteriori investimenti o partecipazioni finanziarie dell'anno, al netto di quelli eventualmente<br />

autorizzati da leggi speciali<br />

d ) Entrate derivanti dall'assunzione di mutui e prestiti obbligazionari per spese di investimento<br />

coperte da mutui autorizzati ma non perfezionati nell'esercizio precedente (cd. saldo negativo per<br />

disavanzi pregressi )<br />

3) Tetto massimo delle spese di cui si può autorizzare l'IMPEGNO al netto di spese (a) finanziate con entrate<br />

a destinazione specifica, (b e c) spese per ulteriori investimenti dell'anno e partecipazioni finanziarie, e (d) al<br />

netto del saldo negativo per disavanzi pregressi (1-2)<br />

4) Totale IMPEGNI di spesa autorizzati*:<br />

-894.740.666,26 -1.411.937.679,22<br />

-26.803.484,00 -26.803.484,00<br />

0,00 0,00<br />

0,00 -276.660.063,59<br />

17.061.479.449,19 17.366.739.003,21 1,79%<br />

17.983.023.599,45 19.082.140.230,02<br />

di cui: - reiscrizioni in c/avanzo (a)** 1.444.127.510,19 987.913.162,69 -31,59% % reiscr. rispetto all'avanzo presunto 82,80%<br />

- fondo speciale per la riassegnazione dei residui perenti (b) 300.000.000,00 250.000.000,00 -16,67% % reiscr. rispetto all'avanzo def.vo 198,87%<br />

tot. (a+b)<br />

1.744.127.510,19 1.237.913.162,69 -29,02% % spese tot. effettivamente coperte da 76,69%<br />

5) A detrarre:<br />

a) spese finanziate con entrate a destinazione specifica -894.740.666,26 -1.411.937.679,22<br />

b) spese finanziate con mutui e prestiti a carico dello STATO -26.803.484,00 -26.803.484,00<br />

c) spese finanziate con mutui e prestiti a carico della REGIONE per ulteriori investimenti e<br />

partecipazioni finanziarie<br />

d) saldo negativo per disavanzi pregressi<br />

PROSPETTO DIMOSTRATIVO DELL'EQUILIBRIO DI BILANCIO - es. 2005<br />

previsioni di competenza<br />

-276.660.063,59<br />

avanzo di amministrazione (definitivo)<br />

6) Totale IMPEGNI di spesa autorizzati al netto di spese finanziate con (a) entrate a destinazione specifica,<br />

(b e c) spese per ulteriori investimenti dell'anno e partecipazioni finanziarie nochè (d) al netto del saldo<br />

negativo per disavanzi pregressi (4-5)<br />

17.061.479.449,19 17.366.739.003,21 1,79%<br />

Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati del Bilancio di previsione e del Rendiconto generale ed altri forniti dalla Regione <strong>Veneto</strong><br />

* si ritiene necessario considerare anche le entrate di cui al titolo 6° "contabilità speciali" (sico € 6.281.395.567,00; sfco 6.732.381.211,48) nella parte entrate e della F.O. 0027 "partite di giro" (sico € 6.281.395.567,00; sfco<br />

**<br />

6.732.381.211,48) nella parte spese, in analogia alla composizione dell'avanzo di amministrazione, derivante dalla gestione di tutti e sei i titoli e di tutte e ventisette le funzioni obiettivo.<br />

autorizzazioni di spesa finanziate da assegnazioni dello Stato ed altre spese a destinazione vincolata già previste a carico degli esercizi precedenti a seguito del loro mancato impegno.


71<br />

Tav. 11<br />

1) Entrate totali che si prevede di accertare nell'esercizio 2004:<br />

2) A detrarre:<br />

5) A detrarre:<br />

previsioni iniziali previsioni finali ∆ %<br />

Avanzo presunto di amministrazione (prov. dall'es. 2003) 1.772.697.808,00<br />

Avanzo di amministrazione (prov. dall'es. 2003) 2.324.048.679,38<br />

Titoli 1° + 2° + 3° + 4° + 5°+ 6°*<br />

16.030.657.209,31<br />

16.818.522.805,16<br />

di cui per mutui e prestiti per investimenti a pareggio del bilancio 650.000.000,00 650.000.000,00<br />

TOTALE 17.803.355.017,31 19.142.571.484,54<br />

a) Entrate derivanti dall'assegnazione o dal riparto di fondi statali o dell'Unione Europea<br />

con destinazione specifica<br />

b) Entrate derivanti dall'assunzione di mutui e prestiti con oneri a carico dello STATO per<br />

ulteriori investimenti<br />

c) Entrate derivanti dall'assunzione di mutui e prestiti obbligazionari con oneri a carico<br />

della REGIONE per ulteriori investimenti o partecipazioni finanziarie dell'anno, al netto di<br />

quelli eventualmente autorizzati da leggi speciali<br />

d ) Entrate derivanti dall'assunzione di mutui e prestiti obbligazionari per spese di<br />

investimento coperte da mutui autorizzati ma non perfezionati nell'esercizio precedente<br />

(cd. saldo negativo per disavanzi pregressi )<br />

3) Tetto massimo delle spese di cui si può autorizzare l'IMPEGNO al netto di spese (a) finanziate<br />

con entrate a destinazione specifica, (b e c) spese per ulteriori investimenti dell'anno e<br />

partecipazioni finanziarie, e (d) al netto del saldo negativo per disavanzi pregressi (1-2)<br />

4) Totale IMPEGNI di spesa autorizzati*:<br />

-1.238.462.685,31 -1.550.513.207,94<br />

-418.737.957,00 -435.223.708,83<br />

0,00 0,00<br />

-378.386.481,93<br />

31,10%<br />

4,91%<br />

16.146.154.375,00 16.778.448.085,84 3,92%<br />

17.803.355.017,31 19.142.571.484,54<br />

di cui: - reiscrizioni in c/avanzo (a)** 1.472.697.808,00 2.414.764.161,31 63,97% % reiscr. rispetto all'avanzo presunto 83,08%<br />

- fondo speciale per la riassegnazione dei residui perenti (b) 300.000.000,00 300.000.000,00 0,00% % reiscr. rispetto all'avanzo def.vo 371,50%<br />

tot. (a+b)<br />

1.772.697.808,00 2.714.764.161,31 53,14% % spese tot. effettivamente coperte da 85,61%<br />

a) spese finanziate con entrate a destinazione specifica -1.238.462.685,31 -1.550.513.207,94<br />

b) spese finanziate con mutui e prestiti a carico dello STATO -418.737.957,00 -435.223.708,83<br />

c) spese finanziate con mutui e prestiti a carico della REGIONE per ulteriori investimenti<br />

e partecipazioni finanziarie<br />

d) saldo negativo per disavanzi pregressi<br />

PROSPETTO DIMOSTRATIVO DELL'EQUILIBRIO DI BILANCIO - es. 2004<br />

previsioni di COMPETENZA<br />

0,00 0,00<br />

-378.386.481,93<br />

avanzo di amministrazione (definitivo)<br />

6) Totale IMPEGNI di spesa autorizzati al netto di spese finanziate con (a) entrate a destinazione<br />

specifica, (b e c) spese per ulteriori investimenti dell'anno e partecipazioni finanziarie nochè (d) al<br />

netto del saldo negativo per disavanzi pregressi (4-5)<br />

16.146.154.375,00 16.778.448.085,84 3,92%<br />

Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati del Bilancio di previsione e del Rendiconto generale ed altri forniti dalla Regione <strong>Veneto</strong><br />

* si ritiene necessario considerare anche le entrate di cui al titolo 6° "contabilità speciali" (sico € 6.022.645.655,00; sfco 6.107.227.966,77) nella parte entrate e della F.O. 0027 "partite di giro" (sico € 6.022.645.655,00; sfco<br />

**<br />

6.107.227.966,77) nella parte spese, in analogia alla composizione dell'avanzo di amministrazione, derivante dalla gestione di tutti e sei i titoli e di tutte e ventisette le funzioni obiettivo.<br />

autorizzazioni di spesa finanziate da assegnazioni dello Stato ed altre spese a destinazione vincolata già previste a carico degli esercizi precedenti a seguito del loro mancato impegno.


1.1.3 Patto di stabilità interno per l’anno 2006. Riferimenti normativi<br />

Le regole sul patto di stabilità interno per l’esercizio 2006 trovano la loro fonte<br />

nella legge 23.12.2005 n. 266 (L.F. per il 2006), art. 1, commi 138 e ss.<br />

Diversamente dall’esercizio precedente, sono stati previsti due differenti obiettivi<br />

programmatici, a loro volta articolati per gestione di competenza (impegni) e per<br />

gestione di cassa (pagamenti in c/competenza + pagamenti in c/residui) 28 , rivolti da un<br />

lato al contenimento delle spese correnti, dall’altro all’evoluzione programmata delle<br />

spese in conto capitale. Mentre nel 2005 si disponeva un unico tetto di spesa per il<br />

complesso delle spese correnti e delle spese in conto capitale, che non potevano<br />

superare il corrispondente ammontare dell’anno 2003 incrementato del 4,8%, per il 2006<br />

sono state poste le seguenti regole:<br />

- il complesso delle spese correnti non doveva superare il corrispondente<br />

ammontare 2004 diminuito del 3,8%;<br />

- il complesso delle spese in conto capitale non doveva superare il<br />

corrispondente ammontare 2004 aumentato del 4,8% 29 .<br />

Va in primis evidenziato che, come per gli esercizi precedenti, una serie di<br />

detrazioni, la più importante delle quali riguarda il settore sanitario, di fatto ha ridotto<br />

drasticamente la spesa soggetta al Patto di Stabilità Interno.<br />

Prendendo il dato complessivo, sono state sottoposte a vincolo solo il 10,9%<br />

delle spese pagate e il 12,5% di quelle impegnate. Disaggregando il dato in<br />

relazione alla natura della spesa, il patto di stabilità interno ha interessato solo il 5,8%<br />

delle spese correnti pagate e il 6,1% di quelle impegnate, ovvero il 46,7% delle spese in<br />

c/capitale pagate e il 54,6% di quelle impegnate (per il dettaglio vedasi la tavola n. 12).<br />

Tav. 12: spese soggette al patto di stabilità interno (2004-2006)<br />

Pagamenti Impegni<br />

2006 2005 2004 2006 2005 2004<br />

Totale<br />

complessivo<br />

10,9% 11,9% 10,4% 12,5% 13,3% 9,6%<br />

Correnti 5,8% 6,9% 11,7% 6,1% 7,3% 11,9%<br />

C/Capitale 46,7% 51,1% 54,6% 52,3%<br />

Fonte: elaborazione Corte dei conti<br />

28<br />

Per questo motivo nella Circolare Ministeriale n. 8/2006 e nel Decreto M.E.F. del 12/09/2006 si parla di<br />

quattro obiettivi programmatici.<br />

29<br />

Con la possibilità di superare tale limite nel caso di spese pagate nel 2006 e finanziate da proventi 2006<br />

derivanti da erogazioni a titolo gratuito e liberalità, ovvero finanziate da riduzioni di spesa corrente rispetto al<br />

corrispondente obiettivo programmatico.<br />

72


Precisamente, il complesso delle spese correnti andava calcolato al netto delle<br />

spese per il personale, per la sanità, per trasferimenti destinati alle Amministrazioni<br />

Pubbliche, per interessi passivi, per calamità naturali, e, in presenza di un accordo tra<br />

Regione ed EE.LL. 30 , al netto delle spese per funzioni trasferite o delegate dal 1° gennaio<br />

2005.<br />

Il complesso delle spese in conto capitale andava invece calcolato al netto delle<br />

spese per la sanità, per trasferimenti ad Amministrazioni Pubbliche, per concessioni di<br />

crediti, per calamità naturali, per interventi cofinanziati dall’Unione Europea nonché,<br />

sempre in presenza di un accordo tra Regione ed EE.LL., al netto delle spese per funzioni<br />

trasferite o delegate dal 1° gennaio 2005.<br />

Paradossalmente, la componente delle detrazioni è talmente elevata che gli obiettivi<br />

programmatici interessano una porzione di spesa corrente inferiore a quella in c/capitale,<br />

nonostante quest’ultima ammonti nella sua totalità a poco più di un settimo di quella<br />

corrente in termini di pagamenti e un po’ più di un sesto in termini di impegni.<br />

Come si può agevolmente notare, la spesa corrente soggetta a vincolo è<br />

progressivamente diminuita dal 2004 in poi, così come quella in conto capitale (dal 2005,<br />

poiché nel 2004 non ne era soggetta), anche in ragione della variabilità delle tipologie di<br />

spesa rilevate nei tre diversi anni: ad esempio, le detrazioni di spesa per interessi passivi<br />

erano ammesse nel 2004 e nel 2006 ma non nel 2005; rispetto al 2005 vengono, invece,<br />

eliminate dalle spese in detrazione quelle per l’acquisizione di partecipazioni azionarie,<br />

attività finanziarie e conferimenti di capitale.<br />

Le spese del personale nel 2005 e nel 2006 vengono detratte per intero mentre<br />

nel 2004 lo erano solo per la parte relativa all’incremento retributivo. Peraltro tali spese<br />

(che formano, a livello regionale, l’1,8% dei pagamenti e degli impegni complessivi) nel<br />

2006 erano soggette ad un altro vincolo previsto dalla legge finanziaria, al comma 198 e<br />

ss.: l’ammontare delle retribuzioni lorde corrisposte al personale a tempo indeterminato<br />

e determinato, inclusi i compensi corrisposti per contratti di collaborazione coordinata e<br />

continuativa o altre tipologie di rapporto di lavoro flessibile, al netto degli oneri derivanti<br />

dai rinnovi contrattuali, non doveva superare il corrispondente importo sostenuto nel<br />

2004 diminuito dell’1% 31 .<br />

Infine, le spese per la sanità, che rappresentano in realtà una delle voci di spesa<br />

corrente più significativa (costituiscono l’85,1% dei pagamenti complessivi e l’83,8%<br />

degli impegni), non sono mai state direttamente soggette al patto di stabilità interno<br />

poiché già regolate da una propria disciplina di settore 32 .<br />

30 Cfr Decreto M.E.F. del 12/09/2006 sul monitoraggio del patto di stabilità interno per il 2006.<br />

31 Andavano escluse dalle spese di personale quelle relative al personale appartenente alle categorie protette,<br />

al personale con contratti di formazione e lavoro prorogati al 31.12.2006, al personale comandato presso altre<br />

amministrazioni e al personale totalmente a carico di finanziamenti comunitari o privati.<br />

32 Per tale tematica, si fa rinvio alla parte speciale dedicata alla sanità.<br />

73


Il mancato raggiungimento anche di uno solo degli obiettivi programmatici<br />

comportava come sanzione il mancato accesso al finanziamento integrativo a carico dello<br />

stato in tema di fabbisogno sanitario, come previsto dall’accordo Stato-regioni del<br />

23.03.2005 33 .<br />

1.1.4 Il rispetto del patto di stabilità interno per il 2006<br />

La tavola n. 13, riportata al termine del paragrafo, rappresenta i dati al IV<br />

trimestre (definitivi) forniti dalla Regione <strong>Veneto</strong> al Ministero dell’Economia e delle<br />

Finanze. Dagli atti risulta che la Regione ha calcolato la base 2004 al netto dei<br />

trasferimenti per l’esercizio di funzioni trasferite o delegate dal 1° gennaio 2005, per<br />

consentire alle Province venete l’esclusione dalle regole del patto delle funzioni delegate<br />

in materia di sport (art. 19, co. 1, L.R. 13/04/2001 n. 11).<br />

La Regione <strong>Veneto</strong>, anche per quest’anno, ha rispettato il Patto di Stabilità<br />

Interno, sebbene con performance diverse tra parte corrente e parte in conto capitale<br />

nonché tra pagamenti e impegni (tavola n. 14 al termine del paragrafo).<br />

La spesa netta corrente, a fronte di una riduzione disposta per legge del 3,8%,<br />

ha registrato un contenimento più ampio, pari al 4,5% in termini di pagamenti (tetto di<br />

spesa 509,9 mln, spesa effettiva 506,4 mln) e al 13,7% in termini di impegni (tetto<br />

massimo 593,8 mln, obiettivo raggiunto 532,4 mln). Solo nel primo trimestre i<br />

pagamenti hanno oltrepassato gli obiettivi programmatici, e nel secondo lo hanno fatto<br />

gli impegni, ma si tratta di un semplice dato statistico poiché le Regioni sono sottoposte<br />

esclusivamente al tetto di spesa annuale. Si coglie l’occasione per far notare come<br />

l’incremento complessivo della velocità di cassa (+8,4% rispetto al 2004) e della attività<br />

di impegno (+6,6%) raggiunto dalla Regione nel 2007 sia determinato essenzialmente<br />

dal settore sanitario. Ciò perché la sanità è caratterizzata da volumi di spesa così elevati<br />

che una loro variazione, seppure inferiore in termini percentuali a quella di altre poste<br />

contabili, determina gli andamenti dell’intera spesa regionale. Il meccanismo delle<br />

detrazioni ne rende tuttavia neutrale l’impatto su quella soggetta al patto di stabilità<br />

interno: maggiore o minore, infatti, è la sua velocità di cassa o capacità di impegno,<br />

maggiori o minori saranno le detrazioni da apportare al calcolo della spesa netta. A<br />

considerare tali procedure viene peraltro naturale ritenere che tali detrazioni riducono la<br />

spesa soggetta alle regole del patto a valori davvero marginali (6,1% e 5,8% in termini<br />

di impegni e pagamenti) e, quindi, di più agevole contenimento. Si ricorda, tuttavia, che<br />

sia la spesa sanitaria sia quella del personale sono oggetto di disciplina particolare ai fini<br />

del coordinamento della finanza pubblica.<br />

33 Con legge finanziaria per il 2007 sono state abrogate, a decorrere dal 2006, le sanzioni relative al divieto di<br />

74


Un rallentamento deciso dell’attività regionale caratterizza invece le spese in<br />

conto capitale. Laddove queste potevano crescere del 4,8% rispetto al 2004, si<br />

conteggia una riduzione del 17,6% nei flussi di pagamento e del 33% della capacità di<br />

impegno. Come per la parte corrente, in realtà la capacità generale di pagamento mostra<br />

una velocizzazione di cassa (+18,1%) che viene ancora una volta assorbita per intero<br />

dalle masse di pagamenti detratte ai fini del calcolo della spesa netta (in particolare<br />

spese per trasferimenti in conto capitale ad altre Amministrazioni Pubbliche, che incide<br />

sul complesso dei pagamenti in conto capitale per 41,3 punti percentuali), per lasciare<br />

quasi esclusivamente a quest’ultima il risultato negativo.<br />

Per quanto riguarda infine le spese di personale, la Regione ha osservato<br />

quanto disposto dalla legge finanziaria per il 2006 in tema di riduzione delle spese pari<br />

ad almeno un punto percentuale rispetto a quanto impegnato nel 2004: il tetto così<br />

calcolato per la Regione <strong>Veneto</strong> era di 129,4 mln.<br />

La spesa sostenuta è stata di 125,4 mln, con una riduzione effettiva del 3,2%, in<br />

gran parte determinata dagli impegni detratti, così come previsto dalla legge finanziaria e<br />

dagli altri atti di indirizzo succedutisi 34 . Gli impegni complessivi per spese di personale<br />

(comprensivi di quelli detratti), invece, hanno mostrato una riduzione pari allo 0,77%,<br />

principalmente determinata da un contenimento delle spese per il personale di ruolo (-<br />

3,44%) più che proporzionale al contestuale aumento delle spese per il personale con<br />

contratto di collaborazione coordinata e continuativa, a progetto obiettivo, per il<br />

personale delle segreterie e quello a tempo determinato. Tra i costi da detrarre, voce<br />

saliente è quella relativa al personale con oneri a carico dello Stato/U.E./privati<br />

(rappresenta il 45% delle detrazioni) e, di seguito, quella concernente le categorie<br />

protette (tavola n. 15).<br />

Per concludere, la Regione ha ampiamente osservato quanto disposto dalla<br />

finanziaria 2006 nell’ambito del coordinamento della finanza pubblica. Essa non mostra<br />

difficoltà alcuna nel rimanere all’interno dei tetti di spesa prestabiliti, il differenziale tra<br />

obiettivi teorici e obiettivi raggiunti risulta infatti quasi sempre elevato.<br />

indebitamento.<br />

34 Cfr. Circolare M.E.F. n. 9/2006. Si ricorda che il dato 2004 è al netto degli emolumenti arretrati, mentre la<br />

spesa 2006 è al netto dei rinnovi contrattuali intervenuti dopo il 2004.<br />

75


76<br />

Tav. 13<br />

PATTO DI STABILITA' INTERNO 2006*<br />

SPESA Pagamenti (competenza+residui) Impegni<br />

2004 2006 2004 2006<br />

TITOLO I° - SPESE CORRENTI<br />

SCor TOTALE TITOLO I<br />

a detrarre<br />

8.006.618 8.677.500 8.178.392 8.719.740<br />

S1 Spese per il personale (c.142, lett. a, L. 266/2005) 141.746 154.463 140.442 152.901<br />

S2 Spese per la sanità (c.142, lett. b, L. 266/2005) 6.568.877 7.383.336 6.440.167 7.306.220<br />

S3 Spese per trasferimenti correnti ad Amministrazioni pubbliche (c. 142, lett. c, L. 266/2005) 735.310 588.432 949.942 682.240<br />

S4 Spese per interessi passivi (c. 142, lett.e, L. 266/2005) 29.077 43.937 29.077 44.621<br />

S5 Spese per calamità naturali (c. 142, lett. f, L. 266/2005) 204 965 204 1.324<br />

S7 Spese per funzioni trasferite o delegate dal 1° gennaio 2005 (c. 142, lett. h, L. 266/2005) 1.312 1.312<br />

R SCor 06 RISULTATO TRIMESTRALE SPESE CORRENTI (Scor-S1-S2-S3-S4-S5-S7) 530.092 506.367 617.248 532.434<br />

OP SCor 06 OBIETTIVO ANNUALE SPESE CORRENTI (c. 139 1° periodo L. 266/2005) (1) 509.949 593.793<br />

D SCor 06 DIFFERENZA TRA OBIETTIVO E RISULTATO ANNUALE SPESE CORRENTI (OP SCor 06-R SCor 06) (3) 3.582 61.359<br />

TITOLO II° - SPESE IN CONTO CAPITALE<br />

Scap TOTALE TITOLO II<br />

a detrarre<br />

S8 Spese per la sanità (c.142, lett. b, L. 266/2005)<br />

1.030.616 1.217.065 2.003.798 1.329.723<br />

S9 Spese per trasferimenti in c/cap. ad Amministrazioni pubbliche (c. 143, lett. a, L. 266/2005) 244.378 502.806 808.562 443.707<br />

S10 Spese per concessioni di crediti (c. 143, lett. b, L. 266/2005) 12.694 3.924 10.193 4.202<br />

S11 Spese per calamità naturali (c. 143, lett. c, L. 266/2005) 8.235 68.702 16.130 59.922<br />

S12 Spese in c/cap. cofinanziate dalla U.E., comprese quelle nazionali - solo per il 2006 - (c. 147, L. 266/20 75.496 73.188 85.418 95.558<br />

S14 Spese per funzioni trasferite o delegate dal 1° gennaio 2005 (c. 143, lett. d, L. 266/2005)<br />

S CapN SPESE I CONTO CAPITALE NETTE (S Cap-S8-S9-S10-S11-S12-S14)<br />

S15 Spese in c/cap. pagate nel 2006 con proventi 2006 da erogazioni gratuite e liberalità (c. 145, L. 266/2005)<br />

S16 Spese in c/cap. finanziate da riduzioni di spesa corrente rispetto all'ob.vo programmatico (c. 144, L. 266/2005)<br />

689.813 568.293 1.083.495 726.334<br />

R SCap 06 RISULTATO TRIMESTRALE SPESE IN CONTO CAPITALE (S CapN - S15-S16) 689.813 568.293 1.083.495 726.334<br />

OP SCap 06 OBIETTIVO ANNUALE SPESE IN CONTO CAPITALE (c. 139 2° periodo L. 266/2005) (2) 722.924 1.135.503<br />

D SCap 06<br />

DIFFERENZA TRA OBIETTIVO E RISULTATO ANNUALE SPESE IN C/CAPITALE (OP SCap 06-<br />

R SCap 06) (3)<br />

154.631 409.169<br />

(1) Risultato al 31/12/2004 diminuito del 3,8%.Valorizzato con riferimento all'obiettivo programmatico al 31/12/2006<br />

(2) Risultato al 31/12/2004 aumentato del 4,8%.Valorizzato con riferimento all'obiettivo programmatico al 31/12/2006<br />

(3) Valorizzato solo con riferimento all'obiettivo annuale programmatico al 31 /12/2006<br />

Fonte: Regione <strong>Veneto</strong><br />

* dati definitivi


77<br />

Tav. 14<br />

TITOLO I° - SPESE CORRENTI<br />

variazione ASSOLUTA 2006/2004 SPESE COMPLESSIVE<br />

variazione PERCENTUALE 2006/2004 SPESE COMPLESSIVE<br />

spese a DETRARRE<br />

S1 Spese per il personale (c.142, lett. a, L. 266/2005) 1,8% 1,8% 12.717<br />

S2 Spese per la sanità (c.142, lett. b, L. 266/2005) 82,0% 85,1% 814.459<br />

Spese per trasferimenti correnti ad Amministrazioni pubbliche (c. 142, lett. c, L.<br />

S3<br />

266/2005)<br />

S4 Spese per interessi passivi (c. 142, lett.e, L. 266/2005) 0,4% 0,5% 14.860<br />

S5 Spese per calamità naturali (c. 142, lett. f, L. 266/2005) 0,0% 0,0% 761<br />

2004 2006 assoluta % 2004 2006 assoluta %<br />

9,0% 1,7% 1,8% 12.459<br />

12,4% 78,7% 83,8% 866.053<br />

8,9%<br />

13,4%<br />

9,2% 6,8% - 146.878 -20,0% 11,6% 7,8% - 267.702 -28,2%<br />

51,1% 0,4% 0,5% 15.544<br />

373,0% 0,0% 0,0% 1.120<br />

S7 Spese per funzioni trasferite o delegate dal 1° gennaio 2005 (c. 142, lett. h, L. 266/2005) 0,0% 0,0% - 1.312 -100,0% 0,0% 0,0% - 1.312 -100,0%<br />

TOTALE SPESE DETRATTE<br />

SPESA SOGGETTA AL PATTO DI STABILITA' INTERNO 2006<br />

RIDUZIONE TEORICA rispetto alla psesa 2004<br />

RIDUZIONE EFFETTIVA rispetto alla spesa 2004<br />

TITOLO II° - SPESE IN CONTO CAPITALE<br />

variazione ASSOLUTA 2006/2004 SPESE COMPLESSIVE<br />

variazione PERCENTUALE 2006/2004 SPESE COMPLESSIVE<br />

7.476.526<br />

8.171.133<br />

- 23.725 -4,5% 7.561.144<br />

8.187.306<br />

5,8% 6,1%<br />

-3,8% -3,8%<br />

-4,5% -13,7%<br />

53,5%<br />

549,0%<br />

- 84.814 -13,7%<br />

186.616<br />

18,1%<br />

incidenza sul complesso<br />

delle spese<br />

variazioni 2006/2004<br />

SPESE DETRATTE<br />

incidenza sul complesso<br />

delle spese<br />

variazioni<br />

2006/2004 SPESE<br />

DETRATTE<br />

2004 2006 assoluta % 2004 2006 assoluta %<br />

S8 Spese per la sanità (c.142, lett. b, L. 266/2005) 0,0% 0,0% -<br />

-<br />

0,0% 0,0% -<br />

-<br />

Spese per trasferimenti in c/cap. ad Amministrazioni pubbliche (c. 143, lett. a, L.<br />

S9<br />

266/2005)<br />

23,7% 41,3% 258.428 105,7% 40,4% 33,4% - 364.855 -0,45124<br />

S10 Spese per concessioni di crediti (c. 143, lett. b, L. 266/2005) 1,2% 0,3% - 8.770 -69,1% 0,5% 0,3% - 5.991 -0,58776<br />

S11 Spese per calamità naturali (c. 143, lett. c, L. 266/2005) 0,8% 5,6% 60.467 734,3% 0,8% 4,5% 43.792 2,714941<br />

Spese in c/cap. cofinanziate dalla U.E., comprese quelle nazionali - solo per il 2006 - (c.<br />

S12<br />

147, L. 266/2005)<br />

7,3% 6,0% - 2.308 -3,1% 4,3% 7,2% 10.140 0,11871<br />

S14 Spese per funzioni trasferite o delegate dal 1° gennaio 2005 (c. 143, lett. d, L. 266/2005) 0,0% 0,0% -<br />

-<br />

0,0% 0,0% -<br />

-<br />

SPESE I CONTO CAPITALE NETTE (S Cap-S8-S9-S10-S11-S12-S14) 46,7% - 121.520 -17,6% 54,1% 54,6% - 357.161 -0,32964<br />

Spese in c/cap. pagate nel 2006 con proventi 2006 da erogazioni gratuite e liberalità (c.<br />

S15<br />

145, L. 266/2005)<br />

0,0% 0,0% -<br />

-<br />

0,0% 0,0% -<br />

-<br />

Spese in c/cap. finanziate da riduzioni di spesa corrente rispetto all'ob.vo programmatico<br />

S16<br />

(c. 144, L. 266/2005)<br />

0,0% 0,0% -<br />

-<br />

0,0% 0,0% -<br />

-<br />

TOTALE SPESE DETRATTE<br />

SPESA SOGGETTA AL PATTO DI STABILITA' INTERNO 2006<br />

AUMENTO TEORICO rispetto alla spesa 2004<br />

RIDUZIONE EFFETTIVA rispetto alla spesa 2004<br />

rapporto spese conto capitale/correnti complessive<br />

Fonte: elaborazione Corte dei conti<br />

spese a detrarre<br />

PATTO DI STABILITA' INTERNO 2006 - indicatori<br />

340.803<br />

Pagamenti (competenza+residui) impegni<br />

670.882<br />

8,4%<br />

incidenza sul complesso variazioni 2006/2004<br />

delle spese<br />

SPESE DETRATTE<br />

648.620<br />

- 121.520 -17,6% 920.303<br />

541.348<br />

6,6%<br />

incidenza sul complesso<br />

delle spese<br />

603.389<br />

46,7% 54,6%<br />

4,8% 4,8%<br />

-17,6% -33,0%<br />

14,0% 15,2%<br />

variazioni<br />

2006/2004 SPESE<br />

- 357.161 -0,32964


78<br />

Tav. 15<br />

costi complessivi<br />

SPESA PERSONALE 2006 (art. 1 comma 198 Legge 23.12.2005, n° 266)<br />

2004 2006<br />

differenza<br />

2006/2004<br />

variazioni %<br />

su base<br />

annua<br />

Personale in ruolo 115.901.804,82 112.047.514,67 -3.854.290,15 -3,440%<br />

Personale a tempo determinato 3.328.797,05 3.475.507,17 146.710,12 4,221%<br />

Personale segreteria 4.345.078,21 4.892.315,60 547.237,39 11,186%<br />

Personale a progetto obiettivo 6.153.504,00 7.073.892,36 920.388,36 13,011%<br />

Personale C.F.L. 1.061.056,96 840.893,42 -220.163,54 -26,182%<br />

Collaboratori co.co.co 1.073.703,77 2.267.724,37 1.194.020,60 52,653%<br />

Personale comandato in entrata 3.861.355,12 3.703.364,72 -157.990,40 -4,266%<br />

Buoni pasto 2.499.838,63 2.750.000,00 250.161,37 90,970%<br />

Contratti di somministrazione di lavoro 71.591,00 186.047,00 114.456,00 61,520%<br />

TOTALE 138.296.729,56 137.237.259,31 -1.059.470,25 -0,766%<br />

a detrarre<br />

Personale appartenente alle categorie protet 3.841.479,24 5.320.590,64 1.479.111,40 27,800%<br />

Personale in comando c/o altri enti con rimb 1.008.555,07 1.163.917,57 155.362,50 13,348%<br />

Progetti obiettivo a carico dello Stato/CE/Priv 2.715.538,48 4.870.826,27 2.155.287,79 44,249%<br />

Presonale C.F.L. prorogati 0,00 473.399,80 473.399,80 100,000%<br />

TOTALE 7.565.572,79 11.828.734,28 4.263.161,49 -56,349%<br />

TOTALE SPESA NETTA 130.731.156,77 125.408.525,03 -4,244%<br />

Riduzione 1% 1.307.311,57<br />

TETTO DI SPESA 129.423.845,20 125.408.525,03 4.015.320,20 -3,202%<br />

Fonte: Regione <strong>Veneto</strong>


1.2.1 Il rispetto dei limiti quantitativi e qualitativi dell’indebitamento per l’e.f.<br />

2005<br />

OSSERVAZIONI NEL REFERTO PER l’E.F. 2005<br />

Le osservazioni mosse da questa Sezione per l’esercizio finanziario 2005 sono<br />

state le seguenti:<br />

“Dall’analisi effettuata sulla complessiva gestione per il 2005 emerge che la<br />

Regione ha rispettato i limiti legali all’indebitamento, e che il ricorso alle forme di<br />

finanziamento è stato oculato e non rivolto a forme innovative e aleatorie (come ad es. le<br />

cartolarizzazioni), ma a forme di credito caratterizzate da linearità e sicurezza (mutui e<br />

prestiti obbligazionari a tasso variabile). Si nota con soddisfazione che dal quadro<br />

dimostrativo delle spese che trovano copertura mediante ricorso all’indebitamento si<br />

evince che la Regione ha rispettato il divieto ex art. 119, ult. comma, Cost., destinando<br />

le risorse conseguite con detta modalità esclusivamente al finanziamento delle spese di<br />

investimento.<br />

In particolare si è accertato che la struttura del debito regionale è rappresentata<br />

per circa il 66% da mutui e per la restante quota da prestiti obbligazionari, in massima<br />

parte a tasso variabile. Scelta, questa, che si è rivelata opportuna, atteso che<br />

l’andamento del Tasso Ufficiale di Riferimento stabilito dalla BCE negli ultimi anni si è<br />

mantenuto a livelli contenuti, anche se ne è previsto un andamento al rialzo.<br />

Dall’esame della documentazione pervenuta alla scrivente Sezione non sono emerse<br />

operazioni di ricapitalizzazione per finanziare aziende o società partecipate, al fine di<br />

pervenire al ripiano di eventuali perdite di esercizio.<br />

Se da un punto di vista formale si apprezza il rispetto dei vincoli all’indebitamento,<br />

come definiti dalla Carta Costituzionale, vi sono alcuni segnali che preoccupano la<br />

scrivente Sezione di Controllo. Si rileva infatti che, dall’analisi dei dati che emergono dal<br />

conto generale del patrimonio, su scala triennale (anni 2003-2005) l’esposizione<br />

debitoria della Regione <strong>Veneto</strong> è in progressivo aumento, se si considera che il mutuo<br />

per i piani di sviluppo 2005 (secondo la discussa modalità dei c.d. “mutui a pareggio”),<br />

non essendo stato riscosso, non risulta iscritto tra le variazioni in aumento delle passività<br />

derivanti da mutui e prestiti obbligazionari. Nondimeno è il 2004 l’esercizio in cui si è<br />

fatto maggiore ricorso all’indebitamento, con una variazione in aumento delle passività<br />

nello stato patrimoniale di 361,6 mln di euro (di cui 250 per mutuo a pareggio) ed una<br />

esposizione complessiva finale pari a 1.211 mln. Nel 2003 le variazioni in aumento<br />

furono di 276,9 mln (di cui 150 mln per mutuo a pareggio) ed una consistenza finale di<br />

1.042 mln. Nel 2005 si registra una variazione in aumento di 332.000 euro circa (dovuta<br />

ad operazioni di rettifica - escluso tuttavia il mutuo a pareggio di 200 mln di cui sopra)<br />

79


ed una esposizione finale di 1.111 mln di euro. Infine, il mancato ricorso nel 2005,<br />

diversamente dagli esercizi precedenti, a nuovi ulteriori mutui (oltre a quello a pareggio)<br />

si inserisce in un contesto di contrazione delle spese in c/capitale (- 4,5% rispetto al<br />

2003 e – 17,3% rispetto al 2004 – per le autorizzazioni di spesa finanziate con mezzi<br />

propri regionali), piuttosto che in un contenimento delle spese di parte corrente (in<br />

aumento del 15,03% rispetto al 2003)”.<br />

RISPOSTA DELLA REGIONE<br />

“Sull’aumento dell’esposizione debitoria regionale nel periodo compreso fra il 2003<br />

e il 2005, incidono almeno tre ordini di fattori negativi, legati alle dinamiche:<br />

regionale.<br />

A) della liquidità,<br />

B) delle entrate a libera destinazione,<br />

C) dei trasferimenti statali.<br />

L’effetto dell’insieme di questi fattori ha provocato forti tensioni sulla cassa<br />

Questa situazione ha reso indisponibili quegli elementi di liquidità che negli anni<br />

passati avevano permesso di finanziare gli investimenti dell’anno con il surplus della<br />

gestione annuale di cassa, costringendo la Regione del <strong>Veneto</strong> ad aumentare<br />

progressivamente il ricorso all’indebitamento per far fronte a tali investimenti.<br />

A) Dinamica della liquidità<br />

Nel corso degli ultimi anni la Regione del <strong>Veneto</strong> ha dovuto far fronte a rilevanti<br />

carenze di liquidità; duplici sono le cause:<br />

- i ritardi dell’erogazione di parte delle risorse per il finanziamento corrente del<br />

servizio sanitario regionale 2003, 2004 e 2005;<br />

- il mancato riversamento dei gettiti delle manovre fiscali attuate dalla Regione<br />

per gli anni di imposta 2002, 2003, 2004 e 2005.<br />

Per la Regione del <strong>Veneto</strong>, le mancate erogazioni di cassa sono quantificabili<br />

complessivamente, fino al 2005, in complessivi 1.476 milioni di euro (si veda tavola 1).<br />

80


Tavola 1 – I crediti vantati dalla Regione <strong>Veneto</strong> sui riparti sanità e per le manovre<br />

tributarie per gli anni 2002-2005<br />

totale al<br />

2001 2002 2003 2004 2005<br />

2005<br />

importi di cassa da riscuotere a titolo di<br />

erogazione sanità<br />

importi di cassa da riscuotere a titolo di<br />

riversamento manovre tributarie regionali<br />

debito di cassa verso lo Stato a titolo di<br />

recupero maggiori entrate IRAP ed Add.<br />

IRPEF ex art. 13 D. lgs. 56/00<br />

credito netto della Regione<br />

0 3 657 220 230 1110<br />

0 10 214 204 157 586<br />

137 83 0 0 0 220<br />

-137 -70 871 424 387 1476<br />

Il finanziamento del sistema sanitario è stato comunque ampiamente sostenuto<br />

dalla Regione, avendo anticipato alle Aziende circa un miliardo di euro di risorse ex<br />

Fondo sanitario e manovre fiscali non erogate dallo Stato.<br />

La mancata erogazione di parte delle risorse per il finanziamento della sanità va<br />

ricercata nella conflittualità interregionale prodotta dagli esiti del D.lgs. 56/2000. La<br />

mancata approvazione del Dpcm di riparto 2002 della compartecipazione I.V.A. ha fatto<br />

sì che le anticipazioni sanitarie fossero parametrate all’ammontare di compartecipazione<br />

dell’anno precedente, che presentava un’entità inferiore. Le conseguenze del “blocco”<br />

dell’attuazione del Decreto 56 per l’anno 2002 si sono riverberate anche nel triennio<br />

2003-2005, determinando la mancata erogazione di risorse alle Regioni.<br />

Per la Regione, il minor gettito di cassa è quantificabile in 890 milioni di euro<br />

derivante dalla differenza fra 1.110 e 220 di crediti di restituzioni di eccedenze I.R.A.P. e<br />

I.R.P.E.F..<br />

Ulteriori carenze di liquidità sono state prodotte dal mancato riversamento del<br />

gettito di cassa delle manovre tributarie. La Regione del <strong>Veneto</strong> ha sollecitato<br />

l’erogazione del gettito, trasmettendo al Ministero dell’Economia e delle Finanze e<br />

all’Agenzia delle Entrate, in data 25 ottobre 2005, una nota contenente i criteri adottati<br />

per la quantificazione del gettito delle manovre tributarie relative agli anni 2002, 2003,<br />

2004. In particolare per la manovra sull’addizionale regionale all’I.R.P.E.F. relativa<br />

all’anno 2002, con effetti di cassa che si sono dispiegati nell’anno 2003, è stata calcolata<br />

l’entità sulla base dell’elaborazione delle dichiarazioni I.R.P.E.F. 2003, attività che la<br />

Regione del <strong>Veneto</strong> ha concluso per prima in Italia.<br />

Per la Regione del <strong>Veneto</strong>, il minor gettito di cassa, derivante dal mancato<br />

accreditamento della manovre regionali 2002-2005, è quantificabile in 586 milioni di euro.<br />

81


B) Dinamica delle entrate a libera destinazione<br />

Un altro elemento che si pone alla base dell’accresciuto ricorso all’indebitamento<br />

regionale deriva dalla riduzione dei margini di bilancio autonomo di parte corrente,<br />

destinabili al finanziamento delle spese di investimento. Ciò è dovuto, in presenza di<br />

vincoli alla crescita della spesa corrente determinati dal Patto di stabilità interno, dalla<br />

staticità delle entrate a libera destinazione.<br />

La problematica di maggiore rilievo riguarda il decadimento “strutturale” nel<br />

tempo del gettito della compartecipazione regionale all’accisa sulla benzina, dovuto alla<br />

riduzione generalizzata dei consumi attesa anche nei prossimi anni. Il calo strutturale dei<br />

consumi di benzina è determinato dalla combinazione di molteplici fattori, in primis alla<br />

progressiva crescita dei consumi di gasolio, che nella fattispecie assume la natura di<br />

bene sostituto.<br />

Nel corso degli ultimi anni, il gettito della compartecipazione regionale all’accisa<br />

sulla benzina ha registrato un consistente calo, dai 254 milioni di euro del 2001 ai 218<br />

milioni del 2005. Sulla base delle stime sui consumi di benzina del Bollettino Petrolifero<br />

del Ministero delle attività produttive, il trend di calo dovrebbe proseguire anche nel<br />

biennio 2006-2007.<br />

Come desumibile dalla tavola 2 nel corso del periodo 2001-2005 lo spostamento<br />

delle preferenze dei consumatori ha determinato a carico della Regione del <strong>Veneto</strong> un<br />

minor gettito valutabile in 121 milioni di euro.<br />

300<br />

250<br />

200<br />

150<br />

100<br />

50<br />

0<br />

TAVOLA 2 - IL CALO STRUTTURALE DEL GETTITO DELLA<br />

COMPARTECIPAZIONE REGIONALE ALL'ACCISA SULLA BENZINA<br />

anni 2001-2005 (in milioni di euro)<br />

254<br />

254 256 258 261 263<br />

244<br />

228 227<br />

218<br />

2001 2002 2003 2004 2005<br />

Gettito effettivo Gettito atteso senza spostamento preferenze<br />

Complessivamente, la crescita delle entrate libere è stata, dal 1998 al 2005,<br />

solamente del 9%. Tuttavia, se si valuta l’andamento reale delle entrate, ottenuto<br />

scomputando l’effetto dell’inflazione, è possibile osservare una diminuzione<br />

dell’aggregato nella misura del 7% (si veda tavola 3).<br />

82


1.050<br />

1.000<br />

950<br />

900<br />

850<br />

800<br />

TAVOLA 3 - L'ANDAMENTO DELLE ENTRATE A LIBERA DESTINAZIONE<br />

(Anni 1998-2004 accertamenti; 2005 previsioni iniziali ; valori in milioni di euro)<br />

1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005<br />

Valori correnti Valori reali<br />

C) Dinamica dei trasferimenti statali<br />

Un ultimo elemento, che può spiegare l’accresciuto ricorso all’indebitamento<br />

regionale, deriva dalla riduzione dei trasferimenti sia statali che comunitari, illustrata<br />

nella tavola 4. Per quanto riguarda i trasferimenti statali dal 2001 al 2005 sono quasi<br />

dimezzati passando da 1.543 a 776, mentre per quelli comunitari si è verificata una<br />

riduzione del 35%.<br />

Tavola 4 - Trasferimenti alla Regione del <strong>Veneto</strong> dal 2001 al 2005<br />

2001 2002 2003 2004<br />

Milioni di euro<br />

2005<br />

Trasferimenti 1.543 1.203 790 893 919<br />

dallo Stato 1.322 1.090 604 781 776<br />

dall'Unione Europea 221 113 186 112 142<br />

83


1.2.2 Il rispetto dei limiti quantitativi all’indebitamento nell’anno 2006<br />

Come è ormai noto, l’importo complessivo delle annualità di ammortamento, per<br />

capitale ed interessi a carico della Regione non può superare il limite del 25% del totale<br />

delle entrate tributarie NON vincolate e deve trovare copertura finanziaria nell’ambito del<br />

bilancio pluriennale 35. Non influiscono su tale limite quantitativo l’indebitamento<br />

autorizzato in deroga da leggi speciali, le operazioni di rinegoziazione dei mutui, nonché<br />

le anticipazioni ordinarie di cassa, concesse dal tesoriere per far fronte alla temporanea<br />

mancanza di liquidità per effettuare spese (di qualsiasi natura) per le quali è già prevista<br />

idonea copertura in bilancio.<br />

Le entrate NON vincolate sono date dalla differenza tra la totalità delle entrate<br />

tributarie di cui al Titolo I e le entrate tributarie vincolate, costituite dalle seguenti voci<br />

per le quote ivi specificate (tavole 17-18 al termine del paragrafo):<br />

accisa sulla benzina (1%);<br />

tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi (28%);<br />

tasse di abilitazione all’esercizio professionale e per il diritto allo studio<br />

universitario (100%);<br />

tasse di concessione regionale in materia venatoria e di pesca (80%);<br />

tasse per i controlli fitosanitari sulle importazioni di vegetali (100%);<br />

IRAP (circa il 90%), addizionale regionale IRPEF e parte della<br />

compartecipazione al gettito dell’IVA sono, di fatto, destinate alla copertura<br />

del fabbisogno sanitario.<br />

Il limite massimo delle annualità di ammortamento pagabili per quota capitale ed<br />

interessi nel 2006 si è attestato sul valore, pressoché costante durante tutto l’esercizio,<br />

di 249,2 mln di euro, pari cioè al 25% delle entrate tributarie a libera destinazione<br />

(996,7 mln), in linea con quanto registrato nel 2005 a livello di previsioni definitive, ma<br />

in leggero decremento rispetto al 2004 (254,6 mln ; -2,2%). Tale diminuzione sconta,<br />

rispetto al 2004, una flessione delle previsioni di entrata a libera destinazione, quali, per<br />

citare le più importanti, il gettito netto derivante dalla manovra fiscale sull’addizionale<br />

regionale IRPEF, la quota libera della compartecipazione all’IVA 36 e la quota regionale<br />

35 Art. 23, co. 1, d.lgs 28.03.2000 n. 76 e art.39, co. 5, L.R. 29/11/2001.<br />

36 Parte di tale entrata avrebbe dovuto rappresentare, ex art. 6 d.lgs 56/2000, una risorsa sostitutiva di<br />

trasferimenti erariali per l’esercizio di funzioni e compiti attribuiti alle Regioni ai sensi della L. 59/97 e del d.lgs<br />

112/1998. Con legge 4/8/2006 n. 248, di conversione del D.L. 223/2006, cd. “Decreto Bersani” e,<br />

successivamente, con Legge n. 296/2006 (L.F. per il 2007), art. 1. co. 675, la fiscalizzazione dei trasferimenti<br />

per l’attuazione del decentramento amministrativo è stata posticipata al ”1° gennaio del 2° anno successivo<br />

all’adozione dei provvedimenti di attuazione dell’art. 119 della Costituzione”. Ha pertanto continuato a<br />

configurarsi come trasferimenti erariali, iscritti al TITOLO II anziché al titolo I delle entrate, andando così a<br />

ridurre la posta su cui calcolare il limite quantitativo del 25% delle quote annuali di ammortamento pagabili<br />

dalla Regione.<br />

84


dell’accisa sulla benzina 37 (per un totale di – 73,4 mln), più che proporzionale al<br />

contestuale incremento di altri tributi a libera destinazione quali l’IRAP -per la quota<br />

svincolata- la tassa automobilistica regionale e l’addizionale regionale sul consumo di gas<br />

metano (totale + 50,66 mln). Se, invece, per il calcolo delle annualità di ammortamento<br />

si prendessero come parametro di riferimento le entrate accertate e non quelle previste,<br />

la situazione si capovolgerebbe a favore dell’esercizio 2006 (+7,0%).<br />

Dato il limite massimo di 249,2 mln di euro per il pagamento delle rate annuali di<br />

ammortamento, la Regione aveva inizialmente stimato una spesa di 129 mln che, in sede<br />

di previsioni definitive, è scesa a 73,7 mln (73,5 con il dato di accertamento), con<br />

un’incidenza finale dell’onere del debito sulle entrate libere pari al 7,4% (6,9% con i dati<br />

di impegno e accertamento) 38 . Tale andamento trova la sua giustificazione, in parte,<br />

analogamente agli esercizi precedenti, in una sopravvalutazione prudenziale delle stime<br />

iniziali sui tassi di interesse variabili applicati al debito già esistente, calcolate applicando<br />

un punto percentuale in più sul tasso IRS a 15 anni del 29.12.2005; stime che in corso<br />

d’anno, a seguito dell’aggiornamento semestrale dei tassi, sono state ricondotte ad un<br />

calcolo più preciso (e più contenuto) delle rate di ammortamento. In parte vi ha tuttavia<br />

influito la rimodulazione del debito avvenuta in corso d’anno con la rinegoziazione di<br />

cinque mutui e di un prestito obbligazionario, pari a poco meno della metà delle passività<br />

esistenti. Se infatti nel 2005 e 2004 da una stima iniziale di 133 e 122 mln di euro si<br />

giungeva ad una valutazione definitiva delle rate per mutui in ammortamento di 98 mln,<br />

nel 2006 da 129 mln si abbattono a circa 73 mln (tavole 19 e 20).<br />

Ne risulta che, a importi pressoché equivalenti di tributi a libera destinazione nelle<br />

loro previsioni definitive (996,7 mln nel 2006; 993,4 mln nel 2005; 1.018,7 mln nel<br />

2004) la residua disponibilità per rate di ammortamento nel 2006 ammonta a 175,5 mln<br />

di euro, contro i 150 mln del 2005 e i 156,4 mln del 2004. Preso come parametro le<br />

entrate accertate, tale disponibilità sale a 193,8 mln contro i 163 mln e i 155,6 mln del<br />

2005 e del 2004. Ciò che in prima battuta potrebbe apparire come un miglioramento<br />

netto del costo del debito, in realtà soggiace ad una ulteriore riflessione sul suo costo<br />

effettivo: a seguito infatti della rimodulazione più sopra accennata, la vita media residua<br />

ha subito un prolungamento che varia dai 18 ai 25 anni. Se, pertanto, da una lato è<br />

diminuita l’incidenza annua del costo del servizio del debito a carico regionale sul totale<br />

delle entrate correnti (-0,6% rispetto al 2004 e –0,3% sul 2005) 39 , d’altro canto il costo<br />

37<br />

La Regione ne rileva un decadimento “strutturale” nel tempo, dovuto alla riduzione generalizzata dei consumi<br />

a favore di quelli di gasolio.<br />

38<br />

Si precisa che l’importo delle rate annuali di ammortamento a carico della Regione comprendono sia gli oneri<br />

finanziari derivanti da indebitamento per specifici investimenti, sia mutui (ovvero prestiti obbligazionari) a<br />

pareggio o a copertura del saldo negativo proveniente dall’esercizio precedente, sia gli oneri per rimborso<br />

prestiti a copertura disavanzi pregressi in sanità (1990-1991- 1997/1998-1999).<br />

39<br />

Nel calcolo sono conteggiati anche degli oneri per rimborso prestiti in materia di protezione civile e trasporti<br />

(in realtà a carico dello Stato), per la parte corrispondente ai trasferimenti statali di cui al Titolo II.<br />

85


finale (influenzato appunto anche dal prolungamento del periodo di ammortamento e non<br />

solo dai tassi di interesse) potrebbe in realtà dimostrarsi complessivamente superiore al<br />

previsto, oltre che irrigidire i bilanci regionali per un ulteriore ventennio. La stessa<br />

tendenza al prolungamento del periodo di ammortamento del debito si rileva in sede di<br />

approvazione del bilancio di previsione 2006 e relativo assestamento, laddove si<br />

autorizza a contrarre mutui o prestiti per una durata non superiore a quarant’anni (negli<br />

esercizi 2004 e 2005 era limitata a venti). Per un approfondimento di questa tematica si<br />

rimanda al paragrafo dedicato alla ristrutturazione del debito e all’analisi degli strumenti<br />

di finanza derivata impiegati dalla Regione nell’esercizio 2006.<br />

Proseguendo invece l’analisi sul rispetto dei limiti quantitativi, data la residua<br />

disponibilità per il pagamento di rate di ammortamento di 175,5 mln negli importi<br />

definitivi (193,8 se si prendono in considerazione gli accertamenti), la capacità teorica da<br />

un punto di vista quantitativo per ulteriore indebitamento 2006 ascendeva a 1.778,6 mln<br />

(ovvero 1.964,3 mln). In effetti, la Regione ha autorizzato in corso di esercizio il ricorso<br />

ad ulteriore indebitamento per un importo complessivo di 1.041 mln (riconducibile al<br />

mutuo a pareggio e a copertura del disavanzo proveniente dall’esercizio 2005), di cui<br />

solo 500 mln sono stati effettivamente accertati, nonché incassati, mediante la<br />

contrazione di un mutuo per l’importo di 150 mln e l’emissione di un prestito<br />

obbligazionario per 350 mln 40 . Il periodo di ammortamento è comunque iniziato, e deve<br />

trovare copertura soltanto a partire dall’esercizio 2007.<br />

Si osserva come l’importo di 500 mln rappresenti l’entrata, effettivamente<br />

accertata e incassata, derivante da mutui e prestiti a carico regionale più elevata degli<br />

ultimi cinque anni, con un’incidenza non trascurabile sulle rate di ammortamento a valere<br />

dal 2007 in poi (le previsioni di competenza iniziali 2007 dell’U.P.B. U0199 “spesa per<br />

rimborso prestiti”, al netto degli oneri per estinzione anticipata mutui e delle penali per<br />

ricontrattazione mutui, aumentano del 69,8% rispetto alle previsioni iniziali 2006, pari a<br />

+46,7 mln di euro, determinate, in particolare, dal capitolo 100771 “rimborso quota<br />

interesse prestiti obbligazionari” con un +43,98 mln. Poiché contestualmente si riducono<br />

di 36,4 mln gli oneri a carico della Regione per rimborso prestiti in materia di sanità, di<br />

fatto l’aumento complessivo delle rate per mutui in ammortamento risulta contenuto a +<br />

10,3 mln, +7,9%), dimostrando ancora una volta probabili tensioni di cassa intervenute<br />

nel corso di esercizio, come già accennato nella parte dedicata agli equilibri di bilancio.<br />

Facendo riferimento ai dati espressi nel Conto generale del patrimonio, a seguito<br />

di tali operazioni (inclusa l’emissione del prestito obbligazionario “Regione del <strong>Veneto</strong><br />

2005”, accertato nel 2005 ma riscosso nel 2006) si registra un aumento delle passività<br />

40 A questo prestito obbligazionario denominato “Regione del <strong>Veneto</strong> 2006” si deve aggiungere l’emissione di un<br />

ulteriore prestito obbligazionario per 200 mln di euro denominato “ Regione del <strong>Veneto</strong> 2005”, accertato nel<br />

2005 ma incassato nel 2006.<br />

86


patrimoniali derivanti da mutui di 700 mln di euro, che, dedotto l’importo di 65,8 mln<br />

relativo al pagamento della quota capitale dei mutui già contratti dalla Regione, porta la<br />

consistenza complessiva di fine anno delle relative passività a 1.745 mln (tavola 16). Si<br />

tratta della consistenza di fine anno per mutui e prestiti più elevata del triennio (+44,1%<br />

rispetto al 2004 ) ed è andata a influire in maniera incisiva sul peggioramento della<br />

gestione patrimoniale nonché, accanto ai minori residui attivi della gestione finanziaria,<br />

sul peggioramento netto di 712,8 mln di euro dello stato patrimoniale (da - 4,85 mln del<br />

2005 a –717,6 mln del 2006).<br />

Tav. 16: passività patrimoniali (2003-2006)<br />

anno<br />

consistenza<br />

inizio anno<br />

MUTUI E PRESTITI OBBLIGAZIONARI<br />

variazioni nell'esercizio consistenza<br />

variazioni + variazioni -<br />

fine anno<br />

2003 864,92 276,90 99,34 1.042,48 702,42 67,38 2006/2003<br />

2004 1.042,48 361,57 193,07 1.210,98 533,92 44,09 2006/2004<br />

2005 1.210,98 0,33 100,63 1.110,68 634,22 57,10 2006/2005<br />

2006 1.110,68 700,00 65,78 1.744,90<br />

Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati del Rendiconto generale<br />

87<br />

∆ assoluto ∆ % periodo


Tav. 17 (in milioni di euro)<br />

Entrate Tributarie (Titolo I) previsioni iniziali previsioni finali entrate accertate<br />

IMPOSTA REGIONALE SULLE ATTIVITA' PRODUTTIVE<br />

(IRAP)*<br />

IMPOSTA REGIONALE SULLE ATTIVITA' PRODUTTIVE<br />

(IRAP) - quota a libera destinazione<br />

GETTITO NETTO DERIVANTE DALLA MANOVRA FISCALE<br />

2006 SULL'IRAP<br />

ADDIZIONALE REGIONALE ALL'IMPOSTA SUL REDDITO<br />

DELLE PERSONE FISICHE *<br />

GETTITO NETTO DERIVANTE DALLA MANOVRA FISCALE<br />

2006 SULL'ADDIZIONALE REGIONALE IRPEF<br />

COMPARTECIPAZIONE REGIONALE AL GETTITO DELL'IVA<br />

(al netto del concorso alla solidarietà interregionale) -<br />

quota vincolata alla sanità*<br />

COMPARTECIPAZIONE REGIONALE AL GETTITO DELL'IVA -<br />

quota libera<br />

QUOTA REGIONALE DELL'ACCISA SULLA BENZINA PER<br />

AUTOTRAZIONE<br />

3.194,0 3.256,4 3.256,4<br />

22,2 22,2 22,2<br />

44,0 44,0 44,0<br />

493,0 492,2 492,2<br />

115,2 115,2 115,2<br />

3.205,2 3.242,2 3.242,2<br />

37,1 37,1 84,8<br />

200,0 200,0 183,1<br />

TASSA AUTOMOBILISTICA REGIONALE 518,0 518,0 561,5<br />

ADDIZIONALE REGIONALE ALL'IMPOSTA DI CONSUMO<br />

SUL GAS METANO<br />

TRIBUTO SPECIALE PER IL DEPOSITO IN DISCARICA <strong>DEI</strong><br />

RIFIUTI SOLIDI<br />

48,0 48,0 48,5<br />

15,0 15,0 11,8<br />

TASSE DI ABILITAZIONE ALL'ESERCIZIO PROFESSIONALE 0,3 0,3 0,3<br />

TASSA REGIONALE PER IL DIRITTO ALLO STUDIO<br />

UNIVERSITARIO<br />

10,8 10,8 11,1<br />

TASSE SULLE CONCESSIONI REGIONALI 1,5 1,5 1,50<br />

TASSE DI CONCESSIONE REGIONALE IN MATERIA<br />

VENATORIA<br />

TASSE DI CONCESSIONE REGIONALE IN MATERIA DI<br />

PESCA<br />

6,0 6,0 5,4<br />

2,0 2,0 1,9<br />

IMPOSTA REGIONALE SULLE CONCESSIONI STATALI BENI 0,1 0,1 0,1<br />

IMPOSTA SULLE CONCESSIONI IN MATERIA DI DEMANIO<br />

MARITTIMO<br />

TASSE PER I CONTROLLI FITOSANITARI SULLE<br />

IMPORTAZIONI DI VEGETALI<br />

0,2 0,2 0,1<br />

0,0 0,0 0,5<br />

TOTALE entrate TRIBUTARIE (a) 7.912,60 8.011,24 8.082,75<br />

a sottrarre entrate tributarie vincolate (art. 23 D.<br />

Lgs. 76/2000)<br />

STIMA FABBISOGNO FINANZIARIO SERVIZIO SANITARIO<br />

CORRENTE in attesa proposta CIPE DI RIPARTO<br />

(IRAP*+ADD. IRPEF*+ COMP. I.V.A vinc*.)<br />

6.892,17 6.990,82 6.990,82<br />

QUOTA VINCOLATA ACCISA BENZINA (1%) 2,00 2,00 1,83<br />

QUOTA VINCOLATA TRIBUTO RIFIUTI (28%) 4,20 4,20 3,30<br />

QUOTA VINCOLATA TASSA DIRITTO ALLO STUDIO e<br />

ABILITAZIONE PROF.LE (100%)<br />

QUOTA VINCOLATA TASSE CONC. REG.LE IN MATERIA<br />

VENATORIA (80%)<br />

QUOTA VINCOLATA TASSE CONC. REG.LE IN MATERIA DI<br />

PESCA (80%)<br />

QUOTA VINCOLATA TASSE PER I CONTROLLI<br />

FITOSANITARI (…) (100%)<br />

11,13 11,13 11,38<br />

4,80 4,80 4,31<br />

1,60 1,60 1,52<br />

0,02 0,02 0,47<br />

TOTALE entrate tributarie VINCOLATE (b) 6.915,92 7.014,56 7.013,64<br />

Entrate Tributarie A LIBERA DESTINAZIONE (c=a-b) 996,68 996,68 1.069,11<br />

25% della base di riferimento (c*25%) 249,17 249,17 267,28<br />

* destinate di fatto alla copertura del fabbisogno sanitaro<br />

ENTRATE TRIBUTARIE VINCOLATE e A LIBERA DESTINAZIONE<br />

esercizio 2006<br />

Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati del Bilancio di previsione e del Rendiconto generale ed altri forniti dalla Regione <strong>Veneto</strong><br />

88


89<br />

Tav. 18 (in milioni di euro)<br />

ENTRATE TRIBUTARIE VINCOLATE e A LIBERA DESTINAZIONE<br />

storico - esercizi 2006-2004<br />

2006<br />

2005 2004<br />

2006/2005 entrate<br />

finali<br />

2006/2004 entrate<br />

finali<br />

2006/2005 entrate<br />

accertate<br />

2006/2004 entrate<br />

accertate<br />

Entrate Tributarie (Titolo I)<br />

previsioni<br />

finali<br />

entrate<br />

accertate<br />

previsioni<br />

finali<br />

entrate<br />

accertate<br />

previsioni<br />

finali<br />

entrate<br />

accertate<br />

∆ % ∆ ass. ∆ % ∆ ass. ∆ % ∆ ass. ∆ % ∆ ass.<br />

IMPOSTA REGIONALE SULLE ATTIVITA' PRODUTTIVE (IRAP)* 3.256,36 3.256,36 3.175,27 3.176,01 2.964,10 3.192,10 2,6% 81,09 9,9% 292,26 2,5% 80,35 2,0% 64,26<br />

IMPOSTA REGIONALE SULLE ATTIVITA' PRODUTTIVE (IRAP) - quota a<br />

libera destinazione<br />

22,20 22,21 23,00 22,21 0,00 0,00 -3,5% -0,80 100% 22,20 0,0% 0,00 100,0% 22,21<br />

GETTITO NETTO DERIVANTE DALLA MANOVRA FISCALE 2006<br />

SULL'IRAP<br />

44,00 44,00 42,00 42,00 42,90 44,50 4,8% 2,00 2,6% 1,10 4,8% 2,00 -1,1% -0,50<br />

ADDIZIONALE REGIONALE ALL'IMPOSTA SUL REDDITO DELLE<br />

PERSONE FISICHE *<br />

492,23 492,23 471,17 481,64 445,60 504,80 4,5% 21,06 10,5% 46,63 2,2% 10,59 -2,5% -12,57<br />

GETTITO NETTO DERIVANTE DALLA MANOVRA FISCALE 2006<br />

SULL'ADDIZIONALE REGIONALE IRPEF<br />

115,20 115,20 115,30 115,30 157,00 159,90 -0,1% -0,10 -26,6% -41,80 -0,1% -0,10 -28,0% -44,70<br />

COMPARTECIPAZIONE REGIONALE AL GETTITO DELL'IVA (al netto del<br />

concorso alla solidarietà interregionale) - quota vincolata alla sanità*<br />

3.242,23 3.242,23 3.085,28 3.074,07 2.673,30 2.420,20 5,1% 156,95 21,3% 568,93 5,5% 168,16 34,0% 822,03<br />

COMPARTECIPAZIONE REGIONALE AL GETTITO DELL'IVA - quota libera 37,10 84,80 30,50 84,81 42,00 19,20 21,6% 6,60 -11,7% -4,90 0,0% -0,01 341,7% 65,60<br />

QUOTA REGIONALE DELL'ACCISA SULLA BENZINA PER AUTOTRAZIONE 200,00 183,10 218,00 195,57 226,70 220,60 -8,3% -18,00 -11,8% -26,70 -6,4% -12,47 -17,0% -37,50<br />

TASSA AUTOMOBILISTICA REGIONALE 518,00 561,49 508,00 519,85 498,34 499,50 2,0% 10,00 3,9% 19,66 8,0% 41,64 12,4% 61,99<br />

ADDIZIONALE REGIONALE ALL'IMPOSTA DI CONSUMO SUL GAS<br />

METANO<br />

48,00 48,49 45,00 51,47 39,20 43,60 6,7% 3,00 22,4% 8,80 -5,8% -2,98 11,2% 4,89<br />

TRIBUTO SPECIALE PER IL DEPOSITO IN DISCARICA <strong>DEI</strong> RIFIUTI<br />

SOLIDI<br />

15,00 11,80 15,00 16,86 16,70 16,10 0,0% 0,00 -10,2% -1,70 -30,0% -5,06 -26,7% -4,30<br />

TASSE DI ABILITAZIONE ALL'ESERCIZIO PROFESSIONALE 0,33 0,26 0,33 0,28 0,30 0,30 0,0% 0,00 10,0% 0,03 -8,1% -0,02 -14,2% -0,04<br />

TASSA REGIONALE PER IL DIRITTO ALLO STUDIO UNIVERSITARIO 10,80 11,12 10,30 10,48 10,20 10,50 4,9% 0,50 5,9% 0,60 6,1% 0,64 5,9% 0,62<br />

TASSE SULLE CONCESSIONI REGIONALI 1,50 1,50 1,35 1,36 1,50 1,40 11,1% 0,15 0,0% 0,00 10,5% 0,14 7,4% 0,10<br />

TASSE DI CONCESSIONE REGIONALE IN MATERIA VENATORIA 6,00 5,39 4,50 5,53 4,50 4,50 33,3% 1,50 33,3% 1,50 -2,5% -0,14 19,8% 0,89<br />

TASSE DI CONCESSIONE REGIONALE IN MATERIA DI PESCA 2,00 1,90 2,00 1,95 2,00 1,99 0,0% 0,00 0,0% 0,00 -2,5% -0,05 -4,4% -0,09<br />

IMPOSTA REG. SULLE CONC. STATALI BENI DEL DEMANIO E DEL PATR. INDISPONIBILE 0,13 0,08 0,13 0,07 0,10 0,10 0,0% 0,00 30,0% 0,03 8,8% 0,01 -23,8% -0,02<br />

IMPOSTA SULLE CONCESSIONI IN MATERIA DI DEMANIO MARITTIMO 0,15 0,12 0,15 0,10 1,10 1,30 0,0% 0,00 -86,4% -0,95 19,8% 0,02 -90,9% -1,18<br />

TASSE PER I CONTROLLI FITOSANITARI SULLE IMPORTAZIONI DI<br />

VEGETALI<br />

0,02 0,47 0,04 0,12 0,00 0,00 -62,5% -0,03 100,0% 0,02 294,8% 0,35 100,0% 0,47<br />

TOTALE entrate TRIBUTARIE (a)<br />

a sottrarre entrate tributarie vincolate (art. 23 D. Lgs.<br />

76/2000)<br />

STIMA FABBISOGNO FINANZIARIO SERVIZIO SANITARIO CORRENTE in<br />

8.011,24 8.082,75 7.747,32 7.799,68 7.124,30 7.139,36 3,4% 263,92 12,4% 886,94 3,6% 283,07 13,2% 943,39<br />

attesa proposta CIPE DI RIPARTO (IRAP*+ADD. IRPEF*+ COMP. I.V.A<br />

vinc*.)<br />

6.990,82 6.990,82 6.731,71 6.731,71 6.083,00 6.117,10 3,8% 259,11 14,9% 907,82 3,8% 259,11 14,3% 873,72<br />

QUOTA VINCOLATA ACCISA BENZINA (1%) 2,00 1,83 2,18 2,18 2,27 2,21 -8,3% -0,18 -11,8% -0,27 -16,0% -0,35 -17,0% -0,38<br />

QUOTA VINCOLATA TRIBUTO RIFIUTI (28%) 4,20 3,30 4,20 4,72 4,68 4,51 0,0% 0,00 -10,2% -0,48 -30,0% -1,42 -26,7% -1,20<br />

QUOTA VINCOLATA TASSA DIRITTO ALLO STUDIO e ABILITAZIONE<br />

PROF.LE (100%)<br />

11,13 11,38 10,63 10,76 10,50 10,80 4,7% 0,50 6,0% 0,63 5,8% 0,62 5,4% 0,58<br />

QUOTA VINCOLATA TASSE CONC. REG.LE IN MATERIA VENATORIA<br />

(80%)<br />

4,80 4,31 3,60 4,42 3,60 3,60 33,3% 1,20 33,3% 1,20 -2,5% -0,11 19,8% 0,71<br />

QUOTA VINCOLATA TASSE CONC. REG.LE IN MATERIA DI PESCA (80%) 1,60 1,52 1,60 1,56 1,60 1,59 0,0% 0,00 0,0% 0,00 -2,5% -0,04 -4,4% -0,07<br />

QUOTA VINCOLATA TASSE PER I CONTROLLI FITOSANITARI (…)<br />

(100%)<br />

0,02 0,47 0,04 0,12 0,00 0,00 -62,5% -0,03 100,0% 0,02 294,8% 0,35 100,0% 0,47<br />

TOTALE entrate tributarie VINCOLATE (b) 7.014,56 7.013,64 6.753,96 6.755,47 6.105,64 6.139,81 3,9% 260,60 14,9% 908,92 3,8% 258,17 14,2% 873,84<br />

Entrate Tributarie A LIBERA DESTINAZIONE (c=a-b) 996,68 1.069,11 993,36 1.044,20 1.018,66 999,55 0,3% 3,32 -2,2% -21,98 2,4% 24,91 7,0% 69,56<br />

25% della base di riferimento (c*25%) 249,17 267,28 248,34 261,05 254,66 249,89 0,3% 0,83 -2,2% -5,49 2,4% 6,23 7,0% 17,39<br />

Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati del Bilancio di previsione e del Rendiconto generale<br />

* destinate di fatto alla copertura del fabbisogno sanitaro


Tav. 19<br />

ENTRATE TRIBUTARIE A LIBERA DESTINAZIONE<br />

(iscritte nel Titolo I)<br />

Rate per mutui in ammortamento<br />

previsioni iniziali previsioni finali<br />

(in milioni di euro)<br />

accertamenti o<br />

impegni<br />

997 997 1.069<br />

Limite del 25% 249 249 267<br />

Per mutui totali in essere a carico della Regione 167 111 111<br />

a sottrarre:<br />

rate per mutui in ammortamento pagati dalla Regione ma<br />

assistiti da contributo statale<br />

TOTALE Rate per mutui in ammortamento a totale<br />

carico regionale<br />

38 37 37<br />

129 74 73<br />

Residua disponibilità per rate ammortamento mutui 868 175 194<br />

Capacità teorica di indebitamento (1)<br />

Mutui autorizzati nel 2006<br />

Mutuo a pareggio<br />

autorizzato in sede di bilancio di previsione 2006)<br />

Mutuo a copertura saldo negativo esercizio precedente<br />

(autorizzato in sede di assestamento)<br />

CAPACITA' DI INDEBITAMENTO<br />

IRS<br />

15 anni<br />

esercizio 2006<br />

1.218 1.779 1.964<br />

501 501 150<br />

0 540 350<br />

Totale indebitamento 2006 501 1.041 500<br />

Residua capacità teorica di indebitamento 717 738 1.464<br />

Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati del Bilancio di previsione e del Rendiconto generale ed altri forniti dalla Regione <strong>Veneto</strong><br />

* inclusi oneri per rimborso prestiti in materia di sanità per ripiano disavanzi 1990-1991-1999 (U0147 € 62.230.000)<br />

90


91<br />

Tav. 20 (in milioni di euro)<br />

ENTRATE TRIBUTARIE A LIBERA DESTINAZIONE<br />

(iscritte nel Titolo I)<br />

previsioni finali<br />

accertamenti o<br />

impegni<br />

previsioni finali<br />

accertamenti o<br />

impegni<br />

previsioni finali<br />

accertamenti o<br />

impegni<br />

997 1.069 993 1.044 1.019 1.000<br />

Limite del 25% 249 267 248 261 255 250<br />

Rate per mutui in ammortamento a CARICO<br />

REGIONALE<br />

74 73 98 98 98 94<br />

Residua disponibilità per rate ammortamento mutui 175 194 150 163 156 156<br />

Capacità teorica di indebitamento (1)<br />

IRS<br />

15 anni<br />

CAPACITA' DI INDEBITAMENTO<br />

storico - esercizi 2006-2004<br />

1.779 1.964 1.613 1.753 1.585 1.577<br />

Mutui autorizzati nel 2006<br />

Mutuo a pareggio (autorizzato in sede di bilancio di previsione) 501 150 497 200 650 250<br />

Mutuo a copertura saldo negativo esercizio precedente<br />

(autorizzato in sede di assestamento)<br />

540 350 277 0 378 0<br />

Totale NUOVO indebitamento 1.041 500 774 200 1.028 250<br />

Residua capacità teorica di indebitamento 738 1.464 839 1.553 557 1.327<br />

Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati del Bilancio di previsione e del Rendiconto generale ed altri forniti dalla Regione <strong>Veneto</strong><br />

* inclusi oneri per rimborso prestiti in materia di sanità per ripiano disavanzi 1990-1991-1995- 1999 (U0147 € 62.230.000)<br />

2006 2005<br />

2004


1.2.3 Il rispetto dei limiti qualitativi all’indebitamento nell’anno 2006<br />

In premessa alla parte generale si è detto che il peso finanziario trasferito dall’e.f.<br />

2006 all’e.f. 2007 è più che raddoppiato rispetto al risultato del 2005, registrando un<br />

importo pari a 1.092.196.029,85 di euro, a fronte di economie vincolate registrate a fine<br />

anno 2006 per € 1.435,4 mln (di cui 100 mln. andranno a copertura di una parte dei<br />

residui passivi perenti nel 2007).<br />

Si è detto, altresì, che il contestuale peggioramento della consistenza del fondo di<br />

cassa, dell’avanzo di amministrazione e del disavanzo “reale” sono determinati dalla<br />

mancata contrazione dei mutui nel corso degli ultimi anni e non destano per il momento<br />

preoccupazione, nei limiti in cui la capacità residua teorica di indebitamento sotto il<br />

duplice profilo quantitativo e qualitativo, consente la finanziabilità del disavanzo reale,<br />

attraverso la contrazione di mutui “per finanziare il saldo dell’esercizio precedente” che<br />

andrebbero a coprire non gli stanziamenti di spesa (che possono essere sia di parte<br />

corrente che di parte capitale) vincolati alle assegnazioni statali e comunitarie, già<br />

alimentati dalle economie realizzate, ma le altre spese di investimento che sono state<br />

impegnate nel corso degli anni (pur se cadute in perenzione o radiate), così come<br />

prescrive l’art. 119, 6° comma della Costituzione e l’art. 10, comma 1, del D.Lgs. 16<br />

maggio 1970 n. 281.<br />

In questa partizione si esamina il particolare meccanismo di finanziamento<br />

costituito dal sistema mutui a pareggio – mutui per finanziare il disavanzo dell’esercizio<br />

precedente.<br />

Occorre premettere che negli ultimi anni la Regione ha proceduto alla contrazione<br />

di mutui (il termine viene per brevità assunto in forma atecnica in quanto il prestito può<br />

avvenire con formule contrattuali diverse dal mutuo) destinati in modo indifferenziato al<br />

finanziamento di più spese di investimento (sotto la forma di mutui a pareggio o di mutui<br />

per finanziare il saldo finanziario dell’esercizio precedente), che potremmo definire<br />

mutui di scopo generico. Residuale rimane l’eventuale ricorso a mutui destinati ad una<br />

sola finalità di investimento, che potremmo definire mutui di scopo specifico.<br />

Si è detto che i mutui di scopo generico rivestono la duplice forma di mutui a<br />

pareggio e di mutui per finanziare il saldo dell’esercizio finanziario precedente (che per<br />

brevità chiameremo mutui a saldo).<br />

Il c.d. mutuo a pareggio è allocato al cap. 009610/E appartenente all’UPB E0137<br />

dello stato di previsione dell’entrata ed è ontologicamente diverso dal mutuo a saldo (che<br />

è invece allocato al cap. 009602/E appartenente all’UPB E0101), in quanto poggia su<br />

presupposti normativi e su provvedimenti legislativi di autorizzazione diversi: il primo<br />

sull’art. 14, comma 1, lett. a) della legge regionale 39/2001 (che doppia l’art. 5, comma<br />

92


2 del DLgs 76/2000 e l’art. 5, comma 2, del D.Lgs 170/2006) e viene autorizzato con la<br />

legge finanziaria regionale, il secondo sull’art. 12 della legge regionale 39/2001 e viene<br />

autorizzato con la legge di assestamento di bilancio (che, in base all’art. 21 comma 3<br />

della legge regionale di contabilità, può autorizzare operazioni di indebitamento nel<br />

maggior limite, rispetto a quello stabilto nella legge finanziaria).<br />

Entrambe le tipologie di prestiti soggiacciono ad alcuni vincoli, ma,<br />

principalmente, alla regola fissata dall’art. 25, comma 1, della legge regionale di<br />

contabilità, che ne limita la destinazione a spese di investimento (la c.d. golden rule) e a<br />

quella fissata dal successivo art. 26, comma 5, che ne subordina il perfezionamento alle<br />

“effettive esigenze di cassa”.<br />

L’applicazione dell’art. 26, comma 5, ha determinato che i mutui originariamente<br />

autorizzati non sono stati contratti per intero nel corso degli ultimi esercizi finanziari.<br />

Nella sottostante tabella si illustrano per gli anni in cui si è fatto ricorso a mutui a<br />

pareggio e/o saldo, l’andamento delle autorizzazioni e delle effettive contrazioni dei<br />

mutui, rispetto agli impegni assunti per spese di investimento:<br />

Tav. 21: il ricorso all’indebitamento (2002-2006)<br />

mutui a<br />

pareggio<br />

autorizzati<br />

(a)<br />

spese di<br />

investimento<br />

impegnate<br />

(b)<br />

mutui di<br />

scopo<br />

generico<br />

accertati<br />

(c)<br />

impegnato –<br />

accertato<br />

(d=b-c) 41<br />

mutuo a<br />

saldo aut.<br />

con assest.<br />

2007<br />

(e>d)<br />

2002 2003 2004 2005 2006 TOTALE<br />

486.118.500,00 616.894.000,00 650.000.000,00 496.769.000,00 500.859.000,00 2.750.640.500,00<br />

313.832.281,37 538.491.850,25 526.657.150,53 425.377.082,38 450.304.946,77 2.254.663.311,30<br />

150.000.000,00<br />

(mutuo a<br />

pareggio)<br />

250.000.000,00<br />

(mutuo a<br />

pareggio)<br />

93<br />

200.000.000,00<br />

(mutuo a<br />

pareggio)<br />

500.000.000,00<br />

(150 mln per<br />

mutuo a<br />

pareggio +<br />

350 mln per<br />

mutuo a saldo)<br />

1.100.000.000,00<br />

1.154.663.311,30<br />

1.092.196.029,85<br />

Il fenomeno si verifica anche in altre Regioni, che ricollegano l’effettiva<br />

contrazione dei mutui alle reali esigenze di cassa 42 .<br />

41 Il dato esprime la capacità teorica di indebitamento da un punto di vista qualitativo della quale si era parlato<br />

in premessa per dimostrare la tenuta complessiva dei saldi in quanto superiore al disavanzo “reale” derivante<br />

dall’esercizio pregresso.<br />

42 La norma dell’art. 26, comma 5, compare, talora con formula pressochè identica, nelle leggi sull’ordinamento<br />

contabile di altre Regioni a statuto ordinario (L.R. Lazio 20.11.2001, n. 25, art. 45, c. 5; L.R. Toscana 6.8.2001,<br />

n. 36, art. 8, c. 6; L.R. Emilia – Romagna 15.11.2001, n. 40, art. 34, c. 6; L.R. Lombardia 31.03.1978, n. 34,<br />

art. 44, c. 6; L.R. Umbria 28.2.2000, n. 13, art. 63, c. 4; L.R. Abruzzo 25.3.2002, n. 3, art. 23, c. 5; L.R.<br />

Basilicata 6.9.2001, n. 34, art. 80, c. 6; L.R. Calabria 4.2.2002, n. 8, art. 27, c. 5; L.R. Campania 30.4.2002,


Dal dettato di legge vengono tratte le seguenti due norme:<br />

- una norma che impone un divieto, per cui se la cassa risulta capiente i<br />

pagamenti per spese di investimento non possono essere finanziati con<br />

l’accensione di mutui (ovverosia le entrate libere devono finanziare i<br />

pagamenti per spese di investimento);<br />

- una norma che concede una facoltà, per cui se la cassa è tendenzialmente<br />

orientata verso o è in situazioni deficitarie l’accensione del mutuo costituisce<br />

uno dei possibili strumenti per prevenirle o estinguerle (ovverosia le entrate<br />

derivanti dalla stipulazione del mutuo possono finanziare i pagamenti per<br />

spese correnti).<br />

Da ciò scaturisce, sul piano della cassa, l’affermazione di un principio di “piena<br />

fungibilità” delle entrate regionali proprie sia libere che destinate al finanziamento delle<br />

spese di investimento, per cui la Regione può non apporre vincoli di destinazione a livello<br />

di cassa sulle somme introitate con i mutui a pareggio e a saldo.<br />

A questo punto, al fine di verificare il rispetto dei vincoli qualitativi<br />

all’indebitamento (cioè la destinazione a spese di investimento), occorre osservare il<br />

fenomeno solo sul piano della competenza (ove si raffrontano gli impegni assunti con i<br />

mutui accertati), ma non sul piano della cassa, (ove dovrebbero raffrontarsi i pagamenti<br />

eseguiti con i mutui riscossi), in quanto per il suddetto principio di piena fungibilità la<br />

contrazione del mutuo non dipende dalle effettive esigenze di pagamento delle spese di<br />

investimento.<br />

A tal fine occorre premettere che, sotto il profilo della competenza, mentre il<br />

mutuo a pareggio è funzionale al mantenimento dell’equilibrio della gestione di<br />

competenza dell’esercizio corrente, il mutuo a saldo serve a finanziare il disavanzo<br />

derivante dagli esercizi pregressi, a causa della mancata contrazione (cioè del mancato<br />

accertamento) negli stessi esercizi di mutui a pareggio fino alla concorrenza degli<br />

impegni assunti in ciascun esercizio.<br />

Ciò vale a dire che, con l’autorizzazione del mutuo a saldo gli impegni di spesa<br />

che erano stati assunti negli esercizi precedenti, e (è essenziale precisare) non i residui<br />

passivi sussistenti ad inizio esercizio che scaturiscono da quegli impegni, vedono<br />

rinnovata la loro fonte di finanziamento, che si può definire potenziale perchè si<br />

estrinseca solo a livello autorizzatorio in quanto l’effettivo finanziamento è condizionato<br />

dalle esigenze di cassa.<br />

La precisazione che a ricevere il finanziamento con i mutui a saldo sono gli<br />

impegni e non i residui passivi è un passaggio importante per comprendere l’essenza del<br />

meccanismo di finanziamento: difatti, i mutui a saldo sono destinati praticamente a<br />

n. 7, art. 9, c. 7; L.R. Liguria 26.3.2002, n. 15, art. 58, c. 1; L.R. Marche 11.12.2001, n. 31, art. 31, c. 6; L.R.<br />

94


finanziare spese di investimento impegnate in esercizi pregressi, indipendentemente dal<br />

fatto che tali impegni siano stati monetizzati.<br />

La somma di tali investimenti costituisce infatti il gravame giuridico effettivo che<br />

costituisce limite per le potenzialità di indebitamento autorizzate negli esercizi trascorsi e<br />

non utilizzate per la politica finanziaria regionale di rinviare il ricorso effettivo ai mutui<br />

allo scopo di contenere il sostenimento di oneri di ammortamento anteriormente alle<br />

effettive esigenze di pagamento degli investimenti.<br />

Tale fenomeno ha una sua coerenza logica nel fatto che se per una situazione<br />

favorevole di cassa (ad esempio per economie realizzate sul piano della spesa corrente o<br />

per erogazioni di finanziamenti statali avvenute a fronte di spese non ancora giunte alla<br />

fase del pagamento) non si era provveduto a stipulare il mutuo (non generando maggiori<br />

residui attivi, se non riscosso, o, se riscosso, maggiore giacenza di cassa), pur sempre<br />

quest’ultimo costituisce la fonte giuridica di finanziamento delle spese di investimento<br />

impegnate.<br />

In fase previsionale e per il profilo della competenza esistono prospetti illustrativi<br />

della destinazione costituiti da:<br />

- per i mutui a pareggio, il “quadro dimostrativo del rispetto del vincolo relativo<br />

all’indebitamento autorizzato” (richiesto dall’art. 13, c. 2, lett. b) della l.r.<br />

39/2001) allegato alla legge di approvazione del bilancio di previsione (per il 2006<br />

l.r. 3/2006), che suddivide l’importo del mutuo autorizzato negli stanziamenti di<br />

competenza delle UPB di spesa di investimento riportate nel bilancio di<br />

previsione;<br />

- per i mutui a saldo, la tabella indicante “impegni assunti negli esercizi<br />

precedenti per spese di investimento da finanziarsi mediante ricorso<br />

all’indebitamento” (non richiesta dalla legge regionale di contabilità), allegata alla<br />

legge di assestamento (per il 2006 l.r. 22/2006), che indica, a partire dall’anno<br />

2002 e fino all’esercizio concluso, gli impegni assunti sui vari capitoli di spesa di<br />

investimento alla cui copertura erano destinati i mutui in quegli anni autorizzati.<br />

In entrambi i casi è stato riscontrato che la destinazione a spese di investimento<br />

per l’e.f. 2006 sussiste da un punto di vista qualitativo, in quanto le UPB e i capitoli<br />

inseriti nei due prospetti illustrativi corrispondono a spese di investimento non finanziate<br />

da assegnazioni con vincolo di destinazione, e quantitativo: per quanto riguarda il<br />

mutuo a pareggio, il totale degli impegni assunti sui capitoli di spesa di investimento<br />

“mutuabili” – € 450.304.946,77 – è superiore all’importo del mutuo a pareggio accertato<br />

per € 150 mln; per il mutuo a saldo, il totale degli impegni assunti negli esercizi<br />

precedenti al 2006 sui capitoli di spesa di investimento non assistiti da mutui accertati<br />

Molise 7.5.2002, n. 4, art. 36, c. 5; L.R. Puglia 16.11.2001, n. 28, art. 71, c. 5).<br />

95


pur se autorizzati – pari a € 1.204.358.364,53 – è superiore al mutuo a saldo accertato<br />

nell’assestamento del 2006 – pari a € 350 mln.<br />

Il fenomeno da una parte è coerente con la natura delle spese di investimento,<br />

che hanno tempi lunghi e incerti per giungere alla fase di pagamento, per cui rimane<br />

difficilmente apprezzabile il fabbisogno di risorse specie nel primo anno, e dall’altra è<br />

l’effetto di una determinata interpretazione della norma che vincola la contrazione dei<br />

mutui alle effettive esigenze di cassa, esigenze che condizionano la decisione di contrarre<br />

i prestiti sia sul quando che sul quantum. Tale interpretazione, secondo quanto risulta<br />

dalla semplice osservazione del fenomeno, correla la tempistica di riscossione e,<br />

principalmente, la quantificazione del mutuo non alle effettive esigenze di cassa derivanti<br />

dal (o dall’imputazione al) pagamento delle spese di investimento, ma alla reale<br />

situazione dei saldi di cassa.<br />

In ogni caso si può affermare che il vincolo di destinazione a spese di<br />

investimento è stato rispettato sia da un punto di vista qualitativo, che quantitativo: il<br />

mutuo a pareggio accertato è riferibile effettivamente a spese di investimento per il fatto<br />

che è finalizzato alla copertura del “disavanzo risultante tra il totale delle spese che si<br />

prevede di impegnare e il totale delle entrate che si prevede di accertare (...), nel limite<br />

di un importo non superiore al totale cumulato delle spese di investimento (...) non<br />

finanziate con entrate a destinazione vincolata” (così si esprime l’art. 25, comma 2, della<br />

l.r. 39/2001 43 ); il mutuo a saldo accertato è riferibile effettivamente a spese di<br />

investimento per il fatto che il totale degli impegni assunti negli esercizi precedenti al<br />

2006 sui capitoli di spesa di investimento non assistiti da mutui accertati pur se<br />

autorizzati – pari a € 1.204.358.364,53 – è superiore al mutuo a saldo accertato<br />

nell’assestamento del 2006 – pari a € 350 mln.<br />

1.2.4 La ristrutturazione del debito nell’anno 2006<br />

Nel corso dell’anno 2006 la Regione <strong>Veneto</strong> ha proceduto ad una consistente<br />

operazione di ristrutturazione del debito, ricorrendo anche a interventi di finanza<br />

innovativa 44 .<br />

43 Il 2° comma dell’art. 25 così recita: “Il ricorso alle forme di indebitamento di cui al comma 1 è consentito per<br />

la copertura del disavanzo risultante tra il totale delle spese che si prevede di impegnare e il totale delle entrate<br />

che si prevede di accertare nel corso dell’esercizio di riferimento, nel limite di un importo non superiore al<br />

totale cumulato delle spese d'investimento e delle spese per l’assunzione di partecipazioni a società finanziarie<br />

regionali, se non finanziate con entrate a destinazione vincolata”.<br />

44 Per finanza innovativa si intende il ricorso da parte della pubblica amministrazione a strumenti finanziari<br />

diversi dalle forme tradizionali di finanziamento (entrate tributarie, avanzi di amministrazione, mutui passivi,<br />

proventi da concessioni, riscossioni di crediti e di sanzioni pecuniarie, trasferimenti da terzi, entrate derivanti<br />

dall’alienazione di cespiti). Tra i più comuni strumenti di finanza innovativa adottati dal settore pubblico si<br />

annoverano i prestiti obbligazionari, il project finance, le sponsorizzazioni, le operazioni in strumenti derivati, i<br />

fondi comuni di investimento con apporto pubblico, il leasing pubblico, il sale and lease back, la gestione attiva<br />

della liquidità, le cartolarizzazioni di crediti e immobili, rinegoziazioni e conversioni dei prestiti.<br />

96


La situazione dell’esposizione debitoria della Regione <strong>Veneto</strong>, come risulta dagli<br />

atti ricevuti in sede istruttoria, evidenzia che il debito complessivo regionale, ad inizio<br />

anno 2006, era pari a 1.021 milioni di euro di cui il 98% era a tasso variabile e il 2% era<br />

costituito da una posizione con tasso strutturato fisso – variabile. La scelta di contrarre<br />

debito a tasso variabile (con indicizzazione all’Euribor a 6 mesi), anzichè a tasso fisso, si<br />

era rilevata sino ad allora ottimale considerato che il trend dell’Euribor ha toccato i suoi<br />

minimi storici nel 2004.<br />

Gli aumenti del tasso ufficiale sulle operazioni di rifinanziamento principali (main<br />

refinancing operations), operati dalla BCE a partire dal 6 dicembre 2005 45 , dopo più di<br />

due anni di mantenimento dello stesso tasso al 2%, hanno determinato un rialzo dei<br />

tassi Euribor. In tale contesto la prevalenza di tipologia di indebitamento a tasso variabile<br />

“rendeva la Regione assai esposta alle oscillazioni di tasso, con potenziali effetti negativi<br />

sul proprio equilibrio di bilancio” costituendo inoltre “un fattore di rischio in grado di<br />

incidere negativamente sul merito di credito della Regione, valutato dall’agenzia Moody’s<br />

al livello di eccellenza Aa2” (così si esprime in premessa la Deliberazione di Giunta<br />

regionale n. 1117 del 18 aprile 2006 che ha autorizzato la ristrutturazione del debito<br />

regionale per l’anno 2006).<br />

Inoltre, il debito regionale esistente aveva una vita media residua molto breve<br />

(circa 8 anni) ed un profilo di rimborso del capitale concentrato nel periodo 2006-2014<br />

(circa il 65% del debito totale); ciò avrebbe determinato una rigidità del bilancio nel<br />

breve-medio periodo in quanto avrebbe limitato la contrazione di nuovi finanziamenti al<br />

fine di rispettare, oltre alle regole del patto di stabilità interno, i limiti quantitativi fissati<br />

dall’art. 10 della legge 16 maggio 1970, n. 281 (per cui l'importo complessivo delle<br />

annualità di ammortamento per capitale e interesse dei mutui e delle altre forme di<br />

indebitamento in estinzione nell'esercizio considerato non deve essere superiore al 25%<br />

delle entrate non vincolate della Regione).<br />

La risposta alle previsioni dell’andamento del mercato da parte della Regione<br />

(delibera di Giunta n. 1117 del 18 aprile 2006) si è sviluppata, pertanto, su due direttrici:<br />

45 La seguente tabella mostra l’andamento del tasso ufficiale sulle operazioni di rifinanziamento principali fissato<br />

dalla Banca centrale europea dal 6 dicembre 2005 fino ad oggi<br />

Decorrenza Tasso<br />

06 dicembre 2005 2,25%<br />

08 marzo 2006 2,50%<br />

15 giugno 2006 2,75%<br />

09 agosto 2006 3,00%<br />

11 ottobre 2006 3,25%<br />

13 dicembre 2006 3,50%<br />

14 marzo 2007 3,75%<br />

13 giugno 2007 4,00%<br />

97


- passaggio di una parte del debito ad una struttura a tasso fisso o a tasso<br />

variabile con copertura mediante strumenti derivati “con l’obiettivo finale di<br />

pervenire ad equa composizione del debito per tipologia di tasso”;<br />

- prolungamento della vita media del debito attraverso la sua rinegoziazione o<br />

l’estinzione anticipata di passività e loro rifinanziamento al fine di<br />

“rimodulare gli oneri di ammortamento nel tempo e ricreare parte della<br />

capacità di indebitamento regionale grazie ad una minore incidenza delle<br />

spese per il servizio del debito sul totale delle entrate correnti” e di allineare<br />

la vita residua del debito alla vita utile degli investimenti tipicamente<br />

finanziati mediante gli interventi di indebitamento.<br />

Di fronte all’alternativa tra estinzione anticipata e rinegoziazione, è stata preferita<br />

quest’ultima, in considerazione del fatto che l’estinzione anticipata di passività e il loro<br />

rifinanziamento avrebbero protratto i tempi dell’operazione, non consentendo di cogliere i<br />

livelli ancora contenuti dei tassi di mercato, elemento rilevante vista l’intenzione di<br />

attuare un passaggio ad una struttura a tasso fisso o a tasso variabile con copertura<br />

mediante strumenti derivati.<br />

Pertanto sono stati rinegoziati 5 mutui (4 con Banca Opi Spa e 1 con Banca Intesa<br />

Infrastrutture e Sviluppo Spa) e 1 prestito obbligazionario (“Regione del <strong>Veneto</strong> 2003”)<br />

per un ammontare totale di € 431.974.967,57 (pari a circa il 42% delle passività<br />

esistenti), prolungando la scadenza del periodo di ammortamento fino a 30 anni con<br />

passaggio a tasso fisso di tutte le posizioni, eccetto quella del prestito obbligazionario,<br />

sul quale, a fronte del mantenimento del tasso variabile, è stato applicato uno strumento<br />

di finanza innovativa (collar). Un secondo collar è stato acceso sul prestito<br />

obbligazionario “Regione del <strong>Veneto</strong> 2005”. Tutte le operazioni si riferiscono a<br />

finanziamenti con oneri a totale carico della Regione.<br />

L’esito dell’intera operazione di ristrutturazione del debito ha portato ad una<br />

diversificazione della struttura dell’indebitamento in termini di tasso di interesse<br />

(trasformato in fisso per il 30% del debito, rimasto strutturato fisso-variabile per il 2% e<br />

variabile per il 36%, mentre per il 32% rimasto variabile ma coperto dal rischio di tasso<br />

con strumenti finanziari derivati) e di vita media dello stock di debito (passata da 8 a 14<br />

anni).<br />

In sintesi l’operazione ha comportato la ristrutturazione della parte di debito<br />

regionale, come da seguente tabella:<br />

98


Tav. 22: ristrutturazione del debito<br />

oggetto del<br />

finanziamento<br />

ex disavanzo<br />

sanità 1991<br />

ex ripiano<br />

bilancio<br />

disavanzo sanità<br />

1997-98 (II)<br />

disavanzo sanità<br />

1997-98 (III)<br />

disavanzo ASL<br />

1997-98<br />

prestito<br />

obblig.rio<br />

"Regione del<br />

<strong>Veneto</strong> 2003"<br />

prestito<br />

obblig.rio<br />

"Regione del<br />

<strong>Veneto</strong> 2005"<br />

data di<br />

stipula<br />

importo nominale<br />

originario<br />

importo residuo<br />

soggetto a<br />

ristrutt.ne<br />

99<br />

termine<br />

originario<br />

termine<br />

post<br />

ristrutt.ne<br />

tasso<br />

originario<br />

18/11/99 76.305.132,32 46.060.877,36 31/12/10 31/12/35 Eur 6M<br />

+0,006%<br />

18/11/99 67.207.352,57 40.420.002,17 31/12/10 31/12/35 Eur 6M<br />

+0,014%<br />

23/06/99 154.937.069,73 95.265.298,00 30/06/14 31/12/35 Eur 6M<br />

+0,0195%<br />

23/06/99 129.114.224,77 83.546.267,52 31/12/14 31/12/35 Eur 6M<br />

+0,0295%<br />

23/06/00 51.645.689,91 36.695.522,53 30/06/15 30/06/36 Eur 6M<br />

+0,003%<br />

23/12/03 150.000.000,00 129.987.000,00 31/12/18 30/06/36 Eur 6M<br />

+0,06125<br />

%<br />

13/03/06 200.000.000,00 invariato 30/06/26 invariato Eur 6M<br />

+0,0229<br />

%<br />

tasso post<br />

ritrutt.ne<br />

fisso<br />

4,389%<br />

fisso<br />

4,389%<br />

fisso<br />

4,389%<br />

fisso<br />

4,389%<br />

fisso<br />

4,425%<br />

strumento<br />

derivato<br />

applicato<br />

invariato collar<br />

invariato collar<br />

Come si evince dalla tabella su riportata, la rinegoziazione dei mutui ha sortito<br />

come effetto il passaggio ad un tasso fisso (pari a 4,389% per quattro dei mutui e a<br />

4,425% per il quinto), calcolato in base all’Interest rate swap di durata equivalente 46 ,<br />

maggiorato di uno spread che è stato negoziato direttamente con ciascun istituto di<br />

credito mutuante, anche sulla base delle condizioni contrattuali originarie. Per due dei<br />

mutui (“ex disavanzo sanità 1991” e “ex ripiano bilancio”) si è giunti, con quella attuale,<br />

alla seconda ristrutturazione: essi infatti costituivano già il rifinanziamento di passività<br />

estinte anticipatamente.<br />

Da un punto di vista normativo le operazioni di ristrutturazione del debito con<br />

oneri a carico della Regione sono disciplinate, a livello nazionale, dall’art. 41, comma 2,<br />

secondo periodo, della legge finanziaria per il 2002 (legge 448/2001) 47 , e a livello<br />

regionale dall’art. 26, comma 6, della l. r. 39/2001.<br />

L’art. 41, comma 2, secondo periodo, della legge finanziaria per il 2002 (legge<br />

448/2001), in particolare, dà la possibilità di rinegoziare mutui precedentemente<br />

contratti laddove vi siano condizioni di rifinanziamento che consentono una riduzione del<br />

valore finanziario delle passività (cioè la somma dei valori attuali dei flussi della nuova<br />

passività, ove per flussi si intende quota capitale e interessi, al netto delle commissioni e<br />

dell'eventuale retrocessione del gettito dell'imposta sostitutiva di cui all'articolo 2 del<br />

46 Per Interest rate swap di durata finanziaria equivalente si intende quello corrispondente al tasso swap verso<br />

Euribor 6 mesi relativo ad una operazione finanziaria avente le medesime caratteristiche, in termini di rimborso<br />

del capitale, corresponsione degli interessi e durata residua del mutuo.<br />

47 L’art. 41, 2° comma, 2° periodo, della legge finanziaria per il 2002, così recita:<br />

“Fermo restando quanto previsto nelle relative pattuizioni contrattuali, gli enti possono provvedere alla<br />

conversione dei mutui contratti successivamente al 31 dicembre 1996, anche mediante il collocamento di titoli<br />

obbligazionari di nuova emissione o rinegoziazioni, anche con altri istituti, dei mutui, in presenza di condizioni<br />

di rifinanziamento che consentano una riduzione del valore finanziario delle passività totali a carico degli enti<br />

stessi, al netto delle commissioni e dell'eventuale retrocessione del gettito dell'imposta sostitutiva di cui<br />

all'articolo 2 del decreto legislativo 1° aprile 1996, n. 239 e successive modificazioni”.


decreto legislativo 1° aprile 1996, n. 239 e successive modificazioni, deve risultare<br />

inferiore alla somma dei valori attuali dei flussi della passività preesistente che si intende<br />

rinegoziare).<br />

Da approfondimenti istruttori, risulta che la Regione abbia sottoposto l’operazione<br />

di rinegoziazione dei finanziamenti ad una valutazione di conformità al dettato dell’art.<br />

41 della legge 448/2001; in particolare, per il complesso dei finanziamenti rinegoziati, è<br />

stato valutato il beneficio finanziario in termini di risparmio in valore attuale (mark to<br />

market) pari a circa 7,7 milioni di euro.<br />

La legge finanziaria per il 2002, in buona sostanza, ha posto dei vincoli alle<br />

operazioni di rinegoziazione, già consentite dall’art. 26, comma 6, della legge regionale<br />

39/2001 (la norma riproduce il contenuto dell’art. 26, comma 3, della soppressa legge<br />

regionale 9 dicembre 1977, n. 72), secondo il quale “la Giunta regionale è<br />

autorizzata a ridefinire il debito derivante dal ricorso alle forme di<br />

indebitamento di cui al comma 1 attraverso operazioni di trasformazione di<br />

scadenze, di tassi o l’uso di strumenti operativi previsti dalla consuetudine dei mercati<br />

finanziari”.<br />

Quindi la norma nazionale, nel porre il vincolo della riduzione del costo<br />

dell’indebitamento, effettua una etero-integrazione di quella regionale.<br />

La norma regionale permette che “le operazioni di trasformazione di scadenze e<br />

tassi” possano avvenire anche derogando agli elementi del debito (in particolare entità<br />

massima del tasso e durata massima dell’ammortamento) originariamente individuati, a<br />

norma del comma 1, dello stesso art. 26, dalla legge di bilancio o dalla legge di<br />

assestamento. Ad esempio per due dei mutui contratti nel 1999 ed oggetto di<br />

rinegoziazione l’art. 20 della della legge di bilancio 22 febbraio 1999, n. 8 prevedeva una<br />

durata massima di 15 anni. A seguito della rinegoziazione la durata è stata portata a<br />

circa 35 anni.<br />

Da un punto di vista dei riflessi della rinegoziazione sulle finanze regionali, si<br />

rileva che l’allungamento della durata del finanziamento e la contestuale stabilizzazione<br />

del servizio del debito comportano, da un lato, l’effetto positivo di una riduzione delle<br />

rate semestrali e del valore attuale dei mutui, dall’altro, una maggiore rigidità della<br />

gestione finanziaria dell’ente per gli esercizi futuri con la ragionevole probabilità di un<br />

incremento complessivo del servizio del debito 48 .<br />

Tuttavia, si ritiene possa esprimersi complessivamente un giudizio positivo<br />

sull’operazione di rinegoziazione, anche per il fatto di aver portato ad una diversificazione<br />

equilibrata della composizione del debito relativamente al rischio di tasso.<br />

48 L’allungamento del periodo di ammortamento, come nei mutui contratti dalla Regione che presentano un<br />

profilo di ammortamento alla francese, ha come effetto fisiologico che il debito residuo sul quale viene calcolato<br />

il tasso di interesse diminuisce in misura minore rispetto al mutuo originario.<br />

100


1.2.5 Gli strumenti finanziari derivati adottati dalla Regione <strong>Veneto</strong><br />

Una novità rilevante nel quadro dell’indebitamento regionale è costituita dal<br />

ricorso a strumenti finanziari derivati (nella fattispecie sono stati stipulati due collar), ai<br />

quali si è ritenuto opportuno riservare una trattazione apposita.<br />

La Regione <strong>Veneto</strong> rappresenta una delle ultime Regioni ad entrare nel mercato<br />

dei derivati, sia per ragioni collegate alle scelte sulla composizione del debito, sia per una<br />

positiva cautela mostrata dagli organi finanziari regionali nell’approccio a questi<br />

strumenti.<br />

In ogni caso, è stata riscontrata, nel corso di approfondimenti istruttori, anche a<br />

seguito di specifiche audizioni dedicate al tema, la massima attenzione da parte della<br />

Direzione Risorse Finanziarie della Segreteria <strong>Regionale</strong> Bilancio e Finanza nei riguardi<br />

della gestione attiva dell’indebitamento. Da quanto riferito, viene difatti utilizzato per tali<br />

finalità personale con specifica preparazione in materia, per il quale vengono svolti corsi<br />

di formazione qualificati. Tale personale si avvale, altresì, della consulenza di una società<br />

specializzata nella gestione della finanza degli enti territoriali che ha fornito un software<br />

applicativo, che permette di monitorare l’influenza dell’andamento dei tassi di mercato<br />

sul debito regionale e sugli strumenti derivati detenuti. La suddetta direzione, nel corso<br />

del 2007, si è avvalsa inoltre della consulenza scientifica di un docente universitario.<br />

In prima analisi si illustreranno i concetti fondamentali degli strumenti finanziari<br />

derivati e del collar; in seconda battuta si affronterà nello specifico l’operazione in<br />

derivati posta in essere dalla Regione <strong>Veneto</strong>.<br />

I derivati finanziari sono strumenti il cui valore dipende da una o più variabili<br />

sottostanti o underlying assets (tassi di interesse, valute, azioni, prezzi di merci,<br />

obbligazioni) e vengono negoziati sia in borsa che al di fuori di essa (nei c.d. over the<br />

counter markets, OTC). Le finalità per le quali vengono utilizzati possono essere oltre che<br />

di carattere speculativo (trading) e di arbitraggio (arbitrage), soprattutto di copertura<br />

(hedging), ovverosia di riduzione del profilo di rischio di mercato di un investimento,<br />

unico motivo ammesso dalla normativa per l’utilizzo dei derivati da parte del settore<br />

pubblico. Diversi dai derivati finanziari sono i derivati su crediti con i quali si trasferisce il<br />

rischio di credito (e non di mercato) sottostante ad una determinata attività.<br />

Per semplificare l’esposizione, i derivati finanziari possono essere utilizzati dalla<br />

P.A. al solo fine di ridurre il rischio di tasso di interesse (per questo sono uno strumento<br />

della c.d. gestione attiva del debito o liability management), cioè il rischio che la<br />

passività finanziaria (mutui, leasing, obbligazioni, ecc.) aumenti di valore per l’aumento<br />

dei tassi di interesse, in quanto ne stabilizzano la componente di oneri finanziari, il c.d.<br />

servizio del debito.<br />

101


Tra i derivati si annoverano due tipologie generali di contratti alle quali possono<br />

essere ricondotte le varie forme elaborate in sede di prassi: i contratti a termine e i<br />

contratti di opzione.<br />

I contratti a termine (forwards e futures, i principali, differiscono per la<br />

standardizzazione presente nel secondo tipo che ne consente la negoziazione in borsa)<br />

sono accordi in virtù dei quali le parti si obbligano (da ciò deriva la loro definizione<br />

come strumenti vincolanti) a scambiarsi (comprare o vendere) un’attività a una certa<br />

data futura e per un certo prezzo (i contratti swaps sono una particolare tipologia di<br />

forwards dove lo scambio di due pagamenti non avviene ad una sola data ma a più di<br />

una).<br />

I contratti di opzione, diversamente, conferiscono all’acquirente (holder) il<br />

diritto di comprare (c.d. opzioni call) o di vendere (c.d. opzioni put) un’attività, entro<br />

(c.d. opzione americana) o ad (c.d. opzione europea) una certa data e per un certo<br />

prezzo, mentre il venditore o emittente ha l’obbligo di adempiere in caso di esercizio<br />

dell’opzione (in termini civilistici è assoggettato all’esercizio del diritto potestativo da<br />

parte dell’acquirente). La differenza principale tra contratti a termine e di opzione per<br />

finalità di copertura è che mentre i primi nel fissare il prezzo in cambio dell’attività<br />

sottostante neutralizzano il rischio (per cui le posizioni delle parti si dicono simmetriche),<br />

i secondi consentono all’acquirente di proteggersi dagli andamenti sfavorevoli dei prezzi e<br />

di beneficiare di quelli favorevoli e, poichè le posizioni delle parti sono asimmetriche,<br />

l’emittente ha diritto al pagamento di un premio.<br />

Come tutti gli strumenti derivati anche i contratti di opzione possono avere<br />

diverse attività sottostanti. In relazione all’underlying asset esistono opzioni su titoli<br />

(bond option e stock option), swap (swaption), merci (commodity option), indici (stock<br />

index option), valute (currency option), tassi di interesse (cap, floor, collar, corridor,<br />

partecipating rate agreement, interest rate guarantees).<br />

Il collar (o interest rate collar o floor–ceiling agreement) è, quindi, un contratto di<br />

opzione 49 che protegge da una fluttuazione di mercato dei tassi di interesse (rientrando<br />

nella categoria dei protected interest rate agreements) in base al quale un soggetto (c.d.<br />

holder del collar), indebitato a tasso variabile, contemporaneamente<br />

- acquista (o, in termini tecnici, assume una posizione lunga su) un cap, cioè il diritto a<br />

ricevere da un altro soggetto (c.d. writer del collar) un importo dato dal prodotto del<br />

capitale convenzionale (c.d. nozionale, così chiamato perchè non viene scambiato,<br />

ma serve solo per determinare l’importo degli interessi) per la differenza tra il tasso<br />

variabile di mercato (nel caso del collar della Regione <strong>Veneto</strong>, l’Euribor a 6 mesi)<br />

rilevato a date scadenze e un tasso fisso (il prezzo di esercizio – cioè valore in<br />

102


presenza del quale è possibile esercitare l’opzione - o strike rate del cap) concordato<br />

al fine di cautelarsi da un rialzo dei tassi oltre quel tasso fisso;<br />

- vende (o, in termini tecnici, assume una posizione corta su) un floor, cioè si obbliga<br />

a corrispondere al writer un importo dato dal prodotto del nozionale per la differenza<br />

tra il tasso fisso (il prezzo di esercizio o strike rate del floor) e il tasso variabile di<br />

mercato (che rappresenta l’underlying asset) rilevato a determinate scadenze.<br />

Il collar è, pertanto, lo scambio di un fascio multiperiodale (o portafoglio) di<br />

opzioni europee di tipo call (corrispondente al cap) e put (corrispondente al floor).<br />

In altri termini, il collar è la combinazione dell’acquisto di un cap e della vendita di<br />

un floor a strike più basso di quello del cap 50 , da cui deriva che, in presenza di un tasso di<br />

mercato (nel caso specifico della Regione <strong>Veneto</strong> Euribor a 6 mesi) inferiore al floor,<br />

l’holder paga una somma al writer e viceversa, nel caso di un tasso superiore al cap, per<br />

cui la copertura dal rischio di un rialzo dei tassi di interesse data dal cap è in una certa<br />

misura compensata dalla fissazione di un limite ai benefici economici che si otterrebbero<br />

da un ribasso dei tassi.<br />

In buona sostanza si viene a creare una sorta di corridoio (fascia o colletto,<br />

traduzione della denominazione del derivato in parola) di tassi predefinito per cui, nel<br />

caso di un posizionamento del tasso di mercato all’interno del corridoio, non può essere<br />

esercitata alcuna opzione e non avviene alcuno scambio di somme tra i due contraenti.<br />

Applicando la formula del collar ad un prestito sottostante, si avrà quindi che<br />

l’acquirente del collar rinuncia alla prospettiva di una minore spesa nel caso il tasso di<br />

interesse del sottostante scenda al di sotto del floor, in cambio della prospettiva di un<br />

risparmio nel caso il tasso salga al di sopra del cap.<br />

Da quanto esposto è agevole dedurre che l’acquisto del collar risulterà tanto più<br />

vantaggioso per l’holder quanto minori saranno gli strike rate del cap e del floor fissati<br />

nel contratto.<br />

L’acquisto solo di un cap o di un floor è di solito accompagnato dal pagamento di<br />

un premio al writer, ma lo scambio delle due opzioni presente nel collar determina<br />

generalmente la compensazione dei premi spettanti a chi assume la posizione corta, per<br />

cui si dice che la formula standard del collar è a costo zero (zero cost collar). Ovviamente<br />

la compensazione avviene se il valore del cap e del floor sono uguali. Esistono ulteriori<br />

elaborazioni e sofisticazioni della formula che sono invalse nella pratica finanziaria, come<br />

il collar cap spread, il collar a due livelli, lo stepping collar, il collar dilazionato, il collar<br />

con floor knock-in o purple collar.<br />

49<br />

Le opzioni sui tassi differiscono dalle altre options anche per il fatto che l’obbligo di pagare sorge<br />

automaticamente senza necessità che l’opzione sia esercitata dall’avente diritto.<br />

50<br />

Se i due strike rate fossero uguali il collar equivarrebbe ad uno swap (accordo in base al quale si riceve il<br />

tasso variabile e si paga il tasso fisso).<br />

103


Il collar, come ogni altro strumento derivato, può essere stipulato sia con l’istituto<br />

con il quale è stato contratto il debito sottostante (come è avvenuto per la Regione<br />

<strong>Veneto</strong> nei due casi specifici) sia con altro intermediario.<br />

La normativa nazionale (art. 41 della legge 448/2001 51 e DM MEF 1° dicembre<br />

2003, n.389) e regionale (art. 26, comma 6, della l. reg. 39/2001) consente alla Regione<br />

<strong>Veneto</strong> l’adozione di tali strumenti al fine di “ridefinire il debito derivante dal ricorso a<br />

mutui e prestiti obbligazionari ai fini della riduzione del costo finale del debito e della<br />

riduzione dell’esposizione ai rischi di mercato”.<br />

Tra i vari strumenti derivati, il citato DM MEF applicativo della normativa nazionale<br />

(il cui art. 3 che regola in modo specifico le operazioni in strumenti derivati si applica per<br />

le Regioni fino all’emanazione di specifiche normative regionali) prevede la possibilità di<br />

“acquistare collar di tasso di interesse in cui all’acquirente viene garantito un livello di<br />

tasso di interesse da corrispondere, oscillante all’interno di un minimo (c.d. floor) e un<br />

massimo (c.d. cap) prestabiliti”.<br />

Inoltre, il DM MEF stabilisce i seguenti principi:<br />

- le operazioni in derivati devono corrispondere a passività effettivamente dovute;<br />

- le operazioni in derivati non devono prevedere una scadenza posteriore a quella<br />

associata alla sottostante passività;<br />

- gli intermediari devono essere contraddistinti da adeguato merito di credito<br />

certificato da agenzie di rating riconosciute a livello internazionale.<br />

Ancora più dettagliata è la circolare del 27 maggio 2004 del MEF, Dipartimento del<br />

Tesoro, che ha fornito chiarimenti al predetto DM, stabilendo che:<br />

- le tipologie di operazioni derivate ammesse, oltre agli swap di tassi di cambio<br />

(c.d. cross currency swap), dal comma 2, art. 3 del DM 389 (swap di tasso di<br />

interesse e acquisto di forward rate agreement, cap e collar) sono da intendersi<br />

nella forma “plain vanilla” (cioè nella forma base o standard senza nessun genere<br />

di formule sofisticate);<br />

- è implicito nell’acquisto di un collar l’acquisto di un cap e la contestuale vendita di<br />

un floor, ma tale vendita è consentita, e quindi deve essere stabilita in misura<br />

congrua, in modo da finanziare la protezione dal rialzo dei tassi di interesse<br />

fornita dall’acquisto del cap;<br />

- il rating dell’intermediario non deve essere inferiore a BBB/Baa/BBB (scale di<br />

valori che, rispettivamente, per Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch Ratings,<br />

costituiscono la soglia iniziale della categoria “investimento” al di sotto della quale<br />

– BB/Ba/BB – il merito di credito rientra nella categoria “speculativa”) ed una sua<br />

51 Con sentenza 18 dicembre 2003, n. 376 la Corte costituzionale ha dichiarato infondate le questioni di<br />

legittimità costituzionale sollevate in relazione a tale articolo dalle Regioni Marche, Toscana, Campania, Emilia-<br />

Romagna e Umbria.<br />

104


variazione a seguito di down-grading al di sotto di tale valore-soglia nel corso<br />

della vita del contratto comporta l’obbligo di chiusura della posizione accesa (tale<br />

disposizione è motivata dal fatto che l’eventuale differenziale che si dovesse<br />

originare a favore dell’ente pubblico potrebbe essere percepito solo in caso di<br />

controparte solvibile);<br />

- resta ferma l’applicazione delle norme del Regolamento di attuazione del D.Lgs.<br />

58/1998 (c.d. Testo unico della Finanza o TUF) adottato dalla Consob con delibera<br />

1° luglio 1998, n. 11522 tra cui, in particolare, quelle che disciplinano i rapporti<br />

tra intermediario e investitore (artt. 25-31 che prevedono obblighi informativi da<br />

parte del primo e definiscono le condizioni che rendono l’investitore operatore<br />

qualificato, qualità che sottrae l’intermediario ai predetti obblighi informativi).<br />

La legge finanziaria per il 2007 (art. 1, comma 736) riafferma alcuni principi<br />

contenuti nel predetto DM e nella circolare esplicativa elevandoli a norma primaria<br />

(dichiarandoli principi fondamentali per il coordinamento della finanza pubblica di cui agli<br />

articoli 117, terzo comma, e 119, secondo comma, della Costituzione), ed, in particolare,<br />

prevede che le operazioni di gestione del debito tramite utilizzo di strumenti derivati:<br />

- debbano essere improntate alla riduzione del costo finale del debito e alla<br />

riduzione dell’esposizione ai rischi di mercato;<br />

- possano essere concluse solo in corrispondenza di passività effettivamente<br />

dovute, avendo riguardo al contenimento dei rischi di credito assunti.<br />

Con successiva circolare del 31 gennaio 2007 il MEF ha fornito elementi<br />

esplicativi, anche con riferimento agli obblighi di comunicazione (imposti dall’art. 1<br />

comma 737 della legge finanziaria per il 2007) e di conservazione dei dati (imposti dal<br />

successivo comma 738) circa le operazioni di ammortamento del debito e in strumenti<br />

derivati e alla definizione di indebitamento (modificata dal comma 739).<br />

Con riguardo al comma 736 la circolare chiarisce che le linee guida cui deve<br />

ispirarsi l’attività in strumenti derivati sono le seguenti:<br />

a. contenimento del costo finale delle operazioni, ovverosia le condizioni delle<br />

operazioni devono essere il risultato di un bilanciamento tra costo complessivo e<br />

rischio di mercato<br />

b. corrispondenza tra il nominale delle passività e quello della posizione in<br />

strumenti derivati che la copre<br />

c. contenimento dei rischi di credito assunti, ovverosia il rating o merito di<br />

credito assegnato da almeno una delle tre principali agenzie di rating riconosciute<br />

a livello internazionale (S&P, Moody’s, Fitch Ratings) alla controparte con la quale<br />

si conclude l’operazione deve essere sufficientemente affidabile (in tal senso la<br />

circolare MEF del 27 maggio 2004).<br />

105


La Corte dei conti ha già avuto modo di osservare il fenomeno dei derivati negli<br />

ultimi anni 52 , in corrispondenza con la notevole crescita del mercato relativo agli stessi<br />

non solo nel settore pubblico ma nell’economia italiana in genere (le stime prodotte dalla<br />

Banca d’Italia giungono a valutare il valore nozionale complessivo dei derivati OTC in<br />

Italia nel 2006 a più di 6.225,2 miliardi di dollari), un mercato nel quale un cattivo<br />

utilizzo di tali strumenti può portare a ingenti perdite, con inevitabile compromissione<br />

degli equilibri finanziari.<br />

Un aspetto ulteriore affrontato anche dalla Corte dei conti in sede di audizione al<br />

Parlamento (nel corso di un’indagine conoscitiva che ha coinvolto anche Confindustria,<br />

Banca d’Italia, Consob, Confapi e Abi) riguarda l’assunzione della qualità di operatore<br />

qualificato, conseguente alla dichiarazione espressa dai responsabili finanziari di alcuni<br />

enti pubblici, che, ai sensi dell’art. 31 del regolamento Consob adottato con delibera n.<br />

11522 del 1° luglio 1998 53 , esonera l’intermediario dall’applicazione di numerose<br />

disposizioni a garanzia dell’investitore.<br />

In relazione a tale aspetto, maggiore tutela per l’investitore sarà garantita con il<br />

recepimento della direttiva 2004/39/CE (c.d. Direttiva MIFID - Market in Financial<br />

Instruments Directive) approvata dal Parlamento e dal <strong>Consiglio</strong> Europeo il 21 aprile<br />

2004 e recepita con D.Lgs. 17 settembre 2007, n. 164, in vigore dal 1° novembre 2007.<br />

Nella direttiva, sostitutiva della direttiva 93/22/CEE (c.d. Direttiva ISD -<br />

Investment Services Directive), gli investitori sono distinti in tre categorie (retail,<br />

professional e qualified). I governi regionali, secondo l’All. II n. 1(2) alla direttiva,<br />

rientrano nella categoria professional che fruirà di una maggiore tutela rispetto al<br />

52<br />

Si fa riferimento, in particolare, ai seguenti documenti:<br />

- Sezione Autonomie - Relazioni sulla gestione finanziaria delle Regioni a statuto ordinario per gli anni<br />

2002 e 2003 (Del. 9/2004 del 23 giugno 2004), 2003 e 2004 (Del. 7/AUT/2005 del 13 luglio 2005),<br />

2004 e 2005 (Del. 14/AUT/2006 del 7 luglio 2006), 2005 e 2006 (Del. 6/AUT/2007 del 13 giugno<br />

2007)<br />

- Audizione del 25 marzo 2004 alla V Commissione permanente del Senato<br />

- Analisi sul fenomeno dell'indebitamento in un campione di enti locali trasmessa alla Commissione<br />

Bilancio del Senato il 30 novembre 2004 - Ulteriori elementi relativi all'audizione del 25 marzo 2004<br />

- Audizione dei rappresentanti della Corte dei conti nell'indagine conoscitiva sulle problematiche relative<br />

alla diffusione di strumenti finanziari derivati del 3 marzo 2005 dinanzi alla VI Commissione Finanze<br />

della Camera dei deputati<br />

53<br />

L’art. 31 del regolamento Consob così dispone:<br />

“1. A eccezione di quanto previsto da specifiche disposizioni di legge e salvo diverso accordo tra le parti, nei<br />

rapporti tra intermediari autorizzati e operatori qualificati non si applicano le disposizioni di cui agli articoli 27,<br />

28, 29, 30, comma 1, fatta eccezione per il servizio di gestione, e commi 2 e 3, 32, commi 3, 4 e 5, 37, fatta<br />

eccezione per il comma 1, lettera d), 38, 39, 40, 41, 42, 43, comma 5, lettera b), comma 6, primo periodo, e<br />

comma 7, lettere b) e c), 44, 45, 47, comma 1, 60, 61 e 62.<br />

2. Per operatori qualificati si intendono gli intermediari autorizzati, le società di gestione del risparmio, le<br />

SICAV, i fondi pensione, le compagnie di assicurazione, i soggetti esteri che svolgono in forza della normativa<br />

in vigore nel proprio Stato d'origine le attività svolte dai soggetti di cui sopra, le società e gli enti emittenti<br />

strumenti finanziari negoziati in mercati regolamentati, le società iscritte negli elenchi di cui agli articoli<br />

106, 107 e 113 del decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, i promotori finanziari, le persone fisiche che<br />

documentino il possesso dei requisiti di professionalità stabiliti dal Testo Unico per i soggetti che svolgono<br />

funzioni di amministrazione, direzione e controllo presso società di intermediazione mobiliare, le fondazioni<br />

bancarie, nonché ogni società o persona giuridica in possesso di una specifica competenza ed<br />

esperienza in materia di operazioni in strumenti finanziari espressamente dichiarata per iscritto dal<br />

legale rappresentante.”<br />

106


passato, in quanto quasi del tutto assimilata a quella dell’investitore comune o al<br />

dettaglio.<br />

In base alla recentissima normativa comunitaria, gli stessi operatori qualificati<br />

definiti tali ope legis potrebbero richiedere un livello di protezione più elevato, mentre<br />

quelli che non sono considerati tali potrebbero rinunciare a quelle norme di protezione,<br />

ma solo previa adeguata valutazione da parte dell’intermediario della competenza,<br />

esperienza e conoscenza del cliente.<br />

La disciplina nazionale attuativa di quella comunitaria prevede nella lettera e) del<br />

comma 2 dell’art. 2 del D.Lgs. 164/2007 che sia il Ministero dell’Economia e delle finanze<br />

ad individuare con proprio regolamento (emanato di concerto con Banca d’Italia e<br />

Consob) “i clienti professionali pubblici nonchè i criteri di identificazione dei soggetti<br />

pubblici che su richiesta possono essere trattati come clienti professionali e la relativa<br />

procedura di richiesta” (le Regioni sono tuttavia già qualificate dalla Direttiva quali clienti<br />

professionali).<br />

quanto:<br />

I collar stipulati appaiono corrispondere alla normativa nazionale e regionale, in<br />

- trattasi di acquisto e non di vendita di collar (ciò consente all’ente pubblico –<br />

acquirente di quantificare le perdite massime derivanti da un posizionamento<br />

dei tassi di mercato al di sotto del floor rate, potendo essi arrivare al limite<br />

minimo dello 0%, a dfferenza dell’intermediario - venditore esposto a rialzi<br />

potenzialmente illimitati);<br />

- non prevedono una scadenza posteriore rispetto a quella dei prestiti<br />

obbligazionari sottostanti e fanno riferimento a passività effettivamente dovute<br />

da parte della Regione (i prestiti obbligazioni Regione del <strong>Veneto</strong> 2003 e 2005);<br />

- non prevedono il pagamento di alcun premio di liquidità o up-front (laddove la<br />

norma di cui al DM 389/2003 ne prevede un ammontare massimo pari all’1%<br />

del nozionale);<br />

- sono stati stipulati con intermediari dotati di rating adeguato (non inferiore a<br />

BBB/Baa/BBB).<br />

La particolarità dei collar della Regione <strong>Veneto</strong> (la similitudine che presentano le<br />

strutture di entrambi ne agevola la comparazione e la valutazione) è data dal fatto che<br />

mentre lo strike rate del cap è fisso per tutta la durata del contratto (5,35% e 5,48%<br />

rispettivamente nel primo e secondo collar), sono stati previsti non uno ma più strike<br />

rate del floor “scalettati” in relazione all’andamento dei tassi forward, per arrivare, a<br />

partire dal 2010, ad un floor pari al 4,08% per il primo collar e 4,10% per il secondo<br />

(tale tipologia di collar è denominata step-up).<br />

107


Tali condizioni vengono applicate ad un nozionale che via via diminuisce per<br />

ammortamento (trattasi di amortizing collar quando il nozionale è soggetto ad<br />

ammortamento).<br />

Fino ad oggi entrambi i collar non hanno generato flussi di cassa in quanto il tasso<br />

Euribor a 6 mesi ha oscillato con una tendenza al rialzo all’interno del corridoio, detto<br />

anche zona franca, rialzo che fino ad oggi ha contribuito ad accrescere il valore di<br />

mercato della posizione dell’holder – Regione (in termini tecnici si definisce positivo per<br />

l’acquirente il mark-to-market o valore di mercato che genererebbe un introito nel caso<br />

si chiudesse la posizione).<br />

Si evidenzia che il sottostante è costituito dai prestiti obbligazionari “Regione del<br />

<strong>Veneto</strong> 2003” e “Regione del <strong>Veneto</strong> 2005” 54 , collocati (rispettivamente per un importo di<br />

150 e 200 milioni di euro) con la modalità dell’acquisto a fermo 55 sul mercato interno da<br />

parte dello stesso intermediario finanziario con il quale successivamente si è fatto ricorso<br />

allo strumento del collar. Prima di procedere alla stipula del relativo collar, con decreto<br />

dirigenziale n. 13 del 13 giugno 2006 è stata disposta la rinegoziazione del prestito<br />

obbligazionario “Regione del <strong>Veneto</strong> 2003” allungandone la scadenza dal 31 dicembre<br />

2018 originariamente previsto al 30 giugno 2036 mantenendo, tuttavia, invariato lo<br />

spread.<br />

L’apposizione di cap e floor incide, in caso di esercizio dell’opzione, sul risultato<br />

finale dei flussi di cassa dei prestiti sottostanti pur se, in termini contabili, non si verifica<br />

una compensazione tra i flussi originati dai prestiti obbligazionari e quelli originati dai<br />

collar (compensazione che non può essere operata per il principio di integrità del<br />

bilancio).<br />

Alla luce di quanto sopra, i contratti risultano stipulati in maniera corretta e,<br />

secondo i calcoli forniti dalla Regione, economicamente vantaggiosa.<br />

Approfondimenti, in proposito, sono stati compiuti in relazione ad ulteriori aspetti:<br />

- il criterio di selezione della controparte;<br />

- la modalità di determinazione dei cap e floor rate;<br />

- la sottoscrizione di contratti standardizzati;<br />

- la destinazione dei flussi di cassa generati dal collar.<br />

54 Per gli enti locali, invece, l’art. 1, comma 4, del Decreto del Ministro del Tesoro del 5 luglio 1996, n. 420<br />

(Regolamento recante norme per l’emissione di titoli obbligazionari da parte degli enti locali) vieta l’emissione<br />

di titoli obbligazionari con opzioni e l’attivazione di strumenti derivati che modifichino la struttura del titolo nel<br />

corso della sua vita.<br />

55 I prestiti obbligazionari sono strumenti di finanza alternativa, consentiti alle Regioni già dall’art. 10 della<br />

legge 281/1970 e agli Enti locali dall’art. 35 della legge 724/1994. Il collocamento può avvenire solo attraverso<br />

un intermediario finanziario, preventivamente selezionato, che può svolgere in tale circostanza, a seconda delle<br />

modalità di collocamento, diverse funzioni: di solo collocamento attraverso l’offerta pubblica di vendita (Opv);<br />

di collocamento e garanzia (l’intermediario garantisce la sottoscrizione di quanto non collocato sul mercato con<br />

l’Opv); di sottoscrizione a fermo (l’intermediario sottoscrive l’intero prestito obbligazionario). In genere tale<br />

ultima modalità è quella cui fanno maggior ricorso le PP.AA. per la rapidità e semplicità del collocamento (ad<br />

es. non vi è l’obbligo di trasmettere alla Consob il prospetto informativo sull’emissione).<br />

108


In ordine al primo punto, occorre da subito evidenziare che l’art. 5, lett. d), del<br />

D.lgs. 157/1995 vigente al tempo della stipula dei predetti strumenti derivati (ora<br />

sostituito dall’art. 19, comma 1, lett. d) del d.Lgs. 163/2006 corrispondente all’art. 16,<br />

lett. d) della Direttiva 2004/18/CE del 31 marzo 2004), escludeva l’obbligatorietà<br />

dell’applicazione delle norme di evidenza pubblica per gli appalti relativi “ai contratti per<br />

servizi finanziari relativi all'emissione, all'acquisto, alla vendita e al trasferimento di titoli<br />

o di altri strumenti finanziari e a quelli per i servizi forniti da banche centrali”, a<br />

recepimento di quanto previsto dall’art. 1, comma 1 lett. a), punto vii) della Direttiva<br />

92/50/CEE del 18 giugno 1992 56 .<br />

Alla luce di ciò, per l’individuazione del miglior writer del collar, si è ritenuto più<br />

opportuno, come motivato dalla delibera di Giunta n. 1117 del 18 aprile 2006, “in<br />

un’ottica di accelerazione della procedura che permettesse di ottenere prontamente una<br />

copertura dal repentino aumento dei tassi, richiedere una proposta” al medesimo<br />

intermediario con il quale si era instaurato il rapporto contrattuale sottostante al collar.<br />

La Regione ha provveduto a valutare l’offerta sia attraverso una consulenza<br />

esterna sia attraverso preventivi sondaggi informali di mercato con altri intermediari.<br />

Venendo al secondo profilo di interesse occorre premettere che si ritiene<br />

essenziale che la P.A., specie nei casi in cui la selezione del miglior intermediario<br />

avvenga senza aver esperito una gara formale, effettui in sede di trattative un giudizio di<br />

congruità sulla controprestazione proposta, almeno sotto il profilo della correttezza del<br />

procedimento adottato per la quantificazione (cioè della corrispondenza agli usi del<br />

metodo di pricing) e dei calcoli effettuati, congruità che deve fare anche riferimento<br />

all’eventuale diversità dello standing creditizio, cioè del merito di credito o rating,<br />

dell’ente pubblico (il rating del <strong>Veneto</strong> attribuito dall’agenzia Moody’s per il 2006 è stato<br />

Aa2) rispetto a quello degli intermediari (che nel caso di specie hanno ottenuto rating più<br />

bassi).<br />

La scelta delle condizioni economiche contrattuali dei due collar (in buona<br />

sostanza gli strike del cap e del floor) è avvenuta a seguito di determinazione da parte<br />

della Regione di tutti gli strike ad esclusione di uno, che ha costituito l’oggetto della<br />

proposta da parte degli intermediari finanziari che avevano collocato i prestiti<br />

obbligazionari, proposta che è stata resa oggetto di valutazioni tecniche, e, quindi, di un<br />

giudizio positivo di congruità, da parte di un consulente finanziario della Regione, già<br />

fornitore per la Segreteria bilancio e finanza – Direzione Risorse Finanziarie di un<br />

56 Gli artt. 2 e 27 del D.lgs 163/2006 (recante il Codice dei contratti pubblici) impongono, per il<br />

futuro, che, anche per i contratti esclusi dall’applicazione delle norme della recente direttiva sulle procedure di<br />

aggiudicazione degli appalti pubblici, vengano adottati tutti gli accorgimenti atti a garantire la concorrenzialità<br />

tra gli intermediari finanziari in modo tale da ottenere quello che è il dato più significativo per valutare la bontà<br />

di uno strumento finanziario: il parametro del mercato.<br />

109


applicativo informatico in grado di effettuare il pricing e la valutazione del rischio degli<br />

strumenti di finanza innovativa.<br />

Per quanto concerne le previsioni contrattuali, si evidenzia che per concludere le<br />

operazioni in derivati si fa abitualmente ricorso a modelli contrattuali standardizzati di<br />

carattere generale, veri e propri accordi - quadro o master agreements, predisposti<br />

anche da organismi internazionali, quali l’ISDA (International swaps and derivates<br />

association Inc., l’associazione che riunisce i principali operatori nel mercato dei<br />

derivati), l’IFEMA, l’ICOM e la Federazione Bancaria Europea (che nel 2001 ha pubblicato<br />

l’European Master Agreement), atti a normare tutte le operazioni di finanza derivata tra il<br />

cliente e l’intermediario.<br />

Per entrambi i collar stipulati dalla Regione <strong>Veneto</strong> si è ricorsi a questa modalità di<br />

formazione del contratto.<br />

In un caso è stato sottoscritto il Master agreement ISDA (è stata utilizzata la<br />

versione del 1992), integrato da un documento non standardizzato (c.d. schedule),<br />

riportante le condizioni generali concordate tra le parti; gli elementi contrattuali<br />

essenziali della singola operazione sono stati descritti invece in una confirmation (o<br />

conferma), predisposta dall’intermediario e firmata per accettazione dal cliente, previ<br />

accordi telefonici. Tutta la documentazione è stata redatta in lingua inglese.<br />

Nell’altro caso, essendo la controparte italiana, sono stati concordati con la<br />

Regione e predisposti in lingua italiana dall’intermediario un contratto – quadro, un<br />

contratto di negoziazione, ricezione e trasmissione ordini e un contratto contenente gli<br />

elementi essenziali della singola operazione, previo scambio di pre-conferma a mezzo fax<br />

e previ accordi telefonici.<br />

Su alcune clausole inserite nei contratti permangono perplessità.<br />

Si fa riferimento, in particolare, all’art. 13 57 del Master agreement ISDA circa<br />

l’applicabilità della legge inglese e la deroga alla giurisdizione italiana 58 in favore di quella<br />

inglese, da cui potrebbe discendere in futuro la difficoltà nell’azionare i propri diritti in<br />

sedi giudiziarie non italiane.<br />

Inoltre, si vuole porre in evidenza la clausola in cui entrambe le parti riconoscono<br />

l’aleatorietà del contratto, privandosi della possibilità di risolverlo per eccessiva onerosità<br />

57 L’art. 13 del Master agreement ISDA recita<br />

(a) Governing law. This agreement will be governed by and construed in accordance with law specified in<br />

the Schedule (la parte 4 lett. h della schedule prevede che “this agreement will be governed by and<br />

construed in accordance with english law”)<br />

(b) Jurisdiction. With respect to any suit, action or proceedings relating to this Agreement, each party<br />

irrevocably submits to the jurisdiction of the English courts, if this agreement is expressed to be<br />

governed by english law... (omissis)<br />

58 L’art. 4, comma 2, della legge 218/1995 rende la giurisdizione italiana derogabile a favore di quella straniera<br />

purchè ricorrano due condizioni: “La giurisdizione italiana può essere convenzionalmente derogata a favore di<br />

un giudice straniero o di un arbitrato estero se la deroga è provata per iscritto e la causa verte su diritti<br />

disponibili”<br />

110


sopravvenuta (la natura aleatoria dei contratti di opzione su tassi di interesse è ancora<br />

discussa a livello dottrinale, non essendovi giurisprudenza sul punto).<br />

A tal proposito, nel ritenere auspicabile che lo Stato, che è deputato al<br />

coordinamento dell’accesso al mercato dei capitali da parte delle autonomie territoriali, si<br />

renda promotore di un’iniziativa tesa alla formulazione di modelli contrattuali da esse<br />

fruibili, sarebbe opportuno che, nel frattempo, la Regione, ove intendesse ricorrere<br />

nuovamente a contratti derivati finanziari, predisponga essa stessa uno schema di<br />

contratto da allegare, eventualmente, al disciplinare di gara per la selezione del migliore<br />

intermediario (gara obbligatoria per effetto della normativa comunitaria e nazionale),<br />

anche sulla scia dell’esperienze di alcune amministrazioni locali italiane.<br />

In ordine ai criteri di contabilizzazione di eventuali flussi di cassa generati dagli<br />

strumenti finanziari derivati collar, si ritiene che: il rispetto del principio di integrità del<br />

bilancio imponga che si debba evitare la compensazione contabile tra i flussi generati dai<br />

collar e quelli generati dai prestiti obbligazionari; il rispetto del principio di specificazione<br />

del bilancio debba avvenire attraverso la creazione di distinti capitoli di entrata e di spesa<br />

nel bilancio di previsione; il rispetto del vincolo di destinazione (la finalità di hedging) si<br />

possa realizzare allorchè i flussi di entrata eventualmente originatisi siano destinati alla<br />

copertura delle rate di rimborso dei prestiti obbligazionari sottostanti.<br />

111


112


SEZIONE II<br />

ANDAMENTI FINANZIARI<br />

113


114


2.1 ANALISI GENERALE DELLE ENTRATE E DELLE SPESE (Tabb. da n. 1 a n. 28)<br />

L’analisi è stata condotta sulle risultanze del Bilancio di previsione 2006<br />

(approvato con l.r. 3 febbraio 2006, n. 3), dell’Assestamento del bilancio di previsione<br />

2006 (l.r. 3 novembre 2006, n. 22) e del Rendiconto generale della Regione <strong>Veneto</strong> (l.r.<br />

16 agosto 2007, n. 27), con riferimento alle fasi delle previsioni iniziali di competenza e<br />

di cassa (Sico e Sica), finali di competenza e di cassa (previsioni assestate, Sfco e Sfca),<br />

dell’impegno (I), dell’accertamento (A) e delle riscossioni e pagamenti di competenza<br />

(Rca e Pco). Sono state inoltre esaminate le risultanze della gestione dei residui attivi e<br />

passivi, con riferimento ai residui iniziali attivi (Rai) e passivi (Rpi), alle riscossioni e ai<br />

pagamenti in c/residui (Rr e Pr), alle eliminazioni di residui attivi (Rae) e passivi (Rpe) e<br />

ai residui finali attivi (Raf) e passivi (Rpf), con raffronti in sede storica 2004-2006.<br />

Sono state, altresì, operate disaggregazioni dei dati in base alla natura della spesa<br />

(corrente, c/capitale, rimborso prestiti) e alla fonte di finanziamento (statale, regionale,<br />

comunitaria, mista), con riferimento sia alle risultanze complessive della spesa regionale,<br />

al netto delle sole partite di giro della FO027 (tab. 7), sia alle performance delle singole<br />

funzioni obiettivo (tabb. 8-24). Tutti gli importi sono riportati in milioni di euro.<br />

La tabella 7bis espone i risultati della gestione nell’esercizio 2006, attraverso la<br />

misurazione effettuata con una serie di indicatori finanziari e con raffronti in sede storica<br />

con il biennio 2004-2005. Per alcuni indicatori, si è ritenuto utile estendere il confronto<br />

anche ad esercizi precedenti.<br />

Nelle tabb. 25_27 i medesimi indicatori sono utilizzati per misurare le<br />

performance delle singole Funzioni Obiettivo.<br />

115


116


LA GESTIONE DELLA COMPETENZA<br />

117


118


2.2.1 La gestione delle entrate nell’e.f. 2005. Osservazioni e risposte<br />

OSSERVAZIONI NEL REFERTO PER l’E.F. 2005<br />

Per l’esercizio finanziario 2005 questa Sezione aveva posto i seguenti rilievi:<br />

“Desta qualche preoccupazione, nell’ambito dell’analisi delle entrate, la diminuzione<br />

dell’indice di riscossione in conto competenza, che passa dal 51% del 2004 al 40% del<br />

2005, e che trova particolare riscontro nel titolo I (che passa dal 57% del 2004 al 46%<br />

del 2005), nel titolo II (che passa dal 80% del 2004 al 64% del 2005), e nel titolo V (che<br />

passa dal 22% del 2004 al 2% del 2005).<br />

Si assiste inoltre ad una diminuzione della capacità di entrata complessiva, che<br />

passa dal 40% del 2004 al 28% dell’esercizio in esame, e che investe in particolare il<br />

titolo I (che passa al 29% rispetto al 43% del 2004), il titolo II (che passa al 57% a<br />

fronte del 65% del 2004), e il titolo V (che scende nel 2005 al 10% a fronte del 27%<br />

dell’esercizio precedente).<br />

Particolarmente problematica appare la gestione delle entrate in relazione allo<br />

smaltimento dei residui attivi, che si assestano in ordine al 13,1 % del 2005, dato che<br />

risulta essere non tanto difforme dall’esercizio precedente (18,9% del 2004), ma che è in<br />

forte disavanzo rispetto al risultato del 2003 (75,5%), determinando quindi un trend<br />

fortemente calante nell’ambito del triennio 2003-2005. Analizzando nel dettaglio quanto<br />

emerge dall’indicatore complessivo, si nota la diminuzione dei dati relativi al titolo I (dal<br />

11% del 2004 al 7% del 2005), al titolo III (dal 66% del 2004 al 51% del 2005) e al<br />

titolo V (dal 38% del 2004 al 31% del 2005).”<br />

RISPOSTA DELLA REGIONE<br />

Riguardo alla gestione finanziaria delle entrate, sono stati sollevati rilievi in<br />

relazione alla diminuzione:<br />

- “dell’indice di riscossione in conto competenza, che passa dal 51% del 2004 al 40%<br />

del 2005”;<br />

- “della capacità di entrata complessiva, che passa dal 40% del 2004 al 28%<br />

dell’esercizio in esame”.<br />

Tali indici sono calcolati sul totale delle entrate ad esclusione del titolo VI (entrate<br />

per contabilità speciali) come segue:<br />

- l’indice di riscossione, definito “sull’accertato”: riscossioni in conto competenza<br />

/stanziamenti di competenza finali;<br />

- capacità di entrata: riscossioni complessive (competenza+residui)/(stanziamenti di<br />

competenza finali+residui attivi iniziali).<br />

119


Da un’analisi dei maggiori scostamenti fra 2004 e 2005, si rileva che la riduzione<br />

degli indici, citata dalla Corte dei Conti, è causata essenzialmente dalle mancate<br />

riscossioni dell’imposta regionale sulle attività produttive, quota base (capitolo<br />

000621/E), delle anticipazioni di tesoreria (capitolo 009710/E) e di operazioni di<br />

provvista finanziaria di breve termine (capitolo 100232/E).<br />

Le mancate riscossioni I.R.A.P. sono dovute alla politica di centralizzazione dei<br />

flussi finanziari da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze per effetto della<br />

mancata attuazione del D.lgs 56/2000 per l’anno 2005. Questo infatti ha impedito la<br />

regolarizzazione delle anticipazioni sanitarie con gli incassi dell’I.R.A.P..<br />

Le anticipazioni di tesoreria sono state attivate in minima parte, perché non<br />

necessarie in relazione alla sincronizzazione e cadenzamento dei pagamenti con i flussi in<br />

entrata, mentre le operazioni di provvista finanziaria a breve termine, anche se stanziate<br />

in bilancio, non sono state accertate (si veda la tavola 12).<br />

Tavola 12<br />

IRAP (quota base) Anticipazioni di tesoreria<br />

Migliaia di euro<br />

Operazioni di provvista<br />

finanziaria a breve termine<br />

2004 2005 2004 2005 2004 2005<br />

Residui iniziali 1.937.108 3.988.724 0 0 0 0<br />

Stanziamenti di competenza finali 2.964.100 3.175.268 0 296.285 0 350.000<br />

Accertamenti 3.192.105 3.176.011 0 38.561 0 0<br />

Riscossioni c/competenza 957.050 0 0 38.561 0 0<br />

Riscossioni c/residui 183.439 19 0 0 0 0<br />

Se si depurano gli indici dall’effetto di tali poste, essi risultano così modificati:<br />

- indice di riscossione sullo stanziato 60% nel 2004 e 59% nel 2005;<br />

- capacità di entrata 50% nel 2004 e 47% nel 2005.<br />

Da ciò si può trarre un giudizio di sostanziale costanza.<br />

Per quanto riguarda l’elevato valore dello smaltimento dei residui attivi registrato<br />

nel corso del 2003, esso risente delle regolazioni contabili effettuate nei capitoli di<br />

entrata n. 621 “Imposta regionale sulle attività produttive (I.R.A.P.) - quota destinata<br />

alla sanità” e n. 622 “Addizionale regionale all'imposta sul reddito delle persone fisiche”,<br />

a seguito dei consistenti importi prelevati dal Ministero dell’Economia e delle Finanze dai<br />

seguenti conti di servizio:<br />

- n. 22985 “Reg. <strong>Veneto</strong> – I.r.a.p. Amministrazioni pubbliche”,<br />

- n. 22888 “Reg. <strong>Veneto</strong> – I.r.a.p. altri soggetti”,<br />

120


- n. 22964 “Reg. <strong>Veneto</strong> – Addizionale I.r.pe.f.”,<br />

e trasferiti nella contabilità n. 30522 intestata alla Regione del <strong>Veneto</strong>, ovvero portati a<br />

recupero parziale delle anticipazioni di Tesoreria concesse per il finanziamento della<br />

spesa sanitaria (cap. 89013/U).<br />

Tale operazione di recupero delle anticipazioni di cassa, concesse per il<br />

finanziamento mensile del fabbisogno sanitario, così come qualsiasi altra operazione<br />

contabile effettuata sui suddetti conti di servizio, è operata unilateralmente dal Ministero<br />

dell’Economia, senza che la Regione del <strong>Veneto</strong> possa determinarne la tempistica. Ciò<br />

comporta a livello di indicatori di smaltimento dei residui attivi forti sbalzi fra esercizi<br />

diversi, direttamente proporzionale alla consistenza degli ammontari oggetto di<br />

regolarizzazione e riportati fra i residui attivi.<br />

Per quanto riguarda l’indicatore riferito al raffronto degli esercizi 2004 e 2005 sui<br />

seguenti Titoli si evidenzia:<br />

- Titolo 1° - lo scostamento è determinato dalla maggiore consistenza iniziale dei<br />

residui attivi iscritti nell’esercizio 2005 (circa 5.920 milioni di euro), rispetto a<br />

quella del 2004 (circa 3.191 milioni di euro), che sconta ovviamente le maggiori<br />

riscossioni di cui sopra; infatti, in valore assoluto sono maggiori le riscossioni a<br />

residui del 2005 (circa 422 milioni di euro) rispetto a quelle del 2004 (circa 350<br />

milioni di euro);<br />

- Titolo 3° - lo scostamento rientra nell’ordinaria alternanza dell’andamento delle<br />

riscossioni sulle tipologie di entrata relative ai proventi ed introiti diversi e alla<br />

restituzione dell’avanzo di amministrazione del <strong>Consiglio</strong> regionale;<br />

- Titolo 5° - sconta principalmente le maggiori riscossioni a residui derivanti<br />

dall’erogazione finale dei mutui contratti per il finanziamento della Salvaguardia di<br />

Venezia del 2004 (relativi alla fase IV – V – VI per circa 308 milioni di euro)<br />

rispetto all’anno 2005 (relativi alla fase VI e VII per circa 186 milioni di euro).<br />

2.2.2 LA GESTIONE DELLE ENTRATE NEL 2006<br />

Le previsioni iniziali di competenza (Sico) riguardanti la parte effettiva del<br />

bilancio e cioè i primi cinque titoli dell’entrata 59 ammontano, ad inizio esercizio 2006, a<br />

10.208,01 mln di euro registrando una variazione percentuale, rispetto al 2005, del<br />

+3%, diversamente dal dato del 2005 confrontato con quello del 2004 (biennio<br />

2005/2004) che aveva registrato una variazione di segno negativo (-1%);<br />

59 Esclusi il Titolo VI^ “Entrate per contabilità speciali”.<br />

121


Le previsioni finali di competenza (Sfco) ammontano, nel 2006, a 11.987,19<br />

mln di euro, con un incremento percentuale del 5% ca. rispetto all’anno precedente che,<br />

sommato alla variazione del +6% ca. riferibile al biennio 2005/2004, ha determinato, nel<br />

triennio, un incremento complessivo del 12%. Disaggregando il dato si osserva quanto<br />

segue:<br />

il Titolo I (entrate tributarie), che incide per il 78% sul totale delle entrate,<br />

presenta una crescita, nel 2006, del 3%, decisamente inferiore rispetto a quella<br />

registrata nel biennio 2005/2004 (9%), per un aumento complessivo su base triennale<br />

del 12%;<br />

il Titolo II (entrate da trasferimenti di parte corrente dell’U.E., dello Stato e di<br />

altri soggetti), che incide per il 6% sul totale delle entrate, presenta un rilevante<br />

decremento pari a -26%, in controtendenza rispetto all’incremento del + 16%<br />

realizzatosi nel biennio 2005/2004, sì da determinare un decremento medio, nel triennio,<br />

del –15%;<br />

il Titolo III (entrate extratributarie), che incide per l’1% sul totale delle entrate,<br />

registra un incremento del 3%, lievemente inferiore a quello del biennio precedente<br />

(4%), per una variazione complessiva, nel triennio, del +7% ca.;<br />

il Titolo IV (entrate da alienazioni, da trasferimenti di capitale….), che incide per<br />

il 4% sul totale delle entrate subisce, invece, un decremento del -2% ( inferiore alla<br />

variazione del biennio precedente pari a –10%) per una diminuzione complessiva, nel<br />

triennio, del –13% ca.<br />

Il Titolo V (entrate da mutui, prestiti e altre operazioni creditizie) subisce un<br />

incremento consistente pari al 32% (in controtendenza rispetto al dato (-1%) del biennio<br />

precedente, determinando una variazione complessiva, nel triennio, del +30% ca.<br />

Gli Accertamenti (A): In termini assoluti le entrate complessivamente accertate<br />

nel 2006, al netto delle partite di giro, sono risultate pari a € 10.605.309.153,65, che,<br />

rispetto al dato del 2005 di € 9.417.690.459,69, riflette un incremento di €<br />

1.187.618.693,96 pari a circa il 12,6%, percentuale lievemente al di sopra di quella<br />

media riscontrata in tutte le Regioni italiane (pari all’11,3%), la quale, sommata alla<br />

variazione, di segno positivo, del biennio precedente (+4%), determina, nel triennio, un<br />

incremento complessivo del 16,6% ca. L’andamento delle singole voci di entrata non<br />

rispecchia, tuttavia, quello riferibile agli stanziamenti finali di competenza (ad eccezione<br />

delle entrate ricomprese nel titolo I^ per le quali la variazione percentuale è pressoché<br />

la medesima:+4%) 60 .<br />

60 infatti: le entrate dei titoli II^,III^ e V^ registrano, rispettivamente, un incremento del +1%,+29% e<br />

+387%; mentre quelle del titolo IV^un decremento del –12%.<br />

122


Se si considerano solo le entrate finali (al netto dei mutui ed altre operazioni<br />

creditizie) la variazione percentuale degli accertamenti rispetto al 2005 si attesta su un<br />

3%.<br />

L’exploit degli accertamenti, pur a fronte di una flessione del Titolo IV di €<br />

46.362.827,82, è dovuto in parte all’aumento dei primi tre titoli delle entrate (soprattutto<br />

il Tit. I – Entrate tributarie – ha registrato un aumento di € 283.091.784,47, mentre per<br />

il Tit. II – Entrate da trasferimenti - l’aumento in termini assoluti è pari a €<br />

5.430.192,61, e per il Tit. III – Entrate extratributarie – l’incremento è di €<br />

23.120.338,51), ma soprattutto dalle operazioni di indebitamento accese sul Tit V –<br />

Entrate derivanti da mutui, prestiti o altre operazioni creditizie – che rispetto al dato<br />

dello scorso anno hanno riscontrato un rialzo in termini assoluti di € 922.339.205,69<br />

euro, o, in termini percentuali, del 386,6% (il trend è stato riscontrato anche nelle altre<br />

Regioni laddove la media di incremento è stata pari al triplo rispetto al dato del 2005).<br />

Come esposto, l’aumento delle entrate accertate è dovuto, oltre che ad operazioni<br />

di pura provvista finanziaria, in una certa misura anche all’incremento delle entrate<br />

tributarie (Tit I) per poco più di 283 milioni di euro. Nella seguente tavola si dà conto<br />

delle variazioni nell’accertamento dei singoli tributi in ordine decrescente di gettito:<br />

tav. 23: accertamenti tributi (2005-2006)<br />

TRIBUTO ANNO 2005 ANNO 2006 VARIAZIONE %<br />

COMPARTECIPAZIONE<br />

REGIONALE AL GETTITO<br />

DELL’IVA<br />

3.158.877.924,00 3.327.037.183,06 + 168.159.259,06 + 5,32<br />

IRAP 3.240.218.669,60 3.322.564.909,66 + 82.346.240,06 + 2,54<br />

ADDIZIONALE<br />

REGIONALE IRPEF<br />

596.937.741,00 607.433.771,00 + 10.496.030,00 + 1,75<br />

TASSA<br />

AUTOMOBILISTICA<br />

REGIONALE<br />

519.849.325,54 561.490.394,27 + 41.641.068,73 + 8,01<br />

QUOTA REGIONALE<br />

DELL’ACCISA SULLA<br />

BENZINA<br />

195.573.269,01 183.097.305,14 - 12.475.963,87 - 6,37<br />

ADDIZIONALE<br />

REGIONALE<br />

ALL’IMPOSTA DI<br />

CONSUMO SUL GAS<br />

METANO<br />

51.465.609,15 48.499.568,56 - 2.966.040,59 - 5,76<br />

TRIBUTO SPECIALE PER<br />

IL DEPOSITO IN<br />

DISCARICA <strong>DEI</strong> RIFIUTI<br />

SOLIDI<br />

16.862.320,23 11.799.023,53 - 5.063.296,70 - 30,02<br />

TASSE UNIVERSITARIE<br />

E DI ABILITAZIONE<br />

10.760.891,49 11.381.451,10 + 620.559,61 + 5,76<br />

TASSE SULLE<br />

CONCESSIONI<br />

REGIONALI<br />

8.836.191,36 8.795.563,44 - 40.627,92 - 0,46<br />

ALTRI TRIBUTI PROPRI 293.955,22 668.511,37 + 374.556,15 + 127,41<br />

Le più consistenti variazioni sono dovute ai seguenti fattori:<br />

- compartecipazione regionale al gettito dell’IVA. Maggior finanziamento sanitario;<br />

- IRAP. Effetti della manovra fiscale per il settore finanziario effettuata dal 2005;<br />

- Addizionale regionale all’IRPEF. Manovra fiscale;<br />

123


- Tassa automobilistica regionale. Maggiore attività di accertamento e riscossione<br />

coattiva;<br />

- Altri tributi propri. Maggiore introito derivante dalle tasse per i controlli<br />

fitosanitari.<br />

I risultati positivi conseguiti sul fronte dell’accertamento delle entrate tributarie<br />

sono andati complessivamente anche oltre le previsioni formulate in sede di bilancio di<br />

previsione, come risulta dalla seguente tavola.<br />

Tav. 24: capacità previsionale tributi 2006<br />

TRIBUTO PREVISIONE CONSUNTIVO VARIAZIONE<br />

COMPARTECIPAZIONE<br />

REGIONALE AL GETTITO<br />

DELL’IVA<br />

3.242.270.000,00 3.327.037.183,06 + 84.767.183,06<br />

IRAP 3.260.200.000,00 3.322.564.909,66 + 62.364.909,66<br />

ADDIZIONALE REGIONALE<br />

IRPEF<br />

608.200.000,00 607.433.771,00 - 766.229,00<br />

TASSA AUTOMOBILISTICA<br />

REGIONALE<br />

518.000.000,00 561.490.394,27 + 43.490.394,27<br />

QUOTA REGIONALE<br />

DELL’ACCISA SULLA<br />

BENZINA<br />

200.000.000,00 183.097.305,14 - 16.902.694,86<br />

ADDIZIONALE REGIONALE<br />

ALL’IMPOSTA DI CONSUMO<br />

SUL GAS METANO<br />

48.000.000.00 48.499.568,56 + 499.568,56<br />

TRIBUTO SPECIALE PER IL<br />

DEPOSITO IN DISCARICA<br />

<strong>DEI</strong> RIFIUTI SOLIDI<br />

15.000.000,00 11.799.023,53 - 3.200.976,47<br />

TASSE UNIVERSITARIE E<br />

DI ABILITAZIONE<br />

11.130.000,00 11.381.451,10 + 251.451,10<br />

TASSE SULLE<br />

CONCESSIONI REGIONALI<br />

9.500.000,00 8.795.563,44 - 704.436,56<br />

ALTRI TRIBUTI PROPRI 295.000,00 668.511,37 + 373.511,37<br />

TOTALE TITOLO I 7.912.595.000,00 8.082.767.681,13 + 170.172.681,13<br />

In larga parte la sottostima riguarda la compartecipazione regionale al gettito IVA,<br />

all’IRAP e alla tassa automobilistica regionale, pur essendosi tenuto conto anche degli<br />

effetti della manovra tributaria annuale su addizionale IRPEF e sull’IRAP effettuata con la<br />

legge regionale 26 novembre 2005, n. 16, tesa, oltre che ad assicurare agevolazioni per<br />

talune fasce di contribuenti (stimate per l’IRAP in circa 3.500.000 euro), a garantire un<br />

maggior gettito per la copertura della spesa sanitaria.<br />

I trasferimenti dallo Stato e dall’Unione europea di parte corrente (allocati al titolo<br />

II) e in conto capitale (allocati al titolo IV) hanno complessivamente registrato una lieve<br />

flessione rispetto al 2005:<br />

124


Tav. 25: andamento dei trasferimenti statali e dall’Unione europea<br />

TRASFERIMENTO ANNO 2005 ANNO 2006 VARIAZIONE %<br />

TRASFERIMENTI STATALI<br />

CORRENTI GENERICI A<br />

CARATTERE COMPENSATIVO<br />

28.116.241,14 245.730.812,31 + 217.614.571,17 + 774<br />

TRASFERIMENTI STATALI<br />

CORRENTI PER I SERVIZI<br />

SOCIALI<br />

400.667.469,53 259.806.126,71 - 140.861.342,82 - 35,15<br />

TRASFERIMENTI STATALI IN<br />

CONTO CAPITALE PER I<br />

SERVIZI SOCIALI<br />

28.214.444,23 29.155.337,23 + 940.893,00 + 3,33<br />

TRASFERIMENTI STATALI<br />

CORRENTI PER LO SVILUPPO<br />

ECONOMICO<br />

11.854.697,39 15.489.101,20 + 3.634.403,81 + 30,65<br />

TRASFERIMENTI STATALI IN<br />

CONTO CAPITALE PER LO<br />

SVILUPPO ECONOMICO<br />

67.531.171,84 14.440.380,46 - 53.090.791,38 - 78,61<br />

TRASFERIMENTI STATALI<br />

CORRENTI PER L’ASSETTO E<br />

L’UTILIZZAZIONE DEL<br />

TERRITORIO<br />

27.143.266,46 49.167.337,54 + 22.024.071,08 + 81,14<br />

TRASFERIMENTI STATALI IN<br />

CONTO CAPITALE PER<br />

L’ASSETTO E L’UTILIZZAZIONE<br />

DEL TERRITORIO<br />

145.411.756,75 207.527.752,86 + 62.115.996,11 + 42,71<br />

TRASFERIMENTI CORRENTI<br />

PER L’ESERCIZIO DI FUNZIONI<br />

E COMPITI AMMINISTRATIVI<br />

CONFERITI ALLA REGIONE<br />

308.583.807,72 313.421.686,06 + 4.837.878,34 + 1,56<br />

TRASFERIMENTI IN CONTO<br />

CAPITALE PER L’ESERCIZIO DI<br />

FUNZIONI E COMPITI<br />

AMMINISTRATIVI CONFERITI<br />

ALLA REGIONE<br />

37.009.040,85 35.436.787,54 - 1.572.253,31 - 4,24<br />

TRASFERIMENTI CORRENTI<br />

PER I PROGRAMMI<br />

DELL’UNIONE EUROPEA<br />

142.450.721,22 40.631.332,25 - 101.819.388,97 - 5,76<br />

TRASFERIMENTI IN CONTO<br />

CAPITALE PER I PROGRAMMI<br />

DELL’UNIONE EUROPEA<br />

102.502.046,96 46.952.818,35 - 55.549.228,61 - 71,47<br />

TOTALE 1.299.484.664,09 1.257.759.472,51 - 41.725.191,58 - 3,21<br />

La leggera flessione complessiva dei trasferimenti, come si evince dalla tavola è,<br />

in realtà, dovuta all’incremento notevole dei trasferimenti compensativi (in particolare<br />

dalla compensazione delle minori entrate regionali in materia di IRAP e addizionale<br />

regionale IRPEF derivanti dall’applicazione del fondo di garanzia per € 245.307.216,00)<br />

che ha “compensato” il netto calo dei trasferimenti correnti per i servizi sociali e per i<br />

programmi comunitari. Generalizzata, inoltre, è la flessione dei trasferimenti in conto<br />

capitale. In termini di destinazione, mentre i trasferimenti a libera destinazione sono<br />

notevolmente cresciuti grazie ai trasferimenti compensativi, sono in netto calo per il<br />

28,5% quelli a destinazione vincolata.<br />

La particolare esposizione debitoria riscontrata nell’esercizio finanziario 2006 è<br />

dovuta alla movimentazione di tre capitoli di entrata: il 9610/E (avente ad oggetto<br />

“Assunzione di mutui per il finanziamento di spese d’investimento attinenti alla<br />

realizzazione di piani di sviluppo” sul quale sono accesi i c.d. mutui a pareggio) per 150<br />

milioni di euro (nell’e.f. 2005 le entrate accertate su tale capitolo ammontavano a 200<br />

milioni di euro); il 9602/E (avente ad oggetto “Assunzione di mutui per il finanziamento<br />

del saldo finanziario dell’esercizio precedente”, capitolo non movimentato nell’esercizio<br />

finanziario precedente) per 350 milioni di euro; il 9710/E (avente ad oggetto<br />

“Anticipazioni di cassa da parte del Tesoriere”) per quasi 661 milioni di euro.<br />

125


In buona sostanza, l’incremento delle entrate corrisponde in misura<br />

preponderante sia all’incremento del debito consolidato (l’accensione di un prestito<br />

obbligazionario per 350.000.000 di euro “Regione del <strong>Veneto</strong> 2006”, effettivamente<br />

riscosso in data 7 dicembre 2006, che costituisce il primo prestito obbligazionario emesso<br />

sull’euromercato da parte della Regione <strong>Veneto</strong>) sia all’incremento del debito fluttuante<br />

(sostanzialmente una serie di prestiti a breve termine, formalmente anticipazioni di<br />

tesoreria contratte direttamente con il tesoriere regionale per € 660.900.350,53, di cui si<br />

parlerà più diffusamente nella parte dedicata alla gestione della cassa nella sezione IV),<br />

voce quest’ultima che ovviamente non influisce sulla massa consolidata del debito.<br />

2.2.3 LA GESTIONE DELLE SPESE NELL’E.F. 2005. OSSERVAZIONI E RISPOSTE<br />

OSSERVAZIONI NEL REFERTO PER L’E.F. 2005<br />

Con riferimento all’esercizio finanziario 2005 questa Sezione aveva mosso i<br />

seguenti rilievi:<br />

“Nell’ambito dell’analisi della spesa emergono aspetti critici in relazione,<br />

soprattutto, alle previsioni finali di competenza, che rispetto al 2004 scendono dell’8,5%.<br />

Approfondendo tale risultanza emergono fonti di allarme a giudizio di questa Sezione.<br />

Infatti disaggregando il dato si evince che in effetti la spesa corrente è aumentata<br />

dell’8,3% rispetto all’esercizio precedente (del 10,4% sul triennio), mentre la spesa in<br />

conto capitale è calata del 41% rispetto al 2004.”<br />

A fronte di tali osservazioni, per la risposta, si rinvia a quanto già esposto nel<br />

paragrafo relativo agli equilibri di bilancio e patto di stabilità.<br />

Con riferimento all’aspetto della politica di spesa nell’ambito del “sistema<br />

infrastrutturale per la mobilità” questa Sezione aveva espresso le seguenti<br />

considerazioni:<br />

“Il referto sulla gestione dell’esercizio regionale 2005 si è soffermato sull’analisi<br />

dell’attuazione delle leggi di principio e di programma in materia di “sistema<br />

infrastrutturale per la mobilità” ed in particolare di trasporto pubblico su rotaia nel<br />

triennio 2003-2005, oltre ad una verifica della gestione delle risorse finanziarie impiegate<br />

dalla Regione <strong>Veneto</strong> (Funzione Obiettivo FO18, Area Omogenea AO37 – “Trasporti<br />

Pubblici”), per la parte di responsabilità ad essa attribuita in riferimento alla fase di<br />

pianificazione/coordinamento dei servizi sul territorio.<br />

Nell’ambito di tale settore appare opportuno evidenziare che, rispetto agli esercizi<br />

precedenti, nel 2005 si osserva un drastico ridimensionamenti negli stanziamenti di<br />

competenza, riscontrabile fin dalla formazione del bilancio di previsione (Sico = 637,42<br />

mln di euro, contro 1.112, 62 del 2004 e 797,44 del 2003) e confermato in sede di<br />

rendiconto (Sfco = rispettivamente 692,63, 1.133,87, 1.035,71 mln di euro).<br />

126


Disaggregando il dato in base alla natura della spesa, emerge come, a livello di<br />

autorizzazioni di spesa (Sfco), a fronte di un leggero aumento nei volumi della spesa<br />

corrente (da 317 a 325 mln di euro tra 2003 e 2005), gli investimenti si dimezzino dai<br />

657 mln circa del 2003 (ma 761 nel 2004) ai 341 del 2005. In forte diminuzione anche<br />

gli stanziamenti per il rimborso di prestiti. Diminuisce inoltre l’incidenza della funzione<br />

obiettivo rispetto al complesso della spesa regionale (dall’8,6% del 2003 al 6,2% del<br />

2005 per quanto riguarda gli stanziamenti di competenza), soprattutto in parte<br />

investimenti (dal 16,3% al 14,4%).<br />

Per effetto di tale ridimensionamento, variano anche le incidenze interne alla<br />

funzione obiettivo. Se fino al 2004 essa rappresentava un settore di spesa a prevalente<br />

natura d’investimento (il 67,1% del totale stanziamenti finali e il 51,8% degli impegni),<br />

nel 2005, a livello di stanziamenti finali di competenza, spesa corrente e investimenti<br />

sostanzialmente si equivalgono (47% contro 49,2%), mentre il volume di impegni per le<br />

spese correnti superano gli investimenti (57,4% contro 38,17%).<br />

Detto quadro di riferimento si aggrava se si considera che il comparto ferroviario<br />

nel <strong>Veneto</strong> presenta condizioni di ritardo infrastrutturale, sia rispetto ad altre realtà<br />

italiane, sia in relazione al rapporto tra domanda e offerta. Infatti il sistema ferroviario<br />

regionale è penalizzato dalla presenza, ancora rilevante, di linee a binario singolo e non<br />

equipaggiate elettricamente, e la quota di rete nazionale a doppio binario elettrificata<br />

presente sul territorio veneto è decisamente inferiore rispetto ad altre regioni<br />

settentrionali. Ciò determina il verificarsi di situazioni di criticità delle rete ferroviaria<br />

regionale imputabili all’ormai saturazione degli assi principali, ad una ridotta qualità dei<br />

collegamenti con gli altri punti nevralgici del sistema di trasporto regionale.<br />

Altro elemento di preoccupazione riguarda la gestione dell’Area Omogenea A0037<br />

(Trasporti Pubblici) che costituisce il settore di spesa economicamente più rilevante,<br />

incidendo sul totale della funzione obiettivo per circa il 66% degli stanziamenti finali di<br />

competenza e per il 73% degli impegni, e dove si assiste nel 2005 ad un calo delle<br />

risorse assegnate. Infatti rispetto al 2004 gli stanziamenti di competenza diminuiscono<br />

del 23,5%, del 26% con riferimento al 2003.<br />

In merito alla gestione dell’UPB 0133 (“Interventi strutturali nel trasporto su rotaia<br />

e SFMR”), che gestisce spese d’investimento finanziate con risorse sia regionali (62,5%)<br />

che statali (37,5%), si osserva per quest’ultima nel triennio 2003-2005 una tendenza alla<br />

progressiva diminuzione dei trasferimenti. Nel 2005 infatti gli stanziamenti finali di<br />

competenza (83,6 mln) hanno registrato una flessione del 17% rispetto al 2004 (100,7<br />

mln), del 38,8% con riferimento al 2003 (136,5 mln), in larga parte riconducibile a<br />

capitoli finanziati dallo Stato. Un calo più che proporzionale si registra anche negli<br />

impegni di spesa, che passano dai 82,9 mln del 2003 ai 45,6 mln del 2005 (-45%),<br />

determinando così una flessione nella capacità di impegno, che scende al 54,4% rispetto<br />

127


al 60,8% del 2003. Molto bassa anche la capacità di pagamento sia sullo stanziato<br />

(5,8%, contro il 38,1% del 2004 e il 3,8% del 2003), sia sull’impegnato (10,7%, rispetto<br />

al 49% del 2004 e al 6,2% del 2003). Ulteriore elemento di criticità nell’analisi del<br />

settore è l’aumento del 25%, rispetto al 2004, del volume dei residui passivi finali da<br />

riportare a nuovo esercizio (167,8 mln contro 134,3 mln).”<br />

RISPOSTA DELLA REGIONE<br />

Per quanto riguarda l’attuazione delle leggi di principio e di programma in materia<br />

di “Sistema infrastrutturale per la mobilità” e, in particolare, del “Trasporto pubblico su<br />

rotaia”, si comunica quanto segue:<br />

Per quanto riguarda il calo delle risorse assegnate per l’Area Omogenea<br />

A0037 (Trasporti Pubblici), esso è stato sanato, per il capitolo n. 45770, che<br />

costituisce la voce di spesa più consistente in tale area, in sede di assestamento al<br />

bilancio di previsione 2005, portando la competenza iniziale dalla cifra di 195 milioni di<br />

euro a quella di 201 milioni di euro. Lo stanziamento assestato del 2005, quindi, è<br />

risultato maggiore di quello iniziale del 2004, pari a 200 milioni di euro.<br />

- Con la U.P.B. 0133 è stata prioritariamente finanziata la progettazione e la<br />

realizzazione della 1° fase del Sistema Ferroviario Metropolitano <strong>Regionale</strong><br />

(S.F.M.R) e la progettazione della 2° e 3° fase. In particolare, la realizzazione<br />

della 1° fase è avvenuta per stralci, sulla base della disponibilità delle<br />

progettazioni esecutive, che sono avanzate dando priorità agli interventi più<br />

significativi dal punto di vista economico e i cui impegni risalgono agli anni<br />

precedenti al 2005. Da qui discende la diminuzione degli stanziamenti finali di<br />

competenza del 2005 rispetto agli anni precedenti, commisurata, appunto,<br />

all’avanzamento della progettazione e realizzazione della 1° fase del Sistema<br />

Ferroviario Metropolitano <strong>Regionale</strong>.<br />

- In relazione al citato aumento del volume dei residui passivi finali da riportare<br />

a nuovo esercizio, principalmente costituiti dai capitoli rientranti nell’U.P.B.<br />

0133 (Interventi strutturali nel trasporto su rotaia e S.F.M.R.), quest’ultima<br />

risulta ricomprendere solamente capitoli di spesa di investimento e non di<br />

natura corrente, e in particolare, relativi alla realizzazione del 1° stralcio del<br />

Sistema Ferroviario Metropolitano <strong>Regionale</strong>; non a caso, i lavori<br />

precedentemente appaltati hanno avuto, in alcune situazioni, un avvio<br />

particolarmente contrastato, determinando l’evidenziata bassa capacità di<br />

spesa e l’ulteriore criticità del citato aumento del volume di residui passivi; tale<br />

situazione risulta peraltro oggi in buona parte superata con la piena messa a<br />

regime dei lavori appaltati, e l’ormai prossima conclusione di alcuni lavori<br />

affidati.<br />

128


2.2.4 LA GESTIONE DELLE SPESE NEL 2006<br />

Sul fronte delle spese, la spesa impegnata, ammonta a 17.455 milioni di euro,<br />

di cui 8.719 milioni destinati a finanziare la parte corrente, 1.329 milioni la parte<br />

capitale, 727 milioni destinati al rimborso di prestiti e 6.678 milioni per partite di giro.<br />

Nel riquadro sottostante si illustra la composizione, nell’ultimo triennio, della parte di<br />

spesa più significativa da un punto di vista qualitativo (corrente e di parte capitale), al<br />

netto di partite di giro e rimborso prestiti.<br />

Tav. 26: composizione della spesa in c/competenza (mln di euro)<br />

Previsioni<br />

finali<br />

Impegni<br />

assunti (I)<br />

Capacità di<br />

impegno<br />

(CI)<br />

Pagamenti<br />

(P)<br />

Capacità di<br />

realizzo<br />

(CR)<br />

Residui<br />

formati<br />

Spesa corrente Spesa c/capitale Totale<br />

2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006<br />

8.317 8.693 8.886 4.041 2.366 2.164 12.358 11.060 11.051<br />

8.149 8.413 8.719 2.003 1.300 1.329 10.153 9.714 10.049<br />

97% 96,7% 98,1% 49,5% 54,9% 61,4% 82.1% 87.8% 90.9%<br />

7.005 7.166 7.484 512 322 302 7.518 7.489 7.787<br />

85,9% 85,1% 85,8% 25,5% 24,7% 22,7% 74% 77.1% 77.5%<br />

1.143 1.247 1.235 1.491 977 1.027 2.634 2.224 2.262<br />

I dati della tavola evidenziano, in particolare, che:<br />

- per le spese correnti aumentano la capacità di impegno passata al 98,1% e la capacità<br />

di realizzo (in conto competenza) passata all’85,8%;<br />

- per le spese in conto capitale a fronte di una progressiva diminuzione delle previsioni<br />

finali di competenza (tendenza già evidenziata nel precedente referto), crescono<br />

positivamente sia gli impegni assunti che la capacità di impegno (61,4%);<br />

- in termini cumulativi la capacità di impegno nell’arco di un triennio è aumentata di<br />

quasi 9 punti percentuali e la capacità di realizzo (in conto competenza) di 3,5 punti<br />

percentuali.<br />

Dalla lettura della tab. 7, emergono le seguenti linee di tendenza.<br />

Al netto delle partite di giro gli stanziamenti finali di competenza (Sfco) iscritti<br />

nel Rendiconto generale per l’esercizio 2006 ammontano a 12.625 mln di euro, il 2,2% in<br />

129


più rispetto ai 12.350 mln del 2005. Su base triennale, invece, si assiste ad una<br />

diminuzione pari al –3,1%.<br />

Nel contempo, però, crescono in misura consistente (+9% sul 2005, +3,9% nel<br />

triennio) sia la massa degli impegni (I) sia soprattutto i pagamenti di competenza<br />

(Pco, +11,1%, +10%). In diminuzione, sul triennio, i residui passivi conseguenti la<br />

gestione (Rpes, -14,1%, ma +1,7% rispetto al 2005). Disaggregando il dato in base<br />

alla fonte di finanziamento, si può rilevare come l’incremento negli stanziamenti finali di<br />

competenza sia dovuto esclusivamente da quelli finanziati con entrate regionali (+3,7%<br />

sul 2005, +12,5% nel triennio), mentre diminuiscono le autorizzazioni di spesa di<br />

derivazione statale (-0,8% -50,2%), comunitaria (-4,1%, -32%) e mista (-20,5%, -<br />

28,2%).<br />

Il grafico che segue mostra l’incidenza delle diverse componenti della spesa<br />

autorizzata nel triennio in esame: la spesa corrente rimane stabile (70,4% del totale,<br />

come nel 2005, era al 64,2% nel 2004), cresce quella per il rimborso di prestiti (dal<br />

4,8% del 2004 al 12,5% del 2006), mentre scende ulteriormente il peso degli<br />

investimenti (dal 31% al 17,1%).<br />

80,0%<br />

70,0%<br />

60,0%<br />

50,0%<br />

40,0%<br />

30,0%<br />

20,0%<br />

10,0%<br />

0,0%<br />

Spese correnti 64,2% 70,7% 70,4%<br />

Spese d'investimento 31,0% 19,2% 17,1%<br />

Spese per rimborso prestiti 4,8% 10,1% 12,5%<br />

Nel dettaglio, si osserva quanto segue:<br />

2004 2005 2006<br />

• spesa corrente: con riferimento alle previsioni finali di competenza, si osserva un<br />

aumento su base annua dell’1,8%, inferiore al +4,3% registrato tra 2004 e 2005. Nel<br />

triennio in esame l’incremento è dunque del 6,2%. A crescere sono soprattutto le<br />

spese correnti finanziate con mezzi propri della Regione (+2,5% sul 2005, +7,7% su<br />

base triennale), mentre continuano a scendere quelle da trasferimenti statali (-1,7%,<br />

-15,7%). L’incidenza della spesa corrente finanziata con entrate regionali sale dal<br />

92,2% del 2004 al 93,5% del 2006. Di converso, scende quella derivante da<br />

stanziamenti statali, che passa dal 5,5% del 2004 al 4,4% del 2006. Un aumento<br />

130


percentualmente superiore a quello degli stanziamenti finali di competenza si osserva<br />

sia nella fase degli impegni sia in quella dei pagamenti di competenza che nel 2006<br />

crescono, rispettivamente, del +3,2% e del +4% su base annuale, del +6,6% e<br />

+6,4% nel triennio, soprattutto per quelli derivanti da stanziamenti regionali<br />

(impegni: +2,8%, +8%, pagamenti: +4,7%, +7,5%). Un notevole aumento della<br />

massa impegnata si osserva anche nei finanziamenti statali, ma limitatamente al<br />

2006 (+13,3%, ma –13,9% su base triennale). Diminuisce nell’ultimo anno (-1%,<br />

ma +8% su base triennale) la massa dei residui derivanti dalla gestione di<br />

competenza, anche se con riferimento alla sola spesa finanziata dalla Regione (-<br />

9,8%), mentre crescono quelli di derivazione statale, comunitaria e mista.<br />

• spesa d’investimento: come si può osservare dal grafico che segue, prosegue anche<br />

nel 2006 la tendenza ad una progressiva diminuzione degli stanziamenti finali di<br />

competenza: -8,5% rispetto all’esercizio 2005, -46,4% su base triennale.<br />

4.500,0<br />

4.000,0<br />

3.500,0<br />

3.000,0<br />

2.500,0<br />

2.000,0<br />

1.500,0<br />

1.000,0<br />

500,0<br />

0,0<br />

investimenti totali (Sfco) 2.512,6 2.773,2 3.227,1 4.035,6 4.041,1 2.366,2 2.164,6<br />

investimenti finanziati dalla<br />

Regione<br />

investimenti finanziati da<br />

Stato/UE/Misti<br />

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006<br />

732,4 580,4 852,4 1.030,1 1.299,3 1.075,5 932,8<br />

1.780,2 2.192,8 2.374,7 3.005,5 2.741,8 1.290,7 1.231,8<br />

Tale diminuzione opera sia nella spesa a finanziamento statale, comunitario e<br />

misto, sia in quella derivante da entrate regionali (-13,3% nell’ultimo esercizio, -28,2%<br />

nel triennio) che da sola rappresenta il 45,5% degli investimenti totali.<br />

Diminuiscono anche gli impegni (-33,6% nel triennio, anche se nell’ultimo anno si<br />

è assistito ad un +2,3%), soprattutto di parte regionale (-28,4% nel triennio, -3,3%<br />

rispetto al 2005) e i pagamenti di competenza (-41% su base triennale, -6,3%<br />

nell’ultimo esercizio).<br />

Per una spiegazione delle motivazioni di tali andamenti si rinvia alla risposta<br />

fornita dalla Regione alle osservazioni mosse da questa sezione per l’anno 2006.<br />

131


Aumentano sul 2005 (+5,1%), dopo la consistente riduzione avvenuta nel 2005 (-<br />

34,4%), i residui derivanti dalla gestione di competenza. Fanno eccezione i residui per<br />

spese finanziate da mezzi regionali che presentano un calo del 4,6% rispetto al 2005.<br />

spesa per rimborso prestiti: con riferimento agli stanziamenti finali di competenza, si<br />

osserva un aumento su base annua del 25,7%, che sale al 151,2% nel triennio. Tale<br />

andamento è dovuto al fortissimo aumento registrato nella spesa finanziata con risorse<br />

regionali (dai 580,1 mln del 2004 ai 1.549,5 mln del 2006, +167,1%), mentre quella di<br />

derivazione statale, peraltro economicamente poco rilevante, subisce un forte<br />

ridimensionamento (dai 46,4 mln del 2004 ai 24,6 del 2006, -50,2%).<br />

2.2.5 INDICATORI DELLA GESTIONE DI COMPETENZA<br />

a. CAPACITA’ PREVISIONALE FINALE<br />

- DI ENTRATA (A/Sfco) 61 : il rapporto tra accertamenti e previsioni finali di<br />

competenza, nel 2006, registra un valore dell’88%, con un certo margine di<br />

miglioramento rispetto al dato del 2005 (83%) e del 2004 (84%). In particolare,<br />

l’indicatore registra una percentuale superiore al 100% per ben tre titoli (titolo I^:101%;<br />

titolo II^: 120%; titolo III^: 132%) ed una consistente variazione con riferimento al<br />

titolo V^ (+45% rispetto al +12% del 2005), mentre solo con riferimento alle entrate del<br />

titolo IV^ si segnala una variazione, pur sempre di segno positivo, ma inferiore a quella<br />

dell’anno precedente (+59%% rispetto a + 66% del 2005).<br />

- DI SPESA (I/Sfco): indica il grado di traduzione dei programmi politici in<br />

obbligazioni concrete. E' rappresentata dal rapporto fra impegni di spesa e stanziamenti<br />

finali di competenza. Così come rilevato nei precedenti esercizi, la capacità d’impegno si<br />

mantiene complessivamente elevata (85,3%) ed in ulteriore miglioramento rispetto ai<br />

due esercizi precedenti, con un indice vicino al 100% per quanto attiene alla spesa<br />

corrente (98,1%, rispetto al 96,7% del 2005 e al 97,7% del 2004) soprattutto a<br />

finanziamento regionale (99,4% nel 2006). Ancor più consistente è l’aumento della<br />

capacità d’impegno in parte investimenti, che passa dal 49,6% del 2004 al 61,4% del<br />

2006. A migliorare è soprattutto l’indicatore riferito alla spesa finanziata con risorse<br />

statali e miste, che passano, rispettivamente dal 28,9% del 2004 al 38,8% del 2006 e<br />

dal 62,9% al 72,9%, mentre le performance relative alla spesa regionale si mantengono<br />

sostanzialmente invariate su valori piuttosto elevati (83,9%, rispetto all’84,1% del 2004<br />

61<br />

L’indice nelle precedenti relazioni era indicato con il nome di “grado di realizzazione dell’entrata” e “capacità<br />

di impegno”.<br />

132


e al 75,2% del 2005). Tra le funzioni obiettivo economicamente più rilevanti, si<br />

mantengono su livelli elevatissimi la n. 20 “Interventi sociali” (99,7%) e la n. 19 “Tutela<br />

della Salute” (96,5%), mentre tra quelle in cui prevale la spesa d’investimento, oltre al<br />

dato relativo alla n. 15 “Salvaguardia di Venezia”, i risultati migliori sono quelli registrati<br />

dalla n. 18 “Mobilità regionale” (79,8%), dalla n. 7 “Sviluppo del sistema produttivo e<br />

delle P.M.I.” (86,8%).<br />

b. INDICE DI VARIAZIONE DEGLI STANZIAMENTI<br />

- DI ENTRATA (Sfco-Sico)/Sico: nel 2006 lo scostamento tra previsioni finali<br />

(Sfco) ed iniziali di competenza (Sico) è stato pari al 17%, rispetto al 14% del 2005 e al<br />

7% del 2004. Lo scarto previsionale riguarda quest’anno non tanto le entrate non<br />

direttamente controllabili dall’Ente (Tit. II^ :+29% rispetto al +102% del 2005; Tit. IV^:<br />

+39% rispetto al +54% del 2005) quanto quelle soggette a più consistenti margini di<br />

aleatorietà (Tit. V^: 111% rispetto al 42% del 2005), mentre per le restanti poste di<br />

bilancio lo scarto si attesta su percentuali più ridotte (Tit. I^: 1%; Tit. III^: 3%).<br />

- DI SPESA (Sfco-Sico)/Sico 62 : nel 2006 l’indice segna una variazione in aumento<br />

del + 10,9% (contro il +5,5% del 2005 e il +10,6% del 2004). Le maggiori differenze<br />

si evidenziano negli stanziamenti di spesa per rimborso prestiti, a totale finanziamento<br />

regionale (+94,2%) 63 , mentre in parte corrente e in parte investimenti le variazioni<br />

oscillano tra il +4,3% e il +5,4%. Con riferimento alle fonti di copertura, le variazioni più<br />

consistenti si sono avute negli stanziamenti finanziati con mezzi statali (12,5%),<br />

comunitari (+139,9%), mentre per quelli di provenienza mista (+8%) e regionale<br />

autonoma (+10,8%) si osserva un maggior grado di attendibilità; per quest’ultima,<br />

l’aumento dell’indice rispetto ai due esercizi precedenti (+4,3% nel 2004, +8,9% nel<br />

2005) è interamente dovuto alla variazione negli stanziamenti per restituzione di<br />

anticipazioni finanziarie.<br />

62 indica il grado di attendibilità delle previsioni di bilancio e si esprime come rapporto tra la differenza delle<br />

previsioni finali di competenza con le previsioni iniziali di competenza e le previsioni iniziali di competenza<br />

63 In particolare alla variazione apportata in corso d’esercizio al cap. 08910 “Restituzione di anticipazioni di<br />

cassa al Tesoriere” della F.O.026 “Oneri finanziari” (Sico: 0, Sfco: 807,1 mln).<br />

133


134


LA GESTIONE <strong>DEI</strong> RESIDUI<br />

135


136


2.3.1 RESIDUI ATTIVI<br />

I Residui attivi iniziali (Rai) dei primi cinque titoli dell’entrata ammontano, nel<br />

2006, a ca. 12.190,25 mln di euro con un incremento, rispetto al 2005, del 48%,<br />

superiore a quello avutosi nel biennio 2005/2004 (+38%). Tale incremento è imputabile<br />

all’andamento dei primi tre titoli ( titolo I^:+64%; titolo II^:+20%; titolo III^:+15%),<br />

mentre i titoli IV^ e V^ registrano un decremento, rispettivamente, del –4% e del –1%.<br />

Le riscossioni in conto residui (Rr) sono pari a ca. 5.492,38 mln di euro con<br />

un consistente incremento, rispetto al 2005, del 410%. La variazione riguarda, secondo<br />

percentuali diverse, tutti i titoli (titolo I^:1015%; titolo II^:+27%; titolo III^:+36%;<br />

titolo IV^:+7%; titolo V^:+3%)e si pone in controtendenza rispetto al medesimo dato<br />

del biennio 2005/2004 (-13%).<br />

I riaccertamenti di residui attivi, nel 2006, presentano un saldo negativo<br />

(prevalenza di eliminazioni ed insussistenze rispetto a maggiori riscossioni in c/residui)<br />

pari a -227,06 ml di euro riguardanti, prevalentemente, il titolo I^ (-206,04 mln di<br />

euro) ; seguono il titolo IV^ con –16,91 mln di euro, il titolo II^ con-2,96 mln di euro, il<br />

titolo V^ con-1 mln di euro, ed il titolo III^ con eliminazioni per ca. 0,15 mln di euro;<br />

I Residui attivi derivanti dalla gestione di competenza (Raes): ammontano<br />

nel 2006 a ca. 4.551,30 mln di euro con un decremento, rispetto al 2005, del-7%, dato<br />

questo piu’ favorevole di quello registrato nel biennio 2005/2004 (+35%). Infatti, ad<br />

eccezione del titolo III^ che registra un incremento del +80%, gli altri titoli segnano tutti<br />

un decremento anche di notevole valore (titolo I^:-2%; titolo II^:-5%; titolo IV-35%,<br />

titolo V^: -100%).<br />

I residui attivi finali (Raf), da riportare nell’esercizio 2007, ammontano a ca.<br />

10.986,71 mln di euro, con un decremento del –9%, rispetto al 2005, in netta<br />

controtendenza rispetto al dato del biennio 2005/2004 (+46%). Il decremento riguarda,<br />

in particolare, i titoli I^ (-8%), IV^ (-15%) e V^ (-32%), mentre i restanti titoli<br />

registrano una variazione in aumento (titolo II^: +5%; titolo III^:+46%).<br />

2.3.2 RESIDUI PASSIVI<br />

I residui passivi iniziali (Rpi) iscritti nel Rendiconto generale 2006, al netto di<br />

quelli relativi alle Partite di giro, ammontano a 4.546,5 mln di euro, contro i 4.070,8 mln<br />

del 2005 e i 2.984,32 del 2004 64 . L’incremento è dunque assai sostenuto, del +11,7%<br />

64 In realtà, da un punto di vista meramente quantitativo, il fenomeno dei residui passivi si concentra in un solo<br />

capitolo di spesa 89013, “Restituzione delle anticipazioni mensili da parte dello Stato per il finanziamento del<br />

Servizio Sanitario <strong>Regionale</strong> (D.lgs. 18/02/2000, n. 56 – D.M. 21/02/2001), allocato proprio fra le Partite di<br />

giro di parte corrente. Nel corso del 2006 esso ha presentato il seguente andamento: residui passivi iniziali,<br />

7.682,6 mln; pagamenti in c/residui 4.059,7. I 3.622,9 mln non smaltiti, sommati ai residui formatisi in corso<br />

di esercizio (3.179,3 mln) sono confluiti nei residui passivi da riportare nel 2007, per un importo complessivo di<br />

6.802,2 mln.<br />

137


ispetto al 2005, del +52,3% con riferimento al triennio. A crescere sono soprattutto i<br />

residui iniziali derivanti da spese finanziate con risorse regionali (+25,7%, +66,1%),<br />

mentre un andamento altalenante mostrano sia quelli a finanziamento statale (-8,3% sul<br />

2005, ma +28,3% su base triennale), sia quelli misti (-8,7%, +35,8%). Per quanto<br />

riguarda lo smaltimento dei residui passivi iniziali, si registra un forte aumento dei<br />

pagamenti in c/residui che crescono del 31,8% sul 2005, del 41,4% nel triennio, con<br />

una tendenza sostanzialmente omogenea rispetto alla fonte di finanziamento, mentre i<br />

residui passivi eliminati dalla contabilità (per insussistenza o radiazione), presentano un<br />

incremento su base triennale del +61,8%, determinato da una forte crescita tra 2004 e<br />

2005 (+157,7%), cui è seguita una diminuzione nell’ultimo anno (-37,2%). Per effetto di<br />

tali dinamiche e della contestuale formazione di residui di gestione (2.262,3 mln), i<br />

residui passivi finali ammontano a 4.606,9 mln di euro (secondo la composizione<br />

descritta nel grafico seguente), con un aumento dell’1,3% rispetto al 2005, del 13,2%<br />

sul triennio.<br />

5.000,0<br />

4.500,0<br />

4.000,0<br />

3.500,0<br />

3.000,0<br />

2.500,0<br />

2.000,0<br />

1.500,0<br />

1.000,0<br />

500,0<br />

0,0<br />

residui passivi finali (di cui) 4.070,8 4.546,5 4.606,9<br />

provenienti dal 2005 e<br />

precedenti<br />

provenienti dalla gestione<br />

di competenza<br />

2004 2005 2006<br />

1.436,0 2.321,7 2.344,6<br />

2.634,8 2.224,8 2.262,3<br />

Disaggregando i dati sulla base della fonte di finanziamento, si può osservare<br />

come, nel corso del triennio, i 2/3 dei residui passivi finali derivino da spese finanziate<br />

con risorse regionali, impegnate e non pagate nel corso della gestione. In tale ambito, si<br />

evidenzia una crescita su base triennale del 27,4% dovuta al +28% registrato tra 2004 e<br />

2005 e al lieve calo (-0,4%) avvenuto nell’ultimo esercizio. Andamento opposto a quello<br />

riscontrato nei residui finali di provenienza statale che segnano una variazione sul<br />

triennio pari al –6,4%, dovuta in questo caso ad una diminuzione tra 2004 e 2005 (-<br />

11,4%), cui ha fatto seguito un incremento del 5,7% nell’ultimo anno.<br />

In relazione alla natura della spesa, si evidenzia quanto segue:<br />

138


• spesa corrente: per quanto riguarda i residui passivi iniziali 2006, si tratta di importi<br />

che, ai sensi dell’art. 51, c. 2 della l.r. 39/01, possono essere mantenuti in bilancio<br />

per due anni e che dunque, con la chiusura del prossimo esercizio 2007, dovranno<br />

essere eliminati (radiati) dalla contabilità 65 . Rispetto al 2005 si evidenzia un aumento<br />

del 19,1% che, sommato al +10% registrato tra 2004 e 2005, porta l’incremento su<br />

base triennale al +31%. A crescere sono essenzialmente i residui provenienti da<br />

spese correnti finanziate con mezzi regionali (+37,1% sul 2005, +53,3% triennale),<br />

mentre quelli statali presentano un calo assai consistente, pari a –37,1% rispetto al<br />

2005, a –44,2% nel triennio. Relativamente alle modalità di smaltimento dei residui<br />

iniziali di parte corrente, i pagamenti in c/residui presentano un aumento del 30% sul<br />

2005, del 22,7% su base triennale, sostanzialmente dovuto alla forte crescita di<br />

quelli derivanti da spese a finanziamento regionale (+54,9%, +41,9%); per quanto<br />

concerne i residui passivi eliminati (per economie, insussistenze e/o radiazioni), si<br />

evidenzia invece un leggero calo degli importi nell’ultimo anno (-1%), ma un<br />

incremento su base triennale dell’8%. A tal proposito, si osserva un’alta<br />

concentrazione di residui radiati dalla contabilità in poche funzioni obiettivo 66 ,<br />

peraltro, riferite esclusivamente a spese di natura corrente, cme da norma contabile<br />

regionale. I residui passivi finali (somma dei residui iniziali non smaltiti e di quelli<br />

formatisi nel corso della gestione di competenza) assommano a 1.614,1 mln, lo 0,9%<br />

in meno di quelli registrati nel 2005, ma il +18,4% su base triennale. La provenienza<br />

della spesa (amministrazione generale, settore socio-sanitario in primis) ed il minor<br />

tempo di mantenimento in bilancio dei residui di parte corrente (due anni) fa sì che la<br />

maggior parte dell’accumulazione finale sia dovuta a residui d’esercizio e solo una<br />

minima parte relativa a residui iniziali non smaltiti. Tale tendenza è descritta nel<br />

grafico che segue.<br />

65 In deroga a tale principio contabile, l’art. 3 della l.r. 16 agosto 2007 n. 27, che ha approvato il Rendiconto<br />

generale per l’esercizio 2006, prevede una modifica al termine di mantenimento dei residui passivi di parte<br />

corrente, limitatamente capitolo 100083 “Restituzione dell’eccedenza di gettito totale IRAP e Addizionale<br />

regionale all’IRPEF registrato a consuntivo rispetto alle previsioni (art. 13, comma 4, decreto legislativo 18<br />

febbraio 2000, n. 56). I residui accertati “a decorrere dall’esercizio finanziario 2006 (…) rimangono iscritti in<br />

bilancio fino alla conclusione dei relativi procedimenti di recupero da parte dello Stato”.<br />

66 L’86,3% dei 51,7 mln complessivamente radiati (44,6 mln) sono concentrati in sole 5 funzioni obiettivo<br />

(“Risorse umane e strumentali”, “sviluppo del sistema produttivo e delle P.M.I.”, “Lavoro”, “Turismo”,<br />

“Istruzione e formazione”). La tabella n. 17 dimostra come queste (la cui incidenza sul totale della spesa è pari<br />

al 6,7% degli impegni), abbiano radiato il 16,4% dei 271,3 mln di residui correnti formatisi nel corso della<br />

gestione 2002 (44,6 mln), contro il 4,5% complessivo regionale (51,7 mln su 1.143,7 mln di Rpes) e l’8,2% in<br />

rapporto agli impegni di spesa 2002 (contro lo 0,6% complessivo).<br />

139


2.000,0<br />

1.500,0<br />

1.000,0<br />

500,0<br />

residui passivi finali (di<br />

cui)<br />

provenienti dal 2005 e<br />

precedenti<br />

0,0<br />

provenienti dalla gestione<br />

di competenza<br />

2004 2005 2006<br />

1.363,4 1.628,9 1.614,1<br />

219,8 381,7 379,1<br />

1.143,7 1.247,3 1.235,0<br />

• spesa d’investimento: in crescita anche i residui passivi iniziali derivanti da spese<br />

d’investimento, la cui massa aumenta del 7,9% con riferimento al 2005, del 67,6%<br />

su base triennale, con un andamento che vede crescere di più quelli derivanti da<br />

spese a finanziamento regionale (+17,7% sul 2005, +78,4% nel triennio), ma che<br />

sostanzialmente, si riscontra anche nelle altre fonti di finanziamento (statale, misto),<br />

specie se si considera l’intero arco triennale. Per quanto riguarda l’attività di<br />

smaltimento, si conferma il forte aumento dei pagamenti in c/residui (+34,2% sul<br />

2005, +76,6% nel triennio), anche in questo caso rinvenibile sia nei residui a<br />

finanziamento sia regionale, sia in quelli di derivazione statale e mista. Per quanto<br />

concerne i residui passivi eliminati (solo per economie e/o insussistenze 67 ) l’attività di<br />

smaltimento, dopo aver subito una fortissima accelerazione tra 2004 e 2005 (da 6,3<br />

a 81,6 mln di euro in eliminazioni 68 , pari a +1.192%), ha subito, nell’ultimo anno,<br />

una diminuzione del 55,1% (36,7 mln). Su base triennale, comunque, si rileva un<br />

aumento dei residui eliminati per insussistenza pari a +480,7%, che coinvolge, sia<br />

pure in misura diversa, tutte le fonti di finanziamento. A conclusione dell’iter di<br />

smaltimento, la massa di residui passivi finali da riportare all’esercizio 2007,<br />

comprensivi di quelli formatisi in corso di gestione, presenta un aumento su base<br />

annua del 2,6%, del +10,5% su base triennale. Tale risultato è dovuto<br />

67 L’istituto della radiazione dei residui d’investimento comincerà ad avere effetto a partire dall’esercizio 2009.<br />

Inoltre, l’art. 29 della l.r. 3 febbraio 2006, n. 3 (legge finanziaria regionale per l’esercizio 2006) ha esteso<br />

l’applicazione della “vecchia” normativa sul mantenimento dei residui in bilancio dei residui derivanti da impegni<br />

assunti fino al 31 dicembre 2001, “a tutto l’esercizio 2008” e non già “a tutto l’esercizio 2006” come previsto<br />

originariamente.<br />

68 L’aumento considerevole dei residui eliminati, frutto, evidentemente, di un’attività straordinaria di<br />

ricognizione, è sostanzialmente ascrivibile alla FO015 (Salvaguardia di Venezia) che da sola ha cancellato dalla<br />

140


sostanzialmente ai residui provenienti da spese a finanziamento regionale (+5,1%<br />

rispetto al 2005, +27,9% su base triennale), mentre quelli a finanziamento statale e<br />

misto presentano un calo tra il –8,5% e il –5,5% su base triennale. Il grafico<br />

seguente dimostra la maggiore incidenza dei residui finali provenienti dall’esercizio<br />

2005 e precedenti e non smaltiti nel corso della gestione competenza, rispetto a<br />

quelli formatisi nel 2006.<br />

3.500,0<br />

3.000,0<br />

2.500,0<br />

2.000,0<br />

1.500,0<br />

1.000,0<br />

500,0<br />

0,0<br />

residui passivi finali (di cui) 2.707,4 2.917,6 2.992,8<br />

provenienti dal 2005 e<br />

precedenti<br />

provenienti dalla gestione<br />

di competenza<br />

2004 2005 2006<br />

1.216,3 1.940,1 1.965,5<br />

1.491,2 977,5 1.027,3<br />

Per concludere, il grafico che segue offre un ulteriore dettaglio dello stock dei<br />

residui passivi esistente al 31.12.2006, distinto per esercizio di provenienza. Anche in<br />

questo caso sono esclusi i residui delle partite di giro (6.822,2 mln formatisi tra il 1992 e<br />

il 2006), per la gran parte riconducibili al capitolo 89013 “Restituzione delle anticipazioni<br />

mensili da parte dello Stato per il finanziamento del Servizio Sanitario <strong>Regionale</strong>”.<br />

2006<br />

2002<br />

141<br />

2003<br />

2005<br />

2004<br />

contabilità circa 41 degli 81,6 mln di euro di economie/insussistenze di residui passivi d’investimento iscritte nel


Va osservato come la vetustà dello stock di residui sia condizionata dalla natura<br />

della spesa originaria. A partire dall’esercizio 2002, sono stabiliti in 2 anni i termini di<br />

conservazione a bilancio dei residui di parte corrente, in 7 anni quelli d’investimento.<br />

Pertanto, le funzioni obiettivo a prevalente o totale spesa d’investimento<br />

risulteranno gestire residui più “vecchi” rispetto a quelle a prevalente o totale spesa<br />

corrente (al 31.12.2006 più dei 2/3 dei residui provenienti da impegni 2002 risultano<br />

iscritti nelle funzioni obiettivo FO018 “Mobilità regionale” (55,9%) e “Salvaguardia di<br />

Venezia” (12,7%).<br />

2.3.3 LA GESTIONE <strong>DEI</strong> PERENTI<br />

Con la soppressione dell’istituto della perenzione amministrativa, prevista dalla<br />

vigente normativa contabile regionale (L.R. 29 novembre 2001, n. 39), i residui passivi<br />

per i quali il dirigente della struttura regionale competente dichiara la necessità di<br />

mantenimento a bilancio, possono essere conservati nella contabilità dell’Ente per non<br />

più di 2 anni successivi al perfezionamento dell’impegno, se relativi a spese correnti, per<br />

non più di 7 se derivanti da spese d’investimento.<br />

Decorsi tali termini, i residui che nel frattempo non siano stati eliminati per<br />

insussistenza, vengono radiati dalla contabilità. All’eventuale liquidazione delle spese<br />

relative ai residui passivi radiati dalla contabilità, ma per i quali continua a sussistere<br />

l’obbligazione giuridica 69 , il dirigente responsabile della struttura regionale provvede<br />

impegnando la relativa somma sullo stanziamento di competenza del bilancio di<br />

previsione annuale, con riferimento al capitolo di spesa su cui originariamente era stato<br />

assunto l’impegno.<br />

Una volta entrato a regime, il nuovo meccanismo consentirà:<br />

1) il definitivo smaltimento dello stock accumulatosi negli anni (era pari a 860<br />

mln di euro a fine 2003, è sceso a 285 mln a fine 2006), considerato che a<br />

partire dall’esercizio 2004 non è più possibile la formazione di nuovi residui<br />

perenti;<br />

2) l’eliminazione dal bilancio di risorse “improduttive” quali i fondi per il<br />

pagamento dei residui perenti, attualmente costituito solo per la parte<br />

d’investimento (FO024 “Fondi Indistinti”, capp. 83800 e 84100);<br />

3) una maggiore responsabilizzazione dei dirigenti responsabili dei centri di<br />

rendiconto generale del 2005.<br />

spesa a completare l’iter di spesa entro i termini previsti, nonché a porre in<br />

essere più regolari ed incisive ricognizione sulla consistenza della stessa.<br />

Soprattutto perché, in caso di motivata richiesta da parte dei creditori,<br />

142


l’onere del pagamento ricadrà direttamente sugli stanziamenti di<br />

competenza assegnati a ciascun centro di responsabilità.<br />

Il grafico che segue mostra l’evoluzione dello stock dei perenti dal 1986 al 2006<br />

ed il suo progressivo assottigliamento a partire dal 2004.<br />

1.200<br />

1.000<br />

800<br />

600<br />

400<br />

200<br />

0<br />

1986<br />

1987<br />

1988<br />

1989<br />

1990<br />

1991<br />

1992<br />

1993<br />

1994<br />

1995<br />

1996<br />

La tab. 28 riporta il quadro dimostrativo della formazione e dello smaltimento dei<br />

residui dal 1986 al 2006: dalla lettura dei dati si evince come, a partire dall’esercizio<br />

2004, non vi sia più formazione di ulteriori residui perenti e dunque lo stock sia destinato<br />

progressivamente a ridursi, per estinguersi definitivamente nei prossimi esercizi.<br />

2.3.4. GLI INDICATORI DELLA GESTIONE <strong>DEI</strong> RESIDUI<br />

a. INDICE DI SMALTIMENTO GENERALE <strong>DEI</strong> RESIDUI<br />

ATTIVI (Rr+Rar)/Rai: nel 2006 si registra un miglioramento del valore di questo<br />

indicatore (43%) rispetto agli esercizi precedenti (nel 2004 19% e nel 2005<br />

13%). La capacità di smaltimento migliora con riferimento a tutte le tipologie di<br />

entrata secondo le seguenti percentuali: Tit. I^: 46% (7% nel 2005); Tit.<br />

II^:39% (38% nel 2005); Tit. III^:60% (51% nel 2005); Tit.24% (23% nel<br />

69 Il relativo debito è iscritto tra le passività del Conto del Patrimonio.<br />

143<br />

1997<br />

1998<br />

1999<br />

2000<br />

2001<br />

2002<br />

2003<br />

2004<br />

2005<br />

2006


2005); Tit. V^:32% (31% nel 2005). I successivi due indici scompongono il dato<br />

a seconda che lo smaltimento sia dovuto a riscossioni o a eliminazioni;<br />

PASSIVI (Pr+Rpe)/Rpi: è il rapporto fra la somme dei pagamenti in c/residui e dei<br />

residui eliminati (per economie e/o per perenzione amministrativa) e i residui<br />

passivi iniziali. Determina la dinamica della formazione dei residui passivi. Nel<br />

2006 il grado di smaltimento complessivo è stato del 48,4%, contro il 43% del<br />

2005 e il 51,9% del 2004. Anche in questo caso, la diversa tempistica dei processi<br />

di spesa fa sì che la velocità di smaltimento risulti maggiore per i residui di parte<br />

corrente (76,7%) rispetto a quelli d’investimento (32,6%). Disaggregando il dato<br />

si può osservare come l’entità dello smaltimento sia maggiore per i residui<br />

derivanti da spese regionali (50,8%) rispetto a quelli di fonte statale (43,8%). Le<br />

diverse modalità di smaltimento dei residui assumono significati gestionali molto<br />

diversi: positivi, nel caso dei pagamenti, problematici nel caso dell’insussistenza<br />

e/o della radiazione.<br />

b. INDICE DI SMALTIMENTO PER CASSA <strong>DEI</strong> RESIDUI<br />

- ATTIVI PER RISCOSSIONI (Rr/Rai) 70 : l’indicatore registra performance migliori<br />

(45%) dell’esercizio precedente (nel 2005: 13%): in particolare: il tit.I^ passa dal<br />

7% del 2005 al 48% del 2006, il titolo II^ dal 38% del 2005 al 40% del 2006; il tit.<br />

III^ dal 52% del 2005 al 62% del 2006, il tit. IV^ dal 23% del 2005 al 26% del<br />

2006; il tit. V^ dal 30% del 2005 al 32% del 2006.<br />

- PASSIVI PER PAGAMENTI (Pr/Rpi): nel 2006 ha raggiunto il 46,4%, contro il<br />

39,3% del 2005 e il 49,9% del 2004. Più alto il valore relativo ai residui di parte<br />

corrente (73,2%), soprattutto a finanziamento regionale (75,5%), mentre i<br />

pagamenti di residui d’investimento hanno raggiunto il 31,4%, con un miglioramento<br />

delle performance rispetto ai due esercizi precedenti (25,2% nel 2005, 29,8% nel<br />

2004), in particolare per quanto riguarda i residui a finanziamento statale (39,3%,<br />

contro il 28,2% del 2005 e il 28,8% del 2004).<br />

c. INDICE DI SMALTIMENTO PER RIACCERTAMENTO <strong>DEI</strong> RESIDUI 71<br />

- ATTIVI (Rae/Rai): nel 2006 lo smaltimento dei residui per effetto di<br />

riaccertamenti in meno (eliminazioni) assume il valore del 2% (nel 2005 dello<br />

70 Indice nuovo che esprime la capacità di riscossione/pagamento dei residui<br />

71 Indice nuovo che esprime il grado di eliminazione dei residui<br />

144


0,01%) e ha riguardato, soprattutto, il titolo I^, sia in termini percentuali che<br />

assoluti (-206,04 ml di euro).<br />

- PASSIVI (insussistenze/radiazioni) (Rpe/Rpi): il valore del 2006 (2,1%) è<br />

inferiore a quello registrato nel 2005 (3,7%) e sostanzialmente in linea con quello<br />

del 2004 (2%). Relativamente alla natura della spesa, molto più alti i valori nella<br />

parte corrente (3,6%), soprattutto nella spesa di derivazione non regionale<br />

autonoma (statale, comunitaria, mista) rispetto alla parte investimenti (1,3%),<br />

con un andamento riscontrabile anche nei due esercizi precedenti. Disaggregando<br />

ulteriormente il dato, si osserva che mentre in parte investimenti, non essendo<br />

ancora stati applicati i termini di mantenimento in bilancio dei relativi residui<br />

passivi ex l.r. 39/01 (7 anni a decorrere dall’esercizio 2002), i residui sono<br />

eliminati solo per economie ed insussistenze, in parte corrente prevalgono le<br />

radiazione dalla contabilità (51,7 mln) rispetto alle economie/insussistenze (6,2<br />

mln). Stessa proporzione si riscontra anche nei precedenti due esercizi.<br />

d. INDICE DI ACCUMULAZIONE <strong>DEI</strong> RESIDUI<br />

- ATTIVI (Raf-Rai)/Rai: tale indicatore, nel 2006, registra, per la prima volta<br />

nel triennio, un valore di segno negativo (-10%) in miglioramento rispetto al<br />

dato del 2004 (+38%) e del 2005 (46%). La diminuzione nella accumulazione dei<br />

residui riguarda, in particolare, i titoli I^ (-8% a fronte del 64% del 2005), IV^ (-<br />

15% a fronte del –4% del 2005) e V^ (-32% a fronte del –1% del 2005 mentre i<br />

titoli II^ e III^ registrano un incremento di segno positivo (rispettivamente +5%<br />

rispetto al +20% del 2005 e + 46% rispetto al + 15% del 2005)<br />

- PASSIVI (Rpf-Rpi)/Rpi: è il rapporto fra la differenza tra residui passivi finali e<br />

iniziali con i residui passivi iniziali; misura il volume dei residui conseguenti alla<br />

gestione complessiva della spesa. Nel 2006 lo stock finale di residui passivi (4,6<br />

mln) supera di appena l’1,3% quello di inizio esercizio (4,5 mln), dopo che nel<br />

2005 tale indice aveva raggiunto l’11,7%, il 36,4% nel 2004. Tale rallentamento è<br />

dovuto, da una parte, dalla buona attività di smaltimento appena descritta,<br />

dall’altra dalla bassa crescita dei residui prodotti dalla gestione di competenza<br />

2006 rispetto agli esercizi precedenti. A conferma di ciò, l’indice di accumulazione<br />

per effetto dell’esercizio di competenza (rapporto tra residui di gestione ed<br />

impegni) presenta un valore del 21% nel 2006, migliore rispetto sia al 2005<br />

(22,5%) sia al 2004 (25,4%). Rispetto alla natura della spesa si conferma la<br />

maggiore attitudine all’accumulazione nei residui di natura d’investimento (2,6%),<br />

rispetto a quelli correnti che, anzi, segnano un valore negativo (-1%). Circa la<br />

145


fonte di finanziamento, le maggiori percentuali di accumulazione si riscontrano tra<br />

i residui provenienti da spese statali (6,2%), in particolare di natura corrente<br />

(65,1%), mentre per quelli di derivazione regionale si assiste invece ad una<br />

diminuzione pari allo 0,2%, particolarmente cospicuo in parte corrente (-7,6%).<br />

e. INDICE DI ACCUMULAZIONE <strong>DEI</strong> RESIDUI IN CONTO COMPETENZA 72 :<br />

ATTIVI (Raco/A): l’indicatore assume un valore del 43% migliore rispetto al dato<br />

del 2005 (52%): il miglioramento riguarda tutti i titoli, ad eccezione del titolo III^<br />

(dal 9% del 2005 al 13% del 2006) 73 .<br />

PASSIVI (Rpes/I): per quanto concerne le spese, si assiste ad un miglioramento<br />

del valore, che passa dal 25,4% del 2004 al 21% del 2006 per effetto della<br />

maggiore capacità di pagamento sulla competenza registrata nel triennio. Il<br />

miglioramento della performance si evidenzia in 14 delle 28 funzioni obiettivo<br />

esaminate ed è particolarmente rilevante nella FO006 “Agricoltura e sviluppo<br />

rurale”, che passa dal 55,4% del 2004 al 23,9% del 2004, nella FO011 “Turismo”<br />

(dall’80% al 63,8%).<br />

72<br />

Indice nuovo che esprime il grado di formazione dei residui derivanti dall’esercizio di competenza.<br />

73<br />

In particolare:Tit. I^ dal 54%al 52%; Tit. II^ dal 26% al 25%; Tit. IV^ dal 58% al 43%; Tit. V^ dall’84%<br />

allo 0%.<br />

146


LA GESTIONE DI CASSA<br />

147


148


2.4.1 RISCOSSIONI<br />

Gli stanziamenti iniziali di cassa (Sica): ammontano, nel 2006, a 13.109,42<br />

mln di euro segnando una diminuzione del –14% rispetto al 2005 (in controtendenza<br />

rispetto allo stesso dato del biennio 2005/2004:+10%).<br />

Gli stanziamenti finali di cassa (Sfca): ammontano a 23.266,48 mln di euro<br />

registrando una variazione significativa (+23%) rispetto allo stesso dato del 2005.<br />

Le Riscossioni in conto competenza (Rco): sono pari a ca. 6.054,85 mln di<br />

euro e registrano un rilevante incremento (+34%) rispetto al dato del biennio<br />

2005/2004 (-17%), secondo le seguenti percentuali: titolo I^: +10% (nel biennio<br />

2005/2004:-12%); titolo II^:+3% (nel biennio 2005/2004: -6%); titolo III^:+24%<br />

(nel biennio 2005/2004:-19%); titolo IV^:+19% (nel biennio 2005/2004: +36%);<br />

titolo V^: 2911% (nel biennio 2005/2004: -91%).<br />

Le Riscossioni complessive (Rc): ammontano a ca. 11.483,06 mln di euro con<br />

un incremento assai rilevante pari a + 105%, in controtendenza rispetto al decremento<br />

del –16% avutosi nel biennio 2005/2004. L’aumento riguarda, in particola le entrate dei<br />

titoli I^ (+116%) IV^ (+19%) e V^ (+439%), mentre le entrate dei titoli II^ e III^<br />

registrano un decremento, rispettivamente, del –13% e-19% analogo al dato riferibile al<br />

biennio 2005/2004. Il risultato nettamente positivo della riscossione delle entrate<br />

tributarie complessive (quindi sia in conto competenza che in conto residui), balzata dai<br />

3.988.152.351,51 euro del 2005 agli 8.618.863.175,91 euro del 2006 deriva in misura<br />

consistente dalla riscossione dell’IRAP derivante da esercizi precedenti (passata dai<br />

18.788,51 euro del 2005 ai 3.590.222.264,35 euro del 2006).<br />

2.4.2 PAGAMENTI<br />

Gli stanziamenti finali di cassa, iscritti nel Rendiconto generale del 2006, al<br />

netto delle partite di giro della FO027 ammontano a 30.941,4 mln di euro. Rispetto al<br />

2005 si osserva un aumento del 4%, mentre nel triennio la massa spendibile registra una<br />

diminuzione dello 0,7%. Disaggregando il dato in base alla fonte di finanziamento, si<br />

rileva un aumento negli stanziamenti di cassa finanziati con risorse regionali (+8,6%,<br />

+12,5% nel triennio) e comunitarie (+25,2% sul 2005, ma –14,8% su base triennale) ed<br />

una contestuale forte diminuzione in quelli a finanziamento statale (-15,1%, -44,6%) e<br />

misto (-16,9%, -23,6%). A fronte di tali stanziamenti, si sono avuti pagamenti<br />

complessivi (competenza + residui) pari a 10.622 mln di euro, il 14,7% in più rispetto<br />

al 2005, +15,1% su base triennale. Anche in questo gli aumenti sono sostanzialmente<br />

ascrivibili alle spese a finanziamento regionale, mentre per quelle statali si registra una<br />

149


diminuzione con riferimento sia al 2005 sia al triennio. Per quanto concerne la natura<br />

della spesa, si osserva quanto segue:<br />

• spesa corrente: rispetto al 2005 gli stanziamenti finali di cassa conseguono un<br />

aumento del +5,8%; su base triennale la crescita si attesta al +8,2%. Tale tendenza<br />

va ricondotta essenzialmente alla spesa finanziata con entrate regionali (+8% sul<br />

2005, +13,2% nel triennio), mentre per quelle a finanziamento statale e misto si<br />

osserva una diminuzione pari, rispettivamente, al –20,5% –35,1% e al –31,8%, -<br />

50,3%. Sostanzialmente simile è la situazione legata ai pagamenti complessivi,<br />

atteso che l’aumento registrato sia sull’esercizio 2005 (+6,9%) sia su base triennale<br />

(+8,4%) appare in larga parte dovuto ai pagamenti finanziati con mezzi regionali<br />

(+8,9%, +10,8%), mentre quelli di derivazione statale segnano un calo<br />

rispettivamente del –33,9% e del –40,4%;<br />

• spesa d’investimento: in questo caso la diminuzione degli stanziamenti finali di cassa<br />

è globale, a prescindere cioè dalla fonte di finanziamento: più consistente nella spesa<br />

finanziata con risorse statali (-13,5% sul 2005, -47% su base triennale), risulta in<br />

calo anche quella a finanziamento regionale (-1,8%, -30,8%), comunitario (-9,4%<br />

rispetto al 2004) e misto (-11% sul 2005, -9% nel triennio). Per quanto concerne,<br />

invece, i pagamenti complessivi, si assiste ad un aumento generalizzato: +24,3%<br />

rispetto al 2005 e +2,4% nel triennio quelli derivanti da spese a finanziamento<br />

regionale; +21,7% e +43.3% per quelli a finanziamento statale; +5,5% e +49,9%<br />

per i pagamenti derivanti da finanziamenti misti. In calo solo i pagamenti per<br />

investimenti di provenienza comunitaria (-31% sul triennio).<br />

• spesa per rimborso prestiti: gli stanziamenti finali di cassa conseguono un forte<br />

aumento sia su base annuale (+25,7%) sia rispetto al triennio (+151,2%, per effetto<br />

del +99,9% registrato tra 2004 e 2005). A crescere sono soprattutto quelli derivanti<br />

da spese finanziate con mezzi regionali (+26,1%, +167,1% nel triennio), mentre gli<br />

stanziamenti di provenienza statale, pur conseguendo un +4,1% nell’ultimo anno,<br />

presentano una pesante flessione su base triennale (-47,1%). La medesima<br />

tendenza è osservabile anche nei pagamenti complessivi.<br />

150


2.4.3 GLI INDICATORI DELLA GESTIONE DI CASSA<br />

a. VELOCITA’ DI CASSA GENERALE 74 :<br />

DI ENTRATA Rc/(A+Rai): il rapporto dato dal complesso delle riscossioni (in conto<br />

competenza ed in conto residui) sulla massa riscuotibile (accertamenti e residui<br />

attivi iniziali) presenta un notevole miglioramento rispetto ai valori degli esercizi<br />

precedenti: si passa, infatti, dal 32% del 2005 al 50% del 2006. Anche in questo<br />

caso la variazione in aumento riguarda tutti i titoli dell’entrata 75 , ad eccezione del<br />

Titolo III^ (86% nel 2005 e 84% nel 2006).<br />

DI SPESA Pc/(I+Rpi): esprime la capacità di tradurre in pagamenti l’insieme delle<br />

risorse messe a disposizione ed è data dal rapporto percentuale fra i pagamenti<br />

totali e la somma degli impegni e dei residui passivi iniziali. Nell’esercizio 2006 il<br />

valore registrato (69,3%) risulta superiore sia al 2005 (66,3%) sia al 2004<br />

(69,1%). Si riscontra anche in questo caso una sostanziale invarianza nella<br />

percentuale relativa alla spesa corrente (intorno all’84% medio nel triennio),<br />

mentre migliora il dato della spesa d’investimento che sale al 28,7% (era 25,1%<br />

nel 2005, 27,5% nel 2004. Particolarmente alto, ed in notevole ulteriore<br />

miglioramento rispetto ai due esercizi precedenti, il valore relativo alla spesa<br />

d’investimento finanziata con risorse statali, che passa dal 22,7% del 2004 al<br />

31,4% del 2006.<br />

b. VELOCITA’ DI CASSA IN CONTO COMPETENZA 76<br />

- DI ENTRATA (Rco/A): l’indicatore precedente, riferito alle entrate in conto<br />

competenza, registra nel 2006 una percentuale del 57% , migliore rispetto al<br />

dato del 2005 (48%) e pressochè analoga alla performance del 2004 (60%). La<br />

variazione riguarda tutti i titoli, ad eccezione del titolo III^ (87% nel 2006<br />

rispetto al 91% del 2005); in particolare si evidenzia il dato riferibile al titolo V^<br />

(100% nel 2006 rispetto al 16% del 2005) 77 .<br />

- DI SPESA (Pco/I): misura la quota degli impegni che si traducono in effettivi<br />

pagamenti nell’esercizio di competenza. Importante, inoltre, perché consente di<br />

valutare la maggiore o minore capacità di formazione di residui passivi di<br />

gestione. Rispetto ai due esercizi precedenti si osserva un miglioramento<br />

74<br />

Indice nuovo che esprime la capacità di riscuotere le entrate e di pagare le spese sia se derivanti<br />

dall’esercizio di competenza sia se derivante dai residui attivi<br />

75<br />

Tit. I^: 48% (29% nel 2005); Tit. II^: 63% ( 62% nel 2005); Tit. IV^: 33% (28% nel 2005); Tit. V^: 74%<br />

(27% nel 2005).<br />

76<br />

Indice nuovo che esprime la capacità di riscossione e di pagamento in conto competenza<br />

151


complessivo: 79% nel 2006, rispetto al 74,6% del 2004 e al 77,5% del 2005.<br />

Disaggregando il dato, tuttavia, si evidenzia come la capacità di pagamento delle<br />

spese correnti si mantenga su livelli elevati (88,7%, sostanzialmente stabile sul<br />

triennio), mentre in parte investimenti, anche in virtù di processi di spesa assai<br />

più lenti e farraginosi, non solo rimanga assai bassa ma, anzi, tenda a peggiorare<br />

ulteriormente (22,7% nel 2006, contro 24,8% nel 2005 e 25,6% nel 2004).<br />

Peggiorano soprattutto i valori relativi ai pagamenti di spese a finanziamento<br />

statale (13,2% nel 2006, contro il 17,5% del 2004 e il 20,3% del 2005), mentre<br />

per quelle finanziate con mezzi regionali, dopo il 33,8% segnato nel 2004,<br />

l’indicatore scende al 28% nel 2005 per risalire al 29,1% nel 2006. Assai<br />

diversificate le performance a livello di singole funzioni obiettivo, con valori più<br />

elevati in quelle a prevalente spesa corrente e più bassi dove maggiore è la spesa<br />

in c/capitale. In quest’ultimo caso, poi, ad incidere ulteriormente è la maggiore o<br />

minore presenza di spese finanziate con assegnazioni statali. Molto alte, dunque,<br />

le performance delle funzioni obiettivo n. 1, 19 e 20, a prevalente spesa corrente,<br />

che conseguono valori tra l’81 e il 90%. Di converso, valori molto bassi si<br />

riscontrano nelle funzioni obiettivo n. 4, 7, 15 e 28, in cui prevale la spesa<br />

d’investimento, con valori tra lo 0 e il 17,4%.<br />

c. CAPACITA’ PREVISIONALE FINALE 78<br />

DI RISCOSSIONE (Rc/Sfca): con riferimento alle previsioni finali di cassa (Sfca)<br />

l’indicatore summenzionato si ridimensiona su percentuali piu’ ridotte (49%<br />

rispetto al 29% del 2005).<br />

DI PAGAMENTO (Pc/Sfca): è il rapporto tra le somme complessivamente pagate<br />

(competenza+residui) e gli stanziamenti finali di cassa. Nel 2006 sale al 64,9%<br />

(contro il 58,9% del 2005 e il 56% del 2004), con una punta del 70%<br />

relativamente alla spesa finanziata con mezzi regionali. E mentre rimangono<br />

sostanzialmente invariate le percentuali relative alla spesa corrente, intorno al<br />

76% nel corso del triennio, si rileva una forte crescita nell’indicatore di parte<br />

investimenti, che passa dal 19,3% del 2004 al 35,7% del 2006, particolarmente<br />

elevata, anche in questo caso, nella spesa a finanziamento regionale (43,6% nel<br />

2006).<br />

77<br />

Gli altri titoli registrano le seguenti percentuali: tit. I^: +48% (nel 2005:+46%); tit. II^: 75% (nel 2005<br />

74%); tit. IV^: 57% (nel 2005: 42%).<br />

152


d. INDICE DI VARIAZIONE DELLA PREVISIONE 79<br />

DELLE RISCOSSIONI (Sfca-Sica)/Sica. L’indicatore, riferito alle previsioni di<br />

cassa, registra un valore decisamente elevato (77%), non solo rispetto al valore<br />

che lo stesso indicatore assume con riferimento alla competenza (17%), ma<br />

anche rispetto allo stesso dato dell’esercizio precedente (25%), dovuto<br />

essenzialmente alla dinamica correlata alla provvista di cassa condizionata alla<br />

effettiva esigenza di liquidità. Lo scostamento tra previsioni iniziali e finali di cassa<br />

riguarda, soprattutto, il titolo V^ (170%), il titolo IV^ (92%), il titolo I^ (68%)<br />

ed il titolo II^ (52%) mentre il titolo III^ si attesta su percentuali piu’ contenute<br />

(11%).<br />

<strong>DEI</strong> PAGAMENTI (Sfca-Sica)/Sica: Nel 2006 l’indice ha raggiunto il 22,1%,<br />

contro il 19,7% del 2005 e il 12% del 2004. Tale tendenza è in larga parte dovuta<br />

alla variazione intervenuta in parte investimento (36% nel 2006, 44,6% nel 2005,<br />

28,9% nel 2004) ed in special modo nella spesa a finanziamento regionale<br />

(36,3%).<br />

78 Indice nuovo che esprime la capacità di prevedere la riscossione e il pagamento<br />

79 Indice nuovo che esprime il grado di attendibilità delle previsioni di cassa e si esprime come rapporto tra la<br />

differenza delle previsioni finali di cassa con le previsioni iniziali di cassa e le previsioni iniziali di cassa<br />

153


154


SEZIONE III<br />

FUNZIONAMENTO <strong>DEI</strong> CONTROLLI INTERNI<br />

155


156


3.1 PREMESSA. OGGETTO DELL’INDAGINE<br />

In ottemperanza a quanto stabilito dalla delibera di questa Sezione del controllo n.<br />

1/2007/ind.Pr. del 12 gennaio 2007, avente ad oggetto il programma dei controlli sulla<br />

gestione per l’anno 2007, in questa sezione si dà conto della verifica dell’istituzione e del<br />

funzionamento dei controlli interni nell’ambito della Regione <strong>Veneto</strong>. Tale verifica trova il<br />

proprio fondamento normativo nella disposizione di cui all’art. 3, comma 4, della legge<br />

20/94 e succ. modificazioni, che attribuisce alla Corte dei conti la competenza a svolgere<br />

.“…anche in corso di esercizio, il controllo successivo sulla gestione del bilancio e del<br />

patrimonio delle amministrazioni pubbliche, nonché sulle gestioni fuori bilancio e sui<br />

fondi di provenienza comunitaria, verificando la legittimità e la regolarità delle gestioni,<br />

nonché il funzionamento dei controlli interni a ciascuna amministrazione. Accerta, anche<br />

in base all'esito di altri controlli, la rispondenza dei risultati dell'attività amministrativa<br />

agli obiettivi stabiliti dalla legge, valutando comparativamente costi, modi e tempi dello<br />

svolgimento dell'azione amministrativa (…)”.<br />

Successivamente, l’art. 7, comma 7, della legge 131/2003 recante "Disposizioni<br />

per l'adeguamento dell'ordinamento della Repubblica alla legge costituzionale 18 ottobre<br />

2001, n. 3”, nel confermare tale attribuzione, ha assegnato alla Corte dei conti il compito<br />

di verificare, nel rispetto della natura collaborativa del controllo sulla gestione, (anche) il<br />

funzionamento dei controlli interni, con obbligo di riferire sugli esiti delle verifiche,<br />

esclusivamente, ai consigli degli enti controllati.<br />

In particolare, si è inteso riscontrare se il sistema dei controlli interni, a distanza<br />

di quasi 10 anni dalla sua regolamentazione ad opera del legislatore ordinario (D.Lgs<br />

286/99 80 ), sia stato recepito dall’amministrazione regionale come un mero adempimento<br />

di legge o, piuttosto, come una opportunità di miglioramento collegata alla esigenza di<br />

ottimizzare, progressivamente, la propria azione amministrativa. Infatti, come è stato<br />

efficacemente osservato (cfr. delibera Corte dei conti-Sez. Autonomie n. 8/2003 avente<br />

ad oggetto la Relazione al Parlamento sui risultati della indagine sulla valutazione del<br />

funzionamento dei controlli interni negli enti locali per l’anno 2002), “…con il passare del<br />

tempo anche il semplice “inadempimento” assume una connotazione diversa: mentre<br />

subito dopo la istituzione dei controlli interni, “l’inadempimento” costituiva un mero dato<br />

quantitativo (…) oggi, trascorsi vari anni dalla loro previsione, “l’inadempimento” diventa<br />

un dato significativo per verificare il grado di fattibilità ed utilità del sistema e per<br />

comprendere le cause di una attuazione molto differenziata dei precetti legislativi”.<br />

80 Tale decreto ha introdotto una disciplina organica dei controlli interni nelle pubbliche amministrazioni; fino ad<br />

allora tali controlli erano stati regolamentati in maniera frammentaria:gli elementi di novità del decreto 286<br />

rispetto alla previgente disciplina (in partic. D Lgs 29/93) sono rappresentati dalla maggiore chiarezza nella<br />

individuazione delle varie tipologie di controllo, con l’affidamento delle medesime a strutture ben distinte ed<br />

autonome tra loro, nonché nell’attribuzione agli Enti territoriali di una certa flessibilità nella strutturazione dei<br />

controlli, al fine di renderla funzionale alle proprie esigenze organizzative.<br />

157


Da un lato la legge (D.Lgs 286/99) prescrive che le pubbliche amministrazioni<br />

adottino un sistema di controlli interni (tale prescrizione risulta “mitigata”, nei suoi<br />

contenuti precettivi, dalla disposizione che prevede che i principi generali in tema di<br />

controllo interno siano “applicabili dalle Regioni nell'ambito della propria autonomia<br />

organizzativa e legislativa” 81 ), dall’altro tale sistema può ritenersi efficacemente<br />

implementato solo se la scelta di avvalersene sia stata avvertita come una esigenza<br />

imprescindibile dalla stessa Amministrazione poiché, in caso contrario (ove prevalesse,<br />

unicamente, la motivazione di mero rispetto formale delle prescrizioni normative) non si<br />

otterrebbe l’effetto di “orientare” i comportamenti amministrativi (in ciò consiste la<br />

finalità dei controlli interni), ma ci si troverebbe di fronte, sostanzialmente, ad un mero<br />

esercizio di burocrazia.<br />

Sono state utilizzate, quali parametri di valutazione, le disposizioni recate dalla<br />

normativa statale e regionale in materia nonché i criteri e le indicazioni fornite dalle<br />

deliberazioni della Corte dei conti a livello centrale, dall’INTOSAI e dalle “Linee guida per<br />

i controlli interni” pubblicate dalla Corte dei conti Europea; ci si è avvalsi, altresì, delle<br />

risultanze emerse in sede di indagine svolta da questa stessa Sezione nella Relazione<br />

annuale ex art 3 legge 20/1994 -esercizio 2001.<br />

L’indagine si è arricchita, inoltre, delle risposte fornite dalla Regione ad appositi<br />

questionari inviati con la prima richiesta istruttoria.<br />

Come già anticipato all’inizio del referto, è stata esaminata un’altra forma di<br />

controllo che viene esplicata dalla Regione sugli enti di diritto privato a partecipazione<br />

regionale (totale, maggioritaria, minoritaria), che pur non rientrando nell’elencazione dei<br />

controlli interni prevista dalla precitata disciplina legislativa, contribuisce a delineare il<br />

quadro delle attività di controllo esercitate dalla Regione medesima. Si è, peraltro,<br />

tralasciato di considerare altre tipolgie di controllo svolte dalla Regione su enti regionali<br />

di diritto pubblico (agenzie, istituti, fondazioni, enti parco, ULSS e così via) che pure<br />

costituiscono un importante frammento della governance regionale e mezzo per<br />

l’attuazione della programmazione.<br />

Secondo definizioni ormai ben note, l’attività di controllo si sostanzia in un<br />

riesame, da parte di un organo, di atti/attività esercitate da un altro organo sulla base di<br />

predefiniti parametri di valutazione ed in vista di una possibile sanzione; nell’ambito del<br />

sistema dei controlli, il controllo interno è quello esercitato dall’Amministrazione su sé<br />

81 Fermo resta il principio di cui all’art 3 D Lgs 29/1993 (ora art. 4 D Lgs 165/2001) relativo alla distinzione tra<br />

funzioni di indirizzo e controllo, spettanti agli organi di governo, e funzioni di attuazione e gestione facenti capo<br />

ai dirigenti.<br />

158


stessa per finalità di correzione ed autotutela al fine di ottimizzazione della propria<br />

azione amministrativa 82 .<br />

L’affermarsi nella P.A. della “cultura” dei controlli interni, mutuata dal sistema<br />

privatistico, è coerente con le finalità delle riforme che, a partire dagli anni ’90, hanno<br />

riguardato la Pubblica Amministrazione e l’attività amministrativa in generale, e nasce<br />

dalla esigenza di disporre di strumenti di valutazione in grado di monitorare l’azione<br />

amministrativava nel suo itinere al fine di adottare eventuali meccanismi correttivi idonei<br />

a consentire il raggiungimento di risultati di utilità, dando, così, effettiva attuazione al<br />

precetto costituzionale di “buon andamento” di cui all’art. 97 della Costituzione, non piu’<br />

identificato nel mero rispetto della legalità o meglio coincidente con un concetto di<br />

legalità intesa, in senso sostanziale, come sinonimo di efficienza, efficacia ed<br />

economicità 83 .<br />

Inoltre, nel mutato quadro istituzionale e amministrativo, il sistema dei controlli<br />

interni si rende indispensabile quale strumento funzionale all’espletamento del nuovo<br />

ruolo che l’Amministrazione regionale è chiamata a svolgere in qualità di soggetto<br />

investito del compito di interpretare e soddisfare i bisogni dei cittadini mediante un<br />

insieme di politiche complesse, coordinate e condivise da tutti coloro che ne fanno parte<br />

(cd. sistema di governance regionale) rappresentando, altresì, per il cittadino, un<br />

importante parametro di riferimento sulla base del quale poter valutare il grado di<br />

affidabilità delle politiche regionali sopracitate 84 .<br />

Anche il coinvolgimento delle Regioni nel rispetto degli adempimenti relativi al<br />

Patto di stabilità europeo ha contribuito alla implementazione di meccanismi di controllo<br />

interni, specie di controllo di gestione, utili a consentire la rilevazione di eventuali<br />

scostamenti, soprattutto sul fronte della spesa, rispetto alle iniziali previsioni, sì da<br />

consentire l’adeguamento alle prescrizioni imposte dai cd. Parametri di Maastricht.<br />

Di conseguenza, l’evoluzione delle attività di controllo ha visto il passaggio da una<br />

logica del controllo tesa a privilegiare l’aspetto formale delle singole attività, la<br />

82 Cfr. il II Rapporto del marzo 2003 del Comitato tecnico scientifico per il coordinamento in materia di<br />

valutazione e controllo strategico nelle amm.ni dello Stato, istituito ai sensi dell’art. 7 D.Lgs 286/99: “Scopo del<br />

controllo interno è di rilevare le criticità (..) individuarne le cause e le conseguenti responsabilità e suggerire al<br />

vertice (politico o amm.vo) le misure opportune per ri-orientare l’azione dell’Amm.ne verso i risultati attesi, nel<br />

rispetto del canone di efficienza”.<br />

83 Sempre nel Rapporto di cui alla nota precedente si legge “..il riferimento costituzionale dei controlli intenri è<br />

l’art. 97,comma 1, della Costituzione, il quale contiene (..) precisi vincoli di efficienza ed economicità<br />

nell’organizzazione delle pubbliche amm.ni in relazione ai fini loro assegnati. L’amministrare “per programmi e<br />

risultati”richiede necessariamente un continuo controllo, interno allo stesso processo di programmazioneattuazione<br />

posto in essere da che ne ha la responsabilità e che si esprime nella forma del controllo di gestione,<br />

che non è “controllo per un giudizio” ma “governo “ di un processo, appunto la gestione, che si articola in fasi<br />

ciascuna delle quali necessita di strumenti e supporti precisi”.<br />

84 Il fatto che oggi le Amministrazioni regionali siano chiamate a soddisfare bisogni dei cittadini sempre piu’<br />

complessi mediante l’erogazione di servizi pubblici da erogarsi, a volte, in regime di concorrenza con il settore<br />

privato e la circostanza, d’altra parte, che il cittadino sia chiamato a contribuire in misura sempre maggiore al<br />

sostenimento dei costi di tali servizi ha determinato un cambiamento nella considerazione della qualità dei<br />

servizi erogati e, conseguentemente, nella tipologia dei meccanismi di controllo interni in grado di valutare il<br />

raggiungimento di performance di qualità di tali servizi e di soddisfazione del cittadino-utente.<br />

159


conformità degli atti principalmente sotto il profilo della legittimità, la congruità<br />

finanziaria degli stessi intesa quale mero rispetto dei limiti di stanziamento ad una logica<br />

rivolta, invece, al raggiungimento di obiettivi di efficienza efficacia ed economicità della<br />

complessiva gestione amministrativa.<br />

Corollario imprescindibile di tale mutamento è stata una precisa definizione dei<br />

ruoli, con l’affermarsi del principio di separazione fra politica e amministrazione (v. D.Lgs<br />

20/93 ora D.Lgs 165/01), ed una conseguente attribuzione di responsabilità, attraverso<br />

la definizione di obiettivi chiari e determinati e la loro trasparente assegnazione a<br />

soggetti che si assumono la responsabilità della loro realizzazione. Il principio di<br />

separazione sopraccitato costituisce la premessa necessaria per l’implementazione di un<br />

sistema di controlli realmente efficace poiché non può esserci una valutazione dei risultati<br />

se non c’è una precisa attribuzione di ruoli e responsabilità in ordine ai fatti gestionali;<br />

d’altra parte è anche attraverso il sistema di controlli interni che tale principio può<br />

ritenersi compiutamente attuato poiché le risultanze di tali controlli consentono alla<br />

classe politica di verificare la conformità dei risultati raggiunti agli obiettivi<br />

programmati 85 .<br />

Un’ultima considerazione riguarda, infine, l’individuazione, nel nuovo assetto geo-<br />

istituzionale emerso a seguito della riforma del Titolo V della Costituzione, dei compiti<br />

spettanti allo Stato e alle Regioni nella definizione della disciplina dei controlli, atteso che<br />

la materia del controllo non risulta ricompresa tra quelle riservate alla competenza<br />

legislativa statale esclusiva o concorrente; occorre cioè indagare il livello di cogenza della<br />

disciplina statale in materia di controlli a fronte del riconoscimento costituzionale, in capo<br />

agli Enti territoriali, di ampi margini di autonomia nella regolamentazione di funzioni<br />

sempre piu’ estese.<br />

Al riguardo, le disposizioni contenute nel D.Lgs 286/99, pur emanate in un<br />

periodo anteriore a quello di entrata in vigore della legge di riforma del Tit. V della<br />

Costituzione, risultano ampiamente compatibili con i nuovi ambiti di competenza<br />

normativa ed amministrativa riconosciuti in capo alle Regioni, prevedendo che i principi<br />

generali da esso sanciti sulla progettazione d’insieme dei controlli interni siano<br />

“...applicabili dalle Regioni nell’ambito della propria autonomia organizzativa e<br />

legislativa”, fermo restando il principio di separazione fra funzioni di indirizzo politico-<br />

amministrativo e gestione sancito dall’art. 3 del D.Lgs 29/93 (ora art. 4 D.Lgs 165/01).<br />

85 Cfr. L’intervento al Convegno sull’alta dirigenza statale di Mauro Zampini, Presidente del Comitato tecnico<br />

scientifico per il coordinamento in materia di valutazione e controllo strategico nelle Amministrazioni dello<br />

Stato): “...qualsiasi possibilità di misurazione, di valutazione della prestazione e dei risultati è legata<br />

all’esistenza di un processo di programmazione correttamente impostato: quindi, di un quadro nitido di priorità<br />

politiche definite, e della conseguente declinazione a cascata degli obiettivi strategici, quindi di obiettivi<br />

operativi, di programmi di azione e di indicatori di misurazione ad essi collegati”.<br />

160


Il D.Lgs n. 286 del 1999, recante “Riordino e potenziamento dei meccanismi e<br />

strumenti di monitoraggio e valutazione dei costi, dei rendimenti e dei risultati<br />

dell’attività svolta dalle amministrazioni pubbliche a norma dell’art. 11 della legge 15<br />

marzo 1997 n. 59”, recepisce ed integra la disciplina normativa recata dal D.Lgs 29/93<br />

che definiva i principi generali sul funzionamento del controllo interno, individuando, sulla<br />

base delle rispettive finalità, quattro tipologie di controlli tra loro integrati:<br />

seguenti:<br />

1) il controllo di regolarità amministrativa e contabile, volto a garantire<br />

la legittimità, regolarità e correttezza dell'azione amministrativa;<br />

2) il controllo di gestione, volto a verificare l'efficacia, efficienza ed<br />

economicità dell'azione amministrativa al fine di ottimizzare, anche<br />

mediante tempestivi interventi di correzione, il rapporto tra costi e<br />

risultati;<br />

3) la valutazione della dirigenza, finalizzata a valutare le prestazioni del<br />

personale con qualifica dirigenziale;<br />

4) la valutazione ed il controllo strategico per valutare l'adeguatezza<br />

delle scelte compiute in sede di attuazione dei piani, programmi ed altri<br />

strumenti di determinazione dell'indirizzo politico, in termini di congruenza<br />

tra risultati conseguiti e obiettivi predefiniti.<br />

Altri principi generali in materia di controlli interni individuati dal D.Lgs 289 sono i<br />

1. l'attività di valutazione e controllo strategico supporta l'attività di<br />

programmazione strategica e di indirizzo politico-amministrativo; essa è,<br />

pertanto, svolta da strutture che rispondono direttamente agli organi di<br />

indirizzo politico-amministrativo. Le strutture stesse svolgono, di norma,<br />

anche l'attività di valutazione dei dirigenti.<br />

2. il controllo di gestione e l'attività di valutazione dei dirigenti,<br />

fermo restando quanto previsto al punto 1, sono svolte da strutture e<br />

soggetti che rispondono ai dirigenti posti al vertice dell'unità organizzativa<br />

interessata;<br />

3. l'attività di valutazione dei dirigenti utilizza anche i risultati del<br />

controllo di gestione, ma è svolta da strutture o soggetti diverse da<br />

quelle cui è demandato il controllo di gestione medesimo;<br />

4. le funzioni di cui alle precedenti lettere sono esercitate in modo integrato;<br />

5. è fatto divieto di affidare verifiche di regolarità amministrativa e<br />

contabile a strutture addette al controllo di gestione, alla valutazione<br />

dei dirigenti, al controllo strategico;<br />

6. gli addetti alle strutture che effettuano il controllo di gestione, la<br />

valutazione dei dirigenti e il controllo strategico riferiscono sui<br />

161


isultati dell'attività svolta esclusivamente agli organi di vertice<br />

dell'amministrazione, ai soggetti, agli organi di indirizzo politico-<br />

amministrativo, a fini di ottimizzazione della funzione amministrativa. In<br />

ordine ai fatti così segnalati, e la cui conoscenza consegua dall'esercizio<br />

delle relative funzioni di controllo o valutazione, non si configura l'obbligo<br />

di denuncia al quale si riferisce l'articolo 1, comma 3, della legge 14<br />

gennaio 1994, n. 20.<br />

Il decreto 289 ha inteso, pertanto, stabilire criteri di incompatibilità fra le diverse<br />

strutture deputate ai controlli interni configurando, sostanzialmente, due sottosistemi,<br />

uno di tipo valutazionale e gestionale con finalità collaborative (che ricomprende il<br />

controllo strategico, il controllo di gestione e la valutazione dei dirigenti) ed un altro,<br />

tradizionale, di regolarità/legalità con finalità prettamente sanzionatorie. Nello stesso<br />

tempo ha, però, evidenziato come le suddette attività di controllo (in particolare quelle<br />

aventi ad oggetto i risultati e cioè il controllo strategico, il controllo di gestione e la<br />

valutazione della dirigenza) debbano svolgersi in maniera integrata.<br />

Anche la legge delega 59/97 individua criteri a valenza generale: in particolare,<br />

oltre al rinvio ai principi desumibili dalla legge 241/90, dal D Lgs 29/93 (ora D.Lgs.<br />

165/2001) e dall’art.3, comma 6, della L 20/94,86:, l’art. 17 della predetta legge<br />

individua, quali criteri direttivi per l’esercizio della delega, i seguenti:<br />

a) prevedere che ciascuna amministrazione organizzi un sistema informativo-<br />

statistico di supporto al controllo interno di gestione, alimentato da rilevazioni<br />

periodiche, al massimo annuali, dei costi, delle attività e dei prodotti;<br />

b) prevedere e istituire sistemi per la valutazione, sulla base di parametri<br />

oggettivi, dei risultati dell'attività amministrativa e dei servizi pubblici favorendo<br />

ulteriormente l'adozione di carte dei servizi e assicurando in ogni caso sanzioni<br />

per la loro violazione, e di altri strumenti per la tutela dei diritti dell'utente e per<br />

la sua partecipazione, anche in forme associate, alla definizione delle carte dei<br />

servizi ed alla valutazione dei risultati;<br />

c) prevedere che ciascuna amministrazione provveda periodicamente e<br />

comunque annualmente alla elaborazione di specifici indicatori di efficacia,<br />

efficienza ed economicità ed alla valutazione comparativa dei costi, rendimenti e<br />

risultati;<br />

d) collegare l'esito dell'attività di valutazione dei costi, dei rendimenti e dei<br />

risultati alla allocazione annuale delle risorse.<br />

Tutti i principi generali sopra enunciati e quelli ulteriori individuati dal D Lgs 289<br />

con riferimento a ciascuna tipologia di controllo (che verranno illustrate nel prosieguo<br />

86 Art. 3. Controllo preventivo di legittimità della Corte dei conti<br />

162


della trattazione) sono applicabili dalle Regioni nell'ambito della propria autonomia<br />

organizzativa e legislativa, fermo restando il principio di cui all’art 3 D Lgs 29/1993 (ora<br />

art. 4 D Lgs 165/2001) relativo alla distinzione tra funzioni di indirizzo e controllo,<br />

spettanti agli organi di governo, e funzioni di attuazione e gestione facenti capo ai<br />

dirigenti.<br />

Inoltre, il decreto 289, con riferimento specifico al controllo di gestione (art. 4<br />

comma 3), stabilisce che “nelle amministrazioni regionali, la legge quadro di contabilità<br />

contribuisce a delineare l’insieme degli strumenti operativi per le attività di pianificazione<br />

e controllo”.<br />

La normativa regionale di riferimento in materia di controlli interni è<br />

rappresentata, pertanto, dai seguenti provvedimenti legislativi:<br />

- statuto regionale;<br />

- L. Reg. 35/2001 recante “Nuove norme sulla programmazione” per<br />

l’attività di programmazione e controllo strategico;<br />

- L. Reg. 39/2001 recante “Ordinamento del bilancio e della contabilità<br />

della Regione” per il controllo di gestione, di regolarità contabile e sulle società<br />

partecipate;<br />

- L. Reg. 1/1997 recante “Ordinamento delle funzioni e delle strutture<br />

della Regione”, per i controlli di regolarità amministrativa e per la valutazione dei<br />

dirigenti.<br />

- L. Reg. 5/2001 e 22/2007 e le leggi regionali costitutive o di<br />

partecipazione per il controlli sulle società regionali.<br />

3.2.1 VALUTAZIONE E CONTROLLO STRATEGICO<br />

Come già evidenziato, la finalità di tale tipologia di controllo consiste nel valutare<br />

l'adeguatezza delle scelte compiute in sede di attuazione dei piani, programmi ed altri<br />

strumenti di determinazione dell'indirizzo politico, in termini di congruenza tra risultati<br />

conseguiti e obiettivi predefiniti.<br />

Inoltre, tale attività supporta quella di programmazione strategica e di indirizzo<br />

politico-amministrativo ed è, pertanto, svolta da strutture che rispondono direttamente<br />

agli organi di indirizzo politico-amministrativo.<br />

Altre disposizioni normative a carattere generale in materia riguardano<br />

l’esclusione delle disposizioni relative all'accesso ai documenti amministrativi con<br />

riferimento alle attività di valutazione e controllo strategico 87 e la circostanza che gli<br />

addetti alle strutture che effettuano tale tipo di controllo strategico riferiscono sui risultati<br />

87<br />

Resta fermo il diritto all'accesso dei dirigenti di cui all'articolo 5, comma 3, ultimo periodo” (D Lgs 289 art. 1<br />

comma 5).<br />

163


dell'attività svolta, esclusivamente, agli organi di vertice dell'amministrazione, ai<br />

soggetti, agli organi di indirizzo politico- amministrativo a fini di ottimizzazione della<br />

funzione amministrativa 88 .<br />

Seguono, ulteriori e specifiche disposizioni normative contenute nell’art. 6 del<br />

decreto 286/1999: l'attività di “valutazione e controllo strategico consiste nell'analisi,<br />

preventiva e successiva, della congruenza e/o degli eventuali scostamenti tra le missioni<br />

affidate dalle norme, gli obiettivi operativi prescelti, le scelte operative effettuate e le<br />

risorse umane, finanziarie e materiali assegnate, nonché nella identificazione degli<br />

eventuali fattori ostativi, delle eventuali responsabilità per la mancata o parziale<br />

attuazione, dei possibili rimedi” (comma 1); “Gli uffici ed i soggetti preposti all'attività di<br />

valutazione e controllo strategico riferiscono in via riservata agli organi di indirizzo<br />

politico (con le relazioni di cui al comma 3 89 ) sulle risultanze delle analisi effettuate. Essi,<br />

di norma, supportano l'organo di indirizzo politico anche per la valutazione dei dirigenti<br />

che rispondono direttamente all'organo medesimo per il conseguimento degli obiettivi da<br />

questo assegnatigli” (comma 2).<br />

Dalle disposizioni sopraccitate si evince come il controllo strategico, strettamente<br />

connesso al processo di programmazione, debba essere considerato una sorta di<br />

“prerequisito per l’attuazione di tutti i sistemi di controllo interno” (cfr. “Processi di<br />

programmazione strategica e controlli interni nei Ministeri-III^Rapporto aprile 2004);<br />

esso, infatti, consentendo di valutare il grado di realizzazione degli obiettivi strategici, da<br />

un lato trae elementi di supporto dalle valutazioni afferenti al controllo di gestione (che<br />

analizza l’attuazione degli obiettivi operativi i quali a loro volta rappresentano la<br />

traduzione concreta dei predetti obiettivi strategici) dall’altro fornisce informazioni utili<br />

alla valutazione della dirigenza.<br />

Il controllo strategico rientra, insieme al controllo di gestione e alla valutazione<br />

dei dirigenti, nelle forme di controllo di tipo direzionale-collaborativo che si distinguono<br />

dai controlli, tradizionali, di legittimità-regolarità, per la finalità che perseguono e per i<br />

parametri che utilizzano quali standards di riferimento: a sua volta, il controllo strategico<br />

differisce dal controllo di gestione sotto il profilo dei destinatari delle rispettive<br />

informazioni poiché mentre quest’ultimo si rivolge, principalmente, all’interno<br />

dell’amministrazione - fornendo informazioni utili agli organi di direzione amministrativa<br />

per verificare il funzionamento delle varie parti della organizzazione stessa - il primo si<br />

rivolge all’esterno, cioè agli organi di indirizzo politico, rientrando pertanto, nel cd.<br />

88 In ordine ai fatti così segnalati, e la cui conoscenza consegua dall'esercizio delle relative funzioni di controllo<br />

o valutazione, non si configura l'obbligo di denuncia al quale si riferisce l'articolo 1, comma 3, della legge 14<br />

gennaio 1994, n. 20” (D Lgs 289 art. 1 comma 6).<br />

89 il comma 3 sopracitato stabilisce che nelle Amministrazioni dello Stato i servizi di controllo interno redigano,<br />

almeno annualmente, una relazione sui risultati delle analisi effettuate, con proposte di miglioramento della<br />

funzionalità delle amministrazioni.<br />

164


“circuito politico-amministrativo” (deve, infatti essere svolto da strutture che operano in<br />

posizione di staff rispetto agli organi di indirizzo politico-amm.vo).<br />

3.2.2 CONTROLLO STRATEGICO. DISCIPLINA REGIONALE E FUNZIONAMENTO<br />

Dalle risposte fornite al questionario inviato da questa Sezione alla Regione<br />

<strong>Veneto</strong> emerge la mancata identificazione formale, a livello regionale, della funzione di<br />

controllo strategico, pur avendo la Regione disciplinato in maniera organica l’attività di<br />

programmazione strategica 90 attraverso un’apposita legge regionale (LR 35/2001) ed<br />

individuato, tra le fasi del cd. “ciclo della programmazione” (art. 6), anche una specifica<br />

attività di monitoraggio continuo dell’attuazione della programmazione medesima ed<br />

un’ulteriore attività di misurazione dei risultati e di valutazione del loro impatto sulla<br />

società, sull’economia e sul territorio, stabilendo, inoltre, che da tale attività di<br />

monitoraggio e di valutazione derivino informazioni, rispettivamente, per l'adeguamento<br />

degli strumenti della programmazione e per l'impostazione delle successive fasi.<br />

Spetta alla Giunta regionale il compito di disciplinare le modalità per lo<br />

svolgimento del ciclo della programmazione anche mediante l'emanazione di direttive e<br />

manuali tecnico-operativi.<br />

Le procedure di valutazione sono regolamentate dal Titolo II della L. Reg. 35<br />

sopracitata e fanno riferimento, principalmente, allo strumento programmatorio dei<br />

PAS 91 ; esse consistono in 3 attività distinte:<br />

1) l’attività di ACCOMPAGNAMENTO (art. 26), svolta dalla Giunta con l’apporto dei<br />

soggetti della concertazione, per assicurare l’efficace, tempestiva e flessibile<br />

gestione del PAS;<br />

2) l’attività di MONITORAGGIO, (art. 27) che consiste nella rilevazione continua<br />

dell'evolversi del PAS sotto il profilo procedurale, fisico e finanziario; i contenuti<br />

e le modalità dell'attività di monitoraggio sono stabiliti dalla Giunta regionale la<br />

quale predispone annualmente un rapporto di monitoraggio che è trasmesso<br />

al <strong>Consiglio</strong> regionale per le conseguenti valutazioni sulla programmazione;<br />

3) l’attività di VALUTAZIONE (art. 28) dell’azione regionale, con l’obiettivo di<br />

determinarne l'impatto rispetto agli obiettivi e le priorità e di analizzarne le<br />

incidenze su problemi strutturali specifici; la valutazione si indirizza, in<br />

particolar modo, sull'analisi degli effetti prodotti sulla situazione economico -<br />

sociale, sull'equilibrio del mercato del lavoro, sul miglioramento della<br />

competitività delle piccole e medie imprese, sulla situazione ambientale iniziale<br />

e finale. L’attività di valutazione è svolta dalla Giunta regionale, tramite le<br />

90<br />

Ai sensi dell’art. 5 dello Statuto regionale la programmazione è assunta dalla Regione quale “metodo di<br />

intervento” per il conseguimento di tutte le sue finalità.<br />

91<br />

Cfr. Sez.IV LR 35/01.<br />

165


strutture regionali 92 , tra le quali il nucleo di valutazione di cui all'articolo 31 93 ,<br />

ed i risultati sono successivamente trasmessi al <strong>Consiglio</strong> regionale, tramite<br />

l’Osservatorio 94 di cui all’articolo 59 della legge regionale di contabilità, per le<br />

conseguenti valutazioni e l’adozione delle eventuali azioni correttive. L’attività<br />

di valutazione si distingue in particolare in una valutazione in itinere ed in una<br />

valutazione ex post: la prima (art. 29) ha riguardo alla efficacia degli interventi<br />

strutturali della programmazione attraverso l'esame dei primi risultati degli<br />

interventi, la loro pertinenza ed il grado di conseguimento degli obiettivi. La<br />

seconda (art. 30) “mira una volta concluso il PAS, a rendere conto dell'impiego<br />

delle risorse, dell'efficacia degli interventi e del loro impatto e a consentire di<br />

ricavarne insegnamenti per i successivi atti di programmazione”. Essa verte “sui<br />

fattori di successo o insuccesso registrati nel corso dell'attuazione, nonché sulle<br />

realizzazioni e sui risultati, compresa la loro prevedibile durata”.<br />

All’attività di accompagnamento e monitoraggio in itinere nonché all’attività di<br />

valutazione del PAS partecipano anche i soggetti della concertazione sulla base di<br />

modalità stabilite mediante delibere di Giunta poi trasmesse, insieme ai risultati<br />

dell’attività di monitoraggio e di valutazione, al <strong>Consiglio</strong> regionale.<br />

Sulla base della predetta attività di monitoraggio e valutazione viene, inoltre,<br />

svolta una ulteriore valutazione dell’avanzamento dei risultati dei Piani di settore e<br />

dei PAS, ad opera del DPEF regionale (art. 16).<br />

La normativa regionale stabilisce, inoltre, che lo stesso PAS ricomprenda, tra i<br />

suoi contenuti, “le modalità per la preparazione, la sorveglianza e la valutazione del<br />

PAS”.<br />

La Direzione programmazione, cui compete la predetta attività di valutazione,<br />

è inserita nell’ambito della Segreteria generale della programmazione ed è composta da<br />

4 membri (di cui 1 dirigente e 3 unità di personale di ctg. D, una delle quali a tempo<br />

parziale).<br />

Per l’attività di monitoraggio e valutazione la Direzione programmazione si<br />

coordina con la Direzione bilancio.<br />

92 In particolare, la Direzione programmazione della Segreteria generale di programmazione, che si coordina<br />

con la Direzione bilancio: viene prodotto un report annuale destinato al <strong>Consiglio</strong>, alla Giunta e alle altre<br />

Direzioni regionali.<br />

93 Tra gli organi investiti di funzioni di valutazione la legge regionale sopraccitata indica il NUCLEO DI<br />

VALUTAZIONE (art.31) istituito ai sensi della legge 17 maggio 1999, n. 144, e successive modificazioni, il quale<br />

“valuta i progetti di investimento sotto il profilo tecnico, finanziario-economico, amministrativo e procedurale in<br />

relazione ai tempi di conclusione della fase progettuale ed a quelli di cantierabilità. I progetti dichiarati congrui<br />

sotto il profilo tecnico e immediatamente cantierabili hanno una priorità di finanziamento all'interno della<br />

disponibilità del PAS”.<br />

94 Ai sensi dell’art.59 della LR di contabilità è’ istituito, presso la Commissione consiliare competente in materia<br />

di bilancio, un osservatorio avente il compito di monitorare e verificare gli effetti diretti e indiretti delle leggi di<br />

spesa.<br />

166


Come già evidenziato, l’attività di programmazione, di monitoraggio in itinere e<br />

valutazione finale comprende momenti di concertazione con vari soggetti (parti sociali,<br />

categorie economiche, enti locali ed enti funzionali).<br />

Il monitoraggio si conclude con un report annuale destinato al <strong>Consiglio</strong>, alla<br />

Giunta e alle singole Direzioni.<br />

Non sono previsti progetti di implementazione del sistema.<br />

Il controllo strategico dovrebbe raccordarsi organicamente con il controllo di<br />

gestione e con la valutazione della dirigenza poiché trattasi di controlli tutti del tipo<br />

“direzionale” cioè finalizzati a valutare i risultati a fini di miglioramento delle<br />

performances dell’ente. Anche le carenze piu’ gravi evidenziate dai controlli di regolarità<br />

amministrativa e contabile dovrebbero essere segnalate al controllo strategico, affinché<br />

se ne analizzi l’incidenza rispetto al raggiungimento dei risultati.<br />

La programmazione, per poter consentire al controllo strategico di operare,<br />

dovrebbe associare, all’individuazione degli obiettivi, degli indicatori comprensivi di un<br />

valore-soglia il cui raggiungimento determini il conseguimento degli obiettivi stessi. Oltre<br />

ad indicatori espressi in forma di grado di completamento dei programmi dovrebbero<br />

essere formulati indicatori di efficienza ed efficacia nonché indicatori cd. “di impatto”<br />

idonei a valutare la ricaduta della realizzazione degli obiettivi strategici sul contesto<br />

sociale economico e territoriale.<br />

Poiché il controllo strategico dovrebbe fornire informazioni relative anche ai<br />

possibili rimedi da approntare nelle ipotesi di verifica della incongruenza e/o di eventuali<br />

scostamenti tra “...le missioni affidate dalle norme, gli obiettivi operativi prescelti, le<br />

scelte operative effettuate e le risorse umane, finanziarie e materiali assegnate”,<br />

occorrerebbe un sistema a “monitoraggio continuo” dell’andamento delle attività<br />

dell’ente, in grado di produrre “referti” anche infrannuali, superando, così, il limite<br />

rappresentato dalla proposizione di una relazione a fine anno che di fatto, si limita a<br />

ricostruire ex post i risultati della gestione, senza consentire interventi in itinere.<br />

Il concetto di “strategico” non deve necessariamente coincidere con quello di<br />

“globale”: attesa l’impossibilità di monitorare tutta la attività dell’ente è opportuno che<br />

sia oggetto di controllo la realizzazione di quegli obiettivi particolarmente significativi<br />

sotto il profilo dell’attinenza al programma di governo.<br />

E’ importante che il processo di programmazione non si esaurisca nella<br />

predisposizione del budget 95 : quest’ultimo dovrebbe definire l’ammontare delle risorse<br />

per la realizzazione di ciascun programma nonché gli ambiti di responsabilità nel loro<br />

utilizzo in conformità alle scelte individuate in sede di programmazione.<br />

95 Nel senso che i programmi non possono essere definiti soltanto al momento della formazione del budget<br />

rappresentando, quest’ultimo, un piano operativo annuale.<br />

167


3.3.1 CONTROLLO DI REGOLARITA’ AMMINISTRATIVA E CONTABILE<br />

Ai sensi dell’art. 1 comma 1 lett. a) del D Lgs 286/1999 il controllo di regolarità<br />

amministrativa e contabile si pone l’obiettivo di “garantire la legittimità, regolarità e<br />

correttezza dell'azione amministrativa”; la legittimità-regolarità dell’azione<br />

amministrativa non è stata quindi accantonata dal legislatore della riforma quale valore<br />

recessivo, ma riproposta insieme ad altri valori di riferimento (efficienza efficacia ed<br />

economicità) 96 .<br />

Per quanto riguarda i rapporti con le altre tipologie di controllo il decreto stabilisce<br />

che (art. 1 comma 2 lett. e): “è fatto divieto di affidare verifiche di regolarità<br />

amministrativa e contabile a strutture addette al controllo di gestione, alla valutazione<br />

dei dirigenti, al controllo strategico”.<br />

In merito alle strutture cui compete tale attività di verifica l’art. 2 del decreto<br />

(espressamente rubricato “ Il controllo interno di regolarità amministrativa e contabile” )<br />

stabilisce che ai controlli di regolarità amministrativa e contabile provvedano gli organi<br />

appositamente previsti dalle disposizioni vigenti nei diversi comparti della pubblica<br />

amministrazione.<br />

Da evidenziare la disposizione che impone il rispetto, nelle verifiche di regolarità<br />

amministrativa e contabile dei principi generali della revisione aziendale asseverati dagli<br />

ordini e collegi professionali operanti nel settore, in quanto applicabili alla pubblica<br />

amministrazione.<br />

Circa, poi, gli esiti di tale forma di controllo si sottolinea che questo, di regola, non<br />

comprende verifiche da effettuarsi in via preventiva, se non nei casi espressamente<br />

previsti dalla legge e fatto salvo, in ogni caso, il principio secondo cui le definitive<br />

determinazioni in ordine all'efficacia dell'atto sono adottate dall'organo amministrativo<br />

responsabile 97 .<br />

Dalle disposizioni sopraccitate si evince come i controlli di regolarità<br />

amministrativa e contabile rientrino nell’alveo dei controlli tradizionali di legittimità e<br />

regolarità (si richiama, infatti, la normativa preesistente in vigore nei diversi comparti<br />

della PA); si tratta, pertanto, di tipologie di controllo che configurano un sistema<br />

nettamente distinto da quello relativo ai controlli di tipo strategico e valutazionale, sia<br />

per le finalità perseguite sia sotto il profilo delle strutture organizzative alle quali tali<br />

controlli competono. Tuttavia, vi sono elementi di novità rappresentati dal riferimento<br />

96 D’altra parte una valutazione dei risultati di una gestione che rispondesse soltanto a logiche di efficienza<br />

efficacia ed economicità senza tener conto della “legalità” sarebbe insufficiente.<br />

97 Pertanto, si tratta di controlli che non adempiono una funzione sanzionatoria, ma esclusivamente di garanzia;<br />

essi fanno riferimento a parametri oggettivi (norme giuridiche e norme tecniche) e mirano alla verifica della<br />

168


alla necessità di avvalersi dei principi generali della revisione aziendale – in quanto<br />

applicabili alla pubblica amministrazione- e dalla circostanza che tali controlli non<br />

debbano, di regola, ricomprendere verifiche di tipo preventivo (se non nei casi<br />

espressamente previsti dalla legge), al fine di non rallentare l’attività amministrativa.<br />

In sostanza, il controllo di regolarità amministrativa mira a verificare il grado di<br />

raggiungimento dell’obiettivo della conformità della attività amministrativa alle regole<br />

espresse dalle norme che regolamentano l’attività medesima e si ispira al principio di<br />

autotutela dell’amministrazione (per il quale la PA è tenuta a rettificare, integrare o<br />

annullare i propri atti ove non conformi alla legge); gli elementi di novità<br />

sopraevidenziati arricchiscono il contenuto di tale tipologia di controllo innovandolo:<br />

infatti, il decreto 289 sembra proporre un modello di controllo di regolarità<br />

amministrativa e contabile non piu’ basato su verifiche su singoli atti di tipo ispettivo da<br />

effettuarsi ex post, ma ispirato ai principi dell’Internal Auditing cioè di quella attività<br />

interna alla stessa Amministrazione e rivolta a monitorare la gestione sotto il profilo della<br />

sua regolarità valutando, in particolare, la gestione del rischio dei processi aziendali.<br />

3.3.2 CONTROLLO DI REGOLARITA’ AMMINISTRATIVA. DISCIPLINA REGIONALE<br />

E FUNZIONAMENTO<br />

La Regione <strong>Veneto</strong> ha disciplinato tale funzione di controllo in base alla L. Reg. 10<br />

gennaio 1997 n. 1 recante “Ordinamento delle funzioni e delle strutture della Regione”<br />

che all’art. 3 (rubricato “funzionamento degli organi di governo”), comma 4, prevede che<br />

“Le deliberazioni della Giunta regionale (siano) corredate, in quanto sia necessario per la<br />

materia trattata, dal parere di regolarità tecnico amministrativa espresso dal dirigente<br />

della struttura competente, e qualora comportino spese, dal parere di regolarità contabile<br />

del dirigente della struttura competente”.<br />

La competenza a svolgere tale tipo di controllo ricade, pertanto, sulle singole<br />

strutture 98 le quali, tuttavia, operano in sinergia e coordinamento con:<br />

- la Segreteria della Giunta regionale<br />

- le Segreterie regionali.<br />

Ai sensi del disposto di cui all’art. 7 della legge sopraccitata (rubricato<br />

“organizzazione amministrativa della Giunta regionale”) la Segreteria della Giunta<br />

regionale, provvede ad assicurare “… la regolarità del funzionamento, l’assistenza<br />

conformità dei risultati amministrativi ad obiettivi di legge, differentemente dalle altre tipologie di controllo che<br />

utilizzano parametri di riferimento di volta in volta individuati dall’organo di direzione politica.<br />

98 La legge regionale 1/97 specifica che i dirigenti sono “..responsabili della correttezza della gestione<br />

amministrativa (art. 4 comma 1)” nonché “…della legittimità dell’azione delle strutture organizzative cui sono<br />

preposti (art. 25 comma 1)”. Come evidenziato nella relazione della Sezione regionale di controllo per il<br />

<strong>Veneto</strong>-esercizio 2001- il ruolo della dirigenza in merito al controllo di regolarità tecnicoamministrativa,<br />

attraverso la resa di parere sulle proposte di deliberazione e di decreto, è stato<br />

rafforzato in conseguenza della eliminazione dei controlli previsti dagli artt. 125 e 130 della Costituzione.<br />

169


documentale e la diramazione delle direttive impartite 99 . Il segretario della Giunta<br />

regionale assicura il riscontro dei provvedimenti da sottoporre all’esame della Giunta<br />

sotto il profilo della regolarità e completezza formali, attesta l’autenticità degli atti<br />

adottati dalla Giunta”.<br />

Nell’ambito della Segreteria della Giunta regionale le funzioni attinenti al controllo<br />

di regolarità amministrativa spettano alla DIREZIONE ATTIVITA’ ISTITUZIONALI.<br />

La verifica della regolarità amministrativa si svolge nelle forme di un controllo<br />

generalizzato e continuo che ha ad oggetto le deliberazioni della Giunta regionale e i<br />

decreti del Presidente della Giunta medesima; trattasi di un controllo preventivo 100<br />

all’adozione dell’atto che viene effettuato utilizzando, quali parametri di riscontro, l’intera<br />

normativa regionale anche interna (Statuto, Leggi, Regolamenti, circolari). Come<br />

evidenziato già nella relazione della Sezione regionale del controllo per il <strong>Veneto</strong>-<br />

esercizio 2001- per atti di particolare rilevanza è, altresì, previsto un ulteriore<br />

preventivo controllo da parte della Direzione Affari legislativi.<br />

In caso di riscontro di eventuali irregolarità amministrative l’atto sottoposto a<br />

controllo non viene adottato ed è restituito alla struttura proponente.<br />

I destinatari di tale tipologia di controllo sono i dirigenti proponenti gli atti in<br />

questione; vengono, altresì, informati gli Assessori competenti.<br />

Per questo tipo di controllo la Regione non ha previsto progetti di<br />

implementazione/miglioramento del sistema.<br />

Trattasi di una tipologia di controllo piu’ tradizionale, pertanto, già “sperimentata”<br />

dalle strutture amministrative delle pubbliche amministrazioni: infatti, lo stesso decreto<br />

289, al fine di individuare gli organi deputati allo svolgimento di tali controlli, rinvia alla<br />

normativa preesistente in vigore nei diversi comparti della PA.<br />

La disciplina regionale risulta coerente con tale impostazione tradizionale sia sotto<br />

il profilo dei soggetti intestatari di tali forme di controllo, sia rispetto all’oggetto, ai<br />

contenuti degli atti che ne rappresentano l’esito, ai destinatari e alle sanzioni.<br />

Tuttavia, essa dovrebbe arricchirsi di nuovi contenuti coerentemente ai principi<br />

dell’internal auditing che sono richiamati dallo stesso decreto 289. Per “internal auditing”<br />

si intende una funzione di verifica indipendente, operante al servizio di una<br />

organizzazione, istituita con finalità di analisi e valutazione delle attività sotto il profilo<br />

della regolarità rispetto a standards predefiniti. Il suo obiettivo è quello di fornire<br />

99<br />

In particolare, con nota di indirizzo circolare sono fornite le necessarie disposizioni per la compilazione<br />

formale e sostanziale degli atti (Dgr e Dpgr).<br />

100<br />

Ai sensi dell’art. 2 comma 3 del D. Lgs. 286/99 “Il controllo di regolarità amministrativa e contabile non<br />

comprende verifiche da effettuarsi in via preventiva se non nei casi espressamente previsti dalla legge e fatto<br />

salvo, in ogni caso, il principio secondo cui le definitive determinazioni in ordine all’efficacia dell’atto sono<br />

adottate dall’organo amministrativo responsabile”.<br />

170


assistenza ai membri della Amministrazione per consentire loro di adempiere<br />

efficacemente alle loro responsabilità.<br />

L’auditing dovrebbe avere ad oggetto, anzitutto, le PROCEDURE poiché da una<br />

corretta impostazione delle stesse deriva una alta probabilità di atti scevri da errori<br />

significativi. Bisognerebbe, pertanto, procedere ad una rivisitazione della codifica delle<br />

procedure, la quale risulta, altresi’, funzionale all’obiettivo di evitare che modifiche<br />

soggettive degli organici dei singoli uffici determinino il venir meno della cd. “memoria<br />

storica” circa le modalità di svolgimento delle attività, fino ad un concludente percorso di<br />

validazione delle medesime, anche in divenire.<br />

In secondo luogo, l’auditing dovrebbe analizzare i SINGOLI ATTI DIRIGENZIALI:<br />

ad esempio, potrebbero essere esaminati le singole determinazioni dirigenziali tramite un<br />

controllo a campione della correttezza degli stessi. Tale monitoraggio presuppone la<br />

definizione del campione da sottoporre a controllo, la predisposizione di griglie contenenti<br />

gli standards di riferimento e la successiva verifica della coerenza di tali determinazioni<br />

dirigenziali con la griglia di riferimento.<br />

In terzo luogo, l’auditing dovrebbe riguardare anche la verifica della tenuta del<br />

sistema di controllo interno, al fine di verificare la capacità dello stesso di “intercettare”<br />

le irregolarità piu’ significative, traducendo l’attività di auditing in reports contenenti<br />

segnalazioni di irregolarità degli atti sottoposti a verifica nonché raccomandazioni e<br />

proposte per i dirigenti interessati.<br />

Fondamentale supporto a quanto sopra è costituito da un adeguato sistema<br />

informativo dal quale l’ente trae informazioni utili per le proprie decisioni.<br />

3.3.3 CONTROLLO DI REGOLARITA’ CONTABILE. DISCIPLINA REGIONALE E<br />

FUNZIONAMENTO<br />

A livello regionale il controllo di regolarità contabile è disciplinato 101 :<br />

a) dalla LR 39/2001 (ordinamento del bilancio e della contabilità regionale)<br />

con particolare riferimento agli artt.36 102 -43 103 -49 104 -50 105 .<br />

101 V. anche LR 10 gennaio 1997 n. 1 recante “Ordinamento delle funzioni e delle strutture della Regione” che<br />

all’art. 3 (rubricato “funzionamento degli organi di governo”), comma 4, prevede che “Le DELIBERAZIONI<br />

DELLA GIUNTA REGIONALE (siano) corredate, in quanto sia necessario per la materia trattata, dal PARERE DI<br />

REGOLARITA’ TECNICO-AMMINISTRATIVA espresso dal dirigente della struttura competente, e qualora<br />

comportino SPESE, dal PARERE DI REGOLARITA’ CONTABILE del dirigente della struttura<br />

competente”.<br />

102 Art. 36 ( Norme comuni agli atti, ai documenti e ai procedimenti contabili.) comma 2: Alla<br />

struttura regionale preposta alla ragioneria spetta il controllo di regolarità contabile, nonché il riscontro degli<br />

adempimenti e dei termini stabiliti nel presente titolo.<br />

103 Art. 43 (Verifica della regolarità contabile degli impegni di spesa).<br />

1.Gli atti amministrativi che dispongono impegni di spesa sono trasmessi preventivamente al dirigente<br />

responsabile della struttura regionale preposta alla ragioneria per l'apposizione del visto di regolarità contabile<br />

che attesta:<br />

171


) Decreto Dirigente direzione ragioneria e tributi n. 337 del<br />

15/10/2003.<br />

La struttura che si occupa del controllo di regolarità contabile (Servizio<br />

contabilità e Servizio rendicontazione) è collocata nell’ambito della Segreteria<br />

regionale bilancio e finanza - Direzione ragioneria e tributi ed è composta da un<br />

organico di 48 unità di personale (compresi 2 dirigenti) di cui 5 a tempo parziale.<br />

Esiste una programmazione che, però, riguarda unicamente l’attività svolta<br />

dall’Ufficio contabilità 3 (del Servizio contabilità) che svolge le funzioni connesse al<br />

ruolo di AUTORITA’ DI PAGAMENTO (assegnato al dirigente della Direzione Ragioneria e<br />

a) l'esistenza degli elementi costitutivi dell'impegno;<br />

b) la corretta imputazione della spesa;<br />

c) la disponibilità nell’ambito dello stanziamento di competenza autorizzato.<br />

2. All'apposizione del visto di cui al comma 1 corrisponde la prenotazione contabile dell'impegno di spesa, con<br />

la quale si rendono indisponibili le relative somme sullo stanziamento di riferimento.<br />

3. In caso di revoca in corso d’anno della prenotazione contabile, la struttura regionale preposta alla ragioneria<br />

ricostituisce la disponibilità sul corrispondente stanziamento.<br />

4. Il dirigente responsabile della struttura regionale preposta alla ragioneria, in caso di non apposizione del<br />

visto, comunica la propria determinazione motivata al dirigente della struttura regionale competente.<br />

104 Art. 49 – (Budget operativi).<br />

La Giunta regionale, quando non sia possibile o conveniente ricorrere alla normale procedura di gestione della<br />

spesa, può assegnare ai dirigenti titolari di centri di responsabilità uno o più budget operativi.<br />

2. Ogni budget operativo è riferito ad un capitolo di spesa ed è attribuito di risorse corrispondenti ad una parte<br />

o all’intero stanziamento del capitolo stesso, per importi comunque equivalenti in termini di competenza e di<br />

cassa.<br />

3. Con l'assegnazione dei budget operativi o, in corrispondenza alla loro variazione in corso d'esercizio, sono<br />

stabiliti per ciascuno:<br />

a) la durata, comunque non eccedente il termine dell'anno di riferimento;<br />

b) la tipologia delle spese da gestire;<br />

c) gli eventuali vincoli, condizioni e limiti alla gestione.<br />

4. Il provvedimento di assegnazione dei budget operativi è pubblicato integralmente nel Bollettino Ufficiale della<br />

Regione del <strong>Veneto</strong>.<br />

5. Il dirigente titolare di budget operativo liquida le spese ed emette direttamente gli ordinativi di pagamento<br />

su apposite posizioni di conto aperte presso il tesoriere regionale, osservando le disposizioni sulla liquidazione e<br />

sul pagamento delle spese stabilite dalla presente legge.<br />

6. Il dirigente titolare di budget operativo, nel termine di trenta giorni dalla chiusura del budget, e comunque<br />

con riferimento al 31 dicembre dell’anno a cui il budget stesso si riferisce, predispone il consuntivo delle spese<br />

sostenute e lo invia alla struttura regionale preposta alla ragioneria, corredato dei documenti giustificativi in<br />

originale.<br />

7. Gli importi del budget operativo eventualmente non utilizzati:<br />

a) ricostituiscono la disponibilità del capitolo di riferimento, se rilevati in corrispondenza della chiusura in corso<br />

d’anno del budget operativo stesso;<br />

b) originano economie di spesa, se rilevati in sede di chiusura dell’esercizio<br />

105 Art. 50 –( Fondi economali).<br />

1. I fondi economali sono attribuiti agli economi regionali che provvedono direttamente al pagamento delle<br />

spese per le quali non sia possibile o conveniente ricorrere alle ordinarie modalità di pagamento o<br />

all’assegnazione di budget operativi.<br />

2. I pagamenti delle spese a carico dei fondi economali possono essere eseguiti in qualsiasi forma consentita<br />

dall'ordinamento, comprese le modalità di tipo elettronico.<br />

3. Gli economi regionali predispongono il rendiconto dei pagamenti effettuati e lo inviano alla struttura<br />

regionale preposta alla ragioneria, corredato dei documenti giustificativi in originale, nel termine di trenta giorni<br />

dalla data di richiesta di reintegro o di chiusura del fondo economale e, comunque, con riferimento al 31<br />

dicembre dell'anno a cui il fondo stesso si riferisce.<br />

4. Le somme assegnate agli economi regionali sono impegnate in via provvisoria e sono successivamente<br />

imputate in via definitiva ai capitoli di riferimento, sulla base dei relativi rendiconti.<br />

172


tributi) 106 ; ad inizio esercizio viene predisposto un Documento interno con il programma<br />

annuale della attività.<br />

Il controllo di regolarità contabile è effettuato sia tramite verifiche a campione che<br />

tramite controllo generalizzato su determinati atti e mediante un “audit di sistema per le<br />

verifiche successive” (le verifiche successive della Autorità di pagamento riguardano<br />

invece, prevalentemente, il sistema di gestione e controllo adottato dalle strutture che<br />

gestiscono le misure cofinanziate da fondi comunitari).<br />

Il controllo ha ad oggetto gli atti (delibere della Giunta regionale, decreti del<br />

Dirigente regionale competente) riguardanti: impegni di spesa, accertamenti di entrata,<br />

liquidazioni di spesa, budget operativi, fondi economali, rendiconti dei titolari di budget<br />

operativi.<br />

La tempistica è diversificata a seconda del tipo di atti soggetti a controllo: per le<br />

delibere di Giunta la tempistica è data dalla programmazione delle sedute di Giunta; per<br />

gli altri atti la tempistica dipende dalle effettive condizioni operative (dal numero di atti<br />

inviati per il controllo) garantendo comunque “corsie preferenziali” ad atti soggetti a<br />

specifiche scadenze. Opera, altresì, un sistema di monitoraggio dello stock di atti giacenti<br />

da verificare (che specifica le strutture proponenti, la data di invio e, solo per le<br />

liquidazioni di spesa, i tempi medi di lavorazione).<br />

Viene sottoposta a vaglio anche la mancanza di elementi richiesti dagli atti<br />

amministrativi o dalla procedura informatica gestionale nonché le irregolarità gestionali<br />

dei titolari di budget operativi e fondi economali.<br />

I parametri di riferimento per tale tipo di controllo sono rappresentati dalla<br />

normativa comunitaria, nazionale, regionale nonché dalle DIRETTIVE ANNUALI DI<br />

GESTIONE DELLA GIUNTA E DALLE CIRCOLARI DELLA SEGRETERIA GENERALE DELLA<br />

PROGRAMMAZIONE.<br />

Inoltre, le macroprocedure operative in materia di programmazione comunitaria<br />

2000-2006 sono indicate nella PISTA DI CONTROLLO della Direzione ragioneria e tributi<br />

(D.D. 10 del 5 luglio 2004).<br />

Essendo la verifica di regolarità contabile configurata come una VERIFICA SUGLI<br />

ATTI e di natura PREVENTIVA, non utilizza, se non come riferimento culturale e<br />

metodologico, i PRINCIPI GENERALI DELLA REVISIONE AZIENDALE (ex art 2 d lgs<br />

289/99), ma non come riferimento operativo.<br />

Sono, invece, utilizzate BANCHE DATI informatiche (Siatel, Infocamere).<br />

106 La Regione <strong>Veneto</strong> è responsabile dell’attuazione del programma <strong>Regionale</strong> Leader Plus. L’Autorità di<br />

pagamento come definita dall’art. 9 lett o) del Reg 1260/99 è stata individuata nel Dirigente regionale preposto<br />

alla Direzione Ragioneria e tributi e svolge la funzione di effettuare i pagamenti ai beneficiari finali ed introitare<br />

i pagamenti effettuati dalla Commissione ed allo Stato membro ed elaborare sintesi periodiche di spesa.<br />

173


Gli esiti del controllo sono formalizzati in atti di varia natura (direttive, pareri,<br />

raccomandazioni, proposte, comunicazioni, visto di regolarità contabile).<br />

In caso di riscontro di irregolarità dal punto di vista contabile possono aversi<br />

effetti diversificati: richieste di chiarimenti, modifiche o integrazioni testuali; rifiuto del<br />

visto di regolarità e della registrazione contabile; parere negativo sulle verifiche<br />

riguardanti i rendiconti di spesa dei titolari di budget operativi e fondi economali.<br />

I destinatari degli esiti di tale tipo di controllo sono: i dirigenti; i segretari<br />

regionali; i titolari di budget operativi e di fondi economali.<br />

Non esistono FORME DI COORDINAMENTO con le altre tipologie di controllo, né<br />

esiste un report finale sui risultati complessivi dell’attività di verifica contabile.<br />

In merito alla VIGILANZA SULLA GESTIONE DEL TESORIERE (ex L. Reg.<br />

39/2001 e norme contrattuali): si esplica oltre che sulla base dei documenti istituzionali<br />

(estratti conto, giornale di cassa, resa del conto del Tesoriere) attraverso il sistema<br />

informatico gestionale contabile che si basa su ORDINATIVI INFORMATICI A FIRMA<br />

DIGITALE e procedure connesse. Per quanto riguarda il controllo sulle somme riscosse<br />

dal Tesoriere in mancanza di ordinativo di riscossione (ex art 39, comma 4, L. reg.<br />

39/2001 107 ) questo è effettuato tramite l’attività di regolarizzazione contabile della<br />

relativa riscossione.<br />

Non esistono dipendenti regionali incaricati specificamente della riscossione delle<br />

entrate 108 la quale, pertanto, compete, esclusivamente, al Tesoriere.<br />

La Direzione ragioneria e tributi non svolge forme di controllo esterno di regolarità<br />

contabile le quali sono svolte da altre strutture regionali.<br />

Sono previsti progetti di miglioramento del sistema mediante:<br />

a) potenziamento dei meccanismi e dei sistemi di verifica automatici- anche<br />

tramite la adozione di dispositivi di FIRMA INFORMATICA E DIGITALE- operanti<br />

nella procedura informatica di contabilità (Finanziario F2K);<br />

b) la vincolatività dell’inserimento dei dati contabili contenuti negli atti di spesa,<br />

nell’applicativo informatico di contabilità, da parte delle strutture gestionali, da<br />

realizzarsi tramite un sistema di abilitazioni;<br />

c) un’attività che focalizza maggiormente gli oggetti sottoposti a verifica di<br />

regolarità contabile preventiva per ridurre al minimo il rallentamento<br />

dell’attività gestionale del dirigente responsabile della gestione della spesa<br />

107 Art 39 comma 5 LR 39/01: “In ogni caso il tesoriere regionale non può ricusare la riscossione delle somme,<br />

anche in mancanza di ordinativo di riscossione, pagate in favore della Regione e deve tenere dette somme in<br />

deposito fino al ricevimento del correlato ordinativo di riscossione”..<br />

108 L’art. 39 comma 5 sopracitato prevede che: “Le entrate regionali per le quali non risulta possibile o<br />

conveniente la riscossione tramite il tesoriere regionale possono essere incassate da dipendenti specificamente<br />

incaricati, con l’obbligo da parte degli stessi di rendicontare le somme incassate e di procedere al successivo<br />

versamento nella tesoreria regionale”.<br />

174


(facendo salvo il principio per cui le definitive determinazioni in ordine alla<br />

efficacia dell’atto sono adottate dal dirigente regionale responsabile);<br />

d) un’attività che esalti l’aspetto consultivo e di supporto della verifica preventiva<br />

anche per consentire l’esercizio di autotutela del dirigente regionale<br />

responsabile.<br />

L’attività di controllo di regolarità contabile, così come risulta disciplinata dalla<br />

Regione, è conforme alla normativa vigente e alla prassi comunemente adottata nelle<br />

PP.AA.: essa si svolge, infatti, prevalentemente, nelle forme di un controllo di tipo<br />

economico-finanziario precipuamente rivolto alla verifica degli atti che realizzano le fasi<br />

gestionali delle entrate e delle spese.<br />

Anche dal punto di vista dell’organizzazione, la funzione di controllo risulta<br />

correttamente intestata alla Direzione Ragioneria e tributi che dispone di un congruo<br />

organico dal punto di vista quantitativo.<br />

Apprezzabile la circostanza che il controllo sia stato esteso anche alla valutazione<br />

dei comportamenti omissivi, che spesso non soggiacciono ad alcun sindacato non<br />

essendo produttivi di atti, nonché al monitoraggio dello stock di atti giacenti da<br />

verificare, con indicazione, anche, dei tempi medi di lavorazione.<br />

Inoltre, anche un’eventuale programmazione dell’attività di controllo di regolarità<br />

contabile con riferimento, ad esempio, agli atti/procedure che risultano essere piu’<br />

frequentemente viziati da irregolarità contabili, potrebbe rivelarsi proficua, poiché<br />

consentendo di evidenziare aree di particolare/frequente criticità risulterebbe funzionale<br />

al raggiungimento dell’obiettivo di focalizzare maggiormente gli oggetti di verifica<br />

preventiva, per ridurre al minimo il rallentamento della attività gestionale del dirigente<br />

responsabile della gestione della spesa, finalità, questa, ricompresa tra gli obiettivi di<br />

miglioramento del sistema che la stessa Regione si prefigge di realizzare nel prossimo<br />

futuro.<br />

3.4.1 CONTROLLO PER LA VALUTAZIONE <strong>DEI</strong> DIRIGENTI<br />

La valutazione dei risultati dell’agire amministrativo presuppone l’individuazione<br />

di obiettivi chiari e definiti e la loro conseguente attribuzione a soggetti dotati di un<br />

sufficiente livello di autonomia per la realizzazione: per questo è opinione condivisa<br />

quella secondo cui l’implementazione dei controlli interni abbia rafforzato il principio di<br />

separazione fra organi di governo e organi di amministrazione (dirigenti) e il suo<br />

corollario rappresentato dalla responsabilizzazione di questi ultimi in ordine ai risultati<br />

ottenuti nel corso della gestione.<br />

L’attività di valutazione dei dirigenti, già conosciuta dall’ordinamento amm.vo<br />

poiché connessa alla erogazione della componente retributiva accessoria, acquista,<br />

pertanto, un nuovo significato alla luce del sistema delineato dal D Lgs 286/1999, poiché<br />

175


concorre con le altre forme di controllo alla misurazione delle performance dell’ente e<br />

all’ottimizzazione della funzione amministrativa.<br />

In base alle disposizioni del decreto 286 l’attività di valutazione dei dirigenti è<br />

svolta da strutture e soggetti che rispondono ai dirigenti posti al vertice dell'unità<br />

organizzativa interessata; deve trattarsi di strutture/soggetti diversi da quelli cui è<br />

demandato il controllo di gestione, pur utilizzando per i propri fini (anche) i risultati di<br />

tale ultima tipologia di controllo.<br />

I destinatari delle informazioni relative alla valutazione dei dirigenti sono<br />

esclusivamente gli organi di vertice dell'amministrazione, i soggetti e gli organi di<br />

indirizzo politico-amministrativo. In ordine ai fatti così segnalati, e la cui conoscenza<br />

consegua dall'esercizio delle relative funzioni di controllo o valutazione, non si configura<br />

l'obbligo di denuncia al quale si riferisce l'articolo 1, comma 3, della legge 14 gennaio<br />

1994, n. 20.<br />

La valutazione del personale con qualifica dirigenziale - che deve essere svolta in<br />

coerenza a quanto stabilito al riguardo dai contratti collettivi nazionali di lavoro- ha ad<br />

oggetto sia le prestazioni dei dirigenti, sia i comportamenti relativi allo sviluppo delle<br />

risorse professionali, umane e organizzative ad essi assegnate (competenze<br />

organizzative).<br />

Inoltre, essa tiene particolarmente conto dei risultati dell'attività amministrativa e<br />

della gestione ed ha periodicità annuale.<br />

Il procedimento per la valutazione è ispirato ai principi della diretta conoscenza<br />

dell'attività del valutato da parte dell'organo proponente o valutatore di prima istanza,<br />

dell’approvazione o verifica della valutazione da parte dell'organo competente o<br />

valutatore di seconda istanza, della partecipazione al procedimento del valutato.<br />

Inoltre, la procedura di valutazione costituisce presupposto per l'applicazione delle<br />

misure di cui all'articolo 21 del decreto n. 29/93 (ora art. 21 D. Lgs. 165/01) in materia<br />

di responsabilità dirigenziale.<br />

Tale responsabilità si attiva nelle ipotesi di mancato raggiungimento degli<br />

obiettivi, ovvero di inosservanza delle direttive imputabili al dirigente, valutati con i<br />

sistemi e le garanzie di cui all'articolo 5 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 286; le<br />

sanzioni comportano, ferma restando l'eventuale responsabilità disciplinare secondo la<br />

disciplina contenuta nel contratto collettivo, l'impossibilità di rinnovo dello stesso incarico<br />

dirigenziale. In relazione alla gravità dei casi, l'amministrazione può, inoltre, revocare<br />

l'incarico collocando il dirigente a disposizione dei ruoli di cui all'articolo 23, ovvero<br />

recedere dal rapporto di lavoro secondo le disposizioni del contratto collettivo.<br />

L’art. 5 stabilisce, inoltre, che le misure sanzionatorie sopraccitate si applichino<br />

allorché i risultati negativi dell'attività amministrativa e della gestione o il mancato<br />

raggiungimento degli obiettivi emergano dalle ordinarie ed annuali procedure di<br />

176


valutazione. Tuttavia, quando il rischio grave di un risultato negativo si verifichi prima<br />

della scadenza annuale, il procedimento di valutazione può essere anticipatamente<br />

concluso 109 .<br />

3.4.2 CONTROLLO PER LA VALUTAZIONE <strong>DEI</strong> DIRIGENTI. DISCIPLINA<br />

REGIONALE E FUNZIONAMENTO<br />

Il sistema di valutazione delle prestazioni dei dirigenti è stato introdotto per la<br />

prima volta nel 1998 e modificato, da ultimo, nel 2004.<br />

La responsabilità della valutazione segue un ordine gerarchico: essa spetta ai<br />

Segretari regionali nei confronti dei Dirigenti apicali (delle Direzioni regionali e delle Unità<br />

di progetto 110 ); a questi ultimi nei confronti dei Dirigenti di servizio.<br />

La valutazione del personale dirigenziale è disciplinata dalla L. Reg. 1/1997,<br />

secondo i principi fondamentali espressi nello Statuto, dal D.Lgs. 289/1999, dal D.Lgs.<br />

29/1993 (ora D.Lgs. 165/2001), dal CCNL, area Dirigenti, comparto Regioni ed<br />

autonomie locali sottoscritto il 12.06.1996.<br />

In particolare, la L. Reg. 1/97 prevede un COMITATO DI VALUTAZIONE (art.26)<br />

composto da 6 membri. Con dgr 583 del 5 marzo 2004 è stato nominato il comitato di<br />

valutazione dei dirigenti per il triennio 2004/2006. Il comitato è presieduto dal Segretario<br />

generale della programmazione ed è composto da altri due membri interni 111 e 3 membri<br />

esterni 112 .<br />

In particolare il Comitato:<br />

individua e definisce I CRITERI E GLI INDICATORI per il processo di<br />

valutazione;<br />

esamina le schede compilate al fine di assicurare la coerenza complessiva<br />

del processo di valutazione, formulando eventuali pareri/suggerimenti e/o<br />

prescrizioni per assicurare il rispetto del principio della correttezza<br />

metodologica;<br />

gestisce il contenzioso relativo alle valutazioni espresse.<br />

109<br />

Era inoltre prevista la possibilità di una conclusione anticipata del procedimento di valutazione nei casi<br />

previsti dal comma 2 del citato art. 21 (Nel caso di grave inosservanza delle direttive impartite dall'organo<br />

competente o di ripetuta valutazione negativa, ai sensi del comma 1, il dirigente, previa contestazione e<br />

contraddittorio, puo' essere escluso dal conferimento di ulteriori incarichi di livello dirigenziale corrispondente a<br />

quello revocato, per un periodo non inferiore a due anni. Nei casi di maggiore gravita', l'amministrazione puo'<br />

recedere dal rapporto di lavoro, secondo le disposizioni del codice civile e dei contratti collettivi.); tale comma è<br />

stato tuttavia successivamente abrogato dalla legge 145/02.<br />

110<br />

Art. 17 LR 1/97:Con provvedimento della Giunta regionale, sentiti i Segretari regionali competenti, possono<br />

essere istituite unità di progetto per l'attuazione di programmi a termine, di complessità e rilevanza strategica<br />

in relazione agli obiettivi individuati dagli strumenti della programmazione regionale con individuazione della<br />

relativa struttura di supporto.<br />

111<br />

Il Dirigente regionale delle risorse umane (Giunta) ed il Dirigente regionale Amministrazione, Bilancio e<br />

Servizi C.R. (<strong>Consiglio</strong>)<br />

112<br />

due consulenti in materia di organizzazione aziendale ed un professore universitario.<br />

177


Sono oggetto di valutazione sia gli OBIETTIVI RAGGIUNTI 113 che i<br />

COMPORTAMENTI che incidono, nell’ambito del giudizio, secondo il medesimo “peso”<br />

percentuale. Tale peso non varia al variare del livello di responsabilità dei dirigenti.<br />

Per quanto riguarda gli obiettivi: essi fanno riferimento sia alla programmazione<br />

strategica (anche se non è prevista una percentuale rigida di obiettivi strategici nella<br />

scheda di valutazione dirigenziale) sia alla gestione delle strutture organizzative.<br />

La scheda di valutazione attribuisce agli obiettivi un peso che va da un minimo di<br />

5 ad un massimo di 100.<br />

Gli obiettivi inseriti nella scheda di valutazione possono essere modificati nel corso<br />

dell’anno dal Comitato di valutazione.<br />

Per quanto riguarda i comportamenti, ne sono previsti 10 di cui 4 obbligatori e,<br />

nell’ambito dei restanti 6, su accordo tra valutatore e valutato, ne vengono selezionati<br />

altri 4.<br />

I 4 comportamenti obbligatori sono: presidio del ruolo; gestione efficiente delle<br />

risorse; rispetto dei tempi e delle scadenze; soluzione dei problemi.<br />

I 6 comportamenti ulteriori sono: guida e sviluppo dei collaboratori; rapporti<br />

interpersonali; risultati qualitativi; capacità decisoria; capacità di comunicazione;<br />

capacità di innovazione.<br />

dei dirigenti.<br />

Non è prevista una differenziazione dei comportamenti per livello di responsabilità<br />

La scheda di valutazione attribuisce ai comportamenti un peso che va da un<br />

minimo di 5 ad un massimo di 20.<br />

La scheda di valutazione è in formato elettronico e la procedura per la gestione<br />

del processo di valutazione è informatizzata.<br />

Il processo di valutazione dei dirigenti si articola nelle seguenti fasi e secondo le<br />

seguenti scadenze temporali:<br />

- febbraio/marzo: attribuzione degli obiettivi<br />

- luglio: verifica dell’andamento delle prestazioni<br />

- gennaio/febbraio: valutazione delle prestazioni<br />

- gennaio/febbraio:comunicazioni della valutazione<br />

La valutazione finale viene comunicata dal Dirigente valutatore.<br />

I dirigenti valutatori sono formati alla gestione del processo di valutazione 114 ; essi,<br />

inoltre, dispongono di un manuale di supporto per la gestione di tale processo e possono<br />

essere assistiti, durante il processo di valutazione, da personale interno alla Direzione<br />

risorse umane.<br />

113 Il numero minimo di obiettivi previsto è 1, il numero massimo è 5.<br />

178


Anche i dirigenti valutati sono formati 115 sul sistema di valutazione che li riguarda.<br />

Il sistema di valutazione si considera CONSOLIDATO.<br />

Per quanto riguarda le componenti retributive accessorie per i dirigenti, la Regione<br />

prevede unicamente il PREMIO DI RISULTATO il quale è attribuito al raggiungimento di<br />

un punteggio minimo di 401 (mentre il punteggio massimo raggiungibile è di 1000). I<br />

premi sono differenziati per livello di responsabilità.<br />

E’ di seguito riportato l’ammontare massimo dei premi, distinto per livelli di<br />

responsabilità, e la sua incidenza percentuale sulla retribuzione annua lorda (RAL):<br />

Ammontare massimo % sulla RAL<br />

Dirigente regionale 13.250 16%<br />

Dirigente Unità complessa 7.050 11%<br />

Dirigente di servizio 6.050 10%<br />

Con riferimento all’esercizio 2006, la totalità dei dirigenti ha avuto un premio di<br />

risultato pur diversamente parametrato a seconda della valutazione attribuita e del livello<br />

di responsabilità; nessun dirigente ha avuto una valutazione negativa.<br />

Esiste una correlazione tra la valutazione delle prestazioni dei dirigenti e la<br />

valutazione del restante personale; anche quest’ultimo risulta oggetto di valutazione in<br />

merito al grado di raggiungimento degli obiettivi.<br />

Non sono previste altre forme di valutazione dei dirigenti quali ad esempio la<br />

valutazione del potenziale umano o la valutazione di competenze specifiche (conoscenze,<br />

abilità etc.)<br />

Per quanto concerne eventuali progetti di implementazione/miglioramento del<br />

sistema, la Regione, in sede di questionario, ha affermato che sarebbe stato oggetto nel<br />

2007 di modifiche riguardanti la misurazione degli obiettivi.<br />

La disciplina regionale si appalesa coerente con le disposizioni normative di<br />

riferimento in materia di valutazione delle prestazioni dirigenziali e con le prassi<br />

generalmente adottate nelle PP.AA. sotto i vari profili che la riguardano: quello dei<br />

soggetti cui compete tale funzione di valutazione, quello dell’oggetto della valutazione<br />

(sia gli obiettivi che i comportamenti), quello inerente la procedura di valutazione<br />

(ispirata ai principi della trasparenza, della partecipazione e della informatizzazione),<br />

quello, infine, dei criteri di riferimento della valutazione medesima.<br />

In particolare, l’adozione di un sistema di valutazione MISTO (che tiene conto sia<br />

degli obiettivi che dei comportamenti “..contribuisce ad assicurare una “dimensione<br />

114 La formazione si è svolta in 2 giornate e mezzo.<br />

115 La formazione si è svolta in 3 giornate.<br />

179


qualitativa” ai risultati utile, soprattutto, in presenza di situazioni di incompleta analiticità<br />

dei sistemi di controllo o di attività presidiate che rendano difficile l’assegnazione di<br />

obiettivi di risultato chiari e misurabili” (cfr. Ministero Economia e Finanze: “Sistema di<br />

valutazione delle prestazioni per il personale dirigente non apicale”).<br />

Data, tuttavia, l’importanza attribuita dalla normativa, anche regionale, alla<br />

programmazione e al principio di responsabilizzazione dei dirigenti in ordine al<br />

raggiungimento degli obiettivi connessi ad essa, sarebbe opportuno dare significativa<br />

evidenza, nell’ambito della procedura di valutazione dirigenziale, al livello di realizzazione<br />

degli OBIETTIVI PROGRAMMATICI-STRATEGICI, avvalendosi anche dei riscontri forniti dal<br />

controllo di gestione.<br />

Trattasi degli obiettivi formulati nel documento di direttive adottato dalla Giunta<br />

per la formulazione dei budget dei centri di responsabilità i quali, in raccordo con le<br />

scelte della programmazione, rappresentano la cornice entro la quale gli stessi dirigenti<br />

sono tenuti ad elaborare le proposte di budget e rispetto ai quali è assegnata al dirigente<br />

specifica responsabilità gestionale e di risultato.<br />

Sarebbe auspicabile, inoltre, una differenziazione del peso percentuale da<br />

applicare per la valutazione sia degli obiettivi che dei comportamenti al variare del livello<br />

di responsabilità dei dirigenti, anche in considerazione dell’ampia possibilità di<br />

differenziazione del peso attribuibile a ciascuno di essi (per gli obiettivi: da un minimo di<br />

5 ad un massimo d 100, per i comportamenti: da un minimo di 5 ad un massimo di 20).<br />

Assegnare di conseguenza, un punteggio piu’ elevato in base al livello di<br />

responsabilità dirigenziale con riguardo al livello di responsabilità concretamente assunto,<br />

indipendentemente dalla posizione rivestita nell’ambito della struttura organizzativa<br />

dell’ente: tale livello è dato sia dalle caratteristiche della struttura diretta (numero di<br />

dipendenti e qualifica funzionale delle persone dirette), sia dalla tipologia di attività poste<br />

in essere (linee di attività fortemente diversificate, ampio numero di progetti gestiti<br />

obiettivi sfidanti e strategici per l’amministrazione), sia dalla entità delle risorse gestite,<br />

sia dalla variabilità delle funzioni assegnate.<br />

3.5.1 CONTROLLO DI GESTIONE<br />

La finalità del controllo di gestione è quella di verificare l'efficacia, efficienza ed<br />

economicità dell'azione amministrativa al fine di ottimizzare, anche mediante tempestivi<br />

interventi di correzione, il rapporto tra costi e risultati.<br />

Dal punto di vista organizzativo la normativa (decreto 286/99) prevede che il<br />

controllo di gestione sia svolto da strutture e soggetti che rispondono ai dirigenti posti al<br />

vertice dell'unità organizzativa interessata, e che le strutture cui è demandato il controllo<br />

di gestione siano diverse da quelle cui spetta l'attività di valutazione dei dirigenti (la<br />

quale utilizza, per le proprie valutazioni, anche i risultati del controllo di gestione).<br />

180


Inoltre, le strutture addette al controllo di gestione non possono svolgere verifiche di<br />

regolarità amministrativa e contabile.<br />

La legge, inoltre, pur distinguendo i rispettivi settori di competenza, prevede che i<br />

controlli di tipo valutativo (controllo di gestione controllo strategico e valutazione dei<br />

dirigenti) debbano svolgersi in maniera integrata.<br />

Infine, gli addetti alle strutture che effettuano il controllo di gestione sono tenuti a<br />

riferire sui risultati dell'attività svolta esclusivamente agli organi di vertice<br />

dell'amministrazione, ai soggetti, agli organi di indirizzo politico- amministrativo, a fini di<br />

ottimizzazione della funzione amministrativa 116 .<br />

L’art. 4 del d lgs 286/1999, espressamente rubricato “Controllo di gestione”,<br />

contiene ulteriori disposizioni di dettaglio: in particolare stabilisce che:<br />

“Ai fini del controllo di gestione, ciascuna amministrazione pubblica definisce:<br />

a) l'unità o le unità responsabili della progettazione e della gestione del controllo<br />

di gestione;<br />

b) le unità organizzative a livello delle quali si intende misurare l'efficacia,<br />

efficienza ed economicità dell'azione amministrativa;<br />

c) le procedure di determinazione degli obiettivi gestionali e dei soggetti<br />

responsabili;<br />

d) l'insieme dei prodotti e delle finalità dell'azione amministrativa, con riferimento<br />

all'intera amministrazione o a singole unità organizzative;<br />

e) le modalità di rilevazione e ripartizione dei costi tra le unità organizzative e di<br />

individuazione degli obiettivi per cui i costi sono sostenuti;<br />

f) gli indicatori specifici per misurare efficacia, efficienza ed economicità;<br />

g) la frequenza di rilevazione delle informazioni”<br />

Inoltre, per le amministrazioni regionali, il decreto rinvia alla legge quadro di<br />

contabilità regionale affidandole il compito di contribuire a delineare l'insieme degli<br />

strumenti operativi per le attività di pianificazione e controllo.<br />

Dalla normativa sopra citata si evincono le caratteristiche peculiari di tale tipologia<br />

di controllo, anzitutto, il ruolo centrale che esso riveste nell’ambito del sistema<br />

complessivo e che emerge da:<br />

1) la finalità del controllo di gestione che consiste nella verifica dell'efficacia, efficienza ed<br />

economicità dell'azione amministrativa al fine di ottimizzare, anche mediante<br />

tempestivi interventi di correzione, il rapporto tra costi e risultati (scopo di<br />

ottimizzazione della funzione amministrativa);<br />

2) i rapporti intercorrenti con le altre tipologie di controllo. Infatti, il controllo di gestione<br />

interagisce con la valutazione dei dirigenti - che ne utilizza le informazioni per i propri<br />

fini - e con il controllo strategico, che tramite i dati forniti (anche) dal controllo di<br />

116 In ordine ai fatti così segnalati, e la cui conoscenza consegua dall'esercizio delle relative funzioni di controllo<br />

o valutazione, non si configura l'obbligo di denuncia al quale si riferisce l'articolo 1, comma 3, della legge 14<br />

gennaio 1994, n. 20.<br />

181


gestione è in grado di valutare l’operato della amministrazione ai fine di un giudizio<br />

complessivo sulla rispondenza di tale operato agli obiettivi programmati;<br />

3) la posizione di autonomia che tale controllo conserva nonostante le interazioni con le<br />

altre forme di controllo sopra citate. Esso, infatti, è svolto da strutture e soggetti che<br />

rispondono ai dirigenti posti al vertice dell'unità organizzativa interessata 117 e fornisce<br />

informazioni esclusivamente ad essi 118 ; tali strutture non possono coincidere né con<br />

quelle deputate alla valutazione dei dirigenti né con quelle afferenti il controllo<br />

strategico né, tantomeno, con quelle che valutano la regolarità amministrativa e<br />

contabile.<br />

Infine, la normativa stabilisce (cfr. i criteri direttivi per l’esercizio della delega<br />

legislativa contenuti nella legge 59/97) che l’attività del controllo di gestione sia<br />

supportata oltre che da un sistema informativo-statistico alimentato da rilevazioni<br />

periodiche, al massimo annuali, dei costi, delle attività e dei prodotti, anche da<br />

un’elaborazione (periodica) di specifici indicatori di efficacia, efficienza ed economicità<br />

per poter valutare comparativamente costi, rendimenti e risultati.<br />

L’efficace implementazione del controllo di gestione presuppone quindi:<br />

a) l’introduzione di una CONTABILITA’ ANALITICA in grado di consentire l’analisi dei<br />

costi e dei ricavi delle gestione 119 . Essa presuppone l’individuazione dei cd.<br />

CENTRI DI RESPONSABILITA’ (unità organizzative preposte alla realizzazione di<br />

determinati obiettivi e poste alle dipendenze di un dirigente responsabile del<br />

raggiungimento dei medesimi) e dei CENTRI DI COSTO (unità organizzative cui<br />

possono essere ricondotte le decisioni di spesa.). Può accadere che ad un centro<br />

di responsabilità facciano capo piu’ centri di costo oppure che i costi di un singolo<br />

centro di costo siano ripartiti fra piu’ centri di responsabilità. L’analisi delle<br />

attività del centro di costo deve consentire l’attribuzione dei costi dei fattori<br />

produttivi (risorse umane, finanziarie, strumentali);<br />

b) un sistema di INDICATORI i quali sono dati da variabili quantitative e/o<br />

qualitative e forniscono informazioni sui centri di costo.<br />

Molte aree di attività pubbliche sono tuttavia difficilmente misurabili poiché il<br />

concetto di risultato per l’impresa pubblica non coincide col concetto di profitto proprio<br />

della impresa privata.<br />

Gli indicatori si distinguono in:<br />

117<br />

rafforzando quel principio di autonomia del dirigente che caratterizza il nostro ordinamento e che lo stesso<br />

decreto 286 ripropone quale principio cardine del sistema.<br />

118<br />

In ordine ai fatti così segnalati non sussiste l’obbligo di denuncia di ipotesi di danno erariale alla Corte dei<br />

conto ex art 1 comma 3 l 20/94.<br />

119<br />

Pertanto, la implementazione dei sistemi di controllo di gestione ha proceduto di pari passo con la riforma<br />

dei bilanci pubblici basata sulla adozione di una contabilità analitica. Significativa in tal senso l’introduzione nel<br />

bilancio regionale di una articolazione per Upb cioè di un livello di aggregazione piu’ sintetico del tradizionale<br />

capitolo che consente una rappresentazione del bilancio piu’ idonea ad evidenziare le scelte politiche regionali.<br />

182


1) indicatori di efficienza: esprimono il rapporto fra il costo ed il prodotto di una<br />

determinata attività. Esprimono il rendimento delle risorse utilizzate cioè la quantità<br />

di prodotto realizzata per unità di risorsa. Essa può consistere o nella minimizzazione<br />

del rapporto input/output o nell’ottenimento, a parità di input, di un maggior livello<br />

di output;<br />

2) indicatori di efficacia:esprimono il rapporto fra il prodotto di una determinata attività<br />

e l’obiettivo assegnato (rapporto tra output ottenuto ed output atteso);<br />

3) indicatori di economicità.<br />

Vi possono essere poi indicatori di qualità, che esprimono il livello qualitativo del<br />

servizio reso o dell’attivtà svolta.<br />

3.5.2 CONTROLLO DI GESTIONE. DISCIPLINA REGIONALE E FUNZIONAMENTO<br />

Il controllo di gestione 120 è stato introdotto ed è divenuto operativo nella Regione<br />

<strong>Veneto</strong>, per la prima volta, nel 1992; data la scarsità di indicazioni normative da parte<br />

del legislatore statale la Regione ha utilizzato, quale modello di riferimento del sistema di<br />

controllo di gestione, quello maggiormente accreditato in dottrina.<br />

La Lr 39/01 disciplina il controllo di gestione agli artt. 33 e ss.:<br />

“Art.33 (Controllo di gestione):<br />

La Regione applica il controllo di gestione allo scopo di riscontrare il grado di efficacia ed<br />

efficienza dei processi di acquisizione e di impiego delle risorse.<br />

Le componenti del controllo di gestione sono:<br />

a) la struttura organizzativa;<br />

b) la struttura tecnico-contabile;<br />

c) il processo di controllo<br />

Il controllo di gestione è strutturato dal punto di vista organizzativo, tecnico-<br />

contabile e di processo in aderenza alla specifica normativa in materia e in modo tale da<br />

consentire l’analisi ed il controllo dei costi e dei rendimenti dell’attività amministrativa,<br />

della gestione e delle decisioni amministrative.<br />

Art. 34 (Struttura organizzativa del controllo di gestione):<br />

La struttura organizzativa del controllo di gestione è costituita dai CENTRI DI<br />

RESPONSABILITA’ e dall’UNITA’ ORGANIZZATIVA preposta all’attuazione del processo di<br />

controllo di gestione.<br />

All’unità organizzativa spetta, in particolare, il coordinamento dell’attuazione del<br />

controllo di gestione in ognuna delle componenti individuate.<br />

Art. 35 (Struttura tecnico-contabile e processo del controllo di gestione)<br />

183


La struttura tecnico-contabile del controllo di gestione è costituita dall’insieme<br />

organizzato degli STRUMENTI INFORMATIVI che consentono la raccolta, l’analisi e la<br />

diffusione delle informazioni per lo svolgimento del processo di controllo di gestione.<br />

La struttura tecnico-contabile del controllo di gestione utilizza i dati e le<br />

informazioni sistematicamente rilevati dalla contabilità, dalla metodica di budget, nonché<br />

da ogni altra parte del sistema informativo regionale che offre flussi informativi<br />

significativi per le finalità perseguite.<br />

Il Processo DI CONTROLLO DI GESTIONE è articolato in modo da favorire il<br />

DECENTRAMENTO delle funzioni presso i centri di responsabilità e si basa sulla<br />

rilevazione degli scostamenti tra dati di previsione e dati di consuntivo.”<br />

L’unita’ organizzativa preposta all’attuazione del processo di controllo di gestione<br />

è collocata nell’ambito della SEGRETERIA BILANCIO E FINANZA e attua il coordinamento<br />

richiesto dalla disposizione di cui all’art 34 comma 2 sopracitato; l’organico di tale unità è<br />

composto di 10 persone (6 a tempo pieno e 4 a tempo parziale); la funzione dirigenziale<br />

è svolta direttamente dal responsabile della Direzione bilancio. L’unità organizzativa si<br />

avvale della collaborazione di risorse umane esterne all’amministrazione per finalità di<br />

consulenza metodologica e attuattiva.<br />

La Regione si avvale di un articolato insieme di strumenti di controllo di gestione:<br />

- la metodica di budget,<br />

- la contabilità economica,<br />

- le parti del sistema informativo dedicate alla distribuzione territoriale<br />

della spesa regionale e alla riclassificazione dei dati finanziari per aree<br />

e ambiti di intervento della programmazione regionale,<br />

- la reportistica on-line.<br />

Il controllo di gestione si avvale di soluzioni informativo-informatiche sviluppate<br />

all’interno dell’ente ed integrate con gli altri sistemi informativi regionali (S.I.<br />

Programmazione; S.I. contabilità; S.I. Atti amm.vi; S.I. delle risorse umane per il costo<br />

del lavoro).<br />

Dal punto di vista organizzativo, nulla da eccepire circa la collocazione regionale<br />

della struttura organizzativa del controllo di gestione; gli operatori del controllo di<br />

gestione sono in posizione di staff al responsabile della Direzione bilancio che svolge la<br />

funzione di coordinamento e propulsione.<br />

I destinatari della reportistica prodotta dal controllo di gestione sono: il Presidente<br />

della Regione, il <strong>Consiglio</strong>, la Giunta, i Segretari generali e i Dirigenti.<br />

I principali documenti “cartacei” prodotti con cadenza annuale sulla base del<br />

sistema informativo del controllo di gestione sono:<br />

- il Rapporto annuale sulla gestione dei budget,<br />

- la Relazione di analisi della gestione.<br />

Molto ampia risulta la produzione di report on demand e di reportistica on line.<br />

184


E’ previsto un confronto degli indicatori con i dati a preventivo e con i dati riferiti a<br />

periodi precedenti.<br />

Corretta appare anche l’individuazione dei destinatari della reportistica prodotta<br />

dal controllo di gestione.<br />

Per quanto concerne la METODICA DI BUDGET si rinvia a quanto stabilito dalla<br />

normativa regionale (artt. 28 e ss. LR 39/01): essa consiste nella formulazione (annuale)<br />

di previsioni, articolate per centri di responsabilità, relativamente ai risultati da<br />

conseguire, alle attività (correnti e di investimento) da realizzare, alle risorse finanziarie<br />

da acquisire e da impiegare, ai fattori operativi da utilizzare. Essa rappresenta la base<br />

per la formulazione del bilancio annuale di previsione.<br />

La metodica di budget si articola nelle seguenti fasi:<br />

1) l’emanazione, da parte della Giunta regionale, del documento di direttive per la<br />

formazione della PROPOSTA DI BUDGET da parte dei centri di responsabilità;<br />

2) l’elaborazione delle proposte di budget da parte dei centri di responsabilità<br />

nell’ambito degli obiettivi, linee guida, criteri, vincoli e parametri posti dal documento<br />

di direttive;<br />

3) la verifica e la revisione dei budget;<br />

4) l’emanazione da parte della Giunta della delibera di attribuzione del budget a ciascun<br />

centro di responsabilità;<br />

5) l’emanazione da parte della Giunta della delibera “Direttive per la gestione del<br />

bilancio”;<br />

6) elaborazione del Rapporto annuale sulla gestione dei budget.<br />

Con riferimento all’esercizio 2006 la Giunta regionale ha provveduto ad emanare il<br />

documento di direttive di cui al punto 1 (DGR 2247 del 9 agosto 2005) cui sono seguite,<br />

nel periodo compreso dal 29 agosto al 16 agosto 2005 l’elaborazione delle proposte di<br />

budget di cui al punto 2. In data 14 febbraio 2006 è stata emanata la delibera di<br />

attribuzione del budget a ciascun centro di responsabilità di cui al punto 4 (DGR 268) e in<br />

data 28 marzo 2006 il documento recante “Direttive per la gestione del bilancio 2006”<br />

(DGR 928); è stato, altresì, emanato il rapporto annuale sulla gestione del budget 2006<br />

(redatto sulla base del rendiconto 2006) 121 ; entrando così tale documento per la prima<br />

volta a regime.<br />

La VERIFICA E REVISIONE <strong>DEI</strong> BUDGET è prevista dall’art. 31 LR 39/2001. Esso<br />

recita “I budget dei centri di responsabilità sono sottoposti a verifica dello stato di<br />

avanzamento allo scopo di porre in evidenza, rispetto alle previsioni originarie, gli<br />

121 Art. 32 LR 39/01: Dopo la chiusura dell’esercizio finanziario a cui il budget si riferisce la STRUTTURA<br />

REGIONALE PREPOSTA AL BILANCIO predispone per la Giunta regionale il rapporto annuale sulla gestione dei<br />

budget. Il rapporto contiene il raffronto tra le quantità rappresentate a preventivo nei budget e i risultati<br />

conseguiti.<br />

185


eventuali SCOSTAMENTI già intervenuti e gli elementi che possono determinare<br />

scostamenti nel prosieguo della gestione”.<br />

Per quanto riguarda la verifica dei budget, il riscontro dello stato di avanzamento<br />

avviene, in pratica, senza soluzioni di continuità attraverso lo strumento della E-Window,<br />

a cui si possono collegare via Intranet tutti i responsabili dei centri di responsabilità di<br />

budget e i relativi referenti oltre ai Segretari regionali e ad altri soggetti autorizzati. Lo<br />

strumento della E-Window consente, a tali soggetti, di riscontrare, su dati aggiornati al<br />

giorno precedente, lo stato di avanzamento del budget assegnato anche attraverso<br />

indicatori di progress; ciò sia attraverso viste di sintesi che avvalendosi dell’amplia<br />

possibilità di navigazione di dati in modo da consentire a detti soggetti analisi anche<br />

approfondite senza rottura di carico nello strumento utilizzato.<br />

Lo stesso articolo procede stabilendo che “I budget dei centri di responsabilità<br />

possono essere variati nel corso del periodo di vigenza mediante il processo di revisione.<br />

La revisione dei budget dei centri di responsabilità deve essere operata in corso<br />

d’anno qualora intervengano variazioni di bilancio che comportano l’esigenza di integrare<br />

o di modificare gli obiettivi rappresentati nei budget stessi.<br />

I budget dei centri di responsabilità sottoposti a revisione vengono riadottati e<br />

rassegnati ai centri di responsabilità dalla Giunta regionale”.<br />

Per quanto riguarda la revisione dei budget assegnati, essa, tenuto conto del fatto<br />

che l’applicativo Budget è stato completamente rifondato, anche in termini di strumenti e<br />

soluzioni operativi a partire proprio dal 2006 con riferimento al budget 2007, non è stata<br />

ancora proceduralizzata.<br />

Nel Rapporto annuale sulla gestione del budget per ogni centro di<br />

responsabilità viene proposta:<br />

1) un’analisi della dinamica generale (responsabilità di budget in parte entrata ed in<br />

parte spesa) che a sua volta ricomprende un’analisi dei valori finanziari, un’analisi<br />

temporale della numerosità delle variazioni 122 e un’analisi delle variazioni per classi di<br />

valori 123 ;<br />

2) un’analisi della dinamica per natura economica 124 (spesa corrente spesa di<br />

investimento spesa per rimborso prestiti) che ricomprende una analisi dei valori<br />

finanziari;<br />

3) un’analisi della dinamica per fonte di finanziamento 125 (finanziamento regionale,<br />

statale, dell’U.e., misto) che ricomprende una analisi dei valori finanziari;<br />

122<br />

L’analisi temporale della numerosità delle variazioni viene effettuata solo se durante l’esercizio finanziario i<br />

capitoli di entrata o di spesa gestiti da un centro di resp.tà hanno richiesto almeno due variazioni.<br />

123<br />

Anche l’analisi delle variazioni per classi di valori viene effettuata alle condizioni previste nella nota<br />

precedente.<br />

124<br />

L’analisi della dinamica della spesa per natura economica viene effettuata solo se il centro di responsabilità<br />

durante l’esercizio finanziario ha gestito almeno due capitoli di spesa.<br />

186


4) un’analisi della dinamica per capitoli di spesa;<br />

5) un’analisi della dinamica per capitoli di entrata.<br />

Nella parte finale del report viene riportata l’analisi delle dinamiche generali<br />

dell’entrata e della spesa:<br />

- (per la spesa) analisi della dinamica generale, analisi per natura economica,<br />

analisi per fonte di finanziamento, analisi per funzione obiettivo;<br />

- (per l’entrata) analisi della dinamica generale, analisi per titoli.<br />

Il Rapporto annuale sulla gestione del budget per sua natura è limitato agli<br />

aspetti finanziari. Il trattamento dell’aspetto economico della gestione è, invece, operato<br />

sulla base del sistema di contabilità economica.<br />

Alcune considerazioni sull’applicazione della CONTABILITA’ ECONOMICA nella<br />

Regione <strong>Veneto</strong>: l’adozione di una “contabilità economica”, ad integrazione della<br />

tradizionale contabilità finanziaria, è ritenuta, dalla Regione, una scelta strategica, in<br />

grado di creare uno strumento di incentivazione di comportamenti economicamente<br />

responsabili e razionali da parte delle strutture. Tale finalità si inquadra nei più generali<br />

obiettivi del controllo di gestione e della metodica di budget tesi al monitoraggio del<br />

grado di efficacia ed efficienza delle attività realizzate dalla Regione.<br />

La scelta metodologica di fondo è stata l’esclusione del ricorso ad un sistema<br />

compiuto di contabilità generale di tipo economico-patrimoniale, data la natura di ente<br />

erogativo della Regione e quindi l’assenza di significativi processi di produzione nelle<br />

attività svolte.<br />

Dal punto di vista degli attori il sistema coinvolge i grandi centri ordinatori di<br />

spesa, la Direzione ragioneria e tributi con la supervisione della Direzione bilancio ed il<br />

coordinamento operativo del controllo di gestione.<br />

Sotto il profilo degli strumenti applicativi è stato sviluppato un apposito modulo<br />

applicativo integrato nel sistema informativo informatico impiegato per la contabilità<br />

finanziaria.<br />

Le prospettive future riguardano: l’affinamento della attribuzione convenzionale<br />

dei costi comuni agli oggetti di rilevazione già utilizzati attraverso un apposito modulo<br />

della soluzione applicativa denominata ZEUS; sempre attraverso ZEUS la sistematica<br />

produzione/utilizzazione dei dati relativi al peso economico delle immobilizzazioni,<br />

appena i dati del patrimonio regionale saranno disponibili; l’attivazione dell’oggetto di<br />

attribuzione dei costi rappresentato dalle “attività finali”.<br />

L’introduzione di un sistema di contabilità analitica dei costi è stata, altresì,<br />

funzionale alle finalità perseguite dalla normativa recata dall’art 28, comma 3 della L<br />

289/2002 che stabilisce che, al fine di garantire la rispondenza dei conti pubblici alle<br />

125 Anche l’analisi della dinamica della spesa per fonti di finanziamento viene effettuata alle condizioni previste<br />

187


condizioni dell'articolo 104 del Trattato istitutivo della Comunità europea e delle norme<br />

conseguenti, tutti gli incassi e i pagamenti, e i dati di competenza economica rilevati<br />

dalle amministrazioni pubbliche, di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30<br />

marzo 2001, n. 165, debbano essere codificati con criteri uniformi su tutto il territorio<br />

nazionale.<br />

Trattasi dell’avvio del cosiddetto “Sistema informativo delle operazioni degli enti<br />

pubblici” (S.I.O.P.E.) che consentirà una lettura dei flussi di cassa e di bilancio delle<br />

PP.AA. tramite il raccordo con un’unica classificazione gestionale.<br />

L’analisi dei costi trova rappresentazione nella Relazione di analisi della<br />

gestione predisposta dalla Direzione bilancio ex art 58 L. Reg. 39/2001 126 : che, per<br />

espresso disposto normativo (art. 58 sopracitato), deve fornire una valutazione, anche<br />

sotto il profilo ECONOMICO, delle risultanze annuali della gestione della entrata e della<br />

spesa.<br />

In particolare, la Relazione predetta presenta, a partire dal 2002, una sezione<br />

dedicata all’analisi dei costi di funzionamento. La scelta di focalizzare l’analisi a tale<br />

tipologia di costo deriva dalla considerazione della particolare natura giuridica dell’attività<br />

regionale nel suo complesso che si caratterizza quale attività di natura erogativa e non<br />

produttiva, la quale non si presta ad essere analizzata mediante un sistema di contabilità<br />

economica come quello utilizzato dalle imprese private.<br />

I costi di funzionamento vengono distinti per:<br />

a) fattori fondamentali (personale, beni di consumo, acquisto di servizi, altri costi di<br />

esercizio 127 );<br />

b) centri di responsabilità; in particolare, il procedimento di attribuzione dei costi ai<br />

Cdr avviene secondo il principio del “direct costing” e applicando comunque la<br />

logica discendente del cd. “costo dominabile”.<br />

L’attribuzione predetta riguarda la quasi totalità dei costi di funzionamento,<br />

restando escluse unicamente le zone di costo per le quali le correnti modalità di<br />

amministrazione non consentono di rilevare gli elementi indispensabili per<br />

l’attribuzione stessa e quelle “che mantengono ancora indifferenziata la<br />

localizzazione organizzativa finale delle risorse assorbite e l’asimmetria<br />

nella nota precedente.<br />

126 Art. 58 – Attività informativa<br />

1. La Giunta regionale, in accompagnamento al disegno di legge di Rendiconto generale, presenta al <strong>Consiglio</strong><br />

regionale una relazione che:<br />

a) illustra le attività e i risultati delle politiche regionali di settore;<br />

b) esprime la valutazione, sotto il profilo economico e finanziario, delle risultanze annuali della gestione<br />

dell’entrata e della spesa;<br />

2. La Giunta regionale, su richiesta del <strong>Consiglio</strong> regionale o delle commissioni consiliari competenti, fornisce lo<br />

stato di attuazione in corso d’anno della programmazione regionale e della spesa regionale.<br />

127 Amministrativi, contenzioso, imposte e tasse.<br />

188


localizzato/non localizzato che insiste anche all’interno della stessa area di costo”<br />

(dalla Relazione analisi della gestione- esercizio 2006).<br />

c) per sedi operative regionali; ottenendo i dati per la costruzione di un “indicatore di<br />

costosità” delle singole sedi nelle quali si svolge fisicamente l’attività della Regione.<br />

In merito alla METODICA DI BUDGET, si segnala l’opportunità di integrare<br />

l’attivazione delle procedure di REVISIONE <strong>DEI</strong> BUDGET previste dall’art.31 LR 39/2001<br />

già citato.<br />

La revisione è da ritenersi opportuna quando intervengono variazioni di bilancio<br />

anche di tipo compensativo o vi sia la necessità di integrare o di modificare gli obiettivi<br />

rappresentati nei budget stessi. E’ sulla base (anche) della verifica e della revisione dei<br />

budget che la Giunta adotta, ex art 29 Lr 39/2001, eventuali ulteriori direttive in ordine<br />

alla gestione del bilancio di previsione annuale e dei budget dei centri di responsabilità.<br />

Sono in corso progetti di ulteriore implementazione e miglioramento del sistema<br />

di reporting con particolare riferimento alla distribuzione in rete dei report e all’accesso<br />

on line opportunamente differenziato a basi dati selezionate sulla scorta delle esigenze di<br />

particolari categorie di utenti.<br />

3.6.1 CONTROLLO SUGLI ENTI DI DIRITTO PRIVATO PARTECIPATI DALLA<br />

REGIONE. DISCIPLINA REGIONALE<br />

Nello Statuto della Regione <strong>Veneto</strong> (artt. 9 e 50) sono contenuti alcuni riferimenti<br />

relativi alla disciplina, alla costituzione ed all’organizzazione delle società partecipate<br />

dalla Regione<br />

L’articolo 9 prevede che il <strong>Consiglio</strong> regionale “delibera l’assunzione e la<br />

cessazione di partecipazioni regionali”.<br />

Il successivo articolo 50 dispone, altresì, che “La Regione, per attività e servizi<br />

inerenti allo sviluppo economico e sociale che, per loro natura, non possano essere<br />

delegati a enti locali o espletati avvalendosi dei loro uffici, può con legge istituire enti e<br />

aziende o partecipare a consorzi di enti pubblici o a società, e, in ordine a compiti<br />

operativi a carattere temporaneo, può istituire agenzie”.<br />

L’attività informativa al <strong>Consiglio</strong> regionale era già stata sufficientemente<br />

normata: da una parte, sia l’articolo 49 della L. reg. n. 5/2001 128 che l’art. 58, comma 4,<br />

della L. reg. 39/2001 129 obbligano la Giunta a presentare al <strong>Consiglio</strong> regionale “il bilancio<br />

128 Articolo 49 della Legge regionale n. 5/2001<br />

1. La Giunta regionale presenta al <strong>Consiglio</strong> regionale il bilancio di esercizio degli enti, aziende, agenzie<br />

regionali e società con partecipazione maggioritaria della Regione ed una relazione dimostrativa del<br />

raggiungimento degli obiettivi di cui ai programmi aziendali.<br />

2. Entro i successivi sessanta giorni la Commissione consiliare competente può presentare al <strong>Consiglio</strong><br />

regionale una risoluzione diretta a manifestare orientamenti o a definire indirizzi del <strong>Consiglio</strong> stesso.<br />

129 Articolo 58 della Legge regionale n. 39/2001<br />

189


di esercizio degli enti, aziende, agenzie regionali e società con partecipazione<br />

maggioritaria della Regione ed una relazione dimostrativa del raggiungimento degli<br />

obiettivi di cui ai programmi aziendali”; dall’altra, l’art. 53, comma 4, della L. reg.<br />

39/2001 impone che al rendiconto generale della Regione venga allegato l’ultimo bilancio<br />

approvato da ciascuna società in cui la Regione abbia partecipazione finanziaria.<br />

Solo con l’articolo 5 della L. reg. n. 22 del 16 agosto 2007 130 si è disciplinata anche<br />

l’attività di controllo dell’esecutivo sulle società (imponendo l’adeguamento ad essa delle<br />

convenzioni e dei contratti di servizio), che di fatto era già stata organizzata dalla Giunta<br />

regionale anche per soddisfare l’esigenza informativa dell’organo consiliare.<br />

Alla data del 31 dicembre 2006 la Regione del <strong>Veneto</strong> partecipa, direttamente o<br />

tramite la <strong>Veneto</strong> Sviluppo S.p.A., a 24 società (vedi tav. 27) le cui attività e settori di<br />

intervento spaziano dalla promozione dello sviluppo, della ricerca e dell’innovazione, ai<br />

trasporti, alle infrastrutture, alla finanza, alla gestione patrimoniale.<br />

“La Giunta regionale presenta al <strong>Consiglio</strong> regionale il bilancio di esercizio degli enti, aziende, agenzie regionali<br />

e società con partecipazione maggioritaria della Regione ed una relazione dimostrativa del raggiungimento degli<br />

obiettivi di cui ai programmi aziendali.”<br />

130 Articolo 5 della Legge regionale n. 22/2007<br />

1. Le strutture regionali competenti vigilano sull'attività delle società con partecipazione della Regione, con le<br />

quali la Regione stessa abbia sottoscritto convenzioni o contratti di servizio, mediante idonee attività di<br />

controllo e monitoraggio.<br />

2. La Giunta regionale, con proprio provvedimento, individua le strutture regionali competenti nonché i criteri e<br />

le modalità di vigilanza e controllo di cui al comma 1 cui le convenzioni ed i contratti di servizio si devono<br />

adeguare entro centottanta giorni dalla pubblicazione della presente legge.<br />

190


Tav. 27: Elenco società a partecipazione regionale (aggiornata al 31/12/2006)<br />

1 Aeroporto Valerio Catullo di Verona Villafranca<br />

S.p.A. (*)<br />

22/12/1978 0,20%<br />

2 Aeroporto di Treviso (*) DENOMINAZIONE<br />

data di<br />

costituzione<br />

QUOTA di<br />

partecipazione<br />

regionale<br />

28/04/1986 10,00%<br />

3 Autodromo del <strong>Veneto</strong> S.p.A. (*) 25/06/2001 26,97%<br />

4 Autovie Venete S.p.A. 16/06/1928 4,83%<br />

5 Banca Popolare Etica s.c.a.r.l. 01/06/1995 0,25%<br />

6 College Valmarana Morosini S.p.a. 12/03/1980 18,18%<br />

7 Edilvenezia S.p.A. 17/05/1983 5,00%<br />

8 Ferrovie Venete S.r.l. 11/04/2000 100,00%<br />

9 Finest S.p.A. (*) 23/12/1992 19,15%<br />

10 Immobiliare Marco Polo S.r.l. (**) 23/07/1997 100,00%<br />

11 Obiettivo Nordest S.i.ca.v. (*) 18/05/2000 3,92%<br />

12 Politecnico Calzaturiero s.c.a.r.l. (*) (***) 20/06/2001 15,57%<br />

13 Rocca di Monselice S.r.l. 28/05/1991 33,33%<br />

14 Rovigo Fiere S.p.A. (****) 12/04/2005 66,67%<br />

15 Sistemi Territoriali S.p.A. (*) 21/04/1983 99,29%<br />

16 Società per l’Autostrada di Alemagna S.p.A. 22/12/1960 0,03%<br />

17 Società Veneziana Edilizia Canalgrande<br />

S.p.A.<br />

04/07/1974 100,00%<br />

18 Terme di Recoaro S.p.A. 15/10/1979 100,00%<br />

19 <strong>Veneto</strong> Acque S.p.A. 10/05/1990 100,00%<br />

20 <strong>Veneto</strong> Innovazione S.p.A. 05/09/1991 51,00%<br />

21 <strong>Veneto</strong> Nanotech s.c.p.a. (*****) 31/07/2003 11,07%<br />

22 <strong>Veneto</strong> Strade S.p.A. 21/12/2001 30,00%<br />

23 <strong>Veneto</strong> Sviluppo S.p.A. 15/09/1979 51,00%<br />

24 Venezia Terminal Passeggeri S.p.A. (*) 29/04/1997 17,50%<br />

Fonte: Regione del <strong>Veneto</strong><br />

(*)<br />

Partecipazioni gestite da <strong>Veneto</strong> Sviluppo S.p.A. in base a contratto di gestione stipulato con<br />

la Regione <strong>Veneto</strong> in data 16 novembre 2005<br />

(**) Società acquisita dalla Regione in data 6 aprile 2006<br />

(***) La Regione è entrata nella compagine societaria in data 30 marzo 2006<br />

(****) Società costituita il 12 aprile 2005<br />

(*****) La Regione è entrata nella compagine societaria sottoscrivendo l'aumento di capitale<br />

che si è chiuso in data 23/02/2005<br />

191


Vi è da rilevare, a tal proposito, che finora vengono allegati ai rendiconti della<br />

Regione i bilanci di esercizio delle società in cui la partecipazione della Regione è diretta,<br />

ma non i bilanci di quelle in cui la partecipazione è indiretta. L’adempimento, quindi, al<br />

dettato di legge è rispettato, ma potrebbe estendersi, ove ad esso intenda conferirsi un<br />

valore sostanziale, alle società controllate (e anche collegate) almeno dalle società in cui<br />

la Regione è maggiore azionista (in tav. 28 per ogni società con partecipazione<br />

finanziaria regionale vengono individuate le società controllate/collegate/con<br />

partecipazione non rilevante).<br />

Tutte le società utilizzano il modello di governance ordinario o tradizionale, ove la<br />

funzione di gestione è demandata al consiglio di amministrazione/amministratore unico e<br />

il controllo sulla gestione al collegio sindacale. Alcune società (<strong>Veneto</strong> Sviluppo spa,<br />

Autovie Venete Spa, Finest spa, Terme di Recoaro Spa, Aeroporto Valerio Catullo Spa,<br />

Edilvenezia spa, Banca popolare etica scpa, Aeroporto di Treviso Spa, Venezia Terminal<br />

Passaggeri spa, Obiettivo Nordest Sicav, <strong>Veneto</strong> strade Spa) hanno affidato la revisione<br />

contabile a società di revisione od a revisori unici.<br />

3.6.2 L’ATTIVITA’ DI GESTIONE E CONTROLLO DELLE PARTECIPAZIONI<br />

SOCIETARIE REGIONALI<br />

L’attività di gestione e controllo delle partecipazioni regionali in soggetti di diritto<br />

privato è svolta dalla Direzione attività ispettiva e partecipazioni societarie appartenente<br />

all’area di coordinamento cui fa capo, giusta la Deliberazione giuntale n. 2176 del 2<br />

agosto 2005, la Segreteria generale della Programmazione.<br />

Secondo quanto risulta dalla Deliberazione di Giunta n. 3609 del 22 novembre<br />

2005, avente ad oggetto l’assegnazione di competenze e funzioni alle nuove Direzioni<br />

Regionali ed unità di progetto ai sensi degli artt. 13, 14 e 17 della legge reg. 1/1997, la<br />

predetta Direzione è deputata a svolgere non solo le funzioni di “gestione, controllo e<br />

valutazione delle partecipazioni regionali nelle società di capitale”, ma anche quelle di<br />

“controllo ispettivo e amministrativo a supporto delle funzioni di controllo del Segretario<br />

Generale della Programmazione ex art. 9 lett. g) della L.r. 1/1997 e art. 7 comma 2 della<br />

L.r. 53/1993; controllo delle operazioni cofinanziate dai fondi strutturali ex Regolamento<br />

CE 438/2001 (FESR e FSE); supporto alle attività di controllo strategico connesso alle<br />

attribuzioni del segretario generale della Programmazione ai sensi dell’art. 9 della l.r.<br />

1/1997; supporto gestionale, contabile e organizzativo al Segretario generale della<br />

programmazione”.<br />

La soluzione organizzativa adottata dalla Regione per lo svolgimento dell’attività<br />

di programmazione e controllo sugli enti di diritto privato a partecipazione regionale<br />

(svolta dalla Direzione attività ispettiva e partecipazioni societarie) ricalca il modello<br />

192


193<br />

Tav. 28: Elenco società controllate e collegate (aggiornata al 31/12/2006)<br />

QUOTA di<br />

partecipazione<br />

1 Aeroporto Valerio Catullo di Verona Villafranca S.p.A. Aeroporto Gabriele D'Annunzio S.p.a 85,00%<br />

2 Aeroporto di Treviso<br />

3 Autodromo del <strong>Veneto</strong> S.p.A.<br />

DENOMINAZIONE controllate/collegate<br />

D.G. Engineering srl 100,00%<br />

Verona Cargo S.p.a. 42,00%<br />

Aeroporto G. Caproni S.p.a. 1,08%<br />

ADB Airport S.p.a. 0,74%<br />

Aeroporti Vicentini S.p.a. 1,06%<br />

Veronamercato S.p.a. 0,10%<br />

Quadrante Servizi S.r.l. 3,00%<br />

Consorzio Energia Verona Due 0,74%<br />

4 Autovie Venete S.p.A. (al 30/6/2006) S.T. Sistemi Telematici S.U.R.L. in liquidazione 100,00%<br />

Bazzera srl 100,00%<br />

Interporto Alpe Adria di Cervignano del Friuli spa 81,63%<br />

Gestione interporto Cervignano srl in liquidazione 50,00%<br />

Soc. Autostrade di Venezia e Padova S.p.a. 22,30%<br />

SUS Servizi Utenza Stradale S.p.a. 25,00%<br />

CAF Interregionale Dipendenti Srl 0,00%<br />

Terminal Intermodale di Trieste - Fernetti spa 3,30%<br />

<strong>Veneto</strong> Strade S.p.a. 5,00%<br />

Consorzio Autostrade Italiane Energia 2,11%<br />

Pedemontana Veneta S.p.a. 8,00%<br />

Elitel Telecom spa 0,61%<br />

Nuova Romea S.p.a. 7,92%<br />

5 Banca Popolare Etica s.c.a.r.l.<br />

6 College Valmarana Morosini S.p.a.<br />

7 Edilvenezia S.p.A.<br />

8 Ferrovie Venete S.r.l. Sistemi Territoriali S.p.a. 0,24%<br />

9 Finest S.p.A. (*)<br />

10 Immobiliare Marco Polo S.r.l.<br />

11 Obiettivo Nordest S.i.ca.v.<br />

12 Politecnico Calzaturiero s.c.a.r.l.<br />

13 Rocca di Monselice S.r.l.<br />

14 Rovigo Fiere S.p.A.<br />

15 Sistemi Territoriali S.p.A. Ferroviaria Servizi Srl 100,00%<br />

<strong>Veneto</strong> Logistica S.r.l. 55,00%<br />

Nord Est Logistica S.r.l. 60,00%


194<br />

DENOMINAZIONE controllate/collegate<br />

QUOTA di<br />

partecipazione<br />

Aspo Logistica srl 49,00%<br />

Interporto di Rovigo S.p.a. 23,25%<br />

Interporto di Venezia S.p.a. 4,30%<br />

Interporto di Portogruaro S.p.a. 0,48%<br />

16 Società per l’Autostrada di Alemagna S.p.A.<br />

17 Società Veneziana Edilizia Canalgrande S.p.A. Cà Nova S.r.l. 100,00%<br />

18 Terme di Recoaro S.p.A.<br />

19 <strong>Veneto</strong> Acque S.p.A.<br />

SKI College S.p.a. 35,00%<br />

20 <strong>Veneto</strong> Innovazione S.p.A. Certottica S.c.r.l. 20,00%<br />

Tecnologia & Design S.c.a.r.l. 27,74%<br />

Politecnico Calzaturiero S.c.r.l. 22,57%<br />

Parco scientifico Tecnologico di Verona S.p.a. 20,11%<br />

Spinlab 1 S.r.l. 26,00%<br />

Parco scientifico Tecnologico di Venezia S.c.r.l. 16,99%<br />

Promomarghera S.p.a. 10,00%<br />

Thetis S.p.a. 1,83%<br />

Parco Scientifico Tecnologico Galileo S.c.p.a. 11,75%<br />

Galileo società di gestione del risparmio S.p.a. 3,49%<br />

Centro Ricerche e Prove Tessili S.c.r.l. (ritex) 11,14%<br />

Fondazione la Fornace dell'Innovazione 15,03%<br />

Consorzio Distretto <strong>Veneto</strong> Beni Culturali 14,29%<br />

21 <strong>Veneto</strong> Nanotech s.c.p.a. Nanofab scarl 25,00%<br />

Singular ID Italia srl 7,50%<br />

22 <strong>Veneto</strong> Strade S.p.A. (al 31.12.2005) C.R.S. Centro Ricerche Stradali S.p.A. 8,00%<br />

<strong>Veneto</strong> Infrastrutture Servizi s.r.l. 100,00%<br />

G.R.A. di Padova S.p.A. 10,00%<br />

23 <strong>Veneto</strong> Sviluppo S.p.A. (**)<br />

Vi.abilità S.p.A. 5,00%<br />

24 Venezia Terminal Passeggeri S.p.A. (al 31.5.2006) Venice Yachts & Ships Assistance s.c.a.r.l. 89,00%<br />

Venice Yacht Pier S.r.l. 51,13%<br />

Promovenezia società consortile per la promoz. turisti 1,33%<br />

Bari Porto del Mediterraneo s.r.l. 5,00%<br />

(*) La società Finest S.p.a. detiene numerose partecipazioni in joint venture con sede nei paesi di intervento indicati nell'art. 4 dello Statuto<br />

sociale, oltre alle partecipazioni strumentali, ai sensi dell'art. 4 del D. Lgs. N. 87/92 e dei successivi Provvedimenti Bankitalia<br />

(**) <strong>Veneto</strong> Sviluppo S.p.a. partecipazioni rilevanti detenute come operazioni di merchant banking: ACF S.r.l. (30,00%), Marco Polo<br />

Holding S.r.l. (36,17%), Soveda S.r.l. (30,00%). La società al 31/12/2006 detiene partecipazioni non di merchant banking in 16 società<br />

per un valore complessivo in bilancio pari a euro 10.017.851


dell’unità specialistica, ovvero un’unità organizzativa che mantiene contatti stabili e<br />

diretti con le società del gruppo.<br />

In un’ottica di governance allargata delle politiche e della programmazione<br />

regionale, con la richiamata Deliberazione n. 3609/2005 e successivamente con la Legge<br />

<strong>Regionale</strong> n. 22/2007 l’Amministrazione regionale ha ritenuto opportuno ripartire,<br />

nell’ambito dei rapporti con le proprie società partecipate, le funzioni relative alla<br />

gestione della proprietà, da quelle relative alla committenza. Nello specifico, la Direzione<br />

attività ispettiva e partecipazioni societarie cura i rapporti della Regione con le società,<br />

nei casi in cui l’ente assume la qualità di socio delle stesse, ossia cura l’istruttoria e la<br />

predisposizione atti e comunicazioni relativi alla partecipazione della Giunta regionale alle<br />

Assemblee sociali (approvazione dei Bilanci Societari, previsioni statutarie, assetti<br />

societari, governance ed ogni altro argomento posto all'attenzione dei soci).<br />

Per quanto concerne, invece, la gestione della funzione di committenza, ovvero i<br />

rapporti tra la Regione <strong>Veneto</strong> e le Società partecipate, nei quali l’ente regionale opera in<br />

qualità di ente appaltante o nella veste di fruitore del servizio erogato dalla società, la<br />

vigilanza sull'attività delle società con partecipazione della Regione, con le quali la<br />

Regione stessa abbia sottoscritto convenzioni o contratti di servizio, viene svolta dalle<br />

strutture regionali competenti per settore/materia, mediante idonee attività di controllo e<br />

monitoraggio.<br />

Tale soluzione organizzativa è stata preferita ad altri modelli come quello<br />

tradizionale (che si impernia sui settori/unità organizzative della Regione all’interno dei<br />

quali veniva gestito il servizio prima della sua esternalizzazione), quello della società<br />

esterna/holding o ancora quello dell’agenzia per il controllo.<br />

Il personale della Direzione regionale Attività ispettiva e partecipazioni societarie<br />

che è deputato in maniera diretta ed esclusiva a questa tipologia di attività è costituito<br />

da 4 unità di personale a tempo pieno 131 . All’interno della Direzione, cioè, anche a livello<br />

di personale dedicato, vi è una separazione piena tra le funzioni di gestione e controllo<br />

sulle partecipate e le altre funzioni, peraltro rilevanti, attribuite alla Direzione.<br />

La funzione di gestione e controllo comprende una funzione di reportistica alla<br />

Giunta regionale che viene solitamente svolta in occasione delle Assemblee societarie e<br />

soprattutto in occasione del rinnovo degli organi sociali, dell’approvazione dei bilanci<br />

societari, dell’erogazione dei contributi (e concorsi alle spese di funzionamento). Laddove<br />

si ritenga necessaria l’adozione di deliberazioni da parte della Giunta regionale, la<br />

Direzione predispone le proposte di delibere.<br />

In adempimento dell’art. 49 della L. reg. n. 5/2001, la Giunta regionale presenta<br />

annualmente al <strong>Consiglio</strong>, oltre ai bilanci delle società con partecipazione regionale<br />

195


maggioritaria, “una relazione dimostrativa del raggiungimento degli obiettivi di cui ai<br />

programmi aziendali”.<br />

La Direzione attività ispettiva e partecipazioni societarie, generalmente a partire<br />

dal mese di dicembre si attiva per richiedere a tutte le società a partecipazione regionale<br />

maggioritaria l’invio di una relazione sul raggiungimento degli obiettivi indicati nei<br />

programmi aziendali dell’esercizio in fase di chiusura, l’individuazione degli obiettivi<br />

prefissati per l’anno successivo e un prospetto sugli obiettivi di medio - lungo termine<br />

(indicativamente dai 3 ai 5 anni) della società nel quale si fa particolare riferimento agli<br />

obiettivi della programmazione regionale, alle politiche da perseguire, i costi da<br />

sostenere, i finanziamenti, i contributi, i tempi e le scadenze dei progetti.<br />

Questa documentazione rappresenta un importante strumento di controllo in<br />

quanto permette di lavorare su due distinti livelli:<br />

a) a livello preventivo in quanto consente alla Regione di valutare la congruità e la<br />

coerenza delle strategie societarie con la programmazione a livello regionale,<br />

permettendo un eventuale intervento del socio pubblico in fase di rideterminazione di<br />

nuove politiche e indirizzi per gli esercizi futuri;<br />

b) a livello consuntivo con l’analisi dei bilanci delle società e della allegata relazione, che<br />

permettono il confronto tra gli obiettivi prefissati all’inizio ed i risultati ottenuti al<br />

termine dell’esercizio.<br />

Una criticità che si palesa nella fase di applicazione di queste norme è<br />

rappresentata dallo sfasamento temporale che si viene a creare tra la richiesta della<br />

documentazione da parte della Regione e l’invio di quest’ultima da parte delle società,<br />

con conseguente allungamento dei tempi.<br />

La ragione di tale ritardo è dovuta al fatto che le società a partecipazione<br />

regionale, ai sensi di quanto disposto dal codice civile, approvano il bilancio – e<br />

contestualmente relazionano sui risultati dell’esercizio appena concluso e individuano gli<br />

obiettivi futuri – nel periodo compreso tra i centoventi ed i centottanta giorni dalla<br />

chiusura dell’esercizio.<br />

Ne deriva quindi che la documentazione completa non può arrivare alla Giunta,<br />

nelle migliori delle ipotesi, prima del mese di luglio; il successivo inoltro al <strong>Consiglio</strong><br />

risulta di conseguenza dilazionato a causa del fatto che la Direzione attende la ricezione<br />

degli atti di tutte le società al fine di predisporre la relazione al <strong>Consiglio</strong> stesso.<br />

Relativamente alle società <strong>Veneto</strong> Sviluppo S.p.A., <strong>Veneto</strong> Nanotech s.c.p.a.,<br />

Rocca di Monselice s.r.l. e <strong>Veneto</strong> Innovazione S.p.A., la Direzione acquisisce anche<br />

relazioni periodiche.<br />

L’analisi relativa ai bilanci delle società verte su due distinti piani:<br />

131 Il personale impiegato esclusivamente per l’attività di gestione controllo delle partecipazioni è composto da<br />

196


- verifica dell’equilibrio patrimoniale e finanziario;<br />

- verifica dell’equilibrio economico aziendale.<br />

In entrambi i casi vengono messe in evidenza le variazioni rispetto all’anno<br />

precedente, ponendo particolare attenzione a quelle voci che mostrano forti scostamenti<br />

da un esercizio all’altro e che necessitano eventualmente di un ulteriore approfondimento<br />

da richiedere alle società.<br />

Per quanto concerne la verifica dell’equilibrio patrimoniale – finanziario, gli aspetti<br />

contabili che vengono con maggior attenzione presi in considerazione riguardano il trend<br />

dei debiti e dei crediti, il valore delle immobilizzazioni, la consistenza delle (eventuali)<br />

perdite e la loro incidenza sul capitale sociale.<br />

L’analisi dell’equilibrio economico – aziendale è diretta alla verifica delle principali<br />

voci del conto economico, con particolare riguardo all’entità delle variazioni rispetto<br />

all’anno precedente.<br />

Il valore della produzione è una delle voci sottoposte a valutazione; sotto esame<br />

vengono posti i ricavi caratteristici della gestione e gli eventuali contributi da parte del<br />

settore pubblico, al fine di comprendere il grado e la capacità di coprire i costi della<br />

gestione caratteristica.<br />

Dal lato dei costi della produzione, le poste sotto osservazione sono quelle relative<br />

al costo del personale, delle consulenze e degli ammortamenti per concludersi con<br />

l’andamento della gestione finanziaria, straordinaria e tributaria e la determinazione del<br />

risultato netto d’esercizio.<br />

Nell’ottica di miglioramento dell’analisi delle performance delle società partecipate<br />

è allo studio della Direzione Attività Ispettive e Partecipazioni societarie l’adozione di un<br />

applicativo informatico con appositi indici di bilancio.<br />

A tal proposito si suggerisce di orientare la progettazione dell’analisi tramite<br />

indicatori anche verso la costruzione di modelli che siano in grado di prevedere crisi<br />

aziendali.<br />

3.6.3 I RISULTATI DI ESERCIZIO<br />

Dalla tav. 29 (utili/perdite – esercizi 2003, 2004 e 2005) si evince che diverse<br />

società 132 chiudono l’esercizio con una perdita.<br />

tre dipendenti di categoria D, di cui uno titolare di posizione organizzativa, ed un dipendente di categoria C.<br />

132 Nove delle venticinque società chiudono l’esercizio 2005 con un risultato negativo:<br />

1) Aeroporto Valerio Catullo di Verona Villafranca S.p.A.,<br />

2) Autodromo del <strong>Veneto</strong> S.p.A.,<br />

3) Immobiliare Marco Polo S.r.l.,<br />

4) Ferrovie Venete S.r.l.<br />

5) Associazione “Centro di servizi e di documentazione per la cooperazione economica internazionale”<br />

(INFORMEST), 6) Rovigo Fiere S.p.A.,<br />

6) Società per l’Autostrada di Alemagna S.p.A.,<br />

7) Terme di Recoaro,<br />

197


Tav. 29: utili / perdite (Esercizi 2003, 2004 e 2005)<br />

DENOMINAZIONE 2003 2004 2005<br />

Aeroporto Valerio Catullo di Verona Villafranca<br />

S.p.A.<br />

575.104 693.538 -485.591<br />

Aeroporto di Treviso 793.182 861.453 1.314.595<br />

Autodromo del <strong>Veneto</strong> S.p.A. -7.036 -15.763 -104.350<br />

Autovie Venete S.p.A. 19.241.258 25.690.356 30.590.687<br />

Banca Popolare Etica s.c.a.r.l. 14.450 110.092 305.089<br />

College Valmarana Morosini S.p.a. 1.278 2.035 2.527<br />

Edilvenezia S.p.A. 31.554 165.016 71.527<br />

Ferrovie Venete S.r.l. -586 -909 -917<br />

Finest S.p.A. (dati al 30/06/2004, 30/06/05 e<br />

30/06/06)<br />

1.054.822 1.050.763 480.108<br />

Immobiliare Marco Polo S.r.l. -2.759 -211.555<br />

Obiettivo Nordest S.i.ca.v. 1.046.086 1.646.282 1.491.742<br />

Politecnico Calzaturiero s.c.a.r.l. 873 1.592<br />

Rocca di Monselice S.r.l. -36.222 -45.711 8.238<br />

Rovigo Fiere S.p.A. 0 -708<br />

Sistemi Territoriali S.p.A. 751.268 158.723 228.282<br />

Società per l’Autostrada di Alemagna S.p.A. -2.535 -1.557 -2.646<br />

Società Veneziana Edilizia Canalgrande S.p.A. -198.203 19.673 87.321<br />

Terme di Recoaro S.p.A. -296.877 -450.900 -382.694<br />

<strong>Veneto</strong> Acque S.p.A. 246.253 130.944 146.082<br />

<strong>Veneto</strong> Innovazione S.p.A. 410 49.665 24.038<br />

<strong>Veneto</strong> Nanotech s.c.p.a. 5.538 19.990 7.001<br />

<strong>Veneto</strong> Strade S.p.A. -314.903 -598.488 -124.335<br />

<strong>Veneto</strong> Sviluppo S.p.A. 947.841 30.448.175 1.467.508<br />

Venezia Terminal Passeggeri S.p.A. (dati al<br />

31/05/04, 31/05/05 e 31/05/06)<br />

Fonte: Regione del <strong>Veneto</strong><br />

198<br />

1.109.485 1.374.555 1.880.391


Le motivazioni sono molteplici e complesse e si differenziano in modo sostanziale<br />

a seconda della particolarità dei settori di intervento; un primo elemento è identificabile<br />

nel fatto che l’intervento della Regione è finalizzato a sostenere investimenti in quei<br />

settori che generano i loro effetti positivi sulla collettività in generale e sul sistema<br />

imprenditoriale della Regione.<br />

In tale ottica trovano giustificazione le misure volte a favorire la ricerca, lo<br />

sviluppo e l’acquisizione di nuove tecnologie oppure una maggior offerta di servizi nel<br />

campo dei trasporti e della finanza, fondamentali per le ricadute positive nell’ambito<br />

territoriale veneto.<br />

Altra tipologia di analisi è stata indirizzata verso quelle società che negli ultimi<br />

anni hanno costantemente accumulato perdite. In questo caso sono stati avviati, su<br />

impulso della Regione stessa ed in accordo con gli altri soci e gli organi di gestione delle<br />

società, appositi progetti di rilancio.<br />

Uno dei rilievi effettuati in sede istruttoria discendeva dal fatto che diverse società<br />

mostravano nel conto economico un valore della produzione pari a zero ed erano prive<br />

totalmente di personale oppure avevano un numero esiguo di dipendenti a fronte di<br />

significativi costi di produzione.<br />

La risposta da parte della struttura regionale competente ha permesso di chiarire<br />

la natura di tali apparenti sintomi di criticità.<br />

Per quanto concerne le società con valore della produzione pari a zero e<br />

prive di dipendenti è emerso, ad esempio, che la società Autodromo del <strong>Veneto</strong> Spa<br />

è ancora in fase di start up (nonostante sia stata costituita nel 2001) e sta ultimando le<br />

procedure per l’avvio dei lavori di costruzione dell’opera, per cui i costi di gestione<br />

derivano dalla remunerazione dei componenti del consiglio di amministrazione e<br />

dall’attivazione di collaborazioni esterne data l’elevata professionalità richiesta per<br />

determinate attività; l’assenza di dipendenti dipende da tale ultimo fattore.<br />

Parimenti in fase di start up si trova la Rovigo fiere Spa, per la quale è previsto<br />

in futuro l’ingresso nella compagine sociale di alcuni partner strategici quali l’Ente<br />

Autonomo per le Fiere di Verona, le associazioni imprenditoriali della provincia di Rovigo<br />

e gli enti locali; di recentissima costituzione 133 , ha tuttavia all’attivo l’organizzazione di<br />

alcuni eventi e manifestazioni in ambito locale.<br />

Due società sono di fatto inattive e prive di personale dipendente: Ferrovie<br />

Venete srl e Società per l’autostrada di Alemagna Spa.<br />

133 La società è stata costituita il 12 aprile 2005<br />

199


La società Ferrovie Venete srl ha ceduto l’azienda a Sistemi Territoriali; ci sono<br />

allo studio alcune ipotesi di rilancio in relazione ai programmi strategici della Regione,<br />

oppure, in alternativa, la stessa potrebbe essere messa in liquidazione.<br />

La seconda società è di fatto inattiva, ma sta vedendo proprio in questi mesi un<br />

rinnovato interesse, anche da parte degli altri soci, diretto allo sviluppo strategico della<br />

stessa e al rinnovamento dei propri fini istituzionali, diretti a promuovere la realizzazioni<br />

di opere autostradali di collegamento tra il Nord Italia ed il Nord Europa.<br />

dipendenti.<br />

Altre società hanno dimostrato di essere prive o con numero esiguo di<br />

In proposito è stato appurato che l’Immobiliare Marco Polo srl è gestita da un<br />

amministratore unico (che non percepisce alcun compenso per tale incarico) e ricorre a<br />

personale esterno per i servizi di cui necessita.<br />

Le altre società per le quali si erano chieste delucidazioni (Obiettivo Nord Est<br />

Sicav, Società Veneziana Edilizia Canalgrande spa e <strong>Veneto</strong> Nanotech scpa), che<br />

pure hanno chiuso l’esercizio in attivo, fanno ricorso all’outsourcing per l’espletamento<br />

delle attività che richiedono particolari competenze e professionalità.<br />

3.6.4 PREVENZIONE DEGLI ILLECITI E DELLE FRODI SOCIETARIE<br />

L’istruttoria è stata orientata anche alla verifica dell’adozione, all’interno degli enti<br />

di diritto privato partecipati, di modelli organizzativi e gestionali di prevenzione degli<br />

illeciti e delle frodi societarie (cc.dd. compliance programs) ex artt. 6 e 7 del Decreto<br />

Legislativo 231/2001.<br />

Il D.Lgs. 231/2001, emanato in esercizio della delega conferita al Governo con<br />

l’art. 11 della legge 300/2000, ha introdotto nell’ordinamento italiano la responsabilità<br />

amministrativa in sede penale degli enti (dotati o meno di personalità giuridica) per il<br />

fatto che costituisce reato (ove per reato si intende uno di quelli contemplati nel<br />

medesimo decreto delegato) commesso nell’interesse o a vantaggio degli enti medesimi:<br />

a) da persone che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di<br />

direzione dell'ente o di una sua unità organizzativa dotata di autonomia<br />

finanziaria e funzionale nonché da persone che esercitano, anche di fatto, la<br />

gestione e il controllo dello stesso (c.d. soggetti apicali);<br />

b) da persone sottoposte alla direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti di cui<br />

alla lettera a) (c.d. soggetti subordinati).<br />

Le sanzioni amministrative a carico dell’ente che si aggiungono a quelle a carico<br />

del reo possono essere: sanzioni pecuniarie, sanzioni interdittive, confisca, pubblicazione<br />

della sentenza.<br />

200


La normativa, benchè non si applichi, a norma dell’art. 1, comma 3, allo Stato,<br />

agli enti pubblici territoriali, agli altri enti pubblici non economici (l’art. 11, 2° comma<br />

della legge delega escludeva lo Stato e gli altri enti che esercitano pubblici poteri) nonché<br />

agli enti che svolgono funzioni di rilievo costituzionale (sindacati e partiti politici), non<br />

limita, diversamente, la sua portata agli enti in cui i soggetti esclusi detengono una<br />

partecipazione. Pertanto, anche gli enti di diritto privato partecipati dalla Regione<br />

appaiono assoggettati alle disposizioni della citata legge.<br />

Il decreto legislativo, tuttavia, prevede espressamente l’esonero da tale<br />

responsabilità se:<br />

- per i fatti commessi da soggetti apicali (art. 6)<br />

a) l'organo dirigente ha adottato ed efficacemente attuato, prima della<br />

commissione del fatto, modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire<br />

reati della specie di quello verificatosi;<br />

b) il compito di vigilare sul funzionamento e l'osservanza dei modelli di curare il<br />

loro aggiornamento è stato affidato a un organismo dell'ente dotato di autonomi<br />

poteri di iniziativa e di controllo;<br />

c) le persone hanno commesso il reato eludendo fraudolentemente i modelli di<br />

organizzazione e di gestione;<br />

d) non vi è stata omessa o insufficiente vigilanza da parte dell'organismo di cui<br />

alla lettera b).<br />

- per i fatti commessi da soggetti subordinati (art. 7)<br />

a) l'ente, prima della commissione del reato, ha adottato ed efficacemente attuato<br />

un modello di organizzazione, gestione e controllo idoneo a prevenire reati della<br />

specie di quello verificatosi;<br />

b) (ove il modello di cui alla lettera a. non sia idoneo) la commissione del reato<br />

non è dipesa dall'inosservanza degli obblighi di direzione o vigilanza.<br />

Da quanto esposto risulta che l’approntamento di un sistema di prevenzione degli<br />

illeciti e delle frodi societarie costituisce un onere per gli enti assoggettati al regime del<br />

D.Lgs. 231, e, di riflesso, un interesse rilevante per il socio, che potrebbe essere<br />

chiamato a ripianare le perdite derivanti in primo luogo dall’eventuale irrogazione di<br />

sanzioni pecuniarie.<br />

In sede istruttoria è stato appurato che, almeno fino ai primi mesi del 2007, solo<br />

quattro società (Autovie Venete S.p.a., Edilvenezia, <strong>Veneto</strong> Sviluppo e Venezia Terminal<br />

Passeggeri S.p.a.) hanno adottato compliance programs, ricorrendo per lo più a<br />

professionisti esterni.<br />

Le strutture della Regione hanno precisato che è stata intrapresa una generale<br />

operazione di ricognizione sullo stato di attuazione dei modelli organizzativi e gestionali<br />

in questione.<br />

201


Per le società a partecipazione maggioritaria della Regione che non hanno<br />

provveduto ancora ad adeguarsi al D.Lgs. 231/2001, si prefigura la possibilità di<br />

richiedere, tramite direttive e/o la convocazione dell’assemblea, l’adozione dei modelli<br />

previsti dalla normativa, mentre, per le partecipazioni non maggioritarie, dovrebbero<br />

essere rivolte agli organi societari semplici raccomandazioni.<br />

202


SEZIONE IV<br />

ANALISI DI PARTICOLARI ASPETTI GESTIONALI E CONTABILI<br />

203


204


4.1 LA GESTIONE DEL SERVIZIO DI TESORERIA E CASSA E IL SIOPE<br />

La gestione di cassa è stata già trattata nel corso della presente relazione sia<br />

come una delle due componenti degli equilibri di bilancio ex art. 14, comma 1, lett. b)<br />

della legge regionale 39/2001 (secondo il quale “il totale dei pagamenti autorizzati non<br />

può essere superiore al totale delle entrate di cui si prevede la riscossione, tenuto conto<br />

del saldo iniziale di cassa”) sia attraverso una griglia di indicatori che pongono a<br />

confronto gli importi previsionali e finali delle riscossioni e dei pagamenti.<br />

Un aspetto del tutto nuovo sottoposto ad analisi per l’esercizio finanziario 2006 è<br />

quello della verifica degli equilibri di cassa in corso d’anno attraverso l’osservazione<br />

dell’andamento giornaliero dei flussi di entrata e di spesa.<br />

Tale scelta, effettuata in sede pre-istruttoria, era dettata dalla rilevanza della<br />

situazione di cassa sulle scelte di perfezionare le operazioni di mutuo autorizzate, come<br />

previsto dall’art. 26, comma 5, della legge regionale 39/2001, secondo il quale “al<br />

perfezionamento delle operazioni di mutuo e dei prestiti obbligazionari autorizzati si<br />

provvede in relazione alle effettive esigenze di cassa”.<br />

La scelta si è rivelata successivamente di assoluta pertinenza considerati i<br />

frequenti saldi negativi riscontrati nel secondo semestre 2006 che hanno imposto il<br />

ricorso a numerose anticipazioni da parte del Tesoriere regionale.<br />

Dopo una breve premessa sulla disciplina normativa e sulle condizioni presenti<br />

nella vigente convenzione di tesoreria, si esamineranno gli andamenti dei flussi di cassa<br />

verificatisi nell’esercizio di riferimento, per poi rendere conto dell’attività svolta dalla<br />

Regione per adeguare il proprio sistema contabile al SIOPE.<br />

L’art. 31 del D.Lgs. 76/2000 ha demandato alle leggi regionali la disciplina del<br />

servizio di tesoreria (e cassa).<br />

Per la Regione <strong>Veneto</strong>, in virtù anche dall’art. 57, 3° comma, e 63 della Statuto,<br />

la legge regionale che regola il servizio di tesoreria è la legge 2 marzo 1972, n. 8<br />

(composta da 4 articoli), che, in particolare, stabilisce i requisiti economico-finanziari e<br />

patrimoniali della/e banca/banche affidataria/e del servizio, demandando alla Giunta la<br />

vigilanza sul tesoriere e la predisposizione del capitolato speciale che regola il servizio.<br />

In realtà, il servizio di tesoreria è, per la maggior parte, disciplinato dal legislatore<br />

nazionale che, con gli artt. 7 e 8 del D.Lgs 279/1997 e con l’art. 66, comma 5, della<br />

legge 388/2000 (con decorrenza 1° marzo 2001) ha previsto l’ingresso delle Regioni a<br />

statuto ordinario nel nuovo sistema di tesoreria unica mista inserendole nella tabella A<br />

allegata alla legge 720/1984.<br />

aspetti:<br />

Principalmente il sistema di tesoreria unica mista si caratterizza per i seguenti<br />

205


- le disponibilità delle Regioni sono depositate in parte nelle contabilità speciali<br />

accese presso le competenti Sezioni di tesoreria provinciale dello Stato (nelle quali<br />

affluiscono le somme provenienti direttamente o indirettamente dallo Stato e da<br />

operazioni di indebitamento a totale o parziale carico di quest’ultimo) ed in parte<br />

nei conti correnti bancari (nei quali affluiscono le entrate proprie dell’ente);<br />

- rispetto del principio di prioritario utilizzo (art. 7, comma 3, del d.Lgs. 279/1997),<br />

per cui le entrate proprie dell’ente devono essere prioritariamente utilizzate per<br />

far fronte ai pagamenti, in luogo di quelle depositate nelle contabilità speciali.<br />

Attualmente la gestione del servizio di tesoreria della Regione <strong>Veneto</strong> è affidata ad<br />

un’associazione temporanea di imprese che fa capo al Banco Popolare di Verona e di<br />

Novara Scarl (appartenente al Gruppo Banco popolare) e di cui fanno parte l’Istituto<br />

Centrale delle Banche Popolari Italiane Spa, il Credito Bergamasco Spa (appartenente al<br />

Gruppo Banco popolare), la Banca Antonveneta e la Banca popolare di Vicenza.<br />

L’affidamento è avvenuto previo esperimento di gara d’appalto deliberata con<br />

provvedimento della Giunta regionale n. 984 del 2 aprile 1998 e aggiudicata con il<br />

metodo dell’offerta economicamente più vantaggiosa.<br />

La convenzione per la gestione del servizio, recante n. 1309 di rep., è stata<br />

stipulata in data 30 settembre 1998 ed ha vigenza quinquennale (periodo 1° gennaio<br />

1999 – 31 dicembre 2003), rinnovabile per un ulteriore quinquennio, a norma dell’art. 1,<br />

comma 4, del capitolato speciale allegato sia al bando di gara che alla convenzione.<br />

Il rinnovo è avvenuto con atto n. 1425 di rep. in data 9 settembre 2003, per cui la<br />

convenzione giungerà a naturale scadenza il 31 dicembre 2008.<br />

A norma dell’art. 1 della convenzione le riscossioni e i pagamenti in nome della<br />

Regione, anche se eseguiti dalle banche mandanti, sono contabilizzati in un unico conto<br />

di tesoreria (n. 20600) intrattenuto presso la banca Capogruppo, al quale fanno capo i<br />

flussi di numerario provenienti o diretti agli altri conti correnti bancari (sei, di cui cinque<br />

presso la Tesoreria centrale e provinciale dello Stato) e postali (quarantasei) intestati alla<br />

Regione (tab. 31).<br />

Alla Banca capogruppo incombe l’onere della resa del conto di cassa.<br />

Ai sensi dell’art. 5 del capitolato, la vigilanza sulla gestione è esercitata dalla<br />

Giunta regionale (tramite la Segreteria <strong>Regionale</strong> Bilancio e Finanza – Direzione<br />

Ragioneria e Tributi che cura in particolare il controllo, la rilevazione e la gestione dei<br />

processi di entrata e di spesa, la programmazione e gestione dei flussi di cassa ed, in<br />

genere, i rapporti con il tesoriere).<br />

Con atto integrativo n. 1455 di Rep. del 15 febbraio 2005 la Giunta regionale,<br />

previa deliberazione n. 4138 del 22 dicembre 2004, ha convenuto con il Tesoriere di dare<br />

attuazione al progetto di trasmissione telematica degli ordinativi informatici di incasso e<br />

206


pagamento sottoscritti con firma digitale da parte dei soggetti regionali responsabili già<br />

abilitati alla sottoscrizione degli ordinativi informatici.<br />

Tali ordinativi in formato elettronico, generati e trasmessi secondo specifiche<br />

tecniche e procedurali descritte in specifici documenti tecnici (denominati “Documento<br />

funzionale” e “Documento Tecnico”), hanno sostituito dopo una fase di attivazione, i<br />

documenti cartacei, portando, quindi, a compiuta definizione il processo di<br />

dematerializzazione dei titoli.<br />

Fatte queste debite premesse, occorre evidenziare che in sede istruttoria sono<br />

stati estrapolati su un foglio di calcolo elettronico i dati riportati nei giornalieri di cassa.<br />

L’operazione è stata compiuta per due scopi.<br />

Innanzitutto al fine di conoscere quale sia stato l’andamento giornaliero delle<br />

riscossioni, dei pagamenti e dei saldi di cassa nel 2006 e conoscere, perciò la media<br />

giornaliera di tali voci.<br />

Nei grafici 3, 4, 5 e 6 si illustrano gli andamenti trimestrali dei saldi giornalieri di<br />

cassa nel corso dell’anno e nel grafico riepilogativo n. 7 l’andamento annuale.<br />

I grafici mostrano visivamente due fenomeni fondamentali: il verificarsi di onde<br />

positive susseguite da onde negative, che corrisponde all’introito e al successivo<br />

versamento alle ULLS delle anticipazioni sanitarie; il pressochè costante andamento dei<br />

saldi di cassa al netto delle movimentazioni dovute alle anticipazioni sanitarie.<br />

A fronte, tuttavia, di una media giornaliera (calcolata sui 250 giorni effettivi<br />

bancari) di riscossioni pari a circa € 45,7 milioni di euro, la media giornaliera dei<br />

pagamenti è risultata pari a € 46 milioni di euro.<br />

Tale scostamento evidenzia che il saldo di cassa giornaliero mediamente nel 2006<br />

è risultato negativo per circa 300 mila euro.<br />

In secondo luogo, la ricomposizione dei dati di cassa è stata finalizzata alla<br />

conoscenza dell’andamento della consistenza del fondo di cassa (al netto delle somme<br />

vincolate), effetto, ovviamente, dell’andamento dei saldi giornalieri. Il dato ove negativo<br />

dà contezza del ricorso ad anticipazioni di tesoreria. Il grafico n. 8 esprime visivamente<br />

l’andamento del fondo di cassa.<br />

Come già detto in premessa ed evidenziato nel grafico, la gestione di cassa del<br />

2006 si caratterizza per una serie di anticipazioni di tesoreria contratte direttamente con<br />

il tesoriere regionale per € 660.900.350,53. L’importo è pari, difatti, alla somma dei<br />

valori di 40 operazioni di anticipazioni di cassa realizzate in un periodo ristretto dell’anno<br />

(dal 21 luglio al 17 novembre) di diverso importo (da un minimo di 277 mila euro circa<br />

effettuata in data 27 ottobre ad un massimo di quasi 162 milioni di euro effettuata il 9<br />

novembre) ed estinte per la quota capitale nell’arco di pochi giorni e, comunque, entro<br />

l’e.f. come previsto dall’art. 27, comma 3, della legge regionale 39/2001, in sei “step di<br />

regolarizzazione” con l’emissione di 27 ordinativi di pagamento gravanti sul cap. 89010/U<br />

207


208<br />

Graf. 3: Andamento saldi giornalieri di cassa I trimestre 2006<br />

€ 800.000.000,00<br />

€ 600.000.000,00<br />

€ 400.000.000,00<br />

€ 200.000.000,00<br />

€ 0,00<br />

€ 200.000.000,00<br />

€ 400.000.000,00<br />

€ 600.000.000,00<br />

26/12/2005<br />

29/12/2005<br />

01/01/2006<br />

04/01/2006<br />

07/01/2006<br />

10/01/2006<br />

13/01/2006<br />

16/01/2006<br />

19/01/2006<br />

22/01/2006<br />

25/01/2006<br />

28/01/2006<br />

31/01/2006<br />

03/02/2006<br />

06/02/2006<br />

09/02/2006<br />

12/02/2006<br />

15/02/2006<br />

data<br />

18/02/2006<br />

21/02/2006<br />

24/02/2006<br />

27/02/2006<br />

02/03/2006<br />

05/03/2006<br />

08/03/2006<br />

11/03/2006<br />

14/03/2006<br />

17/03/2006<br />

20/03/2006<br />

23/03/2006<br />

26/03/2006<br />

29/03/2006<br />

01/04/2006<br />

04/04/2006<br />

07/04/2006


209<br />

€ 800.000.000,00<br />

€ 600.000.000,00<br />

€ 400.000.000,00<br />

€ 200.000.000,00<br />

€ 200.000.000,00<br />

€ 400.000.000,00<br />

€ 600.000.000,00<br />

€ 800.000.000,00<br />

Graf. 4: andamento saldi giornalieri di cassa II trimestre 2006<br />

€ 0,00<br />

03/04/2006<br />

05/04/2006<br />

07/04/2006<br />

11/04/2006<br />

13/04/2006<br />

18/04/2006<br />

20/04/2006<br />

24/04/2006<br />

27/04/2006<br />

02/05/2006<br />

04/05/2006<br />

08/05/2006<br />

10/05/2006<br />

12/05/2006<br />

16/05/2006<br />

18/05/2006<br />

data<br />

22/05/2006<br />

24/05/2006<br />

26/05/2006<br />

30/05/2006<br />

01/06/2006<br />

06/06/2006<br />

08/06/2006<br />

12/06/2006<br />

14/06/2006<br />

16/06/2006<br />

20/06/2006<br />

22/06/2006<br />

26/06/2006<br />

28/06/2006<br />

30/06/2006


210<br />

Graf. 5: Andamento saldi giornalieri di cassa III trimestre 2006<br />

€ 600.000.000,00<br />

€ 400.000.000,00<br />

€ 200.000.000,00<br />

€ 0,00<br />

€ 200.000.000,00<br />

€ 400.000.000,00<br />

€ 600.000.000,00<br />

27/06/2006<br />

30/06/2006<br />

03/07/2006<br />

06/07/2006<br />

09/07/2006<br />

12/07/2006<br />

15/07/2006<br />

18/07/2006<br />

21/07/2006<br />

24/07/2006<br />

27/07/2006<br />

30/07/2006<br />

02/08/2006<br />

05/08/2006<br />

08/08/2006<br />

11/08/2006<br />

14/08/2006<br />

17/08/2006<br />

data<br />

20/08/2006<br />

23/08/2006<br />

26/08/2006<br />

29/08/2006<br />

01/09/2006<br />

04/09/2006<br />

07/09/2006<br />

10/09/2006<br />

13/09/2006<br />

16/09/2006<br />

19/09/2006<br />

22/09/2006<br />

25/09/2006<br />

28/09/2006<br />

01/10/2006<br />

04/10/2006


211<br />

€ 1.000.000.000,00<br />

Graf. 6: Andamento saldi giornalieri di cassa IV trimestre 2006<br />

€ 800.000.000,00<br />

€ 600.000.000,00<br />

€ 400.000.000,00<br />

€ 200.000.000,00<br />

€ 0,00<br />

€ 200.000.000,00<br />

€ 400.000.000,00<br />

€ 600.000.000,00<br />

€ 800.000.000,00<br />

25/09/2006<br />

28/09/2006<br />

01/10/2006<br />

04/10/2006<br />

07/10/2006<br />

10/10/2006<br />

13/10/2006<br />

16/10/2006<br />

19/10/2006<br />

22/10/2006<br />

25/10/2006<br />

28/10/2006<br />

31/10/2006<br />

03/11/2006<br />

06/11/2006<br />

09/11/2006<br />

12/11/2006<br />

15/11/2006<br />

data<br />

18/11/2006<br />

21/11/2006<br />

24/11/2006<br />

27/11/2006<br />

30/11/2006<br />

03/12/2006<br />

06/12/2006<br />

09/12/2006<br />

12/12/2006<br />

15/12/2006<br />

18/12/2006<br />

21/12/2006<br />

24/12/2006<br />

27/12/2006<br />

30/12/2006<br />

02/01/2007<br />

05/01/2007


212<br />

€ 1.000.000.000,00<br />

Graf. 7: Andamento dei saldi di cassa giornalieri anno 2006<br />

€ 800.000.000,00<br />

€ 600.000.000,00<br />

€ 400.000.000,00<br />

€ 200.000.000,00<br />

€ 0,00<br />

€ 200.000.000,00<br />

€ 400.000.000,00<br />

€ 600.000.000,00<br />

€ 800.000.000,00<br />

14 dicembre 2005<br />

13 gennaio 2006<br />

12 febbraio 2006<br />

14 marzo 2006<br />

13 aprile 2006<br />

13 maggio 2006<br />

12 giugno 2006<br />

12 luglio 2006<br />

data<br />

11 agosto 2006<br />

10 settembre 2006<br />

10 ottobre 2006<br />

9 novembre 2006<br />

9 dicembre 2006<br />

8 gennaio 2007<br />

7 febbraio 2007


213<br />

€ 1.600.000.000,00<br />

€ 1.400.000.000,00<br />

€ 1.200.000.000,00<br />

€ 1.000.000.000,00<br />

Graf. 8: Andamento giornaliero del fondo di cassa anno 2006<br />

€ 800.000.000,00<br />

€ 600.000.000,00<br />

€ 400.000.000,00<br />

€ 200.000.000,00<br />

€ 0,00<br />

€ 200.000.000,00<br />

€ 400.000.000,00<br />

14 dicembre 2005<br />

13 gennaio 2006<br />

12 febbraio 2006<br />

14 marzo 2006<br />

13 aprile 2006<br />

13 maggio 2006<br />

12 giugno 2006<br />

12 luglio 2006<br />

data<br />

11 agosto 2006<br />

10 settembre 2006<br />

10 ottobre 2006<br />

9 novembre 2006<br />

9 dicembre 2006<br />

8 gennaio 2007<br />

7 febbraio 2007


di spesa. In taluni casi le anticipazioni sono state concesse per più giorni consecutivi (in<br />

un caso per ben cinque giorni consecutivi dall’11 al 15 settembre).<br />

Le anticipazioni di tesoreria 134 , in particolare, denotano una critica situazione di<br />

liquidità nella quale si è venuta a trovare la Regione <strong>Veneto</strong>, peraltro, di carattere<br />

assolutamente eccezionale rispetto almeno al recente passato, ove si ponga a mente che<br />

le anticipazioni concesse nell’esercizio finanziario 2005 ammontavano a € 38.561.144,34<br />

e che nell’esercizio finanziario 2004 ad esse non si era fatto ricorso. Il fenomeno,<br />

peraltro, come evidenziato già nella presente relazione, è riscontrabile in altre Regioni.<br />

Giova rammentare che le anticipazioni di tesoreria hanno generato un costo di €<br />

812.124,42 per interessi passivi gravanti sul cap. 85100/U di spesa, solo parzialmente<br />

corrisposti al tesoriere nell’esercizio 2006 (per € 123.663,91, tranche relativa al 3°<br />

trimestre). La rimanente somma, relativa al IV trimestre pari a € 688.460,51 è stata<br />

riportata a residuo.<br />

Gli organi regionali interpellati a tal proposito hanno presentato un rapporto<br />

aggiornato al luglio 2007 (reiterativo, nella sostanza, di quanto già affermato nelle<br />

risposte agli esiti della relazione sulla gestione finanziaria per il 2005, per le quali si<br />

rimanda alla Sezione II, paragrafo 2.2.1 della presente relazione), dal quale emerge che<br />

la grave carenza di liquidità della Regione è riconducibile ai crediti vantati nei confronti<br />

dello Stato. In particolare, si fa riferimento ai ritardi nell’erogazione di parte delle risorse<br />

per il finanziamento corrente del servizio sanitario regionale 2004-2006 ed al mancato<br />

riversamento dei gettiti delle manovre fiscali attuate dalla Regione per gli anni di imposta<br />

2004-2006. In totale le mancate erogazioni di cassa sarebbero quantificabili fino al 2006<br />

in 1.623 milioni di euro.<br />

Nel rapporto si evidenzia, altresì, che, con riferimento al primo aspetto, la<br />

mancata approvazione del DPCM di riparto della compartecipazione IVA per il 2002 ha<br />

fatto sì che le anticipazioni sanitarie 135 siano state parametrate all’ammontare di<br />

compartecipazione dell’anno precedente che presentava un’entità inferiore. Le<br />

conseguenze del blocco dell’attuazione del decreto legislativo 56/2000 per l’anno 2002 si<br />

sono riverberate anche nel periodo 2004-2006, determinando la mancata erogazione di<br />

risorse alle Regioni, risorse che, per il <strong>Veneto</strong>, ammonterebbero a circa 1.100.000 euro.<br />

Riguardo alla seconda causa, cioè il mancato accreditamento delle manovre<br />

regionali 2004 – 2006, il minor gettito di cassa ammonterebbe a circa 476 milioni di<br />

euro, relativamente al quale si auspica in tempi brevi il riversamento integrale dei gettiti<br />

134 L’istituto dell’anticipazione di tesoreria è previsto dall’art. 27 della legge regionale 39/2001. Per l’E.F. 2006 è<br />

stato autorizzato con apposita deliberazione della Giunta regionale n. 4198 del 30 dicembre 2005 nel limite<br />

massimo complessivo di € 746.560.596,53, deliberazione intervenuta dopo la presentazione del progetto di<br />

legge di approvazione del bilancio di previsione, per cui si è resa necessaria la presentazione di proposte di<br />

variazione.<br />

135 Per l’anno 2006 sono state accreditate sul conto della Regione mensilmente “anticipazioni sanitarie” di<br />

importo pari a € 526.388.000,00 per un totale di € 6.316.656.000,00.<br />

214


delle manovre tributarie relative all’anno di imposta 2004 e l’accreditamento in acconto<br />

sulle manovre relative all’anno di imposta 2005, sulla base delle indicazioni contenute in<br />

un documento redatto dal gruppo di lavoro costituito dal Dipartimento delle politiche<br />

fiscali per la definizione della metodologia di quantificazione delle manovre fiscali<br />

regionali, cui era stato dato parere favorevole dalle Regioni nell’ambito della<br />

Commissione affari finanziari del 4 ottobre 2006.<br />

Da riscontri effettuati sul giornale di cassa del tesoriere risulta, difatti, che l’ultima<br />

serie di anticipazioni di tesoreria riscosse nel 2006 sono state saldate definitivamente in<br />

data 23 novembre 2006 e, cioè, nello stesso giorno del riversamento dal conto n. 22985<br />

presso la Tesoreria centrale dello Stato della prima di due rate di € 205.851.439,56<br />

erogate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, il cui importo era stabilito nella<br />

Tabella 1 allegata al DM del 9 novembre 2006 136 . In tal senso, la corresponsione di tali<br />

somme, congiuntamente all’incasso del prestito obbligazionario “Regione del <strong>Veneto</strong><br />

2006”, di 350 mln. di euro avvenuto in data 7 dicembre e del trasferimento<br />

compensativo derivante dall’applicazione del fondo di garanzia per gli anni 2003 – 2004<br />

per 235 mln di euro avvenuto in data 14 dicembre è risultata determinante per il<br />

risanamento della situazione di cassa. Prova ne è che oltre quella data e fino al termine<br />

dell’esercizio il fondo di cassa è risultato in attivo.<br />

Sul punto è stato appurato che la Regione si è prontamente attivata, per ovviare<br />

a tale problematica, inviando missive ai Presidenti del <strong>Consiglio</strong> dei ministri e ai Ministri<br />

dell’Economia e delle finanze dei governi succedutisi negli ultimi anni, tese a ribadire<br />

l’insostenibilità della situazione finanziaria.<br />

Di fatto, i ritardi dello Stato nelle erogazioni di cassa risultano gravi in quanto le<br />

prolungate deficienze di cassa riscontrate nell’e.f. 2006 (basti solo rammentare che su<br />

250 giorni effettivi di operatività della tesoreria nell’esercizio, le deficienze di cassa sono<br />

state riscontrate in 60 giorni, ed, in particolare, nel periodo 25 agosto – 22 novembre nel<br />

quale solo in 6 giorni i saldi sono stati positivi, 3 dei quali grazie al riversamento da parte<br />

dello Stato delle “anticipazioni sanitarie”), hanno generato un costo aggiuntivo a carico<br />

della Regione <strong>Veneto</strong>.<br />

Una novità di rilievo è stato l’avvio a regime del Sistema Informativo delle<br />

Operazioni degli Enti pubblici (SIOPE), disposto con circolare del Ministero dell’Economia<br />

136 Tale DM ha determinato le somme da corrispondere alle regioni a statuto ordinario per gli anni 2002, 2003 e<br />

2004, ai sensi dell'art. 1, comma 322, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (con il quale sono state sbloccate<br />

le risorse sanitarie a valere su quegli anni), al netto delle somme destinate al recupero delle anticipazioni di<br />

tesoreria ancora in essere e delle somme gia' erogate per il finanziamento della spesa sanitaria corrente<br />

relativa agli anni 2002-2004. Era previsto che tali somme venissero erogate in due soluzioni di pari importo il<br />

22 novembre 2006 e il 22 dicembre 2006, fermi restando eventuali successivi conguagli. Per la Regione <strong>Veneto</strong><br />

il totale ammontava a € 411.702.879. La seconda rata è affluita alle casse regionali il 28 dicembre 2006. Tali<br />

somme non tenevano conto di quelle dovute, a titolo di fondo di garanzia, ai sensi dell'art. 13, comma 3, del<br />

decreto legislativo 18 febbraio 2000, n. 56 e di quelle connesse alle manovre fiscali adottate dalle Regioni per<br />

gli anni 2002-2004.<br />

215


e delle Finanze 9 novembre 2005 n. 35, in attuazione dell’articolo 28, comma 5, della<br />

legge n. 289 del 2002 (legge finanziaria 2003) e dell’articolo 1, comma 79, della legge n.<br />

311 del 2004 (legge finanziaria 2005), che ha imposto, dopo un breve periodo di<br />

sperimentazione, al quale ha partecipato la Regione <strong>Veneto</strong>, la codificazione uniforme su<br />

tutto il territorio nazionale degli incassi e pagamenti rilevati dalle ammministrazioni<br />

pubbliche a partire dal 1° gennaio 2006 secondo codici gestionali definitivi individuati con<br />

decreto MEF 18 febbraio 2005 n. 11743.<br />

Il SIOPE è un sistema di rilevazione telematica degli incassi e dei pagamenti<br />

effettuati dai tesorieri di tutte le amministrazioni pubbliche, che nasce dalla<br />

collaborazione tra la Ragioneria Generale dello Stato, la Banca d'Italia e l' ISTAT.e<br />

risponde all'esigenza di migliorare, rispetto all'attuale rilevazione trimestrale dei flussi di<br />

cassa, la conoscenza dell'andamento dei conti pubblici, superando, attraverso una<br />

codifica uniforme per tipologia di enti, le differenze tra i sistemi contabili attualmente<br />

adottati dai vari comparti delle amministrazioni pubbliche, senza incidere sulla struttura<br />

dei bilanci degli enti in questione, anche al fine di ottenere una più puntuale<br />

predisposizione delle statistiche trimestrali di contabilità nazionale, ai fini della verifica<br />

delle regole previste dall'ordinamento comunitario (procedura su disavanzi eccessivi e<br />

Patto di stabilità e crescita).<br />

Gradualmente, è destinato ad essere esteso a tutte le Amministrazioni pubbliche<br />

individuate nell'elenco annualmente pubblicato dall'ISTAT in applicazione di quanto<br />

stabilito dall'art. 1, comma 5, della legge 30 dicembre 2004, n. 311 e dal 1° gennaio<br />

2008 parteciperanno alla rilevazione anche le strutture sanitarie (aziende sanitarie,<br />

aziende ospedaliere, Policlinici universitari, Istituti di ricovero e cura a carattere<br />

scientifico pubblici e gli Istituti zooprofilattici sperimentali), dopo un periodo di<br />

sperimentazione che ha coinvolto dal 1° gennaio 2007 alcune ASL (tra le quali, nel<br />

<strong>Veneto</strong>, le Aziende ULSS nn. 2, 6, 7, 12, 15, 18 e 20)<br />

In considerazione del ruolo svolto dal sistema bancario, che gestisce il maggior<br />

numero di servizi di tesoreria o di cassa per gli enti pubblici, il compito di sviluppare e<br />

gestire il sistema informativo SIOPE è stato affidato alla Banca d'Italia, sulla base di<br />

un'apposita convenzione.<br />

Nella Regione <strong>Veneto</strong> l’introduzione di tale sistema, già operativo in via<br />

sperimentale dal 2005 (la sperimentazione aveva coinvolto 49 enti tra Regioni, Enti locali<br />

ed Università), ha comportato per gli organi regionali un’attività tesa ad associare<br />

tendenzialmente ad ogni capitolo di entrata e spesa un codice gestionale compatibile con<br />

la relativa codifica di bilancio.<br />

216


Inoltre, già dal 2005 sono stati necessari ulteriori interventi tesi, da una parte,<br />

all’istituzione di 89 nuovi capitoli di spesa 137 , convenzionalmente denominati “gemelli”,<br />

ossia riferiti alla medesima normativa autorizzatoria della spesa, ma associati a diverso<br />

codice gestionale SIOPE in funzione della diversa destinazione delle risorse e, dall’altra<br />

all’associazione di più codici di bilancio al medesimo capitolo di spesa 138 al fine di evitare,<br />

conformemente a quanto previsto all’art. 1, comma 3 del sopra citato decreto,<br />

l’applicazione del criterio della prevalenza anche laddove non si fosse proceduto alla<br />

creazione di nuovi capitoli.<br />

Per la parte entrata, non è stato necessario alcun intervento in quanto, per loro<br />

stessa natura, i capitoli del bilancio sono interessati ad incassi riferibili sempre alla<br />

medesima categoria di “versanti”. Si è proceduto alla creazione di nuovi capitoli nei casi<br />

in cui la stessa fosse funzionale anche all’applicazione delle regole del Patto di Stabilità<br />

e/o delle norme sull’indebitamento di cui alla Legge 350/2003, art. 3, commi 16-19 (che,<br />

a loro volta, già incidono in termini di articolazione della spesa in capitoli).<br />

137 I capitoli sono stati istituiti con le seguenti DGR: 46 capitoli con DGR n° 1004 del 18/03/2005; 1<br />

capitolo con DGR n° 1005 del 18/03/2005; 6 capitoli con DGR n° 1272 del 07/06/2005; 11 capitoli con DGR n°<br />

1273 del 07/06/2005; 1 capitolo con DGR n° 1569 del 28/06/2005; 3 capitoli con DGR n° 1682 del<br />

05/07/2005; 3 capitoli con DGR n° 1847 del 19/07/2005; 2 capitoli con DGR n° 2248 del 09/08/2005; 4<br />

capitoli con DGR n° 2481 del 13/09/2005; 1 capitolo con DGR n° 3538 del 22/11/2005; 1 capitolo con DGR n°<br />

3895 del 13/12/2005;2 capitoli con DGR n° 4195 del 30/12/2005; 4 capitoli con DGR n° 822 del 21/03/2006; 1<br />

capitolo con DGR n° 2732 del 12/09/2006; 1 capitolo con DGR n° 2892 del 19/09/2006; 2 capitoli con DGR n°<br />

3896 del 12/12/2006.<br />

138 La Regione ha associato più di un codice bilancio SIOPE al medesimo capitolo di spesa soprattutto<br />

in corrispondenza di capitoli relativi alla programmazione 2000-2006 dei fondi U. E., considerato l’elevato stato<br />

di avanzamento dei progetti, e le negative ripercussioni gestionali di un’alterazione “in corsa” della struttura di<br />

rappresentazione di tale spesa. In ogni caso, l’associazione di più codici bilancio ad uno stesso capitolo è<br />

avvenuta su specifica richiesta da parte della Struttura regionale titolare del capitolo e con appositi interventi di<br />

adeguamento del sistema informativo contabile allo scopo di consentire il corretto tracciamento dei relativi<br />

pagamenti.<br />

217


4.2.1 BUDGET OPERATIVI E FONDI ECONOMALI. QUADRO NORMATIVO<br />

La legge regionale 29 novembre 2001, n. 39 (“Ordinamento del bilancio e della<br />

contabilità della Regione”) ha introdotto innovative “modalità particolari di gestione e di<br />

erogazione della spesa”.<br />

Gli artt. 49 e 50 della l.r. 39/2001 hanno sancito il superamento della figura del<br />

“funzionario delegato”, disciplinata dalla previgente legge di contabilità regionale (artt.<br />

85-95 della l.r. 9 dicembre 1977, n. 72).<br />

Tali nuovi strumenti vengono utilizzati per permettere una più veloce ed efficace<br />

erogazione della spesa, qualora essa si dimostri più opportuna rispetto alla procedura<br />

ordinaria per la natura stessa di talune spese di esiguo importo o per questioni<br />

organizzative che non rendono possibile il ricorso alle procedure normali di pagamento.<br />

A tal proposito, va detto che con il passar degli anni, la progressiva<br />

informatizzazione delle procedure, che ha drasticamente ridotto i tempi di pagamento e<br />

reso più agevole la gestione complessiva delle fasi della spesa, contribuisce in via<br />

parziale alla risoluzione delle difficoltà alla quale mirava l’istituzione, in particolare, dei<br />

budget operativi.<br />

Rimangono, tuttavia, aree gestionali nelle quali risulta senz’altro più efficace il<br />

ricorso a tali strumenti e di cui si occupa la vigente normativa contabile regionale.<br />

In particolare, l’art. 49 (Budget operativo) prevede che la Giunta regionale<br />

possa assegnare ai dirigenti titolari di centri di spesa, “quando non sia possibile o<br />

conveniente ricorrere alla normale procedura di gestione della spesa (…), uno o più<br />

budget operativi”. Il provvedimento di assegnazione deve indicare la durata (comunque<br />

non eccedente il termine dell’anno di riferimento), la tipologia di spese da gestire nonchè<br />

gli eventuali vincoli, condizioni e limiti alla gestione.<br />

E’, altresì, previsto che il dirigente assegnatario del budget operativo predisponga<br />

il rendiconto delle spese sostenute, entro 30 giorni dalla chiusura del budget operativo<br />

medesimo e comunque con riferimento al 31 dicembre dell’anno in cui il budget stesso si<br />

riferisce (…). Gli importi eventualmente non utilizzati possono ricostituire la disponibilità<br />

del capitolo di riferimento, se rilevati in corrispondenza della chiusura in corso d’anno del<br />

budget operativo stesso, mentre originano economie di spesa, se rilevati in sede di<br />

chiusura dell’esercizio.<br />

L’art. 50 della l.r. 39/2001 disciplina invece la costituzione di Fondi economali,<br />

attribuiti agli economi regionali “che provvedono direttamente al pagamento delle spese<br />

per le quali non sia possibile o conveniente ricorrere alle ordinarie modalità di pagamento<br />

o all’assegnazione di budget operativi”. Valgono anche per tale procedura le modalità e i<br />

termini stabiliti per i budget operativi (rendicontazione entro 30 giorni dalla chiusura e,<br />

218


comunque, entro il 30 gennaio dell’anno successivo; possibilità di reintegro del fondo<br />

economale).<br />

Per cogliere l’essenza degli istituti, è opportuno notare che, a fronte del vantaggio<br />

gestionale che ne giustifica la concessione, vi è una maggiore responsabilizzazione del<br />

titolare del budget operativo e del fondo economale in quanto il controllo di regolarità<br />

contabile, anzichè svolgersi nella fase antecedente al pagamento di ogni titolo di spesa,<br />

viene realizzato sul complesso dei pagamenti rendicontati.<br />

La circolare 2 agosto 2002, n. 11 e i successivi indirizzi operativi emanati dalla<br />

Direzione Ragioneria e Tributi alle strutture amministrative regionali, hanno fornito<br />

maggiori dettagli circa la gestione dei due istituti introdotti dagli artt. 49 e 50.<br />

In particolare, i Budget operativi possono essere aperti in via eccezionale, per<br />

far fronte a necessità di spesa di valore limitato, e al solo scopo di affrontare particolari<br />

situazioni in cui i tempi indifferibili di pagamento di fatto impediscono l’utilizzo della<br />

procedura ordinaria. Gli elementi essenziali che devono necessariamente essere<br />

contenuti nel provvedimento della Giunta sono:<br />

- la motivazione per cui non sia possibile o conveniente ricorrere alla normale<br />

procedura di gestione della spesa;<br />

- l’individuazione del dirigente titolare del centro di responsabilità e del suo<br />

sostituto. Va, altresì, individuato un dirigente gerarchicamente sovraordinato, con<br />

compiti di verifica della coerenza delle spese effettuate con il budget operativo e<br />

con le norme, comunitarie, statali e regionali vigenti;<br />

- l’individuazione del capitolo di bilancio a cui imputare la spesa e il relativo importo<br />

(gli importi devono essere equivalenti in termini di competenza e di cassa);<br />

- la tipologia delle spese da gestire, con l’elencazione tassativa e puntuale di quelle<br />

effettuabili;<br />

- la determinazione di eventuali termini per la realizzazione di progetti e interventi<br />

e l’entità massima della giacenza di cassa, laddove inderogabilmente necessario;<br />

- la durata del budget operativo, che non deve eccedere l’anno di riferimento,<br />

inteso come 31 dicembre dell’anno stabilito dalla DGR di assegnazione, che<br />

tuttavia può eccedere l’arco temporale dell’anno solare nel caso il budget sia<br />

collegato alla realizzazione di un progetto;<br />

- le modalità di rendicontazione e l’eventuale indicazione del soggetto individuato<br />

per l’approvazione del consuntivo di spesa.<br />

Una volta completato l’iter di approvazione del provvedimento di Giunta, la<br />

Direzione Ragioneria e tributi procede all’emissione dell’ordine di accreditamento<br />

mediante un’apertura di conto presso la tesoreria regionale.<br />

Dopodiché il dirigente titolare del budget operativo è nella condizione di disporre<br />

della somma accreditata, con potere di liquidare spese attraverso emissione di ordinativi<br />

219


di pagamento e/o di buoni di prelevamento, ovviamente nel rispetto delle vigenti leggi<br />

comunitarie, nazionali e regionali.<br />

Circa le modalità di rendicontazione, è previsto che entro 30 giorni dalla chiusura<br />

del budget operativo e comunque entro il 30 gennaio di ogni anno, il dirigente<br />

assegnatario predisponga il rendiconto delle spese sostenute, sul quale la Direzione<br />

Ragioneria e Tributi emette un parere di regolarità (oppure rileva e segnala eventuali<br />

anomalie), dandone comunicazione al dirigente sovraordinato, titolare del centro di<br />

costo.<br />

Nel caso di budget infrannuale (che al 31 dicembre non risulti definitivamente<br />

chiuso) il dirigente assegnatario chiede alla Direzione Ragioneria e Tributi la riemissione<br />

dello stesso per la parte ancora da utilizzare.<br />

Nel caso di un budget chiuso definitivamente ma in presenza di procedure di<br />

pagamento non ancora terminate, gli importi non utilizzati ricostituiscono la disponibilità<br />

del capitolo originario, se in corso d’anno; costituiscono, invece, economie di spesa<br />

qualora la chiusura del budget avvenga alla chiusura dell’esercizio finanziario al 31<br />

dicembre.<br />

Se invece, alla scadenza del budget operativo, la procedura di spesa non sia<br />

ancora conclusa, il dirigente dovrà provvedere ai successivi pagamenti mediante<br />

l’ordinario iter di spesa.<br />

Per le implicazioni che la procedura di rendicontazione assume nei confronti<br />

dell’Istituto Tesoriere con particolare riferimento alle operazioni di chiusura dell’esercizio<br />

(31 dicembre), la chiusura contabile dei budget operativi avviene di norma entro la prima<br />

quindicina del mese di dicembre. Oltre tale data non è più possibile effettuare pagamenti<br />

né mediante ordini di pagamento, né con buoni di prelevamento.<br />

Successivamente, il titolare del budget è tenuto a comunicare, attraverso apposito<br />

prospetto, la situazione definitiva di ogni singolo budget gestito nell’esercizio, verificando<br />

soprattutto la corrispondenza dei saldi di ogni ordine di accreditamento con l’estratto<br />

conto del Tesoriere e, in caso di discordanza dei dati, provvedendo alla conciliazione<br />

contabile. Dovranno inoltre essere distinti, tra le somme non utilizzate, gli importi da<br />

portare in economia da quelli da mantenere a residuo. Questi ultimi dovranno essere<br />

ulteriormente distinti tra quelli oggetto di remissione di un nuovo ordine di<br />

accreditamento nell’esercizio successivo, nel caso di budget infrannuale, e quelli che<br />

verranno liquidati mediante procedura ordinaria di spesa, nel caso di budget<br />

definitivamente chiuso alla scadenza dell’esercizio finanziario. Eventuali giacenze di cassa<br />

residuate da prelevamenti in buoni non totalmente utilizzati devono essere riversati sul<br />

conto di Tesoreria.<br />

E’ infine previsto che, nel caso di sostituzione del titolare del budget operativo o di<br />

riduzione dell’importo del budget stesso, si attivi la procedura di chiusura e di<br />

220


contestuale apertura di un nuovo budget. Tale procedura non si applica nel caso di<br />

sostituzione della figura del “sostituto”. In questo caso, infatti, è sufficiente la<br />

sostituzione del soggetto con Decreto dello stesso dirigente titolare del budget o del<br />

dirigente sovraordinato.<br />

La circolare 2 agosto 2002, n. 11 e i successivi indirizzi operativi emanati dalla<br />

Direzione Ragioneria e Tributi alle strutture amministrative regionali, forniscono maggiori<br />

dettagli anche in riferimento alle tipologie di spesa gestibili con i fondi economali; si<br />

tratta di spese di funzionamento degli uffici regionali, centrali e soprattutto periferici che,<br />

a differenza dei budget operativi, devono essere imputate ai singoli capitoli pertinenti per<br />

oggetto di spesa. Tuttavia, la dotazione iniziale di ogni fondo è imputata ad un capitolo di<br />

transito (il 100046/U, “Costituzione dei fondi economali agli economi regionali”) della<br />

Funzione Obiettivo F027 Partite di Giro, connesso al corrispondente capito d’entrata (il<br />

100012/E “Reintegro di fondi economali da parte degli economi regionali”). Solo a<br />

rendicontazione avvenuta, pur se parziale 139 , avviene la reimputazione ai rispettivi capitoli<br />

di spesa, secondo oggetto e natura.<br />

Il termine di utilizzo del Fondo economale è fissato al 31 dicembre dell’esercizio di<br />

sua costituzione. Il rendiconto va trasmesso entro e non oltre il 30 gennaio dell’anno<br />

successivo, con le modalità già richiamate per i Budget operativi. L’unica differenza con<br />

questi ultimi è l’invio alla Direzione ragioneria e Tributi, oltre che della conciliazione<br />

contabile con i dati del tesoriere, anche dell’ultima “tranche” di rendicontazione parziale,<br />

contenenti i pagamenti effettuati fino alla data ultima di operatività.<br />

4.2.2 LA GESTIONE <strong>DEI</strong> BUDGET OPERATIVI E <strong>DEI</strong> FONDI ECONOMALI NEL<br />

2006<br />

Coerentemente con quanto previsto dalla normativa regionale, che condiziona<br />

l’assegnazione di Budget operativi alla sussistenza di situazioni “di effettiva eccezionalità,<br />

da motivarsi adeguatamente”, l’entità della spesa gestita nel 2006 attraverso tale istituto<br />

rappresenta appena lo 0,2% del totale regionale degli impegni.<br />

Nel 2006 sono stati emessi 353 budget operativi, per un importo complessivo<br />

assegnato (impegnato, anche in anni precedenti) di circa 29,4 mln di euro, di cui 20,7<br />

mln rendicontati (70%). Nel novero di questi budget operativi concessi:<br />

- 2 si riferiscono a importi impegnati ancora nel 1997 e nel 2001, per un importo<br />

complessivo (interamente rendicontato) di € 6.763,02;<br />

139 E’ prevista la rendicontazione parziale per “tranche” di 15 mila euro allo scopo di consentire l’immediatezza<br />

del controllo contabile da parte della Direzione Ragioneria e Tributi e di rendere più agevole l’attività di<br />

rendicontazione finale da parte del titolare del Fondo economale.<br />

221


- 3 a impegni effettuati nel 2003, per un importo rendicontato di € 10.831,80 (pari<br />

al 90,7% dell’assegnato);<br />

- 49 a impegni assunti nel 2004, per un importo rendicontato di € 88.148,48 (pari<br />

al 96,7% dell’assegnato);<br />

- 155 a impegni assunti nel 2005, per un importo rendicontato di € 2.574.435,80<br />

(pari al 76,3% dell’assegnato);<br />

- 145 a impegni relativi al 2006, per un importo rendicontato di € 7.685.952,46<br />

(pari al 58,3% delle somme assegnate).<br />

I capitoli di spesa interessati sono stati 62, lo 0,4% dei circa 1.400 che<br />

compongono il bilancio finanziario della Regione.<br />

Le tabb. 29 e 30 presentano la situazione dei budget operativi emessi nel 2006<br />

(comprensivi di quelli ancora aperti con impegni effettuati in esercizi precedenti),<br />

disaggregati per funzione obiettivo e secondo la natura della spesa.<br />

Si può innanzitutto osservare come il fenomeno si concentri in 11 Funzioni<br />

obiettivo e più in particolare nella n. 13 “Tutela del territorio” (58% dei Budget operativi<br />

emessi, il 77% della spesa assegnata), nella n. 27 “Partite di giro” (rispettivamente 22%<br />

e 9,1%) e nella n. 5 “Risorse umane e strumentali” (8,2%, 8,6%). Il restante 5% della<br />

spesa attribuita ai titolari di B.O. è frammentato tra le altre 8 funzioni obiettivo. Per<br />

quanto attiene alla natura della spesa, il 77% dell’assegnato ai dirigenti titolari di Budget<br />

operativo è rappresentato da spesa in c/capitale, concentrata soprattutto nella FO013<br />

“Tutela del territorio” e nella FO017 “Protezione civile”.<br />

Di converso, budget operativi ad esclusiva o prevalente gestione di spesa corrente<br />

si trovano nell’ambito delle Funzioni obiettivo n. 1, 2, 3, 6, 8, 18 e 21.<br />

Budget di partite di giro si trovano, ovviamente, solo nell’ambito della FO027<br />

”Partite di Giro”.<br />

Per quanto riguarda lo stato di rendicontazione delle somme assegnate, si può<br />

osservare come, malgrado l’istituto del Budget operativo sia stato pensato proprio per<br />

consentire “una gestione più veloce ed efficace dell’erogazione della spesa, qualora essa<br />

si dimostri più conveniente rispetto alla procedura ordinaria”, il rapporto tra gli importi<br />

rendicontati (pagamenti) e quelli assegnati (impegni, provenienti anche da esercizi<br />

pregressi) si collochi intorno al 70% medio. Si tratta di un valore complessivamente<br />

basso, che però non tiene conto né della diversa natura della spesa, che incide sulla<br />

velocità dei pagamenti, né della tipologia e dell’anzianità dei singoli Budget.<br />

Disaggregando il dato, si può notare come l’indicatore si attesti intorno al 67,8%<br />

nella spesa d’investimento, del 77% in quella relativa a partite di giro e del 77,8% in<br />

quella corrente, valore quest’ultimo che appare non particolarmente elevato, considerata<br />

la natura stessa della spesa. Tali valori sono condizionati, in sostanza, dalle risultanze dei<br />

Budget operativi gestiti in seno alla F.O. n. 13, sia in parte corrente (n. 25 Budget) sia in<br />

222


c/capitale (n. 179 Budget). In parte corrente, a fine 2006 è stato rendicontato<br />

complessivamente il 51,9% dell’assegnato. Va detto, tuttavia, che la parziale<br />

rendicontazione dell’assegnato 2006 (34,2% media per n. 17 Budget) sembra giustificata<br />

da autorizzazioni all’emissione di Budget operativi avvenute con D.G.R. solo a fine<br />

esercizio, mentre, per quanto riguarda i Budget emessi nel 2005 (n. 8), la<br />

rendicontazione è pari al 99,4% dell’assegnato.<br />

Anche per quanto attiene ai Budget in c/capitale la percentuale del rendicontato<br />

aumenta con l’aumentare dell’età del Budget stesso: è dunque del 48% per i 39 Budget<br />

impegnati nel 2006, del 74,8% per i 113 Budget impegnati nel 2005, del 96,9% per i 26<br />

Budget impegnati nel 2004, mentre l’unico budget derivante da un impegno assunto nel<br />

2003 è stato totalmente rendicontato.<br />

Per quanto attiene ai Fondi economali i dati si riferiscono esclusivamente ad<br />

impegni assunti nel 2006, atteso che, diversamente dai Budget operativi, essi scadono<br />

alla fine di ogni esercizio finanziario.<br />

Dalla rielaborazione operata da questa Sezione sui dati forniti dalla Regione, si<br />

può osservare come le somme impegnate, pari 1,72 mln di euro, siano distribuite con<br />

maggiore uniformità in 31 Fondi economali.<br />

Una delle principali differenze rispetto all’istituto del Budget operativo è che la<br />

gestione delle spese avviene attraverso un capitolo di transito (il 100046/U delle Partite<br />

di giro) dal quale, successivamente alla rendicontazione (per tranche di 15 mila euro), la<br />

Direzione ragioneria e Tributi opera la reimputazione nei pertinenti capitoli di bilancio.<br />

Non è pertanto possibile, in questa sede, stabilire l’effettiva relazione tra somme<br />

assegnate e rendicontate e la tipologia di spesa gestita da ciascun economo, atteso che il<br />

prospetto fornito dalla Regione riporta esclusivamente il capitolo di prima imputazione (il<br />

100046/u delle Partite di giro) e non già quello di effettiva pertinenza.<br />

In conclusione, dai dati esaminati è possibile osservare:<br />

- il fenomeno nel suo complesso (Budget operativi e Fondi economali) riguarda circa lo<br />

0,5% degli impegni complessivi iscritti a Rendiconto e può dunque considerarsi di<br />

entità residuale;<br />

- con riferimento allo strumento economicamente più rilevante e diffuso (il Budget<br />

operativo) la sua efficacia e quindi la sua giustificazione, stando almeno ai dati forniti,<br />

andrebbe monitorata su più esercizi finanziari, atteso che in molti casi si tratta di<br />

Budget non interamente rendicontati e/o chiusi alla fine dell’esercizio di competenza<br />

e che generano residui da riassegnare nell’anno successivo. Questo ovviamente se è<br />

comprensibile per la spesa d’investimento, potrebbe costituire una criticità con<br />

riferimento alla spesa corrente la cui natura dovrebbe già postulare una maggiore<br />

“velocità” di pagamento;<br />

223


- per quanto attiene ai termini di rendicontazione, dei 353 Budget operativi e dei 31<br />

-<br />

Fondi economali emessi nel 2006, solo una piccola parte risulta essere stata<br />

rendicontata entro il termine del 30 gennaio dell’anno successivo alla chiusura<br />

d’esercizio, così come previsto dalla legge regionale.<br />

224


VALUTAZIONI CONCLUSIVE<br />

225


226


L’esercizio finanziario 2006 concluso dalla Regione <strong>Veneto</strong> si caratterizza, in una<br />

prospettiva di carattere finanziario, per la prosecuzione dell’andamento positivo della<br />

gran parte degli indici posti a base delle valutazioni nel presente referto.<br />

Sul fronte delle entrate l’esercizio finanziario 2006 si connota per:<br />

- l’aumento della capacità di realizzo crediti (o velocità di cassa generale per<br />

entrate) passata al 50,5% rispetto alla bassa percentuale riscontrata nel<br />

2005 (32%);<br />

- il miglioramento dell’indice di accumulo dei residui attivi diminuito, con una<br />

percentuale del – 10%, rispetto al + 46% del 2005 (e, quindi,<br />

specularmente, l’indice elevato di riscossioni in conto competenza o velocità<br />

di cassa in conto competenza aumentato al 57% rispetto al 48% del 2005);<br />

- la diminuzione dei residui attivi finali del 9% rispetto al dato del 2005;<br />

- il miglioramento della capacità previsionale finale (passata dall’83% del<br />

2005 all’88% del 2006), della capacità previsionale delle riscossioni,<br />

dell’indice di variazione previsionale degli accertamenti e delle riscossioni e<br />

dell’indice di smaltimento dei residui attivi per riscossioni (passato dal 13%<br />

del 2005 al 43% del 2006).<br />

Sul fronte delle spese è stato riscontrato:<br />

- l’incremento della capacità di impegno, salita all’85% (nell’arco di un triennio<br />

aumentata di quasi 9 punti percentuali) e per le spese correnti aumentano la<br />

capacità di impegno passata al 98,1%;<br />

- il netto miglioramento dell’indice di accumulo dei residui passivi ridottosi<br />

notevolmente dal 12% all’1,3%;<br />

- la capacità di realizzo (in conto competenza) passata all’85,8% (nell’arco di<br />

un triennio aumentata di quasi 9 punti percentuali);<br />

- per le spese in conto capitale a fronte di una progressiva diminuzione delle<br />

previsioni finali di competenza (tendenza già evidenziata nel precedente<br />

referto), crescono positivamente sia gli impegni assunti che la capacità di<br />

impegno (61,4%).<br />

Indici, questi, che dimostrano l’efficienza dei centri di spesa e l’elevata capacità di<br />

onorare i debiti grazie ad una situazione di cassa rimasta potenzialmente florida,<br />

nonostante la capacità di far fronte agli obblighi di pagamento sia maggiore di quella di<br />

riscuotere i propri crediti a causa del carattere marcatamente esogeno di quest’ultima e<br />

nonostante si siano verificati in corso d’anno squilibri che hanno necessitato il ricorso a<br />

consistenti anticipazioni di tesoreria. L’ammontare di queste anticipazioni è risultato pari<br />

a € 660.900.350,53 con un costo in termini di servizio del debito pari a € 812.124,42.<br />

Pesano in misura preponderante sulla situazione di cassa i crediti vantati dalla Regione<br />

227


<strong>Veneto</strong> nei confronti dello Stato per un ammontare rilevante (al luglio 2007 pari a 1.623<br />

milioni di euro).<br />

Prosegue il trend di aumento del disavanzo “sostanziale” di amministrazione<br />

(passato dai 540 mln. di euro dell’e.f. 2005 ai 1.092 mln. di euro dell’e.f. 2006) e il trend<br />

di diminuzione delle principali voci di bilancio quali il fondo di cassa (che ha aperto il<br />

2006 con un importo pari a 696 mln di euro e lo ha chiuso per 632 mln di euro) e<br />

l’avanzo di amministrazione (passato dai 638 mln di euro dell’e.f. 2005 ai 333 mln. di<br />

euro dell’e.f. 2006).<br />

La situazione non desta per il momento preoccupazione nei limiti in cui continua a<br />

mantenersi più elevato rispetto al disavanzo “sostanziale” di amministrazione il dato<br />

riscontrato a conclusione dell’esercizio finanziario della “capacità residua teorica di<br />

indebitamento” da un punto di vista quantitativo (risultato pari a 1.464 mln di euro) e<br />

qualitativo (risultato pari a 1.154 mln di euro), che indica che il disavanzo effettivo<br />

sarebbe ipoteticamente mutuabile nel rispetto dei vincoli all’indebitamento.<br />

Da un punto di vista normativo, si ritiene auspicabile che la Regione, nella<br />

pienezza della sua autonomia legislativa, assicuri al periodo gestionale che intercorre tra<br />

l’inizio dell’esercizio finanziario e l’entrata in vigore della legge di bilancio tempestiva<br />

copertura autorizzatoria attraverso una legge di autorizzazione all’esercizio provvisorio.<br />

La Regione <strong>Veneto</strong> ha assicurato anche per il 2006 gli equilibri di bilancio ed ha<br />

rispettato pienamente gli obiettivi programmatici relativi al patto di stabilità.<br />

Parimenti sono stati rispettati i vincoli qualitativi e quantitativi posti dalla<br />

normativa nazionale all’indebitamento. Sotto tale profilo l’attività svolta nel 2006 è stata<br />

improntata ad una consistente operazione di ristrutturazione del debito, comprensiva<br />

anche del ricorso a strumenti di finanza derivata, attraverso l’accensione di due collar su<br />

prestiti obbigazionari preesistenti. Su tale attività si esprime complessivamente un<br />

giudizio positivo in quanto da essa è scaturita una diversificazione equilibrata della<br />

composizione del debito relativamente al rischio di tasso, grazie al passaggio a tasso<br />

fisso di circa un terzo del debito in essere.<br />

Nella relazione si è affrontata, altresì, la tematica relativa alla tecnica di<br />

finanziamento costituita dal binomio mutui a pareggio – mutui per il finanziamento del<br />

saldo negativo dell’esercizio precedente, constatandone, per i profili esaminati, la<br />

rispondenza ai dettami legislativi regionali.<br />

Dalla verifica relativa allo stato di funzionamento dei controlli interni è stata<br />

riscontrata l’esistenza di margini di miglioramento.<br />

In particolare, si auspica un raccordo del controllo strategico con il controllo di<br />

gestione e con la valutazione della dirigenza poiché trattasi di controlli tutti del tipo<br />

“direzionale” cioè finalizzati a valutare i risultati a fini di miglioramento delle<br />

performances dell’ente.<br />

228


Poiché il controllo strategico dovrebbe fornire informazioni relative anche ai<br />

possibili rimedi da approntare nelle ipotesi di verifica della incongruenza e/o di eventuali<br />

scostamenti tra “...le missioni affidate dalle norme, gli obiettivi operativi prescelti, le<br />

scelte operative effettuate e le risorse umane, finanziarie e materiali assegnate”,<br />

occorrerebbe un sistema a “monitoraggio continuo” dell’andamento delle attività<br />

dell’ente, in grado di produrre “referti” anche infrannuali, superando, così, il limite<br />

rappresentato dalla proposizione di una relazione a fine anno che di fatto, si limita a<br />

ricostruire ex post i risultati della gestione, senza consentire interventi in itinere.<br />

Relativamente al controllo di regolarità amministrativa la disciplina regionale<br />

risulta coerente con l’impostazione tradizionale sia sotto il profilo dei soggetti intestatari<br />

di tali forme di controllo, sia rispetto all’oggetto, ai contenuti degli atti che ne<br />

rappresentano l’esito, ai destinatari e alle sanzioni. Purtuttavia si osserva che l’auditing<br />

dovrebbe analizzare le singole determinazioni dirigenziali tramite un controllo a campione<br />

della correttezza delle stesse. Tale monitoraggio presuppone la definizione del campione<br />

da sottoporre a controllo, la predisposizione di griglie contenenti gli standards di<br />

riferimento e la successiva verifica della coerenza di tali determinazioni dirigenziali con la<br />

griglia di riferimento.<br />

L’auditing dovrebbe riguardare anche la verifica della tenuta del sistema di<br />

controllo interno, al fine di verificare la capacità dello stesso di “intercettare” le<br />

irregolarità piu’ significative, traducendo l’attività di auditing in reports contenenti<br />

segnalazioni di irregolarità degli atti sottoposti a verifica nonché raccomandazioni e<br />

proposte per i dirigenti interessati.<br />

L’attività di controllo di regolarità contabile, così come risulta disciplinata dalla<br />

Regione, è conforme alla normativa vigente e alla prassi comunemente adottata nelle<br />

PP.AA.: essa si svolge, infatti, prevalentemente, nelle forme di un controllo di tipo<br />

economico-finanziario precipuamente rivolto alla verifica degli atti che realizzano le fasi<br />

gestionali delle entrate e delle spese.<br />

Anche dal punto di vista dell’organizzazione, la funzione di controllo risulta<br />

correttamente intestata alla Direzione Ragioneria e tributi che dispone di un congruo<br />

organico dal punto di vista quantitativo.<br />

Apprezzabile la circostanza che il controllo sia stato esteso anche alla valutazione<br />

dei comportamenti omissivi, che spesso non soggiacciono ad alcun sindacato non<br />

essendo produttivi di atti, nonché al monitoraggio dello stock di atti giacenti da<br />

verificare, con indicazione, anche, dei tempi medi di lavorazione.<br />

Un’eventuale programmazione dell’attività di controllo di regolarità contabile con<br />

riferimento, ad esempio, agli atti/procedure che risultano essere piu’ frequentemente<br />

viziati da irregolarità contabili, potrebbe rivelarsi proficua, poiché consentendo di<br />

evidenziare aree di particolare/frequente criticità risulterebbe funzionale al<br />

229


aggiungimento dell’obiettivo di focalizzare maggiormente gli oggetti di verifica<br />

preventiva, per ridurre al minimo il rallentamento della attività gestionale del dirigente<br />

responsabile della gestione della spesa, finalità, questa, ricompresa tra gli obiettivi di<br />

miglioramento del sistema che la stessa Regione si prefigge di realizzare nel prossimo<br />

futuro.<br />

La disciplina regionale relativa alla valutazione dei dirigenti si appalesa coerente<br />

con le disposizioni normative di riferimento in materia di valutazione delle prestazioni<br />

dirigenziali e con le prassi generalmente adottate nelle PP.AA. sotto i vari profili che la<br />

riguardano. Data, tuttavia, l’importanza attribuita dalla normativa, anche regionale, alla<br />

programmazione e al principio di responsabilizzazione dei dirigenti in ordine al<br />

raggiungimento degli obiettivi connessi ad essa, sarebbe opportuno dare significativa<br />

evidenza, nell’ambito della procedura di valutazione dirigenziale, al livello di realizzazione<br />

degli obiettivi programmatici-strategici, avvalendosi anche dei riscontri forniti dal<br />

controllo di gestione. Sarebbe auspicabile, inoltre, una differenziazione del peso<br />

percentuale da applicare per la valutazione sia degli obiettivi che dei comportamenti al<br />

variare del livello di responsabilità dei dirigenti, anche in considerazione dell’ampia<br />

possibilità di differenziazione del peso attribuibile a ciascuno di essi. Assegnare di<br />

conseguenza, un punteggio più elevato in base al livello di responsabilità dirigenziale con<br />

riguardo a quello concretamente assunto, indipendentemente dalla posizione rivestita<br />

nell’ambito della struttura organizzativa dell’ente<br />

La Regione si avvale di un articolato e avanzato insieme di strumenti di controllo<br />

di gestione quali la metodica di budget, la contabilità economica, le parti del sistema<br />

informativo dedicate alla distribuzione territoriale della spesa regionale e alla<br />

riclassificazione dei dati finanziari per aree e ambiti di intervento della programmazione<br />

regionale e la reportistica on-line, nonchè di soluzioni informativo-informatiche sviluppate<br />

all’interno dell’ente ed integrate con gli altri sistemi informativi regionali (S.I.<br />

Programmazione; S.I. contabilità; S.I. Atti amm.vi; S.I. delle risorse umane per il costo<br />

del lavoro).<br />

E’ stata, altresì, sottoposta ad una prima analisi l’attività di controllo della Regione<br />

sulle società da essa partecipate, riscontrando un’accentuata sensibilità e consapevolezza<br />

dell’importanza della sana gestione delle partecipazioni per gli equilibri finanziari<br />

regionali, rinvenibile in un avanzato livello di funzionamento di tale tipologia di controllo,<br />

pur essendo recente la sua istituzione.<br />

Con riguardo a tale argomento, si valuta estremamente positiva l’attività svolta<br />

dalla Regione tesa ad incentivare l’adozione di modelli di prevenzione degli illeciti e delle<br />

frodi societarie (cc.dd. compliance programs) da parte di tutte le società partecipate. Si<br />

suggerisce, inoltre, di orientare la progettazione dell’analisi tramite indicatori anche verso<br />

la costruzione di modelli che siano in grado di prevedere crisi aziendali.<br />

230


La relazione ha affrontato alcuni particolari aspetti gestionali quali i budget<br />

operativi e i fondi economali, che riguardano una porzione minima del bilancio regionale.<br />

In ordine ad essi, si rinvia all’apposita partizione nella quale si evidenziano alcune<br />

criticità, con particolare riferimento ai termini di rendicontazione da parte dei titolari.<br />

Per ogni altra osservazione di dettaglio si rinvia al testo della relazione.<br />

231


232


APPENDICE<br />

233


F.O. : Funzione Obiettivo<br />

A.O. :<br />

u.p.b. :<br />

Legenda<br />

Area Omogenea<br />

unità previsionale di base<br />

Sico : Stanziamenti iniziali di competenza<br />

Sfco : Stanziamenti finali di competenza<br />

Sica : Stanziamenti iniziali di cassa<br />

Sfca : Stanziamenti finali di cassa<br />

A : Accertamenti<br />

Rco : Riscossioni in conto competenza<br />

Rco : Riscossioni complessive<br />

Rai : Residui attivi iniziali<br />

Rr : Riscossioni in c/residui<br />

Raes : Residui attivi conseguenti la gestione di competenza<br />

Raf : Residui attivi finali<br />

I : Impegni<br />

Pco : Pagamenti di competenza<br />

Pr : Pagamenti in c/residui<br />

Pc : Pagamenti complessivi<br />

Rpi : Residui passivi iniziali<br />

Pr : Pagamenti in c/residui<br />

Rpe : Residui passivi eliminati<br />

Rpes : Residui passivi conseguenti la gestione di competenza<br />

Rpf : Residui passivi finali da riportare a nuovo esercizio


Tab. 1: Entrate 2004-2006*<br />

Titoli descrizione<br />

Stanziamenti iniziali di competenza<br />

(Sico)<br />

Stanziamenti finali di competenza (Sfco)<br />

Accertamenti<br />

(A)<br />

Riscossioni in c/competenza<br />

(Rco)<br />

2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006<br />

I entrate tributarie 7.131,96 7.616,05 7.912,60 7.124,33 7.747,32<br />

8.011,24 7.139,36 7.799,68 8.082,77 4.060,41 3.566,20 3.916,18<br />

II entrate da<br />

trasferimenti di parte<br />

corrente dell'U.E., dello<br />

Stato e di altri sogg.<br />

652,19 519,92 599,74 904,93 1.051,68<br />

773,43 892,88 918,82 924,25 723,86 677,26 695,39<br />

III entrate extratributarie 68,85<br />

IV entrate da alienazioni,<br />

da trasformazione di<br />

capitale, da riscossione<br />

di crediti e da<br />

trasferimenti in conto<br />

capitale<br />

V** entrate da mutui,<br />

prestiti o altre<br />

operazioni creditizie<br />

totale Titoli I-V<br />

586,28<br />

1.568,74<br />

73,14<br />

374,82<br />

1.373,57<br />

76,21<br />

406,93<br />

1.212,53<br />

72,84<br />

645,58<br />

1.963,61<br />

75,93 78,22<br />

578,93 564,49<br />

1946,52 2.559,80<br />

10.008,01 9.957,50 10.208,01 10.711,29 11.400,38 11.987,19<br />

96,79 79,96 103,08 89,45 72,63 89,88<br />

466,00 380,68 334,31 117,67 160,58 191,67<br />

454,74 238,56 1.160,90 428,34 38,56 1.160,90<br />

9.049,77 9.417,69 10.605,31 5.419,73 4.515,24 6.054,01<br />

Titoli descrizione<br />

Stanziamenti iniziali di cassa (Sica) Stanziamenti finali di cassa (Sfca) Riscossioni complessive (Rc)<br />

Residui attivi conseguenti la<br />

gestione di competenza (Raes)<br />

2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006<br />

I entrate tributarie 9.726,11 11.822,63 10.090,35 9.823,19 12.970,14 16.930,55 4.410,45 3.988,15 8.618,86 3.078,95 4.233,47 4.166,59<br />

II entrate da<br />

trasferimenti di parte<br />

corrente dell'U.E., dello<br />

Stato e di altri sogg.<br />

1.099,78 951,62 841,52 1.463,25 1.471,68<br />

1.277,02 955,22 835,03 895,82 169,02 241,55 228,86<br />

III entrate extratributarie 73,42<br />

84,82<br />

81,78<br />

83,59<br />

86,46 90,37<br />

IV entrate da alienazioni,<br />

da trasformazione di<br />

capitale, da riscossione<br />

di crediti e da<br />

trasferimenti in conto<br />

capitale<br />

1.316,63 959,71 883,24 1.774,87 1764,56 1.697,24<br />

V entrate da mutui,<br />

prestiti o altre<br />

1.568,74 1.373,57 1.212,53 3.039,89 2668,68 3.271,29<br />

operazioni creditizie<br />

totale Titoli I-V<br />

13.784,68 15.192,36 13.109,42 16.184,79 18.961,53 23.266,48<br />

* Escluso il Tit. VI (Contabilità speciali)<br />

Fonte: tabelle elaborate dalla Corte dei conti su dati del Bilancio di Previsione e del Rendiconto Generale della Regione <strong>Veneto</strong><br />

96,80 78,15 97,36 7,34 7,34 13,20<br />

362,96 433,22 484,33 348,33 220,09 142,65<br />

825,41 257,09 1.386,68 26,40 200,00 0,00<br />

6.650,85 5.591,64 11.483,06 3.630,05 4.902,45 4.551,30


Tab. 2: Entrate 2004-2006 - Variazioni storiche * (valori percentuali)<br />

Titoli descrizione<br />

06/04<br />

Sico<br />

06/05 05/04 06/04<br />

Sfco<br />

06/05 05/04 06/04<br />

A<br />

06/05 05/04 06/04<br />

Rco<br />

06/05 05/04 06/04<br />

Rc<br />

06/05 05/04 06/04<br />

Raes<br />

06/05 05/04<br />

I entrate tributarie<br />

11% 4% 7% 12% 3% 9% 13% 4% 9% -4% 10% -12% 95% 116% -10% 35% -2% 37%<br />

II<br />

III<br />

IV<br />

V**<br />

I<br />

II<br />

III<br />

IV<br />

entrate da<br />

trasferimenti di<br />

parte corrente<br />

dell'U.E., dello<br />

Stato e di altri<br />

sogg.<br />

entrate<br />

extratributarie<br />

entrate da<br />

alienazioni, da<br />

trasformazione di<br />

capitale, da<br />

riscossione di<br />

crediti e da<br />

trasferimenti in<br />

conto capitale<br />

entrate da mutui,<br />

prestiti o altre<br />

operazioni<br />

creditizie<br />

totale Titoli I-V<br />

Titoli descrizione<br />

V**<br />

entrate tributarie<br />

entrate da<br />

trasferimenti di<br />

parte corrente<br />

dell'U.E., dello<br />

Stato e di altri<br />

sogg.<br />

-8% 15% -20% -15% -26% 16% 4% 1% 3% -4% 3% -6% -6% -13% -13% 35% -5% 43%<br />

11% 4% 6% 7% 3% 4% 6% 29% -17% 0% 24% -19% 1% -19% -19% 80% 80% 0%<br />

-31% 9% -36% -13% -2% -10% -28% -12% -18% 63% 19% 36% 33% 19% 19% -59% -35% -37%<br />

-23% -12% -12% 30% 32% -1% 155% 387% -48% 171% 2911% -91% 68% 439% -69% -100% -100% 658%<br />

2% 3% -1% 12% 5% 6% 17% 13% 4% 12% 34% -17% 73% 105% -16% 25% -7% 35%<br />

Sica<br />

Sfca<br />

06/04 06/05 05/04 06/04 06/05 05/04<br />

4% -15% 22% 72% 31% 32%<br />

-23% -12% -13% -13% -13% 1%<br />

entrate<br />

extratributarie<br />

entrate da<br />

alienazioni, da<br />

trasformazione di<br />

capitale, da<br />

11% -4% 16% 8% 5% 3%<br />

riscossione di<br />

crediti e da<br />

trasferimenti in<br />

conto capitale<br />

-33% -8% -27% -4% -4% -1%<br />

entrate da mutui,<br />

prestiti o altre<br />

operazioni<br />

creditizie<br />

-23% -12% -12% 8% 23% -12%<br />

totale Titoli I-V -5% -14% 10% 44% 23% 17%<br />

* Escluso il Tit. VI (Contabilità speciali)


Tab. 3: Gestione dei residui attivi 2004-2006 * (in ml di euro)<br />

Titoli descrizione<br />

residui attivi iniziali (Rai) riscossione residui (Rr)<br />

riaccertamenti residui<br />

(saldo -/+) **<br />

residui attivi finali (Raf)<br />

2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006<br />

I entrate tributarie 3.191,23 5.920,02 9.731,54 350,05 421,95 4.702,69 -0,11 0,00 -206,04021 5.920,02 9.731,54 8.989,40<br />

II entrate da<br />

trasferimenti di parte<br />

corrente dell'U.E.,<br />

dello Stato e di altri<br />

558,32 420,00 503,59 231,37 157,76 200,43 -75,98 -0,20 -2,96 419,99 503,59 529,05<br />

soggetti<br />

III entrate extratributarie 10,75 10,53 12,15 7,35 5,52 7,48 -0,21 -0,20 -0,15 10,53 12,15 17,71<br />

IV<br />

V<br />

entrate da alienazioni,<br />

da trasformazione di<br />

capitale, da<br />

riscossione di crediti e<br />

da trasferimenti in<br />

conto capitale<br />

entrate da mutui,<br />

prestiti o altre<br />

operazioni creditizie<br />

1.129,29 1.185,63 1.132,75 245,29 272,64 292,66 -46,70 -0,33 -16,91 1.185,63 1.132,75 965,83<br />

1.076,28 722,17 711,49 397,07 218,53 225,78 16,56 7,86 -1,00 722,17 711,49 484,71<br />

totale Titoli I-V<br />

SALDO TOTALE RIACC.<br />

RESIDUI<br />

5.965,87 8.258,35 12.190,25 1.231,13 1.076,40 5.492,38<br />

* escluso il Titolo VI (Contabilità speciali)<br />

** riaccertamenti in più di residui attivi (+, Mra ); riaccertamenti in meno (eliminazioni) di residui attivi (-, Rae )<br />

Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati del Bilancio di Previsione e del Rendiconto Generale della Regione <strong>Veneto</strong><br />

-123,00 -0,73 -227,06<br />

16,56 7,86 0,00<br />

-106,44 7,13 -227,06 8.258,35 12.091,52 10.986,71


Tab. 4: Residui attivi 2004-2006 - Variazioni storiche *<br />

Titoli descrizione<br />

Rai Rr<br />

riaccertamenti<br />

residui (-/+)<br />

residui attivi finali<br />

(Raf)<br />

06/04 06/05 05/04 06/04 06/05 05/04 06/04 06/05 05/04 06/04 06/05 05/04<br />

I entrate tributarie 205% 64% 86% 1243% 1015% 21% 52% -8% 64%<br />

II<br />

entrate da trasferimenti di<br />

parte corrente dell'U.E.,<br />

dello Stato e di altri sogg.<br />

-10% 20% -25% -13% 27% -32% 26% 5% 20%<br />

III entrate extratributarie 13% 15% -2% 2% 36% -25% 68% 46% 15%<br />

IV entrate da alienazioni, da<br />

trasformazione di capitale,<br />

da riscossione di crediti e<br />

da trasferimenti in conto<br />

capitale<br />

0,3% -4% 5% 19% 7% 11% -19% -15% -4%<br />

V<br />

(valori percentuali)<br />

entrate da mutui, prestiti o<br />

altre operazioni creditizie -34% -1% -33% -43% 3% -45% -33% -32% -1%<br />

totale Titoli I-V<br />

104% 48% 38% 346% 410% -13% 33% -9% 46%<br />

* Escluso il Tit. VI (Contabilità speciali)<br />

Fonte: elaborazione Corte dei Conti su dati del Rendiconto Generale della Regione <strong>Veneto</strong>


Tab. 5 : Indicatori dell'entrata 2004-2006 *<br />

Titoli descrizione<br />

2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006<br />

I entrate tributarie 100,2% 101% 101% 56,9% 46% 48% 43% 29% 48% 0% 2% 1%<br />

II entrate da<br />

trasferimenti di parte<br />

corrente dell'U.E.,<br />

dello Stato e di altri<br />

sogg.<br />

99% 87% 120% 81% 74% 75% 66% 62% 63% 39% 102% 29%<br />

III entrate extratributarie 133% 105% 132% 92% 91% 87% 1175% 86% 84% 6% 4% 3%<br />

IV entrate da alienazioni,<br />

da trasformazione di<br />

capitale, da riscossione<br />

di crediti e da<br />

trasferimenti in conto<br />

capitale<br />

72% 66% 59% 25% 42% 57% 23% 28% 33% 10% 54% 39%<br />

V entrate da mutui,<br />

prestiti o altre<br />

operazioni creditizie<br />

23% 12% 45% 94% 16% 100% 54% 27% 74% 25% 42% 111%<br />

totale Titoli. I-V<br />

84% 83% 88% 60% 48% 57% 44% 32% 50% 7% 14% 17%<br />

Titoli descrizione<br />

capacità previsionale di<br />

riscossione (Rc/Sfca)<br />

indice di variazione della<br />

previsione delle riscossioni<br />

(Sfca-Sica/Sica)<br />

2004 2005 2006 2004 2005 2006<br />

I entrate tributarie 44,9% 31% 51% 1% 10% 68%<br />

II entrate da<br />

trasferimenti di parte<br />

corrente dell'U.E.,<br />

dello Stato e di altri<br />

sogg.<br />

65% 57% 70% 33% 55% 52%<br />

III entrate extratributarie 116% 90% 108% 14% 2% 11%<br />

IV entrate da alienazioni,<br />

da trasformazione di<br />

capitale, da riscossione<br />

di crediti e da<br />

trasferimenti in conto<br />

capitale<br />

V entrate da mutui,<br />

prestiti o altre<br />

operazioni creditizie<br />

totale Titoli. I-V<br />

* Escluso il Tit. VI (Contabilità speciali)<br />

capacità previsionale di<br />

accertamento (A/Sfco)<br />

velocità di cassa per entrate<br />

in c/comp.za (Rco/A)<br />

20% 25% 29% 35% 84% 92%<br />

27% 10% 42% 94% 94% 170%<br />

41% 29% 49% 17% 25% 77%<br />

velocità di cassa generale<br />

(RC/(A+Rai)<br />

indice di variazione (Sfco-<br />

Sico/Sico)


Tab. 6: indicatori residui<br />

Titoli descrizione<br />

indice smaltimento residui<br />

attivi per riscossioni<br />

(Rr/Rai)<br />

indice smaltimento residui<br />

attivi per cancellazioni<br />

(Rae/Rai)<br />

indice smaltimento residui attivi<br />

complessivo (Rr+Rar/Rai)<br />

indice accumulazione<br />

residui attivi per effetto<br />

dell'es. di comp.za (Raco/A)<br />

indice di accumulazione<br />

residui attivi (Raf-Rai/Rai)<br />

2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006<br />

I entrate tributarie 11% 7% 48% 0,003% 0% 2% 11% 7% 46% 43% 54% 52% 86% 64% -8%<br />

II entrate da<br />

trasferimenti di<br />

parte corrente<br />

dell'U.E., dello<br />

Stato e di altri<br />

41% 38% 40% 14% 0,05% 1% 28% 38% 39% 19% 26% 25% -25% 20% 5%<br />

sogg.<br />

III entrate<br />

extratributarie<br />

68% 52% 62% 2% 2% 1% 66% 51% 60% 8% 9% 13% -2% 15% 46%<br />

IV entrate da<br />

alienazioni, da<br />

trasformazione di<br />

capitale, da<br />

riscossione di<br />

crediti e da<br />

trasferimenti in<br />

22% 23% 26% 4% 0,03% 1% 18% 23% 24% 75% 58% 43% 5% -4% -15%<br />

conto capitale<br />

V entrate da mutui,<br />

prestiti o altre<br />

operazioni<br />

creditizie<br />

37% 30% 32% riacc. In + riacc. In + 0,1% 38% 31% 32% 6% 84% 0% -33% -1% -32%<br />

totale Titoli. I-V<br />

21% 13% 45% 2% 0,01% 2% 19% 13% 43% 40% 52% 43% 38% 46% -10%<br />

* Escluso il Tit. VI (Contabilità speciali)


Tab. 7: fonte di finanziamento e natura della spesa 2004-2006 * (in mln di euro)<br />

Finanziamento regionale<br />

2004<br />

corrente investim.<br />

rimb.<br />

prestiti<br />

TOTALE corrente investim.<br />

rimb.<br />

prestiti<br />

TOTALE corrente investim.<br />

Residui passivi iniziali (Rpi) 875,08 914,03 1.789,11 978,46 1386,02 2.364,48 1.341,63 1.630,73 2.972,35<br />

Stanziamenti iniziali di competenza (Sico) 7.264,95 1.351,12 578,62 9.194,69 7.505,01 1.109,12 943,30 9.557,43 8.051,35 901,74 785,87 9.738,96<br />

Stanziamenti iniziali di cassa (Sica) 9.179,23 1.825,17 605,13 11.609,53 9.258,55 1.257,39 943,30 11.459,25 9.717,81 1.123,94 785,87 11.627,62<br />

Stanziamenti finali di competenza (Sfco) 7.712,77 1.299,27 580,15 9.592,18 8.101,56 1.075,47 1.228,89 10.405,92 8.306,69 932,79 1.549,46 10.788,93<br />

Stanziamenti finali di cassa (Sfca) 9.524,37 2.213,30 580,15 12.317,82 9.977,88 1.561,19 1.228,89 12.767,96 10.781,03 1.532,34 1.549,46 13.862,83<br />

Impegni di spesa (I) 7.646,94 1.092,64 159,28 8.898,85 8.032,65 808,87 116,63 8.958,14 8.257,19 782,56 703,18 9.742,94<br />

Pagamenti di competenza (Pco) 6.812,36 369,04 159,28 7.340,68 6.999,50 226,76 116,63 7.342,88 7.325,26 227,43 703,18 8.255,87<br />

Pagamenti in c/residui (Pr) 713,25 283,71 996,97 653,58 310,73 964,31 1.012,32 440,92 1.453,24<br />

Pagamenti totali (Pc) 7.525,61 652,76 159,28 8.337,65 7.653,08 537,49 116,63 8.307,20 8.337,58 668,35 703,18 9.709,11<br />

Residui passivi eliminati (Rpe) 18,95 3,09 22,04 21,55 13,92 35,48 21,62 17,23 38,85<br />

Residui passivi non smaltiti 142,87 627,23 0,00 770,10 303,33 1.061,36 0,00 1.364,69 307,68 1.172,57 0,00 1.480,26<br />

Res.pass. conseguenti la gestione (Rpes) 834,58 723,60 1.558,17 1.033,15 582,11 1.615,26 931,93 555,13 1.487,07<br />

Residui passivi finali (Rpf) 977,45 1.350,82 2.328,27 1.336,48 1.643,47 2.979,95 1.239,62 1.727,71 2.967,32<br />

Finanziamento statale<br />

Residui passivi iniziali (Rpi) 230,74 589,53 820,27 204,52 943,70 1.148,22 128,70 923,68 1.052,38<br />

Stanziamenti iniziali di competenza (Sico) 263,99 1.851,99 51,92 2.167,90 255,29 1.414,88 23,59 1.693,76 253,65 1.005,21 24,57 1.283,43<br />

Stanziamenti iniziali di cassa (Sica) 467,31 1.923,94 61,38 2.452,63 178,71 915,12 23,59 1.117,43 235,83 1.139,81 24,57 1.400,22<br />

Stanziamenti finali di competenza (Sfco) 463,42 2.391,39 46,44 2.901,25 397,50 1.034,33 23,59 1.455,42 390,60 1.029,33 24,57 1.444,50<br />

Stanziamenti finali di cassa (Sfca) 663,53 2.533,85 46,44 3.243,82 541,50 1.553,53 23,59 2.118,63 430,48 1.343,22 24,57 1.798,27<br />

Impegni di spesa (I) 366,17 690,66 34,76 1.091,60 278,49 370,99 23,58 673,07 315,45 399,08 24,56 739,09<br />

Pagamenti di competenza (Pco) 182,62 120,72 34,76 338,11 160,58 75,40 23,58 259,57 135,66 52,60 24,56 212,82<br />

Pagamenti in c/residui (Pr) 193,89 169,56 363,45 179,15 266,42 445,57 88,89 363,29 452,18<br />

Pagamenti totali (Pc) 376,51 290,28 34,76 701,56 339,73 341,82 23,58 705,13 224,55 415,89 24,56 665,00<br />

Residui passivi eliminati (Rpe) 15,88 0,74 16,62 10,11 48,75 58,86 7,17 1,67 8,84<br />

Residui passivi non smaltiti 20,97 419,24 0,00 440,20 15,26 628,53 0,00 643,80 32,64 558,72 0,00 591,36<br />

Res.pass. conseguenti la gestione (Rpes) 183,55 569,94 753,49 117,91 295,59 413,51 179,78 346,49 526,27<br />

Residui passivi finali (Rpf) 204,52 989,18 1.193,70 133,18 924,13 1.057,30 212,43 905,20 1.117,63<br />

Finanziamento UE<br />

Residui passivi iniziali (Rpi) 0,01 0,01 0,42 0,42 0,42 0,07 0,49<br />

Stanziamenti iniziali di competenza (Sico) 0,25 0,25 0,20 0,20 0,53 0,53<br />

Stanziamenti iniziali di cassa (Sica) 0,25 0,25 0,20 0,20 0,53 0,53<br />

Stanziamenti finali di competenza (Sfco) 1,87 1,87 0,61 0,72 1,32 0,64 0,63 1,27<br />

Stanziamenti finali di cassa (Sfca) 1,92 1,92 0,59 0,72 1,31 0,93 0,71 1,64<br />

Impegni di spesa (I) 1,34 1,34 0,12 0,38 0,50 0,39 0,34 0,73<br />

Pagamenti di competenza (Pco) 0,93 0,93 0,10 0,31 0,41 0,02 0,14 0,16<br />

Pagamenti in c/residui (Pr) 0,01 0,01 0,39 0,07 0,46<br />

Pagamenti totali (Pc) 0,93 0,93 0,11 0,31 0,42 0,41 0,21 0,62<br />

Residui passivi eliminati (Rpe) 0,01 0,01 0,02 0,01 0,01<br />

Residui passivi non smaltiti 0,01 0,00 0,00 0,01 0,41 -0,01 0,00 0,40 0,01 0,00 0,00 0,01<br />

Res.pass. conseguenti la gestione (Rpes) 0,41 0,41 0,01 0,07 0,09 0,37 0,20 0,57<br />

Residui passivi finali (Rpf) 0,43 0,43 0,42 0,06 0,48 0,38 0,20 0,59<br />

241<br />

2005<br />

2006<br />

rimb.<br />

prestiti<br />

TOTALE


Finanziamento misto<br />

corrente investim.<br />

2004 2005<br />

2006<br />

rimb.<br />

prestiti<br />

TOTALE corrente investim.<br />

rimb.<br />

prestiti<br />

TOTALE corrente investim.<br />

Residui passivi iniziali (Rpi) 137,97 236,96 374,93 184,46 373,24 557,70 158,84 350,39 509,23<br />

Stanziamenti iniziali di competenza (Sico) 159,74 258,13 417,87 237,84 212,39 450,23 212,92 145,97 358,89<br />

Stanziamenti iniziali di cassa (Sica) 255,51 389,84 645,35 160,26 396,58 556,84 130,36 243,60 373,95<br />

Stanziamenti finali di competenza (Sfco) 189,57 350,47 540,04 231,45 255,65 487,09 187,53 199,95 387,48<br />

Stanziamenti finali di cassa (Sfca) 322,15 587,43 909,58 234,83 600,66 835,49 160,15 534,32 694,47<br />

Impegni di spesa (I) 163,94 220,50 384,44 135,34 120,07 255,41 146,24 145,85 292,10<br />

Pagamenti di competenza (Pco) 38,82 22,89 61,71 39,17 20,32 59,49 23,64 22,31 45,95<br />

Pagamenti in c/residui (Pr) 64,74 64,69 129,43 84,44 104,12 188,57 91,09 108,94 200,03<br />

Pagamenti totali (Pc) 103,57 87,58 191,14 123,62 124,44 248,05 114,73 131,24 245,97<br />

Residui passivi eliminati (Rpe) 17,30 2,49 19,79 37,34 18,93 56,27 29,01 17,78 46,79<br />

Residui passivi non smaltiti 55,92 169,78 225,70 62,67 250,19 312,86 38,74 223,68 262,42<br />

Res.pass. conseguenti la gestione (Rpes) 125,12 197,61 322,73 96,17 99,76 195,92 122,60 123,55 246,15<br />

Residui passivi finali (Rpf) 181,04 367,39 548,43 158,84 349,94 508,78 161,34 347,23 508,57<br />

Finanziamento da altri soggetti<br />

Residui passivi iniziali (Rpi) 0,15 11,92 12,07<br />

Stanziamenti iniziali di competenza (Sico)<br />

Stanziamenti iniziali di cassa (Sica)<br />

Stanziamenti finali di competenza (Sfco) 1,30 1,88 3,18<br />

Stanziamenti finali di cassa (Sfca) 1,09 1,37 2,46<br />

Impegni di spesa (I) 0,47 1,88 2,35<br />

Pagamenti di competenza (Pco) 0,13 0,00 0,13<br />

Pagamenti in c/residui (Pr) 0,10 1,37 1,47<br />

Pagamenti totali (Pc) 0,23 1,37 1,60<br />

Residui passivi eliminati (Rpe) 0,05 0,05<br />

Residui passivi non smaltiti 0,00 10,54 10,55<br />

Res.pass. conseguenti la gestione (Rpes) 0,34 1,88 2,22<br />

Residui passivi finali (Rpf) 0,34 12,42 12,76<br />

TOTALE<br />

Residui passivi iniziali (Rpi) 1.243,79 1.740,53 2.984,32 1.367,86 2.702,96 4.070,82 1.629,74 2.916,79 4.546,53<br />

Stanziamenti iniziali di competenza (Sico) 7.688,93 3.461,24 630,54 11.780,71 7.998,34 2.736,39 966,89 11.701,63 8.517,92 2.053,46 810,44 11.381,82<br />

Stanziamenti iniziali di cassa (Sica) 9.902,29 4.138,95 666,51 14.707,76 9.597,73 2.569,10 966,89 13.133,72 10.084,00 2.507,88 810,44 13.402,32<br />

Stanziamenti finali di competenza (Sfco) 8.367,62 4.041,13 626,60 13.035,34 8.731,12 2.366,16 1.252,48 12.349,76 8.886,76 2.164,58 1.574,03 12.625,37<br />

Stanziamenti finali di cassa (Sfca) 10.511,96 5.334,58 626,60 16.473,14 10.754,81 3.716,10 1.252,48 15.723,39 11.373,68 3.411,95 1.574,03 16.359,66<br />

Impegni di spesa (I) 8.178,39 2.003,80 194,04 10.376,23 8.446,60 1.300,31 140,21 9.887,12 8.719,74 1.329,72 727,74 10.777,21<br />

Pagamenti di competenza (Pco) 7.034,73 512,65 194,04 7.741,42 7.199,35 322,78 140,21 7.662,35 7.484,71 302,47 727,74 8.514,93<br />

Pagamenti in c/residui (Pr) 971,89 517,97 1.489,85 917,18 681,28 1.598,45 1.192,79 914,60 2.107,38<br />

Pagamenti totali (Pc) 8.006,62 1.030,62 194,04 9.231,27 8.116,53 1.004,06 140,21 9.260,80 8.677,50 1.217,07 727,74 10.622,31<br />

Residui passivi eliminati (Rpe) 52,14 6,32 58,45 69,01 81,61 150,62 57,87 36,68 94,55<br />

Residui passivi non smaltiti 219,77 1.216,25 0,00 1.436,02 381,67 1.940,07 0,00 2.321,74 379,08 1.965,51 0,00 2.344,59<br />

Res.pass. conseguenti la gestione (Rpes) 1.143,66 1.491,15 2.634,81 1.247,25 977,53 2.224,78 1.235,03 1.027,25 2.262,28<br />

Residui passvi finali (Rpf) 1.363,43 2.707,39 4.070,83 1.628,92 2.917,60 4.546,52 1.614,11 2.992,77 4.606,88<br />

* esclusa la funzione obiettivo F027 "Partite di giro"<br />

Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati del Bilancio di previsione e del Rendiconto Generale della Regione <strong>Veneto</strong><br />

242<br />

rimb.<br />

prestiti<br />

TOTALE


Tab. 7bis : fonte di finanziamento e natura della spesa 2004-2006 * - indicatori<br />

2004 2005 2006<br />

Finanziamento regionale corrente investim.<br />

rimb.<br />

prestiti<br />

TOTALE corrente investim.<br />

rimb.<br />

prestiti<br />

TOTALE corrente investim.<br />

rimb.<br />

prestiti<br />

TOTALE<br />

Capacità previsionale d'impegno sul<br />

consuntivo (I/Sfco)<br />

99,1% 84,1% 27,5% 92,8% 99,1% 75,2% 9,5% 86,1% 99,4% 83,9% 45,4% 90,3%<br />

Indice di variazione delle spese in<br />

c/competenza (Sfco-Sico)/Sico<br />

6,2% -3,8% 0,3% 4,3% 7,9% -3,0% 30,3% 8,9% 3,2% 3,4% 97,2% 10,8%<br />

Velocità di cassa per le spese in<br />

c/competenza (Pco/I)<br />

89,1% 33,8% 100,0% 82,5% 87,1% 28,0% 100,0% 82,0% 88,7% 29,1% 100,0% 84,7%<br />

Velocità di cassa generale delle spese<br />

Pc/(I+Rpi)<br />

88,3% 32,5% 100,0% 78,0% 84,9% 24,5% 100,0% 73,4% 86,9% 27,7% 100,0% 76,4%<br />

Capacità previsionale di pagamento sul<br />

consuntivo (Pc/Sfca)<br />

79,0% 29,5% 27,5% 67,7% 76,7% 34,4% 9,5% 65,1% 77,3% 43,6% 45,4% 70,0%<br />

Indice di variazione della previsione dei<br />

pagamenti (Sfca-Sica)/Sica<br />

3,8% 21,3% -4,1% 6,1% 7,8% 24,2% 30,3% 11,4% 10,9% 36,3% 97,2% 19,2%<br />

Indice di accumulazione dei residui passivi<br />

(Rpf-Rpi)/Rpi<br />

11,7% 47,8% 30,1% 36,6% 18,6% 26,0% -7,6% 5,9% -0,2%<br />

Indice di accumulazione dei residui passivi<br />

per effetto dell'esercizio di competenza<br />

(Rpes/I)<br />

10,9% 66,2% 0,0% 17,5% 12,9% 72,0% 0,0% 18,0% 11,3% 70,9% 0,0% 15,3%<br />

Indice di smaltimento dei residui passivi<br />

per effetto di pagamenti (Pr/Rpi)<br />

81,5% 31,0% 55,7% 66,8% 22,4% 40,8% 75,5% 27,0% 48,9%<br />

Indice di smaltimento dei residui passivi<br />

per effetto di economie e radiazioni<br />

(Rpe/Rpi)<br />

2,2% 0,3% 1,2% 2,2% 1,0% 1,5% 1,6% 1,1% 1,3%<br />

Indice di smaltimento dei residui passivi<br />

complessivo (Pr+Rpe)/Rpi<br />

83,7% 31,4% 57,0% 69,0% 23,4% 42,3% 77,1% 28,1% 50,2%<br />

Finanziamento statale corrente investim.<br />

rimb.<br />

prestiti<br />

TOTALE corrente investim.<br />

rimb.<br />

prestiti<br />

TOTALE corrente investim.<br />

rimb.<br />

prestiti<br />

TOTALE<br />

Capacità previsionale d'impegno sul<br />

consuntivo (I/Sfco)<br />

79,0% 28,9% 74,8% 37,6% 70,1% 35,9% 100,0% 46,2% 80,8% 38,8% 100,0% 51,2%<br />

Indice di variazione delle spese in<br />

c/competenza (Sfco-Sico)/Sico<br />

75,5% 29,1% -10,6% 33,8% 55,7% -26,9% 0,0% -14,1% 54,0% 2,4% 0,0% 12,5%<br />

Velocità di cassa per le spese in<br />

c/competenza (Pco/I)<br />

49,9% 17,5% 100,0% 31,0% 57,7% 20,3% 100,0% 38,6% 43,0% 13,2% 100,0% 28,8%<br />

Velocità di cassa generale delle spese<br />

Pc/(I+Rpi)<br />

63,1% 22,7% 100,0% 36,7% 70,3% 26,0% 100,0% 38,7% 50,6% 31,4% 100,0% 37,1%<br />

Capacità previsionale di pagamento sul<br />

consuntivo (Pc/Sfca)<br />

56,7% 11,5% 74,8% 21,6% 62,7% 22,0% 100,0% 33,3% 52,2% 31,0% 100,0% 37,0%<br />

Indice di variazione della previsione dei<br />

pagamenti (Sfca-Sica)/Sica<br />

42,0% 31,7% -24,3% 32,3% 203,0% 69,8% 0,0% 89,6% 82,5% 17,8% 0,0% 28,4%<br />

Indice di accumulazione dei residui passivi<br />

(Rpf-Rpi)/Rpi<br />

-11,4% 67,8% 45,5% -34,9% -2,1% -7,9% 65,1% -2,0% 6,2%<br />

Indice di accumulazione dei residui passivi<br />

per effetto dell'esercizio di competenza<br />

(Rpes/I)<br />

50,1% 82,5% 0,0% 69,0% 42,3% 79,7% 0,0% 61,4% 57,0% 86,8% 0,0% 71,2%<br />

Indice di smaltimento dei residui passivi<br />

per effetto di pagamenti (Pr/Rpi)<br />

84,0% 28,8% 44,3% 87,6% 28,2% 38,8% 69,1% 39,3% 43,0%<br />

Indice di smaltimento dei residui passivi<br />

per effetto di economie e radiazioni<br />

(Rpe/Rpi)<br />

6,9% 0,1% 2,0% 4,9% 5,2% 5,1% 5,6% 0,2% 0,8%<br />

Indice di smaltimento dei residui passivi<br />

complessivo (Pr+Rpe)/Rpi<br />

90,9% 28,9% 46,3% 92,5% 33,4% 43,9% 74,6% 39,5% 43,8%


2004 2005 2006<br />

Finanziamento UE corrente investim.<br />

rimb.<br />

prestiti<br />

TOTALE corrente investim.<br />

rimb.<br />

prestiti<br />

TOTALE corrente investim.<br />

rimb.<br />

prestiti<br />

TOTALE<br />

Capacità previsionale d'impegno sul<br />

consuntivo (I/Sfco)<br />

71,7% 71,7% 19,6% 52,6% 37,5% 60,8% 53,8% 57,3%<br />

Indice di variazione delle spese in<br />

c/competenza (Sfco-Sico)/Sico<br />

650,5% 650,5% 202,9% 560,2% 19,9% 139,9%<br />

Velocità di cassa per le spese in<br />

c/competenza (Pco/I)<br />

69,2% 69,2% 88,0% 81,1% 82,7% 4,3% 41,1% 21,5%<br />

Velocità di cassa generale delle spese<br />

Pc/(I+Rpi)<br />

68,5% 68,5% 20,7% 81,1% 45,5% 50,9% 51,1% 51,0%<br />

Capacità previsionale di pagamento sul<br />

consuntivo (Pc/Sfca)<br />

48,3% 48,3% 19,0% 42,7% 32,0% 44,1% 29,9% 38,0%<br />

Indice di variazione della previsione dei<br />

pagamenti (Sfca-Sica)/Sica<br />

671,9% 671,9% 194,1% 551,4% 33,4% 209,1%<br />

Indice di accumulazione dei residui passivi<br />

(Rpf-Rpi)/Rpi<br />

3107,3% 3107,3% -0,3% 14,6% -8,7% 183,4% 19,2%<br />

Indice di accumulazione dei residui passivi<br />

per effetto dell'esercizio di competenza<br />

(Rpes/I)<br />

30,8% 30,8% 12,0% 18,9% 17,3% 95,7% 58,9% 78,5%<br />

Indice di smaltimento dei residui passivi<br />

per effetto di pagamenti (Pr/Rpi)<br />

0,0% 0,0% 1,7% 1,7% 93,9% 98,9% 94,6%<br />

Indice di smaltimento dei residui passivi<br />

per effetto di economie e radiazioni<br />

(Rpe/Rpi)<br />

0,0% 0,0% 2,0% 4,1% 3,0% 0,0% 2,5%<br />

Indice di smaltimento dei residui passivi<br />

complessivo (Pr+Rpe)/Rpi<br />

0,0% 0,0% 3,7% 5,8% 96,9% 98,9% 97,2%<br />

Finanziamento Misto corrente investim.<br />

rimb.<br />

prestiti<br />

TOTALE corrente investim.<br />

rimb.<br />

prestiti<br />

TOTALE corrente investim.<br />

rimb.<br />

prestiti<br />

TOTALE<br />

Capacità previsionale d'impegno sul<br />

consuntivo (I/Sfco)<br />

86,5% 62,9% 71,2% 58,5% 47,0% 52,4% 78,0% 72,9% 75,4%<br />

Indice di variazione delle spese in<br />

c/competenza (Sfco-Sico)/Sico<br />

18,7% 35,8% 29,2% -2,7% 20,4% 8,2% -11,9% 37,0% 8,0%<br />

Velocità di cassa per le spese in<br />

c/competenza (Pco/I)<br />

23,7% 10,4% 16,1% 28,9% 16,9% 23,3% 16,2% 15,3% 15,7%<br />

Velocità di cassa generale delle spese<br />

Pc/(I+Rpi)<br />

34,3% 19,1% 25,2% 38,7% 25,2% 30,5% 37,6% 26,4% 30,7%<br />

Capacità previsionale di pagamento sul<br />

consuntivo (Pc/Sfca)<br />

32,1% 14,9% 21,0% 52,6% 20,7% 29,7% 71,6% 24,6% 35,4%<br />

Indice di variazione della previsione dei<br />

pagamenti (Sfca-Sica)/Sica<br />

26,1% 50,7% 40,9% 46,5% 51,5% 50,0% 22,9% 119,3% 85,7%<br />

Indice di accumulazione dei residui passivi<br />

(Rpf-Rpi)/Rpi<br />

31,2% 55,0% 46,3% -13,9% -6,2% -8,8% 1,6% -0,9% -0,1%<br />

Indice di accumulazione dei residui passivi<br />

per effetto dell'esercizio di competenza<br />

(Rpes/I)<br />

76,3% 89,6% 83,9% 71,1% 83,1% 76,7% 83,8% 84,7% 84,3%<br />

Indice di smaltimento dei residui passivi<br />

per effetto di pagamenti (Pr/Rpi)<br />

46,9% 27,3% 34,5% 45,8% 27,9% 33,8% 57,3% 31,1% 39,3%<br />

Indice di smaltimento dei residui passivi<br />

per effetto di economie e radiazioni<br />

(Rpe/Rpi)<br />

12,5% 1,1% 5,3% 20,2% 5,1% 10,1% 18,3% 5,1% 9,2%<br />

Indice di smaltimento dei residui passivi<br />

complessivo (Pr+Rpe)/Rpi<br />

59,5% 28,4% 39,8% 66,0% 33,0% 43,9% 75,6% 36,2% 48,5%


2004 2005 2006<br />

Finanziamento da Altri soggetti corrente investim.<br />

rimb.<br />

prestiti<br />

TOTALE corrente investim.<br />

rimb.<br />

prestiti<br />

TOTALE corrente investim.<br />

rimb.<br />

prestiti<br />

TOTALE<br />

Capacità previsionale d'impegno sul<br />

consuntivo (I/Sfco)<br />

Indice di variazione delle spese in<br />

c/competenza (Sfco-Sico)/Sico<br />

36,0% 100,0% 73,8%<br />

Velocità di cassa per le spese in<br />

c/competenza (Pco/I)<br />

28,1% 0,0% 5,6%<br />

Velocità di cassa generale delle spese<br />

Pc/(I+Rpi)<br />

36,8% 10,0% 11,1%<br />

Capacità previsionale di pagamento sul<br />

consuntivo (Pc/Sfca)<br />

Indice di variazione della previsione dei<br />

pagamenti (Sfca-Sica)/Sica<br />

21,1% 100,0% 65,1%<br />

Indice di accumulazione dei residui passivi<br />

(Rpf-Rpi)/Rpi<br />

120,5% 4,2% 5,7%<br />

Indice di accumulazione dei residui passivi<br />

per effetto dell'esercizio di competenza<br />

(Rpes/I)<br />

71,9% 100,0% 94,4%<br />

Indice di smaltimento dei residui passivi<br />

per effetto di pagamenti (Pr/Rpi)<br />

63,2% 11,5% 12,2%<br />

Indice di smaltimento dei residui passivi<br />

per effetto di economie e radiazioni<br />

(Rpe/Rpi)<br />

35,1% 0,0% 0,4%<br />

Indice di smaltimento dei residui passivi<br />

complessivo (Pr+Rpe)/Rpi<br />

98,3% 11,5% 12,6%<br />

Totale corrente investim.<br />

rimb.<br />

prestiti<br />

TOTALE corrente investim.<br />

rimb.<br />

prestiti<br />

TOTALE corrente investim.<br />

rimb.<br />

prestiti<br />

TOTALE<br />

Capacità previsionale d'impegno sul<br />

consuntivo (I/Sfco)<br />

97,7% 49,6% 31,0% 79,6% 96,7% 55,0% 11,2% 80,1% 98,1% 61,4% 46,2% 85,4%<br />

Indice di variazione delle spese in<br />

c/competenza (Sfco-Sico)/Sico<br />

8,8% 16,8% -0,6% 10,6% 9,2% -13,5% 29,5% 5,5% 4,3% 5,4% 94,2% 10,9%<br />

Velocità di cassa per le spese in<br />

c/competenza (Pco/I)<br />

86,0% 25,6% 100,0% 74,6% 85,2% 24,8% 100,0% 77,5% 85,8% 22,7% 100,0% 79,0%<br />

Velocità di cassa generale delle spese<br />

Pc/(I+Rpi)<br />

85,0% 27,5% 100,0% 69,1% 82,7% 25,1% 100,0% 66,3% 83,8% 28,7% 100,0% 69,3%<br />

Capacità previsionale di pagamento sul<br />

consuntivo (Pc/Sfca)<br />

76,2% 19,3% 31,0% 56,0% 75,5% 27,0% 11,2% 58,9% 76,3% 35,7% 46,2% 64,9%<br />

Indice di variazione della previsione dei<br />

pagamenti (Sfca-Sica)/Sica<br />

6,2% 28,9% -6,0% 12,0% 12,1% 44,6% 29,5% 19,7% 12,8% 36,0% 94,2% 22,1%<br />

Indice di accumulazione dei residui passivi<br />

(Rpf-Rpi)/Rpi<br />

9,6% 55,6% 36,4% 19,1% 7,9% 11,7% -1,0% 2,6% 1,3%<br />

Indice di accumulazione dei residui passivi<br />

per effetto dell'esercizio di competenza<br />

(Rpes/I)<br />

14,0% 74,4% 0,0% 25,4% 14,8% 75,2% 0,0% 22,5% 14,2% 77,3% 0,0% 21,0%<br />

Indice di smaltimento dei residui passivi<br />

per effetto di pagamenti (Pr/Rpi)<br />

78,1% 29,8% 49,9% 67,1% 25,2% 39,3% 73,2% 31,4% 46,4%<br />

Indice di smaltimento dei residui passivi<br />

per effetto di economie e radiazioni<br />

(Rpe/Rpi)<br />

4,2% 0,4% 2,0% 5,0% 3,0% 3,7% 3,6% 1,3% 2,1%<br />

Indice di smaltimento dei residui passivi<br />

complessivo (Pr+Rpe)/Rpi<br />

82,3% 30,1% 51,9% 72,1% 28,2% 43,0% 76,7% 32,6% 48,4%


Tab. 8: Funzioni obiettivo 2004-2006* - incidenza natura della spesa (in %)<br />

2004<br />

2005<br />

2006<br />

FUNZIONI OBIETTIVO<br />

correnti investimento rimborso prestiti correnti<br />

investimento rimborso prestiti corrente<br />

investimento rimborso prestiti<br />

Sfco<br />

incid. su % su spesa<br />

totale F.O. corrente<br />

Sfco<br />

incid. su % su spesa<br />

Sfco<br />

totale F.O. d'invest.to<br />

incid. su % su spesa per<br />

totale F.O. rimb. prestiti<br />

Sfco<br />

incid. su % su spesa<br />

totale F.O. corrente<br />

Sfco<br />

incid. su % su spesa<br />

totale F.O. d'invest.to<br />

Sfco<br />

incid. su % su spesa per<br />

totale F.O. rimb. prestiti<br />

Sfco<br />

incid. su % su spesa<br />

totale F.O. corrente<br />

Sfco<br />

incid. su % su spesa<br />

totale F.O. d'invest.to<br />

Sfco<br />

incid. su % su spesa per<br />

totale F.O. rimb. prestiti<br />

F0001 organi istituzionali 51,7 100,0% 0,6% 66,8 100,0% 0,8% 58,2 100,0% 0,7%<br />

F0002 relazioni istituzionali 24,3 89,0% 0,3% 3,0 11,0% 0,1% 23,8 88,8% 0,3% 3,0 11,2% 0,1% 27,3 85,4% 0,3% 4,7 14,6% 0,2%<br />

F0003 solidarietà internazionale 6,3 86,2% 0,1% 1,0 13,8% 0,0% 5,4 100,0% 0,1% 6,0 99,9% 0,1% 0,0 0,1% 0,0%<br />

F0004 sicurezza e ordine pubblico 2,5 26,9% 0,0% 6,7 73,1% 0,2% 2,2 29,5% 0,0% 5,1 70,5% 0,2% 1,6 20,9% 0,0% 6,0 79,1% 0,3%<br />

F0005 risorse umane e strumentali 181,9 73,7% 2,2% 65,0 26,3% 1,6% 203,4 83,3% 2,3% 40,6 16,7% 1,7% 206,3 80,8% 2,3% 49,0 19,2% 2,3%<br />

F0006 agricoltura e sviluppo rurale 86,9 37,3% 1,0% 145,9 62,7% 3,6% 74,9 35,6% 0,9% 135,5 64,4% 5,7% 73,2 47,0% 0,8% 82,5 53,0% 3,8%<br />

F0007 sviluppo del sistema produttivo e delle P.M.I. 17,4 6,2% 0,2% 265,1 93,8% 6,6% 22,9 9,3% 0,3% 224,2 90,7% 9,5% 29,7 18,9% 0,3% 127,3 81,1% 5,9%<br />

F0008 lavoro 61,2 100,0% 0,7% 0,0% 86,5 100,0% 1,0% 96,9 99,7% 1,1% 0,3 0,3% 0,0%<br />

F0009 energia 0,0% 6,4 100,0% 0,2% 6,1 100,0% 0,3% 0,2 2,9% 0,0% 5,1 97,1% 0,2%<br />

F0010 commercio 1,9 8,4% 0,0% 20,8 91,6% 0,5% 2,5 16,5% 0,0% 12,9 83,5% 0,5% 1,9 21,3% 0,0% 6,9 78,7% 0,3%<br />

F0011 turismo 33,0 32,8% 0,4% 67,6 67,2% 1,7% 30,0 37,8% 0,3% 49,4 62,2% 2,1% 28,3 37,0% 0,3% 48,3 63,0% 2,2%<br />

F0012 interventi per le abitazioni 24,3 8,4% 0,3% 264,6 91,6% 6,5% 35,0 45,1% 0,4% 42,6 54,9% 1,8% 25,6 37,9% 0,3% 41,9 62,1% 1,9%<br />

F0013 tutela del territorio 23,1 7,0% 0,3% 307,2 93,0% 7,6% 20,1 8,6% 0,2% 213,0 91,4% 9,0% 21,3 11,3% 0,2% 166,2 88,7% 7,7%<br />

F0014 politiche per l'ecologia 72,0 38,8% 0,9% 111,4 60,1% 2,8% 2,2 1,2% 0,3% 65,2 34,7% 0,7% 121,3 64,6% 5,1% 1,3 0,0 0,1% 63,6 44,6% 0,7% 77,8 54,5% 3,6% 1,3 0,9% 0,1%<br />

F0015 salvaguardia di Venezia 0,0% 0,0% 891,3 100,0% 22,1% 232,7 100,0% 9,8% 362,9 100,0% 16,8%<br />

F0016 ciclo integrato delle acque 3,2 2,8% 0,0% 110,8 96,7% 2,7% 0,6 0,5% 0,1% 1,8 2,9% 0,0% 59,4 97,1% 2,5% 0,6 1,3% 0,0% 45,8 98,7% 2,1%<br />

F0017 protezione civile 4,9 2,9% 0,1% 156,5 94,2% 3,9% 4,7 2,8% 0,8% 4,5 2,9% 0,1% 144,0 93,9% 6,1% 4,9 0,0 0,4% 4,9 6,5% 0,1% 65,9 86,7% 3,0% 5,2 6,8% 0,3%<br />

F0018 mobilità regionale 333,7 29,4% 4,0% 761,2 67,1% 18,8% 39,0 3,4% 6,2% 334,2 48,2% 3,8% 341,1 49,2% 14,4% 17,4 0,0 1,4% 344,0 44,5% 3,9% 410,5 53,1% 19,0% 18,1 2,3% 1,1%<br />

F0019 tutela della salute 6.079,8 93,4% 72,7% 382,4 5,9% 9,5% 48,5 0,7% 7,7% 6.681,0 95,0% 76,5% 302,2 4,3% 12,8% 46,3 0,0 3,7% 6.826,3 95,2% 76,8% 324,7 4,5% 15,0% 22,7 0,3% 1,4%<br />

F0020 interventi sociali 592,9 90,7% 7,1% 60,7 9,3% 1,5% 607,6 92,8% 7,0% 47,2 7,2% 2,0% 660,9 92,2% 7,4% 56,2 7,8% 2,6%<br />

F0021 cultura 17,0 48,6% 0,2% 18,0 51,4% 0,4% 16,9 43,8% 0,2% 21,7 56,2% 0,9% 23,8 57,5% 0,3% 17,6 42,5% 0,8%<br />

F0022 istruzione e formazione 338,3 93,9% 4,0% 21,8 6,1% 0,5% 386,4 94,4% 4,4% 22,9 5,6% 1,0% 322,3 92,3% 3,6% 26,9 7,7% 1,2%<br />

F0023 sport e tempo libero 4,6 38,4% 0,1% 7,3 61,6% 0,2% 4,8 38,4% 0,1% 7,7 61,6% 0,3% 4,8 24,5% 0,1% 14,9 75,5% 0,7%<br />

F0024 fondi indistinti 75,2 18,1% 0,9% 339,6 81,9% 8,4% 25,2 7,7% 0,3% 301,0 92,3% 12,7% 13,4 6,8% 0,2% 184,3 93,2% 8,5%<br />

F0025 rimborsi e partite compensative dell'entrata 314,4 100,0% 3,8% 7,4 100,0% 0,1% 8,2 100,0% 0,1%<br />

F0026 oneri finanziari 17,1 3,1% 0,2% 3,5 0,6% 0,1% 531,7 96,3% 84,9% 17,3 1,4% 0,2% 3,5 0,3% 0,1% 1.182,6 1,0 94,4% 31,4 2,0% 0,4% 2,3 0,1% 0,1% 1.526,8 97,8% 97,0%<br />

F0028 edilizia speciale pubblica 0,4 1,5% 0,0% 23,5 98,5% 0,6% 0,5 1,6% 0,0% 27,8 98,4% 1,2% 0,5 1,2% 0,0% 35,9 98,8% 1,7%<br />

F0029 commercio estero, promozione economica e<br />

fieristica<br />

4,9 79,4% 0,1% 1,3 20,6% 0,1% 5,7 88,2% 0,1% 0,8 11,8% 0,0%<br />

totale complessivo<br />

* esclusa la funzione obiettivo F027 "Partite di giro"<br />

8.367,6 64,2% 100,0% 4.041,1 31,0% 100,0% 626,6 4,8% 100,0% 8.731,1 70,7% 100,0% 2.366,2 19,2% 100,0% 1.252,5 10,1% 100,0% 8.886,8 70,4% 100,0% 2.164,6 17,1% 100,0% 1.574,0 12,5% 100,0%<br />

FONTE: elaborazione della Corte dei conti su dati del Rendiconto generale della Regione <strong>Veneto</strong>


Tab. 9: Residui passivi iniziali 2004-2006* (in mln di euro)<br />

Residui passivi iniziali (Rpi)<br />

2004 2005 2006 06/04 06/05 05/04<br />

F0001 organi istituzionali 4,64 3,71 8,07 74,1% 117,6% -20,0%<br />

F0002 relazioni istituzionali 15,29 12,83 14,25 -6,8% 11,0% -16,1%<br />

F0003 solidarietà internazionale 6,55 8,31 7,01 7,0% -15,6% 26,8%<br />

F0004 sicurezza e ordine pubblico 12,07 14,81 15,02 24,5% 1,5% 22,7%<br />

F0005 risorse umane e strumentali 74,08 74,59 92,88 25,4% 24,5% 0,7%<br />

F0006 agricoltura e sviluppo rurale 132,57 157,79 147,57 11,3% -6,5% 19,0%<br />

F0007 sviluppo del sistema produttivo e delle P.M.I. 207,23 222,14 278,03 34,2% 25,2% 7,2%<br />

F0008 lavoro 59,10 73,84 62,13 5,1% -15,9% 24,9%<br />

F0009 energia 16,01 18,47 16,20 1,2% -12,3% 15,4%<br />

F0010 commercio 46,15 38,17 42,26 -8,4% 10,7% -17,3%<br />

F0011 turismo 81,92 113,02 109,32 33,4% -3,3% 38,0%<br />

F0012 interventi per le abitazioni 59,49 298,97 298,20 401,2% -0,3% 402,5%<br />

F0013 tutela del territorio 122,77 210,79 241,74 96,9% 14,7% 71,7%<br />

F0014 politiche per l'ecologia 61,58 78,61 101,53 64,9% 29,2% 27,7%<br />

F0015 salvaguardia di Venezia 129,57 206,03 204,64 57,9% -0,7% 59,0%<br />

F0016 ciclo integrato delle acque 44,99 110,32 116,81 159,7% 5,9% 145,2%<br />

F0017 protezione civile 38,09 41,91 43,73 14,8% 4,3% 10,0%<br />

F0018 mobilità regionale 543,59 738,95 840,28 54,6% 13,7% 35,9%<br />

F0019 tutela della salute 793,11 740,56 934,60 17,8% 26,2% -6,6%<br />

F0020 interventi sociali 214,97 231,19 231,15 7,5% 0,0% 7,5%<br />

F0021 cultura 25,90 37,01 46,41 79,2% 25,4% 42,9%<br />

F0022 istruzione e formazione 202,56 258,38 294,95 45,6% 14,2% 27,6%<br />

F0023 sport e tempo libero 11,08 16,63 21,01 89,5% 26,3% 50,1%<br />

F0024 fondi indistinti 58,71 105,90 104,69 78,3% -1,1% 80,4%<br />

F0025 rimborsi e partite compensative dell'entrata 2,15 221,60 223,28 10299,1% 0,8% 10220,8%<br />

F0026 oneri finanziari 0,30 1,71 4,25 1298,8% 148,3% 463,3%<br />

F0028 edilizia speciale pubblica 19,85 29,80 40,24 102,7% 35,1% 50,1%<br />

F0029 commercio estero, promozione economica e<br />

fieristica<br />

4,80<br />

6,28 30,9%<br />

totale complessivo 2.984,32 4.070,82 4.546,53 52,3% 11,7% 36,4%<br />

* esclusa la funzione obiettivo F027 "Partite di giro"<br />

FONTE: elaborazione della Corte dei conti su dati del Rendiconto generale della Regione <strong>Veneto</strong><br />


Tab. 10: previsioni iniziali di competenza 2004-2006* (in mln di euro)<br />

Previsioni iniziali<br />

di competenza (Sico)<br />

2004 2005 2006 06/04 06/05 05/04<br />

F0001 organi istituzionali 55,95 62,11 58,14 3,9% -6,4% 11,0%<br />

F0002 relazioni istituzionali 27,44 26,11 27,12 -1,2% 3,9% -4,9%<br />

F0003 solidarietà internazionale 5,61 5,04 5,30 -5,5% 5,1% -10,1%<br />

F0004 sicurezza e ordine pubblico 8,50 6,96 7,29 -14,2% 4,7% -18,1%<br />

F0005 risorse umane e strumentali 252,26 224,45 236,66 -6,2% 5,4% -11,0%<br />

F0006 agricoltura e sviluppo rurale 202,40 159,85 146,52 -27,6% -8,3% -21,0%<br />

F0007 sviluppo del sistema produttivo e delle P.M.I. 240,96 208,92 123,60 -48,7% -40,8% -13,3%<br />

F0008 lavoro 63,02 106,59 109,14 73,2% 2,4% 69,1%<br />

F0009 energia 12,22 5,97 2,02 -83,5% -66,2% -51,1%<br />

F0010 commercio 15,12 13,13 7,26 -52,0% -44,7% -13,2%<br />

F0011 turismo 50,62 58,10 59,11 16,8% 1,7% 14,8%<br />

F0012 interventi per le abitazioni 279,00 64,74 67,50 -75,8% 4,3% -76,8%<br />

F0013 tutela del territorio 267,53 212,05 187,34 -30,0% -11,7% -20,7%<br />

F0014 politiche per l'ecologia 169,21 170,57 149,48 -11,7% -12,4% 0,8%<br />

F0015 salvaguardia di Venezia 562,85 780,87 378,66 -32,7% -51,5% 38,7%<br />

F0016 ciclo integrato delle acque 106,52 56,77 49,78 -53,3% -12,3% -46,7%<br />

F0017 protezione civile 118,22 131,79 113,47 -4,0% -13,9% 11,5%<br />

F0018 mobilità regionale 1.117,09 637,42 656,36 -41,2% 3,0% -42,9%<br />

F0019 tutela della salute 6.267,71 6.376,29 6.862,57 9,5% 7,6% 1,7%<br />

F0020 interventi sociali 631,82 639,56 693,24 9,7% 8,4% 1,2%<br />

F0021 cultura 35,48 26,26 30,24 -14,8% 15,2% -26,0%<br />

F0022 istruzione e formazione 269,30 340,22 340,02 26,3% -0,1% 26,3%<br />

F0023 sport e tempo libero 11,93 12,63 19,38 62,4% 53,4% 5,9%<br />

F0024 fondi indistinti 436,38 409,88 222,61 -49,0% -45,7% -6,1%<br />

F0025 rimborsi e partite compensative dell'entrata 3,95 5,56 7,42 87,6% 33,5% 40,5%<br />

F0026 oneri finanziari 553,63 924,47 781,22 41,1% -15,5% 67,0%<br />

F0028 edilizia speciale pubblica 16,00 29,79 33,94 112,1% 13,9% 86,2%<br />

F0029 commercio estero, promozione economica e<br />

fieristica<br />

5,52 6,44 16,8%<br />

totale complessivo 11.780,71 11.701,63 11.381,82 -3,4% -2,7% -0,7%<br />

* esclusa la funzione obiettivo F027 "Partite di giro"<br />

FONTE: elaborazione della Corte dei conti su dati del Bilancio di previsione della Regione <strong>Veneto</strong><br />


Tab. 11: Previsioni iniziali di cassa 2004-2006* (in mln di euro)<br />

Previsioni iniziali di cassa (Sica)<br />

2004 2005 2006 06/04 06/05 05/04<br />

F0001 organi istituzionali 58,68 61,40 59,57 1,5% -3,0% 4,7%<br />

F0002 relazioni istituzionali 33,11 32,43 38,00 14,7% 17,2% -2,1%<br />

F0003 solidarietà internazionale 7,28 4,12 6,99 -4,1% 69,6% -43,4%<br />

F0004 sicurezza e ordine pubblico 12,17 17,59 21,20 74,2% 20,5% 44,5%<br />

F0005 risorse umane e strumentali 379,89 249,09 247,54 -34,8% -0,6% -34,4%<br />

F0006 agricoltura e sviluppo rurale 266,03 148,05 138,61 -47,9% -6,4% -44,3%<br />

F0007 sviluppo del sistema produttivo e delle P.M.I. 377,22 269,89 113,20 -70,0% -58,1% -28,5%<br />

F0008 lavoro 107,80 76,40 109,28 1,4% 43,0% -29,1%<br />

F0009 energia 15,27 10,85 9,63 -36,9% -11,2% -28,9%<br />

F0010 commercio 27,68 13,30 11,89 -57,1% -10,6% -51,9%<br />

F0011 turismo 92,79 117,49 95,09 2,5% -19,1% 26,6%<br />

F0012 interventi per le abitazioni 300,37 64,23 82,20 -72,6% 28,0% -78,6%<br />

F0013 tutela del territorio 328,11 145,71 171,86 -47,6% 17,9% -55,6%<br />

F0014 politiche per l'ecologia 199,27 209,85 191,45 -3,9% -8,8% 5,3%<br />

F0015 salvaguardia di Venezia 397,47 84,01 246,07 -38,1% 192,9% -78,9%<br />

F0016 ciclo integrato delle acque 120,55 62,17 161,96 34,4% 160,5% -48,4%<br />

F0017 protezione civile 146,28 124,86 65,83 -55,0% -47,3% -14,6%<br />

F0018 mobilità regionale 1.447,19 566,37 559,91 -61,3% -1,1% -60,9%<br />

F0019 tutela della salute 6.963,61 7.195,63 7.337,51 5,4% 2,0% 3,3%<br />

F0020 interventi sociali 714,66 755,77 807,67 13,0% 6,9% 5,8%<br />

F0021 cultura 49,28 36,49 40,70 -17,4% 11,5% -26,0%<br />

F0022 istruzione e formazione 388,68 256,27 278,37 -28,4% 8,6% -34,1%<br />

F0023 sport e tempo libero 19,39 24,33 35,50 83,1% 46,0% 25,4%<br />

F0024 fondi indistinti 1.657,72 1.619,35 1.716,32 3,5% 6,0% -2,3%<br />

F0025 rimborsi e partite compensative dell'entrata 4,20 7,04 7,96 89,3% 13,1% 67,4%<br />

F0026 oneri finanziari 565,03 922,47 780,22 38,1% -15,4% 63,3%<br />

F0028 edilizia speciale pubblica 28,00 52,54 64,03 128,7% 21,9% 87,6%<br />

F0029 commercio estero, promozione economica e<br />

fieristica<br />

6,02 3,74 -37,8%<br />

totale complessivo 14.707,76 13.133,72 13.402,32 -8,9% 2,0% -10,7%<br />

* esclusa la funzione obiettivo F027 "Partite di giro"<br />

FONTE: elaborazione della Corte dei conti su dati del Bilancio di previsione della Regione <strong>Veneto</strong><br />


Tab. 12: Previsioni finali di competenza 2004-2006* (in mln di euro)<br />

Previsioni finali<br />

di competenza (Sfco)<br />

2004 2005 2006 06/04 06/05 05/04<br />

F0001 organi istituzionali 51,65 66,82 58,22 12,7% -12,9% 29,4%<br />

F0002 relazioni istituzionali 27,26 26,78 32,02 17,5% 19,6% -1,8%<br />

F0003 solidarietà internazionale 7,25 5,35 5,98 -17,5% 11,7% -26,2%<br />

F0004 sicurezza e ordine pubblico 9,11 7,29 7,62 -16,3% 4,5% -19,9%<br />

F0005 risorse umane e strumentali 246,85 244,05 255,27 3,4% 4,6% -1,1%<br />

F0006 agricoltura e sviluppo rurale 232,73 210,42 155,75 -33,1% -26,0% -9,6%<br />

F0007 sviluppo del sistema produttivo e delle P.M.I. 282,46 247,14 156,96 -44,4% -36,5% -12,5%<br />

F0008 lavoro 61,22 86,55 97,15 58,7% 12,3% 41,4%<br />

F0009 energia 6,35 6,15 5,21 -18,0% -15,3% -3,2%<br />

F0010 commercio 22,76 15,44 8,83 -61,2% -42,8% -32,2%<br />

F0011 turismo 100,61 79,33 76,62 -23,8% -3,4% -21,2%<br />

F0012 interventi per le abitazioni 288,90 77,63 67,48 -76,6% -13,1% -73,1%<br />

F0013 tutela del territorio 330,31 233,18 187,42 -43,3% -19,6% -29,4%<br />

F0014 politiche per l'ecologia 185,56 187,68 142,67 -23,1% -24,0% 1,1%<br />

F0015 salvaguardia di Venezia 891,27 232,68 362,93 -59,3% 56,0% -73,9%<br />

F0016 ciclo integrato delle acque 114,59 61,17 46,37 -59,5% -24,2% -46,6%<br />

F0017 protezione civile 166,06 153,37 76,03 -54,2% -50,4% -7,6%<br />

F0018 mobilità regionale 1.133,87 692,63 772,61 -31,9% 11,5% -38,9%<br />

F0019 tutela della salute 6.510,64 7.029,55 7.173,69 10,2% 2,1% 8,0%<br />

F0020 interventi sociali 653,56 654,73 717,05 9,7% 9,5% 0,2%<br />

F0021 cultura 35,01 38,63 41,44 18,4% 7,3% 10,3%<br />

F0022 istruzione e formazione 360,07 409,25 349,21 -3,0% -14,7% 13,7%<br />

F0023 sport e tempo libero 11,86 12,55 19,70 66,1% 57,0% 5,8%<br />

F0024 fondi indistinti 414,83 326,16 197,73 -52,3% -39,4% -21,4%<br />

F0025 rimborsi e partite compensative dell'entrata 314,44 7,44 8,17 -97,4% 9,9% -97,6%<br />

F0026 oneri finanziari 552,33 1.203,34 1.560,47 182,5% 29,7% 117,9%<br />

F0028 edilizia speciale pubblica 23,80 28,27 36,31 52,6% 28,5% 18,8%<br />

F0029 commercio estero, promozione economica e<br />

fieristica<br />

6,18 6,48 4,8%<br />

totale complessivo 13.035,35 12.349,76 12.625,37 -3,1% 2,2% -5,3%<br />

* esclusa la funzione obiettivo F027 "Partite di giro"<br />

FONTE: elaborazione della Corte dei conti su dati del Rendiconto generale della Regione <strong>Veneto</strong><br />


Tab. 13: Previsioni finali di cassa 2004-2006* (in mln di euro)<br />

Previsioni finali<br />

di cassa (Sfca)<br />

2004 2005 2006 06/04 06/05 05/04<br />

F0001 organi istituzionali 56,12 67,87 63,68 13,5% -6,2% 20,9%<br />

F0002 relazioni istituzionali 38,20 38,04 42,31 10,8% 11,2% -0,4%<br />

F0003 solidarietà internazionale 11,26 10,41 10,58 -6,1% 1,6% -7,6%<br />

F0004 sicurezza e ordine pubblico 19,46 19,92 21,75 11,8% 9,2% 2,4%<br />

F0005 risorse umane e strumentali 318,14 293,03 303,04 -4,7% 3,4% -7,9%<br />

F0006 agricoltura e sviluppo rurale 355,86 273,88 273,07 -23,3% -0,3% -23,0%<br />

F0007 sviluppo del sistema produttivo e delle P.M.I. 484,47 330,37 281,81 -41,8% -14,7% -31,8%<br />

F0008 lavoro 114,94 112,49 88,84 -22,7% -21,0% -2,1%<br />

F0009 energia 22,36 24,62 21,40 -4,3% -13,0% 10,1%<br />

F0010 commercio 68,33 44,79 33,17 -51,5% -25,9% -34,5%<br />

F0011 turismo 177,82 167,14 160,70 -9,6% -3,9% -6,0%<br />

F0012 interventi per le abitazioni 343,40 236,97 199,69 -41,8% -15,7% -31,0%<br />

F0013 tutela del territorio 450,20 262,07 236,01 -47,6% -9,9% -41,8%<br />

F0014 politiche per l'ecologia 242,56 251,65 228,21 -5,9% -9,3% 3,7%<br />

F0015 salvaguardia di Venezia 573,76 222,75 274,76 -52,1% 23,3% -61,2%<br />

F0016 ciclo integrato delle acque 159,44 171,49 159,08 -0,2% -7,2% 7,6%<br />

F0017 protezione civile 204,13 187,53 116,81 -42,8% -37,7% -8,1%<br />

F0018 mobilità regionale 1.676,85 884,89 839,06 -50,0% -5,2% -47,2%<br />

F0019 tutela della salute 7.299,75 7.770,10 8.108,27 11,1% 4,4% 6,4%<br />

F0020 interventi sociali 820,04 861,57 926,70 13,0% 7,6% 5,1%<br />

F0021 cultura 58,85 59,16 68,77 16,9% 16,2% 0,5%<br />

F0022 istruzione e formazione 518,66 474,37 439,59 -15,2% -7,3% -8,5%<br />

F0023 sport e tempo libero 21,43 24,46 35,81 67,1% 46,4% 14,1%<br />

F0024 fondi indistinti 1.526,25 1.440,43 1.556,67 2,0% 8,1% -5,6%<br />

F0025 rimborsi e partite compensative dell'entrata 314,60 228,95 231,39 -26,4% 1,1% -27,2%<br />

F0026 oneri finanziari 552,63 1.203,35 1.560,50 182,4% 29,7% 117,7%<br />

F0028 edilizia speciale pubblica 43,65 54,22 70,77 62,1% 30,5% 24,2%<br />

F0029 commercio estero, promozione economica e<br />

fieristica<br />

6,91 7,25 5,0%<br />

totale complessivo 16.473,14 15.723,39 16.359,66 -0,7% 4,0% -4,6%<br />

* esclusa la funzione obiettivo F027 "Partite di giro"<br />

FONTE: elaborazione della Corte dei conti su dati del Rendiconto generale della Regione <strong>Veneto</strong><br />


Tab. 14: indice di variazione degli stanziamenti di competenza 2004-2006*<br />

funzione<br />

obiettivo descrizione 2004<br />

indice di variazione (Sfco-Sico)<br />

2005 2006<br />

mln di euro % mln di euro % mln di euro %<br />

F0001 organi istituzionali -4,30 -7,7% 4,71 7,6% 0,07 0,1%<br />

F0002 relazioni istituzionali -0,18 -0,7% 0,67 2,6% 4,90 18,0%<br />

F0003 solidarietà internazionale 1,64 29,3% 0,31 6,2% 0,68 12,9%<br />

F0004 sicurezza e ordine pubblico 0,61 7,1% 0,33 4,8% 0,33 4,5%<br />

F0005 risorse umane e strumentali -5,41 -2,1% 19,60 8,7% 18,61 7,9%<br />

F0006 agricoltura e sviluppo rurale 30,32 15,0% 50,58 31,6% 9,23 6,3%<br />

F0007 sviluppo del sistema produttivo e delle P.M.I. 41,51 17,2% 38,22 18,3% 33,35 27,0%<br />

F0008 lavoro -1,80 -2,9% -20,04 -18,8% -11,98 -11,0%<br />

F0009 energia -5,87 -48,0% 0,17 2,9% 3,19 157,9%<br />

F0010 commercio 7,64 50,5% 2,31 17,6% 1,57 21,6%<br />

F0011 turismo 49,99 98,8% 21,23 36,5% 17,51 29,6%<br />

F0012 interventi per le abitazioni 9,90 3,5% 12,90 19,9% -0,02 0,0%<br />

F0013 tutela del territorio 62,78 23,5% 21,12 10,0% 0,07 0,0%<br />

F0014 politiche per l'ecologia 16,35 9,7% 17,12 10,0% -6,80 -4,6%<br />

F0015 salvaguardia di Venezia 328,41 58,3% -548,19 -70,2% -15,73 -4,2%<br />

F0016 ciclo integrato delle acque 8,07 7,6% 4,40 7,7% -3,41 -6,9%<br />

F0017 protezione civile 47,84 40,5% 21,58 16,4% -37,44 -33,0%<br />

F0018 mobilità regionale 16,78 1,5% 55,21 8,7% 116,25 17,7%<br />

F0019 tutela della salute 242,93 3,9% 653,25 10,2% 311,12 4,5%<br />

F0020 interventi sociali 21,75 3,4% 15,17 2,4% 23,80 3,4%<br />

F0021 cultura -0,47 -1,3% 12,37 47,1% 11,19 37,0%<br />

F0022 istruzione e formazione 90,77 33,7% 69,03 20,3% 9,19 2,7%<br />

F0023 sport e tempo libero -0,07 -0,6% -0,08 -0,6% 0,33 1,7%<br />

F0024 fondi indistinti -21,55 -4,9% -83,72 -20,4% -24,88 -11,2%<br />

F0025 rimborsi e partite compensative dell'entrata 310,49 7852,5% 1,88 33,9% 0,76 10,2%<br />

F0026 oneri finanziari -1,30 -0,2% 278,87 30,2% 779,25 99,7%<br />

F0028 edilizia speciale pubblica 7,80 48,8% -1,52 -5,1% 2,37 7,0%<br />

F0029 commercio estero, promozione economica e<br />

fieristica<br />

0,66 12,0% 0,04 0,6%<br />

totale complessivo 1.254,64 10,6% 648,13 5,5% 1.243,55 10,9%<br />

* esclusa la funzione obiettivo F027 "Partite di giro"<br />

FONTE: elaborazione della Corte dei conti su dati del Bilancio di previsione e del Rendiconto della Regione <strong>Veneto</strong>


Tab. 14bis: indice di variazione degli stanziamenti cassa 2004-2006*<br />

funzione<br />

obiettivo<br />

descrizione<br />

indice di variazione (Sfca-Sica)<br />

2004 2005 2006<br />

mln di euro % mln di euro % mln di euro %<br />

F0001 organi istituzionali -2,56 -4,4% 6,47 10,5% 4,11 6,9%<br />

F0002 relazioni istituzionali 5,09 15,4% 5,62 17,3% 4,32 11,4%<br />

F0003 solidarietà internazionale 3,98 54,6% 6,29 152,6% 3,59 51,4%<br />

F0004 sicurezza e ordine pubblico 7,28 59,8% 2,32 13,2% 0,55 2,6%<br />

F0005 risorse umane e strumentali -61,75 -16,3% 43,94 17,6% 55,50 22,4%<br />

F0006 agricoltura e sviluppo rurale 89,83 33,8% 125,82 85,0% 134,46 97,0%<br />

F0007 sviluppo del sistema produttivo e delle P.M.I. 107,25 28,4% 60,48 22,4% 168,61 148,9%<br />

F0008 lavoro 7,13 6,6% 36,09 47,2% -20,44 -18,7%<br />

F0009 energia 7,08 46,4% 13,76 126,8% 11,77 122,2%<br />

F0010 commercio 40,64 146,8% 31,48 236,7% 21,28 179,0%<br />

F0011 turismo 85,03 91,6% 49,64 42,3% 65,61 69,0%<br />

F0012 interventi per le abitazioni 43,03 14,3% 172,74 268,9% 117,49 142,9%<br />

F0013 tutela del territorio 122,09 37,2% 116,35 79,9% 64,15 37,3%<br />

F0014 politiche per l'ecologia 43,29 21,7% 41,79 19,9% 36,76 19,2%<br />

F0015 salvaguardia di Venezia 176,28 44,4% 138,74 165,1% 28,68 11,7%<br />

F0016 ciclo integrato delle acque 38,90 32,3% 109,31 175,8% -2,88 -1,8%<br />

F0017 protezione civile 57,85 39,5% 62,67 50,2% 50,98 77,4%<br />

F0018 mobilità regionale 229,65 15,9% 318,52 56,2% 279,14 49,9%<br />

F0019 tutela della salute 336,14 4,8% 574,47 8,0% 770,77 10,5%<br />

F0020 interventi sociali 105,38 14,7% 105,80 14,0% 119,03 14,7%<br />

F0021 cultura 9,57 19,4% 22,67 62,1% 28,07 69,0%<br />

F0022 istruzione e formazione 129,98 33,4% 218,10 85,1% 161,21 57,9%<br />

F0023 sport e tempo libero 2,04 10,5% 0,13 0,5% 0,30 0,9%<br />

F0024 fondi indistinti -131,47 -7,9% -178,92 -11,0% -159,65 -9,3%<br />

F0025 rimborsi e partite compensative dell'entrata 310,39 7384,3% 221,92 3154,3% 223,44 2808,8%<br />

F0026 oneri finanziari -12,40 -2,2% 280,88 30,4% 780,28 100,0%<br />

F0028 edilizia speciale pubblica 15,65 55,9% 1,69 3,2% 6,74 10,5%<br />

F0029 commercio estero, promozione economica e<br />

fieristica<br />

0,89 14,8% 3,51 93,8%<br />

totale complessivo 1.765,38 12,0% 2.589,67 19,7% 2.957,34 22,1%<br />

* esclusa la funzione obiettivo F027 "Partite di giro"<br />

FONTE: elaborazione della Corte dei conti su dati del Bilancio di previsione e del Rendiconto della Regione <strong>Veneto</strong>


Tab. 15: Impegni 2004-2006* (in mln di euro)<br />

Impegni (I)<br />

2004 2005 2006 06/04 06/05 05/04<br />

F0001 organi istituzionali 51,09 66,61 58,09 13,7% -12,8% 30,4%<br />

F0002 relazioni istituzionali 26,10 25,99 31,35 20,1% 20,6% -0,4%<br />

F0003 solidarietà internazionale 7,07 5,03 5,75 -18,7% 14,2% -28,8%<br />

F0004 sicurezza e ordine pubblico 7,64 6,20 7,15 -6,4% 15,3% -18,8%<br />

F0005 risorse umane e strumentali 222,67 221,18 242,55 8,9% 9,7% -0,7%<br />

F0006 agricoltura e sviluppo rurale 185,18 157,69 122,34 -33,9% -22,4% -14,8%<br />

F0007 sviluppo del sistema produttivo e delle P.M.I. 226,41 168,90 136,23 -39,8% -19,3% -25,4%<br />

F0008 lavoro 51,30 44,47 84,36 64,4% 89,7% -13,3%<br />

F0009 energia 3,53 4,55 5,19 47,0% 14,1% 28,8%<br />

F0010 commercio 18,75 14,44 6,59 -64,9% -54,4% -23,0%<br />

F0011 turismo 82,23 55,51 55,02 -33,1% -0,9% -32,5%<br />

F0012 interventi per le abitazioni 279,84 63,61 65,44 -76,6% 2,9% -77,3%<br />

F0013 tutela del territorio 174,00 145,48 132,39 -23,9% -9,0% -16,4%<br />

F0014 politiche per l'ecologia 98,47 126,81 89,06 -9,6% -29,8% 28,8%<br />

F0015 salvaguardia di Venezia 112,88 118,66 205,09 81,7% 72,8% 5,1%<br />

F0016 ciclo integrato delle acque 74,57 37,53 28,68 -61,5% -23,6% -49,7%<br />

F0017 protezione civile 35,62 51,99 49,05 37,7% -5,6% 46,0%<br />

F0018 mobilità regionale 724,77 564,80 616,91 -14,9% 9,2% -22,1%<br />

F0019 tutela della salute 6.263,77 6.733,88 6.923,84 10,5% 2,8% 7,5%<br />

F0020 interventi sociali 637,45 640,02 714,23 12,0% 11,6% 0,4%<br />

F0021 cultura 34,22 37,83 40,06 17,0% 5,9% 10,5%<br />

F0022 istruzione e formazione 291,55 320,26 259,49 -11,0% -19,0% 9,8%<br />

F0023 sport e tempo libero 11,71 12,24 19,57 67,1% 59,9% 4,5%<br />

F0024 fondi indistinti 300,00 145,21 127,00 -57,7% -12,5% -51,6%<br />

F0025 rimborsi e partite compensative dell'entrata 313,55 4,65 6,17 -98,0% 32,7% -98,5%<br />

F0026 oneri finanziari 124,51 85,60 704,55 465,8% 723,0% -31,2%<br />

F0028 edilizia speciale pubblica 17,36 23,04 35,68 105,5% 54,9% 32,7%<br />

F0029 commercio estero, promozione economica e<br />

fieristica<br />

4,94 5,38 8,9%<br />

totale complessivo 10.376,23 9.887,12 10.777,21 3,9% 9,0% -4,7%<br />

* esclusa la funzione obiettivo F027 "Partite di giro"<br />

FONTE: elaborazione della Corte dei conti su dati del Rendiconto generale della Regione <strong>Veneto</strong><br />


Tab. 16: Pagamenti di competenza 2004-2006* (in mln di euro)<br />

Pagamenti di competenza (Pco) ∆<br />

2004 2005 2006 06/04 06/05 05/04<br />

F0001 organi istituzionali 48,00 58,78 55,21 15,0% -6,1% 22,4%<br />

F0002 relazioni istituzionali 16,26 15,36 14,86 -8,7% -3,3% -5,6%<br />

F0003 solidarietà internazionale 1,00 0,97 0,45 -55,0% -53,9% -2,3%<br />

F0004 sicurezza e ordine pubblico 0,14 0,01 0,00 -100,0% -100,0% -96,1%<br />

F0005 risorse umane e strumentali 170,04 157,70 163,14 -4,1% 3,5% -7,3%<br />

F0006 agricoltura e sviluppo rurale 82,44 95,09 93,14 13,0% -2,1% 15,3%<br />

F0007 sviluppo del sistema produttivo e delle P.M.I. 92,93 29,92 23,72 -74,5% -20,7% -67,8%<br />

F0008 lavoro 4,02 10,43 11,49 185,8% 10,2% 159,4%<br />

F0009 energia 0,68 0,53 0,50 -26,4% -5,7% -22,0%<br />

F0010 commercio 8,37 0,91 0,22 -97,3% -75,6% -89,1%<br />

F0011 turismo 16,48 18,77 19,91 20,8% 6,1% 13,9%<br />

F0012 interventi per le abitazioni 30,49 25,12 3,78 -87,6% -85,0% -17,6%<br />

F0013 tutela del territorio 35,07 25,71 24,74 -29,4% -3,8% -26,7%<br />

F0014 politiche per l'ecologia 61,06 73,81 59,48 -2,6% -19,4% 20,9%<br />

F0015 salvaguardia di Venezia 8,35 22,66 20,67 147,5% -8,8% 171,3%<br />

F0016 ciclo integrato delle acque 4,75 3,54 1,55 -67,3% -56,1% -25,6%<br />

F0017 protezione civile 12,39 24,94 13,04 5,3% -47,7% 101,3%<br />

F0018 mobilità regionale 390,12 318,21 346,46 -11,2% 8,9% -18,4%<br />

F0019 tutela della salute 5.703,48 5.961,63 6.146,61 7,8% 3,1% 4,5%<br />

F0020 interventi sociali 477,22 489,76 577,06 20,9% 17,8% 2,6%<br />

F0021 cultura 9,44 8,70 11,25 19,2% 29,4% -7,9%<br />

F0022 istruzione e formazione 109,94 108,46 99,49 -9,5% -8,3% -1,4%<br />

F0023 sport e tempo libero 1,28 1,41 3,09 141,6% 120,0% 9,8%<br />

F0024 fondi indistinti 240,28 123,44 115,44 -52,0% -6,5% -48,6%<br />

F0025 rimborsi e partite compensative dell'entrata 91,96 2,57 1,96 -97,9% -23,6% -97,2%<br />

F0026 oneri finanziari 122,83 82,49 702,17 471,6% 751,3% -32,8%<br />

F0028 edilizia speciale pubblica 2,39 0,72 3,89 62,3% 440,3% -70,0%<br />

F0029 commercio estero, promozione economica e<br />

fieristica<br />

0,72<br />

1,60 123,8%<br />

totale complessivo 7.741,42 7.662,35 8.514,93 10,0% 11,1% -1,0%<br />

* esclusa la funzione obiettivo F027 "Partite di giro"<br />

FONTE: elaborazione della Corte dei conti su dati del Rendiconto generale della Regione <strong>Veneto</strong>


Tab. 17: Pagamenti in c/residui 2004-2006* (in mln di euro)<br />

Pagamenti in c/residui (Pr)<br />

2004 2005 2006 06/04 06/05 05/04<br />

F0001 organi istituzionali 4,01 3,02 7,09 76,8% 135,1% -24,8%<br />

F0002 relazioni istituzionali 11,61 8,53 9,84 -15,3% 15,4% -26,6%<br />

F0003 solidarietà internazionale 3,79 4,71 4,32 14,1% -8,2% 24,3%<br />

F0004 sicurezza e ordine pubblico 4,49 5,32 4,35 -3,1% -18,3% 18,6%<br />

F0005 risorse umane e strumentali 48,80 42,93 61,87 26,8% 44,1% -12,0%<br />

F0006 agricoltura e sviluppo rurale 77,07 69,99 86,83 12,7% 24,1% -9,2%<br />

F0007 sviluppo del sistema produttivo e delle P.M.I. 108,49 70,46 80,25 -26,0% 13,9% -35,1%<br />

F0008 lavoro 22,81 31,36 28,94 26,8% -7,7% 37,4%<br />

F0009 energia 0,21 4,42 1,44 571,9% -67,4% 1963,0%<br />

F0010 commercio 18,34 7,89 9,88 -46,1% 25,3% -57,0%<br />

F0011 turismo 33,73 35,03 38,93 15,4% 11,1% 3,8%<br />

F0012 interventi per le abitazioni 9,87 39,26 38,36 288,5% -2,3% 297,6%<br />

F0013 tutela del territorio 49,72 87,34 111,29 123,8% 27,4% 75,6%<br />

F0014 politiche per l'ecologia 19,37 25,63 44,40 129,2% 73,2% 32,3%<br />

F0015 salvaguardia di Venezia 27,87 56,30 70,34 152,4% 24,9% 102,0%<br />

F0016 ciclo integrato delle acque 4,48 25,47 25,23 462,6% -0,9% 467,9%<br />

F0017 protezione civile 19,17 19,48 19,56 2,0% 0,4% 1,6%<br />

F0018 mobilità regionale 138,31 143,37 257,43 86,1% 79,6% 3,7%<br />

F0019 tutela della salute 607,75 575,62 821,07 35,1% 42,6% -5,3%<br />

F0020 interventi sociali 141,95 143,57 141,81 -0,1% -1,2% 1,1%<br />

F0021 cultura 12,30 18,86 16,07 30,7% -14,8% 53,4%<br />

F0022 istruzione e formazione 102,01 140,68 172,62 69,2% 22,7% 37,9%<br />

F0023 sport e tempo libero 4,44 6,05 6,79 52,8% 12,2% 36,2%<br />

F0024 fondi indistinti 12,26 18,26 13,30 8,5% -27,2% 49,0%<br />

F0025 rimborsi e partite compensative dell'entrata 0,94 0,39 23,20 2375,6% 5784,6% -57,9%<br />

F0026 oneri finanziari 0,27 0,58 1,03 280,6% 77,9% 114,0%<br />

F0028 edilizia speciale pubblica 5,77 11,66 7,94 37,5% -31,9% 102,0%<br />

F0029 commercio estero, promozione economica e<br />

fieristica<br />

2,31<br />

3,23 39,4%<br />

totale complessivo 1.489,85 1.598,45 2.107,38 41,4% 31,8% 7,3%<br />

* esclusa la funzione obiettivo F027 "Partite di giro"<br />

FONTE: elaborazione della Corte dei conti su dati del Rendiconto generale della Regione <strong>Veneto</strong><br />


Tab. 18: Pagamenti totali 2004-2006* (in mln di euro)<br />

Pagamenti totali (Pc) ∆<br />

2004 2005 2006 06/04 06/05 05/04<br />

F0001 organi istituzionali 52,01 61,79 62,30 19,8% 0,8% 18,8%<br />

F0002 relazioni istituzionali 27,88 23,89 24,70 -11,4% 3,4% -14,3%<br />

F0003 solidarietà internazionale 4,78 5,68 4,77 -0,3% -16,1% 18,8%<br />

F0004 sicurezza e ordine pubblico 4,63 5,32 4,35 -6,0% -18,4% 15,1%<br />

F0005 risorse umane e strumentali 218,84 200,62 225,01 2,8% 12,2% -8,3%<br />

F0006 agricoltura e sviluppo rurale 159,51 165,08 179,97 12,8% 9,0% 3,5%<br />

F0007 sviluppo del sistema produttivo e delle P.M.I. 201,42 100,38 103,97 -48,4% 3,6% -50,2%<br />

F0008 lavoro 26,83 41,78 40,42 50,7% -3,3% 55,7%<br />

F0009 energia 0,90 4,95 1,94 116,8% -60,8% 452,9%<br />

F0010 commercio 26,71 8,80 10,10 -62,2% 14,8% -67,1%<br />

F0011 turismo 50,21 53,80 58,84 17,2% 9,4% 7,1%<br />

F0012 interventi per le abitazioni 40,36 64,38 42,14 4,4% -34,5% 59,5%<br />

F0013 tutela del territorio 84,79 113,05 136,03 60,4% 20,3% 33,3%<br />

F0014 politiche per l'ecologia 80,43 99,44 103,88 29,2% 4,5% 23,6%<br />

F0015 salvaguardia di Venezia 36,23 78,96 91,02 151,2% 15,3% 118,0%<br />

F0016 ciclo integrato delle acque 9,23 29,00 26,78 190,0% -7,7% 214,1%<br />

F0017 protezione civile 31,56 44,42 32,59 3,3% -26,6% 40,7%<br />

F0018 mobilità regionale 528,43 461,58 603,89 14,3% 30,8% -12,7%<br />

F0019 tutela della salute 6.311,23 6.537,25 6.967,68 10,4% 6,6% 3,6%<br />

F0020 interventi sociali 619,18 633,33 718,87 16,1% 13,5% 2,3%<br />

F0021 cultura 21,74 27,56 27,32 25,7% -0,8% 26,8%<br />

F0022 istruzione e formazione 211,96 249,14 272,10 28,4% 9,2% 17,5%<br />

F0023 sport e tempo libero 5,72 7,46 9,88 72,7% 32,5% 30,3%<br />

F0024 fondi indistinti 252,54 141,70 128,74 -49,0% -9,1% -43,9%<br />

F0025 rimborsi e partite compensative dell'entrata 92,89 2,96 25,16 -72,9% 748,6% -96,8%<br />

F0026 oneri finanziari 123,10 83,06 703,20 471,2% 746,6% -32,5%<br />

F0028 edilizia speciale pubblica 8,17 12,38 11,82 44,8% -4,5% 51,6%<br />

F0029 commercio estero, promozione economica e<br />

fieristica<br />

3,03 4,83 59,3%<br />

totale complessivo 9.231,27 9.260,80 10.622,31 15,1% 14,7% 0,3%<br />

* esclusa la funzione obiettivo F027 "Partite di giro"<br />

FONTE: elaborazione della Corte dei conti su dati del Rendiconto generale della Regione <strong>Veneto</strong>


Tab. 19: Residui passivi conseguenti la gestione di competenza 2004-2006* (in mln di euro)<br />

Residui passivi conseguenti la<br />

gestione di competenza (Rpes)<br />

2004 2005 2006 06/04 06/05 05/04<br />

F0001 organi istituzionali 3,09 7,83 2,89 -6,6% -63,1% 153,2%<br />

F0002 relazioni istituzionali 9,83 10,63 16,50 67,7% 55,2% 8,1%<br />

F0003 solidarietà internazionale 6,07 4,06 5,30 -12,7% 30,6% -33,1%<br />

F0004 sicurezza e ordine pubblico 7,50 6,20 7,15 -4,7% 15,4% -17,4%<br />

F0005 risorse umane e strumentali 52,63 63,49 79,41 50,9% 25,1% 20,6%<br />

F0006 agricoltura e sviluppo rurale 102,74 62,60 29,20 -71,6% -53,3% -39,1%<br />

F0007 sviluppo del sistema produttivo e delle P.M.I. 133,48 138,98 112,51 -15,7% -19,0% 4,1%<br />

F0008 lavoro 47,28 34,05 72,87 54,1% 114,0% -28,0%<br />

F0009 energia 2,85 4,02 4,69 64,5% 16,7% 41,0%<br />

F0010 commercio 10,38 13,53 6,37 -38,7% -52,9% 30,3%<br />

F0011 turismo 65,75 36,74 35,11 -46,6% -4,4% -44,1%<br />

F0012 interventi per le abitazioni 249,36 38,49 61,67 -75,3% 60,2% -84,6%<br />

F0013 tutela del territorio 138,93 119,77 107,65 -22,5% -10,1% -13,8%<br />

F0014 politiche per l'ecologia 37,41 53,00 29,58 -20,9% -44,2% 41,7%<br />

F0015 salvaguardia di Venezia 104,52 96,00 184,42 76,4% 92,1% -8,2%<br />

F0016 ciclo integrato delle acque 69,82 34,00 27,13 -61,1% -20,2% -51,3%<br />

F0017 protezione civile 23,23 27,05 36,01 55,0% 33,1% 16,4%<br />

F0018 mobilità regionale 334,65 246,59 270,45 -19,2% 9,7% -26,3%<br />

F0019 tutela della salute 560,29 772,25 777,23 38,7% 0,6% 37,8%<br />

F0020 interventi sociali 160,23 150,25 137,16 -14,4% -8,7% -6,2%<br />

F0021 cultura 24,78 29,13 28,80 16,2% -1,1% 17,5%<br />

F0022 istruzione e formazione 181,61 211,81 160,00 -11,9% -24,5% 16,6%<br />

F0023 sport e tempo libero 10,43 10,83 16,48 58,0% 52,1% 3,9%<br />

F0024 fondi indistinti 59,72 21,77 11,56 -80,6% -46,9% -63,6%<br />

F0025 rimborsi e partite compensative dell'entrata 221,59 2,08 4,21 -98,1% 102,5% -99,1%<br />

F0026 oneri finanziari 1,68 3,12 2,38 41,9% -23,6% 85,8%<br />

F0028 edilizia speciale pubblica 14,96 22,32 31,79 112,5% 42,4% 49,2%<br />

F0029 commercio estero, promozione economica e<br />

fieristica<br />

4,23 3,78 -10,6%<br />

totale complessivo 2.634,81 2.224,78 2.262,28 -14,1% 1,7% -15,6%<br />

* esclusa la funzione obiettivo F027 "Partite di giro"<br />

FONTE: elaborazione della Corte dei conti su dati del Rendiconto generale della Regione <strong>Veneto</strong><br />


Tab. 20: Residui passivi eliminati 2004-2006* (in mln di euro)<br />

Residui passivi eliminati (Rpe) ∆<br />

2004 2005 2006 06/04 06/05 05/04<br />

F0001 organi istituzionali 0,01 0,45 0,10 1225,5% -77,9% 5886,9%<br />

F0002 relazioni istituzionali 0,68 0,68 0,76 10,8% 10,3% 0,4%<br />

F0003 solidarietà internazionale 0,53 0,65 0,29 -44,2% -54,9% 23,8%<br />

F0004 sicurezza e ordine pubblico 0,28 0,66 0,79 185,5% 19,4% 139,1%<br />

F0005 risorse umane e strumentali 3,32 2,27 5,20 56,4% 129,0% -31,7%<br />

F0006 agricoltura e sviluppo rurale 0,45 2,83 1,00 121,0% -64,8% 527,5%<br />

F0007 sviluppo del sistema produttivo e delle P.M.I. 5,28 12,63 15,16 187,2% 20,0% 139,3%<br />

F0008 lavoro 9,72 14,41 9,85 1,3% -31,7% 48,2%<br />

F0009 energia 0,17 1,87 0,73 320,2% -60,8% 973,2%<br />

F0010 commercio 0,03 1,56 0,11 291,1% -92,7% 5286,0%<br />

F0011 turismo 0,92 5,41 8,59 833,7% 58,7% 488,3%<br />

F0012 interventi per le abitazioni 0,00 0,01 0,06 2592,5% 1109,7% 122,6%<br />

F0013 tutela del territorio 1,20 1,48 1,09 -9,2% -26,7% 23,9%<br />

F0014 politiche per l'ecologia 1,01 4,45 1,00 -1,4% -77,6% 339,7%<br />

F0015 salvaguardia di Venezia 0,18 41,09 0,25 39,9% -99,4% 22482,0%<br />

F0016 ciclo integrato delle acque 0,00 2,04 0,55 #DIV/0! -73,2% #DIV/0!<br />

F0017 protezione civile 0,24 5,75 0,24 1,7% -95,8% 2328,6%<br />

F0018 mobilità regionale 0,98 1,89 11,56 1080,4% 511,4% 93,1%<br />

F0019 tutela della salute 5,09 2,59 1,39 -72,7% -46,3% -49,2%<br />

F0020 interventi sociali 2,05 6,74 1,24 -39,4% -81,5% 227,9%<br />

F0021 cultura 0,37 0,87 1,04 180,7% 19,3% 135,4%<br />

F0022 istruzione e formazione 23,78 34,55 29,39 23,6% -14,9% 45,3%<br />

F0023 sport e tempo libero 0,44 0,41 0,75 70,4% 83,1% -6,9%<br />

F0024 fondi indistinti 0,28 4,72 1,32 377,4% -72,1% 1609,1%<br />

F0025 rimborsi e partite compensative dell'entrata 1,21 0,00 0,84 -30,3% 76289,8% -99,9%<br />

F0026 oneri finanziari 0,00 0,00 0,55 #DIV/0! 734594,6% #DIV/0!<br />

F0028 edilizia speciale pubblica 0,25 0,20 0,40 62,3% 94,6% -16,6%<br />

F0029 commercio estero, promozione economica e<br />

fieristica<br />

0,43 0,31 -26,7%<br />

totale complessivo 58,46 150,61 94,55 61,7% -37,2% 157,7%<br />

* esclusa la funzione obiettivo F027 "Partite di giro"<br />

FONTE: elaborazione della Corte dei conti su dati del Rendiconto generale della Regione <strong>Veneto</strong>


Tab. 21: Residui passivi eliminati per economie/insussistenze 2004-2006* (in mln di euro)<br />

Residui passivi eliminati (Rpe)<br />

per INSUSSISTENZA (ECONOMIE)<br />

2004 2005 2006 06/04 06/05 05/04<br />

F0001 organi istituzionali 0,00 0,00 0,00 -100,0%<br />

F0002 relazioni istituzionali 0,27 0,45 0,58 117,1% 30,4% 66,5%<br />

F0003 solidarietà internazionale 0,12 0,05 0,08 -34,0% 51,6% -56,5%<br />

F0004 sicurezza e ordine pubblico 0,28 0,34 0,79 185,5% 131,5% 23,3%<br />

F0005 risorse umane e strumentali 2,27 0,99 0,54 -76,5% -45,8% -56,5%<br />

F0006 agricoltura e sviluppo rurale 0,21 1,67 0,67 220,7% -59,8% 698,3%<br />

F0007 sviluppo del sistema produttivo e delle P.M.I. 2,38 9,95 12,06 406,2% 21,2% 317,8%<br />

F0008 lavoro 0,19 2,18 0,08 -56,3% -96,1% 1021,0%<br />

F0009 energia 0,17 1,87 0,73 320,2% -60,8% 973,2%<br />

F0010 commercio 0,02 1,55 0,00 -100,0% -100,0% 8919,9%<br />

F0011 turismo 0,57 3,96 4,61 703,1% 16,3% 590,6%<br />

F0012 interventi per le abitazioni 0,00 0,01 0,06 2592,5% 1109,7% 122,6%<br />

F0013 tutela del territorio 0,74 0,83 0,78 4,8% -6,5% 12,0%<br />

F0014 politiche per l'ecologia 0,01 0,24 0,39 4514,4% 59,4% 2794,7%<br />

F0015 salvaguardia di Venezia 0,18 41,09 0,25 39,9% -99,4% 22482,0%<br />

F0016 ciclo integrato delle acque 0,00 2,04 0,05 -97,7%<br />

F0017 protezione civile 0,23 5,69 0,24 4,8% -95,8% 2416,0%<br />

F0018 mobilità regionale 0,29 1,32 11,16 3715,1% 746,8% 350,5%<br />

F0019 tutela della salute 0,17 0,02 0,08 -54,7% 361,9% -90,2%<br />

F0020 interventi sociali 0,31 4,31 0,04 -87,3% -99,1% 1311,4%<br />

F0021 cultura 0,33 0,85 0,82 146,0% -3,7% 155,6%<br />

F0022 istruzione e formazione 4,98 7,94 6,41 28,6% -19,3% 59,4%<br />

F0023 sport e tempo libero 0,19 0,36 0,74 288,1% 102,2% 91,9%<br />

F0024 fondi indistinti 0,28 4,72 1,32 377,4% -72,1% 1609,1%<br />

F0025 rimborsi e partite compensative dell'entrata 0,00 0,00 0,00 -100,0%<br />

F0026 oneri finanziari 0,00 0,00 0,00 5151,6%<br />

F0028 edilizia speciale pubblica 0,25 0,20 0,40 62,3% 94,6% -16,6%<br />

F0029 commercio estero, promozione economica e<br />

fieristica<br />

0,11<br />

0,00 -100,0%<br />

totale complessivo 14,45 92,75 42,87 196,7% -53,8% 541,8%<br />

* esclusa la funzione obiettivo F027 "Partite di giro"<br />

FONTE: elaborazione della Corte dei conti su dati del Rendiconto generale della Regione <strong>Veneto</strong><br />


Tab. 22: Residui passivi eliminati per radiazioni 2004-2006* (in mln di euro)<br />

Residui passivi eliminati (Rpe)<br />

per RADIAZIONE<br />

2004 2005 2006 06/04 06/05 05/04<br />

F0001 organi istituzionali 0,01 0,45 0,10 1225,5% -77,9% 5886,9%<br />

F0002 relazioni istituzionali 0,41 0,24 0,17 -58,6% -27,7% -42,8%<br />

F0003 solidarietà internazionale 0,41 0,60 0,22 -47,1% -64,0% 46,8%<br />

F0004 sicurezza e ordine pubblico 0,00 0,32 0,00<br />

F0005 risorse umane e strumentali 1,05 1,28 4,66 344,6% 264,2% 22,1%<br />

F0006 agricoltura e sviluppo rurale 0,24 1,16 0,32 34,6% -71,9% 379,3%<br />

F0007 sviluppo del sistema produttivo e delle P.M.I. 2,90 2,68 3,09 6,9% 15,6% -7,5%<br />

F0008 lavoro 9,53 12,23 9,76 2,4% -20,2% 28,3%<br />

F0009 energia 0,00 0,00 0,00<br />

F0010 commercio 0,01 0,01 0,11 861,7% 1039,7% -15,6%<br />

F0011 turismo 0,35 1,45 3,98 1050,1% 174,5% 318,9%<br />

F0012 interventi per le abitazioni 0,00 0,00 0,00 -100,0%<br />

F0013 tutela del territorio 0,45 0,65 0,30 -32,3% -52,8% 43,5%<br />

F0014 politiche per l'ecologia 1,00 4,20 0,61 -39,0% -85,4% 319,2%<br />

F0015 salvaguardia di Venezia 0,00 0,00 0,00<br />

F0016 ciclo integrato delle acque 0,00 0,00 0,50<br />

F0017 protezione civile 0,01 0,06 0,00 -65,0% -93,7% 459,2%<br />

F0018 mobilità regionale 0,69 0,57 0,40 -41,3% -29,7% -16,6%<br />

F0019 tutela della salute 4,92 2,57 1,31 -73,3% -49,0% -47,8%<br />

F0020 interventi sociali 1,75 2,42 1,21 -31,0% -50,2% 38,4%<br />

F0021 cultura 0,04 0,02 0,22 491,2% 981,3% -45,3%<br />

F0022 istruzione e formazione 18,79 26,61 22,98 22,3% -13,6% 41,6%<br />

F0023 sport e tempo libero 0,25 0,04 0,01 -96,0% -77,3% -82,5%<br />

F0024 fondi indistinti 0,00 0,00 0,00<br />

F0025 rimborsi e partite compensative dell'entrata 1,21 0,00 0,84 -30,3% 88453,2% -99,9%<br />

F0026 oneri finanziari 0,00 0,00 0,55<br />

F0028 edilizia speciale pubblica 0,00 0,00 0,00<br />

F0029 commercio estero, promozione economica e<br />

fieristica<br />

0,31 0,31 0,1%<br />

totale complessivo 44,01 57,87 51,68 17,4% -10,7% 31,5%<br />

* esclusa la funzione obiettivo F027 "Partite di giro"<br />

FONTE: elaborazione della Corte dei conti su dati del Rendiconto generale della Regione <strong>Veneto</strong><br />


Tab. 23 : radiazione di residui passivi di parte corrente Es. 2006<br />

IMPEGNI<br />

CORRENTI (a)<br />

RPES PARTE<br />

CORRENTE (b)<br />

RESIDUI<br />

PASSIVI<br />

RADIATI (c)<br />

FO05 risorse umane e strumentali 173,1 30,9 4,7 15,2% 2,7% 17,9%<br />

FO07 sviluppo del sistema produttivo e delle P.M.I. 16,9 14,2 3,1 21,8% 18,3% 84,0%<br />

FO08 lavoro 51,3 47,3 9,8 20,7% 19,1% 92,2%<br />

FO11 turismo 33,0 19,0 4,0 21,1% 12,1% 57,5%<br />

FO22 istruzione e formazione 269,8 159,9 23,0 14,4% 8,5% 59,3%<br />

A TOTALE 5 FUNZIONI OBIETTIVO 544,1 271,3 44,6 16,4% 8,2% 49,9%<br />

B TOTALE GENERALE 8.178,4 1.143,7 51,7 4,5% 0,6% 14,0%<br />

C TOTALE (AL NETTO DELLA SANITA') 2.107,0 706,7 50,4 7,1% 2,4% 33,5%<br />

A/B INCIDENZA SUL TOTALE 6,7% 23,7% 86,3%<br />

A/C<br />

FUNZIONI OBIETTIVO<br />

INCIDENZA SUL TOTALE (AL NETTO<br />

DELLA SANITA')<br />

2004 2004<br />

2006<br />

25,8% 38,4% 88,5%<br />

FONTE: elaborazione della Corte dei conti su dati del Rendiconto generale della Regione <strong>Veneto</strong><br />

c/b<br />

c/a<br />

b/a


Tab. 24: Residui passivi finali 2004-2006* (in mln di euro)<br />

Residui passivi finali (Rpf)<br />

2004 2005 2006 06/04 06/05 05/04<br />

F0001 organi istituzionali 3,71 8,07 3,77 1,6% -53,3% 117,6%<br />

F0002 relazioni istituzionali 12,83 14,25 20,15 57,0% 41,4% 11,0%<br />

F0003 solidarietà internazionale 8,31 7,01 7,70 -7,3% 9,8% -15,6%<br />

F0004 sicurezza e ordine pubblico 14,81 15,02 17,03 15,0% 13,4% 1,5%<br />

F0005 risorse umane e strumentali 74,59 92,88 105,22 41,1% 13,3% 24,5%<br />

F0006 agricoltura e sviluppo rurale 157,79 147,57 88,95 -43,6% -39,7% -6,5%<br />

F0007 sviluppo del sistema produttivo e delle P.M.I. 226,94 278,03 295,14 30,1% 6,2% 22,5%<br />

F0008 lavoro 73,84 62,13 96,21 30,3% 54,9% -15,9%<br />

F0009 energia 18,47 16,20 18,71 1,3% 15,5% -12,3%<br />

F0010 commercio 38,17 42,26 38,63 1,2% -8,6% 10,7%<br />

F0011 turismo 113,02 109,32 96,92 -14,2% -11,3% -3,3%<br />

F0012 interventi per le abitazioni 298,97 298,20 321,44 7,5% 7,8% -0,3%<br />

F0013 tutela del territorio 210,79 241,74 237,00 12,4% -2,0% 14,7%<br />

F0014 politiche per l'ecologia 78,61 101,53 85,72 9,1% -15,6% 29,2%<br />

F0015 salvaguardia di Venezia 206,03 204,64 318,45 54,6% 55,6% -0,7%<br />

F0016 2000 110,32 116,81 118,16 7,1% 1,2% 5,9%<br />

F0017 protezione civile 41,91 43,73 59,95 43,0% 37,1% 4,3%<br />

F0018 mobilità regionale 738,95 840,28 841,73 13,9% 0,2% 13,7%<br />

F0019 tutela della salute 740,56 934,60 889,38 20,1% -4,8% 26,2%<br />

F0020 interventi sociali 231,19 231,15 225,26 -2,6% -2,5% 0,0%<br />

F0021 cultura 38,01 46,41 58,10 52,8% 25,2% 22,1%<br />

F0022 istruzione e formazione 258,38 294,95 252,95 -2,1% -14,2% 14,2%<br />

F0023 sport e tempo libero 16,63 21,01 29,95 80,1% 42,6% 26,3%<br />

F0024 fondi indistinti 105,90 104,69 101,63 -4,0% -2,9% -1,1%<br />

F0025 rimborsi e partite compensative dell'entrata 221,60 223,28 203,44 -8,2% -8,9% 0,8%<br />

F0026 oneri finanziari 1,71 4,25 5,06 195,1% 18,8% 148,3%<br />

F0028 edilizia speciale pubblica 28,80 40,24 63,70 121,2% 58,3% 39,8%<br />

F0029 commercio estero, promozione economica e<br />

fieristica<br />

6,28 6,52 3,8%<br />

totale complessivo 4.070,82 4.546,53 4.606,88 13,2% 1,3% 11,7%<br />

* esclusa la funzione obiettivo F027 "Partite di giro"<br />

FONTE: elaborazione della Corte dei conti su dati del Rendiconto generale della Regione <strong>Veneto</strong><br />


Tab. 25: Indicatori della spesa 2004*(Funzioni Obiettivo)<br />

FUNZIONI OBIETTIVO<br />

Capacità<br />

previsionale<br />

d'impegno sul<br />

consuntivo- I/Sfco<br />

Indice di variazione<br />

delle spese in<br />

c/competenza -<br />

(Sfco-Sico)/Sico<br />

Velocità di cassa<br />

per le spese in<br />

c/competenza -<br />

Pco/I<br />

Velocità di cassa<br />

generale delle<br />

spese - Pc/(I+Rpi)<br />

Capacità<br />

previsionale di<br />

pagamento sul<br />

consuntivo -<br />

Pc/Sfca<br />

F0001 organi istituzionali 98,9% -7,7% 93,9% 93,3% 92,7%<br />

F0002 relazioni istituzionali 95,7% -0,7% 62,3% 67,3% 73,0%<br />

F0003 solidarietà internazionale 97,5% 29,3% 14,1% 35,1% 42,5%<br />

F0004 sicurezza e ordine pubblico 83,9% 7,1% 1,8% 23,5% 23,8%<br />

F0005 risorse umane e strumentali 90,2% -2,1% 76,4% 73,7% 68,8%<br />

F0006 agricoltura e sviluppo rurale 79,6% 15,0% 44,5% 50,2% 44,8%<br />

F0007 sviluppo del sistema produttivo e delle P.M.I. 80,2% 17,2% 41,0% 46,4% 41,6%<br />

F0008 lavoro 83,8% -2,9% 7,8% 24,3% 23,3%<br />

F0009 energia 55,6% -48,0% 19,3% 4,6% 4,0%<br />

F0010 commercio 82,4% 50,5% 44,6% 41,2% 39,1%<br />

F0011 turismo 81,7% 98,8% 20,0% 30,6% 28,2%<br />

F0012 interventi per le abitazioni 96,9% 3,5% 10,9% 11,9% 11,8%<br />

F0013 tutela del territorio 52,7% 23,5% 20,2% 28,6% 18,8%<br />

F0014 politiche per l'ecologia 53,1% 9,7% 62,0% 50,3% 33,2%<br />

F0015 salvaguardia di Venezia 12,7% 58,3% 7,4% 14,9% 6,3%<br />

F0016 ciclo integrato delle acque 65,1% 7,6% 6,4% 7,7% 5,8%<br />

F0017 protezione civile 21,4% 40,5% 34,8% 42,8% 15,5%<br />

F0018 mobilità regionale 63,9% 1,5% 53,8% 41,7% 31,5%<br />

F0019 tutela della salute 96,2% 3,9% 91,1% 89,4% 86,5%<br />

F0020 interventi sociali 97,5% 3,4% 74,9% 72,6% 75,5%<br />

F0021 cultura 97,8% -1,3% 27,6% 36,2% 36,9%<br />

F0022 istruzione e formazione 81,0% 33,7% 37,7% 42,9% 40,9%<br />

F0023 sport e tempo libero 98,7% -0,6% 10,9% 25,1% 26,7%<br />

F0024 fondi indistinti 72,3% -4,9% 80,1% 70,4% 16,5%<br />

F0025 rimborsi e partite compensative dell'entrata 99,7% 7852,5% 29,3% 29,4% 29,5%<br />

F0026 oneri finanziari 22,5% -0,2% 98,7% 98,6% 22,3%<br />

F0028 edilizia speciale pubblica 72,9% 48,8% 13,8% 21,9% 18,7%<br />

F0029 commercio estero, promozione economica e<br />

fieristica<br />

totale complessivo 79,6% 10,6% 74,6% 69,1% 56,0%


FUNZIONI OBIETTIVO<br />

Indice di variazione<br />

della previsione dei<br />

pagamenti - (Sfca-<br />

Sica)/Sica<br />

Indice di<br />

accumulazione dei<br />

residui passivi -<br />

(Rpf-Rpi)/Rpi<br />

Indice di<br />

accumulazione dei<br />

residui passivi per<br />

effetto dell'esercizio<br />

di competenza -<br />

Rpes/I<br />

F0001 organi istituzionali -4,4% -20,0% 6,1% 86,5% 0,2% 86,7%<br />

F0002 relazioni istituzionali 15,4% -16,1% 37,7% 75,9% 4,5% 80,4%<br />

F0003 solidarietà internazionale 54,6% 26,8% 85,9% 57,8% 8,0% 65,8%<br />

F0004 sicurezza e ordine pubblico 59,8% 22,7% 98,2% 37,2% 2,3% 39,5%<br />

F0005 risorse umane e strumentali -16,3% 0,7% 23,6% 65,9% 4,5% 70,4%<br />

F0006 agricoltura e sviluppo rurale 33,8% 19,0% 55,5% 58,1% 0,3% 58,5%<br />

F0007 sviluppo del sistema produttivo e delle P.M.I. 28,4% 9,5% 59,0% 52,4% 2,5% 54,9%<br />

F0008 lavoro 6,6% 24,9% 92,2% 38,6% 16,5% 55,1%<br />

F0009 energia 46,4% 15,4% 80,7% 1,3% 1,1% 2,4%<br />

F0010 commercio 146,8% -17,3% 55,4% 39,7% 0,1% 39,8%<br />

F0011 turismo 91,6% 38,0% 80,0% 41,2% 1,1% 42,3%<br />

F0012 interventi per le abitazioni 14,3% 402,5% 89,1% 16,6% 0,0% 16,6%<br />

F0013 tutela del territorio 37,2% 71,7% 79,8% 40,5% 1,0% 41,5%<br />

F0014 politiche per l'ecologia 21,7% 27,7% 38,0% 31,5% 1,6% 33,1%<br />

F0015 salvaguardia di Venezia 44,4% 59,0% 92,6% 21,5% 0,1% 21,7%<br />

F0016 ciclo integrato delle acque 32,3% 145,2% 93,6% 10,0% 0,0% 10,0%<br />

F0017 protezione civile 39,5% 10,0% 65,2% 50,3% 0,6% 51,0%<br />

F0018 mobilità regionale 15,9% 35,9% 46,2% 25,4% 0,2% 25,6%<br />

F0019 tutela della salute 4,8% -6,6% 8,9% 76,6% 0,6% 77,3%<br />

F0020 interventi sociali 14,7% 7,5% 25,1% 66,0% 1,0% 67,0%<br />

F0021 cultura 19,4% 46,8% 72,4% 47,5% 1,4% 48,9%<br />

F0022 istruzione e formazione 33,4% 27,6% 62,3% 50,4% 11,7% 62,1%<br />

F0023 sport e tempo libero 10,5% 50,1% 89,1% 40,1% 3,9% 44,0%<br />

F0024 fondi indistinti -7,9% 80,4% 19,9% 20,9% 0,5% 21,3%<br />

F0025 rimborsi e partite compensative dell'entrata 7384,3% 10220,8% 70,7% 43,6% 56,3% 99,9%<br />

F0026 oneri finanziari -2,2% 463,3% 1,3% 88,7% 0,0% 88,7%<br />

F0028 edilizia speciale pubblica 55,9% 45,1% 86,2% 29,1% 1,2% 30,3%<br />

F0029 commercio estero, promozione economica e<br />

fieristica<br />

totale complessivo 12,0% 36,4% 25,4% 49,9% 2,0%<br />

51,9%<br />

* esclusa la funzione obiettivo F027 "Partite di giro"<br />

FONTE: elaborazione della Corte dei conti su dati del Bilancio di previsione e del Rendiconto generale della Regione <strong>Veneto</strong><br />

Indice di<br />

smaltimento dei<br />

residui passivi per<br />

effetto di pagamenti<br />

- Pr/Rpi<br />

Indice di<br />

smaltimento dei<br />

residui passivi per<br />

effetto di economie<br />

e radiazioni -<br />

Rpe/Rpi<br />

Indice di<br />

smaltimento dei<br />

residui passivi<br />

complessivo -<br />

(Pr+Rpe)/Rpi


Tab. 26: Indicatori della spesa 2005*(Funzioni Obiettivo)<br />

FUNZIONI OBIETTIVO<br />

Capacità<br />

previsionale<br />

d'impegno sul<br />

consuntivo- I/Sfco<br />

Indice di variazione<br />

delle spese in<br />

c/competenza -<br />

(Sfco-Sico)/Sico<br />

Velocità di cassa<br />

per le spese in<br />

c/competenza -<br />

Pco/I<br />

Velocità di cassa<br />

generale delle<br />

spese - Pc/(I+Rpi)<br />

Capacità<br />

previsionale di<br />

pagamento sul<br />

consuntivo -<br />

Pc/Sfca<br />

F0001 organi istituzionali 99,7% 7,6% 88,2% 87,9% 91,0%<br />

F0002 relazioni istituzionali 97,0% 2,6% 59,1% 61,5% 62,8%<br />

F0003 solidarietà internazionale 94,1% 6,2% 19,4% 42,6% 54,6%<br />

F0004 sicurezza e ordine pubblico 85,1% 4,8% 0,1% 25,3% 26,7%<br />

F0005 risorse umane e strumentali 90,6% 8,7% 71,3% 67,8% 68,5%<br />

F0006 agricoltura e sviluppo rurale 74,9% 31,6% 60,3% 52,3% 60,3%<br />

F0007 sviluppo del sistema produttivo e delle P.M.I. 68,3% 18,3% 17,7% 25,7% 30,4%<br />

F0008 lavoro 51,4% -18,8% 23,4% 35,3% 37,1%<br />

F0009 energia 74,0% 2,9% 11,7% 21,5% 20,1%<br />

F0010 commercio 93,6% 17,6% 6,3% 16,7% 19,6%<br />

F0011 turismo 70,0% 36,5% 33,8% 31,9% 32,2%<br />

F0012 interventi per le abitazioni 81,9% 19,9% 39,5% 17,8% 27,2%<br />

F0013 tutela del territorio 62,4% 10,0% 17,7% 31,7% 43,1%<br />

F0014 politiche per l'ecologia 67,6% 10,0% 58,2% 48,4% 39,5%<br />

F0015 salvaguardia di Venezia 51,0% -70,2% 19,1% 24,3% 35,4%<br />

F0016 ciclo integrato delle acque 61,4% 7,7% 9,4% 19,6% 16,9%<br />

F0017 protezione civile 33,9% 16,4% 48,0% 47,3% 23,7%<br />

F0018 mobilità regionale 81,5% 8,7% 56,3% 35,4% 52,2%<br />

F0019 tutela della salute 95,8% 10,2% 88,5% 87,5% 84,1%<br />

F0020 interventi sociali 97,8% 2,4% 76,5% 72,7% 73,5%<br />

F0021 cultura 97,9% 47,1% 23,0% 36,8% 46,6%<br />

F0022 istruzione e formazione 78,3% 20,3% 33,9% 43,1% 52,5%<br />

F0023 sport e tempo libero 97,5% -0,6% 11,5% 25,8% 30,5%<br />

F0024 fondi indistinti 44,5% -20,4% 85,0% 56,4% 9,8%<br />

F0025 rimborsi e partite compensative dell'entrata 62,5% 33,9% 55,3% 1,3% 1,3%<br />

F0026 oneri finanziari 7,1% 30,2% 96,4% 95,1% 6,9%<br />

F0028 edilizia speciale pubblica 81,5% -5,1% 3,1% 23,4% 22,8%<br />

F0029 commercio estero, promozione economica e<br />

fieristica<br />

80,0% 12,0% 14,5% 31,1% 43,9%<br />

totale complessivo 80,1% 5,5% 77,5% 66,3% 58,9%


FUNZIONI OBIETTIVO<br />

Indice di variazione<br />

della previsione dei<br />

pagamenti - (Sfca-<br />

Sica)/Sica<br />

Indice di<br />

accumulazione dei<br />

residui passivi -<br />

(Rpf-Rpi)/Rpi<br />

Indice di<br />

accumulazione dei<br />

residui passivi per<br />

effetto dell'esercizio<br />

di competenza -<br />

Rpes/I<br />

F0001 organi istituzionali 10,5% 117,6% 11,8% 81,3% 12,1% 93,4%<br />

F0002 relazioni istituzionali 17,3% 11,0% 40,9% 66,4% 5,3% 71,8%<br />

F0003 solidarietà internazionale 152,6% -15,6% 80,6% 56,6% 7,8% 64,5%<br />

F0004 sicurezza e ordine pubblico 13,2% 1,5% 99,9% 35,9% 4,5% 40,4%<br />

F0005 risorse umane e strumentali 17,6% 24,5% 28,7% 57,6% 3,0% 60,6%<br />

F0006 agricoltura e sviluppo rurale 85,0% -6,5% 39,7% 44,4% 1,8% 46,1%<br />

F0007 sviluppo del sistema produttivo e delle P.M.I. 22,4% 25,2% 82,3% 31,7% 5,7% 37,4%<br />

F0008 lavoro 47,2% -15,9% 76,6% 42,5% 19,5% 62,0%<br />

F0009 energia 126,8% -12,3% 88,3% 23,9% 10,1% 34,0%<br />

F0010 commercio 236,7% 10,7% 93,7% 20,7% 4,1% 24,7%<br />

F0011 turismo 42,3% -3,3% 66,2% 31,0% 4,8% 35,8%<br />

F0012 interventi per le abitazioni 268,9% -0,3% 60,5% 13,1% 0,0% 13,1%<br />

F0013 tutela del territorio 79,9% 14,7% 82,3% 41,4% 0,7% 42,1%<br />

F0014 politiche per l'ecologia 19,9% 29,2% 41,8% 32,6% 5,7% 38,3%<br />

F0015 salvaguardia di Venezia 165,1% -0,7% 80,9% 27,3% 19,9% 47,3%<br />

F0016 ciclo integrato delle acque 175,8% 5,9% 90,6% 23,1% 1,8% 24,9%<br />

F0017 protezione civile 50,2% 4,3% 52,0% 46,5% 13,7% 60,2%<br />

F0018 mobilità regionale 56,2% 13,7% 43,7% 19,4% 0,3% 19,7%<br />

F0019 tutela della salute 8,0% 26,2% 11,5% 77,7% 0,3% 78,1%<br />

F0020 interventi sociali 14,0% 0,0% 23,5% 62,1% 2,9% 65,0%<br />

F0021 cultura 62,1% 25,4% 77,0% 50,9% 2,4% 53,3%<br />

F0022 istruzione e formazione 85,1% 14,2% 66,1% 54,4% 13,4% 67,8%<br />

F0023 sport e tempo libero 0,5% 26,3% 88,5% 36,4% 2,4% 38,8%<br />

F0024 fondi indistinti -11,0% -1,1% 15,0% 17,2% 4,5% 21,7%<br />

F0025 rimborsi e partite compensative dell'entrata 3154,3% 0,8% 44,7% 0,2% 0,0% 0,2%<br />

F0026 oneri finanziari 30,4% 148,3% 3,6% 33,7% 0,0% 33,7%<br />

F0028 edilizia speciale pubblica 3,2% 35,1% 96,9% 39,1% 0,7% 39,8%<br />

F0029 commercio estero, promozione economica e<br />

fieristica<br />

14,8% 30,9% 85,5% 48,2% 8,9% 57,1%<br />

totale complessivo 19,7% 11,7% 22,5% 39,3% 3,7% 43,0%<br />

* esclusa la funzione obiettivo F027 "Partite di giro"<br />

FONTE: elaborazione della Corte dei conti su dati del Bilancio di previsione e del Rendiconto generale della Regione <strong>Veneto</strong><br />

Indice di<br />

smaltimento dei<br />

residui passivi per<br />

effetto di pagamenti<br />

- Pr/Rpi<br />

Indice di<br />

smaltimento dei<br />

residui passivi per<br />

effetto di economie<br />

e radiazioni -<br />

Rpe/Rpi<br />

Indice di<br />

smaltimento dei<br />

residui passivi<br />

complessivo -<br />

(Pr+Rpe)/Rpi


Tab. 27: Indicatori della spesa 2006*(Funzioni Obiettivo)<br />

FUNZIONI OBIETTIVO<br />

Capacità<br />

previsionale<br />

d'impegno sul<br />

consuntivo- I/Sfco<br />

Indice di variazione<br />

delle spese in<br />

c/competenza -<br />

(Sfco-Sico)/Sico<br />

Velocità di cassa<br />

per le spese in<br />

c/competenza -<br />

Pco/I<br />

Velocità di cassa<br />

generale delle<br />

spese - Pc/(I+Rpi)<br />

Capacità<br />

previsionale di<br />

pagamento sul<br />

consuntivo -<br />

Pc/Sfca<br />

F0001 organi istituzionali 99,8% 0,1% 95,0% 94,2% 97,8%<br />

F0002 relazioni istituzionali 97,9% 18,0% 47,4% 54,2% 58,4%<br />

F0003 solidarietà internazionale 96,2% 12,9% 7,8% 37,4% 45,1%<br />

F0004 sicurezza e ordine pubblico 93,8% 4,5% 0,0% 19,6% 20,0%<br />

F0005 risorse umane e strumentali 95,0% 7,9% 67,3% 67,1% 74,3%<br />

F0006 agricoltura e sviluppo rurale 78,6% 6,3% 76,1% 66,7% 65,9%<br />

F0007 sviluppo del sistema produttivo e delle P.M.I. 86,8% 27,0% 17,4% 25,1% 36,9%<br />

F0008 lavoro 86,8% -11,0% 13,6% 27,6% 45,5%<br />

F0009 energia 99,7% 157,9% 9,7% 9,1% 9,1%<br />

F0010 commercio 74,6% 21,6% 3,4% 20,7% 30,5%<br />

F0011 turismo 71,8% 29,6% 36,2% 35,8% 36,6%<br />

F0012 interventi per le abitazioni 97,0% 0,0% 5,8% 11,6% 21,1%<br />

F0013 tutela del territorio 70,6% 0,0% 18,7% 36,4% 57,6%<br />

F0014 politiche per l'ecologia 62,4% -4,6% 66,8% 54,5% 45,5%<br />

F0015 salvaguardia di Venezia 56,5% -4,2% 10,1% 22,2% 33,1%<br />

F0016 ciclo integrato delle acque 61,9% -6,9% 5,4% 18,4% 16,8%<br />

F0017 protezione civile 64,5% -33,0% 26,6% 35,1% 27,9%<br />

F0018 mobilità regionale 79,8% 17,7% 56,2% 41,4% 72,0%<br />

F0019 tutela della salute 96,5% 4,5% 88,8% 88,7% 85,9%<br />

F0020 interventi sociali 99,6% 3,4% 80,8% 76,0% 77,6%<br />

F0021 cultura 96,7% 37,0% 28,1% 31,6% 39,7%<br />

F0022 istruzione e formazione 74,3% 2,7% 38,3% 49,1% 61,9%<br />

F0023 sport e tempo libero 99,3% 1,7% 15,8% 24,3% 27,6%<br />

F0024 fondi indistinti 64,2% -11,2% 90,9% 55,6% 8,3%<br />

F0025 rimborsi e partite compensative dell'entrata 75,5% 10,2% 31,8% 11,0% 10,9%<br />

F0026 oneri finanziari 45,1% 99,7% 99,7% 99,2% 45,1%<br />

F0028 edilizia speciale pubblica 98,3% 7,0% 10,9% 15,6% 16,7%<br />

F0029 commercio estero, promozione economica e<br />

fieristica<br />

83,1% 0,6% 29,8% 41,4% 66,6%<br />

totale complessivo 85,4% 10,9% 79,0% 69,3% 64,9%


FUNZIONI OBIETTIVO<br />

Indice di variazione<br />

della previsione dei<br />

pagamenti - (Sfca-<br />

Sica)/Sica<br />

Indice di<br />

accumulazione dei<br />

residui passivi -<br />

(Rpf-Rpi)/Rpi<br />

Indice di<br />

accumulazione dei<br />

residui passivi per<br />

effetto dell'esercizio<br />

di competenza -<br />

Rpes/I<br />

F0001 organi istituzionali 6,9% -53,3% 5,0% 87,9% 1,2% 89,1%<br />

F0002 relazioni istituzionali 11,4% 41,4% 52,6% 69,0% 5,3% 74,3%<br />

F0003 solidarietà internazionale 51,4% 9,8% 92,2% 61,6% 4,2% 65,8%<br />

F0004 sicurezza e ordine pubblico 2,6% 13,4% 100,0% 28,9% 5,3% 34,2%<br />

F0005 risorse umane e strumentali 22,4% 13,3% 32,7% 66,6% 5,6% 72,2%<br />

F0006 agricoltura e sviluppo rurale 97,0% -39,7% 23,9% 58,8% 0,7% 59,5%<br />

F0007 sviluppo del sistema produttivo e delle P.M.I. 148,9% 6,2% 82,6% 28,9% 5,5% 34,3%<br />

F0008 lavoro -18,7% 54,9% 86,4% 46,6% 15,8% 62,4%<br />

F0009 energia 122,2% 15,5% 90,3% 8,9% 4,5% 13,4%<br />

F0010 commercio 179,0% -8,6% 96,6% 23,4% 0,3% 23,7%<br />

F0011 turismo 69,0% -11,3% 63,8% 35,6% 7,9% 43,5%<br />

F0012 interventi per le abitazioni 142,9% 7,8% 94,2% 12,9% 0,0% 12,9%<br />

F0013 tutela del territorio 37,3% -2,0% 81,3% 46,0% 0,4% 46,5%<br />

F0014 politiche per l'ecologia 19,2% -15,6% 33,2% 43,7% 1,0% 44,7%<br />

F0015 salvaguardia di Venezia 11,7% 55,6% 89,9% 34,4% 0,1% 34,5%<br />

F0016 ciclo integrato delle acque -1,8% 1,2% 94,6% 21,6% 0,5% 22,1%<br />

F0017 protezione civile 77,4% 37,1% 73,4% 44,7% 0,6% 45,3%<br />

F0018 mobilità regionale 49,9% 0,2% 43,8% 30,6% 1,4% 32,0%<br />

F0019 tutela della salute 10,5% -4,8% 11,2% 87,9% 0,1% 88,0%<br />

F0020 interventi sociali 14,7% -2,5% 19,2% 61,3% 0,5% 61,9%<br />

F0021 cultura 69,0% 25,2% 71,9% 34,6% 2,2% 36,9%<br />

F0022 istruzione e formazione 57,9% -14,2% 61,7% 58,5% 10,0% 68,5%<br />

F0023 sport e tempo libero 0,9% 42,6% 84,2% 32,3% 3,6% 35,9%<br />

F0024 fondi indistinti -9,3% -2,9% 9,1% 12,7% 1,3% 14,0%<br />

F0025 rimborsi e partite compensative dell'entrata 2808,8% -8,9% 68,2% 10,4% 0,4% 10,8%<br />

F0026 oneri finanziari 100,0% 18,8% 0,3% 24,1% 13,0% 37,1%<br />

F0028 edilizia speciale pubblica 10,5% 58,3% 89,1% 19,7% 1,0% 20,7%<br />

F0029 commercio estero, promozione economica e<br />

fieristica<br />

93,8% 3,8% 70,2% 51,3% 5,0% 56,3%<br />

totale complessivo 22,1% 1,3% 21,0% 46,4% 2,1% 48,4%<br />

* esclusa la funzione obiettivo F027 "Partite di giro"<br />

FONTE: elaborazione della Corte dei conti su dati del Bilancio di previsione e del Rendiconto generale della Regione <strong>Veneto</strong><br />

Indice di<br />

smaltimento dei<br />

residui passivi per<br />

effetto di pagamenti<br />

- Pr/Rpi<br />

Indice di<br />

smaltimento dei<br />

residui passivi per<br />

effetto di economie<br />

e radiazioni -<br />

Rpe/Rpi<br />

Indice di<br />

smaltimento dei<br />

residui passivi<br />

complessivo -<br />

(Pr+Rpe)/Rpi


Tab. 28: quadro dimostrativo della formazione e dello smaltimento dei residui passivi perenti (1986-2006)<br />

ANNO<br />

Consistenza<br />

iniziale<br />

Perenti<br />

formatisi<br />

nell'esercizio<br />

Perenti<br />

eliminati<br />

Perenti<br />

pagati<br />

Consistenza<br />

finale<br />

Stanziamenti<br />

per il<br />

pagamento dei<br />

perenti<br />

Indice di<br />

Copertura<br />

(F/A)<br />

Indice di<br />

utilizzo<br />

(D/F)<br />

Indice di<br />

pagamento<br />

(D/A)<br />

(A) (B) (C) (D) (E) (F) (G) (H) (I)<br />

1986 115 62 0 21 155 27 24% 77% 18%<br />

1987 155 124 0 34 246 35 23% 96% 22%<br />

1988 246 212 3 42 413 42 17% 100% 17%<br />

1989 413 199 3 99 510 148 36% 67% 24%<br />

1990 510 231 6 105 631 188 37% 56% 21%<br />

1991 631 146 3 138 636 283 45% 49% 22%<br />

1992 636 333 86 135 748 278 44% 48% 21%<br />

1993 748 305 9 199 845 294 39% 68% 27%<br />

1994 845 227 48 116 907 336 40% 35% 14%<br />

1995 907 196 79 169 856 391 43% 43% 19%<br />

1996 856 204 54 169 837 271 32% 62% 20%<br />

1997 837 318 97 153 905 232 28% 66% 18%<br />

1998 905 340 61 160 1.025 232 26% 69% 18%<br />

1999 1.025 325 215 215 920 258 25% 83% 21%<br />

2000 920 278 77 225 897 258 28% 87% 24%<br />

2001 897 369 53 216 997 257 29% 84% 24%<br />

2002 997 310 293 212 802 295 30% 72% 21%<br />

2003 802 342 91 193 860 301 38% 64% 24%<br />

2004 860 70 235 555 303 35% 78% 27%<br />

2005 555 18 123 414 250 45% 49% 22%<br />

2006 414 14 115 285 150 36% 77% 28%<br />

Fonte: elaborazione Corte dei Conti su dati forniti dalla Regione <strong>Veneto</strong><br />

Nella colonna (A) è indicata la consistenza complessiva iniziale, per ciascun anno indicato dei residui perenti, come risulta dal Conto Patrimoniale<br />

Gli importi della colonna (F) comprendono gli stanziamenti del "Fondo per la riassegnazione di residui perenti delle spese correnti" e del "Fondo per la<br />

riassegnazione di residui perenti delle spese in conto capitale"<br />

La colonna (H) evidenzia l'ammontare dei pagamenti su residui perenti effettuati nel corso dell'esercizio.<br />

La percentuale di copertura (G) indica il rapporto esistente fra lo stanziamento iscritto nei due Fondi per la riassegnazione dei Residui perenti e l'ammontare<br />

complessivo dei residui perenti accumulatosi fino all'esercizio considerato.<br />

La percentuale di utilizzo (H) evidenzia l'indice di utilizzo dei Fondi, rapportando i pagamenti su residui perenti effettuati nel corso dell'esercizio alla somma<br />

degli stanziamenti nei Fondi per la riassegnazione dei residui perenti


Tab. 29: gestione dei budget operativi emessi nell'anno 2006<br />

soggetti regionali n° capitoli di spesa<br />

anzianità<br />

FUNZIONE OBIETTIVO Importo assegnato<br />

destinatari*<br />

interessati<br />

dell'impegno**<br />

F0001 organi istituzionali 2 2 2006 184.000,00 0,6% 173.582,74 94,3% 100%<br />

F0002 relazioni istituzionali 3 3 2006 22.000,00 0,1% 19.452,27 88,4% 100%<br />

F0003 solidarietà<br />

internazionale<br />

F0005 risorse umane e<br />

strumentali<br />

F0006 agricoltura e sviluppo<br />

rurale<br />

2 3 2006 202.000,00 0,7% 158.473,01 71,0% 100%<br />

14 19 2006 2.519.464,23 8,6% 2.254.382,10 89,5% 93% 7%<br />

2 2 2006 70.000,00 0,2% 47.501,46 67,9% 100%<br />

F0008 lavoro 1 1 2006 30.000,00 0,1% 14.410,11 48,0% 100%<br />

corrente investimento partite di giro<br />

F0013 tutela del territorio 11 21 2004,2005,2006 22.581.029,84 76,7% 14.957.193,45 46,6% 5% 95%<br />

F0017 protezione civile 4 6 2006 1.023.048,49 3,5% 854.839,53 67,3% 100%<br />

F0018 mobilità regionale 2 2 2006 71.766,41 0,2% 53.461,07 74,5% 100%<br />

F0021 cultura 1 2 2006 56.500,00 0,2% 49.765,54 88,1% 100%<br />

F0027 Partite di giro 5 1 2004,2005,2006 2.684.865,76 9,1% 2.067.032,99 63,3% 100%<br />

TOTALE<br />

47 62 29.444.674,73 100,0% 20.650.094,27 70,1% 14% 77% 9%<br />

* Direzioni, strutture, servizi regionali, etc.; **Budget non ancora completamente rendicontati al 3.10.2007<br />

Fonte: elaborazione Corte dei Conti su dati forniti dalla Regione <strong>Veneto</strong><br />

incidenza/<br />

totale %<br />

Importo<br />

rendicontato al<br />

31.12.2006<br />

% rendicontato/<br />

assegnato<br />

Natura della spesa assegnata %


Tab. 30: gestione dei Budget operativi emessi nel 2006 - ripartizione in capitoli (unità di euro)<br />

FUNZIONE OBIETTIVO capitolo descrizione<br />

FO001 - organi istituzionali<br />

FO002 - relazioni istituzionali<br />

FO003 - solidarietà<br />

internazionale<br />

FO005 - risorse umane e<br />

strumentali<br />

FO006 - agricoltura e sviluppo<br />

rurale<br />

FO008 - lavoro<br />

FO013 - tutela del territorio<br />

002110 indennità di trasferta e rimborso spese per la partecipazione alle attività di istituto<br />

dei membri della Giunta regionale<br />

002120 fondo a disposizione della presidenza della Giunta regionale per spese di<br />

rappresentanza, foresteria e altre minute spese d'ufficio indifferibili ed urgenti<br />

connesse all'attività istituzionale del Presidente della Giunta regionale<br />

003424 spese per l'istituzione, l'avviamento ed il potenziamento degli uffici regionali di<br />

informazione ai cittadini del servizio regionale per le relazioni con il pubblico<br />

natura*<br />

n°<br />

Budget<br />

gestiti<br />

spesa assegnata<br />

C 1 150.000,00<br />

C 1 34.000,00<br />

C 1 2.000,00<br />

003448 spese per il funzionamento del comitato regionale per le comunicazioni C 2 17.500,00<br />

100231 iniziative di informazione, istruzione e culturali a favore dei veneti nel mondo e per<br />

agevolare il loro rientro<br />

C 1 2.500,00<br />

003020 spese per mostre, convegni, riunioni, pubblicazioni di atti e spese di<br />

rappresentanza relative all'attività della comunità Alpe-Adria<br />

C 1 50.000,00<br />

100135 spese per le attività del comitato pari opportunità C 2 52.000,00<br />

100343 spese organizzative, logistiche, di trasporto e di rappresentanza per le attività<br />

internazionali degli organi regionali<br />

C 1 100.000,00<br />

003464 spese connesse al funzionamento della sede di rappresentanza di Bruxelles C 2 90.000,00<br />

003472 spese per l'attività istituzionale della sede di Roma C 2 65.000,00<br />

005016 indennità di missione e rimborso spese di viaggio al personale dipendente C 1 300.000,00<br />

005100 spese per l'affitto dei locali degli uffici e servizi della Giunta regionale C 1 100.000,00<br />

005110 spese per l'acquisto di mobili e apparecchiature I 1 65.000,00<br />

005128 spese per la pulizia, vigilanza e portierato C 2 50.000,00<br />

005132 spese postali e telegrafiche C 2 870.000,00<br />

005140 spese per l'acquisto di riviste ed altre pubblicazioni C 2 160.000,00<br />

005160 spese per l'acquisto di materiale di cancelleria per la stampa di atti documenti ed<br />

altro materiale d'ufficio<br />

C 1 150.000,00<br />

005172 spese per acquisto carburante e manutenzione automezzi e natanti C 2 68.000,00<br />

005180 spese per attività a difesa della Regione ed istituzionali di inerenza legale C 1 50.000,00<br />

005190 spese contrattuali ed oneri diversi a carico della regione C 2 60.000,00<br />

005200 imposte, tasse e contributi C 1 90.000,00<br />

007028 programma di potenziamento e sviluppo delle attività per la valutazione delle scelte<br />

regionali in materia economico-finanziaria<br />

C 1 12.000,00<br />

007040 spese per l'attività del Segretariato per la concertazione C 1 10.000,00<br />

100482 spese per la manutenzione ordinaria dei locali ed impianti, nonché dei beni mobili<br />

ed apparecchiature<br />

C 4 296.464,23<br />

100483 spese per il noleggio di automezzi e natanti C 1 48.000,00<br />

100484 spese per la gestione della sicurezza sui luoghi di lavoro e per la gestione della<br />

qualità<br />

C 1 20.000,00<br />

100833 attività di analisi a supporto delle politiche fiscali e di indebitamento C 1 15.000,00<br />

012020 spese per iniziativa di tutela e valorizzazione del patrimonio tartuficolo regionale C 1 50.000,00<br />

013046 interventi per le attività tecniche di difesa fitosanitaria C 1 20.000,00<br />

100243 spese per l'istituzione ed il funzionamento dell'Ufficio regionale della/del<br />

consigliera/e di parità<br />

C 1 30.000,00<br />

013032 interventi per la difesa idrogeologica I 19 4.700.506,63<br />

013036 pronto intervento per ripristino delle opere di sistemazione idraulico-forestale I 18 425.333,06<br />

013044 difesa fito-saniaria I 6 126.144,84<br />

013048 interventi per il miglioramento di boschi esistenti, per l'arboricoltura da legno, per<br />

rimboschimenti protettivi e ricostituzione di superfici boscate<br />

I 4 85.524,79<br />

013050 pianificazione forestale I 5 54.687,58<br />

spesa<br />

rendicontata<br />

139.582,74<br />

34.000,00<br />

1.487,00<br />

15.465,27<br />

2.500,00<br />

46.117,77<br />

52.000,00<br />

60.355,24<br />

80.650,78<br />

64.706,54<br />

282.883,50<br />

90.995,20<br />

57.336,14<br />

34.448,20<br />

859.713,81<br />

120.985,28<br />

133.373,04<br />

67.878,91<br />

36.382,81<br />

45.442,50<br />

69.070,06<br />

11.573,02<br />

2.459,19<br />

239.849,46<br />

42.206,18<br />

12.877,18<br />

1.550,30<br />

27.516,01<br />

19.985,45<br />

14.410,11<br />

3.606.632,42<br />

416.807,51<br />

89.443,41<br />

67.023,01<br />

50.573,72


FUNZIONE OBIETTIVO capitolo descrizione<br />

FO017 - protezione civile<br />

FO018 - mobilità regionale<br />

FO021 - cultura<br />

natura*<br />

n°<br />

Budget<br />

gestiti<br />

spesa assegnata<br />

013054 interventi compensativi di rimboschimento di miglioramento colturale e di<br />

formazioni forestali<br />

I 7 204.908,82<br />

013076 provvedimenti per la prevenzione degli incendi boschivi I 5 183.341,24<br />

013078 spese strumentali connesse al piano regionale antincendi boschivi C 3 186.393,73<br />

013079 spese per la conservazione e la difesa dagli incendi del patrimonio boschivo C 4 233.288,00<br />

051071 interventi di difesa del suolo nel bacino dell'Adige I 2 67.921,48<br />

051073 interventi di difesa del suolo nel bacino del Po I 1 128.408,98<br />

051075 interventi di difesa del suolo nei bacini dei fiumi dell'alto adriatico I 8 692.270,95<br />

051081 interventi di difesa del suolo nei bacini di rilievo regionale del Sile, Laguna di<br />

Venezia e pianura tra Piave e Livenza<br />

I 3 124.214,78<br />

052025 spese per la manutenzione e la conservazione dei beni funzionali alla gestione del<br />

demanio idrico<br />

C 6 222.000,00<br />

052055 interventi urgenti di riduzione del rischio idrogeologico I 18 2.692.217,23<br />

053009 interventi regionali urgenti per la sistemazione idrogeologica del bacino del torrente<br />

Maè a monte del comune di Forno di Zoldo<br />

I 1 93.145,60<br />

100027 spese per la gestione dei centri logistici polifunzionali regionali C 4 140.000,00<br />

100376 interventi strutturali per la conservazione e la difesa dagli incendi del patrimonio<br />

boschivo<br />

I 1 25.360,00<br />

100653 intesa istituzionale di programma 9/5/2001 - APQ 3 difesa del suolo e difesa della<br />

costa<br />

I 9 811.957,22<br />

100696 interventi urgenti e indifferibili conseguenti a eventi calamitosi nel settore della<br />

difesa idrogeologica<br />

I 72 10.978.149,87<br />

100698 provvedimenti per l'estinzione degli incendi boschivi C 8 405.255,04<br />

053006 manutenzione, custodia, rimessaggio, installazione e ripristino, sostituzione ed<br />

integrazione di strutture ed elementi vari sullo stand, sui mezzi e sulle attrezzature<br />

di protezione civile<br />

C 1 1.000,00<br />

053087 interventi urgenti diretti a fronteggiare i danni conseguenti agli eventi alluvionali e<br />

dissesti idrogeologici verificatisi nel mese di ottobre 2000<br />

I 1 71.727,94<br />

053089 ulteriori interventi a ripristino dei danni causati dagli eventi alluvionali e dai dissesti<br />

idrogeologici del mese di ottobre 2000<br />

I 8 172.200,51<br />

053091 proseguimento degli interventi di superamento dell'emergenza a seguito degli<br />

eventi alluvionali e dissesti idrogeologici verificatisi nel mese di ottobre 2000<br />

I 1 43.635,14<br />

100296 interventi urgenti diretti a fronteggiare i danni conseguenti agli eventi atmosferici<br />

verificatisi nel secondo trimestre 2002<br />

I 9 301.490,36<br />

100791 interventi di ripristino a seguito di calamità riconosciute con ordinanze di<br />

protezione civile<br />

I 4 432.994,54<br />

045110 spese per manutenzione di opere di navigazione interna interregionale e spese di<br />

gestione e di funzionamento dei cantieri-officina e degli impianti ricadenti sulle<br />

linee navigabili interregionali<br />

C 1 40.000,00<br />

045112 spese per manutenzione di opere di navigazione interna e di porti interni e spese di<br />

gestione e di funzionamento dei cantieri-officina e degli impianti ricadenti sulle<br />

linee navigabili di competenza regionale<br />

C 2 31.766,41<br />

070018 spese per l'effettuazione del premio letterario Leonilde e Arnaldo Settembrini C 1 6.500,00<br />

spesa<br />

rendicontata<br />

121.111,12<br />

180.477,47<br />

184.593,39<br />

21.199,84<br />

67.921,48<br />

128.408,98<br />

495.433,00<br />

113.127,36<br />

100.920,40<br />

1.830.810,21<br />

37.259,02<br />

139.993,71<br />

25.360,00<br />

691.718,58<br />

6.419.373,84<br />

169.004,98<br />

1.000,00<br />

63.529,98<br />

166.261,80<br />

39.416,62<br />

293.651,49<br />

290.979,64<br />

27.627,90<br />

25.833,17<br />

070051 spese per le iniziative ed attività editoriali C 1 50.000,00 43.265,54<br />

FO027 - partite di giro<br />

092020 uscite per conto di terzi P.G. 78 2.684.865,76 2.067.032,99<br />

* C= corrente; I= investimento; P.G.= partita di giro<br />

FONTE: elaborazione della Corte dei conti su dati forniti dalla Regione <strong>Veneto</strong><br />

353 29.444.674,73 20.650.094,27<br />

6.500,00


Tab. 31: elenco conti correnti bancari al 31.12.2006<br />

NR. N. <strong>CONTI</strong> INTESTAZIONE<br />

1 20600 REGIONE VENETO - GIUNTA REGIONALE<br />

2 20900 REGIONE VENETO - DEPOSITI CAUZIONALI<br />

NR. N. <strong>CONTI</strong> INTESTAZIONE<br />

1 22888<br />

2 22964<br />

3 22985<br />

4 22920<br />

REGIONE VENETO - IRAP ALTRI SOGGETTI (c/o Tesoreria centrale - conto<br />

non in gestione diretta )<br />

REGIONE VENETO - ADD. IRPEF (c/o Tesoreria centrale - conto non in<br />

gestione diretta )<br />

REGIONE VENETO - IRAP AMM. PUBBLICHE (c/o Tesoreria centrale-conto<br />

non in gestione diretta )<br />

REGIONE VENETO - RISORSE CEE E COF. NAZ. (c/o Tesoreria centrale -<br />

conto in gestione diretta )<br />

5 30522 REGIONE VENETO (c/o Tesoreria Provinciale)<br />

NR. N. CCP. INTESTAZIONE/CAUSALE<br />

1 152306<br />

2 153304<br />

3 154302<br />

4 155309<br />

5 156307<br />

6 157305<br />

7 158303<br />

8 11394301<br />

9 11395308<br />

10 11396306<br />

11 11397304<br />

12 11398302<br />

13 11399300<br />

14 11400306<br />

15 10259307<br />

16 10263309<br />

ELENCO <strong>CONTI</strong> CORRENTI BANCARI E POSTALI AL 31.12.2006<br />

ELENCO C.C. BANCARI<br />

PRESSO IL TESORIERE REGIONALE<br />

PRESSO TESORERIA CENTRALE E PROVINCIALE DELLO STATO<br />

ELENCO C.C. POSTALI<br />

REGIONE VENETO - PESCA PROVINCIA BELLUNO TASSE CC. RR.<br />

SERVIZIO TESORERIA - S. CROCE 1187 30135 VENEZIA<br />

REGIONE VENETO - PESCA PROVINCIA PADOVA TASSE CC. RR. SERVIZIO<br />

TESORERIA - S. CROCE 1187 30135 VENEZIA<br />

REGIONE VENETO - PESCA PROVINCIA ROVIGO TASSE CC. RR. SERVIZIO<br />

TESORERIA - S. CROCE 1187 30135 VENEZIA<br />

REGIONE VENETO - PESCA PROVINCIA TREVISO TASSE CC. RR.<br />

SERVIZIO TESORERIA - S. CROCE 1187 30135 VENEZIA<br />

REGIONE VENETO - PESCA PROVINCIA VENEZIA TASSE CC. RR.<br />

SERVIZIO TESORERIA - S. CROCE 1187 30135 VENEZIA<br />

REGIONE VENETO - PESCA PROVINCIA VERONA TASSE CC. RR. SERVIZIO<br />

TESORERIA - S. CROCE 1187 30135 VENEZIA<br />

REGIONE VENETO - PESCA PROVINCIA VICENZA TASSE CC. RR.<br />

SERVIZIO TESORERIA - S. CROCE 1187 30135 VENEZIA<br />

REGIONE VENETO - CACCIA PROVINCIA BELLUNO TASSE CC. RR.<br />

SERVIZIO TESORERIA - S. CROCE 1187 30135 VENEZIA<br />

REGIONE VENETO - CACCIA PROVINCIA PADOVA TASSE CC. RR.<br />

SERVIZIO TESORERIA - S. CROCE 1187 30135 VENEZIA<br />

REGIONE VENETO - CACCIA PROVINCIA ROVIGO TASSE CC. RR.<br />

SERVIZIO TESORERIA - S. CROCE 1187 30135 VENEZIA<br />

REGIONE VENETO - CACCIA PROVINCIA TREVISO TASSE CC. RR.<br />

SERVIZIO TESORERIA - S. CROCE 1187 30135 VENEZIA<br />

REGIONE VENETO - CACCIA PROVINCIA VENEZIA TASSE CC. RR.<br />

SERVIZIO TESORERIA - S. CROCE 1187 30135 VENEZIA<br />

REGIONE VENETO - CACCIA PROVINCIA VERONA TASSE CC. RR.<br />

SERVIZIO TESORERIA - S. CROCE 1187 30135 VENEZIA<br />

REGIONE VENETO - CACCIA PROVINCIA VICENZA TASSE CC. RR. -<br />

SERVIZIO TESORERIA - S. CROCE 1187 30135 VENEZIA<br />

REGIONE VENETO - ABBONAMENTI E INSERZIONI B.U.R. - SERVIZIO<br />

TESORERIA - DORSODURO 30123 VENEZIA<br />

REGIONE VENETO - CONTRAVVENZIONI IGIENE E SICUREZZA DEL<br />

LAVORO - SERVIZIO TESORERIA - S. CROCE 1187 30135 VENEZIA


NR. N. CCP. INTESTAZIONE/CAUSALE<br />

17 10264307<br />

18 10265304<br />

19 10267300<br />

20 10269306<br />

21 10481307<br />

22 59617969<br />

23 10261303<br />

24 10262301<br />

25 17336306<br />

26 17337304<br />

27 179309<br />

28 318303<br />

29 5306<br />

30 22562482<br />

31 38102778<br />

32 54991492<br />

33 10260305<br />

34 26852301<br />

35 70498753<br />

36 70498944<br />

37 70499082<br />

38 70499124<br />

39 70499256<br />

40 70499330<br />

41 70499421<br />

42 70499496<br />

43 70499611<br />

44 70499702<br />

45 70499835<br />

46 34439364<br />

REGIONE VENETO - RIMBORSI ED INTROITI DIVERSI - SERVIZIO<br />

TESORERIA - S. CROCE 1187 30135 VENEZIA<br />

REGIONE VENETO - INFRAZIONI A LEGGI VARIE - SERVIZIO<br />

TESORERIA - S. CROCE 1187 30135 VENEZIA<br />

REGIONE VENETO - RESTITUZIONE CONTRIBUTI - SERVIZIO TESORERIA<br />

- S. CROCE 1187 30135 VENEZIA<br />

REGIONE VENETO - ENTRATE PER CONTO TERZI - SERVIZIO TESORERIA<br />

- S. CROCE 1187 30135 VENEZIA<br />

REGIONE VENETO - E.S.U. - SERVIZIO TESORERIA - S. CROCE 1187<br />

30135 VENEZIA<br />

REGIONE VENETO - TASSA FITOSANITARIA - SERVIZIO TESORERIA - S.<br />

CROCE 1185 30135 VENEZIA<br />

REGIONE VENETO - CANONE CONC. BENI DEMAN/LI E PATRIM/LI -<br />

SERV.TESORERIA - S. CROCE 1187 30135 VENEZIA<br />

REGIONE VENETO - ENTRATE TRIBUTARIE- SERVIZIO TESORERIA - S.<br />

CROCE 1187 30135 VENEZIA<br />

REGIONE VENETO - ADDIZ.IMPOSTA SUL GAS - SERVIZIO TESORERIA -<br />

S. CROCE 1187 30135 VENEZIA<br />

REGIONE VENETO - TRIBUTO SPEC.LE DISCARICA - SERVIZIO<br />

TESORERIA - S. CROCE 1187 30135 VENEZIA<br />

REGIONE VENETO - B.P. TASSA CC.RR. - SERVIZIO TESORERIA - S.<br />

CROCE 1187 30135 VENEZIA<br />

REGIONE VENETO - TASSA SULLE CONCESSIONI REG.LI - SERVIZIO<br />

TESORERIA - S. CROCE 1187 30135 VENEZIA<br />

REGIONE VENETO - TASSA AUTOMOBILISTICA - SERVIZIO TESORERIA -<br />

S. CROCE 1187 30135 VENEZIA<br />

REGIONE VENETO - TASSE AUTOMOBILISTICHE - OMESSI E<br />

RITARDATI PAG.TI - SERVIZIO TESORERIA -<br />

REGIONE VENETO - TASSE AUTO ON LINE - SERVIZIO TESORERIA - S.<br />

CROCE 1187 30135 VENEZIA<br />

REGIONE VENETO - TASSE AUTOMOBILISTICHE ACCERTAMENTI -<br />

SERVIZIO TESORERIA S. CROCE 1187 30135 VENEZIA<br />

REGIONE VENETO - DIRITTO FISSO - RIVENDITA AUTOVEICOLI -<br />

SERVIZIO TESORERIA - S. CROCE 1187 30135 VENEZIA<br />

REGIONE VENETO - CANONE CONCESSIONE DEMANIO IDRICO<br />

SERVIZIO TESORERIA - S. CROCE 1187 30135 VENEZIA<br />

REGIONEVENETO - SERV. TESORERIA - CANONI DEMANIO LACUALE<br />

COMUNE DI BRENZONE - L.R. 33/2002<br />

REGIONEVENETO - SERV. TESORERIA - CANONI DEMANIO LACUALE<br />

COMUNE DI CASTELNUOVO DEL GARDA - L.R. 33/2002<br />

REGIONEVENETO - SERV. TESORERIA - CANONI DEMANIO LACUALE<br />

COMUNE DI TORRI DEL BENACO - L.R. 33/2002<br />

REGIONEVENETO - SERV. TESORERIA - CANONI DEMANIO LACUALE<br />

COMUNE DI MALCESINE - L.R. 33/2002<br />

REGIONEVENETO - SERV. TESORERIA - CANONI DEMANIO LACUALE<br />

COMUNE DI LAZISE - L.R. 33/2002<br />

REGIONEVENETO - SERV. TESORERIA - CANONI DEMANIO LACUALE<br />

COMUNE DI GARDA - L.R. 33/2002<br />

REGIONEVENETO - SERV. TESORERIA - CANONI DEMANIO LACUALE<br />

COMUNE DI BARDOLINO- L.R. 33/2002<br />

REGIONEVENETO - SERV. TESORERIA - CANONI DEMANIO LACUALE<br />

COMUNE DI PESCHIERA DEL GARDA- L.R. 33/2002<br />

REGIONEVENETO - SERV. TESORERIA - CANONI DEMANIO LACUALE<br />

PROVINCE DEL VENETO- L.R. 11/2001 ART. 85<br />

REGIONEVENETO - SERV. TESORERIA - CANONI DEMANIO IDRICO<br />

DELLA PROVINCIA DI BELLUNO- L.R. 11/2001 ART. 84<br />

REGIONEVENETO - SERV. TESORERIA - CANONI DEMANIO IDRICO - L.R.<br />

11/2001 ART. 84<br />

REGIONE VENETO - DEPOSITI CAUZIONALI - SERVIZIO TESORERIA - S.<br />

CROCE 1187 30135 VENEZIA


276


PARTE SPECIALE<br />

277


276


1 PREMESSA<br />

La presente indagine, come da deliberazione 1/2007 del 12 gennaio 2007<br />

della Sezione regionale di controllo per il <strong>Veneto</strong> della Corte dei conti, è stata<br />

inserita nell’ambito della relazione annuale ex art.3 della legge 20/1994 e art. 7<br />

della legge 131/2001. Essa ha per oggetto la gestione dell’ assistenza sanitaria al<br />

livello regionale nel 2006 con raffronti con i due anni precedenti (2004-2005), con<br />

particolare riferimento in materia di medicina preventiva e assistenza collettiva<br />

(livello 1 dei L.E.A.), all’incidenza del privato convenzionato e alla disamina delle<br />

criticità emerse in sede di esame dell’ esercizio precedente.<br />

La Sezione, per disporre dei dati occorrenti ai fini dell’indagine, ha<br />

inizialmente fatto ricorso alla consueta modalità della richiesta istruttoria diretta alla<br />

Segreteria Sanità e Sociale - Direzione Risorse Socio-Sanitarie ed alla Segreteria<br />

Generale della Programmazione della Regione cui sono state allegate, come già<br />

praticato gli scorsi anni, per facilitarne la compilazione, numerose tabelle con<br />

relative note di compilazione, redatte anche sulla base delle esperienze maturate.<br />

Sono poi seguiti, nel solco di un ormai consolidato rapporto di collaborazione,<br />

ripetuti contatti con i responsabili della predetta Direzione Risorse Socio-Sanitarie<br />

della Regione, risultati tutti di estrema utilità.<br />

Contestualmente allo sviluppo della presente, è stata attivata, in ossequio<br />

alle disposizioni contenute nell’ art.1, comma 170 della legge 22 dicembre 2005,<br />

n.266 (Legge finanziaria per il 2006) altra verifica sulle Aziende sanitarie e su<br />

quelle ospedaliere del <strong>Veneto</strong> mediante l’acquisizione –tramite apposite linee guida<br />

all’uopo predisposte- delle relazioni dei rispettivi Collegi dei sindaci sul consuntivo<br />

2006. Quest’ ultima non si sostituisce ma integra la panoramica dei controlli. Anche<br />

di questa verifica è stata data preventiva notizia ai Presidenti del <strong>Consiglio</strong> e della<br />

Giunta regionale in data 11 maggio 2007 con nota prot. 3659/12.<br />

2 SINTESI DELLE CRITICITA’ DELL’ESERCIZIO PRECEDENTE<br />

A conclusione dell’indagine sull’assistenza sanitaria nel <strong>Veneto</strong> riferita<br />

all’esercizio finanziario 2005 con ricostruzione di serie storiche a partire dal 2003,<br />

vennero formulate alla Giunta <strong>Regionale</strong>, ai sensi della legge 14 gennaio 1994, n.<br />

20, con nota 2369/8 dell’8 marzo 2007, le osservazioni di seguito sinteticamente<br />

riportate:<br />

279


a) l’ E.F. in esame si era chiuso con un disavanzo d’esercizio del consolidato<br />

regionale pari a 704 mln di euro, in aumento rispetto al biennio<br />

precedente, che a seguito delle rettifiche apportate dalla Regione si era<br />

attestato a –243,3 mln di euro (2° risultato di esercizio). Si rilevava, in<br />

particolare, pur escludendo il peso dovuto alla maggiore onerosità per il<br />

rinnovi contrattuali, un intenso aumento delle principali classi di costo,<br />

tale da sollevare perplessità sull’efficacia o quantomeno sulla loro<br />

completa operatività dei progetti promossi dalla Regione e perseguiti<br />

dalle aziende in materia di acquisti centralizzati o di cosiddetta Area<br />

Vasta;<br />

b) anche per il 2005 si erano riscontrati ritardi nel ciclo della<br />

programmazione sia per quanto riguarda la delibera di assegnazione<br />

delle risorse alle aziende per l’erogazione dei LEA, sia per quella di<br />

individuazione dei parametri da prendere a base ai fini della decadenza<br />

automatica dei Direttori generali, sia infine per l’adozione dei bilanci di<br />

esercizio da parte dei Direttori generali stessi;<br />

c) alle proposte formulate dalla cosiddetta “Commissione antisprechi” non<br />

avevano corrisposto, nella sostanza, iniziative concrete;<br />

d) per quanto riguarda il tema di approfondimento, Livello 2 dei LEA<br />

(Assistenza distrettuale), erano state prese in considerazione le<br />

problematiche relative all’attività prescrittiva dei medici di base, alla<br />

farmaceutica, alla specialistica ambulatoriale ed ai tempi d’attesa, già<br />

emerse in precedenti indagini.<br />

Circa il primo aspetto, si rilevava che il numero delle ricette farmaceutiche<br />

era aumentato del 5% tra il 2003 ed il 2005 (del 3,1% depurato dell’incremento<br />

demografico registrato nello stesso periodo) e che la tessera magnetica che<br />

avrebbe dovuto monitorarne l’appropriatezza, non risultava ancora pienamente<br />

operativa.<br />

Relativamente alla farmaceutica, il 2005 si era chiuso con una diminuzione<br />

dei costi per consumi di farmaci della fascia A e con una riduzione al 9,3% della<br />

crescita su base triennale peraltro con differenze di “performance” a livello locale.<br />

Al riguardo, tuttavia, si era constatato il permanere della inaffidabilità dei dati<br />

forniti per verificare l’efficacia delle diverse modalità erogative dei medicinali<br />

previste dalla normativa vigente<br />

In ordine alla specialistica ambulatoriale veniva evidenziato un sensibile<br />

incremento dell’incidenza del privato sul totale delle prestazioni (22,8% contro il<br />

19,7% del 2003), un aumento dei costi sostenuti dalle aziende su base triennale<br />

280


(del 16,5% sul 2004 e del 23,8% sul 2003) e per l’acquisto di prestazioni da<br />

strutture private (+13,1% sul 2004 e + 26,3% sul triennio).<br />

Per quanto riguarda infine le liste d’attesa, si constatava il permanere dei<br />

problemi più volte segnalati nonostante l’intervenuta attivazione dei CUP unici<br />

aziendali e provinciali, l’impossibilità di erogare le prestazioni più ricorrenti in tempi<br />

ragionevoli, l’eccessiva divaricazione tra le finalità contenute nelle linee di indirizzo<br />

della Regione ed il loro concreto perseguimento da parte delle aziende.<br />

La Giunta <strong>Regionale</strong> della Regione del <strong>Veneto</strong>, con nota n. 304514/4000 del<br />

30 maggio 2007, ha, in sintesi, formulato le seguenti risposte:<br />

a) per quanto riguarda i progetti promossi dalla Regione stessa in materia di<br />

acquisti centralizzati ha riepilogato le iniziative poste in essere fin dal<br />

2002: 1) costituzione di un comitato guida composto da sei provveditori<br />

segnalati dal coordinamento dei Direttori generali che presiede cinque aree<br />

di attività qualificanti l’acquisto di beni e servizi all’interno delle aziende<br />

sanitarie (Gestione, Strategie d’acquisto, Normativa, E-Procurement e<br />

Comunicazione); 2) i parametri individuati (target di spesa con gli<br />

indicatori e “performance” con gli indicatori).<br />

Il modello sino ad oggi sviluppato ha permesso di definire, a livello<br />

regionale, uno standard condiviso di documentazione di gara, capitolati<br />

tecnici e d’oneri, oltre che una classificazione dei prodotti dettagliata e<br />

uniforme per tutte le aziende sanitarie. I risultati ottenuti sono stati: 42,5<br />

mln di euro di benefici economici complessivi conseguiti per le gare fino<br />

ad oggi concluse (benefici misurati con confronto con i prezzi di acquisto<br />

storici), 26 gare bandite per un importo a base d’asta di 480,5 mln di euro,<br />

20,8 mln di euro il valore medio di ciascuna gara bandita;<br />

b) la scadenza per la redazione dei bilanci d’esercizio prevista dalla L.R.<br />

55/94 è stata subordinata dalle successive modifiche operative riferite ai<br />

flussi informativi nazionali coordinati dal Ministero della Salute;<br />

c) in merito alla tessera sanitaria, “la risposta del sistema sanitario della<br />

Regione agli adempimenti definiti dall’art. 50 della legge n. 326/2003 può<br />

dirsi completa. L’attività ha riguardato sia il processo di adeguamento<br />

tecnico – organizzativo dei sistemi delle aziende sanitarie per la<br />

acquisizione e la validazione a livello regionale delle informazioni, sia<br />

l’invio dei dati a livello nazionale, secondo le specifiche tecniche definite<br />

dai disciplinari attuativi del comma 9 dell’art. 50”. Ha poi esplicitato, nel<br />

dettaglio, quanto fatto al riguardo;<br />

281


d) per quanto attiene ai dati relativi alla distribuzione diretta dei farmaci da<br />

parte delle strutture ospedaliere il flusso informativo è in via di attivazione<br />

“sulla base delle indicazioni e degli standard in corso di elaborazione da<br />

parte della Cabina di regia per il Nuovo Sistema Informativo Socio-<br />

Sanitario del MS secondo quanto previsto all’art.3 punto 10 dell’ Intesa del<br />

23.3.2005”;<br />

e) relativamente all’assistenza specialistica è stato disposto, a seguito<br />

dell’aumentato fabbisogno di prestazioni ambulatoriali dovuto alla<br />

riorganizzazione della rete ospedaliera e dal progressivo passaggio al<br />

regime ambulatoriale di alcune prestazioni ospedaliere, un aumento del<br />

budget degli erogatori privati preaccreditati che hanno dimostrato<br />

maggiore capacità di adattare la propria potenzialità alle esigenze<br />

contingenti. Tale aumento di attività peraltro, è stata remunerata come nel<br />

passato fino all’importo del budget assegnato a tariffa piena e, oltre tale<br />

importo, sono state applicate forti regressioni tariffarie che hanno<br />

contribuito a contenere la spesa;<br />

f) circa le liste d’attesa, la Regione è consapevole che, anche nel 2005, non<br />

sono state risolte le storiche criticità. Nel corso di detto anno, si è<br />

proceduto a ristrutturare e affinare la procedura per la rilevazione dei<br />

tempi d’attesa delle prestazioni di specialistica ambulatoriale, ma solo a<br />

partire dal gennaio 2006 i dati si potranno ritenere qualitativamente e<br />

quantitativamente stabili e affidabili. Al riguardo, occorre comunque<br />

considerare che non tutti i soggetti inseriti in liste di attesa critiche<br />

necessitano di ricevere la prestazione entro i 30 giorni di riferimento<br />

regionali e che, frequentemente, gli stessi soggetti preferiscono attendere<br />

tempi più lunghi per motivi vari. Ciò consolida la necessità della<br />

prioritarizzazione delle prescrizioni a seconda della condizione clinica dei<br />

pazienti e quella di considerare la lista d’attesa di ogni singola Azienda<br />

ULSS prioritariamente per gli assistiti dalla stessa. In tal senso è stata<br />

emanata apposita DRG (n. 600 del 13.3.207). Il fenomeno, comunque, al<br />

di la delle strategie individuate, va gestito per garantire che eventuali<br />

ritardi non pregiudichino la salute del cittadino e quindi necessita che le<br />

aziende ed i servizi preposti siano dotati di procedure finalizzate alla<br />

gestione del caso che, per le caratteristiche cliniche deve essere<br />

considerato urgente o prioritario.<br />

Questa Sezione regionale di controllo prende atto di quanto riferito<br />

rimandando ad ulteriori, future verifiche l’esame dei risultati conseguiti a seguito<br />

282


delle misure adottate o in via di adozione da parte della Regione del <strong>Veneto</strong> per<br />

eliminare o quantomeno ridurre le criticità oggetto del presente paragrafo.<br />

3 EVOLUZIONE DELLA NORMATIVA SANITARIA NAZIONALE E<br />

REGIONALE<br />

In occasione delle precedenti indagini, in particolare a partire dal 2001, è<br />

stata esaminata in maniera approfondita l’evoluzione della normativa nazionale e di<br />

quella regionale, cui si rimanda per gli aspetti che non hanno subito modifiche. Nel<br />

periodo di più stretto interesse della presente relazione, sono intervenute le<br />

seguenti novità a carattere generale, alcune delle quali – insieme a quelle più<br />

specificatamente settoriali - saranno oggetto di approfondimento nell’ambito delle<br />

successive, pertinenti parti dell’ elaborato.<br />

3.1 NORMATIVA NAZIONALE<br />

Legge 23 dicembre 2005, n. 266 recante “Disposizioni per la formazione<br />

del bilancio annuale e pluriennale dello Stato” (legge finanziaria 2006). I<br />

provvedimenti riguardanti il settore sanitario sono contenuti prevalentemente nei<br />

commi 274 – 318 dell’ unico articolo 1 della legge stessa la quale, inoltre, nel<br />

fissare nuove competenze in materia di controlli per la Corte dei conti (commi 167-<br />

175), ha anche introdotto la verifica citata all’ultimo capoverso della Premessa alla<br />

presente indagine. Nella tabella che segue ne sono sintetizzati i contenuti.<br />

Tav. 1: Sintesi della legge 266/2005 (Finanziaria 2006)<br />

Comma Contenuto<br />

274 Obbligo di controllo dei conti da parte delle regioni in materia di<br />

sanità<br />

275 Requisito minimo per indennità riconosciuta ai medici per le<br />

ricette computerizzate<br />

276 Nuova tessera sanitaria<br />

277 Stretta delle regioni sui conti in rosso<br />

278 Incremento della spesa del Servizio Sanitario Nazionale<br />

279 Fondi per il ripiano dei debiti regionali<br />

280 281 Tempi d’attesa nell’assistenza ai cittadini<br />

283


ilievo:<br />

282 Liste d’attesa<br />

283 Commissione nazionale per l’ appropriatezza delle prescrizioni<br />

284 Pena per la violazione del divieto di sospensione delle prenotazioni<br />

285 Risorse per la costruzione e ristrutturazione dei presidi ospedalieri<br />

286 287 Alleanza degli ospedali italiani nel mondo<br />

288 289 Realizzazione di un Sistema nazionale di verifica e controllo<br />

sull’assistenza sanitaria (SiVeAS)<br />

290 Commissione unica sui dispositivi medici<br />

291 Certificazione dei bilanci delle Aziende sanitarie locali<br />

292 293 Rimodulazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA)<br />

294 Divieto di esecuzione forzata per i fondi destinati a finalità di<br />

sanità pubblica<br />

295 298 Risorse umane e finanziarie per l’ Aifa<br />

299 Riduzioni per le Onlus<br />

300 Disposizioni per i contratti di formazione per gli specialisti di<br />

medicina e chirurgia<br />

301 Edilizia sanitaria<br />

302 305 Risorse aggiuntive in favore della ricerca<br />

306 Soppressa l’ IVA ridotta per le cooperative che svolgono servizi<br />

socio sanitari a persone svantaggiate<br />

307 Riduzione obblighi per l’ Agenzia nazionale del farmaco<br />

308 309 Riduzione delle liste d’attesa<br />

310 312 Accordi di programma sottoscritti dalle regioni<br />

313 315 Accordi di programma tra l’Agenzia nazionale del farmaco e le<br />

aziende farmaceutiche<br />

316 Riduzione dell’autorizzazione di spesa per la ristrutturazione<br />

edilizia e tecnologica del Servizio Sanitario Nazionale<br />

317 Requisiti d’ accesso al “premium price”<br />

337 Sperimentazione del 5 per mille per la ricerca<br />

409 Norme per gli acquisti del Servizio Sanitario Nazionale<br />

Fonte: Sanità (da Italia Oggi-Serie speciale n. 1)<br />

Tra i provvedimenti sopra evidenziati, i seguenti assumono particolare<br />

sotto il profilo finanziario, l’ incremento, a partire dal 2006, di 1000 milioni di<br />

euro/anno del livello complessivo della spesa cui concorre lo Stato (stabilito per<br />

detto anno in 89.960 milioni di euro con l’art. 1 della legge finanziaria per il 2005 n.<br />

284


311/2004), da ripartirsi tra le regioni secondo criteri e modalità definiti con decreto<br />

del Ministero della salute (MS), di concerto con quello dell’ economia e delle finanze<br />

(MEF) e d’ intesa con la Conferenza permanente Stato-Regioni. Le Regioni, per<br />

accedere a tali risorse, dovranno stipulare accordi nei quali vengono definiti obiettivi<br />

di contenimento della dinamica della spesa (comma 278). Lo Stato, inoltre,<br />

analogamente al precedente E.F., concorre anche per il 2006, con 2000 mln di euro<br />

al ripiano dei debiti regionali degli anni 2002-2004, subordinato all’ adozione da<br />

parte delle regioni stesse dei provvedimenti di copertura del residuo disavanzo<br />

posto a loro carico per i medesimi anni. L’ accesso ai fondi di cui trattasi è altresì<br />

subordinato all’intesa da raggiungere entro il 31.3.2006 in ambito conferenza<br />

unificata sullo schema di “Piano sanitario nazionale 2006-2008” nonché all’accordo<br />

sull’ attuazione del “Piano nazionale di contenimento dei tempi d’ attesa” (commi<br />

279-280). E’ anche da evidenziare il concorso dello Stato teso ad incrementare dal<br />

2006 di 213 mln di euro le risorse contrattuali del comparto Sanità che si traduce<br />

in un ulteriore aumento del concorso statale alla spesa sanitaria complessiva<br />

(comma 182).<br />

Al riguardo, il CIPE con deliberazione del 17 novembre 2006, ha assegnato<br />

per l’E.F. in esame gli importi ammontanti a 91.173 milioni di euro a valere sulle<br />

disponibilità finanziarie del SSN (parte corrente) di cui: 88.180.770.000 per il<br />

finanziamento indistinto dei LEA, un miliardo di euro da ripartire con decreto del MF<br />

di concerto con il MEF e d’ intesa con la Conferenza permanente Stato-Regioni,<br />

1.992.230.000 a destinazione vincolata, 1.600.000.000 circa quale quota<br />

accantonata n attesa di proposte del MS. Per il <strong>Veneto</strong>, per il 2006, risulta, dalla<br />

tabella allegata al provvedimento, un totale generale di 7.015 milioni di euro, a<br />

fronte di un fabbisogno stimato di circa 7.900 milioni di euro;<br />

sotto il profilo organizzativo e gestionale:<br />

1) l’ istituzione della Commissione nazionale per l’ appropriatezza delle<br />

prescrizioni con il compito di promuovere la formazione e l’informazione di<br />

medici e pazienti sull’ appropriatezza di prestazioni sanitarie e prescrizioni e<br />

di curare il monitoraggio, lo studio e la predisposizione di linee guida per la<br />

fissazione di criteri di priorità di appropriatezza delle prescrizioni (comma<br />

283);<br />

2) la realizzazione di un Sistema nazionale di verifica e controllo sull’ assistenza<br />

sanitaria (SiVeAS) con il compito di vigilare sull’ efficienza e l’ appropriatezza<br />

delle prescrizioni (commi 288-289);<br />

3) la rimodulazione dei Livelli Essenziali di Assistenza sanitaria (LEA), da<br />

attuarsi con DPCM, d’ intesa con la Conferenza permanente Stato-Regioni<br />

285


avente lo scopo primario di incrementare le prestazioni in regime<br />

ambulatoriale e a ridurre i ricoveri ospedalieri (commi 292-293);<br />

4) la riduzione delle liste d’ attesa mediante la possibilità conferita all’ Agenzia<br />

per i servizi sanitari regionali (ASSR) di disporre il distacco di personale<br />

(massimo 10 unità) di ruolo del Ministero della salute allo scopo di<br />

fronteggiare con tempestività alla riduzione in argomento e, in particolare,<br />

all’ attività di supporto al Ministero stesso dei tempi di attesa. Al fine inoltre<br />

di assicurare continuità al programma di riduzione in parola, gli organi dell’<br />

Agenzia non possono essere confermati, revocati, modificati o rinnovati nei<br />

sei mesi dal voto sulla fiducia al Governo (commi 308-309);<br />

5) la certificazione dei bilanci delle aziende sanitarie e ospedaliere locali<br />

secondo criteri e modalità definiti con decreto del Ministero della salute di<br />

concerto con il MEF e d’ intesa con la Conferenza permanente Stato-Regioni,<br />

da emanarsi entro il 31 marzo 2006 (comma 291);<br />

6) la consegna della nuova tessera sanitaria ai cittadini entro il 31 marzo 2007<br />

(il precedente limite era previsto per 30 giugno 2006). Il documento<br />

consentirà il monitoraggio della spesa sanitaria e l’appropriatezza delle<br />

prescrizioni attraverso l’utilizzo di software certificati presso ASL, ospedali ed<br />

altre strutture sanitarie per la cui installazione è stato previsto un contributo<br />

di 10 mln di euro. I dati concernenti le ricette rilasciate, le confezioni di<br />

farmaci acquistati e le esenzioni verranno poi trasmessi al MEF (comma<br />

276);<br />

7) destinazione delle risorse regionali residue tra quelle destinate alla<br />

costruzione ed alla ristrutturazione dei presidi ospedalieri alle strutture con<br />

più di 250 posti letto per acuti o 120 posti letto per lungodegenza e<br />

riabilitazione (comma 301).<br />

Piano Sanitario Nazionale 2006 – 2008<br />

Il PSN 2006 – 2008 predisposto dal Ministero della Salute, che rappresenta<br />

lo strumento di governo e di indirizzo del SSN, prende le mosse da un contesto<br />

delineato dall’ Intesa Stato – Regioni 23 marzo 2005, ai sensi dell’ art. 1, c. 173,<br />

della legge 30 dicembre 2004, n. 311 (Legge finanziaria per il 2005), che ha, come<br />

premessa, la garanzia del rispetto del principio di uniforme erogazione dei LEA in<br />

condizioni di appropriatezza, di adeguato sviluppo qualitativo e di efficienza,<br />

coerentemente con le risorse programmate del SSN.<br />

Il Piano prende in considerazione gli scenari che nei prossimi cinque anni<br />

caratterizzeranno il panorama sanitario italiano, nonché gli elementi di contesto che<br />

si riferiscono alla situazione economica, demografica, epidemiologica del Paese e<br />

286


quelli relativi allo sviluppo scientifico e tecnologico. Tiene inoltre presenti gli<br />

elementi che caratterizzano l’ attuale fase istituzionale (federalismo sanitario) ed i<br />

precedenti cicli di programmazione sanitaria nazionale ed anche di programmazione<br />

sanitaria regionale per valutarne il rapporto con il Piano stesso.<br />

Segue, quindi, una riflessione sul SSN che, partendo da una generale<br />

volontà di confermare gli attuali valori di carattere generale su cui lo stesso poggia,<br />

riafferma, soprattutto, il principio di uniformità sul territorio nazionale, articolato all’<br />

interno del federalismo sanitario. Ne consegue che la consapevolezza degli scenari<br />

e la volontà di mantenere i principi fondamentali su cui il sistema poggia,<br />

impongono di tenere conto della sua necessaria evoluzione. Per dare seguito a<br />

quanto detto, indica le strategie che connotano il Piano, i cui punti focali sono:1)<br />

organizzare meglio e potenziare la promozione della salute e la prevenzione; 2)<br />

rimodellare le cure primarie; 3) favorire la promozione del governo clinico e della<br />

qualità nel SSN; 4) potenziare i sistemi integrati di rete sia a livello nazionale e<br />

sovraregionale (malattie rare, trapianti, ecc.) sia a livello interistituzionale<br />

(integrazione socio sanitaria) sia tra i diversi livelli di assistenza (prevenzione, cure<br />

primarie, ecc.); 5) promuovere l’ innovazione e la ricerca; 6) favorire il ruolo<br />

partecipato del cittadino e delle associazioni nella gestione del SSN; 7) attuare una<br />

politica per la qualificazione delle risorse umane.<br />

Il Piano indica, poi, i seguenti obiettivi di salute da perseguire nel triennio:<br />

1) la salute nelle prime fasi di vita, infanzia e adolescenza;<br />

2) le grandi patologie (tumori, malattie cardiovascolari, diabete e malattie<br />

respiratorie);<br />

3) la non autossuficienza (anziani e disabili);<br />

4) la tutela della salute mentale;<br />

5) le dipendenze connesse a particolari stili di vita;<br />

6) il sostegno alle famiglie;<br />

7) gli interventi in materia di salute degli immigrati e delle fasce sociali marginali;<br />

8) il co ntrollo delle malattie diffusive e la sorveglianza sindromica.<br />

Per quanto riguarda, in particolare, il Livello 1 dei LEA, che costituisce il<br />

tema di approfondimento della presente indagine sulla Sanità nel <strong>Veneto</strong>, pone in<br />

evidenza i seguenti temi, che troveranno ulteriore sviluppo, ove necessario nella<br />

pertinente parte dell’ elaborato:<br />

la sicurezza alimentare e la nutrizione, con analisi delle tematiche che<br />

attengono: alla riduzione dei fattori di rischio per prevenire le patologie<br />

legate all’alimentazione o nel diminuire la possibilità di recidive con<br />

particolare riferimento alle malattie cardiovascolari; alla sicurezza alimentare<br />

287


intesa come protezione dei consumatori; al sistema nazionale di controllo sui<br />

prodotti alimentari di origine animale e vegetale (attuazione dei piani di<br />

controllo nazionali pluriennali in conformità agli orientamenti generali<br />

elaborati a livello comunitario):<br />

la sanità veterinaria, con particolare riguardo alla sorveglianza<br />

epidemiologica sulle popolazioni animali e profilassi delle malattie infettive (a<br />

cura del Centro nazionale di lotta ed emergenza contro le malattie animali<br />

istituito con DL 1° ottobre 2005, n. 202, unitamente al nuovo Dipartimento<br />

per la Sanità Pubblica Veterinaria , la Nutrizione e la Sicurezza degli<br />

Alimenti);<br />

la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, i cui obiettivi sono<br />

quelli di: migliorare l’efficacia degli strumenti di integrazione tra pubbliche<br />

amministrazioni a partire da quelli previsti dagli artt. 26 e 27 del D. Lgs.<br />

626/1994 (Commissione Consultiva Nazionale istituita presso il Ministero del<br />

Lavoro e Comitati di Coordinamento previsti a livello regionale); riordinare,<br />

coordinare e semplificare le norme vigenti in materia di igiene e sicurezza<br />

del lavoro e definire un sistema di criteri per la verifica del raggiungimento<br />

dei LEA nello specifico settore; consolidare il processo in corso di costruzione<br />

di un adeguato Sistema informativo integrato; migliorare le conoscenze e le<br />

azioni per una più efficace prevenzione delle malattie professionali;<br />

ambiente e salute, con analisi delle tematiche connesse con l’ inquinamento<br />

atmosferico e la qualità dell’aria con la necessità di sviluppare opportuni<br />

programmi di sorveglianza epidemiologica e di azioni tese a migliorare la<br />

qualità dell’aria nei centri urbani; gli eventi climatici “estremi”; le sostanze<br />

chimiche; le radiazioni, le acque di balneazione; l’inquinamento acustico; i<br />

rifiuti.<br />

Il Piano, infine, affronta i temi della Valutazione del SSN e del Monitoraggio<br />

del PSN. Per quanto riguarda il primo aspetto sottolinea il ruolo del Nuovo Sistema<br />

Informativo Sanitario nazionale (NSIS) e la centralità del monitoraggio dei LEA il<br />

quale, fra l’altro, dovrà tenere conto del monitoraggio delle prescrizioni mediche,<br />

farmaceutiche, specialistiche ed ospedaliere (istituito dall’art. 87 della legge<br />

388/2000, integrato dall’art. 5 del DL 269/2003 convertito dalla Legge 326/2003<br />

che trova attuazione del Progetto Tessera Sanitaria). Per quanto riguarda il<br />

Monitoraggio del PSN rammenta che tale compito compete alla “Relazione sullo<br />

stato sanitario del Paese”, strumento previsto dall’art. 1 comma 12 del D.<br />

Lgs.502/1992, al quale è affidato il compito di verificare, con cadenza annuale, lo<br />

sviluppo degli interventi e delle azioni finalizzate al raggiungimento degli obiettivi<br />

del Piano triennale.<br />

288


3.2 CONFERENZA PERMANENTE STATO-REGIONI<br />

Nel corso del 2006 sono intervenuti, in tale ambito, numerosi accordi, intese<br />

e pareri, in gran parte scaturenti da precise disposizioni della normativa nazionale.<br />

Tra questi si segnalano i seguenti, mentre altri sono stati riportati nelle pertinenti<br />

parti del presente elaborato. In sintesi:<br />

• Atto 2554 del 28 marzo 2006, con il quale è stata sancita intesa sullo<br />

schema di decreto del MS, di concerto con il MEF, sulla ripartizione tra le<br />

Regioni delle disponibilità finanziarie (2000 milioni di euro) quale concorso<br />

dello Stato al ripiano dei disavanzi del SSN per gli anni 2002, 2003 e 2004<br />

(commi 279 – 280 dell’ art.1 legge 23 dicembre 2005, n.266): quota per il<br />

<strong>Veneto</strong> 134.400.637 euro;<br />

• Atto 2556 del 28 marzo 2006, con il quale è stata espressa intesa sullo<br />

schema di decreto del MS, di concerto con il MEF, sulle modalità di<br />

attuazione del sistema nazionale di verifica e controllo sull’ assistenza<br />

sanitaria (SiVeAS, di cui al comma 288 dell’art.1 legge 266/2005. Il fine di<br />

tale sistema è quello di: a) verificare che ai finanziamenti erogati<br />

corrispondano servizi per i cittadini; b) verificare che nell’ erogazione dei<br />

servizi vengano rispettati criteri di efficienza e appropriatezza. Le modalità<br />

con le quali si estrinsecano dette verifiche consistono nel potere di accesso<br />

da parte del MS presso le Aziende sanitarie e ospedaliere e nella potestà di<br />

verifica dei LEA, degli obiettivi di tutela della salute, dell’attività del Comitato<br />

permanente per la verifica dei LEA, dell’ attività dell’Agenzia per i servizi<br />

sanitari regionali, dell’attività della Commissione nazionale<br />

sull’appropriatezza delle prescrizioni.<br />

• Atto del 22 settembre 2006, con il quale è stata raggiunta intesa su un<br />

nuovo “Patto per la salute” con valenza triennale. Il Patto comprende un<br />

aspetto finanziario ed un aspetto normativo e programmatico. Il primo, che<br />

punta alla riduzione degli sprechi, alla stabilizzazione della spesa ed al<br />

risanamento delle Regioni con disavanzi elevati, comprende i seguenti<br />

elementi di interesse:<br />

- aumento delle risorse messe a disposizione dello Stato da 91,2 miliardi<br />

del 2006 a 97 miliardi nel 2007 comprensivi di un miliardo per il<br />

289


isanamento delle Regioni non in linea attualmente con i livelli di spesa<br />

concordati;<br />

- diminuzione di 2,4 miliardi della spesa tendenziale del 2007, che si<br />

attesterà a 101,3 miliardi nonché una leggera flessione di quella<br />

prevista nel 2006 pari a 102 miliardi;<br />

- conferma dei meccanismi di piena responsabilizzazione finanziaria (<br />

aumento delle aliquote regionali dell’addizionale IRPEF e dell’IRAP) per<br />

le Regioni che non raggiungeranno gli obiettivi di spesa concordati ;<br />

- svolgimento di azioni di contenimento della spesa da parte del Governo<br />

(tra cui quella farmaceutica), di riorganizzazione dei dispositivi medici e<br />

di omogeneizzazione di forme di partecipazione alla spesa;<br />

- certezza, da parte del Governo, riguardo le risorse finanziarie messe a<br />

disposizione delle Regioni per il SSN dopo il 2007, garantendo per<br />

conto dello Stato un livello di finanziamento adeguato.<br />

L’aspetto normativo e programmatico, che è finalizzato a migliorare la<br />

qualità dei servizi, a promuovere l’appropriatezza delle prestazioni e a garantire<br />

l’unitarietà del sistema, include i seguenti elementi di interesse:<br />

adeguamento dello stanziamento pluriennale ex art.20 della legge 66/88<br />

per il cofinanziamento degli investimenti nel SSN in modo da consentire<br />

la definizione di nuovi accordi di programma per la qualificazione delle<br />

strutture sanitarie, l’innovazione tecnologica ed il superamento del<br />

divario nord-sud;<br />

inserimento della tematica “sanità – sviluppo economico” tra le finalità<br />

per l’utilizzo dei fondi strutturali dell’Unione Europea 2007–2013;<br />

aggiornamento dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza sanitaria) ai nuovi<br />

bisogni di assistenza, revisione e ampliamento dei 43 DRG ad alto rischio<br />

di inappropriatezza, analisi dei costi delle prestazioni ricompresse nei LEA<br />

assumendo come riferimento i costi delle pratiche più efficienti;<br />

attivazione di un sistema di monitoraggio basato sui un pacchetto<br />

adeguato di indicatori, concordato tra il MS, il MEF e Regioni;<br />

promozione e valorizzazione delle risorse umane del SSN e<br />

partecipazione del personale medico e delle altre professioni sanitarie al<br />

governo del sistema;<br />

riorganizzazione e potenziamento della rete delle cure primarie,<br />

mediante la promozione di forme evolute di associazionismo tra i medici<br />

di medicina generale (MMG) e di integrazione con l’attività dei distretti<br />

sanitari;<br />

290


sviluppo dell’integrazione socio sanitaria a partire dall’assistenza alle<br />

persone non autosufficienti;<br />

messa in rete e monitoraggio dell’attività prescrittivi dei MMG;<br />

riorganizzazione e umanizzazione della rete ospedaliera, finalizzata<br />

anche al recupero di maggior efficienza nell’utilizzo delle risorse nelle<br />

Regioni;<br />

razionalizzazione dei sistemi di acquisto di beni e servizi attraverso<br />

modalità di esercizio sovraziendale e di centralizzazione degli acquisti.<br />

3.3 NORMATIVA REGIONALE<br />

La “produzione” a livello regionale, in linea di massima, è scaturita quale<br />

sviluppo applicativo di quella a livello nazionale o degli accordi/intese intervenute in<br />

ambito Conferenza Stato-Regioni. Tra gli atti assunti si segnalano:<br />

DGR n. 69 del 17 gennaio 2006 con la quale sono state approvate le<br />

modalità di determinazione del budget delle prestazioni di ricovero<br />

ospedaliero e dell’incremento finanziario per gli erogatori privati<br />

preaccreditati, valevoli per il 2006, nonché un incremento medio del<br />

3% delle tariffe per la remunerazione delle prestazioni di assistenza<br />

ospedaliera attualmente in vigore, nei limiti della TUC (Tariffa Unica<br />

Convenzionale) prevista per il 2006, con rinvio ad un ulteriore<br />

provvedimento l’adozione del nuovo tariffario. Viene in proposito<br />

disposto che il sistema di remunerazione così definito non è da ritenersi<br />

acquisito per gli anni successivi e potrà quindi essere ridefinito sulla<br />

base della futura programmazione e sulla base delle risorse disponibili.<br />

Con la stessa DGR vengono impegnati i Direttori generali a: 1) adottare<br />

i relativi provvedimenti applicativi entro il 15.3.2006 da trasmettere<br />

alla Direzione <strong>Regionale</strong> Servizi Sanitari con evidenziate le procedure di<br />

calcolo effettuate; 2) ad esercitare un rigoroso controllo dell’attività di<br />

ricovero delle strutture private preaccreditate al fine di mantenere il<br />

“case-mix” dei ricoveri ospedalieri ed evitare modifiche sostanziali dello<br />

stesso non supportate da valide ragioni cliniche ed epidemiologiche;<br />

DGR n. 70 del 17 gennaio 2007 con la quale sono stati definiti i<br />

criteri e le modalità per la determinazione dei volumi di attività e dei<br />

tetti di spesa per il 2006;<br />

DGR n. 1528 del 23 maggio 2006 e DGR n. 115 del 30 maggio<br />

2006 con le quali sono state deliberate l’individuazione delle fonti di<br />

291


copertura del sistema socio-sanitario regionale per il 2005 come<br />

previsto dalla legge 405/2001 recante “interventi urgenti in materia di<br />

spesa sanitaria” e dalla legge finanziaria per il 2005 (311/2004):<br />

rispettivamente per gli importi di 49.561.000 euro e 56.660.000 euro,<br />

facendo riferimento alle minori spese a carico del bilancio 2006<br />

determinate da operazione di ristrutturazione del debito regionale e<br />

dalla rideterminazione di alcuni stanziamenti di spesa;<br />

DGR n. 2288 del 18 luglio 2006 con la quale sono state autorizzate<br />

le competenti strutture regionali ad attivare dal 1° gennaio 2007 le<br />

attività al fine di garantire la formale applicazione dei nuovi standard e<br />

parametri per l’ autorizzazione e l’accreditamento delle strutture socio-<br />

sanitarie e sociali in base alla L.R. 22/2002, come scaturiti a seguito di<br />

sperimentazione conclusa a giugno 2006 riferita alle tipologie di unità<br />

di offerta afferenti alle aree Anziani, Disabili, Dipendenze, Minori e<br />

Prima infanzia;<br />

DGR n. 2681 del 7 agosto 2006 con la quale è stato delegato il<br />

Dirigente della Direzione Risorse Socio-Sanitarie della Regione ad<br />

adottare, entro termini compatibili con la normativa nazionale, uno o<br />

più decreti di recepimento dei nuovi schemi contabili obbligatori per le<br />

aziende sanitarie: bilancio di previsione e di esercizio, principi contabili<br />

nota integrativa e piano dei conti;<br />

DGR n. 2686 del 7 agosto 2006 con la quale sono stati assegnati gli<br />

obiettivi da conseguire ai Direttori ai fini del riconoscimento<br />

dell’integrazione del trattamento economico;<br />

DGR n. 2691 del 7 agosto 2006 con la quale sono stati approvati: 1)<br />

per ciascuna azienda sanitaria i criteri e le modalità di determinazione<br />

del tetto finanziario per la remunerazione di alcune prestazioni di<br />

ricovero ospedaliero oggetto di mobilità attiva e passiva e le modalità<br />

di remunerazione dei ricoveri attribuiti ai 52 DRG a rischio di<br />

inappropriatezza se erogati a favore di cittadini non residenti nell’a<br />

azienda ULSS di erogazione (con successivo provvedimento sarà<br />

provveduto alla definizione di specifici quadri sinottici riportanti i tetti<br />

per ciascuna azienda e valevoli per il biennio 2006-2007); 2) i criteri e<br />

le modalità ed i tempi di determinazione dei tetti di attività per gli<br />

erogatori privati pre-accreditati valevoli per il biennio 2006-2007 e le<br />

modalità di remunerazione dei ricoveri attribuiti ai 52 DRG a rischio di<br />

inappropriatezza se erogati a favore dei cittadini non residenti nell’<br />

azienda ULSS sede di ubicazione della struttura privata pre-accreditata.<br />

292


DGR n. 3595 del 15 novembre 2006 con la quale sono state<br />

assegnate alle Aziende sanitarie del <strong>Veneto</strong> le risorse finanziarie per il<br />

2006, per un totale complessivo di 6.670 mln di euro ai fini<br />

dell’erogazione dei LEA di cui: 333.100.000 euro per il Livello 1<br />

(Assistenza sanitaria collettiva in ambiente di lavoro), 3.198.520.000<br />

euro per il Livello 2 (Assistenza distrettuale), 3.053.543.000 per il<br />

Livello 3 (Assistenza ospedaliera) e 84.837.000 quali quote assegnate<br />

per maggiore costosità connessa a specificità aziendali e fondo di<br />

perequazione.<br />

293


4 ASPETTI ECONOMICO-FINANZIARI DEL S.S.R.<br />

4.1 FONTI E LIVELLI DI FINANZIAMENTO DELL’ESERCIZIO 2006<br />

• Il quadro di riferimento statale<br />

Con la legge 23 dicembre 2005 n. 266 (Finanziaria 2006) l’ammontare della<br />

spesa sanitaria corrente per il 2006 finanziata dallo Stato, da assegnare alle<br />

Regioni, è salito a 91.173 milioni di euro, rispetto agli 89.960 mln originariamente<br />

previsti dalla legge finanziaria 2005. All’incremento di 1.213 milioni di euro<br />

(+1,3%) hanno contribuito l’assegnazione di ulteriori 213 mln, a partire dal 2006,<br />

giustificati dai “maggiori oneri di personale del biennio 2004-2005 …”(art. 1,<br />

comma 182) e di 1.000 mln, limitatamente al 2006, “al fine di agevolare la<br />

realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica di cui al comma 274…” (comma<br />

278) 1 .<br />

Con successivo atto rep. 2552 del 28 marzo 2006 la Conferenza Stato-<br />

Regioni e Province Autonome ha espresso intesa sullo schema di ripartizione delle<br />

disponibilità finanziarie così come complessivamente individuate dalla Finanziaria,<br />

pur sottolineando, Regioni e Province Autonome, “che, a fronte del mancato<br />

incremento per l’anno 2006 delle risorse complessivamente previste per il Servizio<br />

Sanitario Nazionale si è giunti (…) ad un riparto in cui nessuna regione ha un<br />

finanziamento inferiore a quello dell’anno 2005”.<br />

Infine, con deliberazione n. 140 del 17/11/2006 (pubblicata sulla G.U. il<br />

23/01/2007), il CIPE ha definitivamente approvato l’assegnazione delle disponibilità<br />

alle Regioni e alle Province Autonome, destinando:<br />

• 88.180,8 mln di euro per il finanziamento indistinto dei livelli essenziali di<br />

assistenza (96,7%, contro il 97,5% del 2005);<br />

• 1.000 mln da ripartire con successivo Decreto del Ministero della Salute,<br />

d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni Province Autonome (1,1%);<br />

1 Il comma 274, recita: “Nell’ambito del settore sanitario, al fine di garantire il rispetto degli obblighi<br />

comunitari e la realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica, restano fermi:<br />

a) gli obblighi posti a carico delle regioni, nel settore sanitario, con la citata intesa Statoregioni<br />

del 23 marzo 2005, finalizzati a garantire l’equilibrio economico-finanziario, a<br />

mantenere i livelli essenziali di assistenza, a rispettare gli ulteriori adempimenti di carattere<br />

sanitario previsti dalla medesima intesa e a prevedere, ove si prospettassero situazioni di<br />

squilibrio nelle singole aziende sanitarie, la contestuale presentazione di piani di rientro pena<br />

la dichiarazione di decadenza dei rispettivi direttori generali;<br />

b) l’obbligo di adottare i provvedimenti necessari di cui all’articolo 1, comma 174, della<br />

legge 30 dicembre 2004, n. 311.<br />

294


• altri 1.992,2 mln a destinazione vincolata (2,2%);<br />

Per altre quote, il CIPE non ha provveduto alla ripartizione in attesa “di<br />

puntuali proposte da parte del Ministero della Salute”. In particolare:<br />

• 1.254 mln per la realizzazione di specifici obiettivi indicati nel P.S.N., ai sensi<br />

dell’art. 1, comma 34, l. 662/96;<br />

• 372,4 mln per altre attività a destinazione vincolata.<br />

Tav 2. : riparto CIPE parte corrente 2006 – Delibera 140/2006 (in mln di euro)<br />

295<br />

2006 2005 ∆ 06/05<br />

Finanziamento indistinto dei LEA, di cui: 88.180,8 85.972,9 2,6%<br />

- per l’Ospedale Bambino Gesù per mobilità 175,0 168,4<br />

- per Associazione Cavalieri di Malta per mobilità 37,0 32,8<br />

- concorso copertura oneri contrattuali (l. 350/03; l.266/05) 478,0 275,0*<br />

Incremento ex art. 1, c. 278 l. 266/05 1.000,0 -<br />

Finanziamento vincolato, di cui: 1.992,2 1.947,1 2,3%<br />

- per contratto IZS 10,0 -<br />

- per medicina penitenziaria 6,8 6,8<br />

- per finanziamento IZS (D. lgs. 270/93) 180,0 163,2<br />

- per concorso al finanziamento della Croce Rossa Italiana 119,0 116,4<br />

- per Regione Lazio (finanziamento ospedale Bambino Gesù) 50,0 50,0<br />

TOTALE ASSEGNATO 91.173,0 88.195,0 2,6%<br />

Quote accantonate, di cui: 1.626,4 1.610,6 1,0%<br />

- per realizzazione specifici obiettivi ex art. 1, c. 34, l. 662/96 1.254,0 1.228,8<br />

- per altre attività a destinazione vincolata 372,4 381,8<br />

* in aggiunta al finanziamento indistinto<br />

Per quanto attiene alla questione dei disavanzi del Sistema sanitario<br />

nazionale per gli anni 2002-2004, la Finanziaria 2006 (art. 1, commi 279-280) ha<br />

previsto, in deroga a quanto previsto dalla l. 405/01, lo stanziamento di 2.000 mln<br />

di euro, da assegnare alle regioni su base capitaria. L’accesso ai fondi è stato<br />

tuttavia subordinato all’espressione, entro il 31 marzo 2006, di un’intesa sullo<br />

schema di Piano Sanitario Nazionale 2006-2008, nonché di un programma di


interventi “previsti dal Piano nazionale di contenimento dei tempi di attesa, da<br />

allegare alla medesima intesa (…) 2 .<br />

• La situazione finanziaria della sanità veneta<br />

Come già evidenziato nel corso dell’indagine relativa all’esercizio 2005, negli<br />

ultimi anni il sistema sanitario regionale ha dovuto far fronte a notevoli problemi di<br />

liquidità che hanno investito, a cascata, sia la Regione <strong>Veneto</strong>, sia le aziende<br />

sanitarie ed ospedaliere operanti sul territorio.<br />

Permane l’annoso problema del ritardo con il quale lo Stato riversa alle<br />

regioni sia i mezzi ordinari per il finanziamento corrente della sanità (IRAP,<br />

Addizionale IRPEF, compartecipazione all’IVA) sia i gettiti delle manovre fiscali<br />

adottate dalle regioni stesse a correzione dei disavanzi di gestione verificatisi nel<br />

corso degli ultimi anni.<br />

Va altresì osservato come il meccanismo delle anticipazioni mensili dallo<br />

Stato alle regioni, previste dal D.M. 21 febbraio 2001 nella misura di un dodicesimo<br />

del gettito IRAP, Addizionale IRPEF e compartecipazione IVA, deliberato in sede<br />

CIPE, sia progressivamente entrato in crisi, anche e soprattutto per la mancata<br />

approvazione del decreto di riparto della compartecipazione IVA del 2002,<br />

circostanza questa che ha di fatto cristallizzato l’entità del riparto al 2001. Ciò ha<br />

determinato, dal 2002 al 2004, un rilevante deficit di finanziamento per le regioni al<br />

quale il Parlamento ha posto rimedio introducendo, per il 2004 e il 2005, una<br />

deroga alla disciplina ordinaria.<br />

Per quanto attiene al triennio 2005-2007, l’art. 1, comma 184 della l.<br />

311/04 (Finanziaria 2005) ha previsto che le regioni siano destinatarie di<br />

anticipazioni nella misura del 95% del finanziamento deliberato in sede CIPE, al<br />

netto delle entrate proprie. Prevede anche che, nelle more della delibera CIPE,<br />

dette anticipazioni siano erogate sull’ammontare 2004, rivalutato del 2% su base<br />

annua a decorrere dal 2005.<br />

Per concludere sull’argomento, la tavola che segue, elaborata sulla base<br />

della tabella allegata alla DGR 3092 del 3 ottobre 2006, dà contezza della<br />

situazione debitoria dello Stato nei confronti della Regione <strong>Veneto</strong>.<br />

2 Con deliberazione 2554 del 28 marzo 2006, la Conferenza Stato-Regioni Province Autonome ha sancito<br />

intesa sullo schema di D.M. Salute circa la ripartizione della somma di 2.000 mln di euro di cui al<br />

comma 279. Nella stessa seduta è stata espressa intesa sul Piano nazionale di contenimento dei tempi<br />

di attesa per il triennio 2006-2008 (atto n. 2555)<br />

296


Tav. 3: situazione di cassa del S.S.R. 2003-2006<br />

anno<br />

SITUAZIONE DI CASSA DEL S.S.R. (in mln di euro)<br />

erogazione spettante al<br />

<strong>Veneto</strong><br />

importo rif. CIPE<br />

2003 5.868 8/2003<br />

2004 6.083 26/2004<br />

anticipazioni<br />

erogate dallo<br />

Stato<br />

5.211<br />

5.863<br />

2005 6.758 47/2005 6.196<br />

562<br />

2006* 4.661 140/2006 4.211<br />

450<br />

TOTALE 23.370 21.481<br />

1.387<br />

*valori aggiornati al mese di agosto<br />

297<br />

credito Regione<br />

verso lo Stato<br />

In sede di approvazione del bilancio di previsione 2006, la Regione <strong>Veneto</strong><br />

prevedeva un fabbisogno per sanità stimato in circa 6.892 mln di euro (al netto<br />

delle entrate proprie delle aziende e del saldo di mobilità) e finanziato secondo lo<br />

schema che segue 3 :<br />

Tav. 4: fabbisogno sanitario nel bilancio di previsione regionale 2006 e risorse a copertura (mln di euro)<br />

375<br />

Fabbisogno Risorse a copertura<br />

Sanità corrente al netto delle<br />

entrate proprie e della mobilità<br />

Fabbisogno di spesa da coprire<br />

con IRAP libera<br />

Fabbisogno per trasferimenti<br />

soppressi ex d. lgs. 56/00 e<br />

Bassanini (di cui):<br />

Trasferimenti originari soppressi ex<br />

d. lgs. 56/00 diversi dal FSN corrente<br />

Compensazione minori entrate accisa<br />

benzina<br />

6.892,2<br />

Risorse destinate al<br />

finanziamento (di cui):<br />

6.892,2<br />

* IRAP (quota vincolata alla Sanità) 3.194,0<br />

* Addizionale IRPEF di base (di cui): 493,0<br />

* Compartecipazione IVA 3.205,2<br />

22,2 IRAP libera 22,2<br />

315,0<br />

Trasferimenti Bassanini 217,1<br />

Ex fondo asili nido 10,9<br />

Applicazione d. lgs. 56/00 per gli<br />

anni 2002-2004<br />

Risorse a copertura dei<br />

trasferimenti soppressi ex d. lgs.<br />

56/00 e Bassanini<br />

315,0<br />

26,6 Accisa 8 lire 6,4<br />

54,3 IVA libera 308,6<br />

6,0<br />

TOTALE 7.229,4 TOTALE 7.229,4<br />

Fonte: Regione del <strong>Veneto</strong> - Relazione al bilancio di previsione 2006<br />

3 Trattasi di una stima tecnica elaborata sulla base dei dati allora a disposizione.


• Direttive regionali per la predisposizione dei bilanci preventivi delle<br />

aziende e provvedimenti di riparto del FSR 2006<br />

Sulla base di tali previsioni, già in data 3 febbraio 2006 la competente<br />

Direzione regionale per le risorse socio-sanitarie emanava una circolare ai Direttori<br />

Generali delle aziende sanitarie ed ospedaliere ed al Commissario Straordinario del<br />

neo costituito Istituto Oncologico <strong>Veneto</strong> (I.O.V.), recante istruzioni sulla redazione<br />

delle proposte di Bilancio economico preventivo e del budget generale per il 2006 4 .<br />

Nel rammentare i vincoli posti dall’Intesa Stato-Regioni Province Autonome<br />

del 28 marzo 2006 relativamente al perseguimento dell’equilibrio economico-<br />

finanziario, resi ancor più stringenti dopo l’approvazione della legge finanziaria<br />

2006, nonché gli obblighi che l’Intesa medesima pone in capo alle regioni volti a<br />

“garantire in sede di programmazione regionale l’equilibrio economico-finanziario<br />

del servizio sanitario regionale nel suo complesso già in sede di preventivo<br />

annuale”, la circolare pone quale obiettivo generale per le aziende che “i costi della<br />

produzione non possano complessivamente superare quelli esposti nella<br />

rendicontazione del quarto trimestre 2005”, al netto degli arretrati contrattuali.<br />

costo:<br />

A tal riguardo, la circolare si sofferma soprattutto sulle seguenti aree di<br />

• personale: la stima della spesa deve tener conto, da una parte, degli oneri<br />

derivanti dai rinnovi dei CC.CC.NN.L., relativamente all’ “ultima tranche<br />

contrattuale del biennio economico 2004-2005” e agli accantonamenti ex art. 9<br />

l. 248/05, da rivalutare “sulla base del tasso di inflazione programmata”,<br />

dall’altra, del rispetto dei vincoli recati dalla Finanziaria 2006 in materia di<br />

spesa per il personale 5 ;<br />

• medicina convenzionata: la stima deve comprendere gli accantonamenti ex<br />

art. 9 l. 248/05 dovuti alla copertura degli oneri per il rinnovo dei contratti del<br />

personale convenzionato (Medici di medicina generale, Pediatri di libera scelta,<br />

e specialistica ambulatoriale interna);<br />

4 Circ. 74760/50.00.02.08 del 3 febbraio 2006.<br />

5 L’art. 1, comma 198, della l. 266/05 prescrive che “le amministrazioni regionali e gli enti locali di cui<br />

all’articolo 2, commi 1 e 2, del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, nonchè<br />

gli enti del Servizio sanitario nazionale… [adottino] misure necessarie a garantire che le spese di<br />

personale, al lordo degli oneri riflessi a carico delle amministrazioni e dell’IRAP, non superino per<br />

ciascuno degli anni 2006, 2007 e 2008 il corrispondente ammontare dell’anno 2004 diminuito dell’1<br />

per cento. A tal fine si considerano anche le spese per il personale a tempo determinato, con contratto<br />

di collaborazione coordinata e continuativa, o che presta servizio con altre forme di rapporto di lavoro<br />

flessibile o con convenzioni”.<br />

Il successivo comma 203, prevede espressamente che il vincolo sulle spese del personale sia tra gli<br />

adempimenti oggetto di verifica del Tavolo di monitoraggio previsto all’art. 12 dell’Intesa Stato Regioni<br />

Province Autonome del 23 marzo 2005.<br />

298


• farmaceutica territoriale ed ospedaliera: vengono ribaditi i tetti di spesa ex<br />

l. 326/03 6 .<br />

Con successiva DGR 63/CR del 20 giugno 2006, trasmessa per il parere di<br />

competenza alla Quinta Commissione consiliare, la Giunta ha provveduto ad<br />

assegnare alle aziende sanitarie ed ospedaliere, nonché all’istituto Oncologico<br />

<strong>Veneto</strong> 7 le risorse di competenza dell’esercizio 2006 (al netto della mobilità) ai fini<br />

dell’erogazione dei L.E.A., pari a circa 6.857 milioni di euro, di cui 7 mln accantonati<br />

nella prospettiva di una successiva destinazione legata all’avvio dei cosiddetti<br />

“ospedali di comunità”.<br />

Tav. 5: programma di finanziamento del S.S.R. per l’anno 2006 (in mln di euro)<br />

DESTINAZIONE DELLE RISORSE DI PARTE CORRENTE<br />

fabbisogno fonti di finanziamento<br />

importo (a) %/totale<br />

entrate<br />

proprie (b)<br />

FSR<br />

LIVELLO 1 - Assistenza Collettiva 358,91 5,1% 25,81 333,10<br />

LIVELLO 2 - Assistenza Territoriale 3.333,05 47,2% 117,05 3.211,60<br />

LIVELLO 3 - Assistenza Ospedaliera<br />

TOTALE contributi a destinanzione<br />

3.166,02 44,9% 45,13 3.117,30<br />

indistinta per il finanziamento dei LEA 6.857,98 97,2% 187,98 6.662,00<br />

risorse parte accentrata regionale 198,00 2,8% 0 206,00<br />

TOTALE GENERALE 7.055,98 100,0% 187,98 6.868,00<br />

Nelle more dell’adozione in via definitiva dello strumento di riparto, a seguito<br />

del parere favorevole comunicato dalla V Commissione consiliare in data 10 ottobre<br />

2006 (DGR 3595 del 15 novembre 2006), la Giunta regionale ha altresì approvato<br />

“Azioni varie di riequilibrio economico” (DGR n. 3092 del 3 ottobre 2006), con le<br />

quali, analogamente a quanto avvenuto nel 2005, vengono fissati tetti di costosità<br />

relativi alle principali voci del conto economico, il cui superamento dovrebbe<br />

comportare la decadenza automatica del Direttore Generale. In realtà, la tabella<br />

allegata alla DGR, che riporta i valori di costosità ammessi, precisa che “eventuali<br />

scostamenti (…) non comporteranno la decadenza automatica del Direttore<br />

6 “A decorrere dall'anno 2004, fermo restando quanto già previsto dall'articolo 5, comma 1, del decretolegge<br />

18 settembre 2001, n. 347, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 novembre 2001, n.<br />

405, in materia di assistenza farmaceutica territoriale, l'onere a carico del SSN per l'assistenza<br />

farmaceutica complessiva, compresa quella relativa al trattamento dei pazienti in regime di ricovero<br />

ospedaliero, e' fissata, in sede di prima applicazione, al 16 per cento come valore di riferimento, a<br />

livello nazionale ed in ogni singola regione.<br />

7 Istituito con l.r. n. 26 del 22 dicembre 2005.<br />

299


generale solo se giustificati da motivazioni di carattere esterno alle azioni di<br />

competenza del Direttore generale (…) per le quali dovrà fornire adeguate<br />

illustrazioni, che saranno valutate dalla Giunta regionale con apposito<br />

provvedimento. Eventuali variazioni in aumento dei costi potranno essere<br />

considerate positivamente solo se in relazione ad un aumento dei ricavi<br />

effettivamente accertato.”<br />

Tale provvedimento, anche per l’esercizio 2006, ha assorbito gli<br />

adempimenti previsti dall’art. 39 della l.r. 55/94 (visto di congruità sui bilanci di<br />

previsione delle aziende sanitarie).<br />

300


4.2 RISULTANZE <strong>DEI</strong> BILANCI D’ESERCIZIO.<br />

Con Circolare 16 febbraio 2007, n. 94317/50.00.02.08, la Direzione Risorse<br />

Socio-Sanitarie emanava specifiche direttive ai direttori generali delle aziende<br />

sanitarie ed ospedaliere per la redazione del bilancio d’esercizio 2006.<br />

I punti di riferimento venivano individuati da una parte nella riproposizione<br />

delle disposizioni già oggetto di precedente circolare (n. 725481/50.00.02.00.00 del<br />

18 dicembre 2006), dall’altra nelle indicazioni fornite dal visto di congruità sui<br />

bilanci d’esercizio 2005, allora in fase di approvazione, di cui si fornivano parziali<br />

anticipazioni 8 .<br />

Con D.G.R. n. 391 del 20 febbraio 2007 la Giunta regionale approvava il<br />

provvedimento di presa d’atto dei bilanci d’esercizio 2005 e ne attribuiva il visto di<br />

congruità, disponendo altresì che le aziende effettuassero “le necessarie verifiche e<br />

scritture di riconciliazione con riferimento alle segnalazioni riportate nel rapporto<br />

tecnico” allegato alla deliberazione medesima. In tali prospetti (allegati A, B, C, D,<br />

E), gli uffici regionali segnalavano, azienda per azienda, le criticità riscontrate sia<br />

rispetto ai principi contabili (criticità sostanziali), sia di natura meramente formale<br />

fornendo specifiche prescrizioni per la redazione del bilancio d’esercizio 2006.<br />

Dalla lettura dell’allegato A, emerge che delle 23 aziende sanitarie oggetto<br />

del provvedimento, solo 2 (n. 18 Rovigo e 20 Verona) non presentavano criticità<br />

sostanziali o formali, mentre solo per 4 (n. 3 Bassano del Grappa, n. 5 Arzignano,<br />

n. 6 Vicenza, n. 15 Cittadella) la Regione non riteneva di proporre particolari<br />

prescrizioni per il bilancio 2006.<br />

Più dettagliato, nel fornire il quadro economico delle singole aziende, il<br />

contenuto dell’allegato B, il quale, a fronte dell’entità della perdita d’esercizio<br />

emersa, indica sia le proposte di copertura da parte dei direttori generali, sia le<br />

8 La circolare ribadiva l’importanza dei dati di preconsuntivo (quarta rendicontazione trimestrale 2006) in<br />

quanto rilevanti ai fini del Tavolo di verifica nazionale ex art. 12, comma 3, Accordo Stato-Regioni<br />

Province Autonome del 23 marzo 2005, e la necessità che i valori rilevati fossero aderenti con quelli<br />

di consuntivo 2006. Per il resto, la circolare forniva istruzioni tecniche ai fini di una corretta ed<br />

omogenea redazione dei consuntivi 2006. Particolarmente significativi i richiami nei confronti dei<br />

Collegi sindacali delle aziende per il puntuale adempimento di quanto previsto all’art. 43 della l.r.<br />

55/94, laddove prevede che:<br />

1. Il collegio dei revisori formula al direttore generale un parere preventivo sul progetto di bilancio di<br />

esercizio nel quale esprime le proprie valutazioni e proposte con riguardo alla redazione del<br />

bilancio stesso.<br />

2. Il collegio dei revisori con riferimento al bilancio di esercizio deve esaminare e valutare in<br />

apposita relazione:<br />

a) l'andamento della gestione nel suo complesso ed i risultati conseguiti nell'esercizio, anche in<br />

rapporto al grado di realizzazione del budget;<br />

b) l'affidabilità, la compiutezza e la correttezza nella tenuta della contabilità e la corrispondenza<br />

fra i dati del bilancio e le risultanze delle scritture contabili;<br />

c) la coerenza e la corrispondenza dei contenuti del bilancio di esercizio ai principi e alle norme<br />

di cui agli articoli 27, 28 e 29.<br />

301


iniziative per il riequilibrio della situazione economica adottate dall’azienda, sia, in<br />

ultimo, le osservazioni dei revisori dei conti in ordine alle proposte del direttore<br />

generale.<br />

Il quadro d’insieme che emerge dall’allegato B non si discosta da quello<br />

osservato nel corso delle precedenti indagini. Se si eccettuano le aziende sanitarie<br />

n. 4 di Thiene e n. 7 di Pieve di Soligo che hanno chiuso il 2005 in utile, per il resto<br />

la situazione mostra forti squilibri economici che, per la loro ricorrenza, hanno<br />

ormai assunto carattere strutturale. Altrettanto ricorrenti sono sia le proposte di<br />

ripiano, riassumibili nella richiesta di ricapitalizzazione da parte della Regione, sia le<br />

iniziative per il riequilibrio dei conti le quali, peraltro, ricalcano le iniziative suggerite<br />

da anni dalla Regione in sede di programmazione sanitaria, quali la riduzione del<br />

tasso di ospedalizzazione, la maggiore appropriatezza, la riduzione dei costi<br />

comprimibili.<br />

E se una parte delle aziende sanitarie riconduce le iniziative volte al<br />

riequilibrio della situazione economica a precise strategie aziendali, altre invece,<br />

richiamando esplicitamente la strutturalità delle perdite, ribadiscono l’inadeguatezza<br />

delle sole iniziative aziendali ai fini dell’equilibrio gestionale e, in particolare, la<br />

struttura dei costi della produzione rigida, con voci difficilmente comprimibili a<br />

parità di prestazioni da erogare, quali la spesa per il personale o l’acquisto di beni<br />

e servizi sanitari.<br />

Con D.G.R. n. 2902 del 18 settembre 2007 la Giunta ha approvato<br />

l’accertamento del risultato d’esercizio del SSR <strong>Veneto</strong> per il 2006.<br />

Le risultanze contabili del consolidato regionale (dato dalla somma dei valori<br />

delle 21 aziende sanitarie, 2 ospedaliere e dell’Istituto Oncologico <strong>Veneto</strong>), redatte<br />

secondo i criteri civilistici, hanno evidenziato un risultato d’esercizio in perdita per<br />

652,6 milioni di euro, inferiore del 7,3% ai –704,04 mln del 2005.<br />

Tuttavia, tenendo conto delle rettifiche apportate dalla Regione<br />

successivamente alla fase del consolidamento (vedi tavola seguente) il 2° risultato<br />

d’esercizio è sceso a 284,6 mln in leggero aumento rispetto ai –242,3 mln del 2005<br />

e ai 250,5 mln del 2004 9 .<br />

9 Tra i maggiori ricavi, 18,3 mln sono dovuti a maggiori risorse regionali ex DGR 4441/2006, 279,8 a<br />

ulteriori finanziamenti statali. I minori costi si sostanziano in 60,4 mln per quote di sterilizzazione di<br />

ammortamenti e in 9,4 mln per oneri per ferie.<br />

302


Tav. 6: Consolidato regionale- andamento dei risultati d’esercizio 2002-2006 (in mln di euro)<br />

2002 2003 2004 2005 2006<br />

1° risultato d'esercizio -335,0 -430,0 -606,9 -704,0 -652,6<br />

maggiori ricavi (di cui:) 24,4 100,1 290,3 395,6 298,2<br />

minori costi 66,0 67,9 66,1 66,1 69,8<br />

entità rettifica 90,4 168,0 356,4 461,7 368,0<br />

risultato d'esercizio rettificato -244,6 -262,0 -250,5 -242,3 -284,6<br />

incidenza % rettifica/1° risultato<br />

d'esercizio<br />

incidenza % maggiori ricavi/entità<br />

rettifica<br />

27,0% 39,1% 58,7% 65,6% 56,4%<br />

27,0% 59,6% 81,5% 85,7% 81,0%<br />

incidenza % minori costi/entità rettifica 73,0% 40,4% 18,5% 14,3% 19,0%<br />

La copertura del 2° risultato d’esercizio risulta comunque accertata in sede<br />

di Tavolo di monitoraggio istituito presso il Ministero dell’economia.<br />

Nei successivi due paragrafi si dà contezza dell’andamento del valore e dei<br />

costi della produzione con riferimento sia alle dinamiche complessive del<br />

consolidato regionale, sia a quelle delle singole aziende.<br />

303


4.2.1 Il consolidato regionale<br />

Come già detto il risultato d’esercizio derivante dal consolidamento dei conti<br />

economici d’esercizio delle 24 aziende che gestiscono il servizio sanitario a livello<br />

regionale espone perdite per 652,6 mln di euro (1° risultato d’esercizio).<br />

Per quanto riguarda le diverse partizioni del bilancio d’esercizio, con<br />

riferimento all’ultimo triennio, la tavola n. 5 espone le seguenti risultanze:<br />

Tav. 7: Bilanci d’esercizio 2004-2006 –partizione del Conto economico (in mln di euro)<br />

2004 2005 2006<br />

304<br />

∆<br />

06/04<br />

∆<br />

06/05<br />

∆<br />

05/04<br />

Valore della produzione 7.763,9 8.422,8 8.770,0 13,0% 4,1% 8,5%<br />

Costi della produzione 8.379,2 9.129,3 9.413,5 12,3% 3,1% 9,0%<br />

Proventi e oneri finanziari -16,7 -12,6 -20,6 23,6% 63,9% -24,6%<br />

Rettifiche di valore di attività<br />

finanziarie<br />

-1,1 -0,7 0,0 -99,9% -99,8% -36,4%<br />

Proventi e oneri straordinari 26,2 15,8 11,5 -56,1% -27,3% -39,7%<br />

VALORE DELLA PRODUZIONE<br />

L’ammontare del valore della produzione iscritto nei bilanci d’esercizio 2006<br />

delle aziende sanitarie ed ospedaliere, suddiviso nelle diverse classi è descritto nella<br />

tavola che segue. Come si può osservare, nel 2006 si registra un incremento del<br />

4,1% rispetto al 2005 (8.770 mln contro 8.422,8 mln), meno sostenuto rispetto al<br />

+ 8,5% del biennio precedente (2005-2004), che comunque porta l’aumento su<br />

base triennale al +13%.<br />

Tav. 8: Conti economici 2004-2006 – valore della produzione (in mln di euro)<br />

CLASSI 2004 2005 2006<br />

∆<br />

06/04<br />

∆<br />

06/05<br />

∆<br />

05/04<br />

Contributi in c/esercizio 5.922,9 6.497,6 6.763,9 14,2% 4,1% 9,7%<br />

Ricavi per prestazioni sanitarie e<br />

socio sanitarie<br />

1.653,1 1.783,8 1.803,7 9,1% 1,1% 7,9%<br />

Altri ricavi e proventi 187,0 141,1 202,0 8,0% 43,1% -24,5%<br />

Costi capitalizzati 0,9 0,3 0,5 -48,7% 54,0% -66,7%<br />

Totale 7.763,9 8.422,8 8.770,0 13,0% 4,1% 8,5%


Con riferimento ai principali aggregati, si osserva quanto segue:<br />

• nella classe dei contributi in conto esercizio (per il 99,8% costituiti da<br />

contributi in conto esercizio erogati dalla Regione <strong>Veneto</strong>) si registra un<br />

incremento su base triennale del 14,2%, anche in questo caso dovuto ad un<br />

forte aumento registrato tra 2004 e 2005 (+9,7%) seguito da un incremento<br />

più contenuto nell’ultimo anno (+4,1%). Si deve comunque tener conto che il<br />

2005 ha rappresentato l’esercizio di competenza per i rinnovi contrattuali del<br />

personale dipendente e delle convenzioni;<br />

• nella classe dei ricavi per prestazioni sanitarie e socio sanitarie si<br />

evidenzia la medesima dinamica, con un incremento percentuale più marcato<br />

nel biennio 2005-2004 (+7,9%) rispetto a quanto avvenuto tra 2006 e 2005<br />

(+1,1%). Premesso che, per quanto riguarda i ricavi da prestazioni rese in<br />

regime di mobilità intraregionale, il valore del consolidato rappresenta un<br />

mero volume di scambio tra le aziende operanti sul territorio, si osserva anche<br />

in questo caso un leggero aumento rispetto al 2005 (+1,6%), dopo che tra<br />

2004 e 2005 l’entità delle transazioni tra aziende aveva subito un incremento<br />

molto più sostenuto (+9,8%). Disaggregando ulteriormente il dato, si<br />

evidenzia, specie rispetto al 2005, il diverso comportamento degli aggregati<br />

economicamente più consistenti: diminuiscono i ricavi per mobilità ospedaliera<br />

(-0,1%), mentre i volumi di scambio nella specialistica ambulatoriale appaiono<br />

in costante ascesa (+10,2%, dopo il +10,3% registrato tra 2004 e 2005). Per<br />

quanto concerne il dato della mobilità extraregionale, si osserva una<br />

diminuzione complessiva dei ricavi rispetto al 2005 (-1,1%), che interrompe la<br />

tendenza alla costante crescita registrata nell’ultimo quinquennio. Si tratta<br />

tuttavia per il 2006 di dati ancora largamente provvisori, non essendosi ancora<br />

concluso l’iter per il consolidamento dei dati (contestazioni, controdeduzioni,<br />

compensazioni tra aziende e tra regioni) previsto dalla normativa vigente.<br />

Anche in questo caso, disaggregando il dato, si può osservare come la<br />

diminuzione dei ricavi si concentri particolarmente sull’attività che rappresenta<br />

l’80% delle entrate per mobilità extraregione, vale a dire i ricoveri ospedalieri (-<br />

1,8%), mentre nella specialistica ambulatoriale si registra un incremento del<br />

6,3%).<br />

Altre due importanti fonti di ricavo sono rappresentate:<br />

o dall’attività libero professionale (c.d. intramoenia) resa da personale<br />

dipendente. Si osserva una leggera flessione su base triennale (-0,7%),<br />

305


interamente ascrivibile al 2005 (-6%) e non sufficientemente colmata<br />

dall’aumento registrato nell’ultimo esercizio (+5,6%);<br />

o dalla compartecipazione alla spesa per prestazioni sanitarie e socio sanitarie<br />

(ticket, compartecipazione alle rette, proventi per mancato ritiro dei referti,<br />

etc.). In questo caso si evidenzia un aumento dei ricavi su base triennale<br />

pari al 3,8%, sostanzialmente ascrivibile all’ultimo esercizio (+2,8%).<br />

COSTI DELLA PRODUZIONE<br />

L’andamento complessivo dei costi della produzione nel triennio 2004-2006<br />

presenta una crescita del 12,3%, con una dinamica assai più accentuata nel 2005<br />

(+9%, sostanzialmente riconducibile ai maggiori oneri dovuti al rinnovo dei<br />

contratti per il personale dipendente) rispetto all’ultimo esercizio nel corso del quale<br />

l’aumento dei costi si è limitato ad un +3,1%.<br />

La tavola che segue espone i dati suddivisi nelle diverse classi di costo.<br />

Tav. 9: Conti economici 2004-2006 – costi della produzione (in mln di euro)<br />

CLASSI 2004 2005 2006<br />

306<br />

∆<br />

06/04<br />

∆<br />

06/05<br />

∆<br />

05/04<br />

Acquisti di beni 830,6 897,9 970,4 16,8% 8,1% 8,1%<br />

Acquisti di servizi sanitari e<br />

socio sanitari<br />

4.046,3 4.365,8 4.551,2 12,5% 4,2% 7,9%<br />

Acquisti di servizi non sanitari<br />

546,7 587,6 646,7 18,3% 10,1% 7,5%<br />

Godimento di beni di terzi 44,1 48,3 56,8 28,7% 17,5% 9,5%<br />

Personale 2.474,4 2.705,4 2.614,2 5,6% -3,4% 9,3%<br />

Oneri diversi di gestione 286,5 317,2 341,8 19,3% 7,8% 10,7%<br />

Ammortamenti e svalutazioni<br />

182,0 199,4 214,5 17,9% 7,6% 9,6%<br />

Variazione delle rimanenze -40,1 -11,1 -8,3 -79,2% -25,1% -72,3%<br />

Accantonamenti 8,6 18,8 26,2 204,1% 39,3% 118,3%<br />

Totale 8.379,1 9.129,3 9.413,5 12,3% 3,1% 9,0%<br />

Relativamente agli aggregati economicamente più rilevanti, si rileva il<br />

quanto segue:


• Acquisti di beni<br />

Con riferimento all’esercizio 2005 si osserva un incremento dell’8,08%,<br />

pressoché identico a quello registrato nel 2004 (+8,10%).<br />

Rispetto alla somma dei costi posti a limite della decadenza automatica dei<br />

direttori generali (D.G.R. 3092/06), fissata per la macro area degli acquisti di beni<br />

in 983,84 mln di euro, si può osservare come l’obiettivo di contenimento indicato<br />

dalla Regione sia stato complessivamente raggiunto (970,5 mln). Tra i beni<br />

sanitari si registra una dinamica di crescita leggermente inferiore sia rispetto al<br />

2005 (+7,8%), sia su base triennale (+17%, contro il 17,3% dell’intera classe).<br />

Permane, tuttavia, una forte spinta all’aumento dei prodotti farmaceutici ed<br />

emoderivati (+23% su base triennale, sia pure nel 2006 si assista ad un<br />

rallentamento del ritmo di crescita) e dei materiali per la profilassi igienico-<br />

sanitaria, i sieri e i vaccini (+39,2% sul triennio, in costante crescita). Tra i beni<br />

non sanitari (che peraltro incidono in misura assai più modesta sul totale), si<br />

osserva un incremento molto forte nell’ultimo anno (+14,5%), dopo che nel 2004 la<br />

crescita si era stata dell’1,1%. Particolarmente rilevanti gli aumenti dei costi per<br />

l’acquisto di materiali per manutenzioni e riparazioni (+21,6%, contro il +0,6%<br />

registrato tra 2004 e 2005), di altri beni non sanitari (cancelleria, carta, ricettari,<br />

libri, giornali, etc., +16,5%, +4,6% tra 2004 e 2005) e di prodotti alimentari<br />

(+13,2%, mentre tra 2004 e 2005 si era assistito ad una diminuzione del 6,4%).<br />

• Acquisti di servizi sanitari e socio sanitari<br />

Rispetto all’esercizio 2005, la classe consegue un aumento del 4,2% che,<br />

aggiunto al +7,9% registrato tra 2004 e 2005, porta la crescita su base triennale al<br />

12,5%. Si tratta tuttavia di una dato meramente indicativo, che contiene al suo<br />

interno fattispecie difficilmente sommabili, con particolare riferimento ai dati della<br />

mobilità sanitaria. Difatti, i costi della mobilità intraregionale, analogamente ai<br />

ricavi, di cui si è detto nel paragrafo precedente, a livello di consolidato regionale<br />

vanno considerati alla stregua di meri volumi di scambio tra aziende. Così come i<br />

costi della mobilità extraregionale vanno visti in un’ottica di saldo con i relativi<br />

ricavi; saldo, che tradizionalmente, premia la capacità attrattiva della Regione<br />

<strong>Veneto</strong>: nel 2006 (dati provvisori) i ricavi hanno superato i costi per circa 116 mln<br />

di euro, contro i 114 mln del 2005 e i 122 mln del 2004. Più facilmente analizzabili<br />

sono altri aggregati di costo, in primis gli acquisti di prestazioni da soggetti privati<br />

che da soli rappresentano quasi i 2/3 dell’intera classe.<br />

Va detto, in premessa, che l’obiettivo di 2.893 milioni di euro posto dalla<br />

D.G.R. 3092/06 quale tetto di costosità complessivo per la macroarea è stato<br />

307


aggiunto (2.810 mln di euro il dato di consuntivo). Fra gli aggregati<br />

economicamente più rilevanti, si evidenziano tuttavia comportamenti assai<br />

dissimili: diminuisce leggermente la spesa per il rimborso delle prestazioni di<br />

ricovero ordinario e diurno alle strutture ospedaliere convenzionate (-0,5% sul<br />

2005, dopo che tra 2004 e 2005 i costi erano aumentati del 12,2%); aumentano,<br />

ma al di sotto della media della sottoclasse e soprattutto del biennio precedente<br />

laddove avevano pesato i maggiori oneri per il rinnovo delle rispettive convenzioni, i<br />

costi per le prestazioni di medicina di base (+5%, contro il +12,1% registrato tra<br />

2004 e 2005) e per l’assistenza specialistica convenzionata interna (+9,7%, contro<br />

il 27,2%). Ritorna a crescere, dopo il calo registrato nel 2005, il costo<br />

dell’assistenza farmaceutica erogata dalle farmacie convenzionate (+3,4%, contro il<br />

–2%). Pur trattandosi di valori tuttora compatibili con i limiti fissati dalla normativa<br />

nazionale, non si può non osservare come la spesa farmaceutica convenzionata,<br />

dopo essere scesa nel corso del triennio 2001-2003 da 786,3 a 726,5 mln di euro (-<br />

7,6%), nei successivi tre anni abbia dato segni di ripresa: già nel 2004 erano 793,2<br />

i milioni di euro rimborsati alle farmacie convenzionate (+9,2% rispetto all’esercizio<br />

precedente); il triennio 2004-2006 si è quindi chiuso con una crescita complessiva<br />

dell’1,3%. In forte crescita si rivelano i costi per l’acquisto di prestazioni di<br />

assistenza specialistica diagnostica da strutture accreditate (+34,4% su base<br />

triennale, equamente distribuiti nei due bienni) e quelli per prestazioni e servizi a<br />

favore di anziani, la cui dinamica di crescita (+24,3% su base triennale) appare<br />

particolarmente sostenuta proprio nell’ultimo anno (+15,3%).<br />

Altrettanto interessanti sono i dati relativi all’acquisto di servizi sanitari e<br />

socio sanitari da soggetti privati. Tale aggregato espone una crescita dei costi su<br />

base triennale pari al +6%, conseguita sostanzialmente nell’ultimo anno (+4,9%).<br />

Tra i costi economicamente più rilevanti spicca in particolare l’incremento registrato<br />

negli acquisti di servizi sanitari con contratti in service (+17,7% nel triennio,<br />

equamente distribuito nei due bienni) 10 . In leggera crescita rispetto al 2005<br />

(+2,8%), ma complessivamente in flessione su base triennale (-6,1%) i costi per<br />

compensi per libera professione. Anche in questo caso, però, il dato va più<br />

correttamente analizzato in riferimento al saldo con i corrispondenti ricavi per<br />

prestazioni libero professionali.<br />

10 In sostanza, si tratta di canoni onnicomprensivi di contratti che prevedono la messa a disposizione di<br />

attrezzature tecnico sanitarie, di laboratorio e per immagini (TAC, RRMN, Angiografi), i relativi<br />

materiali di consumo e le manutenzioni, con eventuale assistenza tecnico-sanitaria. Altri esempi sono:<br />

i servizi di pronto soccorso e trasporto ammalati in appaltato, l’elisoccorso, (…). Il corsivo è tratto dal<br />

“Piano dei conti delle Unità locali socio-sanitarie e delle aziende ospedaliere del <strong>Veneto</strong>” (Regione<br />

<strong>Veneto</strong>, Giunta <strong>Regionale</strong>, Unità di progetto controllo e sistema informatico socio sanitario, Venezia,<br />

aprile 2000, p. 138)<br />

308


• Acquisti di servizi non sanitari<br />

La classe consegue un aumento dei costi su base triennale pari al 18,3%<br />

(+10,1% tra 2005 e 2006, contro il +7,5% registrato fra 2004 e 2005). Purtuttavia<br />

il costo complessivo nel 2006 (646,7 mln) è inferiore a quello fissato in sede di<br />

programmazione regionale (666 mln). Si tratta di diverse tipologie di costi sostenuti<br />

dalle aziende per servizi affidati in appalto a soggetti terzi. Il raffronto su base<br />

triennale evidenzia, nelle voci più rilevanti, valori superiori alla media nelle spese di<br />

riscaldamento (+22,3%, concentrato soprattutto tra 2004 e 2005) ed in quelle per<br />

utenze (+19,7%, in progressiva crescita). Notevolissimo l’incremento registrato sul<br />

conto altri servizi non sanitari (che raggruppa servizio di riscossione coattiva,<br />

rimborsi spese vitto e alloggio, verifiche e controlli effettuati dall’ARPAV 11 ), che<br />

passa dai 37,4 del 2004 ai 67,1 mln nel 2006 (+79,6%). E’ da notare come dal<br />

2001 tale voce abbia conseguito un incremento pari al 154,9% (contro una media<br />

della sottoclasse del 42,9%). In diminuzione, sul triennio, i costi per servizi di<br />

consulenza (-3,4%).<br />

• Personale<br />

Rispetto al 2005, anno in cui si sono scaricati i maggiori oneri derivanti dai<br />

rinnovi contrattuali del personale dipendente (dirigenziale e di comparto), l’esercizio<br />

2006 si chiude con una flessione della spesa pari al 3,4%. Tuttavia, considerato il<br />

forte aumento conseguito tra 2004 e 2005 (+9,3%), il valore su base triennale è in<br />

crescita del 5,6%. A determinare la flessione rispetto al 2005 sono il drastico calo<br />

degli oneri complessivi per rinnovi contrattuali di competenza dell’esercizio, dovuti<br />

al personale ma non ancora ripartiti per singola posizione (-63,2%) e di quelli di<br />

competenza di esercizi precedenti, la cui decorrenza è fissata a partire dagli esercizi<br />

precedenti (-92,1%).<br />

Per quanto concerne le singole aree professionali, si osserva una aumento<br />

medio dei costi intorno al 5,8% sul 2005 e dell’11% su base triennale.<br />

Complessivamente, i costi per il personale rilevati a consuntivo (2.614,2<br />

mln) risultano leggermente superiori al limite fissato dalla D.G.R. 3092/06 (2.585,4<br />

mln).<br />

11 ibidem, p. 150<br />

309


4.2.2 Gli andamenti nelle singole aziende<br />

Il grafico e la tavola che seguono espongono i risultati d’esercizio pro capite<br />

(in unità di euro), conseguiti dalle 21 aziende sanitarie territoriali nel 2006 12 .<br />

Sono solo due le aziende che hanno chiuso l’esercizio in utile (Thiene e Pieve<br />

di Soligo), rispetto alle tre del 2005 (Bassano, Thiene e Pieve di Soligo). Le altre 19<br />

chiudono l’anno con perdite più o meno rilevanti, comunque mediamente inferiori a<br />

quelle registrate nel 2005. Fanno eccezione le aziende sanitarie n. 3 di Bassano (-<br />

7,5 mln), che nel 2005 risultava in utile per circa 1,5 mln, n. 5 di Arzignano (-11,86<br />

mln, contro i 10,1 mln del 2005), n. 9 di Treviso (-31,4 mln, rispetto ai 22,6<br />

dell’esercizio precedente) e n. 16 di Padova (-83,4 contro i 59,5 del 2005). Il<br />

segmento più scuro delle barre bicolori rappresenta la quota di deficit superiore al<br />

dato medio complessivo delle aziende sanitarie in perdita (ultima barra a destra).<br />

50<br />

0<br />

-50<br />

-100<br />

-150<br />

-200<br />

-250<br />

-300<br />

Belluno<br />

Feltre<br />

Bassano<br />

Thiene<br />

Arzignano<br />

*solo aziende sanitarie in perdita<br />

Vicenza<br />

Pieve di S.<br />

Asolo<br />

Treviso<br />

S. Donà<br />

Veneziana<br />

Mirano<br />

Nella tavola successiva, in particolare, sono esposti i dati del 1° risultato<br />

d’esercizio a partire dal 2001. In grassetto sono riportati gli esercizi chiusi in utile o<br />

in pareggio.<br />

12 Escluse le due Aziende Ospedaliere di Padova e Verona e l’I.O.V.<br />

310<br />

Chioggia<br />

Cittadella<br />

Padova<br />

Este<br />

Rovigo<br />

Adria<br />

Verona<br />

Legnago<br />

Bussolengo<br />

MEDIA A.S.*


Tav. 10: Evoluzione dei risultati di esercizio pro capite 2001-2006 (in unità di euro)<br />

AZIENDE<br />

2001 2002 2003 2004 2005 2006<br />

Azienda Ulss 1 Belluno -231,8 -45,8 -74,3 -76,3 -165,4 -66,5<br />

Azienda Ulss 2 Feltre -180,2 0,2 6,3 -79,6 -120,8 -39,2<br />

Azienda Ulss 3 Bassano -134,9 -45,1 -3,3 1,6 8,6 -43,0<br />

Azienda Ulss 4 Thiene -67,9 -13,7 9,8 27,6 10,9 19,9<br />

Azienda Ulss 5 Arzignano -103,2 -32,2 -13,7 -59,1 -57,8 -67,4<br />

Azienda Ulss 6 Vicenza -162,7 -128,5 -173,8 -160,7 -169,1 -156,9<br />

Azienda Ulss 7 Pieve di Soligo -25,8 1,4 1,9 19,0 18,5 8,7<br />

Azienda Ulss 8 Asolo -64,6 -3,9 0,0 0,0 -46,7 -41,8<br />

Azienda Ulss 9 Treviso -8,8 -20,9 2,4 -53,3 -57,4 -78,7<br />

Azienda Ulss 10 San Donà -160,1 -20,7 -41,4 -95,1 -123,1 -115,1<br />

Azienda Ulss 12 Veneziana -321,2 -127,2 -186,2 -219,9 -320,2 -250,8<br />

Azienda Ulss 13 Mirano -152,3 -96,9 -66,9 -106,2 -119,9 -105,3<br />

Azienda Ulss 14 Chioggia -139,8 -87,1 -84,1 -109,9 -145,1 -109,5<br />

Azienda Ulss 15 Cittadella -79,7 -65,2 -51,4 -91,3 -111,8 -73,5<br />

Azienda Ulss 16 Padova -213,4 -82,9 -139,7 -232,3 -146,8 -203,9<br />

Azienda Ulss 17 Este -163,4 -33,1 -92,0 -136,7 -127,7 -80,6<br />

Azienda Ulss 18 Rovigo -287,8 -144,8 -187,2 -260,0 -300,1 -247,1<br />

Azienda Ulss 19 Adria -122,8 -37,9 -46,8 -97,9 -150,0 -146,1<br />

Azienda Ulss 20 Verona -216,4 -77,9 -94,6 -151,1 -161,8 -160,8<br />

Azienda Ulss 21 Legnago -169,1 -115,3 -113,0 -132,8 -151,8 -136,3<br />

Azienda Ulss 22 Bussolengo -165,3 -103,1 -131,1 -184,4 -174,8 -156,9<br />

MEDIA AZIENDE SANITARIE*<br />

*solo aziende sanitarie in perdita<br />

-151,0 -67,5 -93,7 -132,2 -139,0 -120,0<br />

In questa sede sono state esaminate le principali voci di costo iscritte nei<br />

conti consuntivi 2006, con riferimento sia alle risultanze degli esercizi 2004 e 2005,<br />

sia all’entità dell’eventuale scostamento dagli obiettivi previsionali ex DGR 3092/06<br />

che rilevano, come già ricordato, ai fini dell’eventuale decadenza automatica dei<br />

direttori generali.<br />

I dati elaborati sono tratti dai conti economici consuntivi trasmessi dalla<br />

Direzione Risorse Socio Sanitarie della Regione <strong>Veneto</strong>.<br />

311


PROVINCIA DI BELLUNO<br />

• Azienda Ulss n. 1 Belluno<br />

L’esercizio 2006 si è chiuso in perdita per 8,6 mln di euro, in sensibile<br />

diminuzione rispetto al risultato del 2005 (-21,4 mln) ed in leggera flessione anche<br />

sul 2004 (-9,9 mln). Il valore della produzione è aumentato del 4,6% sul 2005,<br />

dell’11,2% su base triennale, mentre la dinamica dei costi, di un punto percentuale<br />

più bassa rispetto ai ricavi su base triennale (+10,2%), ha subito un fortissimo<br />

rallentamento proprio nel 2006 (-0,5%) per effetto del venir meno degli effetti<br />

negativi indotti dal rinnovo dei contratti di lavoro del personale dipendente.<br />

Migliora, pertanto, anche il saldo costi/valore della produzione che, sia pure ancora<br />

deficitario, scende al 103,2%, contro il 108,5% del 2005 e al 104,1% del 2004.<br />

Così come scende l’indicatore della perdita pro capite, che si attesa sui 66 euro per<br />

residente, rispetto ai circa 165 del 2005 e ai 76 del 2004. Il complesso dei costi<br />

della produzione (comprensivi di tasse e imposte) ammonta nel 2006 a 269,1 mln,<br />

corrispondenti ad una media per assistito pari a 2.085 euro, contro i 2.092 del 2005<br />

e i 1.889 del 2004.<br />

2004 2005 2006<br />

06/04<br />

∆ %<br />

06/05 05/04<br />

valore della produzione 234,5 249,3 260,8 11,2% 4,6% 6,3%<br />

costi della produzione 244,2 270,4 269,1 10,2% -0,5% 10,7%<br />

costi pro capite* 1.888,5 2.092,1 2.084,6<br />

rapporto % costi / valore 104,1 108,5 103,2<br />

1° risultato d'esercizio -9,9 -21,4 -8,6<br />

utile/perdita pro-capite* -76,3 -165,4 -66,5<br />

* in unità di euro<br />

Relativamente alle principali macroaree, si rileva la seguente evoluzione:<br />

Acquisti di beni (26,5 mln): per quanto attiene ai beni sanitari si evidenzia<br />

un aumento rispetto al 2005 pari all’8,6%, leggermente più basso rispetto<br />

all’8,9% registrato tra 2004 e 2005; su base triennale l’incremento risulta<br />

del 18,3%, superiore a quello della media regionale (consolidato: +17%).<br />

Disaggregando il dato, gli aumenti più significativi su base triennale si sono<br />

avuti negli acquisti di prodotti farmaceutici ed emoderivati (+25%, contro il<br />

23% a livello regionale) e di materiali diagnostici e prodotti chimici<br />

312


(+19,4%, contro il 7,4% regionale). Relativamente agli acquisti di beni non<br />

sanitari si osserva un pari aumento dell’8,6% sul 2005 che, sommato al<br />

+6,8% registrato tra 2004 e 2005, porta l’incremento su base triennale al<br />

16%, leggermente superiore rispetto al 15,7% del valore regionale. La<br />

crescita dei costi è generalmente sostenuta in tutti i conti, all’infuori di<br />

quello relativo agli acquisti di materiali per manutenzioni e riparazioni che<br />

segna una flessione del –4,9%, dovuta al forte calo verificatosi tra 2004 e<br />

2005 (-7%), non sufficientemente colmato dall’aumento del 2,3% registrato<br />

nel 2006. Nel medesimo periodo, a livello di consolidato regionale, si è<br />

invece assistito ad una forte crescita dei costi (+22,3% su base triennale,<br />

dovuta al +21,6% tra 2004 e 2005).<br />

Acquisti di servizi sanitari e socio-sanitari (112,1 mln): rispetto all’esercizio<br />

2005 si evidenzia una crescita complessiva dei costi pari al 2,5%, più bassa<br />

a confronto di quella registrata tra 2004 e 2005 (+6,7%). Su base<br />

triennale, l’aumento del 9,3% risulta più basso del +12,5% del valore<br />

medio regionale. Scomponendo il dato, si può osservare una diminuzione<br />

dei costi dovuti a prestazioni in mobilità intraregionale rispetto al 2005 (-<br />

1,5% ), dopo il forte aumento registrato tra 2004 e 2005 (+14,7%), in<br />

particolare per le prestazioni di ricovero ordinario e diurno (18,6%) e per<br />

quelle di specialistica (+18,4%). Analogo l’andamento per quanto riguarda<br />

la mobilità extraregionale. Relativamente alla sottoclasse economicamente<br />

più rilevante, prestazioni da soggetti privati (74,4 mln), si registra una<br />

crescita su base triennale pari al 10,3% (inferiore alla media regionale del<br />

+13,8%), dovuta in particolare al 2005. Tale andamento si rileva un po’ su<br />

tutti i conti che compongono la sottoclasse; rispetto all’esercizio 2005,<br />

particolarmente basso è l’incremento degli acquisti di prestazioni di ricovero<br />

ordinario e diurno da strutture convenzionate (+0,6%), mentre presentano<br />

una crescita più sostenuta i costi per acquisti di prestazioni e servizi a<br />

favore di anziani (+7,3%), seppur inferiore a quella registrata a livello<br />

regionale (+15,3%).<br />

Acquisti di servizi non sanitari (15,9 mln): si tratta di tutta una serie di<br />

servizi esternalizzati, per i quali nel 2006 si è assistito ad una crescita<br />

complessiva dei costi pari al 7% sul 2005 e del 12,1% su base triennale.<br />

Anche tali valori risultano inferiori a quelli del consolidato regionale che,<br />

nello stesso periodo, hanno registrato aumenti, rispettivamente, del 10,1%<br />

e del 18,3%. Tra le voci economicamente più rilevanti, stabile rispetto al<br />

2005 il costo della pulizia (che peraltro era già cresciuto del 21,2% tra 2004<br />

313


e 2005), mentre continuano ad aumentare ad un ritmo sostenuto gli<br />

acquisti di servizi assicurativi (+8,5% nel 2006, +21,2% nel triennio) e<br />

soprattutto le utenze (+19,4%, +23,3%).<br />

Personale (97,6 mln): è la voce di costo che consegue la maggiore<br />

contrazione, per effetto del progressivo esaurirsi degli effetti indotti dai<br />

rinnovi contrattuali del personale dipendente a valere per l’esercizio 2005.<br />

Dal raffronto, più correttamente eseguibile su base triennale, si rileva una<br />

crescita media del 7,6%, distribuita secondo le aree contrattuali di<br />

riferimento (personale sanitario: +6,2%; professionale: +5,3%; tecnico:<br />

+7,5%; amministrativo: 6,7%) ed in base alla struttura salariale<br />

(competenze fisse, accessorie, produttività, etc.). Da notare che nel triennio<br />

in esame la consistenza media del personale dipendente è rimasta<br />

pressoché immutata (+0,2%), subendo addirittura una lieve contrazione tra<br />

2005 e 2006 (-0,2%), dopo che tra 2004 e 2005 si era registrato un<br />

aumento dello 0,4%.<br />

• Azienda Ulss n. 2 Feltre<br />

Nell’esercizio 2006 l’azienda ha riportato perdite per 3,3 mln di euro,<br />

inferiore sia a quella registrata nel 2005 (-10 mln), sia a quella del 2004 (-6,6 mln).<br />

L’indicatore della perdita pro capite fa dunque registrare un decremento sensibile,<br />

portandosi a circa 39 euro per assistito, contro i 121 del 2005 e ai quasi 80 del<br />

2004.<br />

In attenuazione il divario tra ritmo di crescita dei costi (+10,9% su base<br />

triennale) rispetto al valore della produzione (+8,4%): nel 2004 il rapporto era pari<br />

al 104,5%, del 106,7% nel 2005, del 102,1% nel 2006). Nel 2006 il totale dei costi<br />

della produzione si è attestato intorno ai 158 mln di euro (1.899 euro circa per<br />

assistito), leggermente al di sotto del livello raggiunto nel 2005.<br />

2004 2005 2006<br />

06/04<br />

∆ %<br />

06/05 05/04<br />

valore della produzione 139,3 148,6 154,5 10,9% 4,0% 6,7%<br />

costi della produzione 145,6 158,6 157,8 8,4% -0,5% 8,9%<br />

costi pro capite* 1.769,6 1.919,5 1.898,9<br />

rapporto % costi / valore 104,5 106,7 102,1<br />

1° risultato d'esercizio -6,6 -10,0 -3,3<br />

utile/perdita pro-capite* -79,7 -121,4 -39,2<br />

* in unità di euro<br />

314


Per quanto attiene alle voci di spesa più importanti, si rileva quanto segue:<br />

Acquisti di beni (16,4 mln): l’aumento si mantiene inferiore alla media del<br />

consolidato regionale con riferimento sia all’ultimo esercizio (+2,2% contro<br />

+8,1% regionale), sia al triennio in esame (+9,5%, rispetto al 16,8%). Per<br />

quanto riguarda gli acquisti di beni sanitari, si evidenzia una lieve crescita<br />

sul 2005 (pari al +1,2%) che però fa seguito all’incremento assai più<br />

consistente registrato tra 2004 e 2005 (+16,9%). In costante diminuzione<br />

invece, i costi per acquisti di beni non sanitari (-3,9% sul 2005, - 10% su<br />

base triennale) in controtendenza rispetto al dato regionale (+14,5%,<br />

+15,7%). Si evidenzia, tra le voci economicamente più importanti, la<br />

costante riduzione dei costi per combustibili, carburanti e lubrificanti (-15%,<br />

-22%) e per materiali per manutenzioni e riparazioni (-8%, -16,3%).<br />

Aumentano, ma solo rispetto al 2005, i costi per materiali guardaroba, di<br />

pulizia e di convivenza in genere (+6,1%) e quelli per altri beni non sanitari<br />

(+5,1%).<br />

Acquisti di servizi sanitari e socio-sanitari (68,2 mln): anche in questo caso<br />

si rileva un incremento dei costi più basso rispetto al dato regionale. E<br />

questo in riferimento sia ai dati di mobilità intraregionale, sia a quelli di<br />

mobilità extraregionale (che scontano, per l’esercizio 2006, un tasso di<br />

provvisorietà ancora molto alto). Per quanto attiene, invece, agli acquisti di<br />

prestazioni da soggetti privati (pari a 40,6 mln di euro nel 2006),<br />

l’incremento dei costi è stato pari al 6,3% rispetto al 2005, al 10,4% su<br />

base triennale, valori questi leggermente inferiori a quelli registrati<br />

complessivamente a livello regionale (6,3%, 13,8%). Si deve peraltro<br />

ricordare come nell’ambito dell’Azienda n. 2 di Feltre, non siano presenti<br />

strutture private convenzionate che erogano prestazioni di ricovero<br />

ordinario e diurno. Tra le voci più rilevanti, conseguono aumenti, anche se<br />

inferiori alla media regionale, le prestazioni e servizi a favore di anziani<br />

(+9,5% rispetto al 2005, +18,7% sul triennio), mentre è leggermente al di<br />

sopra del valore medio regionale, la farmaceutica convenzionata (+5,7%<br />

sul 2005, +6,8% sul triennio, contro +3,4% e +1,3% regionale).<br />

Sostanzialmente coerente con il dato regionale è la tendenza alla<br />

diminuzione dei costi per compensi per libera professione (-5,9% sul 2005,<br />

-9,7% nel triennio).<br />

Acquisti di servizi non sanitari (11,2 mln): l’ammontare dei relativi costi ha<br />

subito un incremento del 6,1% sul 2005, dopo che tra 2004 e 2005 si era<br />

315


egistrata una diminuzione del 4,5%. Su base triennale, dunque, l’aumento<br />

si riduce al +1,3%, pur se diversamente “spalmato” tra le diverse voci di<br />

spesa: tra quelle più rilevanti sul piano economico, spicca il dato altalenante<br />

dei servizi assicurativi (+24% nel 2006, dopo che tra 2004 e 2005 i costi<br />

erano diminuiti del 49,1%; un comportamento, questo, che non si riscontra<br />

a livello complessivo regionale dove si assiste ad un lieve incremento<br />

annuale sull’ordine dei due punti percentuali) e soprattutto, come già<br />

riscontrato per l’Asl di Belluno, la crescita delle spese per utenze (+18,7%<br />

sul 2005, +23,9% su base triennale). In lievissima crescita sul triennio i<br />

costi per i servizi di pulizia e mensa (rispettivamente +1,9% e +1,3%, ben<br />

al di sotto del valore medio regionale).<br />

Personale (55,4 mln):vale, anche nel caso di Feltre, quanto già detto in<br />

ordine alla diminuzione fisiologica del costo per il personale dipendente, per<br />

il venir meno degli effetti della tornata contrattuale del 2005. Su base<br />

triennale, comunque, l’incremento è stato pari al 9,8%, superiore al 5,6%<br />

registrato dal complesso delle aziende venete. Nel periodo in esame la<br />

consistenza media del personale in servizio è aumentata dello 0,5% (da<br />

1310 a 1316 unità).<br />

PROVINCIA DI VICENZA<br />

• Azienda Ulss n. 3 Bassano<br />

L’esercizio 2006 si è chiuso con una perdita di 7,5 mln di euro (43 euro medi<br />

di perdita per assistito) dopo che nel 2004 e nel 2005 l’azienda aveva conseguito<br />

utili rispettivamente per 0,3 e 1,5 mln, peraltro dovuti, in entrambi casi, a proventi<br />

di natura straordinaria (plusvalenze).<br />

Il rapporto costi/valore della produzione nel 2006 è stato pari al 102,8%,<br />

contro il 102,5% del 2005 e il 100,1% del 2004. Ciò è dovuto al fatto che, nel<br />

triennio in esame, l’insieme dei costi ha subito un incremento del 12,7%, superiore<br />

al +9,9% registrato nel valore della produzione. Nel 2006 i costi della produzione<br />

hanno raggiunto i 276,7 mln di euro (media di 1.588 euro per residente, contro i<br />

1.437 del 2004 e i 1.549 del 2005).<br />

316


2004 2005 2006<br />

06/04<br />

∆ %<br />

06/05 05/04<br />

valore della produzione 245,1 261,1 269,2 9,8% 3,1% 6,5%<br />

costi della produzione 245,4 267,7 276,7 12,7% 3,4% 9,1%<br />

costi pro capite* 1.437,5 1.549,5 1.588,2<br />

rapporto % costi / valore 100,1 102,5 102,8<br />

1° risultato d'esercizio 0,3 1,5 -7,5<br />

utile/perdita pro-capite* 1,6 8,6 -43,0<br />

* in unità di euro<br />

evoluzione:<br />

Con riferimento alle principali voci di spesa, si evidenzia la seguente<br />

Acquisti di beni (30,6 mln): l’aumento registrato è del 19,6% rispetto al<br />

2005, del 28,5% su base triennale, assai superiore al dato complessivo<br />

regionale (rispettivamente +8,1% e +16,8%). Tale dinamica investe<br />

soprattutto i costi per acquisti di beni sanitari (che rappresentano il 90% del<br />

totale), che crescono del 20,4% rispetto all’esercizio 2005, del 31,2% su<br />

base triennale, con un andamento pressoché identico in tutte le principali<br />

voci di spesa: dai prodotti farmaceutici ed emoderivati (+25,8%, +41,4%),<br />

ai presidi chirurgici e materiali sanitari (+20,9%, +33,4%), ai materiali<br />

protesici e per emodialisi (+16%, +29,6%). Tornano a crescere in misura<br />

significativa nel 2006, dopo che tra 2004 e 2005 si era registrato un calo, i<br />

costi per acquisti di beni non sanitari (+12,6% sul 2005, +6,7% rispetto al<br />

2004). Tali aumenti risultano, tuttavia, inferiori a quelli osservati nel<br />

complesso della spesa regionale (+14,5%, + 15,7%).<br />

Acquisti di servizi sanitari e socio-sanitari (125,5 mln): rispetto al 2005 la<br />

classe di costo presenta un aumento complessivo pari al 3,6% (+13,1% su<br />

base triennale). Relativamente ai costi per prestazioni rese in regime di<br />

mobilità, si evidenzia un lieve aumento (+0,5%) rispetto al 2005 nel caso<br />

della mobilità intraregionale e un calo consistente (-7,8%) in quella<br />

extraregionale, anche se i dati 2006, in entrambi i casi, vanno considerati<br />

ancora provvisori. Per quanto attiene, invece, agli acquisti di prestazioni da<br />

soggetti privati (78,6 mln) si può osservare un ritmo di crescita omogeneo<br />

nel corso del triennio (+4,6% tra 2004 e 2005, +4,6% tra 2005 e 2006).<br />

Particolarmente significativa, fra le altre, la riduzione dei costi per la voce<br />

economicamente più onerosa, prestazioni di assistenza farmaceutica (-0,4%<br />

rispetto al 2005, -1,6% su base triennale), al contrario di quella relativa alle<br />

prestazioni e servizi a favore di anziani che nel medesimo periodo consegue<br />

317


aumenti pari all’11,4% rispetto al 2005, del 18,9% su base triennale,<br />

tendenza questa riscontrabile, peraltro, anche a livello regionale.<br />

Acquisti di servizi non sanitari (19,4 mln): l’andamento della crescita risulta<br />

leggermente inferiore a quello complessivo della regione (+8,2% sul 2005,<br />

+16,8% nel triennio, contro, rispettivamente, +10,1% e +18,3%).<br />

Disaggregando il dato per singole voci di costo, si assiste ad una crescita<br />

assai ingente negli acquisti di altri servizi non sanitari (+32,8% sul 2005,<br />

+80,3% su base triennale), e ad una lieve riduzione delle spese per servizi<br />

assicurativi (-0,5%) dopo che in un solo anno, tra il 2004 e il 2005, tali<br />

costi erano lievitati di ben il 46,6%;<br />

Personale (81,6 mln): la crescita sul triennio è pari al 2,9%, per effetto<br />

della contrazione avvenuta nel 2006 (-2,2%) a parziale recupero rispetto al<br />

+5,2% registrato nel 2005, anno in cui si sono concentrati i maggiori oneri<br />

per il rinnovo contrattuale del personale dipendente. Tali valori risultano<br />

assai inferiori a quelli osservati a livello complessivo regionale, in special<br />

modo tra il 2004 e il 2005 (+9,5%).<br />

• Azienda Ulss n. 4 Thiene<br />

Il 2006 si è chiuso con un utile di 3,6 mln di euro, superiore a quello<br />

registrato nel 2005 (1,9 mln) e interamente ascrivibile alla gestione ordinaria.<br />

L’ammontare dei costi risulta infatti inferiore al valore della produzione (il rapporto<br />

costi/valore è del 98,7%, contro il 98% del 2004 e il 99,3% del 2005), dovuto<br />

soprattutto ad un rallentamento, nel 2006, della dinamica di crescita dei costi<br />

(+3,5% rispetto al +7,3% registrato tra 2004 e 2005). Su base capitaria, la<br />

tendenza segna un ulteriore rallentamento (+3% contro il 6,4% del biennio 2004-<br />

2005). Il volume complessivo dei costi, iscritti a consuntivo 2006, ammonta a circa<br />

270 mln di euro.<br />

2004 2005 2006<br />

06/04<br />

∆ %<br />

06/05 05/04<br />

valore della produzione 247,8 262,4 273,2 10,3% 4,1% 5,9%<br />

costi della produzione 242,8 260,4 269,6 11,0% 3,5% 7,3%<br />

costi pro capite* 1.345,7 1.431,4 1.474,1<br />

rapporto % costi / valore 98,0 99,3 98,7<br />

1° risultato d'esercizio 4,9 1,9 3,6<br />

utile/perdita pro-capite* 27,6 10,9 19,9<br />

* in unità di euro<br />

318


Rispetto alla principali voci di spesa, si osserva quanto segue:<br />

Acquisti di beni (28,8 mln): l’azienda ha ridotto i costi per acquisti di beni<br />

dello 0,9% rispetto al 2005 (dopo che tra 2004 e 2005 si era assistito ad un<br />

incremento del 10%). Rispetto al dato regionale (+7,8%, +8,6%), si rileva<br />

una performance assai più positiva, soprattutto nella macroarea degli<br />

acquisti di beni sanitari (che rappresentano il 94% del totale) dove si<br />

evidenziano risparmi pari all’1,3% rispetto al 2005. Particolarmente positivi<br />

i risultati conseguiti negli acquisti di beni farmaceutici ed emoderivati (-<br />

3,9%), mentre tra i beni non sanitari si registra un modesto incremento il<br />

quale, tuttavia, per lo scarso peso di tali costi sul totale, risulta ampiamente<br />

assorbito nell’ambito più generale della classe.<br />

Acquisti di servizi sanitari e socio-sanitari (119,2 mln): pur con la cautela<br />

dovuta alla provvisorietà dei dati, soprattutto se riferiti al 2006, si osserva<br />

un rallentamento nella dinamica di crescita dei costi per acquisti di<br />

prestazioni in mobilità intraregionale (+3,5% sul 2005, +13,8% nel<br />

triennio), mentre per quanto concerne la mobilità extraregionale si assiste<br />

addirittura ad una diminuzione dei relativi costi (-10,5% rispetto al 2005, -<br />

1,8% su base triennale). In entrambi i casi le performance positive sono<br />

ascrivibili alle prestazioni di ricovero. Dove invece si registrano aumenti più<br />

sostenuti (sia pur in linea con il dato complessivo regionale) è negli acquisti<br />

di prestazioni da soggetti privati (79,9 mln) che conseguono incrementi<br />

dell’8,4% sul 2005, del 14,1% nel triennio (contro, rispettivamente, il 6,3%<br />

e il 13,8%). Fra le voci economicamente più rilevanti, si evidenzia un<br />

aumento superiore alla media nei costi per assistenza farmaceutica<br />

(+4,5%, +3,1% contro 3,4% e 1,3% regionale), mentre si mantengono<br />

sostenuti gli incrementi nelle prestazioni a favore di soggetti portatori di<br />

handicap, di malattia psichiatrica e di anziani.<br />

Acquisti di servizi non sanitari (19,5 mln): anche in questo caso si rileva un<br />

aumento dei costi con riferimento sia all’ultimo esercizio (+10,8%), sia<br />

all’intero triennio (+26,8%). Valore, quest’ultimo, sensibilmente più alto di<br />

quello del consolidato regionale (+18,3%). In particolare, si segnala il<br />

raddoppio della spesa per lavanderia nel corso del triennio 2004-2006<br />

(+101,5%), e l’incremento consistente registrato nell’ultimo anno nella<br />

voce mensa (+24%).<br />

Personale (84,2 mln): il dato è coerente con quello del consolidato<br />

regionale, con un maggior incremento tra 2004 e 2005 per effetto dei<br />

319


innovi contrattuali (+5,9%, contro il +9,3% regionale) ed un contenimento<br />

nel 2006 (+0,2%, -3,4% regionale). Da registrare come nel corso del<br />

triennio la dotazione organica media abbia subito un incremento<br />

significativo tra 2004 e 2005 (da 1.852 a 1.880 unità complessive),<br />

attestandosi sulle 1.881 nel corso del 2006.<br />

• Azienda Ulss n. 5 Arzignano<br />

Nel 2006 l’azienda ha subito una perdita d’esercizio di circa 11,9 mln di euro,<br />

maggiore di quelle registrate nel 2004 e nel 2005 (-10,2 mln, -10,1 mln).<br />

Nell’ultimo anno i costi hanno ripreso a crescere in misura superiore al valore della<br />

produzione (rapporto 105,4% contro il 104% dei due esercizi precedenti). Su base<br />

triennale tale tendenza vede i costi crescere per più di un punto percentuale<br />

rispetto al valore della produzione (+12,5% contro +11,4%).<br />

2004 2005 2006<br />

06/04<br />

∆ %<br />

06/05 05/04<br />

valore della produzione 227,6 247,6 253,6 11,4% 2,4% 8,8%<br />

costi della produzione 237,6 257,6 267,3 12,5% 3,8% 8,4%<br />

costi pro capite* 1.378,4 1.475,0 1.518,8<br />

rapporto % costi / valore 104,4 104,0 105,4<br />

1° risultato d'esercizio -10,2 -10,1 -11,9<br />

utile/perdita pro-capite* -59,1 -57,8 -67,4<br />

* in unità di euro<br />

Tra le macroaree di costo economicamente più rilevanti, si osserva la<br />

seguente evoluzione:<br />

Acquisti di beni (27,1 mln): l’incremento registrato si attesta intorno al<br />

+8,1% sul 2005 (valore analogo al consolidato regionale) e al +20,5% su<br />

base triennale, ad un livello più alto per effetto della forte crescita avvenuta<br />

tra 2004 e 2005 (+11,5%). E questo vale, in particolare, per gli acquisti di<br />

beni sanitari, segnatamente i prodotti farmaceutici ed emoderivati che<br />

conseguono un aumento su base triennale pari al 23,8%, in gran parte<br />

dovuto al biennio 2004-2005 (+16,9%) e per i presidi chirurgici e materiali<br />

sanitari (+36,1%, di cui +23,9% tra 2004 e 2005). Diverso il caso dei beni<br />

non sanitari, che devono gran parte dell’incremento su base triennale<br />

(+16,7%) all’ultimo esercizio di riferimento (+10,4%). In particolare cresce<br />

320


del 31,6% (dopo un calo del 5,5% tra 2004 e 2005) la voce altri beni non<br />

sanitari.<br />

Acquisti di servizi sanitari e socio-sanitari (125,6 mln): rispetto al 2005 si<br />

riscontra un aumento del 5,6%, che dopo il +9,3% registrato tra 2004 e<br />

2005, porta l’incremento su base triennale al +15,4%. In particolare,<br />

risultano stabili sul 2005 (ma in aumento del 14,6% su base triennale) i<br />

costi per mobilità intraregionale, mentre aumentano quelli per acquisti di<br />

prestazioni in regime di mobilità extraregionale (+17,3% nel 2006, +35,1%<br />

su base triennale, sostanzialmente riconducibili alla mobilità passiva<br />

ospedaliera). Per quanto attiene agli acquisti di prestazioni da soggetti<br />

privati (73,7 mln nel 2006) si osserva un ritmo di crescita più sostenuto<br />

rispetto alla media regionale, soprattutto nell’ultimo anno (10,6% contro il<br />

6,3% regionale) dovuto principalmente ai forti aumenti in voci di grande<br />

rilevanza economica quali: prestazioni a favore di soggetti portatori di<br />

handicap (+663% su base triennale), di malattia psichiatrica (+25,2%) e<br />

di anziani (+31%). In notevole crescita, su tutto il triennio, i costi per<br />

acquisti di prestazioni di assistenza specialistica convenzionata interna<br />

(+40,6%).<br />

Acquisti di servizi non sanitari (15,7 mln): i valori, nelle diverse voci che<br />

compongono l’aggregato di costo, si mantengono sostanzialmente in linea<br />

con la tendenza riscontrata a livello regionale. L’incremento, rispetto al<br />

2005, è del 9,9% (10,1% il dato regionale), del 14% su base triennale<br />

(18,3%). Fra i conti che presentano le variazioni più sensibili, anche<br />

rispetto alla media regionale, si evidenziano gli acquisti di servizi<br />

assicurativi (+19,5% sul 2005, +23,6% sul triennio) e le utenze (+16,7%,<br />

+28,4%).<br />

Personale (81,8 mln): in leggero calo rispetto al 2005 (-1,1%), in aumento<br />

su base triennale del 6,2%, valore, quest’ultimo, leggermente più alto di<br />

quello complessivo regionale (+5,6%). Nel corso del triennio la dotazione<br />

organica dell’azienda ha subito un incremento complessivo dell’1,8%.<br />

• Azienda Ulss n. 6 Vicenza<br />

Nel 2006 l’azienda ha registrato una perdita di 48,4 mln di euro, inferiore a<br />

quella rilevata nel 2005 (-51,8 mln) e nel 2004 (-48,6 mln). La perdita pro capite,<br />

dunque, scende a 156,9 euro per residente, contro 169,1 del 2005 e i 160,7 del<br />

321


2004. I costi della produzione, che nel 2006 ammontano a circa 585 milioni di euro,<br />

continuano ad essere superiori ai ricavi, sia pur con una diminuzione del rapporto<br />

dal 110% del 2005 al 108,8% del 2006. In termini capitari ciò significa un costo<br />

per assistito pari, nel 2006, a circa 1.895 euro, contro i 1874 del 2005 e ai 1740<br />

del 2004.<br />

2004 2005 2006<br />

06/04<br />

∆ %<br />

06/05 05/04<br />

valore della produzione 479,9 521,8 537,6 12,0% 3,0% 8,7%<br />

costi della produzione 526,9 574,0 584,9 11,0% 1,9% 8,9%<br />

costi pro capite* 1.740,5 1.874,0 1.895,2<br />

rapporto % costi / valore 109,8 110,0 108,8<br />

1° risultato d'esercizio -48,6 -51,8 -48,4<br />

utile/perdita pro-capite* -160,7 -169,1 -156,9<br />

* in unità di euro<br />

evoluzione:<br />

Per quanto riguarda le singole voci di spesa le stesse denotano la seguente<br />

Acquisti di beni (67,2 mln):rispetto all’esercizio 2005, si rileva un aumento<br />

del 6,9%, del +18,5% su base triennale. Disaggregando ulteriormente il<br />

dato, tra i beni sanitari si segnalano aumenti relativamente ai prodotti<br />

farmaceutici ed emoderivati (+16,3% sul 2005, +36,4% nel triennio)<br />

superiori al dato complessivo regionale (rispettivamente, +8,9%, +23%).<br />

Gli acquisti di beni non sanitari, che rappresentano meno del 5% del totale,<br />

conseguono aumenti del 7,2% rispetto al 2005, del 19,9% su base<br />

triennale; fra le voci di spesa più significative, si segnala l’aumento<br />

particolarmente rilevante negli acquisti di materiale per manutenzioni e<br />

riparazioni (+22,6%).<br />

Acquisti di servizi sanitari e socio-sanitari (268,9 mln): l’incremento sia sul<br />

2005 (+3,4%), sia rispetto al triennio (+10,1%) si presenta inferiore al<br />

dato complessivo regionale (+4,2%, +12,5%). Diminuiscono, rispetto<br />

all’esercizio 2005, i costi relativi alla mobilità intraregionale (-2,2%) e a<br />

quella extraregionale (-8,9%), anche se i dati, specie per il 2006, vanno<br />

considerati ancora provvisori in attesa della conclusione del lungo iter di<br />

contestazione tra le regioni. Su valori sostanzialmente simili a quelli<br />

complessivi regionali, si collocano gli aumenti dei costi per acquisti di<br />

prestazioni da soggetti privati (196,4 mln); nell’ultimo esercizio essi sono<br />

cresciuti del 7,3% (contro il 6,3% regionale), mentre nel triennio si è<br />

assistito ad un incremento del 12,9% (contro il 13,8% regionale). Tra le<br />

322


voci economicamente più importanti, si segnala, nell’ultimo anno, un<br />

rallentamento nella dinamica di crescita negli acquisti di prestazioni di<br />

ricovero ordinario e diurno (+3,1% sul 2005, +9,9% su base triennale) ed<br />

un incremento assai lieve nei costi dell’assistenza farmaceutica (+1,5%,<br />

+0,1%). Come già riscontrato precedentemente, aumenti particolarmente<br />

ingenti si registrano negli acquisti di prestazioni e servizi a favore di<br />

soggetti portatori di handicap (+144,2%, +199,7%).<br />

Acquisti di servizi non sanitari (43,3 mln): i dati, con riferimento sia al<br />

2005, sia al triennio, sono praticamente sovrapponibili con quelli<br />

complessivi regionali: l’azienda sanitaria n. 6 espone un incremento dei<br />

costi per acquisti di servizi non sanitari pari al +10,6% rispetto al 2005, del<br />

+18,7% su base triennale (+10,1%, +18,3% il dato regionale). Tra le voci<br />

più importanti, spicca l’aumento considerevole dei costi per il riscaldamento<br />

(+20,6% sul 2005, +28% nel triennio) e, in generale, di quelli per<br />

manutenzioni (in particolare, su base triennale: +114,1% fabbricati;<br />

+51,8% impianti e macchinari; +18,8% attrezzature sanitarie). In forte<br />

aumento, proprio nell’ultimo anno, la spesa per utenze (+19,7%, +20,8%<br />

sul triennio). In leggero calo i costi per servizi assicurativi (-1,7% rispetto<br />

al 2005, +7,1% nel triennio), mentre scende considerevolmente e<br />

costantemente la spesa per consulenze (-18,6%, -30,7%).<br />

Personale (168,6 mln): anche rispetto ai costi del personale, fra i meno<br />

“comprimibili”, si riscontrano variazioni rispetto agli esercizi precedenti<br />

inferiori al dato regionale. Più precisamente, con riferimento al 2005, il<br />

costo complessivo del personale (comprensivi degli oneri diversi) è sceso<br />

del 4,1%, contro una media regionale del -3,4%. Su base triennale<br />

l’incremento dei costi si è attestato al 4%, contro il 5,6% del consolidato<br />

regionale. Va rilevato come nel triennio in esame l’organico medio aziendale<br />

abbia subito un incremento dell’1,4%.<br />

PROVINCIA DI TREVISO<br />

• Azienda Ulss n. 7 Pieve di Soligo<br />

L’esercizio 2005 si chiude in utile per 1,9 mln di euro, risultato, questo,<br />

inferiore sia al 2005 (+3,9 mln), sia al 2004 (4 mln). Il rapporto costi/valore della<br />

323


produzione è salito al 99,5%, rispetto al 98,7% registrato nei due esercizi<br />

precedenti.<br />

I dati esposti nel bilancio d’esercizio mostrano come nel triennio 2004-2006<br />

la dinamica di crescita dei costi (+12,1%) abbia superato quella del valore della<br />

produzione (+11,3%), determinando, pur in presenza di una gestione ancora<br />

positiva, il progressivo assottigliamento dell’utile. I costi della produzione, a<br />

consuntivo 2006, hanno raggiunto i 327 mln di euro, facendo salire la media pro-<br />

capite di circa 1.526 euro, contro i 1.477 del 2005 e i 1.383 del 2004 (+10,4% su<br />

base triennale).<br />

2004 2005 2006<br />

06/04<br />

∆ %<br />

06/05 05/04<br />

valore della produzione 295,3 318,9 328,7 11,3% 3,1% 8,0%<br />

costi della produzione 291,6 314,6 326,9 12,1% 3,9% 7,9%<br />

costi pro capite* 1.382,6 1.476,6 1.525,7<br />

rapporto % costi / valore 98,7 98,7 99,5<br />

1° risultato d'esercizio 4,0 3,9 1,9<br />

utile/perdita pro-capite* 19,0 18,5 8,7<br />

* in unità di euro<br />

Relativamente alle principali voci di spesa si osserva la seguente evoluzione:<br />

Acquisti di beni (30,5 mln): nel 2006 l’azienda ha speso il 12% in più<br />

rispetto all’esercizio precedente (+25,6% su base triennale). Tali risultanze<br />

si collocano ben al di sopra del dato complessivo regionale (+8,1% rispetto<br />

al 2005, +16,8% nel triennio). A crescere è soprattutto la sottoclasse dei<br />

beni sanitari (che rappresentano il 95% del totale), con il +16,1% sul 2005<br />

e il +31,7% su base triennale. Disaggregando il dato, si osservano aumenti<br />

consistenti in quasi tutte le voci che compongono la sottoclasse, con l’unica<br />

eccezione, peraltro poco significativa sul piano economico, dei prodotti<br />

farmaceutici e materiali sanitari per uso veterinario (-41,4%, -9,3%) e<br />

negli acquisti di prodotti farmaceutici ed emoderivati (+12,4%, +22,9%) e<br />

di materiali per la profilassi igienico-sanitaria, sieri e vaccini (+55,4%,<br />

+71,5%). In crescita, sia pure in linea con il consolidato regionale, anche i<br />

beni non sanitari (+18,3% sul 2005, dopo una livelle diminuzione del 2,4%<br />

registrata tra 2004 e 2005), soprattutto per effetto della lievitazione dei<br />

costi per materiali di guardaroba, di pulizia e di convivenza in genere<br />

(+57,8% sul 2005, +18% su base triennale) e per altri beni non sanitari<br />

324


(cancelleria, carta, libri, giornali, etc.: +14,2% rispetto al 2005, +17,6%<br />

sul triennio).<br />

Acquisti di servizi sanitari e socio-sanitari (156,9 mln): diversamente dalla<br />

precedente, in questa classe di costo si verifica una diminuzione dell’1,9%<br />

rispetto al 2005 (mentre tra 2004 e 2005 si era registrato un incremento<br />

del 6,8%). Considerati i costi della mobilità intraregionale ed extraregionale<br />

per i quali, attesa la precarietà dei dati 2006, tuttora sottoposti a verifiche<br />

tra aziende e regioni, si registra un modesto incremento, sul 2005, pari<br />

rispettivamente al 3,4% e allo 0,3%, più significative appaiono le risultanze<br />

degli acquisti di prestazioni da soggetti privati (106,9 mln nel 2006), il cui<br />

ritmo di crescita risulta particolarmente basso su base triennale (+1,5%,<br />

contro il +13,8% del consolidato regionale), per effetto di una sensibile<br />

diminuzione dei costi avvenuta nel 2006 (-4,8%, contro il +6,3%<br />

regionale), sostanzialmente riconducibile all’acquisto di prestazioni di<br />

ricovero ordinario e diurno (-48,5%). Tale ultima risultanza è giustificata<br />

dalla cessazione del rapporto di accreditamento (dal 30 giugno 2006) con<br />

l’Ospedale classificato “De Gironcoli” di Conegliano. La struttura è stata<br />

acquisita dall’Azienda Ulss n. 7.<br />

Acquisti di servizi non sanitari (21,4 mln): le risultanze di bilancio<br />

espongono una crescita dei costi pari al +23,3% sul 2005, del +34,9% nel<br />

triennio, con un ritmo di crescita ben superiore a quello registrato<br />

dall’insieme delle aziende a livello regionale (+10,1%, +18,3%).<br />

Particolarmente sostenuta la crescita nell’ultimo anno per i servizi di<br />

lavanderia (+58,1%), del servizio smaltimento rifiuti (+41,4%) e delle<br />

manutenzioni (in particolare, quelle relative a fabbricati, impianti e<br />

macchinari, attrezzature sanitarie). Da segnalare, pur non trattandosi di<br />

voce particolarmente rilevante, la crescita esponenziale dei servizi trasporti<br />

(+190,3% sul 2005, addirittura il +515% nel triennio).<br />

Personale (95,6 mln): diversamente dal dato complessivo regionale, che<br />

vede un incremento del 9,3% nell’esercizio 2005 (per effetto dei maggiori<br />

oneri derivanti dai rinnovi contrattuali), seguito da una diminuzione<br />

nell’ultimo anno (-3,4%), per l’azienda n. 8 si osserva invece un aumento<br />

dell’8,2% rispetto al 2005, superiore a quello registrato tra 2004 e 2005<br />

(+5,4%), per un incremento su base triennale del +14% (+5,6% il dato<br />

regionale). Permane, infatti, tra gli oneri diversi del personale, un importo<br />

assai ingente iscritto nel conto oneri complessivi per rinnovi contrattuali di<br />

competenza dell’esercizio (4,7 mln di euro). Va considerato, peraltro, come<br />

325


nel periodo in esame, il numero medio di dipendenti dell’azienda sia passato<br />

dai 1.989 del 2004 ai 2.202 del 2006 (+10,7%).<br />

• Azienda Ulss n. 8 Asolo<br />

L’esercizio 2006 chiude in perdita per 10,1 mln di euro, in diminuzione<br />

rispetto agli 11,06 mln del 2005, mentre nel 2004 (e nel 2003) si era registrato un<br />

sostanziale pareggio. Il rapporto costi/valore nel 2006 scende leggermente al<br />

102,8%, rispetto al 103,1% del 2005 (nel 2004 era stato del 100,2%). La dinamica<br />

di crescita dei costi, su base triennale, si attesta intorno al 15,3%, quasi tre punti<br />

superiore al +12,4% che presenta il valore della produzione. Nel 2006,<br />

l’ammontare dei costi iscritti in bilancio è stato pari a 371,3 mln di euro, per un<br />

costo medio pro capite di circa 1.540 euro (contro i 1.527 del 2005 e i 1.371 del<br />

2004).<br />

2004 2005 2006<br />

06/04<br />

∆ %<br />

06/05 05/04<br />

valore della produzione 321,5 352,7 361,3 12,4% 2,4% 9,7%<br />

costi della produzione 322,0 363,8 371,3 15,3% 2,1% 13,0%<br />

costi pro capite* 1.371,4 1.527,3 1.540,3<br />

rapporto % costi / valore 100,2 103,1 102,8<br />

1° risultato d'esercizio 0,0 -11,1 -10,1<br />

utile/perdita pro-capite* 0,0 -46,4 -41,8<br />

* in unità di euro<br />

Relativamente alle principali voci di spesa si registra la seguente evoluzione:<br />

Acquisti di beni (43,9 mln): la dinamica di crescita (+10,2% sul 2005,<br />

+19,8% nel triennio) risulta più sostenuta rispetto a quella del consolidato<br />

regionale (+8,1%, +16,8%). Nella sottoclasse economicamente strategica<br />

degli acquisti di beni sanitari, tra le voci più significative spiccano valori<br />

decisamente alti relativamente agli acquisti di prodotti farmaceutici ed<br />

emoderivati (+13,8% rispetto all’esercizio 2005, +19,2% su base triennale)<br />

e quelli di presidi chirurgici e materiali sanitari (+9% sul 2005, ma ben<br />

+27,5% nel triennio). Aumentano, più della media regionale, anche gli<br />

acquisti di beni non sanitari (+14,6% sul 2005, +19,5% nel triennio).<br />

Acquisti di servizi sanitari e socio-sanitari (155,7 mln): complessivamente<br />

tale classe di costo consegue un aumento del 3,4% rispetto al precedente<br />

esercizio 2005 e del 14,2% con riferimento all’intero triennio. In flessione,<br />

326


ispetto al 2005, in crescita su base triennale, i costi sia per mobilità<br />

intraregionale (-0,8%, +16,2%), sia quelli per mobilità extraregionale (-<br />

14,5%, +7,1%); si tratta tuttavia di dati ancora provvisori. Più stabili,<br />

invece, le risultanze della sottoclasse acquisti di prestazioni da soggetti<br />

privati (pari 99,3 mln nel 2006) che presentano incrementi percentuali assai<br />

vicini a quelli del consolidato regionale (+6,8% rispetto al 2005, +14,4% su<br />

base triennale, contro, rispettivamente, il +6,3% e +13,8% del<br />

consolidato). Tra le voci economicamente più rilevanti, si segnala l’aumento<br />

assai consistente registrato dagli acquisti di prestazioni e servizi a favore di<br />

anziani (+23,6% su base triennale).<br />

Acquisti di servizi non sanitari (31,4 mln): i servizi affidati a terzi<br />

presentano aumenti complessivi del +6,5% rispetto al 2005, ma del<br />

+31,8% su base triennale, per effetto del forte aumento registrato tra 2004<br />

e 2005). Nel triennio, l’insieme delle aziende operanti nella regione, ha<br />

conseguito un incremento più basso (+18,3% su base triennale). A<br />

presentare la crescita più sostenuta sono principalmente i costi per altri<br />

servizi non sanitari (p. es. servizi di riscossione coattiva, rimborsi spese<br />

vitto e alloggio, verifiche e controlli ARPAV, etc.) che aumentano, su base<br />

triennale, del 174,7%), per utenze (+39,2%) e per servizi di elaborazione<br />

dati (+344,2% nel triennio). Pressoché invariato, nell’ultimo anno, il costo<br />

dei servizi assicurativi (ma +52% nel triennio, per effetto della forte<br />

crescita avvenuta tra 2004 e 2005). In progressiva, consistente<br />

diminuzione, infine, i costi per consulenze non sanitarie (-48,3% su base<br />

triennale).<br />

Personale (111,6 mln): parimenti sostenuta è la crescita del costo del<br />

personale dipendente (-2% rispetto al 2005, ma +11,5% nel triennio),<br />

superiore a quanto registrato a livello di consolidato regionale (- 3,4% sul<br />

2005, +5,6% su base triennale). Va peraltro osservato come, nel corso del<br />

triennio 2004-2006, la consistenza organica media dell’azienda sia scesa<br />

dalle 2.581 unità del 2004 alle 2.549 del 2006 (-1,2%).<br />

• Azienda Ulss n. 9 Treviso<br />

L’esercizio 2006 è chiuso in perdita per 31,4 mln di euro (circa 79 euro per<br />

assistito residente). Nel 2005 il disavanzo era stato di 22,6 mln, nel 2004 di 20,6<br />

mln. Si evidenzia quindi un progressivo peggioramento della gestione ordinaria. Il<br />

327


apporto costi/valore, che nel 2004 e nel 2005 si era mantenuto intorno al 103,5%,<br />

nel 2006 sale fino al 104,8%, per effetto di un incremento, sul 2005, dei costi<br />

(+3,8%) superiore a quello del valore della produzione (+2,6%). Su base triennale,<br />

la forbice tende ad allargarsi ulteriormente (+14,5% i costi, +13% il valore).<br />

L’ammontare complessivo dei costi iscritti nel 2006 è pari a circa 690 mln di euro<br />

(media pro capite di circa 1.730 euro, in aumento rispetto ai 1.687 del 2005 e ai<br />

1.555 del 2004).<br />

2004 2005 2006<br />

06/04<br />

∆ %<br />

06/05 05/04<br />

valore della produzione 582,4 641,8 658,2 13,0% 2,6% 10,2%<br />

costi della produzione 602,3 664,2 689,6 14,5% 3,8% 10,3%<br />

costi pro capite* 1.554,5 1.686,8 1.729,5<br />

rapporto % costi / valore 103,4 103,5 104,8<br />

1° risultato d'esercizio -20,6 -22,6 -31,4<br />

utile/perdita pro-capite* -53,3 -57,4 -78,7<br />

* in unità di euro<br />

Le principali voci di spesa hanno subito la seguente evoluzione:<br />

Acquisti di beni (62,9 mln): nel 2006 sono cresciuti del 4,1% su base<br />

annua, del 9,1% sul triennio, la metà di quanto registrato a livello di<br />

consolidato (rispettivamente, +8,1%, +16,8%). Identico l’andamento nella<br />

sottoclasse più importante, acquisti di beni sanitari, che presenta un +3,7%<br />

sul 2005, +9% sul triennio (contro il +7,8% e +17%). Particolarmente<br />

moderata la crescita dei costi per acquisti di prodotti farmaceutici ed<br />

emoderivati (+0,2%, +7,4%, rispetto al +8,9% e +23% del consolidato<br />

regionale). Complessivamente più bassa la crescita dei costi per beni non<br />

sanitari che nel triennio si attesta al +9,3% contro il +15,7% regionale, pur<br />

se con andamenti diversi negli anni.<br />

Acquisti di servizi sanitari e socio-sanitari (341,1 mln): si osserva un<br />

aumento pari al 6,7% rispetto al 2005, del 17,4% su base triennale.<br />

Diversamente dalla classe precedentemente descritta, in questo caso il<br />

ritmo di crescita, rispetto a quello del consolidato regionale (+4,2%,<br />

+12,5%), appare decisamente più sostenuto. E se le risultanze degli<br />

acquisti di servizi in regime di mobilità intraregionale e di mobilità<br />

extraregionale presentano valori in diminuzione sul 2005 rispettivamente<br />

del –2,1% e dello 0,5% (ma si tratta, come già ricordato, di dati<br />

provvisori), assai più cospicua risulta la crescita dei costi per acquisti di<br />

328


prestazioni da soggetti privati (249,6 mln nel 2006), pari al +18,7%<br />

nell’ultimo anno e al +30,6% su base triennale. Nello stesso periodo, a<br />

livello regionale, i costi sono saliti, rispettivamente, del +6,3% e del<br />

+13,8%. A determinare tale aumento è soprattutto l’impennata della spesa<br />

per acquisti di prestazioni e servizi a favore di anziani (+220,7% nell’ultimo<br />

anno), anche se permangono su livelli di crescita elevati anche altre<br />

principali voci di spesa, le più importanti delle quali, prestazioni di ricovero<br />

ordinario e diurno (+7,8% sul 2005, +26,1% su base triennale), prestazioni<br />

di assistenza farmaceutica (+6,3% nell’ultimo anno) e prestazioni di<br />

medicina di base (+6,4% sul 2005, +19% nel triennio) incidono per circa i<br />

due terzi sul totale della sottoclasse.<br />

Acquisti di servizi non sanitari (55,9 mln): tra i servizi esternalizzati si<br />

osserva un ritmo di crescita sostenuto (+9,5% su base annua, +16,3% nel<br />

triennio) e tuttavia inferiore a quello registrato a livello di consolidato<br />

regionale (rispettivamente, +10,1%, +18,3%). Spiccano, tra gli altri,<br />

l’incremento, nell’ultimo anno, del servizio di mensa (+18,1%), del<br />

riscaldamento (+12,2%, +21,7% nel triennio), delle consulenze (+26,9%,<br />

+50,5%), quest’ultima voce in controtendenza con il dato regionale<br />

(+4,3%, -3,4% nel triennio).<br />

Personale (187,5 mln): anche nel caso del costo del personale dipendente,<br />

si osserva un ritmo complessiva più elevato rispetto al consolidato<br />

regionale: mentre quest’ultimo presenta un calo della spesa, rispetto al<br />

2005, pari a –3,4%, sì da contenere la crescita triennale al +5,6%,<br />

l’azienda n. 9 consegue valori, rispettivamente, di –0,5% e +9,8%.<br />

Particolarmente elevato appare il differenziale relativo al costo del personale<br />

sanitario (che rappresenta i tre quarti del totale) e di quello amministrativo.<br />

Vi è dire, comunque, che durante il triennio in esame, il numero medio dei<br />

dipendenti è salito dalle 3.961 unità del 2004 alle 4.203 del 2006 (+6,1%;<br />

+7% il personale dell’area sanitaria).<br />

PROVINCIA DI VENEZIA<br />

• Azienda Ulss n. 10 San Donà<br />

L’esercizio 2006 si chiude con una perdita di 23,9 mln di euro (circa 115<br />

euro per ogni residente), in calo rispetto a quella registrata nel 2005 (-25,4 mln di<br />

329


euro), ma ancora superiore ai –19,4 mln del 2004. Diminuisce anche il rapporto<br />

costi/valore che risulta del 107,6%, contro i 108,4% del 2005 e sullo stesso livello<br />

del 2004 (107,5), per effetto di una dinamica di crescita del valore della produzione<br />

che, rispetto al 2005, è stata superiore a quello dei costi (+3,5%, contro +2,8%).<br />

I costi della produzione hanno raggiunto, nel 2006, l’ammontare complessivo<br />

di 339,2 mln, con un costo medio per assistito di circa 1.633 euro, rispetto ai 1.601<br />

euro del 2005 e ai 1.469 del 2004.<br />

2004 2005 2006<br />

06/04<br />

∆ %<br />

06/05 05/04<br />

valore della produzione 279,0 304,4 315,2 13,0% 3,5% 9,1%<br />

costi della produzione 299,9 329,9 339,2 13,1% 2,8% 10,0%<br />

costi pro capite* 1.469,1 1.601,4 1.632,5<br />

rapporto % costi / valore 107,5 108,4 107,6<br />

1° risultato d'esercizio -19,4 -25,4 -23,9<br />

utile/perdita pro-capite* -95,1 -123,1 -115,1<br />

*in unità di euro<br />

Relativamente alle principali voci di spesa si segnala la seguente evoluzione:<br />

Acquisti di beni (32,6 mln): rispetto all’esercizio 2005 l’azienda ha visto<br />

crescere i costi del 5,5%, mentre su base triennale l’incremento è stato del<br />

21,9%. Si tratta di valori più bassi rispetto a quelli del consolidato regionale<br />

con riferimento all’ultimo esercizio (+5,5%), più alti se si prende in<br />

considerazione l’intero arco del triennio (+16,8%). Tali risultanze sono<br />

sostanzialmente dovute all’andamento degli acquisti di beni sanitari (che<br />

rappresentano il 95% del totale della classe di costo) che presenta un<br />

incremento del 5,6% sul 2005 e del 21,9% nel triennio. Sostanzialmente<br />

coerente con il dato complessivo regionale, la crescita nelle principali voci di<br />

cui si compone la sottoclasse. Si segnala, tuttavia, la diminuzione dei costi<br />

per materiali protesici e materiali per emodialisi, registrata nel 2006 (-<br />

4,1%). Inferiore rispetto al consolidato regionale, la crescita dei costi per<br />

acquisti di beni non sanitari (+4,3% sul 2005, +12,6% nel triennio, contro,<br />

rispettivamente, +14,5% e +15,7% regionale). In forte diminuzione, e in<br />

controtendenza con il dato regionale, i costi per acquisti di combustibili,<br />

carburanti e lubrificanti (-14,3% rispetto al 2005, -13,1% su base<br />

triennale).<br />

Acquisti di servizi sanitari e socio-sanitari (168,9 mln): rispetto all’esercizio<br />

2005 si osserva un aumento complessivo dei costi pari al +6,7%, inferiore<br />

al +8,7% registrato tra 2004 e 2005, che porta l’incremento su base<br />

330


triennale al +16%. Si tratta di percentuali superiori a quelle registrate<br />

dall’insieme delle aziende nella regione (+4,2% sul 2005, +12,5% nel<br />

triennio). A crescere sono soprattutto i costi per mobilità intraregionale<br />

(+8,7% sul 2005, +25,5% su base triennale), in particolare per quanto<br />

attiene alle prestazioni di ricovero ordinario e diurno (+7,9%, +27,2%) e a<br />

quelle di assistenza specialistica (+15,3%, +51,3%), mentre per ciò che<br />

riguarda la mobilità extraregionale si rileva un contrazione dei costi rispetto<br />

al 2005 (-1,7%, ma +17,7% sul triennio). Si tratta comunque di dati<br />

ancora provvisori. Relativamente invece alla sottoclasse economicamente<br />

più importante, prestazioni da soggetti privati (95,5 mln di euro nel 2006),<br />

le risultanze del conto economico mostrano un incremento del 7,6% sul<br />

2005, superiore a quello registrato tra 2004 e 2005 (+4,6%) per una<br />

crescita su base triennale pari al 12,6%, comunque inferiore al +13,8% del<br />

consolidato regionale. Come già rilevato in precedenza per altre aziende,<br />

risultano in forte crescita, tra le voci più importanti, i costi per prestazioni e<br />

servizi a favore di anziani (+18,4% sul 2005, +37,5% nel triennio),<br />

prestazioni di assistenza integrativa regionale (+16,1%, +37,4%).<br />

Acquisti di servizi non sanitari (17,4 mln): nel 2006 si è assistito ad un<br />

aumento dei costi pari al +12,1% sul 2005, del +31,3% con riferimento al<br />

triennio. Valori, questi, superiori a quelli registrati a livello di consolidato<br />

regionale. A segnare la crescita maggiore sono stati i costi per lavanderia<br />

(specie tra 2004 e 2005: +73,3%, +95,1% nel triennio) e per utenze<br />

(+26,7% sul 2005, +44,9% nel triennio). In sensibile diminuzione, invece, i<br />

costi per servizi assicurativi (-24,7%, -19,2%).<br />

Personale (102,4 mln): l’andamento di questa macroarea, che per l’azienda<br />

rappresenta il 30% dei costi complessivi, rispecchia sostanzialmente quello<br />

registrato a livello di consolidato regionale, con un’impennata tra 2004 e<br />

2005, in corrispondenza con il rinnovo dei contratti collettivi nazionali di<br />

lavoro delle diverse aree (+11,3%) ed una contrazione nell’ultimo anno (-<br />

4,3%). Su base triennale l’incremento dei costi si è attestato intorno al<br />

+6,5% (+5,6% a livello regionale). Va osservato come, nell’arco del<br />

triennio preso a riferimento, l’organico medio dell’azienda abbia subito un<br />

incremento pari al 2,7%, particolarmente elevato (+8,8%) nell’ambito del<br />

personale professionale.<br />

• Azienda Ulss n. 12 Veneziana<br />

331


L’esercizio 2006 si è chiuso con una perdita di 76,1 mln di euro (circa 250 euro<br />

per ciascun residente), nettamente inferiore al –97,2 registrato nel 2005, ma<br />

ancora superiore ai –66,9 mln del 2004, quando, peraltro, a contenere la perdita<br />

avevano contribuito proventi straordinari per circa 21 mln. I costi continuano a<br />

mantenersi superiori al valore della produzione, sia pur in presenza di una<br />

significativa riduzione della forbice: se nel 2004 il rapporto era del 116,2, salito al<br />

117,1% nel 2005, nel 2006 il dato scende al 113,7%, per effetto di una crescita del<br />

valore della produzione, nel triennio in questione, pari al +9,3%, superiore al<br />

+7,1% dei costi, i quali, nel 2006, si sono attestati intorno ai 667 mln, pari a una<br />

media per assistito di 2.199 euro, sostanzialmente in linea con il 2005, contro i<br />

2.048 del 2004.<br />

2004 2005 2006<br />

06/04<br />

∆ %<br />

06/05 05/04<br />

valore della produzione 536,2 570,2 586,2 9,3% 2,8% 6,3%<br />

costi della produzione 622,8 667,7 666,8 7,1% -0,1% 7,2%<br />

costi pro capite* 2.048,1 2.199,3 2.199,3<br />

rapporto % costi / valore 116,2 117,1 113,7<br />

1° risultato d'esercizio -66,9 -97,2 -76,1<br />

utile/perdita pro-capite* -219,9 -320,2 -250,8<br />

* in unità di euro<br />

evoluzione:<br />

Per quanto riguarda le principali voci di spesa si osserva la seguente<br />

Acquisti di beni (67,2 mln): l’incremento sul 2005 è pari al +8,8% (+8,1%<br />

il consolidato regionale), del +12,6% nel triennio (+16,8% il consolidato<br />

regionale). Tra i costi per acquisti di beni sanitari, che rappresentano il 96%<br />

del totale, crescono del 6,8% sul 2005 e del 13,1% nel triennio i costi per<br />

acquisti di prodotti farmaceutici ed emoderivati, mentre un’altra voce<br />

economicamente significativa, presidi chirurgici e materiali sanitari,<br />

consegue aumenti rispettivamente dell’11,2% e del 13,4%. In forte<br />

crescita, quasi doppia rispetto alla tendenza complessiva regionale, i costi<br />

per acquisti di beni non sanitari (+30% sul 2005, +27,7% nel triennio),<br />

sostanzialmente ascrivibili all’incremento delle voci materiali di guardaroba,<br />

di pulizia e di convivenza in genere (+19%, +27,5%) e altri beni non<br />

sanitari (cancelleria, carta, ricettari, libri, giornali, etc.) che conseguono<br />

aumenti del 50,7% e del 43,8%.<br />

332


Acquisti di servizi sanitari e socio-sanitari (318,4 mln): tali costi<br />

conseguono aumenti del +4,6% rispetto all’esercizio 2005 (+4,2% il valore<br />

regionale), dell’8,9% su base triennale (+12,5% a livello regionale). Per<br />

quanto concerne i costi per acquisti di servizi e prestazioni in regime di<br />

mobilità intraregionale si assiste ad un incremento annuale pari al 3% e<br />

dell’11% su base triennale, dovuto ad una dinamica di crescita più bassa<br />

relativamente alle prestazioni di ricovero ordinario e diurno (+3%, +18,3%)<br />

e ad una più sostenuta per quanto riguarda le prestazioni di assistenza<br />

specialistica (+10,9%, +26,5%). Parimenti, crescono i costi della mobilità<br />

extraregionale, del +4% nell’ultimo anno, del +25,9% nel triennio, anche<br />

se i dati 2006 sono ancora parziali. Per quanto attiene ai costi per acquisti<br />

di prestazioni da soggetti privati (234 mln nel 2006), l’incremento sia su<br />

base annuale (+4,5%, sia con riferimento al triennio (+8,3%) risulta<br />

inferiore a quello conseguito dal consolidato regionale (rispettivamente,<br />

+6,3%, +13,8%). Tale risultanza è condizionata dalla diminuzione del 2,5%<br />

della voce economicamente più importante (prestazioni di ricovero ordinario<br />

e diurno) e dall’incremento di solo lo 0,7% della farmaceutica<br />

convenzionata, rispetto al 2005. Aumentano invece in misura più<br />

consistente i costi di prestazioni di medicina di base (+7,6%, +14,3% sul<br />

triennio), di specialistica convenzionata interna (+16,8%, +54,1%) e di<br />

assistenza specialistica da strutture accreditate (+15,8%, +20,6% le<br />

prestazioni di specialistica; +27,8%, +32,7% quelle di specialistica<br />

diagnostica).<br />

Acquisti di servizi non sanitari (47,2 mln): i costi per servizi appaltati a terzi<br />

conseguono incrementi su base annua pari al +3,1%, del +7,7% nel<br />

triennio, con un ritmo di crescita complessivamente inferiore rispetto<br />

all’insieme delle aziende sanitarie ed ospedaliere operanti sul territorio<br />

(+10,1%, +18,3%). Disaggregando il dato, tra le voci di spesa<br />

economicamente più importanti, si segnala la crescita dei costi per<br />

lavanderia (+10,1% nel 2005, +11,6% nel triennio), per smaltimento rifiuti<br />

(+14,9%, +19,8%) e per manutenzione attrezzature sanitarie (+10,1%,<br />

+15,9% nel triennio). In forte calo, invece, i costi per servizi di<br />

manutenzione impianti e macchinari (-16,8%, -26,2%) e le consulenze non<br />

sanitarie (-2,5%, -34% nel triennio).<br />

Personale (194,4 mln): anche in questa classe di costo la dinamica di<br />

crescita risulta complessivamente inferiore al dato regionale. Su base<br />

triennale il costo del personale dipendente dall’azienda è aumentato del<br />

333


+2,3% (+5,6% nel consolidato regionale), in virtù del forte calo avvenuto<br />

nel 2006 (-9,6%) per il venir meno dei maggiori oneri per rinnovi<br />

contrattuali iscritti a bilancio d’esercizio 2005. Nel periodo oggetto<br />

d’indagine l’organico medio del personale in servizio è sceso dalle 4.199<br />

unità del 2004 alle 4.193 del 2006.<br />

• Azienda Ulss n. 13 Mirano<br />

Nel 2006 l’azienda ha chiuso l’esercizio in perdita per 26,8 mln di euro,<br />

tornando, in sostanza, ai livelli del 2004 (-26,4 mln), dopo che nel 2005 la perdita<br />

aveva raggiunto i 30,1 mln.. Il rapporto costi/valore è sceso al 107%, in<br />

diminuzione rispetto sia al 108,5% del 2005, sia al 107,7% registrato nel 2004.<br />

Dato positivo è che il ritmo di crescita dei costi rispetto al valore della produzione<br />

tende a rallentare. Rispetto al 2005, i costi complessivi sono aumentati dello 0,9%,<br />

mentre il valore della produzione del 2,3%. Su base triennale le percentuali sono,<br />

rispettivamente, del 10,4% e dell’11,2%. Nel 2006 i costi della produzione si<br />

attestano intorno ai 397 mln di euro, con una media per assistito pari a circa 1.564<br />

euro, inferiore ai 1.566 del 2005, ma più alta rispetto ai 1.450 del 2004.<br />

2004 2005 2006<br />

06/04<br />

∆ %<br />

06/05 05/04<br />

valore della produzione 334,3 363,0 371,5 11,1% 2,3% 8,6%<br />

costi della produzione 360,1 393,7 397,4 10,4% 0,9% 9,3%<br />

costi pro capite* 1.450,4 1.566,9 1.564,3<br />

rapporto % costi / valore 107,7 108,5 107,0<br />

1° risultato d'esercizio -26,4 -30,1 -26,8<br />

utile/perdita pro-capite* -106,2 -119,9 -105,3<br />

* in unità di euro<br />

Con riferimento alle classi di spesa più significative, si è osservata la<br />

seguente evoluzione:<br />

Acquisti di beni (43,7 mln): i costi sono cresciuti dell’11,1% rispetto<br />

all’esercizio 2005, del 18,6% su base triennale. Si tratta di aumenti<br />

percentualmente superiori a quelli registrati, nello stesso intervallo di<br />

tempo, dall’insieme delle aziende a livello regionale, vale a dire: +8,1% sul<br />

2005, +16,8% nel triennio. Crescono, sostanzialmente allo stesso ritmo, sia<br />

gli acquisti di beni sanitari (che rappresentano il 97% del totale) ed in<br />

particolare i prodotti farmaceutici ed emoderivati (+20,2% sul 2005,<br />

334


+32,8% nel triennio), sia quelli di beni non sanitari, fra i quali gli altri beni<br />

non sanitari (+30,6%, +29,2%) e i combustibili, carburanti e lubrificanti<br />

(+10,2%, +21,7%).<br />

Acquisti di servizi sanitari e socio-sanitari (178,7 mln): inferiore al dato<br />

complessivo regionale è la crescita registrata in questa classe di costo. Per<br />

quanto attiene alle sottoclassi della mobilità intraregionale e di quella<br />

extraregionale, pur con i limiti dovuti alla provvisorietà dei dati, si evidenzia<br />

una diminuzione dei costi rispetto all’esercizio 2005, pari al -3% nella<br />

mobilità intra e al -18,5% nella extraregionale. Su base triennale, invece, i<br />

costi sono aumentati del 7,7% nella prima sottoclasse e del 13,9% nella<br />

seconda. Relativamente alla sottoclasse degli acquisti di prestazioni da<br />

soggetti privati (99,9 mln nel 2006) l’incremento dei costi è pari al +4,7%<br />

rispetto al 2005 e al +12,6% nel triennio (contro, rispettivamente, il 6,3%<br />

e il 13,8% del consolidato regionale). Tra le voci economicamente più<br />

significative, si osservano performance migliori rispetto al dato regionale<br />

relativamente alle prestazioni di assistenza farmaceutica (+0,9% rispetto al<br />

2005, -1,1% sul triennio) e di assistenza di base (+0,8% sul 2005, ma<br />

+13% nel triennio a causa del forte aumento tra 2004 e 2005 in gran parte<br />

dovuto al rinnovo delle convenzioni), che rappresentano i due terzi degli<br />

acquisti da privati. Nel restante terzo, crescono in misura particolarmente<br />

sostenuta i costi per prestazioni e servizi a favore di anziani (+13,8% sul<br />

2005, +34,4% su base triennale) e le prestazioni e servizi a favore di<br />

soggetti portatori di handicap (+29,1%, +67,9%). Per entrambe queste<br />

voci si tratta di una tendenza alla crescita dei costi comune all’insieme delle<br />

aziende venete.<br />

Acquisti di servizi non sanitari (33,8 mln): per quanto concerne i servizi<br />

esternalizzati, l’incremento dei costi è stato pari al 3,5% rispetto<br />

all’esercizio 2005, al +9,9% su base triennale, assai inferiore a quello<br />

registrato, nello stesso intervallo temporale, dall’insieme delle 23 aziende<br />

venete (+10,1%, +18,3%). La moderata crescita dei costi è generalmente<br />

riscontrabile in tutte le principali voci di spesa, ad eccezione di quella<br />

relativa ai servizi assicurativi che, invece, consegue un aumento su base<br />

annua del +21% che, sommato al +27,3% registrato fra 2004 e 2005, fa<br />

salire l’incremento nel triennio al +54%. In moderato aumento, rispetto alla<br />

media della classe, anche il servizio di lavanderia (+6,6% sul 2005, +12%<br />

nel triennio). In deciso calo i costi per acquisti di servizi di consulenza non<br />

sanitaria (-22,6%, -6,3%).<br />

335


Personale (117,1 mln): in linea con le risultanze del consolidato regionale è<br />

l’aumento della spesa per il personale dipendente, che espone un -3,6% sul<br />

2005 (-3,4% regionale), per il venir meno della maggiore onerosità<br />

derivante dalla stagione dei rinnovi contrattuali e un +5,7% su base<br />

triennale (+5,6% regionale). Va rilevato come nel triennio in esame il<br />

numero medio dei dipendenti in servizio abbia subito un incremento del<br />

2,1%, del ‘3,2% per quanto riguarda il personale dell’area sanitaria.<br />

• Azienda Ulss n. 14 Chioggia<br />

Il bilancio d’esercizio 2006 espone una perdita pari a 14,6 mln di euro,<br />

riportandosi ai livelli del 2004 (-14,4 mln), dopo aver registrato un forte incremento<br />

nel 2005 (19,3 mln). Su base capitaria, la perdita 2006 è pari a circa 109 euro per<br />

assistito residente. La dinamica dei costi presenta un forte rallentamento rispetto al<br />

2005 (+1,5%), dopo che tra 2004 e 2005 la crescita aveva raggiunto quasi l’11%.<br />

Su base triennale il valore della produzione cresce ad un ritmo superiore ai costi<br />

(+13,7% contro +12,4%). Il rapporto costi/valore scende al 107%, rispetto al<br />

109,5% del 2005 e al 108,2% del 2004. Il complesso dei costi della produzione nel<br />

2006 è raggiunge i 218,1 mln di euro, pari un costo medio per assistito di circa<br />

1.638 euro, contro i 1.620 del 2005 e i 1.482 del 2004.<br />

2004 2005 2006<br />

06/04<br />

∆ %<br />

06/05 05/04<br />

valore della produzione 179,3 196,2 203,8 13,7% 3,9% 9,4%<br />

costi della produzione 194,0 214,9 218,1 12,4% 1,5% 10,8%<br />

costi pro capite* 1.481,7 1.620,0 1.638,4<br />

rapporto % costi / valore 108,2 109,5 107,0<br />

1° risultato d'esercizio -14,4 -19,3 -14,6<br />

utile/perdita pro-capite* -109,9 -145,1 -109,5<br />

* in unità di euro<br />

Le principali voci di spesa presentano le seguenti variazioni:<br />

Acquisti di beni (18,9 mln): la crescita dei costi, pari al +6%, del +14,4%<br />

in riferimento al triennio, risulta inferiore a quella dell’insieme delle aziende<br />

venete (rispettivamente, +8,1%, +16,8%). In realtà, ad aumentare sono i<br />

beni sanitari (che rappresentano il 95% del totale), del +6,6% sul 2005, del<br />

+16,8% nel triennio; in particolare, si osserva un forte incremento nella<br />

voce economicamente più rilevante, gli acquisti di prodotti farmaceutici ed<br />

emoderivati (+10,3%, +25,5%), peraltro in linea con il dato complessivo<br />

regionale (+8,9%, +23%). Continuano a diminuire, invece, i costi per<br />

336


acquisti di beni non sanitari (-2,1% sul 2005, -14,2% sul triennio), ad<br />

eccezione di quelli relativi a materiali di guardaroba, di pulizia e di<br />

convivenza in genere che conseguono aumenti del +12,1% rispetto al<br />

2005, del +22,8% nel triennio.<br />

Acquisti di servizi sanitari e socio-sanitari (105,8 mln): anche in questo<br />

caso si assiste ad un rallentamento nel ritmo di crescita rispetto al biennio<br />

precedente (+6%, contro il +7,9%, per un incremento su base triennale del<br />

14,4%). Tali percentuali sono comunque leggermente più alte rispetto a<br />

quelle del consolidato regionale che presenta un incremento del +4,2% sul<br />

2005, del +12,5% nel triennio. Per quanto attiene ai costi sostenuti per<br />

mobilità intraregionale si osserva un lieve aumento (+2,3%) rispetto al<br />

2005 e del +18,3% su base triennale; relativamente alla mobilità<br />

extraregionale si evidenziano invece dati altalenanti (-32,2% sul 2005,<br />

+38,9% tra 2004 e 2005), probabilmente dovuti alla provvisorietà dei dati<br />

2006. Più stabili i dati relativi agli acquisti di prestazioni da soggetti privati<br />

(58,4 mln nel 2006), che presentano un incremento del 4,1% rispetto al<br />

2005 e del 16,5% su base triennale. A livello di consolidato regionale la<br />

crescita è stata pari al +6,3% sul 2005 e del +13,8% nel triennio. Tra le<br />

voci principali, spicca soprattutto il dato relativo alle prestazioni<br />

specialistiche (clinica e diagnostica) rese da strutture private accreditate<br />

(+13,2% rispetto al 2005, +66,9% su base triennale) e a prestazioni e<br />

servizi a favore di soggetti con malattia psichiatrica (+42,3% nell’ultimo<br />

anno, +61% nel corso del triennio). In costante aumento anche i costi per<br />

acquisti di assistenza integrativa regionale (+14,8%, +30,7%).<br />

Acquisti di servizi non sanitari (14,7 mln): l’aumento dei costi risulta assai<br />

contenuto rispetto al 2005 (+0,6%), mentre si attesta al +10,8% su base<br />

triennale. Valori, comunque, di molto inferiori a quelli rilevabili dal<br />

consolidato regionale (rispettivamente, +10,1%, +18,3%). Tra le voci di<br />

costo più significative, se si escludono i servizi assicurativi, che conseguono<br />

aumenti importanti (+17,2%, +29,3%), per il resto si rilevano solo lievi<br />

oscillazioni oppure cali anche molto consistenti: è il caso dei diversi servizi<br />

di manutenzione, con particolare riferimento a quelli dei fabbricati (-28,7%,<br />

-30,6%) e delle attrezzature sanitarie (-22,2%, -5,8%). Aumenta invece,<br />

pur trattandosi di voce economicamente poco rilevante, il costo dei servizi<br />

trasporti (+127,4%, +305,4%).<br />

Personale (64,1 mln): sostanzialmente in linea con il dato regionale,<br />

l’andamento dei costi per il personale dipendente che ha subito<br />

337


un’impennata nel 2005 (+9,8% rispetto al 2004) per poi scendere<br />

nell’ultimo anno (-2,8%), per una crescita complessiva su base triennale del<br />

6,7% (5,6% il consolidato regionale). Nel triennio di riferimento, il<br />

personale medio in servizio è passato dalle 1.290 unità del 2004 alle 1.260<br />

del 2006, con un decremento pari al –2,3%.<br />

PROVINCIA DI PADOVA<br />

• Azienda Ulss n. 15 Cittadella<br />

L’azienda ha chiuso l’esercizio 2006 in perdita per 17,6 mln di euro, con un<br />

recupero sia rispetto al 2005 (-26,4 mln), sia al 2004 (-21,2 mln). Nel triennio il<br />

ritmo di crescita del valore della produzione, superiore a quello dei costi (+14,8%,<br />

contro +12,6%), è dovuto all’ultimo esercizio (+5% contro 2,1%). Il rapporto<br />

costi/valore nel 2006 scende pertanto al 104,6%, ben al di sotto sia del 107,6% del<br />

2005 che del 106,6% del 2004. I costi della produzione nel 2006 ammontano a<br />

376,8 mln di euro, cui corrisponde un costo medio per residente pari a circa 1.574<br />

euro (contro i 1.563 del 2005 e i 1.440 del 2004).<br />

2004 2005 2006<br />

06/04<br />

∆ %<br />

06/05 05/04<br />

valore della produzione 313,9 343,0 360,3 14,8% 5,0% 9,3%<br />

costi della produzione 334,6 368,9 376,8 12,6% 2,1% 10,3%<br />

costi pro capite* 1.439,9 1.562,9 1.573,6<br />

rapporto % costi / valore 106,6 107,6 104,6<br />

1° risultato d'esercizio -21,2 -26,4 -17,6<br />

utile/perdita pro-capite* -91,3 -118,8 -73,5<br />

* in unità di euro<br />

Rispetto alle principali classi di costo, si rileva il seguente andamento:<br />

Acquisti di beni (41,9 mln): in crescita sia rispetto al 2005 (+11,9%), sia<br />

con riferimento al triennio (+16,3%). Tale risultanza non si discosta in<br />

modo sostanziale da quella registrata a livello di consolidato regionale<br />

(rispettivamente, +8,1%, +16,8%). Aumentano sia gli acquisti di beni<br />

sanitari, sia quelli di beni non sanitari. I primi conseguono incrementi medi<br />

del 12% sul 2005 e del 16,6% su base triennale, concentrati nei prodotti<br />

farmaceutici ed emoderivati (+16,6%, +30,1%) e nei presidi chirurgici e<br />

338


materiali sanitari (+12,1%, +15,6%). I secondi aumentano dell’11,4%<br />

rispetto all’esercizio 2005, del 13,7% nel triennio, in particolare gli altri beni<br />

non sanitari (+24,6%, +31,5%).<br />

Acquisti di servizi sanitari e socio-sanitari (167,6 mln): l’aumento dei costi è<br />

pari al +6,2% rispetto al 2005, del +15,3% su base triennale, con una<br />

dinamica di crescita superiore a quella del consolidato regionale<br />

(rispettivamente, del +4,2% e del 12,5%). Per quanto attiene alla<br />

sottoclasse relativa alla mobilità intraregionale si rileva uno scostamento del<br />

+2,3% rispetto all’esercizio 2005, del +14,6% sul triennio. Circa i costi per<br />

mobilità extraregionale le risultanze mostrano una diminuzione pari al<br />

24,1% sul 2005 (ma i dati 2006 sono ancora provvisori) che segue ad un<br />

incremento del 40,9% registrato tra 2004 e 2005. Per quanto riguarda la<br />

sottoclasse degli acquisti di prestazioni da soggetti privati (91,9 mln nel<br />

2006) la variazione in aumento è pari all’11% rispetto al precedente<br />

esercizio 2005, del 18,4% su base triennale, superiore a quella riscontrata<br />

nel consolidato regionale. Incrementi molto al di sopra della media si<br />

ritrovano nei conti prestazioni e servizi a favore di anziani (+15,6% sul<br />

2005, +32,7% nel triennio) e prestazioni di assistenza specialistica<br />

diagnostica da strutture accreditate (+39,7%, +67%), ma soprattutto in<br />

quello relativo ai soggetti portatori di handicap, il cui costo passa dai<br />

226.840 euro del 2004 ai 3.146.070 euro del 2006 (+369,1% sul 2005,<br />

+1286,9% su base triennale).<br />

Acquisti di servizi non sanitari (25,1 mln): nel 2006 tale classe di costo ha<br />

conseguito un aumento del 10,8% rispetto all’esercizio 2005, del 13,7% su<br />

base triennale. Nello stesso periodo, a livello di consolidato regionale, la<br />

crescita è stata del 10,1% sul 2005, del 18,3% nel triennio. Variazioni<br />

superiori alla media della classe si riscontrano negli acquisti di servizi di<br />

lavanderia (+16,2%, +23,2%), di pulizia (+16,8%, +19,6%) e di trasporti<br />

(+26,8%, +22,6%). In costante, forte aumento i costi per utenze<br />

(+20,8%, +29%) e per consulenze (+68,5%, +127%).<br />

Personale (115 mln): inferiore alla variazione registrata a livello di<br />

consolidato regionale è quella riferita al costo del personale dipendente.<br />

Rispetto al 2005 la diminuzione della spesa ha raggiunto il 6,1% (contro il –<br />

3,4% regionale), per il venir meno dei maggiori oneri derivanti dalla<br />

stagione contrattuale, ridimensionando così l’incremento su base triennale<br />

al +4% (+5,6% consolidato regionale). Nel triennio in esame la consistenza<br />

339


media del personale in servizio è salita dell’1,9% (dalle 2.448 unità del<br />

2004 alle 2.495 del 2006).<br />

• Azienda Ulss n. 16 Padova<br />

L’esercizio 2006 presenta una perdita pari 83,4 mln di euro (circa 204 euro<br />

per residente), superiore a quella registrata nel 2005 (-59,5 mln), mentre nel 2004<br />

il disavanzo era stato di 92,9 mln. Diversamente da quanto osservato nella<br />

generalità delle aziende territoriali, l’incremento dei costi si è rivelato assai<br />

consistente anche nel 2006 (+9,1%, rispetto al +10,5% registrato tra 2004 e<br />

2005), mentre il valore della produzione, salito del 17,8% nel 2005, nel 2006 è<br />

cresciuto di “solo” il +6,4%, determinando l’ampliamento della forbice costi/valore,<br />

che mentre nel 2005 era scesa al 108,6% rispetto al 115,8% del 2004, nel 2006 è<br />

risalita al 111,4%. Nel 2006 il totale dei costi della produzione raggiungono i 791,6<br />

mln di euro, cui corrisponde un costo medio per assistito di 1.936 euro, in costante<br />

crescita rispetto ai 1.790 del 2005 e ai 1.643 del 2004.<br />

2004 2005 2006<br />

06/04<br />

∆ %<br />

06/05 05/04<br />

valore della produzione 567,3 668,0 710,8 25,3% 6,4% 17,8%<br />

costi della produzione 656,9 725,7 791,6 20,5% 9,1% 10,5%<br />

costi pro capite* 1.643,0 1.790,0 1.936,4<br />

rapporto % costi / valore 115,8 108,6 111,4<br />

1° risultato d'esercizio -92,9 -59,5 -83,4<br />

utile/perdita pro-capite* -232,3 -146,8 -203,9<br />

* in unità di euro<br />

Le principali voci di spesa presentano il seguente sviluppo:<br />

Acquisti di beni (29 mln): si rileva una diminuzione dei costi rispetto al<br />

2005 (-1,6%), ed una crescita del +7,8% sul triennio dovuta all’aumento<br />

registrato tra 2004 e 2005 (+9,6%). Nello stesso arco temporale<br />

l’incremento a livello di consolidato regionale per acquisti di beni è stato<br />

del +8,1% sul 2005, del +16,8% nel triennio. Tale tendenza opera<br />

esclusivamente negli acquisti di beni sanitari, sostanzialmente “spalmata”<br />

sulle diverse voci che compongono la sottoclasse, mentre per quelli di beni<br />

non sanitari si riscontra un incremento del +34,7% sul 2005, del +27,5%<br />

su base triennale. Il dato è tuttavia influenzato dal sensibile aumento dei<br />

costi per acquisti prodotti alimentari (dai 7.798 euro del 2005 ai 401.518<br />

del 2006 (+5049%).<br />

340


Acquisti di servizi sanitari e socio-sanitari (585,2 mln): l’aumento dei costi<br />

si è attestato intorno al 6,9% rispetto all’esercizio 2005, al +19,4% su base<br />

triennale, superiore a quanto registrato a livello complessivo regionale<br />

(rispettivamente, +4,2%, +12,5%). Disaggregando il dato per sottoclassi,<br />

per quanto attiene ai costi per prestazioni rese in regime di mobilità<br />

intraregionale si registra una crescita del +7,1% rispetto al 2005, del<br />

+18,3% nel triennio. Va peraltro ricordato come i volumi di costosità in<br />

questa particolare area sono largamente influenzati dalla presenza sul<br />

territorio dell’asl n. 16 dell’Azienda Ospedaliera di Padova, titolare della<br />

gran parte dell’offerta ospedaliera sul territorio. Per quanto attiene, invece,<br />

ai costi per mobilità extraregionale si rileva un forte aumento sia rispetto al<br />

2005 (+11,6%), sia su base triennale (+33,2%). Si tratta comunque di<br />

dati, specie per il 2006, ancora non definitivi. Per quanto concerne gli<br />

acquisti di prestazioni da soggetti privati (321,3 mln nel 2006), l’incremento<br />

percentuale è in linea con quello registrato a livello di consolidato regionale:<br />

rispetto al 2005 la crescita si attesta intorno al +4,7% (+6,3% regionale),<br />

mentre nel triennio raggiunge il +13,3% (+13,8% regionale). Fra le voci<br />

economicamente più rilevanti, spicca l’aumento sopra la media dei costi per<br />

acquisti di assistenza specialistica da strutture private (clinica e<br />

diagnostica), intorno al +12% sul 2005 e al +25% nel triennio. Cresce, su<br />

base triennale più della media regionale (+4,1% contro +1,3%), il costo<br />

della farmaceutica convenzionata;<br />

Acquisti di servizi non sanitari (28,8 mln): è la classe di costo che consegue<br />

la crescita percentualmente più marcata, in gran parte dovuta all’esercizio<br />

2005 (+48,8%), dopo che tra 2004 e 2005 la variazione era stata solo dello<br />

0,7%. A triplicare, rispetto al 2005, sono i costi per acquisti di altri servizi<br />

non sanitari (+225,5%), voce che già tra 2004 e 2005 aveva subito un<br />

incremento del 78,7%. In forte aumento anche i costi per consulenze<br />

(+29,7% sul 2005, +139,6% nel triennio) e i servizi manutenzione impianti<br />

e macchinari (+57,2% sul 2005, +62,7% nel triennio).<br />

Personale (100,5 mln): le risultanze dell’azienda n. 16 di Padova sono<br />

sostanzialmente sovrapponibili con quelle complessive regionali: si registra<br />

infatti una diminuzione dei costi del personale rispetto al 2005 (-3,6%,<br />

contro il –3,4% regionale), che limita l’incremento su base triennale al +5%<br />

(+5,6% a livello regionale). Nel periodo in esame (2004-2006) la<br />

consistenza media del personale in servizio è scesa dalle 2.464 unità del<br />

2004 alle 2.445 del 2006 (-0,8%).<br />

341


• Azienda Ulss n. 17 Este<br />

L’esercizio 2006 si è chiuso con una perdita di 14,7 mln di euro (pari a circa<br />

81 euro per residente), inferiore sia ai -23,1 mln registrati nel 2005, sia ai -24,7<br />

mln del 2004. I costi della produzione si mantengono superiori ai ricavi, pur con<br />

una tendenza al rallentamento dei primi (+5,8% tra 2004 e 2005, +2% nell’ultimo<br />

anno) e ad un aumento costante dei secondi (rispettivamente +6,8%, +5,6%). Il<br />

rapporto costi/valore scende dunque al 105%, dopo aver raggiunto il 109,7% nel<br />

2004 ed il 108,7 nel 2005. I dati del conto economico 2006 espongono costi della<br />

produzione per circa 298,9 mln di euro, corrispondenti ad un costo medio per<br />

assistito di circa 1.643 euro, contro i 1.616 del 2005 e i 1.535 del 2004.<br />

2004 2005 2006<br />

06/04<br />

∆ %<br />

06/05 05/04<br />

valore della produzione 252,3 269,5 284,6 12,8% 5,6% 6,8%<br />

costi della produzione 276,8 292,9 298,9 8,0% 2,0% 5,8%<br />

costi pro capite* 1.534,6 1.615,9 1.642,8<br />

rapporto % costi / valore 109,7 108,7 105,0<br />

1° risultato d'esercizio -24,7 -23,1 -14,7<br />

utile/perdita pro-capite* -136,7 -127,7 -80,6<br />

* in unità di euro<br />

Le principali classi di costo presentano la seguente evoluzione:<br />

Acquisti di beni (22,6 mln): l’aumento su base annua è pari a +5,5%,<br />

+13,8% nel triennio. Nello stesso arco temporale, a livello di consolidato<br />

regionale, si è registrata una crescita superiore, pari al +8,1% e al<br />

+16,8%. Ad aumentare sono stati gli acquisti sia di beni sanitari sia di beni<br />

non sanitari. Nell’ambito dei primi, che rappresentano circa il 95% del<br />

totale, particolarmente sostenuta è la crescita negli acquisti di presidi<br />

chirurgici e materiali sanitari (+12,1% nel 2005, +14,9% sul triennio).<br />

Circa i beni non sanitari, va rilevata la forte crescita degli acquisti di<br />

materiali di guardaroba, di pulizia e di convivenza in genere (+24,9%<br />

rispetto al 2005, +28,1% su base triennale). In forte, costante aumento,<br />

pur non rappresentando una voce particolarmente rilevante, i costi per<br />

acquisti di prodotti alimentari, che passano dai 6.709 euro del 2004 ai<br />

29.348 del 2006 (+337,4%).<br />

342


Acquisti di servizi sanitari e socio-sanitari (154,7 mln): l’azienda ha visto<br />

crescere i costi del +3,8% rispetto al 2005, del +9,8% su base triennale, ad<br />

un ritmo, dunque, più basso rispetto al complesso delle aziende sanitarie ed<br />

ospedaliere del <strong>Veneto</strong> (rispettivamente, +4,2%, +12,5%). Per quanto<br />

riguarda la sottoclasse relativa agli acquisti di prestazioni in regime di<br />

mobilità intraregionale si nota una diminuzione dei costi pari al –3,3% sul<br />

2005, ma una crescita, su base triennale, del +10,7%. Circa gli acquisti di<br />

prestazioni rese in mobilità extraregionale, pur ribadendo la provvisorietà<br />

dei dati più recenti, si osserva una tendenza alla forte crescita, già<br />

registrata tra il 2004 e il 2005 (+48,2%) e ancora presente anche<br />

nell’ultimo anno (+27,9%), interamente dovuta alle prestazioni di ricovero<br />

ordinario e diurno. Assai più moderato l’incremento dei costi per acquisti di<br />

prestazioni da soggetti privati, pari al +7,7% sul 2005 (è del +6,3% a<br />

livello di consolidato regionale), al +10,3% nel triennio (+13,8% regionale).<br />

La farmaceutica convenzionata cresce in misura modesta (+2,7%<br />

nell’ultimo anno, +0,7% nel triennio) anche rispetto al consolidato regionale<br />

(+3,4%, +1,3%) mentre risultano, al contrario, in fortissima, costante<br />

ascesa i costi per acquisti sia di prestazioni di assistenza specialistica<br />

diagnostica da strutture private (+35,1% rispetto al 2005, +62,6% su base<br />

triennale), sia di prestazioni di assistenza specialistica da strutture private<br />

(+39,5%, +63%). Cresce considerevolmente anche la spesa per acquisti di<br />

prestazioni di assistenza integrativa regionale (+14,1% sul 2005, +34% nel<br />

triennio).<br />

Acquisti di servizi non sanitari (16,1 mln): anche per quanto attiene ai<br />

servizi appaltati, l’incremento si è rivelato più moderato rispetto alla media<br />

regionale, attestandosi al +5% sul 2005, del +8,7% nel triennio (contro il<br />

+10,1% e +18,3% regionale). Tra le voci economicamente più importanti si<br />

discostano significantemente dalla media della classe gli aumenti per<br />

acquisti di servizi di mensa (+9,4% sul 2005, +17,4% nel triennio) e di<br />

utenze (+10,6%, +11,6%). In forte aumento anche la spesa per<br />

consulenze non sanitarie (+32,3% nel triennio).<br />

Personale (100,5 mln): si registra un incremento dei costi pari al +2,9% su<br />

base triennale, interamente dovuto al 2005 (+45), mentre nell’ultimo anno<br />

si è assistito ad una diminuzione dei costi per il personale dipendente pari al<br />

–1%. Anche tale dinamica risulta complessivamente più moderata rispetto a<br />

quella del consolidato regionale. Nel periodo considerato, la consistenza<br />

media del personale in servizio presso l’azienda ha subito un lieve<br />

343


incremento, passando dalle 1.901 unità del 2004 alle 1.915 del 2006<br />

(+0,7%).<br />

• Azienda Ospedaliera di Padova<br />

L’esercizio 2006 si è chiuso con una perdita di 44,1 mln di euro, tornando<br />

sostanzialmente ai livelli del 2004 (-44,2 mln) dopo aver subito un forte aumento<br />

nel 2005 (-52 mln). I costi della produzione continuano a mantenersi<br />

costantemente superiori ai ricavi (+108,3% il rapporto costi/valore della<br />

produzione) pur in presenza di un deciso ridimensionamento della forbice esistente<br />

(nel 2004 era del 109,9%, nel 2005 addirittura del 111,1%), dovuto ad una<br />

crescita del valore della produzione (+13,1% nel triennio) superiore a quella dei<br />

costi (+11,5%), che hanno raggiunto, nel 2006, un ammontare di 528,7 mln di<br />

euro, contro i 504 del 2005 e i 474,1 del 2004.<br />

2004 2005 2006<br />

06/04<br />

∆ %<br />

06/05 05/04<br />

valore della produzione 431,4 453,7 488,0 13,1% 7,6% 5,2%<br />

costi della produzione<br />

costi pro capite*<br />

474,1 504,0 528,7 11,5% 4,9% 6,3%<br />

rapporto % costi / valore 109,9 111,1 108,3<br />

1° risultato d'esercizio<br />

utile/perdita pro-capite<br />

-44,2 -52,0 -44,1<br />

* in unità di euro<br />

Le principali classi di spesa mostrano la seguente evoluzione:<br />

Acquisti di beni (129 mln): i dati di bilancio riportano una crescita del<br />

+9,3% sul 2005, del +10% su base triennale. Tale andamento si spalma un<br />

po’ su tutte le voci di costo, relative sia ai beni sanitari, sia ai beni non<br />

sanitari;<br />

Acquisti di servizi sanitari e socio-sanitari (35,5 mln): la crescita dei costi<br />

rispetto al 2005 è stata pari al +5,1% e del +3,4% su base triennale.<br />

Risultanze, queste, complessivamente inferiori a quelle del consolidato<br />

regionale. Tuttavia, è bene sottolineare come trattandosi di Azienda<br />

Ospedaliera, erogatrice di prestazioni in regime di mobilità attiva intra ed<br />

extraregionale, la classe di costo risulta economicamente meno rilevante<br />

rispetto ad un’azienda sanitaria, non dovendo sostenere costi di mobilità<br />

344


passiva, né acquistare prestazioni da soggetti privati. Al suo interno la<br />

classe di costo iscrive costi per acquisti di servizi sanitari e socio sanitari da<br />

soggetti privati, per i quali si evidenzia una progressiva diminuzione nel<br />

corso del triennio (-5,1% sul 2005, -6,6% su base triennale) e per acquisti<br />

di servizi sanitari e socio sanitari da soggetti pubblici che invece<br />

conseguono un forte aumento proprio nell’ultimo anno (+393%), in<br />

particolare alla voce prestazioni e servizi resi da aziende socio sanitarie ed<br />

ospedaliere della regione. Si tratta comunque di un conto dove vengono<br />

iscritti costi per prestazioni e servizi oggetto di transazione tra le aziende.<br />

Acquisti di servizi non sanitari (69,3 mln): per quanto attiene ai servizi non<br />

sanitari, l’incremento dei costi rispetto al 2005 è stato del +8,6% e del<br />

+10,2% su base triennale, con un ritmo di crescita inferiore a quello<br />

riscontrato a livello regionale (+10,1%, +18,3%). Tra le voci<br />

economicamente più significative, si rilevano forti aumenti per quanto<br />

concerne i servizi di trasporto (+9,5% sul 2005, ma +52,7% nel triennio) e<br />

soprattutto gli altri servizi non sanitari (+66,2% rispetto al 2005, dopo che<br />

tra 2004 e 2005 si era avuto un calo del 2,3%). In costante diminuzione<br />

nell’intero arco del triennio i costi per l’acquisto di servizi assicurativi (-<br />

11,4% rispetto al 2005, -11,7% su base triennale) e di servizi di consulenza<br />

non sanitaria (-21,8% nell’ultimo anno, -2,1% triennale). Invariati, ai livelli<br />

del 2005, i costi per utenze (ma in crescita del +15,2% su base triennale).<br />

Personale (219 mln): anche in questa classe di costo la variazione<br />

percentuale rispetto agli esercizi precedenti risulta inferiore al dato medio<br />

regionale. Su base triennale, il costo del personale dipendente è salito del<br />

+3,4% (contro il +5,6% regionale), per effetto di una maggiore riduzione<br />

avvenuta nell’ultimo anno (-7,6% contro –3,4%), dopo che nel 2005<br />

(esercizio in cui si sono scaricati gli effetti economici dei rinnovi<br />

contrattuali) l’azienda aveva subito un incremento pari al +12%, maggiore<br />

di quanto avvenuto a livello regionale (+9,3%). Per inciso, nel triennio in<br />

esame il numero medio dei dipendenti in forza all’azienda è diminuito,<br />

passando dalle 4.865 unità del 2004, alle 4801 del 2006 (-1,3%, -1,9% per<br />

quanto riguarda l’area più rilevante, il personale sanitario).<br />

345


PROVINCIA DI ROVIGO<br />

• Azienda Ulss n. 18 Rovigo<br />

L’esercizio 2006 si è chiuso con una perdita per 42,7 mln di euro (circa 247<br />

euro per ciascun residente), inferiore a sia a quella del 2005 (-51,7 mln), sia a<br />

quella del 2004 (-44,6 mln). Il rapporto tra costi e valore della produzione nel 2006<br />

ha invertito la tendenza al costante aumento (115,2% nel 2004, 116,5% nel 2005),<br />

attestandosi intorno al 113,3%. Ciò è potuto avvenire in virtù di una più accentuata<br />

crescita del valore della produzione tra 2005 e 2006 (+5,1%) rispetto al<br />

corrispondente aumento dei costi (+2,1%). A livello triennale, tale dinamica vede il<br />

valore della produzione crescere del +13,9% rispetto al +12,1% dei costi. Questi<br />

ultimi ammontano nel 2006 a 369,4 mln di euro, corrispondenti ad una media per<br />

assistito residente di circa 2141 euro, contro i 2.098 del 2005 e ai 1.920 del 2004.<br />

2004 2005 2006<br />

06/04<br />

∆ %<br />

06/05 05/04<br />

valore della produzione 286,1 310,2 325,9 13,9% 5,1% 8,4%<br />

costi della produzione 329,6 361,4 369,4 12,1% 2,2% 9,6%<br />

costi pro capite* 1.920,1 2.098,3 2.140,8<br />

rapporto % costi / valore 115,2 116,5 113,3<br />

1° risultato d'esercizio -44,6 -51,7 -42,7<br />

utile/perdita pro-capite* -260,0 -300,1 -247,1<br />

* in unità di euro<br />

Relativamente alle principali macroaree, si registra la seguente evoluzione:<br />

Acquisti di beni (40,7 mln): rispetto al precedente esercizio 2005, si<br />

osserva un aumento del +9,9%, +22,1% su base triennale. Tale ritmo di<br />

crescita risulta superiore a quello riscontrabile a livello di consolidato<br />

regionale (+8,1%, +16,8%). Crescono soprattutto gli acquisti di beni<br />

sanitari (+10,3% sul 2005, +22,9% nel triennio), meno i beni non sanitari<br />

(+0,2%, +6%) che tuttavia rappresentano meno del 5% del totale. Tra i<br />

beni sanitari segnano incrementi superiori alla media gli acquisti di presidi<br />

chirurgici e materiali sanitari (+18%, +34,2%) e di prodotti farmaceutici ed<br />

emoderivati (+10%, +25,3%), mentre tra i beni non sanitari spicca il dato<br />

degli acquisti di altri beni non sanitari che conseguono aumenti del +14,6%<br />

sul 2005 e del +35,6% nel triennio.<br />

346


Acquisti di servizi sanitari e socio-sanitari (172,8 mln): nel complesso la<br />

classe registra un incremento dei costi pari al +5,3% rispetto al 2005 e al<br />

+18,5% nel triennio. Nel medesimo arco temporale, l’insieme delle aziende<br />

venete ha conseguito aumenti inferiori, pari al +4,2% sul 2005 e al +12,5%<br />

su base triennale. Disaggregando il dato nelle sue componenti principali, si<br />

può osservare come, relativamente ai costi per mobilità intraregionale, si<br />

sia registrato un aumento del +2,7% rispetto all’anno precedente, del<br />

+17,5% nel triennio, aumenti particolarmente accentuati nel caso di<br />

prestazioni di ricovero ordinario e diurno (+4%, +23,8%). Per quanto<br />

concerne i costi per mobilità extraregionale, i dati, pur nella loro<br />

provvisorietà, mostrano anche in questo caso una tendenza all’aumento<br />

rispetto sia al 2005 (+2,5%) sia al 2004 (+20,3%). Superiori alle risultanze<br />

regionali (+6,3% sul 2005, +13,8% nel triennio) anche gli incrementi dei<br />

costi per acquisti di prestazioni da soggetti privati che hanno raggiunto,<br />

rispettivamente, il +7,1% e il +19,6%. In tale ambito, risultano<br />

particolarmente alti gli incrementi conseguiti dalla voce prestazioni di<br />

assistenza specialistica da strutture accreditate (+38,3% sul 2005, +85,8%<br />

nel triennio).<br />

Acquisti di servizi non sanitari (22,5 mln): assai contenuti gli incrementi<br />

registrati, sia con riferimento all’ultimo esercizio (+3%), sia su base<br />

triennale (+0,2%), soprattutto se si considera che, nello stesso arco<br />

temporale, a livello di consolidato regionale si è avuta una crescita del<br />

+10,1% sul 2005 e del +18,3% nel triennio. Nell’ambito delle principali voci<br />

che compongono la classe, si segnala la diminuzione dei costi per servizi di<br />

lavanderia (-2,2% sul 2005, -7,8% nel triennio) e, soprattutto, per i servizi<br />

assicurativi (-12,7% sul 2005, -30,4% su base triennale). Cresce, invece,<br />

ed in misura assai consistente la voce economicamente più rilevante, quella<br />

relativa alle utenze (+20,4%, +42%).<br />

Personale (110,5 mln): la crescita complessiva su base triennale del costo<br />

del personale dipendente è stata pari al +3,4%, inferiore al +5,6% del<br />

consolidato regionale. Rispetto all’esercizio 2005 si osserva una diminuzione<br />

del –3,2% sostanzialmente sovrapponibile a quello del consolidato (-3,4%).<br />

Nel lasso temporale oggetto d’indagine (2004-2006) la consistenza media<br />

del personale in servizio è diminuita dalle 2.393 unità del 2004 alle 2.325<br />

del 2006 (-2,8%).<br />

347


• Azienda Ulss n. 19 Adria<br />

L’esercizio 2006 chiude con una perdita di 10, 9 mln di euro (pari a circa<br />

146 euro per residente), leggermente inferiore a quella registrata nel 2005 (-11,2<br />

mln), ma superiore ai -7,3 mln del 2004. Nel triennio si rileva una dinamica di<br />

crescita dei costi superiore a quella del valore della produzione (+11,2% contro<br />

+13,6%), sia pur nel 2006 quest’ultimo abbia conseguito un aumento leggermente<br />

superiore (+3,4% rispetto al +3% dei costi). Il rapporto costi/valori si mantiene<br />

perciò elevato, segnando un +108,2%, rispetto al +108,6% del 2005 e al 106% del<br />

2004. Nel 2006 i costi della produzione hanno raggiunto l’importo di 144,9 mln,<br />

corrispondenti ad un costo medio per assistito di circa 1.937 euro, in aumento<br />

rispetto ai 1.877 del 2005 e ai 1.702 del 2004.<br />

2004 2005 2006<br />

06/04<br />

∆ %<br />

06/05 05/04<br />

valore della produzione 120,4 129,5 133,9 11,2% 3,4% 7,6%<br />

costi della produzione 127,6 140,7 144,9 13,6% 3,0% 10,3%<br />

costi pro capite* 1.702,4 1.877,4 1.936,8<br />

rapporto % costi / valore 106,0 108,6 108,2<br />

1° risultato d'esercizio -7,3 -11,2 -10,9<br />

utile/perdita pro-capite* -97,9 -150,0 -146,1<br />

* in unità di euro<br />

Le principali classi di costo hanno avuto il seguente andamento:<br />

Acquisti di beni (6,8 mln): crescono rispetto al 2005 del +6%, ad un ritmo<br />

leggermente inferiore rispetto al biennio precedente (+7,9%), che porta<br />

l’incremento su base triennale al +14,4%. A livello di consolidato regionale<br />

l’aumento sul 2005 è stato dell’8,1% e del +16,8% su base triennale.<br />

Scomponendo il dato e prendendo a riferimento le voci economicamente più<br />

rilevanti, si può osservare come, tra i beni sanitari, gli aumenti più<br />

consistenti si siano concentrati tra il 2004 e il 2005, per segnare un<br />

rallentamento nell’ultimo esercizio. Questo vale per gli acquisti di prodotti<br />

farmaceutici ed emoderivati (+7,3% sul 2005, +24,4% nel triennio, in linea<br />

con il dato complessivo regionale) e di presidi chirurgici e materiali sanitari<br />

(+3,9% nell’ultimo esercizio, +35,6% a livello triennale). Relativamente ai<br />

principali beni non sanitari, che peraltro incidono per meno dell’8% sul<br />

totale, spicca il cospicuo aumento dei costi per acquisti di materiali di<br />

guardaroba, di pulizia e di convivenza in genere, avvenuto, in questo caso,<br />

soprattutto nell’ultimo anno (+76,2% sul 2005, +100,6% nel triennio).<br />

348


Acquisti di servizi sanitari e socio-sanitari (89,5 mln): l’aumento rispetto al<br />

2005 è del +5,3% e del +17,3% su base triennale. Tale andamento è<br />

superiore a quello registrato a livello di consolidato regionale<br />

(rispettivamente, +4,2%, +12,5%). Disaggregando il dato, si può<br />

osservare come nella sottoclasse relativa agli acquisti di prestazioni rese in<br />

regime di mobilità intraregionale l’incremento registrato nel triennio 2004-<br />

2006 (+13,3%) sia sostanzialmente ascrivibile al 2005 (+12,7%), mentre<br />

nell’ultimo esercizio la crescita dei costi è stata pari allo 0,5%. Ancor più<br />

accentuata, tale dinamica, per quanto concerne la mobilità extraregionale i<br />

cui costi sono saliti del +6,1% su base triennale, in virtù di un forte<br />

aumento avvenuto tra 2004 e 2005 (+20%) parzialmente ridimensionato<br />

dalla diminuzione avvenuta nell’ultimo anno (-11,6%). Va ribadito, tuttavia,<br />

come per il 2006 i dati siano ancora provvisori. Per quanto attiene alla<br />

macroarea economicamente più rilevante, gli acquisti di prestazioni da<br />

soggetti privati (62,7 mln nel 2006), il trend di crescita (+7% nell’ultimo<br />

anno, +17,4% nell’arco triennale) risulta complessivamente superiore a<br />

quello registrato a livello di consolidato regionale. Disaggregando<br />

ulteriormente il dato nelle principali voci di costo, si rileva come, ad<br />

esclusione dei costi per l’acquisto di prestazioni di assistenza farmaceutica,<br />

che segnano incrementi contenuti e del tutto coerenti con il dato regionale,<br />

crescano ben oltre la media regionale (-0,5%, +11,7%) gli acquisti di<br />

prestazioni di ricovero ordinario e diurno (+5,9%, +16,1% nel triennio). In<br />

forte crescita risultano pure i costi per acquisti di prestazioni di assistenza<br />

specialistica da strutture accreditate (sia cliniche che diagnostiche), dal<br />

31,6% al 69,8% sul triennio, nonché le prestazioni e servizi a favore di<br />

anziani (+10,7%, +24,4%).<br />

Acquisti di servizi non sanitari (22,5 mln): tendenza opposta si registra per<br />

quanto riguarda i servizi non sanitari esternalizzati, che segnano un<br />

incremento del +2,6% rispetto al 2005 (contro il +10,1% del consolidato<br />

regionale) e del +9,3% su base triennale (+18,3% regionale). Tra le<br />

principali voci di spesa, e con riferimento al triennio, crescono al di sotto<br />

della media della classe i costi per lavanderia (+4,8%) e per pulizia (+7%).<br />

In aumento del sul triennio, ma in calo nell’ultimo anno i costi di<br />

riscaldamento (+13,3%, -2,1%), per servizi assicurativi (+26,5%, -0,5%) e<br />

per utenze (+33,1%, -10%). In continua, consistente discesa, invece, i<br />

costi per servizi di consulenza (-57,5%).<br />

349


Personale (110,5 mln): più contenuto rispetto al complesso delle risultanze<br />

a livello regionale l’incremento dei costi per il personale dipendente: +2,5%<br />

su base triennale (contro il +5,6% regionale), per effetto di un calo nel<br />

2006 assai più consistente della media (-6,7%, contro -3,4% regionale),<br />

dopo che nel 2005, a causa dei maggiori oneri derivanti dai rinnovi<br />

contrattuali, i costi avevano subito una crescita del +10% (+9,3% a livello<br />

regionale). Nel periodo in esame la consistenza media del personale in<br />

servizio ha subito una lieve contrazione, passando dalle 653 unità del 2004<br />

alle 652 del 2006.<br />

PROVINCIA DI VERONA<br />

• Azienda Ulss n. 20 Verona<br />

Il 2006 presenta una perdita di -73,3 mln di euro (circa 161 euro per<br />

residente) praticamente identica a quella registrata nel 2005 ma superiore a quella<br />

esposta nel bilancio d’esercizio 2004 (-67,9 mln). Rispetto al 2005 la crescita del<br />

valore della produzione è stata percentualmente superiore a quella dei costi<br />

(+4,3% contro +3,8%), determinando così una riduzione del rapporto costi/valore<br />

dal 111% registrato nel 2005 al 110,5% del 2006. Su base triennale la crescita del<br />

valore della produzione si attesta al +14,5%, rispetto al +13,9% dei costi. Il conto<br />

economico 2006 espone costi della produzione per un ammontare di 765,4 mln di<br />

euro, corrispondente ad un costo medio per assistito pari a circa 1.678 euro, in<br />

crescita rispetto sia ai 1.627 del 2005, sia, soprattutto, ai 1.494 del 2004.<br />

2004 2005 2006<br />

06/04<br />

∆ %<br />

06/05 05/04<br />

valore della produzione 604,9 664,3 692,9 14,5% 4,3% 9,8%<br />

costi della produzione 671,9 737,3 765,4 13,9% 3,8% 9,7%<br />

costi pro capite* 1.494,9 1.627,3 1.678,3<br />

rapporto % costi / valore 111,1 111,0 110,5<br />

1° risultato d'esercizio -67,9 -73,3 -73,3<br />

utile/perdita pro-capite* -151,1 -161,8 -160,8<br />

* in unità di euro<br />

Le principali voci di costo presentano il seguente sviluppo:<br />

350


Acquisti di beni (39,1 mln): sull’incremento assai sostenuto dei costi<br />

(+13,1% rispetto al 2005 e +76% su base triennale) pesa il fatto che<br />

l’azienda n. 20 risulta capofila di acquisti di beni sanitari effettuati<br />

nell’ambito dell’“area vasta” della provincia di Verona. Il dato va quindi<br />

parzialmente ridimensionato, tenendo conto dei ricavi da rimborsi da parte<br />

delle altre aziende della provincia, iscritti nella classe Altri ricavi e proventi<br />

del valore della produzione. Per quanto riguarda gli acquisti di beni non<br />

sanitari si osserva una crescita molto contenuta rispetto al 2005 (+0,8%),<br />

mentre su base triennale l’aumento risulta del +15,2%, per effetto della<br />

crescita assai consistente avvenuta tra 2004 e 2005 (+14,2%).<br />

Acquisti di servizi sanitari e socio-sanitari (552,5 mln): l’incremento<br />

registrato rispetto al 2005 è pari al +2,9%, inferiore al dato medio<br />

regionale (+4,2%), mentre su base triennale i costi sono cresciuti del<br />

+7,9%, anche in questo caso ad un ritmo inferiore al consolidato regionale<br />

(+12,5%). Scomponendo il dato si può osservare come i costi per acquisti<br />

di prestazioni in regime di mobilità intraregionale siano rimasti pressoché<br />

immutati rispetto al 2005 ed aumentino del +5,8% su base triennale. A<br />

questo proposito vale quanto già detto per l’azienda sanitaria n. 16 di<br />

Padova, e cioè che i volumi di costo in questa particolare area sono<br />

largamente influenzati dalla presenza sul territorio dell’Asl n. 20<br />

dell’Azienda Ospedaliera di Verona, che concentra su di sé la gran parte<br />

dell’offerta. Per ciò che riguarda l’acquisto di prestazioni in regime di<br />

mobilità extraregionale si rileva un calo nel 2006 (-5,4%, ma i dati di costo<br />

sono ancora provvisori) ed un incremento nel triennio pari al +9,8%. A<br />

crescere su percentuali sostanzialmente in linea con quelle registrate a<br />

livello regionale è la sottoclasse degli acquisti di prestazioni da soggetti<br />

privati (+6,4% sul 2005, +14% nel triennio, contro, rispettivamente, il<br />

+6,3% e il 13,8% regionali). Particolarmente sostenuta, rispetto alla media<br />

della classe ma in linea con la tendenza osservata a livello regionale, la<br />

crescita dei costi per acquisti di prestazioni di assistenza specialistica<br />

diagnostica da strutture accreditate (+13,4% sul 2005, +35,9% nel<br />

triennio) e di prestazioni e servizi a favore di soggetti portatori di handicap<br />

(+39,3%, +72%).<br />

Acquisti di servizi non sanitari (31,3 mln): la crescita dei costi è stata pari al<br />

+9,3% rispetto al 2005, del +44,6% su base triennale. Da segnalare, in<br />

particolare, il fortissimo incremento registrato dal conto altri servizi non<br />

sanitari (+299,6% rispetto al 2004).<br />

351


Personale (103,8 mln): nel 2006 si è rilevato una diminuzione dei costi<br />

rispetto al 2005 (-2,6%, -3,4% il dato complessivo regionale) dovuto al<br />

venir meno dei maggiori oneri derivanti dalla stagione dei rinnovi<br />

contrattuali del 2005. Su base triennale l’incremento si attesta al +6,1%,<br />

contro il +5,6% registrato a livello regionale. Nel periodo in esame (2004-<br />

2006) la consistenza media annuale del personale in servizio è cresciuta,<br />

passando dalle 2.258 unità del 2004 alle 2.318 del 2006 (+2,7%), in<br />

particolare nell’area del personale sanitario (+5,8%).<br />

• Azienda Ulss n. 21 Legnago<br />

L’esercizio 2006 presenta una perdita pari 20,2 mln di euro (circa 136 euro<br />

per residente), inferiore a quella registrata nel 2005 (-22,3 mln) e leggermente<br />

superiore ai -19,4 mln del 2004. Il miglioramento del risultato d’esercizio è dovuto<br />

ad una crescita del valore della produzione percentualmente superiore a quella dei<br />

costi (rispetto al 2005, +3,5% contro +2,3%; nel triennio, +11,2% contro<br />

+10,5%). Scende quindi anche il rapporto costi/valore della produzione, che passa<br />

dal 109,1% del 2005 al 107,7% del 2006. I costi della produzione, a consuntivo<br />

2006, si attestano intorno ai 269,8 mln di euro, corrispondenti ad una media per<br />

assistito di 1.820 euro, in aumento rispetto ai 1.795 del 2005 e ai 1.674 del 2004.<br />

2004 2005 2006<br />

06/04<br />

∆ %<br />

06/05 05/04<br />

valore della produzione 225,1 241,9 250,4 11,2% 3,5% 7,5%<br />

costi della produzione 244,1 263,8 269,8 10,5% 2,3% 8,1%<br />

costi pro capite* 1.674,0 1.795,2 1.820,0<br />

rapporto % costi / valore 108,4 109,1 107,7<br />

1° risultato d'esercizio -19,4 -22,3 -20,2<br />

utile/perdita pro-capite* -132,8 -151,8 -136,3<br />

* in unità di euro<br />

Le principali voci di spesa presentano il seguente sviluppo:<br />

Acquisti di beni (23,2 mln): segnano un incremento, rispetto al 2005, del<br />

+6,4%, del +16,5% su base triennale. Percentuali sostanzialmente in linea<br />

con quelle del consolidato regionale. Crescono soprattutto i costi per<br />

acquisti di beni sanitari, che rappresentano il 96% del totale, in misura<br />

particolarmente sostenuta gli acquisti di prodotti farmaceutici ed<br />

emoderivati (+6,5% sul 2005, ma +24,1% nel triennio) e i materiali<br />

352


protesici e per emodialisi (+12,4%, +22%). Più moderato il trend di<br />

crescita dei costi per acquisti di beni non sanitari, che nell’ultimo anno anzi<br />

consegue un’apprezzabile diminuzione (-3,1%), in controtendenza con il<br />

dato complessivo regionale (+14,5%). L’aumento su base triennale si<br />

attesta intorno al +11,2% (+15,7% regionale). Tra i conti economicamente<br />

più rilevanti, spicca la progressiva contrazione dei costi per acquisti di<br />

materiali di guardaroba, di pulizia e di convivenza in genere (-2,6% sul<br />

2005, -6,5% nel triennio).<br />

Acquisti di servizi sanitari e socio-sanitari (128,2 mln): leggermente più alto<br />

rispetto alla media regionale è l’incremento registrato dall’azienda n. 21:<br />

+6,5% sul 2005, +14,2% nel triennio (contro, rispettivamente, il +4,2% e<br />

il +12,5% regionale). In particolare, per quanto concerne la sottoclasse<br />

degli acquisti di prestazioni in regime di mobilità intraregionale, si assiste<br />

ad un incremento su base annua pari al +2,7% e del +16,6% nel triennio;<br />

in crescita, sia pure in presenza di dati non ancora definitivi, i costi per<br />

l’acquisto di prestazioni in regime di mobilità extraregionale (+5,6%<br />

rispetto al 2005, +31,2% su base triennale). Relativamente alla sottoclasse<br />

prestazioni da soggetti privati, si osserva un incremento dei costi<br />

complessivamente inferiore al dato medio regionale. Seppur nel 2006 la<br />

crescita abbia raggiunto il +7% (contro il +6,3% regionale), rispetto al dato<br />

del 2004 l’aumento si attesta intorno al +10,2%, valore inferiore al +13,8%<br />

del consolidato regionale. Spiccano, tra le voci economicamente più<br />

importanti, la diminuzione dei costi per l’acquisto di prestazioni ospedaliere<br />

da privati accreditati (-1,9% sul 2005, ma ben il -8,9% a livello triennale),<br />

la crescita contenuta della farmaceutica convenzionata (+5% rispetto al<br />

2005, ma -0,2% nel triennio). In costante crescita, al contrario, i costi per<br />

acquisti di prestazioni di assistenza specialistica diagnostica da strutture<br />

accreditate (+16,5% nell’ultimo anno, +35,1% su base triennale) e di<br />

assistenza e servizi a favore di soggetti portatori di handicap (+14%,<br />

+22,6%). Si tratta in entrambi i casi di tendenze comuni alla generalità<br />

delle aziende venete.<br />

Acquisti di servizi non sanitari (18,7 mln): si osserva un incremento dei<br />

costi sul 2005 intorno al +5,5%, al +11,3% su base triennale. Valori<br />

decisamente più bassi di quelli rilevabili in sede di consolidato regionale<br />

(+10,1%, +18,3%). Crescono al di sopra della media della classe i costi per<br />

riscaldamento (+7,9%, +19,9%) e soprattutto gli altri servizi non sanitari<br />

(+29,8% sul 2005, ma +171,5% su base triennale). Si conferma il trend in<br />

353


discesa dei costi per servizi assicurativi (-0,5%, -3%) e per quelli di<br />

consulenza (-5,4%, -6,8%).<br />

Personale (81,5 mln): rispetto alle risultanze dell’insieme delle aziende<br />

sanitarie ed ospedaliere del <strong>Veneto</strong> desumibili dal bilancio consolidato<br />

regionale, il costo del personale dipendente ha subito una diminuzione più<br />

marcata rispetto 2005 e pari al -5,8% contro il -3,4% regionale. Su base<br />

triennale ciò si traduce in un incremento dei costi pari al +1,6%, contro il<br />

+5,6% del consolidato regionale. Va segnalato, tuttavia, come nel triennio<br />

oggetto d’analisi, la dotazione organica media annuale sia diminuita del<br />

5,3% (da 1613 a 1.529 unità).<br />

• Azienda Ulss n. 22 Bussolengo<br />

Nell’esercizio 2006 l’azienda ha riportato perdite per 42,4 mln di euro,<br />

inferiore sia a quella registrata nel 2005 (-46,4 mln), sia a quella del 2004 (-48<br />

mln). L’indicatore della perdita pro capite fa dunque registrare un decremento<br />

sensibile, portandosi a circa 157 euro per assistito, contro i 175 del 2005 e ai quasi<br />

184 del 2004.<br />

Prosegue il trend che vede i costi crescere ad un ritmo inferiore rispetto al<br />

valore della produzione (+9,8% contro +12,4% su base triennale, +0,8% contro<br />

+2,5% nell’ultimo anno). Ciò produce una riduzione della forbice tra costi e valore<br />

della produzione il cui rapporto scende al 108%, rispetto al 109,7% del 2005 e al<br />

110,5% del 2004. I costi della produzione iscritti nel bilancio d’esercizio 2006<br />

risultano pari a 541,4 mln di euro, cui corrisponde una media per assistito di circa<br />

2.004 euro, in diminuzione rispetto ai 2.023 del 2005 (per effetto di un aumento<br />

della popolazione del +1,5%), ma superiori ai 1.893 del 2004.<br />

2004 2005 2006<br />

06/04<br />

∆ %<br />

06/05 05/04<br />

valore della produzione 446,1 489,5 501,5 12,4% 2,5% 9,7%<br />

costi della produzione 492,9 536,9 541,4 9,8% 0,8% 8,9%<br />

costi pro capite* 1.892,8 2.023,0 2.004,1<br />

rapporto % costi / valore 110,5 109,7 108,0<br />

1° risultato d'esercizio -48,0 -46,4 -42,4<br />

utile/perdita pro-capite* -184,4 -174,8 -156,9<br />

* in unità di euro<br />

Con riferimento alle principali voci di spesa, si osserva quanto segue:<br />

354


Acquisti di beni (23,3 mln): l’incremento su base annua è pari al +10,6%,<br />

al +29,5% nell’arco del triennio. Tale andamento è condizionato dalla<br />

maggiore costosità registrata negli acquisti di beni sanitari, ed in particolare<br />

di prodotti farmaceutici ed emoderivati che conseguono aumenti del<br />

+23,3% sul 2005, del +101,1% nel triennio. Contenuta, invece, la crescita<br />

dei costi per acquisti di beni non sanitari (+4,1%, +5,6%).<br />

Acquisti di servizi sanitari e socio-sanitari (395,2 mln): si rilevano<br />

incrementi del + 1,1% su base annuale e del +9,8% con riferimento al<br />

triennio, inferiori alle corrispondenti risultanze del consolidato regionale<br />

(+4,2%, +12,5%). Crescono del +1,9%, rispetto all’esercizio 2005, i costi<br />

relativi agli acquisti di prestazioni in regime di mobilità intraregionale (del<br />

+7,8% nel triennio) mentre quelle in regime di mobilità extraregionale<br />

risultano in diminuzione (-9,3%, ma il dato 2006 è da ritenersi del tutto<br />

provvisorio in attesa della conclusione dell’iter di contestazione tra le<br />

regioni). Di entità inferiore rispetto alla media regionale (+1,5% sul 2005,<br />

+11% nel triennio, contro, rispettivamente, +6,3%, +13,8%), è<br />

l’incremento dei costi per acquisti di prestazioni da soggetti privati, la cui<br />

incidenza sul totale dei costi è particolarmente elevata per l’azienda n. 22 di<br />

Bussolengo. Ciò vale soprattutto per le prestazioni di ricovero ordinario e<br />

diurno, atteso che parte preponderante dell’offerta ospedaliera nel territorio<br />

dell’azienda è appannaggio proprio del privato convenzionato: qui, rispetto<br />

al 2005, si è registrata una diminuzione dei costi (-1,4%) e anche<br />

l’incremento su base triennale risulta inferiore al dato complessivo regionale<br />

(+10,9% contro l’11,7%). Tra le altre voci economicamente più importanti,<br />

si segnala il forte incremento dei costi per acquisti di prestazioni e servizi a<br />

favore di anziani (+12,2%, +20,2%), tendenza peraltro già osservata nella<br />

generalità delle aziende venete. In crescita anche gli acquisti di prestazioni<br />

specialistiche (+2,7%, +25% la specialistica, +15,1%, +19,8% la<br />

specialistica diagnostica).<br />

Acquisti di servizi non sanitari (22,5 mln): ): i costi per servizi esternalizzati<br />

conseguono incrementi su base annua pari al +9,5%, dell’11,4% nel<br />

triennio, con un ritmo di crescita complessivamente inferiore rispetto<br />

all’insieme delle aziende sanitarie ed ospedaliere operanti sul territorio<br />

(+10,1%, +18,3%). Disaggregando il dato, si deve rilevare un andamento<br />

assai poco uniforme tra le diverse voci di costo, con valori altalenanti nel<br />

corso del triennio. Rispetto al 2004, dunque, e con riferimento ai conti<br />

economicamente più importanti, segnano incrementi notevoli i costi per<br />

355


servizi di riscaldamento (+41,4%), per manutenzione attrezzature sanitarie<br />

(+35,3%) e per utenze (+25%). Diminuiscono, invece, i costi per servizi<br />

assicurativi (-33%).<br />

Personale (110,5 mln): sostanzialmente stabile il costo del personale, con<br />

un aumento su base triennale dell’1,5% (contro il +5,6% del consolidato<br />

regionale) dovuto ad una diminuzione del -5,4% nell’ultimo anno maggiore<br />

di quella rilevata a livello regionale (-3,4%). Nel corso del triennio la<br />

consistenza media del personale dipendente è passata dalle 1.957 del 2004<br />

alle 1.962 unità del 2006.<br />

• Azienda Ospedaliera di Verona<br />

L’esercizio 2006 si è chiuso con una perdita 45,7 mln di euro, di poco<br />

inferiore ai -46,6 mln del 2005, ma molto più alta dei -23 mln del 2004. Il rapporto<br />

costi/valore è sceso leggermente rispetto al 2005 (110,4% contro il 110,8% del<br />

2005) per effetto di un trend di crescita dei costi che si mantiene molto più alto<br />

rispetto a quello dei ricavi (nel triennio, rispettivamente +5,6 e +0,6%, anche se<br />

nell’ultimo anno i costi sono diminuiti dello 0,1% rispetto al 2005 (dai 460,1 del<br />

2005 ai 459,6 del 2006).<br />

2004 2005 2006<br />

06/04<br />

∆ %<br />

06/05 05/04<br />

valore della produzione 413,9 415,2 416,4 0,6% 0,3% 0,3%<br />

costi della produzione<br />

costi pro capite*<br />

435,3 460,1 459,6 5,6% -0,1% 5,7%<br />

rapporto % costi / valore 105,2 110,8 110,4<br />

1° risultato d'esercizio<br />

utile/perdita pro-capite*<br />

-23,0 -46,6 -45,7<br />

* in unità di euro<br />

Le principali voci di spesa presentano il seguente sviluppo:<br />

Acquisti di beni (109,3 mln): si osserva una diminuzione dei costi sul 2005<br />

(-0,5%), ed un aumento su base triennale del +3,6%, percentuali,<br />

comunque, assai più basse di quelle riscontrate a livello di consolidato<br />

regionale (rispettivamente, +8,1%, +16,8%). Tendenza ancor più marcata<br />

negli acquisti di beni sanitari, che incidono per circa il 92% sul totale, e che<br />

nel 2006 hanno subito un calo del -2,6% rispetto all’esercizio precedente,<br />

ridimensionando l’incremento su base triennale al +1,3%. Fra le voci più<br />

356


ilevanti, si segnala la forte riduzione dei costi per acquisti di prodotti<br />

farmaceutici ed emoderivati (-12,7% sul 2005, -12,1% su base triennale).<br />

Al contrario, i costi per acquisti di beni non sanitari subiscono un deciso<br />

rincaro, specialmente nell’ultimo esercizio, quando l’aumento raggiunge il<br />

+35,6% (+42,9% nel triennio). A determinare l’entità dell’aumento sono<br />

essenzialmente gli acquisti di materiali per manutenzioni e riparazioni<br />

(+65,6% rispetto al 2005, +82,3% su base triennale).<br />

Acquisti di servizi sanitari e socio-sanitari (22,4 mln): i dati di bilancio<br />

mostrano una contrazione dei costi del -6,2% rispetto al 2005 e del -17,4%<br />

su base triennale. Valori, questi, del tutto opposti a quelli registrati a livello<br />

di consolidato regionale che vedono un aumento sia nell’ultimo anno<br />

(+4,2%), sia su base triennale (+12,5%). Va comunque considerato che<br />

l’Azienda Ospedaliera di Verona, come quella di Padova, funge<br />

esclusivamente da erogatrice di prestazioni in regime di mobilità attiva intra<br />

ed extraregionale; pertanto, la classe di costo risulta economicamente<br />

meno importante di quanto invece lo sia per un’azienda sanitaria, non<br />

dovendo sostenere né i costi della mobilità passiva, né quelli per l’acquisto<br />

di prestazioni da soggetti privati. Tuttavia, nelle altre sottoclassi (servizi<br />

sanitari e sociosanitari da soggetti privati e da soggetti pubblici) si evidenzia<br />

una cospicua diminuzione dei costi nella prima ed economicamente più<br />

rilevante (-12,9% rispetto al 2005, -26% su base triennale) ed un<br />

incremento nella seconda (+0,6%, +18,6%).<br />

Acquisti di servizi non sanitari (58,7 mln): è la classe di costo che consegue<br />

la crescita più consistente, superiore, nel triennio, a quella registrata a<br />

livello di consolidato regionale. Pur se con andamenti non sempre coerenti<br />

nel corso del triennio, tra le voci più rilevanti dal punto di vista economico<br />

emergono forti incrementi per riscaldamento (+11,8% sul 2005, +64,1%<br />

nel triennio), servizi manutenzione fabbricati (+9,7%, +63,8%), mentre<br />

per le utenze, dopo un calo avvenuto tra 2004 e 2005 (-7,6%), si rileva un<br />

forte aumento nell’ultimo anno (+26,5%).<br />

Personale (225,5 mln): rispetto alla tendenza osservata a livello di<br />

consolidato regionale, la variazione del costo del personale si presenta più<br />

contenuta, sia per quanto attiene alla diminuzione della spesa avvenuta<br />

nell’ultimo anno (-2,8%, contro il -3,4% regionale), sia per l’incremento su<br />

base triennale che si attesta al +2,6%, rispetto al +5,6% del consolidato.<br />

Va tuttavia considerato che nell’arco temporale 2004-2006 la consistenza<br />

357


media del personale in servizio si è ridotta del -4,5% (da 4.933 a 4.711<br />

unità).<br />

358


5 APPROFONDIMENTO/1: L’ASSISTENZA COLLETTIVA IN AMBIENTE DI<br />

VITA E DI LAVORO (LIVELLO 1 <strong>DEI</strong> LEA)<br />

5.1 IL QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO<br />

Nell’ambito dell’indagine sulla Sanità regionale, esercizio finanziario 2006, è<br />

stato inserito il tema dell’ “assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di<br />

lavoro” (Livello 1 dei LEA), sia perché la materia finora non èra stata oggetto di<br />

analisi approfondita da parte di questa Sezione regionale di controllo, sia –<br />

soprattutto- per l’ attualità che esso riveste, non solo a livello regionale.<br />

Sotto il profilo normativo, sin dalla legge istitutiva del SSN (legge 23<br />

dicembre 1978 n. 833), il legislatore statale ha dedicato ampio spazio ed apposita<br />

disciplina in materia di prevenzione delle malattie e degli infortuni in ogni ambito di<br />

vita e di lavoro, di igiene pubblica e tutela ambientale, di igiene e sicurezza negli<br />

ambienti di lavoro, di profilassi e polizia veterinaria.<br />

Con la legge richiamata, in particolare, veniva dato avvio al processo di<br />

omogeneizzazione della Sanità pubblica che avrebbe portato al superamento delle<br />

differenziazioni proprie del preesistente regime mutualistico, garantendo un sistema<br />

di assistenza complesso e diffuso capillarmente sul territorio, destinato alla tutela<br />

della salute della popolazione “senza distinzione di condizioni individuali o sociali e<br />

secondo modalità che assicurino l’uguaglianza dei cittadini nei confronti del servizio”<br />

(art. 1). Veniva altresì rinviato all’approvazione del primo Piano Sanitario Nazionale<br />

il compito di fissare “i livelli delle prestazioni sanitarie che devono essere,<br />

comunque, garantite a tutti i cittadini” (art. 3).<br />

La Legge n. 833/1978, inoltre, nel prevedere, sotto il profilo<br />

dell’organizzazione territoriale, il conferimento delle funzioni in materia di igiene<br />

pubblica, prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro in capo alle USL,<br />

contestualmente demandava alla legislazione regionale l’articolazione dei Servizi<br />

deputati allo svolgimento delle funzioni stesse (artt. 16, 20 e 21).<br />

In attuazione delle disposizioni statali, la Regione <strong>Veneto</strong> provvedeva quindi<br />

ad emanare la Legge <strong>Regionale</strong> n. 13 del 1980 recante “Organizzazione delle Unità<br />

sanitarie locali”, con la quale venivano individuate le strutture deputate all’esercizio<br />

delle predette funzioni e, precisamente, il “Settore per l’Igiene Pubblica e la<br />

Prevenzione e la Sicurezza negli Ambienti di Lavoro” ed il “Settore Veterinario”.<br />

Con successive disposizioni, la Regione <strong>Veneto</strong> completava il quadro normativo di<br />

riferimento e, in particolare, con la L.R. n. 77 del 1980, relativamente alle<br />

funzioni amministrative in materia veterinaria, la L.R. n. 78 del 1980 sul<br />

359


trasferimento delle funzioni in materia di igiene e sanità pubblica, infine con la<br />

L.R. n. 54 del 1982 per le funzioni di prevenzione, igiene e sicurezza nei luoghi<br />

di lavoro.<br />

A livello normativo statale, con il D. Lgs. n. 502/1992, poi successivamente<br />

modificato da D. Lgs. n. 517/1993 recante “Riordino della disciplina in materia<br />

sanitaria a norma dell’art. 1 della L. 23 ottobre 1992, n. 421”:<br />

prendeva l’avvio il processo cd. di “aziendalizzazione” del SSN, con il quale si è<br />

giunti alla identificazione delle USL quali aziende dotate di personalità giuridica<br />

pubblica, di autonomia organizzativa, amministrativa, patrimoniale, contabile,<br />

gestionale e tecnica (art. 3);<br />

veniva dedicata apposita disciplina al tema della prevenzione (art. 7),<br />

prevedendo l’istituzione da parte delle regioni, presso ciascuna USL, di un<br />

Dipartimento di Prevenzione, cui venivano attribuite le funzioni svolte dai Servizi<br />

delle USL, ai sensi della Legge n. 833/1978, già citata;<br />

veniva sottolineato che il Piano Sanitario Nazionale costituiva lo strumento per<br />

la definizione dei “livelli uniformi di assistenza sanitaria (…) con la specificazione<br />

delle prestazioni da garantire a tutti i cittadini, rapportati al volume delle risorse<br />

a disposizione”. In tal modo, il vincolo del bilancio diventava la condizione<br />

essenziale per definire i livelli assistenziali erogabili e per provvede alla loro<br />

copertura finanziaria attraverso il meccanismo di riparto del Fondo Sanitario<br />

Nazionale.<br />

E’ quindi con il Piano Sanitario Nazionale 1994 – 1996 (art. 3 DPR 1° marzo<br />

1994) che “l’ Assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro” viene<br />

individuata come la prima delle 5 macro-aree comprendenti i “Livelli uniformi di<br />

assistenza sanitaria”, con l’affidamento alla funzione programmatoria delle Regioni<br />

della definizione delle modalità organizzative volte al perseguimento degli obiettivi<br />

in ragione delle specifiche esigenze territoriali e la distribuzione delle risorse in<br />

relazione alle modalità organizzative adottate.<br />

In attuazione del succitato D.Lgs n. 502/1992, la Regione <strong>Veneto</strong>, con L.R.<br />

n. 56 del 1994, procedeva al riordino del proprio Servizio Sanitario <strong>Regionale</strong> e, con<br />

DGR 6107 del 20 dicembre 1994, provvedeva ad impartire le conseguenti<br />

direttive.<br />

Nel contesto sopra delineato si inseriva il D.Lgs. 626/1994 recante<br />

”Attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE,<br />

90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE, 90/679/CEE, 93/88/CEE, 95/63/CE,<br />

97/42/CE, 98/24/CE, 99/38/CE, 99/92/CE, 2001/45/CE, 2003/10/CE e 2003/18/CE<br />

360


iguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il<br />

lavoro ”, con il quale veniva avviato – recependo le direttive europee in materia -<br />

un modello di prevenzione innovativo che comportava importanti cambiamenti<br />

organizzativi e culturali, quali la definizione di una politica aziendale della sicurezza,<br />

l’ organizzazione di un sistema aziendale di sicurezza, la valutazione dei rischi per la<br />

salute e la sicurezza, la definizione di un piano d’intervento “risk management”<br />

basato sulle priorità, la condivisione del piano da parte dei lavoratori e la loro<br />

partecipazione al raggiungimento degli obiettivi di prevenzione definiti nel piano<br />

stesso. Al mutato scenario normativo faceva quindi seguito una diversa concezione<br />

e considerazione dei temi inerenti la prevenzione e la sicurezza nei luoghi di lavoro.<br />

Infatti il PSN per il triennio 1998-2000, nell’ambito delle azioni di promozione di<br />

comportamenti e stili di vita per la salute poneva quali obiettivi di prevenzione negli<br />

ambienti di lavoro la riduzione della frequenza degli infortuni sul lavoro (10%), la<br />

riduzione della frequenza degli infortuni sul lavoro nei settori produttivi a maggior<br />

rischio e, per i casi più gravi, la riduzione del numero delle malattie correlate al<br />

lavoro. Sottolineava, nel contempo, che la tutela dei rischi negli ambienti di lavoro<br />

era inserita nei livelli di assistenza sanitaria collettiva in ambienti di vita e di lavoro<br />

che devono essere garantiti dal SSN attraverso le Regioni e le ULSS.<br />

Coerentemente con tali linee di indirizzo, la Regione <strong>Veneto</strong>, con il Piano<br />

Sanitario <strong>Regionale</strong> 1996-1998, approvato con L.R. 5/1996, dedicava un’apposita<br />

disciplina al tema della prevenzione collettiva (art.12) ed individuava gli obiettivi da<br />

conseguire per la prevenzione negli ambienti di lavoro prevedendo, in particolare, le<br />

azioni strategiche del comparto (comma 2) e le aree emergenti e prioritarie di<br />

intervento (comma 4), quali la rilevazione epidemiologica e la prevenzione delle<br />

malattie cronico-degenerative (lett. a), l’individuazione e la riduzione di incidenti,<br />

infortuni e morti evitabili (lett. b), la profilassi veterinaria (lett. c).<br />

Con l’emanazione del D.Lgs. n. 229 del 1999, recante “Norme per la<br />

razionalizzazione del Servizio sanitario Nazionale” il concetto di livelli uniformi di<br />

assistenza veniva cambiato in livelli essenziali ed uniformi di assistenza e tale<br />

aspetto innovativo puntava a qualificare e circoscrivere il campo delle prestazioni<br />

assicurate uniformemente su tutto il territorio nazionale cui sono destinate le<br />

risorse finanziarie del SSN. Occorre tuttavia attendere l’Accordo Stato – Regioni del<br />

22 novembre 2001 ed il DPCM 29 novembre 2001 “Definizione dei livelli essenziali<br />

di assistenza”, affinché l’argomento acquisti una veste definitiva. E’, infatti con<br />

quest’ ultimo provvedimento che viene operata la razionalizzazione dei LEA con<br />

l’individuazione di tre macro-aree, di cui la prima intitolata “Assistenza sanitaria<br />

361


collettiva in ambiente di vita e di lavoro”, appunto il Livello 1. Inoltre, veniva<br />

abrogato il comma 1 dell’ art.7 del D.Lgs. 502/1992 (art.7), mentre venivano<br />

inseriti gli artt. 7-bis e 7-ter, concernenti, rispettivamente, la struttura del<br />

Dipartimento di Prevenzione e le sue funzioni.<br />

Più in dettaglio, si evince che la norma statale in esame definisce il<br />

Dipartimento di Prevenzione quale struttura operativa dell’USL, che garantisce la<br />

tutela della salute collettiva, perseguendo obiettivi di promozione della salute,<br />

prevenzione delle malattie e della disabilità, miglioramento della qualità della vita<br />

(comma 1 dell’art. 7-bis), riconosce inoltre al Dipartimento il compito di partecipare<br />

alla formulazione del programma di attività della USL, formulando proposte<br />

d’intervento nelle materie di competenza e indicazioni in ordine alla loro copertura<br />

finanziaria (comma 2 art. 7-bis) .<br />

Il successivo art. 7-ter del D.Lgs. n. 229/1999, descrive analiticamente, in<br />

base alla definizione dei livelli essenziali di assistenza, le funzioni garantite dal<br />

Dipartimento di Prevenzione, e nello specifico:<br />

a) profilassi delle malattie infettive e parassitarie;<br />

b) tutela della collettività dai rischi sanitari degli ambienti di vita anche con<br />

riferimento agli effetti sanitari degli inquinamenti ambientali;<br />

c) tutela della collettività e dei singoli dai rischi infortunistici e sanitari connessi<br />

agli ambienti di lavoro;<br />

d) sanità pubblica veterinaria, che comprende sorveglianza epidemiologica delle<br />

popolazioni animali e profilassi delle malattie infettive e parassitarie:<br />

farmacovigilanza veterinaria; igiene delle produzioni zootecniche; tutela<br />

igienico-sanitaria degli alimenti di origine animale;<br />

e) tutela igienico-sanitaria degli alimenti;<br />

f) sorveglianza e prevenzione nutrizionale.<br />

All’ Organismo venivano inoltre demandate altre funzioni connesse alle attività di<br />

promozione della salute e di prevenzione delle malattie cronico-degenerative,<br />

alla cui realizzazione il Dipartimento di Prevenzione contribuisce con gli altri<br />

Servizi e Dipartimenti aziendali.<br />

Con l’entrata in vigore del D.Lgs. n. 254/2000, le disposizioni del D.Lgs. n.<br />

229/1999 venivano successivamente modificate e, in particolare, sul tema della<br />

prevenzione collettiva, con l’art. 8 veniva inserita nel novero delle funzioni attribuite<br />

al Dipartimento di Prevenzione la lettera f-bis), relativa alla “tutela della salute nelle<br />

attività sportive”.<br />

362


La Regione <strong>Veneto</strong>, con successivi provvedimenti (DGR 492/2002,<br />

2227/2002, 3972/2002) impartiva le conseguenti disposizioni applicative.<br />

I Piani Sanitari Nazionali e quelli Socio-Sanitari Regionali succedutisi nel<br />

tempo hanno ripetutamente sottolineato l’importanza degli interventi preventivi a<br />

livello individuale, collettivo e ambientale. Il PSN 2006-2008, ultimo varato, in<br />

particolare, ha fornito le direttive evidenziate già al sottoparagrafo 3.1. del presente<br />

referto.<br />

5.2 IL LIVELLO 1 <strong>DEI</strong> LEA<br />

Nel paragrafo precedente è stata evidenziata la genesi dei LEA “Assistenza<br />

Sanitaria Collettiva in ambiente di vita e di lavoro”: legge 833/1978 – D.Lgs.<br />

502/1992 – D.Lgs. 517/1993 – PSN 1994-1996 – D.Lgs. 229/1999 - D.P.C.M. 29<br />

novembre 2001. Come sancito da quest’ ultimo, il Livello 1 comprende le seguenti<br />

tre aree, le quali, a loro volta, ricomprendono i Servizi riportati nello schema<br />

sottostante:<br />

1) Prevenzione collettiva;<br />

2) Prevenzione rivolta alle persone;<br />

3) Attività medico legale.<br />

igiene e<br />

sanità<br />

pubblica<br />

(SISP)<br />

igiene<br />

alimenti e<br />

nutrizione<br />

DPCM 29/11/2001 SUI LEA<br />

LIVELLO 1 LEA: ASSISTENZA SANITARIA COLLETTIVA IN AMBIENTI DI VITA E DI<br />

LAVORO<br />

prevenzione<br />

collettiva<br />

prevenz. e<br />

sicurezza<br />

ambienti<br />

lavoro<br />

sanità<br />

pubblica<br />

veterinaria<br />

363<br />

prevenzione rivolta<br />

alle persone<br />

vaccinazioni<br />

screening oncologico<br />

situazioni epidemiche<br />

attività medico<br />

legale<br />

visite fiscali<br />

Più in particolare, nell’ambito delle Aree suddette vengono erogate le<br />

seguenti prestazioni:


1. Prevenzione Collettiva: le relative prestazioni concernono in particolare la<br />

profilassi delle malattie infettive e parassitarie, la tutela della collettività e dei<br />

singoli dai rischi sanitari degli ambienti di vita, anche con riferimento agli effetti<br />

sanitari degli inquinanti ambientali, la tutela della collettività e dei singoli dai<br />

rischi infortunistici e sanitari connessi agli ambienti di lavoro; sanità pubblica<br />

veterinaria, la tutela igienico sanitaria degli alimenti, la sorveglianza e<br />

prevenzione nutrizionale.<br />

2. Attività di prevenzione rivolta alle persone: le relative prestazioni concernono in<br />

particolare le vaccinazioni obbligatorie e i vaccini per le vaccinazioni<br />

raccomandate anche a favore dei bambini extracomunitari residenti, i<br />

programmi organizzati di diagnosi precoce e preventiva in attuazione del PSN, le<br />

prestazioni specialistiche e diagnostiche per la tutela della salute collettiva<br />

obbligatorie per legge o disposte localmente in situazioni epidemiche.<br />

3. Attività medico-legale: le relative prestazioni concernono in particolare le<br />

certificazioni sanitarie ai dipendenti pubblici assenti dal servizio per motivi di<br />

salute.<br />

5.3 LA GESTIONE DEL LIVELLO 1 NEL VENETO<br />

a. Il Dipartimento di Prevenzione (tav. 11)<br />

Il D. Lgs. 502/1992, già citato, e le successive modificazioni e integrazioni,<br />

hanno demandato alle regioni l’istituzione e l’organizzazione del Dipartimento di<br />

Prevenzione “quale struttura operativa dell’unità sanitaria locale, che garantisce la<br />

tutela della salute collettiva, perseguendo obiettivi di promozione della salute,<br />

prevenzione delle malattie e delle disabilità, miglioramento delle qualità della vita”.<br />

Con lo stesso provvedimento sono state inoltre attribuite al Dipartimento stesso le<br />

relative funzioni.<br />

La Regione <strong>Veneto</strong>, in tale quadro, con la già citata L.R. 56/1994 individuava<br />

nel Dipartimento di Prevenzione la struttura tecnico-funzionale dell’ Azienda ULSS<br />

preposta alla promozione, nel territorio di competenza, della tutela della salute<br />

della popolazione, definiva inoltre i Servizi nei quali veniva articolato il Dipartimento<br />

stesso e provvedeva al trasferimento all’organismo delle competenze e delle<br />

funzioni amministrative in materia di igiene, sanità pubblica e veterinaria,<br />

prevenzione, igiene e sicurezza negli ambienti di lavoro già disciplinate con<br />

precedenti Leggi regionali (art. 23, commi 1, 2 e 3 ). Successivamente, la Giunta<br />

<strong>Regionale</strong>, con DGR 6107 del 20 dicembre 1994, già citata, approvava i criteri di<br />

funzionamento dei D.P. e dei suoi Servizi, le modalità di raccordo con i Distretti e<br />

364


con le altre strutture per la prevenzione operanti a livello locale, provinciale e<br />

regionale.<br />

In conseguenza dell’ ulteriore sviluppo della materia a livello nazionale<br />

(D.Lgs. 229/1999 e 254/2000, già citati), la Regione <strong>Veneto</strong>, con DGR 1528 del<br />

15 giugno 2001 e 2190 del 3 agosto 2001, approvava le “linee guida” per<br />

l’organizzazione del Dipartimento di Prevenzione. Tali atti, peraltro, venivano<br />

impugnati dalle Organizzazioni sindacali della dirigenza medica e veterinaria, che<br />

eccepivano la violazione di regole procedurali in tema di concertazione che la stessa<br />

Regione si era data ed il TAR <strong>Veneto</strong>, pertanto, li annullava (sentenza 1276/2002) .<br />

A seguito di successive attività svolte di concerto con le predette OO.SS. e<br />

con quelle della dirigenza sanitaria, professionale, tecnica e amministrativa, veniva<br />

quindi approvata la DGR 3415 del 29 novembre 2002 contenente le nuove “linee<br />

guida”. Il documento, in sintesi, disciplina le tematiche che seguono.<br />

Missione del Dipartimento di Prevenzione (DP)<br />

Garantire la tutela della salute collettiva e fornire una risposta unitaria ed efficace<br />

alla domanda di salute della popolazione, anche inespressa, perseguendo le<br />

strategie di promozione della salute, di prevenzione degli stati morbosi ed il<br />

miglioramento della qualità della vita. In tale ottica, il DP svolge compiti e funzioni<br />

specifiche di igiene e medicina preventiva, ivi comprese le relative attività di<br />

vigilanza.<br />

Assetto organizzativo<br />

Premesso che il DP ha autonomia organizzativa e contabile ed è organizzato per<br />

centri di costo e di responsabilità, esso è articolato su una Direzione del DP e sui<br />

Servizi.<br />

La Direzione<br />

è affidata ad un Direttore scelto dal Direttore Generale tra i dirigenti con incarico<br />

di direzione di una delle strutture complesse raggruppate nel Dipartimento. Si<br />

tratta di nomina fiduciaria ed il Direttore del DP cessa dall’incarico entro sei mesi<br />

dalla nomina del nuovo Direttore Generale; risponde alla Direzione aziendale del<br />

perseguimento degli obiettivi, dell’assetto organizzativo complessivo del DP e<br />

della gestione del budget affidatogli; esercita le seguenti funzioni e compiti: 1)<br />

negozia, secondo le intese intercorse con i Responsabili dei Servizi, il budget con<br />

la Direzione Generale; 2) promuove e coordina l’attività programmatoria<br />

generale; 3) negozia la ripartizione delle risorse umane e finanziarie tra i Servizi e<br />

le strutture di supporto tecnico; 4) verifica il conseguimento degli obiettivi, i<br />

risultati di attività e la qualità delle prestazioni erogate; 5) assume funzioni di<br />

coordinamento in ordine a situazioni di emergenza che investano più Servizi del<br />

DP; 6) esercita funzioni valutative nei confronti dei responsabili dei Servizi; 7)<br />

365


garantisce il coordinamento diretto o indiretto dei programmi complessi di sanità<br />

pubblica, non riconducibili all’ operatività dei singoli Servizi, con particolare<br />

riferimento ai programmi che coinvolgono più Servizi. Il Direttore del DP è<br />

affiancato da un Comitato di Dipartimento, composto dai Direttori dei Servizi, che<br />

costituisce lo strumento con il quale il Direttore stesso attua le proprie direttive<br />

con la condivisione e la partecipazione dei responsabili dei Servizi. Il Comitato ha<br />

competenza consultiva e propositiva sulle problematiche di interesse strategico e<br />

coadiuva il Direttore del DP nella predisposizione del budget annuale. Il Direttore<br />

del DP ha facoltà di integrare la composizione del Comitato con figure<br />

professionali preposte a funzioni di responsabilità in ordine a specifiche soluzioni<br />

organizzative e di integrazione tra i Servizi, adottate per il funzionamento del DP<br />

medesimo.<br />

I DP operanti nell’ambito provinciale individuano forme di collaborazione anche<br />

istituzionalizzate e permanenti su temi di interesse comune ed a valenza<br />

sovrazonale. Allo scopo di favorire il confronto e l’interscambio tra le soluzioni<br />

organizzative, operative e procedurali adottate dai singoli DP è istituito un<br />

Collegio <strong>Regionale</strong> dei Direttori dei DP, che collabora con la Direzione <strong>Regionale</strong><br />

per la Prevenzione, fornendo pareri non vincolanti e formulando proposte ed<br />

osservazioni sulle diverse materie di competenza.<br />

I Servizi<br />

costituiscono le principali strutture organizzative del DP e sono dotati di<br />

autonomia tecnico-funzionale e gestionale nell’ uso delle risorse. Nell’ambito del<br />

DP sono così articolati: a) igiene e sanità pubblica; b) igiene degli alimenti e della<br />

nutrizione; c) prevenzione, igiene e sicurezza degli ambienti di lavoro; d) sanità<br />

animale; e) igiene della produzione, trasformazione, commercializzazione,<br />

conservazione e trasporto degli alimenti di origine animale e loro derivati; f)<br />

igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche.<br />

Nell’Azienda ULSS capoluogo di Provincia può essere costituito un Servizio con<br />

funzioni di medicina legale e necroscopica. Le altre Aziende possono costituire tale<br />

Servizio in relazione a specifiche esigenze locali. Nell’ambito del DP è altresì<br />

necessaria la collocazione delle funzioni di “ tutela della salute nelle attività<br />

sportive”, come Servizio autonomo o come articolazione interna di quello di igiene<br />

e sanità pubblica.<br />

I Servizi sono definiti in forma di struttura complessa e possono quindi avere una<br />

articolazione interna.<br />

Sulla scorta delle “linee guida” le ULSS del <strong>Veneto</strong> hanno costituito i propri DP<br />

articolati nei Servizi riepilogati nella Tavola 11.<br />

366


Analizzando i dati riportati nella Tavola, si rileva che in tutti i Dipartimenti di<br />

Prevenzione delle Aziende Sanitarie del <strong>Veneto</strong> sono presenti i Servizi di Igiene e<br />

Sanità pubblica, di Igiene degli Alimenti e Nutrizione, di Prevenzione, Igiene e<br />

Scurezza negli Ambienti di Lavoro (SPISAL), mentre i Servizi Veterinari di Sanità<br />

Animale, pur essendo ampiamente presenti nell’ambito delle Aziende stesse<br />

denotano una non omogenea classificazione.<br />

367


368<br />

Tav. 11: Composizione dei servizi costituenti il Dipartimento di Prevenzione<br />

SERVIZI<br />

AZIENDE SANITARIE<br />

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22<br />

Igiene e Sanità pubblica (edilizia*) x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x<br />

Igiene Pubblica x<br />

Ufficio Invalidi Civili x<br />

Ufficio Provvidenze Economiche Invalidi Civili x<br />

Igiene degli Alimenti e Nutrizione x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x<br />

Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro x x x x x<br />

Prevenzione e protezione x<br />

Prevenzione Igiene e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (SPISAL) x x x x x x x x x x x x x x x<br />

Direzione e Coordinamento Servizi Veterinari x<br />

Medicina Legale x x x x x x x x x x<br />

Medicina del Lavoro x<br />

Medicina sportiva x<br />

Educazione alla Salute x<br />

Educazione e Promozione alla Salute (S.E.P.S. e S.M.P.) x x x x x x x<br />

Servizio per la Tutela delle attività sportive x<br />

Servizi Veterinari x x x x x x x x<br />

Servizio Veterinario di Sanità animale (area A) x x x<br />

Servizio Veterinario Igiene degli Allevamenti x<br />

Servizio Veterinario Igiene degli Alimenti di origine animale x<br />

Sanità Animale x x x x x x x x x x x<br />

Sanità Animale, Igiene degli Allevamenti x x<br />

Sanità Pubblica di Veterinaria x<br />

Igiene della Produzione e Commercializzazione Alimenti o.a.<br />

Igiene della produzione, trasformazione, commercializzazione,<br />

x<br />

trasporto degli alimenti di orgine animale e loro derivati (area B) x<br />

Igiene degli Allevamenti e delle produzioni zootecniche (area C) x x x x x<br />

Igiene degli Allevamenti x x x<br />

Igiene degli Alimenti x x<br />

Igiene Alimenti Veterinario x<br />

Igiene degli Alimenti di origine animale x x x x x<br />

Igiene degli Alimenti di origine animale e loro derivati x<br />

Servizio Programmi Regionali di Sanità Pubblica<br />

FONTE: elaborazione Corte dei conti<br />

* presente solo nella Asl n. 19<br />

x<br />

Per l'azienda n. 20 di Verona non è stata rilevata la composizione dei singoli Servizi costituenti il Dipartimento di Prevenzione


. Strumenti di pianificazione-programmazione<br />

Nel tempo, la Regione <strong>Veneto</strong> ha approntato, in linea con l’evolversi della<br />

normativa nazionale, numerosissimi provvedimenti concernenti il tema della<br />

prevenzione nei suoi vari aspetti. Tra i più recenti meritano di essere evidenziati:<br />

• il Piano Socio Sanitario <strong>Regionale</strong> (PSSR) 1996-1998, adottato con LR<br />

5/1996, già citato, che, tra l’altro, poneva tra gli obiettivi di prevenzione da<br />

adottare tramite specifiche strategie di intervento, la riduzione della<br />

frequenza degli infortuni sul lavoro e del numero delle malattie professionali<br />

correlate al lavoro;<br />

• la DGR 5083 del 28 dicembre 1998, con la quale veniva approvato il<br />

“Piano per la promozione della salute e della sicurezza negli ambienti di<br />

lavoro” per il triennio 1999-2001 e del progetto operativo e informatico<br />

regionale denominato SPISALnet (Servizi di Prevenzione Igiene e Sicurezza<br />

negli Ambienti di Lavoro). Con detta DGR, in particolare, la Regione<br />

provvedeva inoltre a: 1) individuare nella Direzione regionale per la<br />

Prevenzione la struttura di coordinamento e controllo delle azioni attuative<br />

del Piano; 2) impegnare i DD.GG. di ciascuna ULSS a garantire il<br />

raggiungimento degli obiettivi individuati dal Piano e dai progetti operativi<br />

dello stesso, nell’ambito della quota del FSR ripartita tra le ULSS e vincolata<br />

all’assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro; 3) rinviare a<br />

successivi provvedimenti la definizione di progetti e azioni attuative del<br />

Piano, nonché le modalità gestionali ed i relativi impegni di spesa; 4) avviare<br />

una prima fase sperimentale del Piano relativo alle azioni di supporto, con<br />

l’approvazione del progetto operativo riguardante l’informatizzazione e la<br />

messa in rete dei Servizi SPISAL delle ULSS regionali; 5) incaricare il<br />

responsabile SPISAL della ULSS 20 della direzione e del coordinamento<br />

tecnico e operativo del progetto operativo di informatizzazione e messa in<br />

rete dei Servizi SPISAL;<br />

• La DGR 3045 del 16 novembre 2001 (avente ad oggetto “Servizio di<br />

Igiene e Sanità Pubblica afferente al Dipartimento di Prevenzione delle<br />

Aziende ULSS del <strong>Veneto</strong>. Pianificazione triennale delle attività, programma<br />

di formazione del personale e percorso di miglioramento della qualità”), con<br />

la quale la Giunta <strong>Regionale</strong> ha provveduto ad affidare alla Direzione<br />

<strong>Regionale</strong> per la Prevenzione e al Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda<br />

ULSS n. 7 - Pieve di Soligo rispettivamente il coordinamento strategico e la<br />

conduzione delle azioni concernenti la definizione e l’avvio del Piano<br />

369


Triennale 2002-2004 dei Servizi di Igiene e Sanità Pubblica (SISP),<br />

finalizzato a rinnovarne metodologia, aree di attività ed organizzazione;<br />

• La DGR 2093 del 2 agosto 2002 con cui la Giunta <strong>Regionale</strong> ha approvato<br />

il predetto Piano Triennale SISP, il documento comprende:<br />

una premessa, che riepiloga i percorsi, professionale ed amministrativo<br />

che hanno condotto alla sua definizione;<br />

una presentazione, che descrive gli aspetto organizzativi, metodologici e<br />

di attuazione del Piano;<br />

un capitolo di taglio epidemiologico, che illustra le principali cause di<br />

mortalità, morbosità e anni di vita perduti, che possono essere prevenute e<br />

pertanto sono o debbono essere oggetto delle attività dei SISP;<br />

gli ambiti di attività dei SISP, sia di tipo specifico (competenze proprie),<br />

che di taglio trasversale (rapporti con l’utenza, sistema informativo a attività<br />

formativa);<br />

le relazioni tra i SISP, la Direzione <strong>Regionale</strong> per la Prevenzione ed i<br />

Centri/Comitati regionali.<br />

Sotto il profilo organizzativo strumenti operativi del Piano sono:<br />

- l’assemblea plenaria dei Responsabili SISP;<br />

- il Comitato Guida - con funzioni di indirizzo scientifico e composto<br />

da un Presidente (Direttore del Dipartimento di Prevenzione<br />

dell’Azienda ULSS7 –quale capofila) e da membri designati,<br />

Dirigenti ed operatori dell’ULSS capofila, eventuali Dirigenti<br />

cooptati come esperti per singole tematiche;<br />

- l’Ufficio Programmi Regionali di Sanità Pubblica, quale Struttura<br />

organizzativa del Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda ULSS7 –<br />

capofila per lo sviluppo del Piano – con il compito di coordinare le<br />

azioni volte al raggiungimento degli obiettivi posti dalla DGR n.<br />

3045/2001;<br />

- i funzionari dei Servizi della Direzione <strong>Regionale</strong> per la Prevenzione,<br />

per un tempestivo aggiornamento degli orientamenti e dei<br />

contenuti del Piani e la loro traduzione/adattamento alla<br />

quotidianità di indirizzo svolta.<br />

Sotto il profilo metodologico con il Piano Triennale SISP la Regione ha inteso<br />

avviare un’importante azione di rinnovamento di tutte le macroaree di attività dei<br />

SISP, sia mediante percorsi trasversali (formazione, rapporti con l’utenza, sistema<br />

informativo dei SISP), che specifici (inerenti competenze proprie). Il Piano ha, di<br />

conseguenza, identificato le macroaree, le schede tecniche specifiche e trasversali, i<br />

370


eferti di area tematica, i membri dei relativi gruppi di lavoro e le categorie di<br />

programmazione cui afferiscono le attività professionali specifiche.<br />

In particolare, le macro aree possono essere così schematizzate:<br />

1. Area: Epidemiologia e profilassi delle malattie infettive<br />

2. Area: Prevenzione delle malattie non infettive (genetiche, cronico-<br />

degenerative)<br />

3. Area : Igiene urbana ed ambientale<br />

4. Area : Medicina Legale e Necroscopica<br />

5. Area : Tutela della salute nelle attività sportive.<br />

Il Piano Triennale dei SISP ha quindi trovato una prima attuazione nella<br />

predisposizione di schede tecniche “specifiche” e “trasversali”, curata dai Referenti<br />

di area tematica, sulla base delle indicazioni del Comitato Guida del Piano. Con<br />

DGR 3015 del 10 ottobre 2003 la Giunta <strong>Regionale</strong> ha provveduto ad approvare<br />

le 23 schede tecniche “specifiche” e “trasversali” relative al Piano Triennale dei SISP<br />

ed integrative dello stesso.<br />

Tra gli ambiti applicativi dal Piano Triennale SISP va annoverata la<br />

disposizione normativa di cui all’art. 1 della L. R. 19 dicembre 2003, n. 41,<br />

concernente le “Disposizioni di riordino e semplificazione della normativa –<br />

collegato alla legge finanziaria 2003, in materia di prevenzione, sanità, servizi<br />

sociali e sicurezza pubblica”, con cui gli accertamenti sanitari e la relativa<br />

certificazione - previsti dall’art. 14 della Legge 30 aprile 1962, n. 283 e dagli artt.<br />

37, 39 e 40 del DPR 26 marzo 1980, n. 327 in materia di disciplina igienica di<br />

produzione e vendita di sostanze alimentari e bevande – sono stati sostituiti da<br />

misure di autocontrollo, formazione e informazione (abolizione dei libretti sanitari).<br />

Con successivo atto deliberativo, DGR n. 140 del 30 gennaio 2004, la Giunta<br />

<strong>Regionale</strong> ha approvato le modalità e i criteri attuativi della L.R n. 41/2003.<br />

• La DGR 2200 del 9 agosto 2002, con la quale veniva approvato il “Piano<br />

di prevenzione e promozione della salute negli ambienti di lavoro” per il<br />

triennio 2002-2004, la prima fase di sviluppo operativo ed il relativo<br />

impegno di spesa;<br />

• La DGR 3846 del 3 dicembre 2004, con la quale veniva approvata la<br />

pianificazione della prevenzione per il triennio 2005-2007. Il documento<br />

consegue all’adozione da parte della Giunta regionale di numerosi<br />

provvedimenti e in particolare: il “Piano triennale Servizi di igiene e sanità<br />

pubblica (SISP) afferenti ai Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende ULSS<br />

del <strong>Veneto</strong>”, approvato con DGR 2093 del 2 agosto 2002; il “Piano<br />

triennale di prevenzione e promozione della salute negli ambienti di lavoro”<br />

approvato con DGR 2200 del 9 agosto 2002 già evidenziata; il “Piano<br />

371


triennale per la sicurezza alimentare”, approvato con DGR 2224 del 9<br />

agosto 2002; il “Piano triennale regionale di sanità animale e igiene degli<br />

allevamenti e delle produzioni zootecniche per la sorveglianza<br />

epidemiologica”, approvato con DGR 3932 del 30 dicembre 2002. La DGR<br />

3846 esamina l’intero settore della prevenzione e provvede ad affidare la<br />

gestione amministrativa e contabile del piano ai seguenti soggetti:<br />

o Azienda ULSS 7 Pieve di Soligo - “Piano triennale servizi di igiene e<br />

sanità pubblica delle Aziende ULSS del <strong>Veneto</strong> 2005-2007”;<br />

o Azienda ULSS 20 Verona – “Piano triennale dei servizi di<br />

prevenzione igiene e sicurezza negli ambienti di lavoro delle Aziende<br />

ULSS del <strong>Veneto</strong> 2005-2007”;<br />

o Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie – Centro<br />

<strong>Regionale</strong> di Epidemiologia Veterinaria (CREV) – “Piano triennale per la<br />

sicurezza alimentare 2005-2007”;<br />

o Azienda ULSS 17 Este - “Piano triennale di sanità animale e igiene<br />

degli allevamenti e delle produzioni zootecniche delle Aziende ULSS del<br />

<strong>Veneto</strong> 2005-2007”.<br />

Per coordinare le linee di azione a sviluppo interpiano, il documento precisa<br />

che è costituito un Comitato Scientifico, composto dai Dirigenti della<br />

Direzione per la Prevenzione e dai Direttori scientifici dei singoli piani, cui<br />

potranno essere affiancati altri componenti individuati con decreto della<br />

Dirigente regionale della Direzione per la Prevenzione, decreto con cui<br />

saranno definiti modalità di funzionamento e compiti del Comitato;<br />

• La DGR 935 del 18 marzo 2005, con la quale la Giunta <strong>Regionale</strong> ha<br />

approvato il documento concernente l’ “attuazione della DGR 3846 del 3<br />

dicembre 2004. Approvazione Piano triennale 2005-2007 di prevenzione e<br />

promozione della salute negli ambienti di lavoro. Impegno di spesa”. Dal<br />

documento si evince che il Piano in esame, indica gli obiettivi generali e<br />

specifici da perseguire tra i quali quello di contribuire con azioni a livello<br />

culturale e strutturale, attraverso strategie integrate di promozione della<br />

salute e di vigilanza, al miglioramento dello stato di benessere psico–fisico<br />

della popolazione lavorativa, secondo criteri di priorità e di efficacia, e,<br />

attraverso l’applicazione delle norme, di favorire il vantaggio competitivo e il<br />

valore etico del sistema produttivo regionale. Altro obiettivo generale<br />

perseguito dal Piano è quello di integrare le strategie del sistema regionale<br />

della prevenzione negli ambienti di lavoro con le politiche della Regione<br />

<strong>Veneto</strong>, delle altre istituzioni competenti in materia di sicurezza e igiene del<br />

lavoro e delle parti sociali e consolidare, su base regionale, le pratiche di<br />

372


lavoro in qualità. La Direzione tecnica del Piano viene affidata all’Azienda<br />

ULSS 20 di Verona. Sul piano organizzativo il Piano prevede un’articolazione<br />

in aree di attività e Centri Regionali di settore cui afferiscono tutte le linee di<br />

lavoro da sviluppare, con individuazione, per ciascuna area di attività, di<br />

specifici referenti tecnici (cd. Responsabili di area). Il coordinamento<br />

operativo del Piano è affidato all’Ufficio del Piano, individuato nell’ambito<br />

della Direzione per la Prevenzione e del Servizio <strong>Regionale</strong> per la salute e la<br />

sicurezza nei luoghi di lavoro, con il supporto tecnico-scientifico dei<br />

Responsabili di area, dei Responsabili dei Centri Regionali di settore e di<br />

consulenze professionali specifiche per area. Strumento di governo del Piano<br />

è il Comitato guida, composto dal Dirigente del Servizio <strong>Regionale</strong>, dal<br />

Responsabile dell’Ufficio del Piano, dal Direttore tecnico del Piano, dai<br />

Responsabili di area e dai Responsabili dei Centri Regionali di settore, con<br />

compiti di definizione degli indirizzi e delle azioni di piano, per l’assegnazione<br />

e l’utilizzo delle risorse, in funzione degli obiettivi assegnati ad ogni area di<br />

lavoro ed agli strumenti del piano, per la verifica dei risultati e la validazione<br />

dei prodotti. Ruolo chiave per l’attuazione del Piano è riservato anche ai<br />

Responsabili SPISAL (Servizi di Prevenzione, Igiene e Sicurezza negli<br />

Ambienti di Lavoro), che dovranno pianificare le attività di servizio in<br />

funzione degli obiettivi della pianificazione regionale e delle risorse<br />

disponibili. Infine, la DGR 935 prevede l’assegnazione di risorse finanziarie<br />

da destinare alla prima fase di sviluppo operativo del Piano, quantificate in<br />

euro 350.000,00, e contestualmente affida la gestione amministrativo<br />

contabile all’Azienda ULSS 20 di Verona.<br />

• La DGR 4080 del 22 dicembre 2004, concernente le Linee Guida<br />

Regionali per la sorveglianza e il controllo delle acque destinate al consumo<br />

umano, ai sensi del D. L.gs. 2 febbraio 2001, n. 31, di attuazione della<br />

Direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo<br />

umano.<br />

• La DGR n. 2485 del 6 agosto 2004, concernente L.R. n. 41/2003, art. 1<br />

“Igiene sanità del personale addetto alla produzione e vendita delle sostanza<br />

alimentari. Integrazione ai criteri ed alle modalità di attuazione e definizione<br />

delle relative procedure di informazione/formazione”.<br />

373


c. Indicatori demografici (tabb. 3, 3bis)<br />

Nel 2006 il totale della popolazione media assistita dal SSR del <strong>Veneto</strong> ha<br />

raggiunto 4.758.164 unità, con un incremento dello 0,8% sul 2005 e dell’1,8% sul<br />

triennio, in ragione dell’aumento conseguito nel biennio 2004-2005 (pari all’1%).<br />

Disaggregando i dati per singole classi d’età si conferma la tendenza – già<br />

rilevata nel corso dell’analisi del Referto sull’esercizio 2005 – al progressivo<br />

invecchiamento della popolazione, posto che l’incremento più consistente è<br />

registrato dalla classe della popolazione anziana (di età superiore ai 64 anni) che<br />

con un totale di 917.569 unità, presenta nel 2006 un incremento dell’1,9% rispetto<br />

al 2005, aumento che raggiunge il +4,8% sul triennio.<br />

Si conferma, anche in tal caso, in relazione all’esercizio precedente, un<br />

incremento più modesto della popolazione attiva (15/64 anni) che nel 2006, con<br />

3.200.073, unità registra un aumento del +0,8% sul 2005 e del +1,3% su base<br />

triennale.<br />

Cresce meno, invece, la fascia della popolazione infantile (0-14 anni) che<br />

presenta, rispetto all’esercizio precedente, una flessione del –1,1%. Tuttavia,<br />

tenuto conto dell’incremento del +1,3% registrato nel biennio 2004-2005,<br />

consegue un aumento dello 0,1% su base triennale.<br />

Anche in termini di incidenza percentuale sul totale dei residenti si osserva:<br />

- un incremento costante della fascia di popolazione anziana;<br />

- i dati 2006 della popolazione attiva, pur segnalando un modesto aumento<br />

sull’esercizio precedente, passando dal 67,21% del 2005 al 67,25% nel<br />

2006, mostrano una flessione rispetto al +67,58% del 2004;<br />

- un andamento invece opposto si osserva invece per la fascia infantile, che a<br />

fronte dall’incremento registrato nel biennio 2004-2005 (dal +13,69 del<br />

2004, al +13,72 del 2005), nel 2006 diminuisce, passando al 13,46%.<br />

La tendenza ad un progressivo invecchiamento della popolazione del <strong>Veneto</strong><br />

trova ulteriore conferma nell’indice di invecchiamento (dato dal rapporto tra gli<br />

anziani rispetto al totale della popolazione) che nel 2006 raggiunge il 19,28% (in<br />

aumento rispetto al 19,07% del 2005 e al 18,73% del 2004), e nell’indice di<br />

vecchiaia (dato dal rapporto tra la popolazione anziana e quella infantile) che nel<br />

2006 si attesta al 143,25% (143 anziani contro 100 ragazzi), in costante aumento<br />

rispetto agli esercizi precedenti (138,97% nel 2005 e 136,84% nel 2004).<br />

Per quel che concerne il rapporto assunto dalla componente anziana e<br />

infantile sulla popolazione attiva (fascia 15/64 anni), ovvero il cd. indice di<br />

dipendenza, nel 2006 il valore nel <strong>Veneto</strong> ha raggiunto il 28,67% per la<br />

dipendenza degli anziani, che conferma il trend in aumento, mentre per la<br />

374


dipendenza della fascia infantile è pari al 20,02%, in flessione rispetto all’esercizio<br />

precedente, in cui ha conseguito il 20,41%.<br />

Per quel che concerne l’andamento registrato dalle singole aziende sanitarie,<br />

a fronte di un trend di crescita regionale della popolazione assistita pari all’1,8% sul<br />

triennio, si rileva un ritmo di crescita della popolazione media più consistente<br />

nell’Azienda n. 22 di Bussolengo (+3,7%), nelle Aziende n. 15 di Cittadella<br />

(+3,1%), n. 9 di Treviso (+2,9%) e n. 8 di Asolo (+2,7%).<br />

Differentemente, in altre aziende si evidenzia nell’arco del triennio una<br />

flessione della popolazione assistita, in particolare nell’Azienda n. 12 Veneziana (-<br />

0,3%) e nelle Aziende n. 1 di Belluno e n. 19 di Adria (-0,2%).<br />

Anche in relazione alle singole fasce d’età si osserva un andamento<br />

differente sul triennio tra le Aziende, in particolare per la popolazione anziana valori<br />

superiori al dato medio regionale (4,8%) si registrano nelle ASL n. 16 di Padova<br />

(8,5%), n. 13 di Mirano (7,6%) e n. 22 di Bussolengo (6,5%), mentre valori<br />

inferiori al dato regionale si riscontrano nelle aziende n. 18 di Rovigo (1,4%) e n. 7<br />

di Pieve di Soligo e n. 19 di Adria (entrambe al 2,6%).<br />

Anche per la fascia della popolazione attiva (15-64 anni), a fronte di una<br />

crescita regionale che si attesta sull’ 1,3%, si rilevano aumenti più consistenti per le<br />

Aziende n. 20 di Verona (5,1%), n. 22 di Bussolengo (3,1%) e n. 15 di Cittadella<br />

(2,4%), cui invece si contrappone la flessione registrata nelle Aziende n. 12<br />

Veneziana (-1,7%), n. 1 di Belluno (-1,2%) e n. 19 di Adria (-0,8%).<br />

Infine, per quanto concerne la popolazione infantile (0-14) un incremento<br />

nettamente superiore alla crescita regionale, che si attesta sullo 0,1% nel triennio,<br />

si riscontra per le Aziende n. 9 di Treviso (6,4%), n. 22 di Bussolengo (3,7%) e n.<br />

13 di Mirano (3,1%), a fronte invece del forte calo dell’Azienda n. 20 di Verona (che<br />

raggiunge il –19,5%).<br />

Per quanto attiene i principali indicatori demografici, come già evidenziato in<br />

precedenza, nel 2006 l’indice di invecchiamento regionale ha raggiunto il<br />

19,28%. Anche in tal caso in rapporto al dato medio regionale si osservano valori<br />

più elevati, in particolare nell’Azienda n. 12 Veneziana (24,53%), n. 18 di Rovigo<br />

(22,52%), n. 2 di Feltre (22,45%) e n. 19 di Adria (22,40%), mentre valori<br />

nettamente inferiori si riscontrano nelle Aziende n. 15 di Cittadella (16,45%), n. 8<br />

di Asolo (16,57%) e di Bussolengo (16,95%).<br />

Anche l’indice di vecchiaia registrato a livello di singola realtà aziendale,<br />

mostra un andamento in linea con quanto rilevato in merito all’indice di<br />

invecchiamento. Infatti, a fronte di un indice di vecchiaia regionale pari al 143,25%,<br />

valori più elevati si riscontrano per le aziende nelle quali il ritmo di crescita la<br />

popolazione anziana è superiore rispetto a quella giovanile, in particolare<br />

375


nell’Azienda n. 12 Veneziana (216,41%), n. 19 di Adria (205,94%) e n. 18 di<br />

Rovigo (204,22%).<br />

Mentre valori inferiori alla media regionale si registrano nelle Aziende n. 15<br />

di Cittadella (105,54%), n. 8 di Asolo (106,38%), n. 22 di Bussolengo (111,24%) e<br />

n. 5 di Arzignano (111,31%). Analoghe dinamiche si riscontrano a livello locale per<br />

gli indici di dipendenza sia della componente anziana, che della popolazione<br />

infantile sulla popolazione attiva (fascia 15/64 anni).<br />

d. Dati statistici riferiti al triennio (Tavv. 12, 13, 14, 15 e 16)<br />

Considerata la rilevanza particolare assunta negli ultimi anni dal tema della<br />

Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro, l’attenzione è stata focalizzata<br />

sull’analisi dei dati statistici trasmessi, a seguito di specifica richiesta, dal Servizio<br />

per la Tutela e la Sicurezza nei luoghi di lavoro della Direzione <strong>Regionale</strong> della<br />

Prevenzione. Tali dati riguardano l’attività svolta dai Servizi SPISAL, e in<br />

particolare, il totale delle ispezioni effettuate presso le aziende presenti nel<br />

territorio, i verbali redatti, le inchieste avviate, gli infortuni sul lavoro (totali,<br />

mortali), distintamente per settore, nonché le malattie professionali e le visite<br />

mediche eseguite.<br />

La Tavola 12, in primis, indica il numero globale degli addetti all’attività di<br />

prevenzione SPISAL nell’ambito delle Aziende ULSS del <strong>Veneto</strong> (pari a n.307 unità)<br />

ed il totale dei dipendenti delle aziende presenti nel territorio delle ULSS stesse,<br />

secondo dati INAIL (pari a 1.632.185, esclusi conto Stato e agricoltura), inoltre il<br />

numero di addetti SPISAL ogni 10.000 dipendenti delle aziende presenti nel<br />

territorio ASL. Dai dati emerge che ad ogni addetto SPISAL corrispondono circa<br />

5.300 dipendenti delle aziende presenti nel territorio.<br />

La Tavola 13 riporta, invece, l’attività svolta nel triennio 2004-2006 che, in<br />

termini assoluti, evidenzia che:<br />

- il numero delle ispezioni effettuate ha segnato una flessione pari al –7,2%,<br />

passando dalle 7.175 ispezioni dal 2004, alle 7.137 del 2005, alle 6.660 del<br />

2006;<br />

- il numero di sopralluoghi effettuati, che riguarda unicamente il settore<br />

dell’edilizia, passa dai 5.304 del 2004, ai 4.987 del 2005, ai 4.324 del 2006,<br />

mostrando quindi una diminuzione del 18,5% sul triennio;<br />

- il numero di verbali redatti, che mostra invece un incremento pari al 2,6%<br />

sul triennio (pur a fronte della flessione del 2,8% registrata nel biennio<br />

2004-2005);<br />

376


- il numero delle inchieste rileva sia il numero di infortuni, che mostrano una<br />

flessione pari al 10,6% sul triennio, passando dai 3.719 del 2004 ai 3.590<br />

del 2005 ai 3.326 del 2006, sia il numero delle malattie professionali, che<br />

parimenti mostrano sul triennio una flessione pari al 15,4%, passando da<br />

1.832 del 2004, a 1.550 del 2006;<br />

- il numero delle visite mediche effettuate nel triennio mostra una flessione<br />

pari al 10,5% (cui peraltro si contrappone l’incremento del 5,6% registrato<br />

nel 2006 rispetto all’esercizio precedente).<br />

Per meglio raffrontare i dati delle singole ULSS, onde pervenire a verifiche –<br />

sia pure approssimative – sulla produttività degli addetti all’attività SPISAL sul<br />

territorio, sono stati pertanto rapportati il numero degli addetti con quello dei<br />

dipendenti delle aziende presenti sul territorio (assoluti e riferiti a 10.000<br />

dipendenti) nell’esercizio 2005 (secondo i dati stimati INAIL), con il numero delle<br />

ispezioni effettuate nello stesso esercizio.<br />

Dalla relativa Tavola 14, così realizzata, emerge che:<br />

• dal raffronto con il dato medio regionale di ispezioni dell’anno 2005, che è pari a<br />

340, si sono evidenziati andamenti assai diversi nelle Aziende, in particolare una<br />

buona performance è stata rilevata per l’Azienda n. 2 di Feltre che, a fronte di<br />

un totale di 5 addetti all’attività di prevenzione SPISAL (contro la media<br />

regionale di 15 addetti) ha condotto nel 2005 un totale di n. 351 ispezioni;<br />

• l’Azienda di Feltre, in particolare, ha registrato nel 2005 n. 70,20 ispezioni per<br />

ogni addetto SPISAL (media regionale pari a 24,50) e n. 154,13 ispezioni per<br />

ogni 10.000 dipendenti delle aziende presenti nel territorio (media regionale di<br />

50,97);<br />

• diversamente per l’Azienda n. 13 di Mirano si è osservato che, pur a fronte n. 16<br />

addetti SPISAL (media regionale pari a 15) e un rapporto di 2,52 di addetti per<br />

ogni 10.000 dipendenti di aziende del territorio (2,13 medio regionale), nel<br />

2005 ha condotto un totale di n. 201 ispezioni (340 media regionale),<br />

conseguendo n. 12,56 ispezioni per addetto SPISAL (media regionale pari a<br />

24,50) e n. 31,71 ispezioni ogni 10.000 dipendenti delle aziende del territorio<br />

(50,97 media regionale).<br />

• anche per l’Azienda n. 14 di Chioggia si è rilevato che nel 2005, pur in presenza<br />

di 10 addetti SPISAL e un rapporto di 3,10 addetti SPISAL ogni 10.000<br />

dipendenti di aziende del territorio (2,13 medio regionale), ha effettuato un<br />

totale di n. 98 ispezioni, cui corrisponde con n. 9,80 ispezioni per addetto<br />

SPISAL (media regionale pari a 24,50), e n. 30,41 ispezioni per ogni 10.000<br />

dipendenti di aziende del territorio (50,97 media regionale).<br />

377


La Tavola 15 concerne gli infortuni rilevati nel triennio 2004-2006. La<br />

Regione ha precisato che i dati relativi al biennio 2004-2005 sono provvisori e<br />

riguardano solo le definizioni positive, con esclusione quindi dei casi in itinere, degli<br />

studenti di scuole pubbliche e colf, mentre sono invece comprensivi dei dati inerenti<br />

gli studenti di scuole private e dei partecipanti ad attività di formazione e gli<br />

incidenti stradali in orario di lavoro.<br />

L’analisi della Tavola evidenzia che:<br />

• gli infortuni subiscono un calo progressivo dai 66.172 del 2004, ai 61.663 del<br />

2005, ai 60.218 nel 2006, con una diminuzione pari al 9% sul triennio (-6,8%<br />

nel biennio 2004-2005);<br />

• anche gli infortuni mortali subiscono una flessione, passando da un totale di 74<br />

del 2004, a 63 nel 2005, per poi invece aumentare ad un totale di 69 nel 2006,<br />

realizzando quindi sul triennio una flessione pari al 6,8% (-14,9% nel biennio<br />

2004-2005).<br />

La Tavola 16, infine, rappresenta il dettaglio degli infortuni sul lavoro<br />

registrati nel triennio, distintamente per settore produttivo (tenuto conto che anche<br />

in tal caso che i dati relativi al 2005 e 2006 sono provvisori).<br />

L’esame dei dati conferma quindi una tendenza generale alla flessione del<br />

numero globale degli infortuni e degli infortuni mortali sul triennio, flessione che per<br />

il totale degli infortuni si attesta sull’8,2%, mentre per gli infortuni mortali sul 6,8%<br />

(per effetto dell’incremento del 7,8% conseguito nel 2006 sull’esercizio<br />

precedente).<br />

Disaggregando i dati in riferimento ai singoli settori produttivi elencati nella<br />

Tavola 16, è stato quindi preso in esame il settore Industria e Servizi (compreso<br />

Commercio e Artigianato), considerato il maggior peso esercitato sul totale degli<br />

infortuni (pari all’85%).<br />

L’analisi dell’andamento del settore Industria e Servizi ha quindi evidenziato<br />

per gli infortuni una flessione pari al 9,3% nel triennio, mentre per gli infortuni<br />

mortali l’aumento del 6,8%, con una flessione dell’8,5% nel biennio 2004-2005 ed<br />

un incremento pari al 16,7% nel 2006 sull’esercizio precedente.<br />

378


379<br />

Tav. 12: Rapporto addetti SPISAL ogni 10.000 dipendenti di aziende presenti nel territorio ASL<br />

AZIENDE SANITARIE<br />

N. ADDETTI all'attività di<br />

prevenzione SPISAL<br />

(A)<br />

TOTALE DIPENDENTI<br />

aziende presenti nel<br />

territorio della ASL stimati<br />

INAIL relativi al 2005* (B)<br />

N. ADDETTI SPISAL ogni<br />

10.000 dipendenti di<br />

aziende presenti nel<br />

territorio ASL<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 10 45.645<br />

2,19<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 5 22.773<br />

2,20<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 7 59.377<br />

1,18<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 11 65.950<br />

1,71<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 14 72.014<br />

1,94<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 19 108.788<br />

1,75<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di Soligo 11 73.021<br />

1,51<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 15 83.735<br />

1,79<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 14 139.485<br />

1,00<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 12 59.703<br />

1,93<br />

Az. Ulss n. 12 Veneziana 27 139.597<br />

1,93<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 16 63.378<br />

2,52<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 10 32.226<br />

3,10<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 19 84.648<br />

2,24<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 25 151.620<br />

1,65<br />

Az. Ulss n. 17 Este 13 45.547<br />

2,85<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 18 48.457<br />

3,71<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 6 19.172<br />

3,13<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 25 190.402<br />

1,31<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 13 44.579<br />

2,92<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 17 82.068<br />

2,07<br />

TOTALE REGIONALE 307 1.632.185<br />

1,88<br />

FONTE: elaborazione Corte dei conti su dati forniti dal Servizio Tutela e Sicurezza nei luoghi di lavoro - Direzione <strong>Regionale</strong> Prevenzione<br />

* escluso conto Stato e agricoltura


380<br />

Tav. 13: attività di prevenzione negli ambienti di lavoro<br />

AZIENDE SANITARIE n.<br />

ispezioni<br />

n.<br />

sopralluoghi<br />

n. verbali<br />

disponibile<br />

redatti<br />

solo per<br />

edilizia<br />

2006<br />

infortuni<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 277 195 220 123<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 249 115 249 75<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 165 111 64 40<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 219 155 59 92<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 268 148 158 439<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 395 415 307 478<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di Soligo 251 104 148 150<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 322 250 246 115<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 273 249 281 117<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 315 214 315 88<br />

Az. Ulss n. 12 Veneziana 610 366 633 316<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 184 228 252 64<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 199 128 189 49<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 375 295 315 154<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 498 283 536 263<br />

Az. Ulss n. 17 Este 154 107 202 162<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 198 194 331 85<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 134 75 99 37<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 797 n.d. 665 230<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 376 342 269 94<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 401 350 215 155<br />

TOTALE REGIONALE 6.660 4.324 5.753 3.326<br />

FONTE: Report annuali 2004, 2005, 2006 Attività SPISAL Regione <strong>Veneto</strong><br />

n. inchieste<br />

malattie<br />

professionali<br />

n. vistite<br />

mediche<br />

n.<br />

ispezioni<br />

n.<br />

sopralluoghi<br />

disponibile<br />

solo per<br />

edilizia<br />

n.<br />

verbali<br />

redatti<br />

2005<br />

infortuni<br />

112 359 208 145 142 90<br />

110 1.216 351 85 140 82<br />

41 293 166 144 57 40<br />

370 339 220 79 106<br />

21 33 283 110 134 420<br />

60 522 417 352 309 399<br />

136 348 275 201 135 126<br />

46 975 304 242 232 115<br />

31 218 327 274 331 87<br />

27 100 232 145 234 85<br />

267 936 585 452 630 370<br />

85 425 201 199 340 172<br />

29 286 98 80 44 56<br />

109 393 437 297 315 159<br />

151 1.487 537 236 647 145<br />

75 503 191 139 236 258<br />

45 554 387 230 323 149<br />

15 242 148 80 89 37<br />

41 531 820 628 631 390<br />

56 7 419 525 236 107<br />

93 835 412 203 163 197<br />

1.550 10.633 7.137 4.987 5.447 3.590<br />

n. inchieste<br />

malattie<br />

professionali<br />

n. vistite<br />

mediche<br />

n.<br />

ispezioni<br />

n.<br />

sopralluoghi<br />

disponibile<br />

solo per<br />

edilizia<br />

n.<br />

verbali<br />

redatti<br />

2004<br />

infortuni<br />

104 151 193 150 188 92<br />

251 157 236 92 83 82<br />

35 211 146 91 97 109<br />

12 349 362 215 85 88<br />

24 23 302 170 138 430<br />

59 549 352 438 330 380<br />

66 475 284 228 130 112<br />

45 917 301 328 286 106<br />

24 292 288 198 258 106<br />

48 111 216 167 216 97<br />

160 1.449 633 240 228 422<br />

52 808 189 268 415 211<br />

35 439 109 72 54 80<br />

115 436 484 340 535 166<br />

156 457 501 310 545 213<br />

81 419 194 203 284 185<br />

53 707 422 200 512 178<br />

15 369 147 81 49 58<br />

111 523 1.095 907 717 374<br />

78 14 318 424 333 125<br />

133 1.211 403 182 123 105<br />

1.657 10.067 7.175 5.304 5.606 3.719<br />

n. inchieste<br />

malattie<br />

professionali<br />

n. vistite<br />

mediche<br />

100 282<br />

235 204<br />

25 315<br />

6 361<br />

11 370<br />

64 716<br />

98 307<br />

128 1.354<br />

19 1.680<br />

39 151<br />

210 874<br />

58 894<br />

45 563<br />

108 546<br />

161 572<br />

84 329<br />

45 724<br />

15 264<br />

124 705<br />

107 32<br />

150 640<br />

1.832 11.883


381<br />

Tav. 14: andamento attività di prevenzione SPISAL - anno 2005*<br />

AZIENDE SANITARIE<br />

N° ADDETTI<br />

all'attività di<br />

prevenzione<br />

SPISAL<br />

TOTALE DIPENDENTI aziende<br />

presenti nel territorio della ASL<br />

stimati INAIL relativi al 2005<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 10 45.645<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 5 22.773<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 7 59.377<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 11 65.950<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 14 72.014<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 19 108.788<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di Soligo 11 73.021<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 15 83.735<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 14 139.485<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 12 59.703<br />

Az. Ulss n. 12 Veneziana 27 139.597<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 16 63.378<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 10 32.226<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 19 84.648<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 25 151.620<br />

Az. Ulss n. 17 Este 13 45.547<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 18 48.457<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 6 19.172<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 25 190.402<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 13 44.579<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 17 82.068<br />

TOTALE REGIONALE 307 1.632.185<br />

media 15 77.723<br />

Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati forniti dalla Regione <strong>Veneto</strong> - anno 2005<br />

* esclusi conto Stato e agricoltura<br />

N° addetti SPISAL<br />

ogni 10.000 dip. N°<br />

di aziende ispezioni<br />

presenti nel<br />

territorio ASL<br />

anno 2005<br />

2,19 208<br />

2,20 351<br />

1,18 166<br />

1,71 339<br />

1,94 283<br />

1,75 417<br />

1,51 275<br />

1,79 304<br />

1,00 327<br />

1,93 232<br />

1,93 585<br />

2,52 201<br />

3,10 98<br />

2,24 437<br />

1,65 537<br />

2,85 191<br />

3,71 387<br />

3,13 148<br />

1,31 820<br />

2,92 419<br />

2,07 412<br />

1,88 7.137<br />

2,13 340<br />

N° ispezioni per<br />

addetto SPISAL<br />

2005<br />

20,80<br />

70,20<br />

23,71<br />

30,13<br />

20,21<br />

21,95<br />

25,00<br />

20,27<br />

23,36<br />

20,17<br />

21,67<br />

12,56<br />

9,80<br />

23,00<br />

21,48<br />

14,69<br />

21,50<br />

24,67<br />

32,80<br />

32,23<br />

24,24<br />

23,27<br />

24,50<br />

N° ispezioni ogni<br />

10.000 dip. di<br />

aziende presenti nel<br />

territorio ASL 2005<br />

45,57<br />

154,13<br />

27,96<br />

51,40<br />

39,30<br />

38,33<br />

37,66<br />

36,31<br />

23,44<br />

38,86<br />

41,91<br />

31,71<br />

30,41<br />

51,63<br />

35,42<br />

41,93<br />

79,86<br />

77,20<br />

43,07<br />

93,99<br />

50,20<br />

43,73<br />

50,97


382<br />

Tav. 15: infortuni sul lavoro 2004-2006 (per azienda)*<br />

AZIENDE SANITARIE<br />

n.<br />

Infortuni<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 1.593<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 1.076<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 2.174<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 2.605<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 2.835<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 3.857<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di Soligo 2.940<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 2.738<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 4.909<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 2.493<br />

Az. Ulss n. 12 Veneziana 4.536<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 2.288<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 1.356<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 3.612<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 4.456<br />

Az. Ulss n. 17 Este 2.003<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 1.826<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 748<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 5.791<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 2.067<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 4.315<br />

TOTALE REGIONALE 60.218<br />

2006 2005<br />

n. infortuni<br />

mortali<br />

3<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

4<br />

4<br />

6<br />

4<br />

5<br />

3<br />

2<br />

6<br />

2<br />

4<br />

3<br />

8<br />

3<br />

2<br />

69<br />

n.<br />

Infortuni<br />

1.697<br />

1.039<br />

2.291<br />

2.677<br />

2.887<br />

3.871<br />

3.063<br />

2.722<br />

5.296<br />

2.319<br />

4.798<br />

2.255<br />

1.395<br />

3.440<br />

4.517<br />

1.976<br />

1.875<br />

867<br />

6.199<br />

2.108<br />

4.371<br />

61.663<br />

n. infortuni<br />

mortali<br />

1<br />

6<br />

3<br />

3<br />

6<br />

6<br />

1<br />

7<br />

4<br />

3<br />

2<br />

3<br />

2<br />

2<br />

2<br />

2<br />

4<br />

6<br />

63<br />

n.<br />

Infortuni<br />

1.736<br />

1.065<br />

2.493<br />

2.762<br />

2.979<br />

4.102<br />

3.241<br />

2.895<br />

5.547<br />

2.611<br />

5.307<br />

2.434<br />

1.567<br />

3.885<br />

5.015<br />

2.152<br />

2.024<br />

905<br />

6.538<br />

2.170<br />

4.744<br />

66.172<br />

FONTE: Flussi Informativi INAIL ISPESL REGIONI ed. 2007<br />

*Definizioni positive (esclusi: casi in itinere, studenti di scuole pubbliche, colf); sono compresi studenti di scuole private<br />

e partecipanti ad attività di formazione, incidenti stradali in orario di lavoro. I dati 2005 e 2006 sono provvisori)<br />

2004<br />

n. infortuni<br />

mortali<br />

3<br />

1<br />

2<br />

2<br />

1<br />

3<br />

3<br />

3<br />

5<br />

2<br />

8<br />

5<br />

2<br />

3<br />

3<br />

1<br />

5<br />

3<br />

7<br />

5<br />

7<br />

74


383<br />

Tav. 16: infortuni sul lavoro 2004-2006 (per settore produttivo)*<br />

2006<br />

AGRICOLTURA 4.293<br />

INDUSTRIA E SERVIZI<br />

(comprende commercio e<br />

artigianato)<br />

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE<br />

(dipendenti conto Stato)<br />

ALTRO (COLF, Studenti scuole<br />

pubbliche, detenuti occupati in<br />

industria)<br />

n.<br />

infortuni<br />

54.892<br />

1.024<br />

4.677<br />

TOTALE 64.886<br />

n. infortuni<br />

mortali<br />

-<br />

4<br />

63<br />

2<br />

69<br />

n.<br />

infortuni<br />

4.499<br />

56.166<br />

990<br />

4.529<br />

66.184<br />

n. infortuni<br />

mortali<br />

-<br />

9<br />

1<br />

64<br />

4.704<br />

962<br />

4.530<br />

70.692<br />

FONTE: Flussi informativi INAIL ISPESL REGIONI ed. 2007<br />

* Definizioni positive (esclusi i casi in itinere); sono compresi gli incidenti stradali in orario di lavoro. I dati 2005 e 2006 sono provvisori<br />

2005<br />

54<br />

n.<br />

infortuni<br />

60.496<br />

2004<br />

n. infortuni<br />

mortali<br />

-<br />

-<br />

15<br />

59<br />

74


e. Ripartizione delle risorse<br />

Come evidenziato al paragrafo 4.1 del presente referto, la Regione <strong>Veneto</strong>,<br />

in sede di approvazione del bilancio di previsione 2006, aveva previsto un<br />

fabbisogno per Sanità stimato in circa 6.892 mln di euro al netto delle entrate<br />

proprie delle aziende e del saldo di mobilità.<br />

Il CIPE, con delibera 140 del 17 novembre 2006, ha approvato l’<br />

assegnazione alle Regioni ed alle Province Autonome di 88.180,8 milioni di euro a<br />

valere sul FSN per il finanziamento indistinto dei LEA, di cui 7.015 per il <strong>Veneto</strong>.<br />

La Regione, con DGR n. CR 63 del 20 giugno 2006, ha provveduto ad<br />

assegnare alle aziende sanitarie ed ospedaliere, nonché all’Istituto Oncologico<br />

<strong>Veneto</strong> le risorse di competenza per il finanziamento dei LEA pari a 6.849,98 mln di<br />

euro, di cui 6.662 a valere sul FSR e 187,98 di entrate proprie. Di tali risorse,<br />

358,91 mln di euro per il Livello 1 (333,10 a valere sul FSR e 25,81 di entrate<br />

proprie), pari al 5,1%.<br />

In linea con quanto sancito dall’Intesa Stato-Regioni del 6 febbraio 2003,<br />

che stabilisce come obiettivo ottimale di distribuzione delle risorse tra i livelli<br />

assistenziali nella misura del 5% per il Livello 1, del 50% per il Livello 2 (Assistenza<br />

distrettuale) e del 45% per il Livello 3 (Assistenza ospedaliera), la Regione <strong>Veneto</strong><br />

in sede di programmazione annuale delle risorse assegnate alle Aziende Sanitarie,<br />

ai fini dell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza, con DGR n. 3595 del 15<br />

novembre 2006, ha definitivamente approvato l’assegnazione, per l’esercizio<br />

finanziario 2006, alle Aziende Sanitarie del <strong>Veneto</strong>, dell’ammontare complessivo di<br />

6.670 mln di euro, contro i 6.408,82 mln di euro del 2005 (+4,08%), assegnati con<br />

DGR n. 3791 del 6 dicembre 2005 – ed i 5.833,115 mln di euro del 2004<br />

(+14,35%), assegnati con DGR n. 1723 del 18 giugno 2004, con un incremento<br />

rispetto al biennio 2004/2005 (+9,87%).<br />

In particolare si osserva come il Livello 1 nel 2006, a fronte<br />

dell’assegnazione alle Aziende di un importo di 333,10 ml di euro, presenta un<br />

incremento del 4,11% rispetto al 2005 (a fronte dell’assegnazione di 319,95 ml di<br />

euro). Incremento ancor più consistente (+12,92%) in relazione all’importo<br />

assegnato alle Aziende nel 2004 (pari a 295 ml di euro), in ragione dell’andamento<br />

del biennio 2004/2005 (+8,46%) e dei maggiori costi sostenuti nel 2005 per effetto<br />

dei rinnovi dei contratti di lavoro del personale dipendente del comparto. In ogni<br />

384


caso appare sempre rispettato la percentuale del 5% del livello 1 nella distribuzione<br />

delle risorse.<br />

f. Analisi dei costi dei Servizi<br />

Sono stati presi in considerazione gli andamenti registrati nel triennio 2004 –<br />

2006 dei costi globali e pro- capite delle aree “Prevenzione Collettiva”<br />

(singolarmente per i Servizi che la compongono : Igiene e Sanità pubblica, Igiene<br />

degli alimenti e della nutrizione, Prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro,<br />

Sanità pubblica veterinaria) e “Prevenzione rivolta alle persone”, in particolare per<br />

la percentuale dei vaccinati e per le prestazioni di specialistica diagnostica<br />

preventiva.<br />

Igiene e Sanità pubblica (tabb. 4 e 5)<br />

Nel 2006 il Servizio di Igiene e Sanità pubblica, che presenta la maggiore<br />

incidenza sul Livello 1 (pari al 40,7%), ha raggiunto un costo complessivo di 49,08<br />

ml di euro (al netto della quota accentrata regionale non distribuita in sede di<br />

assegnazione alle aziende, pari a 79,08 mln di euro), registrando un incremento del<br />

16,2% su base triennale, imputabile all’andamento registrato nel biennio 2004-<br />

2005 (+16,5%) ed un leggero incremento (0,1%) nel 2006 rispetto all’esercizio<br />

precedente.<br />

Disaggregando i dati con riferimento alle singole realtà aziendali un ritmo di<br />

crescita dei costi notevolmente superiore a quello regionale sul triennio si è<br />

riscontrato in particolare nell’Azienda n. 5 di Arzignano in cui l’incremento ha<br />

raggiunto il +164,4% (+141,1% nel biennio 2004–2005), nell’Azienda n. 14 di<br />

Chioggia che conseguito l’aumento del 157,6% nel triennio (+216,8% nel 2006)<br />

infine nell’Azienda n. 16 di Padova (+402,6% nel triennio, +342,5% nel biennio<br />

2004–2005).<br />

È stata pertanto trasmessa alle predette Aziende, in data 5 ottobre 2006,<br />

richiesta di chiarimenti sugli andamenti rilevati.<br />

L’Azienda n. 5 di Arzignano ha specificato che la variazione del costo del<br />

Servizio di Igiene e Sanità pubblica registrata in particolare sul biennio 2004-2005<br />

(+141,1%) è stata determinata da un diverso criterio di imputazione del costo del<br />

personale del livello “Prevenzione” tra i suoi sottolivelli, a seguito di una sostanziale<br />

riorganizzazione aziendale.<br />

L’andamento di tale costo è stato quindi giustificato considerando che nel<br />

2004 il personale medico del Servizio di Igiene e Sanità pubblica, svolgeva la sua<br />

385


attività anche negli altri sottolivelli di “Attività di Prevenzione delle persone “ e<br />

“Medicina Legale”. Pertanto l’azienda ha ritenuto opportuno valutare un criterio<br />

idoneo di ribaltamento dei costi del personale per avere una distribuzione<br />

omogenea degli stessi in tutti i sottolivelli della prevenzione.<br />

Il criterio scelto è stato quello di utilizzare le percentuali di peso relative ad<br />

ogni singola attività, riportate nel conto annuale. Le percentuali considerate hanno<br />

determinato, quindi uno spostamento di circa l’80% del costo nei due sottolivelli<br />

(Servizi), di cui 40% nell’Attività di prevenzione alle persone e 40% nella Medicina<br />

Legale, rimanendo quindi solo il 20% del costo totale nel livello (Servizio) Igiene<br />

Sanità Pubblica.<br />

Per quel che riguarda gli anni 2005 e 2006 invece il costo del personale<br />

medico del livello di Igiene Sanità Pubblica risulta totalmente imputato al<br />

sottolivello di appartenenza, e non è stato quindi applicato lo stesso criterio di<br />

ribaltamento del 2004, in ragione di una riorganizzazione del personale della<br />

Prevenzione, attivata con deliberazione n. 113 del 4 marzo 2004, che ha<br />

comportato un diverso criterio di imputazione dei costi.<br />

L’Azienda n. 14 di Chioggia ha precisato che, per mero errore materiale, una<br />

parte dei costi del Personale del Ruolo Sanitario, per gli anni 2004 e 2005, non era<br />

stata correttamente imputata, ma era stata attribuita al Centro di Costo “30.600 –<br />

Emocomponenti e Servizi trasfusionali”.<br />

Pertanto l’Azienda ha fornito le modifiche ai dati del costo del Personale del<br />

ruolo Sanitario, che sono stati quindi rettificati portando il costo del Servizio di<br />

Igiene e Sanità Pubblica da 380 mila euro a 845 mila euro per l’esercizio 2004, e da<br />

309 mila euro a 973 mila euro per l’esercizio 2005.<br />

Le predette rettifiche si sono conseguentemente riflesse sulle variazioni<br />

registrate su base triennale, che pertanto dall’incremento del 157,6% passa al<br />

15,9% (e dal 216,8% allo 0,6% del 2006), andando conseguentemente a<br />

modificare anche la variazione complessiva regionale dal 16,2% al 15% ed in tal<br />

modo rientrando nella percentuale di crescita registrata a livello regionale<br />

(+16,2%).<br />

L’Azienda n. 16 di Padova ha precisato che la consistente variazione nei costi<br />

del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica tra il 2004 e i due esercizi successivi è stata<br />

determinata principalmente da una diversa attribuzione dei costi, diretti ed indiretti,<br />

del personale. Inoltre ha precisato che, nell’anno 2004, i costi relativi al controllo<br />

delle malattie infettive sono stati inseriti nel conto L10500 (Attività di prevenzione<br />

rivolta alle persone), invece che nel conto L10100 (Igiene Sanità pubblica).<br />

Sulla variazione del costo del Servizio in esame registrata nel 2006 rispetto<br />

all’esercizio precedente, ha inoltre precisato che la differenza è imputabile<br />

386


esclusivamente ad una variazione nel costo del personale, in linea con il<br />

potenziamento dell’attività erogata.<br />

Nello stesso arco temporale, in termini di costo pro capite, il Servizio di<br />

Igiene e Sanità Pubblica, ha conseguito un incremento del 14,2%, registrando un<br />

ritmo di crescita notevolmente superiore a tale dato nelle Aziende n. 16 di Padova<br />

(+391,6%), n. 5 di Arzignano (+159%) e Chioggia (+153,4%).<br />

Hanno invece registrato valori in sensibile diminuzione : Vicenza (-27,5%),<br />

Este (-20,6%), Bassano (-20%) e Legnago (-16,3%).<br />

Si è altresì osservato come nel 2006, a fronte di un costo pro capite<br />

regionale pari a 10,3 euro, valori superiori si sono registrati nelle Aziende n. 2 di<br />

Feltre (con 18,2 euro), n. 1 di Belluno (con 17,1 euro) e n. 21 di Legnago (16,3<br />

euro), mentre al di sotto del dato regionale si sono attestate le Aziende di Asolo<br />

(5,6), Cittadella (6,6) e Bussolengo (6,9 euro).<br />

Igiene degli Alimenti e Nutrizione (tabb. 6 e 7)<br />

Con un’incidenza più modesta sul Livello 1 (pari al 5,3% nel 2006) il Servizio<br />

di Igiene degli Alimenti e Nutrizione nel 2006, a fronte di un costo complessivo pari<br />

a 16,83 ml di euro, ha mostrato una leggera flessione rispetto all’esercizio<br />

precedente (pari al -1,7%), conseguendo complessivamente nel triennio<br />

l’incremento del 7,8% (+9,6% solo nel biennio 2004-2005). Rispetto al costo medio<br />

regionale del servizio che nel 2006 si è attestato sugli 801 mila euro, valori ben al<br />

di sopra si sono registrati per l’Azienda di Mirano (1,33 ml di euro, con un rilevante<br />

incremento del 34,9% nel triennio), Veneziana (1,30 ml di euro) e di Verona (1,28<br />

ml di euro), mentre valori al di sotto della media si sono rilevati nelle aziende di<br />

Feltre (277 mila euro, con un aumento del 65,9% sul triennio), di Arzignano (con<br />

un costo pro capite di 338 mila euro) e di Asolo (366 mila euro).<br />

Sempre nel triennio, anche per il servizio in esame è stato analizzato il costo<br />

pro capite regionale, che nel corso del 2006 è stato pari a 3,54 euro, in leggera<br />

flessione (-2,4%) rispetto all’esercizio precedente, in cui ha raggiunto i 3,62 euro. Il<br />

raffronto con l’andamento delle diverse aziende ha evidenziato scostamenti anche<br />

significativi rispetto al dato medio regionale pari a 3,8 euro: le aziende sanitarie di<br />

Asolo (1,5 euro), di Arzignano (1,9 euro), di Padova e Treviso (2,4 euro) si sono<br />

collocate ben al di sotto del dato regionale, mentre valori più consistenti si sono<br />

registrati nelle aziende di Belluno (7,3 euro), Adria (6,5) e Mirano (5,3).<br />

Conseguentemente anche in rapporto al ritmo di crescita del costo pro capite<br />

387


egionale, che ha raggiunto l’incremento del 5,9% sul triennio, si sono rilevati<br />

andamenti assai differenti da parte delle Aziende.<br />

Servizio Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro -SPISAL (tabb. 8<br />

e 9)<br />

Anche per il Servizio Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro (con<br />

un’incidenza dell’8,8% sul Livello 1) ha evidenziato nel 2006 una flessione del costo<br />

complessivo del servizio (di 27,81 ml di euro), pari al -2,9% sull’esercizio 2005, in<br />

cui aveva raggiunto l’ammontare di 28,63 ml di euro. Ciò nondimeno il costo ha<br />

conseguito su base triennale un incremento del 10,7%.<br />

Sul triennio un ritmo di crescita dei costi notevolmente superiore a quello<br />

regionale si è registrato nelle Aziende n. 14 di Chioggia (+70,9%) e n. 16 di Padova<br />

(+62,8%).<br />

Per quanto concerne l’azienda di Padova, come già precedentemente<br />

rilevato, l’Azienda ha chiarito che la variazione del costo del Servizio in esame<br />

registrata sul triennio (+62,8%) è stata determinata da una diversa attribuzione dei<br />

costi, diretti e indiretti, del personale, mentre la flessione registrata nel 2006<br />

sull’esercizio precedente (-7,1%) è stata motivata con la minore quota di “costi<br />

generali” imputati nel bilancio 2006 rispetto al 2005.<br />

Relativamente ai costi dell’Azienda di Chioggia, sulla base dei chiarimenti<br />

forniti si è preso atto che per erronea imputazione del costo del Personale Sanitario,<br />

i dati relativi al 2004 sono stati rettificati, passando da 484 mila euro a 724 mila<br />

euro, mentre per il 2005 sono stati rettificati da 374 mila euro a 819 mila euro,<br />

modificando conseguentemente il valore percentuale della variazione che passa<br />

dall’incremento del 70,9% su base triennale (+121,1% nel 2006) al 14,2% ( +1%<br />

nel 2006).<br />

Inoltre, posto che il costo complessivo medio regionale del servizio in esame<br />

nel 2006 si è attestato sui 1,32 ml di euro, valori al di sopra della media regionale<br />

si sono registrati nelle aziende n. 12 Veneziana (3,02 ml di euro), n. 16 di Padova<br />

(2,62 ml di euro) e n. 20 di Verona (2,43 ml di euro). Al contrario, al di sotto della<br />

media regionale si sono attestati i costi delle aziende di Feltre (418 mila euro),<br />

Bassano (499 mila euro) e Adria (562 mila euro).<br />

Si è rilevato inoltre come nel 2006, a fronte di un costo medio pro capite<br />

regionale pari a 5,9 euro, valori superiori al dato regionale si sono registrati<br />

nell’Azienda Veneziana (pari a 10 euro pro capite), di Rovigo (pari a 8,8 euro) e di<br />

Arzignano (8,2 euro), mentre al di sotto del dato regionale si sono attestate le<br />

Aziende di Bassano (2,9), Pieve di Soligo (3,7) e Asolo (3,8 euro). Peraltro, si<br />

388


sottolinea come il rilevato incremento triennale particolarmente elevato del costo<br />

complessivo del servizio di prevenzione registrato nelle aziende di Chioggia e di<br />

Padova, si sia riflesso di conseguenza anche sull’andamento dell’incremento<br />

triennale del costo pro capite del servizio, che per le aziende in questione si è<br />

attestato rispettivamente sul 68,1% per l’Azienda di Chioggia e sul 59,2% per<br />

l’Azienda Padova, a fronte invece dell’aumento pari al +8,7% registrato a livello<br />

regionale.<br />

Sanità Pubblica Veterinaria (tabb. 10 e 11)<br />

Il Servizio di Sanità Pubblica Veterinaria, con un’incidenza del 23,6%<br />

nell’esercizio 2006 sul Livello 1, ha conseguito il costo complessivo di 72,78 ml di<br />

euro, mostrando una contrazione rispetto all’importo del costo complessivo relativo<br />

all’esercizio precedente (pari a 76,69 ml di euro), con una flessione pari al 5,1%;<br />

flessione che si traduce nell’8,9% su base triennale.<br />

Il confronto con l’andamento registrato a livello di singole aziende ha<br />

evidenziato risultati assai difformi dal dato regionale. In particolare nell’Azienda n.<br />

14 di Chioggia il costo del servizio presenta un incremento pari al 144,6% rispetto<br />

al 2005 (+60,5% rispetto al triennio) e nell’azienda n. 13 di Mirano registra un<br />

incremento pari al 35,5% sull’esercizio precedente (+50,1% sul triennio). In<br />

controtendenza rispetto al trend regionale, l’Azienda n. 20 di Verona, che presenta<br />

una notevole contrazione (pari al 45,5%) del costo complessivo sul triennio, anche<br />

se imputabile totalmente all’andamento registrato nel biennio 2004-2005.<br />

Anche per la valutazione dei costi di cui sopra sono stati chiesti dei<br />

chiarimenti alle Aziende interessate.<br />

L’Azienda di Mirano ha rettificato i dati precedentemente trasmessi,<br />

specificando che il costo per i Servizi veterinari anziché essere pari a 2,31 ml di<br />

euro, ammonta invece a 2,53 ml di euro, in quanto, in fase di ribaltamento dei<br />

costi, nel modello espresso in migliaia di euro sono stati erroneamente attribuiti<br />

dati espressi in unità di euro. Pertanto la variazione percentuale rispetto al 2005<br />

risulta essere pari al 23,7% e non al 35,5%, e rispetto al 2004 pari al 37,1% e non<br />

al 50,1%.<br />

Le variazioni sono state motivate dall’Azienda in ragione dell’aumento del<br />

costo del personale, pari al 19,2% sul triennio , in ragione dei rinnovi contrattuali<br />

del comparto Sanità e di quello e della dirigenza, oltre che dall’incremento delle<br />

unità di personale assegnate al Servizio Veterinario, passato da 13,08 unità<br />

equivalenti del 2004 a 14,50 del 2006.<br />

389


Inoltre l’azienda ha precisato che il costo del personale rappresenta nel<br />

modello LA il driver di ribaltamento di tutti i costi comuni di struttura, dei costi<br />

generali di azienda e degli altri costi di contabilità generale non attribuiti dalla<br />

contabilità analitica. Il driver del costo del personale per il Servizio Veterinario è<br />

passato quindi dal 63% del 2004 al 73% del 2006.<br />

Infine, nel corso del 2005 l’Azienda di Mirano ha cambiato il sistema<br />

informatico contabile aziendale; pertanto nel triennio considerato si sono affinati i<br />

criteri di attribuzione dei costi comuni a livello di singola unità operativa, di<br />

strutture e di settore contabile. Modifiche che hanno richiesto ulteriori fasi di<br />

implementazione nel corso del 2006.<br />

L’Azienda di Chioggia ha anch’essa rettificato i dati di costo, che passano per<br />

il 2004 da 957 mila euro a 1,39 ml di euro, mentre per il 2005 da 628 mila euro a<br />

1,56 ml di euro, modificando di conseguenza la variazione percentuale dal 60,5% al<br />

9,8% sul triennio (passando dal 144,6% al –2% del 2006).<br />

Infine si è tenuto conto di quanto comunicato da parte dell’Azienda di<br />

Verona, in particolare che nel corso del 2004 il Servizio Sanità Pubblica Veterinaria<br />

è stato gravato da costi straordinari, per un importo di 6.046,857 euro, dovuti<br />

all’indennizzo per l’abbattimento coattivo di bestiame, a seguito dell’epidemia di<br />

influenza aviaria. Costi rimborsati dal Ministero del Tesoro a seguito di idonea<br />

rendicontazione.<br />

Inoltre un altro ml di euro è stato aggiunto in ragione del ribaltamento di<br />

altri servizi non direttamente appartenenti al livello di assistenza. Cifra<br />

sovrastimata rispetto agli anni 2005 e 2006, poiché l’algoritmo di calcolo del<br />

ribaltamento prende come base i costi diretti del livello di assistenza, che per il<br />

2004 sono appunto risultati superiori.<br />

E’ stata quindi analizzata la tabella 11 relativa al costo per unità “bovino<br />

equivalente”, che ha evidenziato andamenti assai diversi tra le diverse Aziende.<br />

Tale costo unitario ha subito una flessione a livello regionale sul triennio (pari al –<br />

11,5%), passando dai 36,58 euro complessivi regionali del 2004, ai 33,82 euro del<br />

2005 e ai 32,38 euro del 2006.<br />

Peraltro, a fronte della rilevata flessione pari al +11,5% registrata su base<br />

triennale a livello regionale si sono evidenziati andamenti superiori rispetto al dato<br />

regionale nelle Aziende di Thiene (-100%), di Verona (-41,3%) e di Este (-40,%),<br />

cui si sono al contrario contrapposti gli incrementi delle Aziende n. 14 di Chioggia<br />

(+63,6%), n. 12 Veneziana (+58,9%) e n. 13 di Mirano (+50,6%). In particolare,<br />

per quanto concerne i risultati dell’esercizio 2006, valori ben superiori al costo per<br />

unità bovino equivalente medio regionale (pari a 62,6 euro) si sono rilevati<br />

390


nell’Azienda n. 16 di Padova (271,7 euro), Veneziana (212,7 euro), di Belluno<br />

(171,6 euro), cui si sono contrapposti i costi assai inferiori registrati nelle Aziende<br />

di Thiene (16,2 euro), Legnago (16,6), e Adria (17,8 euro).<br />

Le Aziende interessate, contestualmente, hanno provveduto a rettificare –<br />

ove necessario- i dati precedentemente forniti ma poiché non venivano fugate le<br />

perplessità in ordine al sistema di comunicazione dei dati tra aziende e Regione,<br />

all’attendibilità dei dati stessi ed alle eventuali incidenze in termini economico-<br />

finanziari, sono stati chiesti ulteriori chiarimenti alla Regione la quale ha fornito la<br />

risposta che qui si riporta integralmente: “La fonte dei dati delle tabelle 5, 9, 11<br />

sono i modelli ministeriali LA compilati dalle Aziende Sanitarie. (…) Questa Regione<br />

si è da tempo adoperata al fine di rendere omogenei e confrontabili tra le diverse<br />

Aziende Sanitarie del <strong>Veneto</strong> i dati contenuti nei modelli ministeriali LA, anche<br />

attraverso la condivisione di una interpretazione univoca delle linee guida<br />

ministeriali per la compilazione di detto modello, che risultano, talvolta, generiche e<br />

approssimative. Tale processo, che comporta notevoli difficoltà, ha già conseguito<br />

buoni risultati e verrà costantemente affinato in vista delle prossime rilevazioni”.<br />

Attività di Prevenzione rivolta alle persone<br />

Sono stati quindi analizzati relativamente al triennio preso in esame i dati<br />

relativi alla copertura vaccinale realizzata e le prestazioni di specialistica diagnostica<br />

preventiva.<br />

Per quanto concerne il tema delle vaccinazioni è necessario premettere che a<br />

livello nazionale, nel 1999, veniva approvato, in esecuzione del Piano Sanitario<br />

Nazionale 1998-2000 e sotto forma di Accordo tra Governo, Regioni e Province<br />

Autonome di Trento e di Bolzano, il Primo Piano Nazionale Vaccini.<br />

Il Piano Nazionale Vaccini 1999-2000 indicava gli obiettivi di salute, le<br />

strategie e le priorità per alcune malattie infettive prevenibili con vaccino, per le<br />

quali erano già previsti obblighi o raccomandazioni per l’attuazione di misure di<br />

prevenzione vaccinale. Le indicazioni fornite dal PNV 1999 – 2000 hanno<br />

contribuito, in modo sostanziale, alla acquisizione di una sempre migliore<br />

consapevolezza del valore delle vaccinazioni come strumento di medicina<br />

preventiva e ineguagliabile mezzo per il miglioramento dello stato generale di<br />

salute della popolazione.<br />

A distanza di circa 6 anni, con il trasferimento alle Regioni e alla Province<br />

autonome di sempre maggiori responsabilità in materia di tutela della salute, così<br />

come di nuovi strumenti per la prevenzione vaccinale, la Commissione Vaccini del<br />

Ministero della Salute ha elaborato un documento per la promozione delle<br />

391


vaccinazioni in Italia, il nuovo Piano Nazionale Vaccini 2005-2007, che<br />

costituisce l’aggiornamento del precedente Piano.<br />

Il documento è stato redatto considerando i seguenti obiettivi generali:<br />

- mantenere elevate coperture vaccinali per le malattie per le quali sono stati<br />

raggiunti gli obiettivi previsti dai Piani Sanitari Nazionali 1998-2000 e 2003-<br />

2005, nonché dall’Ufficio <strong>Regionale</strong> Europeo dell’Organizzazione Mondiale<br />

della Sanità;<br />

- promuovere appropriati interventi vaccinali di recupero per le malattie per le<br />

quali è già stata definita una strategia operativa di base, ma per le quali non<br />

sono stati ancora raggiunti livelli di copertura ottimali;<br />

- fornire indicazioni sui nuovi obiettivi perseguibili e sull’avvio di iniziative<br />

mirate di prevenzione vaccinale in seguito alla recente disponibilità di nuovi<br />

vaccini, come indicato dal PSN 2003-2005;<br />

- incrementare la pratica di sicurezza delle pratiche di immunizzazione;<br />

- incrementare gli interventi di ordine strutturale, organizzativo, formativo e<br />

comunicativo necessari per consentire l’evoluzione della politica vaccinale<br />

dall’ambito degli interventi impositivi a quello della partecipazione<br />

consapevole delle famiglie.<br />

Il Piano in argomento definisce il nuovo calendario delle vaccinazioni<br />

obbligatorie e raccomandate, introducendo nuovi vaccini, già segnalati nel Piano<br />

Sanitario Nazionale 2003-2005.<br />

Nella parte prima vengono inoltre affrontate le problematiche relative alla<br />

comparsa sulla scena di nuovi vaccini, con particolare riferimento alla necessità di<br />

delineare strategie appropriate alla realtà nazionale e regionale e viene proposto un<br />

calendario delle vaccinazioni di provata efficacia, da offrire sulla base delle strategie<br />

delineate.<br />

La parte seconda è dedicata alla problematica dei possibili eventi avversi a<br />

seguito di vaccinazione, esaminando le modalità per l’attuazione di una corretta<br />

sorveglianza che non si limiti alla notifica, peraltro obbligatoria, dell’evento, ma<br />

assicuri un adeguato follow up dei casi di reazione avversa grave, anche ai fini del<br />

giusto indennizzo da corrispondere a quei casi, per quanto rarissimi, di complicanze<br />

gravi ed irreversibili a seguito di vaccinazione.<br />

A completamento del Piano viene proposta una ricca selezione di appendici<br />

relative ad aspetti pratici della implementazione delle attività vaccinali, nonché una<br />

parte che fornisce indicazioni anche sugli aspetti più propriamente operativi della<br />

attuazione delle strategie vaccinali, dalla garanzia di un sistema di qualità<br />

certificata e periodicamente verificata, alla adesione consapevole alle vaccinazioni,<br />

difficile, se non impossibile, in assenza di adeguati programmi di comunicazione e,<br />

392


nell’ottica di un progressivo e definitivo superamento dell’obbligo vaccinale, rivisita<br />

le azioni ritenute più efficaci ed adeguate per migliorare le coperture vaccinali.<br />

A livello regionale il già citato Piano Triennale SISP, approvato con DGR n.<br />

2093 del 2 agosto 2002, analizzata al precedente punto 5.3.b, ha identificato le<br />

aree tematiche di intervento ed i rispettivi referenti scientifici.<br />

Con successiva delibera n. 3015 del 10 ottobre 2003, la Giunta <strong>Regionale</strong> ha<br />

approvato le schede tematiche del Piano, in particolare la scheda 1.1 “Controllo<br />

delle malattie prevenibili con vaccinazione” prevede l’attivazione di un sistema di<br />

miglioramento continuo della qualità dell’attività di profilassi vaccinale.<br />

La Giunta <strong>Regionale</strong> del <strong>Veneto</strong>, infine, con DGR 3479 del 7 novembre<br />

2006 ha provveduto ad approvare la definizione dei requisiti minimi specifici di<br />

autorizzazione all’esercizio delle attività vaccinali delle Strutture del Sistema<br />

Sanitario <strong>Regionale</strong>.<br />

Percentuale Vaccinati (tab. 12)<br />

La tabella 12 evidenzia la copertura vaccinale realizzata nel triennio dalle<br />

Aziende della Regione, in particolare rilevando il rapporto percentuale di bambini<br />

vaccinati, con il totale della popolazione infantile di età inferiore o uguale a 24 mesi.<br />

A tal riguardo è necessario premettere che i dati rilevati tengono conto del<br />

totale di bambini sottoposti a vaccinazione, indipendentemente dal numero di<br />

vaccinazioni eseguite, inoltre che la popolazione presa a riferimento comprende<br />

anche i nati nei due anni precedenti, da ciò ne consegue che i dati rilevati non sono<br />

confrontabili con l’indicatore di cui al D.P.C.M. del 2001, che concerne la<br />

proporzione dei vaccinati nell’anno rispetto alla popolazione di età inferiore o uguale<br />

a 24 mesi (e che prevede una copertura pari al 95-100%).<br />

Dall’analisi dei dati si rileva quindi che il rapporto percentuale tra il totale dei<br />

bambini vaccinati e la popolazione di età inferiore o uguale a 24 mesi ha mostrato<br />

sul triennio una flessione, passando da una copertura pari al 47,9% del 2004, al<br />

46,9% nel 2005, per raggiungere quota 46,3% nel 2006.<br />

In riferimento alle singole realtà aziendali si è peraltro rilevato come nel<br />

2006, a fronte del rapporto percentuale tra numero di vaccinati e popolazione<br />

infantile medio regionale pari a 45,2%, valori al di sopra del dato regionale si sono<br />

riscontrati nelle Aziende n. 16 di Padova (76,5%) e n. 13 di Mirano (70,7%),<br />

mentre al di sotto del dato medio regionale si sono attestate le Aziende n. 12<br />

Veneziana (31%), la n. 7 di Pieve di Soligo (31,2%) e la n. 3 di Bassano (31,9%).<br />

Al contrario, in termini assoluti si è osservato che da 63.178 bambini<br />

vaccinati del 2004, si è passati ad un totale di 63.441 del 2005, per raggiungere<br />

393


quota 63.498 bambini nel 2006, con un aumento percentuale di bambini vaccinati<br />

pari allo 0,5% sul triennio.<br />

Considerando che nel corso del 2006 la media regionale dei bambini<br />

sottoposti a vaccinazione si è attestata a quota 3.024, si sono registrati a livello di<br />

singole Aziende andamenti diversi: dati al di sopra di quello medio regionale per<br />

l’Azienda n. 16 di Padova (8.492), come pure nell’Azienda n. 9 di Treviso (8.450),<br />

mentre dati al di sotto del dato medio regionale si sono rilevati nelle Aziende n. 19<br />

di Adria (424) e n. 2 di Feltre (700).<br />

Prestazioni di specialistica diagnostica preventiva (tab. 13)<br />

La tabella 13, concerne il volume delle prestazioni di diagnostica preventiva<br />

eseguite nel triennio 2004-2006. L’analisi ha evidenziato su base triennale un<br />

incremento del 47,5% di prestazioni erogate, che infatti sono passate da 307.864<br />

del 2004, a 376.422 nel 2005, per raggiungere quota 454.092 nel 2006.<br />

Si è inoltre osservato che non è stato possibile effettuare un raffronto<br />

sull’andamento dell’ Azienda n. 18 di Rovigo, in quanto il dato relativo alle<br />

prestazioni effettuate nell’esercizio 2004 non era disponibile.<br />

Disaggregando i dati in riferimento alle singole Aziende un volume di attività<br />

notevolmente al di sopra del dato regionale si sono riscontrati nell’Azienda n. 3 di<br />

Bassano, che ha mostrato un incremento pari al 228,1% sul triennio, imputabile<br />

all’aumento del 118,6% registrato nel 2006 rispetto all’esercizio precedente.<br />

L’Azienda stessa, a richiesta, ha specificato che le prestazioni di diagnostica<br />

preventiva prese in considerazione riguardano esclusivamente l’attività di<br />

screening, attività che ha subito un forte incremento nel corso del triennio.<br />

Ha inoltre precisato che nel 2004 era attivo solo lo screening citologico, che<br />

ha registrato un progressivo incremento, mentre negli ultimi mesi del 2005 è stato<br />

attivato anche lo screening mammografico, poi sviluppato nel corso del 2006.<br />

Pertanto la fase di organizzazione e di avvio di quest’ultima attività ha richiesto<br />

degli investimenti, soprattutto in termini di personale, investimenti che sono stati<br />

sostenuti prevalentemente nel corso del 2005, determinando così l’incremento dei<br />

costi.<br />

Analogo ed elevato incremento del volume di attività è stato rilevato anche<br />

per le Aziende:<br />

- n. 4 di Thiene, pari al 102% su base triennale (+81,8% nel biennio 2004-<br />

2005); infatti si è passati da 17.771 prestazioni del 2004 alle 35.906 del<br />

2006 (32.299 nel 2005). A tal proposito l’Azienda ha specificato che i dati<br />

forniti sono riferiti alle prestazioni di primo livello (test di screening) relative<br />

394


agli screening del colon-retto, citologico e mammografico e che gli<br />

scostamenti, rispetto ai dati del 2004, sono motivati dal fatto che lo<br />

screening del colon-retto è partito come prova – pilota in un solo Comune<br />

per pochi mesi (da marzo a giugno 2004), mentre l’avvio a regime è<br />

avvenuto a novembre 2004;<br />

- n. 6 di Vicenza, in cui l’aumento delle prestazioni è stato del +123,4% su<br />

base triennale, in particolare per effetto dell’incremento del 60,1% registrato<br />

nel 2006 sull’esercizio precedente (contro il +20,6% complessivo regionale<br />

del biennio 2005-2006). L’Azienda di Vicenza ha motivato il significativo<br />

incremento di prestazioni del 2006, rispetto agli anni precedenti, con l’avvio<br />

dello screening del colon-retto;<br />

- n. 10 di S. Donà in cui il numero di di prestazioni di diagnostica preventiva<br />

su base triennale è passato da 4.219 del 2004, a 9.981 del 2006, con un<br />

aumento del volume di attività pari al 136,6% (+84,7% nel biennio 2004-<br />

2005). L’Azienda ha precisato che l’incremento del volume di prestazioni è<br />

stato determinato dall’aumento della copertura della popolazione bersaglio<br />

degli screening oncologici femminili (con conseguente aumento del numero<br />

di soggetti invitati e conseguentemente dei tests effettivamente eseguiti, di<br />

pap-test e mammografie). Inoltre relativamente allo screening citologico<br />

l’Azienda, dal 2004 al 2006, ha provveduto alla quasi totale copertura della<br />

popolazione bersaglio, mentre per lo screening mammografico nello stesso<br />

periodo si è passati da 10 a 14 Comuni coinvolti;<br />

- n. 17 di Este, che ha conseguito un incremento pari all’88,6% su base<br />

triennale (62,3% nel 2006). L’Azienda ha motivato l’incremento nel volume<br />

di attività, a fronte del volume costante di prestazioni di radiologia per<br />

screening mammografici, con l’aumento degli esami per screening del pap-<br />

test, conseguenti al maggior tasso di adesione alla campagna preventiva da<br />

parte della popolazione bersaglio, oltre che dall’avvio dal 2006 dello<br />

screening del colon-retto, conformemente alla programmazione sanitaria<br />

regionale in materia di prevenzione del carcinoma della cervice uterina e del<br />

colon retto;<br />

- n. 21 di Legnago in cui l’aumento registrato è stato dell’85,3% (74,8% nel<br />

biennio 2004-2005). L’Azienda ha motivato l’aumento sul triennio con l’avvio<br />

dell’attività dello screening del colon- retto (dal 12/04/2005), inoltre con il<br />

completamento del terzo round dello screening citologico ed infine con il<br />

consolidamento dell’attività di screening mammografico, che ha trovato un<br />

giusto equilibrio tra la domanda di prestazione e l’offerta rivolta all’utenza;<br />

395


- n. 22 di Bussolengo che ha mostrato l’incremento dell’81,4% (56,9% nel<br />

biennio 2004-2005). L’azienda ha riferito che l’incremento rilevato sul<br />

triennio è stato determinato dall’attivazione dello screening del colon- retto<br />

(attivato con deliberazione n. 83 del 27/01/2004) e si è sviluppato nel<br />

triennio, pervenendo a regime nel corso del 2005;<br />

- n. 16 di Padova (77,7 % su base triennale, 58,6% nel 2006). L’Azienda in<br />

merito ha precisato che il dato precedentemente riportato era errato in<br />

ragione di una materiale inesattezza nella trascrizione. Pertanto l’Azienda ha<br />

comunicato la rettifica dei dati che per il 2004 passano da 7.513 a 30.240,<br />

per il 2005 da 8.417 a 33.381, infine per il 2006 da 13.351 a 36.522. Tali<br />

rettifiche, conseguentemente, vanno a modificare l’incremento percentuale<br />

su base triennale che passa dal 77,7% al 20,8% e dal 58,6% al 9,4% per il<br />

2006. L’Azienda ha inoltre precisato che i dati così corretti, corrispondono a<br />

quanto rilevato ai sensi del D.M. 12/12/2001 e che non essendo presente a<br />

sistema l’informazione relativa all’anno 2004, il dato è stato stimato.<br />

Costi per prestazioni di specialistica diagnostica preventiva (tabb. 14 e<br />

14bis)<br />

L’esame della tabella 14 ha evidenziato che il costo delle prestazioni di<br />

specialistica diagnostica preventiva, con un’incidenza pari al 16,1% sul Livello 1, ha<br />

registrato un incremento pari al 10% su base triennale, passando da 46,13 ml di<br />

euro del 2004 a 50,75 ml di euro nel 2006.<br />

Il raffronto con l’andamento registrato a livello di singole realtà locali ha<br />

evidenziato un ritmo di crescita dei costi superiore a quello registrato a livello<br />

regionale, pari al 10% su base triennale, in particolare nell’Azienda n. 3 di Bassano,<br />

che ha mostrato un incremento pari al 222,6% sul triennio, (+159,7% nel biennio<br />

2004-2005). L’Azienda ha precisato al riguardo che il costo per l’attività di<br />

prevenzione rivolta alle persone è stato individuato attraverso l’imputazione diretta<br />

dei costi relativi sia all’attività di screening, che all’attività di vaccinazione del<br />

Dipartimento di Prevenzione, con l’attribuzione dei centri di costo individuati con lo<br />

strumento della contabilità analitica, costo comprensivo inoltre della quota parte dei<br />

costi della Direzione del Dipartimento stesso e dei costi generali aziendali, attribuiti<br />

secondo le indicazioni regionali per la compilazione del modello LA.<br />

Un incremento significativo dei costi in rapporto al dato regionale è stato<br />

rilevato anche nell’Azienda n. 6 di Vicenza, che ha conseguito l’incremento del<br />

69,9% sul triennio (61,2% nel 2006).<br />

396


L’Azienda ha precisato che l’incremento registrato nel 2006 è stato<br />

determinato dall’affinamento della procedura di imputazione dei costi della<br />

contabilità analitica, che ha consentito di attribuire anche i costi dei vaccini<br />

territoriali all’attività di prevenzione rivolta alle persone, mentre negli anni<br />

precedenti tale costo ricadeva sul Servizio di Igiene e Sanità Pubblica (totalmente<br />

nel 2005, mentre relativamente all’esercizio 2004 per la maggior parte sul Servizio<br />

all’attività di prevenzione rivolta alle persone ed in parte marginale sull’Attività<br />

distrettuale).<br />

Incrementi significativi in relazione al dato regionale si sono rilevati anche<br />

per i costi dell’Azienda di Este (+60,5% nel triennio), che passano da 1,44 ml di<br />

euro del 2004 a 2,23 ml di euro del 2006. L’Azienda ha motivato gli incrementi<br />

specificando che un primo fattore incrementale è stato costituito dai costi per<br />

vaccinazioni, che ha registrato nel triennio un incremento pari al 21,23%, a fronte<br />

comunque di un incremento di attività pari al 42,73%. Inoltre dal 2005 al 2006<br />

l’attività di vaccinazione ha subito un incremento pari all’11,65%, e i relativi costi<br />

un incremento del 12,70%. Più in dettaglio l’azienda ha precisato che l’aumento<br />

delle dosi è avvenuto con un numero praticamente costante di bambini di età<br />

compresa entro i 24 mesi, mentre sono aumentate le campagne vaccinali a seguito<br />

dei piani regionali sulla prevenzione. Relativamente ai costi per l’attività di<br />

screening, l’incremento tra il 2005 e il 2006 è stato motivato in relazione ai costi<br />

del servizio di laboratorio analisi per l’attivazione dello screening del colon e in<br />

parte ad un minimo aumento delle prestazioni per pap-test. Infine la differenza<br />

registrata tra il 2004 e il 2005 è stata motivata dalla diversa contabilizzazione<br />

prevista dal sistema informatico interno, per cui solo a partire dal 2005 le<br />

prestazioni per screening per pap-test (anatomia patologica) sono state imputate<br />

alla categoria screening, mentre fino al 2004 erano rilavate tra le prestazioni<br />

“specialistiche per esterni”, pertanto i relativi costi erano rilevati in altra voce di<br />

costo.<br />

Da ultimo si è osservato un ritmo di crescita dei costi particolarmente<br />

elevato nell’Azienda n. 18 di Rovigo (+70% sul triennio), l’Azienda ha precisato<br />

che, a seguito di controlli effettuati sui criteri di imputazione utilizzati a livello di<br />

contabilità analitica, sono emerse incongruenze tra l’anno 2004 e gli anni 2005 e<br />

2006.<br />

Le predette incongruenze riguardano l’imputazione dei vaccini e<br />

l’imputazione del personale sanitario e si sono riflesse sul livello di Attività di<br />

prevenzione rivolta alle persone e sul livello dell’assistenza specialistica<br />

ambulatoriale. In particolare l’Azienda ha precisato che relativamente all’anno 2004<br />

non sono stati imputati i vaccini nel livello di prevenzione rivolta alle persone, per<br />

397


un ammontare pari a 524.594, 58 euro. Infatti in contabilità analitica i vaccini erano<br />

erroneamente imputati all’attività territoriale, secondo il criterio dell’utilizzo e non il<br />

secondo criterio delle funzione per cui venivano utilizzati.<br />

Pertanto il valore è stato corretto, imputando per il 2004 i vaccini nel livello<br />

di prevenzione rivolta alle persone passando quindi da 697 mila euro a 1,22 ml di<br />

euro e modificando, di conseguenza, anche la variazione percentuale sul triennio,<br />

dall’aumento del 70% alla flessione del 3%.<br />

In controtendenza, con valori al di sotto del dato regionale si sono osservati<br />

invece per l’Azienda di Treviso, che ha conseguito una flessione pari al -42,8% sul<br />

triennio (-43% nel 2006) .<br />

Nello specifico, l’Azienda ha rettificato i dati precedentemente forniti, in<br />

particolare relativi all’esercizio 2006, chiarendo al riguardo che non sono stati<br />

correttamente imputati parte dei costi diretti inerenti all’attività di screening<br />

mammografico di primo livello, per un importo complessivo pari a 778,585 mila<br />

euro. Ha altresì specificato che si tratta di costi per l’acquisto di servizi sanitari per<br />

un importo pari a 743,681 mila euro, e per l’acquisto di servizi non sanitari per un<br />

importo pari a 34.904 mila euro. Tale rettifica ha pertanto modificato i costi del<br />

2006 da 1,71 ml di euro a 2,49 ml di euro. Le rettifiche apportate di conseguenza si<br />

sono riflesse sulla variazione del triennio che è passata dal –42,8% al 16,8%.<br />

Analoga rilevante flessione sul triennio è stata osservata anche per l’azienda<br />

di Chioggia (pari al -67,8% su base triennale, -48% nel 2006). Anche in tal caso si<br />

è preso atto di quanto chiarito nella nota inviata dall’Azienda è già<br />

precedentemente illustrato, sull’erronea imputazione dei costi del Personale del<br />

Ruolo Sanitario, pertanto per l’attività di prevenzione rivolta alle persone i costi<br />

sono stati rettificati, per gli esercizi 2004 4 2005, passandO rispettivamente da 617<br />

mila euro a 619 mila euro per l’esercizio 2005, e da 996 mila euro a 528 mila euro<br />

per l’esercizio 2005.<br />

Le predette rettifiche si sono conseguentemente riflesse sulle variazioni<br />

registrate su base triennale, che dal -67,8% passa al –39,2%, andando a<br />

modificare anche la variazione complessiva regionale dal 10% all’ 11,6%.<br />

Peraltro considerato che nel 2006 il costo medio regionale delle prestazioni<br />

di specialistica diagnostica preventiva si è attestato su 2,41 ml di euro, dati<br />

superiori si sono riscontrati nelle Aziende di Padova (8,21 ml di euro), Asolo (4,58<br />

ml di euro) e Veneziana (4,35 ml di euro). Mentre costi ben al di sotto del dato<br />

medio regionale si sono registrati nelle Aziende di Adria (302 mila euro), Chioggia<br />

(321 mila euro) e Legnago (734 mila euro).<br />

398


Per completezza di analisi è stata quindi esaminata la tabella 14bis,<br />

concernente l’andamento registrato sul triennio dal costo pro capite delle<br />

prestazioni di specialistica diagnostica preventiva. Anche qui, le risultanze risentono<br />

delle precisazioni espresse dalle Aziende, già evidenziate in sede di analisi dei costi<br />

delle prestazioni di specialistica diagnostica preventiva.<br />

Dalla tabella è stato osservato come, a fronte di un incremento del costo pro<br />

capite dell’8,1% sul triennio, valori particolarmente elevati si sono registrati nelle<br />

Aziende di Bassano (+216,1%), Vicenza (+66,7%), Este (+59,1%) e Rovigo<br />

(+69,1%). Diversamente e sempre in relazione al dato regionale significative<br />

flessioni si sono registrate nelle Aziende di Mirano (-40,9%), Treviso (-44,4% sul<br />

triennio) e Chioggia (-68,3%).<br />

Inoltre, tenuto conto che nel 2006 il costo pro capite medio regionale si è<br />

attestato su 10,2 euro, valori sensibilmente inferiori al dato regionale hanno<br />

mostrato le Aziende di Chioggia (2,4 euro), Treviso (4,3 euro) e S. Donà (4,4 euro).<br />

Per contro, al di sopra del dato medio regionale si sono riscontrati i costi pro capite<br />

delle aziende di Asolo (19 euro), di Verona (18 euro) e di Pieve di Soligo (17,7<br />

euro).<br />

Anche in questo caso, poiché sussistevano perplessità in ordine ai dati forniti<br />

dalle aziende, la Regione ha provveduto a chiarire nei termini di seguito indicati:<br />

“Per quanto attiene alla tabella 14, oltre ai dati desunti dagli stessi modelli<br />

ministeriali LA viene preso in considerazione anche il dato della popolazione<br />

residente nelle Aziende sanitarie, già utilizzato per la ripartizione del fondo<br />

sanitario. Infine, per la tabella 13 i dati utilizzati sono stati richiesti direttamente<br />

alle Aziende Sanitarie e da esse forniti”.<br />

399


6 APPROFONDIMENTO/2: L’ASSISTENZA PRIVATA PREACCREDITATA<br />

6.1 IL PRIVATO PREACCREDITATO<br />

Nel presente paragrafo vengono esaminate le principali norme<br />

sull’autorizzazione e l’accreditamento (delle strutture pubbliche e private) e la<br />

situazione esistente nel <strong>Veneto</strong>, con particolare riferimento alle strutture sanitarie<br />

private operanti in regime di convenzione con il S.S.N. Sono state in particolare<br />

esaminati la tipologia ed i volumi di prestazioni da esse prodotti ed i costi sostenuti<br />

per l’erogazione di prestazioni di assistenza ospedaliera e specialistica<br />

ambulatoriale.<br />

6.2 IL QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO<br />

legislazione statale<br />

Il D. Lgs. 502/92 (“Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma<br />

dell’art. 1 della legge 23 ottobre 1992 n. 421“) ha avviato l’opera di riordino del<br />

Servizio Sanitario Nazionale sancendo, tra l’altro, la piena facoltà per il cittadino di<br />

scegliere tra gli erogatori presenti sul territorio nazionale, pubblici e privati. Tale<br />

offerta deve tuttavia essere regolata da un sistema di accreditamento e di verifica<br />

della qualità che assicuri standard adeguati di servizi e di prestazioni.<br />

L’art. 8, comma 7, così come modificato dal D. Lgs. 7 dicembre 1993, n.<br />

517, prevedeva che “entro il 30 giugno 1994 le Regioni e le Unità sanitarie locali<br />

per quanto di propria competenza adottino i provvedimenti necessari per<br />

l’instaurazione dei nuovi rapporti previsti dal presente decreto fondati sul criterio<br />

dell’accreditamento delle istituzioni, sulla modalità di pagamento a prestazione e<br />

sull’adozione del sistema di verifica e revisione della qualità delle attività svolte e<br />

delle prestazioni erogate”.<br />

L’art. 6, comma 6 della l. 23 dicembre 1994, n. 724, ha altresì previsto che<br />

“a decorrere dalla data di entrata in funzione del sistema di pagamento delle<br />

prestazioni sulla base di tariffe predeterminate dalla regione decadono i rapporti<br />

convenzionali in atto ed entrano in vigore i nuovi rapporti fondati<br />

sull’accreditamento, sulla remunerazione delle prestazioni e sull’adozione del<br />

sistema di verifica di verifica della qualità previsto dall’art. 8, comma 7 del D. Lgs.<br />

30 dicembre 1992, n. 502 (…).<br />

L’art. 8 quater del D.Lgs. 229/99 ha ulteriormente precisato che<br />

“l’accreditamento istituzionale è rilasciato dalla regione alle strutture autorizzate,<br />

400


pubbliche o private ed ai professionisti che ne facciano richiesta, subordinatamente<br />

alla loro rispondenza ai requisiti ulteriori di qualificazione, alla loro funzionalità<br />

rispetto agli indirizzi della programmazione regionale e alla verifica positiva<br />

dell’attività svolta e dei risultati raggiunti. Compete in particolar modo alle Regioni<br />

l’individuazione del fabbisogno di assistenza secondo le funzioni individuate dal<br />

Piano sanitario regionale (…), nonché l’introduzione di sistemi di sorveglianza e di<br />

strumenti e metodologie per la verifica della qualità dei servizi a partire<br />

dall’autorizzazione ad operare già posseduta secondo i requisiti minimi stabiliti<br />

dall’atto di indirizzo e coordinamento alle regioni contenuti nel D.P.R. 14.1.1997. In<br />

esso, ferma restando l’autonomia delle regioni “nel disciplinare la materia delle<br />

autorizzazioni sanitarie” , sono stati individuati “i requisiti strutturali, tecnologici ed<br />

organizzativi minimi richiesti per l’esercizio delle attività sanitarie da parte delle<br />

strutture pubbliche e private (…).”<br />

Purtroppo, nel corso degli anni l’applicazione delle norme in materia di<br />

accreditamento è stata elusa dalla maggior parte delle regioni, con prevedibili<br />

conseguenze sul piano della qualità assistenziale e della tenuta dei conti. E se in<br />

alcune realtà, quali il <strong>Veneto</strong>, al processo di accreditamento istituzionale se n’è<br />

accompagnato un altro, volontario o “d’eccellenza”, a livello nazionale si assiste<br />

infatti ad un crescente ricorso alle prestazioni erogate da strutture private<br />

convenzionate operanti in regime di autorizzazione ma non di accreditamento<br />

istituzionale.<br />

Con la Legge Finanziaria 2007 il legislatore ha tentato di porre termini più<br />

stringenti alla messa a regime del sistema dell’accreditamento:<br />

o dal 1° gennaio 2008 è prevista la decadenza degli accreditamenti concessi in<br />

via transitoria dalle regioni non ancora in possesso di una legge di<br />

riferimento (art. 1, c. 796, lett. s);<br />

o dal 1° gennaio 2010 le regioni garantiranno la cessazione degli<br />

accreditamenti provvisori delle strutture private non confermati dagli<br />

accreditamenti definitivi (lett. t);<br />

o dal 1° gennaio 2008 non potranno più essere concessi nuovi accreditamenti<br />

in assenza di un provvedimento regionale di ricognizione e conseguente<br />

determinazione (lett. u).<br />

legislazione regionale<br />

La Regione <strong>Veneto</strong> ha recepito la normativa statale con legge 16 agosto<br />

2002, n. 22 (“Autorizzazione e accreditamento delle strutture sanitarie, socio-<br />

sanitarie e sociali”), nella quale sono state regolamentate:<br />

401


o l’autorizzazione alla realizzazione e all’esercizio (Titoli II e III);<br />

o l’accreditamento istituzionale e quello volontario o d’eccellenza (Titolo<br />

IV);<br />

o le iniziative regionali ed i progetti finalizzati alla realizzazione dei<br />

precedenti punti.<br />

Per quanto concerne l’autorizzazione alla realizzazione e all’esercizio delle<br />

attività sanitarie sono state introdotte alcune innovazioni rispetto alla normativa<br />

nazionale, tra le quali la distinzione tra le discipline di autorizzazione del settore<br />

socio-sanitario e di quello sociale, l’individuazione del soggetto competente ad<br />

emanare i provvedimenti di autorizzazione alla realizzazione e/o all’esercizio e<br />

l’introduzione del principio secondo cui il presupposto per rilascio delle<br />

autorizzazioni alla realizzazione di determinate strutture sanitarie o socio-sanitarie<br />

deve seguire il criterio della programmazione regionale.<br />

Quanto all’accreditamento istituzionale, la selezione delle strutture sia<br />

pubbliche che private è stabilita dalla regione attraverso il criterio della qualità e<br />

compatibilmente con le esigenze della programmazione regionale. Le condizioni per<br />

l’accreditamento sono: a) il possesso dell’autorizzazione alla realizzazione e<br />

all’esercizio; b) il possesso di ulteriori requisiti tecnici di qualificazione orientati a<br />

promuovere appropriatezza, efficacia ed efficienza nelle attività e nelle prestazioni;<br />

c) la compatibilità con la programmazione sanitaria regionale e con le risorse<br />

finanziarie disponibili.<br />

La legge regionale sancisce altresì l’istituzione di un’apposita struttura<br />

tecnica che valuti l’esistenza dei requisiti richiesti. I valutatori sono chiamati a<br />

svolgere un ruolo soprattutto di promozione del processo di miglioramento della<br />

qualità.<br />

La stessa l.r. 22 indica un altro tipo di accreditamento, volontario o di<br />

eccellenza, inteso come certificazione internazionale dell’applicazione delle migliori<br />

pratiche organizzative e tecniche da parte delle strutture sanitarie, socio-sanitarie e<br />

sociali.<br />

Gli strumenti posti in essere dalla Regione al fine di promuovere la corretta<br />

ed uniforme applicazione della normativa sull’accreditamento nella fase di prima<br />

applicazione (2002-2003) si sono concretati, per un verso nell’istituzione di nuovi<br />

organismi, quali l’Agenzia <strong>Regionale</strong> Socio-Sanitaria (l.r. 29 novembre 2001, n. 32),<br />

il Gruppo di Lavoro in materia di materia di autorizzazione ed accreditamento<br />

(marzo 2002) e l’Organismo Tecnico Consultivo – OTC (DGR 3714 del 20/12/2002).<br />

Inoltre, nella prima metà del 2003, la Regione <strong>Veneto</strong> ha partecipato al<br />

Progetto interregionale “Collaborazione interregionale per lo sviluppo ed il<br />

402


mantenimento di competenze qualificate per le verifiche di accreditamento”<br />

finanziato dal Ministero della Salute.<br />

Ai fini della presente indagine, con lettera istruttoria n. 925/8 del<br />

12/02/2007, questa Sezione ha richiesto alla competente Direzione <strong>Regionale</strong> per i<br />

Servizi Sanitari una relazione sullo stato di attuazione della l.r. n. 22/2002, con<br />

particolare riferimento all’assistenza sanitaria ospedaliera e specialistica<br />

ambulatoriale. La Regione, con nota prot. 331119/50.08.00 del 18/06/2007, ha<br />

fornito la relazione richiesta, corredata da copia dei principali provvedimenti<br />

(D.G.R., circolari, etc.) emanati in applicazione della l.r. 22/01.<br />

Si riporta il testo della relazione:<br />

“Con D.G.R. n. 2501 del 6.8.2004 la Giunta <strong>Regionale</strong> ha dato prima<br />

attuazione alla Legge <strong>Regionale</strong> 22 del 16.8.2002, approvando il relativo “Manuale”<br />

contenente la classificazione delle strutture che erogano prestazioni sanitarie, socio-<br />

sanitarie e sociali, i requisiti generali di autorizzazione e accreditamento, le<br />

procedure per il rilascio dei relativi provvedimenti.”. Per quanto riguarda<br />

l’assistenza ospedaliera e ambulatoriale la DGR 2501 ha approvato i requisiti di<br />

autorizzazione all’esercizio della “quasi totalità delle tipologie di strutture sanitarie<br />

oggetto di classificazione, rinviando a successivi provvedimenti l’individuazione dei<br />

requisiti specifici di autorizzazione e di accreditamento delle restanti strutture<br />

classificate”.<br />

Alla data dell’11 giugno 2007 la situazione dell’autorizzazione all’esercizio<br />

risultava la seguente:<br />

“A decorrere dal 14 settembre 2004 l’esercizio di tutte le nuove strutture<br />

sanitarie è soggetto alla preventiva autorizzazione all’esercizio ai sensi della l.r. n.<br />

22/2002. E’ scaduto, in data 31.12.2005, il termine per l’inoltro, all’autorità<br />

competente (Comune), della richiesta di autorizzazione all’esercizio da parte degli<br />

studi professionali e degli ambulatori (vedi odontoiatri) che, in base alla precedente<br />

normativa, non necessitavano di autorizzazione all’esercizio. La presentazione della<br />

domanda legittima la prosecuzione dell’attività già esercitata. Alla data del 14<br />

settembre 2007 scade il termine per la presentazione, all’autorità competente –<br />

Regione o Comune – della domanda di conferma dell’autorizzazione da parte delle<br />

strutture, di ricovero o ambulatoriali, in possesso dell’autorizzazione ai sensi della<br />

precedente normativa nonché da parte delle strutture pubbliche. La presentazione<br />

della domanda legittima la prosecuzione dell’attività ad oggi esercitata.<br />

Per quanto attiene all’accreditamento istituzionale, la Regione ha<br />

comunicato quanto segue:<br />

“Sono ad oggi in fase di studio ed elaborazione, per il settore ambulatoriale,<br />

le linee di indirizzo per la definizione della programmazione sanitaria regionale e<br />

403


attuativa locale e quindi i parametri e criteri che consentiranno di effettuare la<br />

valutazione della rispondenza del soggetto accreditando alle scelte di<br />

programmazione regionale e attuativa locale di cui alla lettera b) dell’art. 16,<br />

comma 1, della l.r. n. 22/2002. Al fine, comunque, di dare una coerente risposta ai<br />

soggetti già autorizzati in base alla l.r. n. 22/2002 che, nel frattempo, hanno<br />

presentato o presentano domanda di accreditamento istituzionale, la D.G.R. 2489<br />

del 12.9.2006 consente loro di ottenere, su base puramente volontaria,<br />

un’attestazione di Idoneità al Sistema di Qualità <strong>Regionale</strong> che, indipendentemente<br />

dall’accreditamento, li qualifica comunque secondo il modello della qualità regionale<br />

veneta e permette loro di completare il percorso della qualità iniziato con<br />

l’autorizzazione all’esercizio. Tale qualifica non costituisce presupposto per<br />

l’instaurazione, da parte della Regione né delle Aziende Ulss di qualsivoglia rapporto<br />

per l’erogazione delle prestazioni sanitarie con oneri a carico del S.S.R. Per tali<br />

erogatori, una volta definita la programmazione, ne verrà valutata direttamente la<br />

coerenza e, in caso di esito positivo, verrà rilasciato il provvedimento di<br />

accreditamento a prescindere da una nuova verifica della sussistenza dei requisiti di<br />

qualificazione.<br />

Per quanto concerne gli accordi di cui all’art. 17 della l.r. n. 22/2002,<br />

attualmente nella Regione vige ancora l’istituto del pre-accreditamento in base al<br />

quale, ai sensi dell’art. 6, comma 6, della l. 724/1994, erogano prestazioni con<br />

oneri a carico del Servizio sanitario regionale solamente le strutture già<br />

convenzionate ai sensi dei D.P.R. n. 119 e 120/1988.<br />

A supporto, gli Uffici regionali hanno allegato i provvedimenti più significativi<br />

emanati tra il 2004 e il 2006 in applicazione della l.r. 22/01.<br />

6.3 L’ASSISTENZA PRIVATA PREACCREDITATA NEL VENETO<br />

Negli ultimi anni l’offerta privata ha assunto una posizione sempre più<br />

importante nel sistema sanitario nazionale. Con la nozione di “offerta privata”, deve<br />

intendersi sia quella erogata da soggetti privati “puri”, cioè non convenzionati con il<br />

SSN, sia quella in convenzione (accreditata).<br />

Con l’introduzione del concetto di “accreditamento istituzionale” il legislatore<br />

(statale e regionale) ha inteso potenziare le aziende che erogano assistenza<br />

sanitaria, senza alcuna distinzione tra pubbliche e private, attraverso una selezione<br />

quali-quantitativa dei soggetti chiamati a concorrere alla capacità produttiva del<br />

sistema. Sistema, quello sanitario nazionale, contrassegnato da forti squilibri<br />

404


territoriali, uno fra i quali è costituito proprio dalla presenza assai disomogenea<br />

della componente privata nell’ambito delle diverse programmazioni regionali 13 .<br />

Infatti, per quanto concerne assistenza ospedaliera, delle 542 case di cura<br />

private accreditate censite dal Ministero della Salute nel 2004 ben 315 (il 58%)<br />

operano nelle regioni meridionali (Lazio compreso), con punte assai elevate in<br />

Sicilia (61), Campania (71) e Lazio (84). Il <strong>Veneto</strong> conta 15 case di cura private. Si<br />

tratta comunque di un dato parziale, dovuto ad un’anomalia tuttora esistente negli<br />

schemi di rilevazione ministeriali che aggregano i dati delle strutture cosiddette<br />

“equiparate pubbliche” (ma a gestione prettamente privata) a quelle pubbliche<br />

direttamente gestite dalle Ulss, escludendo così dal computo gli Ospedali<br />

classificati, gli IRCCS di diritto privato, gli Istituti privati qualificati presidio dell’Ulss,<br />

etc. che rappresentano invece un segmento molto importante dell’offerta privata 14 .<br />

Anche con riferimento all’assistenza specialistica ambulatoriale, risulta<br />

una maggiore concentrazione di strutture nel Sud e nel Lazio (4.249 su 6.012, il<br />

71% circa), di cui più di un terzo nella sola Sicilia, che vanta anche il più alto<br />

rapporto strutture/abitanti (29,1 ogni 100.000). Il <strong>Veneto</strong>, con 5,6 risulta<br />

abbondantemente sotto la media nazionale (10,4). Più rilevante, ma pur sempre al<br />

di sotto della media italiana, è l’incidenza delle strutture specialistiche ambulatoriali<br />

private rispetto al totale dell’offerta pubblica e privata (55%, contro il 57% medio<br />

nazionale) 15 .<br />

Nel <strong>Veneto</strong>, la presenza di soggetti erogatori privati si inserisce a pieno titolo<br />

nella programmazione sanitaria regionale. Sia il “Piano Socio-Sanitario <strong>Regionale</strong><br />

per il triennio 1996-1998”, tuttora vigente, sia il nuovo strumento programmatorio<br />

attualmente all’esame del <strong>Consiglio</strong> <strong>Regionale</strong> 16 , affidano ai soggetti privati<br />

accreditati un ruolo centrale. In questo senso, il principio dell’accreditamento non<br />

solo prescinde dalla natura giuridica dei soggetti erogatori ma ricopre una<br />

fondamentale importanza in un sistema misto del tipo PPP (Partnership<br />

Pubblico/Privata) e PPV (Partnership Pubblico/Volontariato). Una nuova alleanza tra<br />

13 La definizione “strutture private accreditate” viene normalmente estesa anche ai soggetti privati<br />

convenzionati con il SSN preesistenti alla normativa sull’accreditamento (a partire dal D. lgs. 502/92)<br />

e che continuano ad operare in regime di pre-accreditamento o di accreditamento provvisorio. Del<br />

resto, solo 4 delle realtà regionali (Lombardia, Provincia autonoma di Bolzano, Emilia Romagna e<br />

Toscana) risultano aver concluso l’iter di accreditamento previsto dalla normativa di riferimento.<br />

14 Secondo dati riferiti al 2002 (fonte A.I.O.P.) il 52% della spesa genericamente ascritta al cosiddetto<br />

“privato convenzionato” è costituito in realtà da strutture in convenzione obbligatoria, c.d. “equiparati<br />

pubblici” (istituti a carattere scientifico pubblici e privati, ospedali ecclesiastici classificati, cliniche e<br />

policlinici universitari), il 3% deriva da rimborsi effettuati per altri ricoveri in Italia e all’estero, mentre<br />

il 45% corrisponde alla spesa per assistenza ospedaliera in case di cura private.<br />

15 I dati sono tratti dalla recente pubblicazione curata dal Centro di Ricerche sulla Gestione<br />

dell’Assistenza Sanitaria (CERGAS BOCCONI): ”Osservatorio sulla sanità privata accreditata”, Milano,<br />

2007.<br />

16 Il 9 maggio 2007, il Progetto di legge n. 235 “Piano socio-sanitario regionale per il triennio 2005-<br />

2007” è stato trasmesso alle Commissioni Consiliari 1^ e 5^ per il parere ex art. 24 del regolamento<br />

del <strong>Consiglio</strong> regionale del <strong>Veneto</strong>.<br />

405


pubblico e privato deve essere caratterizzata da una forte attività di pianificazione<br />

che determini regole all’interno delle quali il privato possa muoversi rischiando e<br />

cercando la remunerazione (…) .<br />

Ai fini della presente indagine, questa Sezione ha inviato alle 21 aziende<br />

sanitarie territoriali, per il tramite dei competenti uffici regionali, un questionario<br />

volto ad approfondire il fenomeno degli “acquisti di prestazioni da soggetti privati”,<br />

con particolare riferimento all’assistenza ospedaliera e a quella specialistica<br />

ambulatoriale.<br />

In particolare, venivano richiesti:<br />

1) l’elenco delle strutture sanitarie a gestione privata convenzionate 17 con<br />

l’azienda, suddivise in:<br />

- strutture che erogano prestazioni di ricovero ospedaliero, con<br />

l’indicazione del regime di ricovero (a ciclo continuativo e/o Day Hospital-<br />

Day Surgery) e dell’eventuale presenza di unità di Pronto Soccorso;<br />

- strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica in regime<br />

ambulatoriale (specificando la tipologia di attività convenzionata:<br />

laboratorio, clinica, diagnostico-strumentale e per immagini);<br />

2) i rapporti contrattuali in essere con ciascuno degli erogatori convenzionati,<br />

con particolare riferimento all’esistenza di:<br />

- predeterminazione annuale dei volumi di attività e dei tetti di spesa<br />

(nell’ambito di volumi e tetti stabiliti dalla programmazione regionale);<br />

- strumenti di monitoraggio e di rendicontazione dell’attività svolta;<br />

- meccanismi di abbattimento tariffario applicati in caso di supero dei<br />

volumi di prestazioni e/o tetti di spesa;<br />

3) l’esatta indicazione dei conti (n. codice e denominazione) in cui i relativi<br />

costi sono rilevati, con riferimento sia al Manuale del Piano dei Conti<br />

regionale (CE regionale), sia allo schema CE ministeriale (n. codice e<br />

denominazione).<br />

Tutte le aziende interpellate hanno fornito le notizie richieste.<br />

17<br />

Nell’accezione di strutture erogatrici diverse dalle aziende sanitarie e ospedaliere, comprensive quindi<br />

dei soggetti cosiddetti “equiparati pubblici”.<br />

406


• DATI DI STRUTTURA<br />

Dalle risposte pervenute emerge una situazione piuttosto differenziata a<br />

livello territoriale. Inoltre, l’eterogeneità del materiale pervenuto, non ha consentito<br />

di operare un raffronto omogeneo tra le diverse realtà territoriali, se non per i dati e<br />

le notizie di carattere generale riportate nelle tavole che seguono.<br />

Nella prima, riepilogativa della risposta al quesito n. 1 (“elenco delle<br />

strutture sanitarie a gestione privata convenzionate con l’azienda…”), viene<br />

presentata la distribuzione sul territorio veneto delle strutture private<br />

convenzionate in regime di accreditamento provvisorio. Nelle colonne dedicate<br />

all’assistenza specialistica ambulatoriale, per i motivi di omogeneità su richiamati, si<br />

è scelto di non distinguere tra le macroaree (prestazioni di laboratorio, di<br />

diagnostica strumentale e per immagini e di clinica), atteso che in molti casi, ed in<br />

modo del tutto sperequato sul territorio, il medesimo soggetto eroga prestazioni<br />

afferenti a più macroaree.<br />

Per quanto concerne l’assistenza ospedaliera, l’offerta privata è costituita<br />

da 29 strutture, di cui 12 equiparate pubbliche, 15 case di cura private e 2<br />

sperimentazioni gestionali, presenti in tutte le province (per quella di Belluno si<br />

tratta di un’unica Sperimentazione Gestionale nel territorio dell’Azienda Ulss n. 1),<br />

sia pure in proporzioni diverse. Per quanto riguarda il numero dei soggetti<br />

erogatori, è la provincia di Verona a contare il maggior numero di strutture (7), di<br />

cui 4 nel territorio dell’Azienda Ulss n. 20 di Verona e 3 convenzionate con l’azienda<br />

n. 22 di Bussolengo. In linea di massima sono le aziende facenti capo ai capoluoghi<br />

di provincia ad ospitare il maggior numero di strutture (22 su 29): oltre a Verona, 4<br />

strutture ciascuna afferiscono alle aziende di Treviso, Padova e Veneziana, 3 a<br />

quella di Vicenza. Tre, infine, sono le case di cura private non accreditate che<br />

erogano prestazioni di ricovero al di fuori del regime di convenzione con il SSN.<br />

Relativamente all’assistenza specialistica ambulatoriale nel territorio<br />

veneto risultano attive 248 convenzioni con soggetti privati. Anche in questo caso è<br />

possibile rilevare una distribuzione su base territoriale assai disomogenea. Con<br />

l’eccezione dell’Azienda Ulss n. 2 la cui offerta assistenziale è esclusivamente<br />

pubblica, strutture specialistiche a gestione privata sono presenti in tutte le altre<br />

aziende regionali. A livello provinciale, è la provincia di Padova a contare il maggior<br />

numero di strutture (114, di cui 96 nella sola Azienda Ulss n. 16 di Padova), seguita<br />

da Venezia (44, di cui 21 convenzionate con l’Azienda n. 12 Veneziana), Verona<br />

(36, di cui 27 nel territorio dell’Azienda Ulss n. 20 di Verona), Vicenza (29, di cui 21<br />

convenzionate con l’Azienda n. 6 di Vicenza), Treviso (15, di cui 9 nell’Azienda n. 9<br />

di Treviso), Rovigo (6, di cui 5 nel territorio dell’Azienda Ulss n. 18 di Rovigo) e<br />

Belluno (4, nella sola Azienda Ulss n. 1 di Belluno).<br />

407


Il rapporto tra i dati assoluti testè presentati ed il numero di residenti nel<br />

territorio delle aziende, rende ancor più evidente la sproporzione tra l’offerta privata<br />

dell’Azienda n. 16 di Padova e quella media regionale. Mentre quest’ultima, infatti,<br />

si attesta intorno alle 5,2 strutture ogni 100.000 abitanti, Padova presenta un tasso<br />

del 23,5 x 100.000 18 .<br />

Si deve comunque tener conto che nel dato complessivo sono comprese<br />

tipologie di erogatori assai diverse per dimensioni e fatturato, dalle strutture più<br />

complesse, come i laboratori d’analisi e gli ambulatori delle case di cura, agli studi<br />

medico-specialistici, fino ai singoli soggetti privati (specialisti di branca clinica,<br />

soprattutto).<br />

Tav. 17: Strutture sanitarie a gestione privata convenzionate con il S.S.R.<br />

PROVINCE equiparate<br />

pubbliche<br />

assistenza ospedaliera<br />

case di cura<br />

private<br />

speriment.<br />

gestionali<br />

408<br />

assistenza specialistica<br />

ambulatoriale<br />

strutture<br />

strutture<br />

ogni 100mila<br />

abitanti<br />

Belluno 1 4 1,9<br />

Vicenza 3 29 3,4<br />

Treviso 3 2 1 15 1,8<br />

Veneziana 4 1 44 4,9<br />

Padova 1 3 114 13,7<br />

Rovigo 1 2 6 2,4<br />

Verona 3 4 36 4,1<br />

TOTALE 12 15 2 248 5,2<br />

Con riferimento al secondo quesito, tutte le aziende (con l’eccezione della n.<br />

2 di Feltre) hanno confermato l’esistenza di rapporti contrattuali con gli erogatori<br />

convenzionati operanti nel proprio territorio, descrivendo, in maniera più o meno<br />

dettagliata, le modalità di predeterminazione dei volumi di attività e dei tetti di<br />

spesa, gli strumenti di monitoraggio e di rendicontazione dell’attività svolta ed i<br />

meccanismi di abbattimento tariffario in caso di superamento dei volumi di attività.<br />

Per quanto concerne l’acquisto di prestazioni di ricovero, il rapporto<br />

“contrattuale” con la singola struttura erogatrice privata è disciplinata in via<br />

generale dalla delibera di Giunta che fissa annualmente i criteri e le modalità per la<br />

18 Dei 96 soggetti convenzionati con l’Azienda n. 16 nell’anno 2006, 35 erogano prestazioni di analisi di<br />

laboratorio, radiologici e di riabilitazione, mentre 61 sono catalogate sotto la categoria “altre<br />

prestazioni” si riferiscono ad attività di specialistica clinica erogate da poliambulatori o da singoli<br />

professionisti. Una particolare concentrazione si riscontra nella branca specialistica 35 “Odontoiatria”<br />

(22 soggetti) e “Odontostomatologia” (2 soggetti). Va altresì precisato che nella valutazione del<br />

rapporto strutture per 100.000 residenti si devono considerare, ovviamente, anche la diversa capacità<br />

di “attrazione” di ciascuna realtà aziendale (cd. mobilità attiva).


determinazione dei volumi di attività e i tetti di spesa. Con DGR 69 del 17 gennaio<br />

2006 la Giunta regionale ha sostanzialmente confermato i criteri già oggetto di<br />

disciplina negli anni immediatamente precedenti, assumendo quale base per la<br />

determinazione del sistema di finanziamento, la produzione di ciascun soggetto<br />

erogatore preacrreditato relativa all’esercizio 2004.<br />

Al superamento del tetto di attività prefissato (100% dei ricoveri ordinari e<br />

day-hospital/day-surgery effettuati nel 2004, ad esclusione di alcune tipologie e al<br />

netto della mobilità extra-regionale) è stata stabilita una regressione tariffaria pari<br />

al 25% nel caso di supero del 4%, dell’80% in caso di prestazioni eccedenti il 6% 19 .<br />

Nel contempo, ad ogni soggetto preaccreditato viene riconosciuto un incremento<br />

annuo del 2% sul monte effettivamente liquidato nel 2004, nonché un incremento<br />

medio del 3% delle tariffe DRG in vigore, “motivate dall’aumento del costo dei<br />

fattori produttivi” 20 e “dalla non più adeguata valorizzazione, nella realtà veneta,<br />

dei costi di produzione delle prestazioni in rapporto alla qualità delle stesse”.<br />

Importante, nella DGR 69/06, il richiamo ai Direttori Generali affinché<br />

adottino “un rigoroso controllo dell’attività di ricovero delle strutture private<br />

preaccreditate al fine di garantire il mantenimento del case mix dei ricoveri<br />

ospedalieri ed evitare modifiche sostanziali dello stesso non supportate da valide<br />

ragioni cliniche ed epidemiologiche”. Nel caso si verificassero modifiche<br />

ingiustificate la remunerazione dovrà avvenire “coerentemente al case mix atteso”.<br />

La DGR dà infine mandato a ciascun Direttore Generale ad “adottare i relativi<br />

provvedimenti applicativi (…) e conseguentemente a trasmetterli alla Direzione<br />

<strong>Regionale</strong> per i Servizi Sanitari evidenziando le procedure di calcolo effettuate”.<br />

Per quanto concerne l’acquisto di prestazioni di assistenza specialistica<br />

ambulatoriale, la DGR 70 del 17 gennaio 2006 ricalca, sostanzialmente, i criteri<br />

generali fissati con la delibera di individuazione dei tetti per l’assistenza<br />

ospedaliera:<br />

- assegnazione alle aziende di un limite massimo di finanziamento entro cui far<br />

rientrare sia lo stanziamento per gli erogatori privati preaccreditati, sia quello<br />

per l’assistenza specialistica direttamente gestita dalle aziende sanitarie ed<br />

ospedaliere;<br />

19<br />

La base di calcolo della regressione (25%, 80%) è ottenuta dalla moltiplicazione del valore medio<br />

annuo dei ricoveri per acuti per il numero di prestazioni eccedenti. Per quanto riguarda il 2007 la DGR<br />

2691 del 7 agosto 2006 ha previsto di non dar luogo “al meccanismo della regressione tariffaria (…) in<br />

quanto lo stesso è incompatibile con il rispetto dell’equilibrio di bilancio ed il raggiungimento del tasso<br />

di ospedalizzazione di cui all’Accordo del 23 marzo 2005 , essendo emersi indicatori incongrui con<br />

detto obiettivo”.<br />

20<br />

Tale incremento era già stato previsto dalla DGR 4300/04, ma poi congelato con successivo<br />

provvedimento DGR 62/05.<br />

409


- determinazione del tetto di finanziamento da assegnare al privato<br />

preaccreditato riferito all’importo liquidato nel 2005 (al netto del ticket, di<br />

prestazioni in ambito Pronto Soccorso e della mobilità extraregionale);<br />

- incremento finanziario del 3% da riconoscere a ciascun erogatore privato<br />

preaccreditato rispetto al liquidato 2005 (comprensivo delle prestazioni rese in<br />

mobilità extraregionale);<br />

- incremento del 4% del budget di ciascun erogatore privato preaccreditato,<br />

anche in questo caso da calcolarsi sull’importo liquidato nel 2005, motivato<br />

dall’esigenza di più adeguatamente valorizzare i costi di produzione delle<br />

prestazioni erogate rispetto alla qualità delle stesse;<br />

- soglia minima di 5.000 euro di budget per tutti gli erogatori privati<br />

preaccreditati onde evitare la presenza di operatori “non concretamente e<br />

sufficientemente operativi nell’erogazione dell’assistenza con oneri a carico del<br />

SSR. Nel caso che situazioni di sotto-soglia si ripresentino per tre anni<br />

consecutivi “si valuterà l’opportunità di dichiarare la decadenza degli stessi dal<br />

rapporto di preaccreditamento”;<br />

- conferma del meccanismo di regressione tariffaria in caso di superamento del<br />

budget, consistente in un abbattimento tariffario del 25% in caso di supero del<br />

budget entro il 105% dello stesso, dell’80% per supero del budget oltre il<br />

105%;<br />

- pagamento a 60 giorni dal ricevimento degli addebiti mensili.<br />

La DGR 70/06 ha previsto inoltre che i Direttori Generali delle aziende<br />

possano acquistare da ciascun erogatore privato preaccreditato pacchetti di<br />

prestazioni extra-budget, finalizzate al programma regionale di riduzione delle liste<br />

d’attesa, nonché ulteriori pacchetti di prestazioni in determinati periodi dell’anno. In<br />

entrambi i casi, la DGR prevede che le tariffe applicabili siano inferiori di almeno il<br />

25% rispetto a quelle del Nomenclatore tariffario vigente.<br />

In effetti, dalle risposte pervenute, si evidenzia come tutte le aziende<br />

abbiano provveduto a determinare i tetti di attività delle strutture private facenti<br />

capo al territorio di loro pertinenza, in conformità con il dettato delle DGR 69/06 e<br />

70/06, riportando i meccanismi di calcolo della regressione tariffaria in caso di<br />

supero.<br />

Alcune aziende hanno inoltre allegato, a titolo esemplificativo, le schede<br />

riepilogative del rendicontato 2006, con l’evidenza del fatturato, del budget<br />

previsto, e della regressione tariffaria applicata.<br />

Relativamente al terzo quesito proposto (“esatta indicazione dei conti”),<br />

tutte le aziende hanno indicato l’esatta imputazione, negli schemi di Conto<br />

410


Economico regionale e ministeriali, dei costi per l’acquisto di prestazioni da privati,<br />

sia per prestazioni di ricovero ospedaliero, sia per specialistica ambulatoriale. Va<br />

osservato come per quanto riguarda l’ospedaliera vi è univocità di imputazione tra<br />

CE regionale e ministeriale (cod. CE regionale 09.02.04.0500, “Prestazioni di<br />

ricovero ordinario e diurno”, cod. CE ministeriale B0430, “Assistenza ospedaliera da<br />

privato”), mentre per la specialistica ambulatoriale, a fronte di un’unica codifica<br />

ministeriale (B0280 “Assistenza specialistica da privati”), il CE regionale disaggrega<br />

il costo in due separati conti: “Assistenza specialistica da strutture accreditate”<br />

(cod. 09.02.04.0500, prestazioni branche “clinica”) e “Assistenza specialistica<br />

diagnostica da strutture accreditate” (cod. 09.02.04.0600, prestazioni di laboratorio<br />

e di diagnostica strumentale e per immagini).<br />

Nei paragrafi seguenti i dati contenuti nelle risposte al questionario sono<br />

stati ulteriormente approfonditi ed incrociati con quelli relativi ai volumi di<br />

prestazioni e ai costi sostenuti dalle aziende.<br />

Al fine di valutare l’incidenza del privato preaccreditato, ivi comprese le<br />

strutture che il Ministero della Salute considera “equiparate pubbliche” ma che di<br />

fatto concorrono alla programmazione sanitaria regionale in qualità di soggetti<br />

privati non direttamente gestiti dall’azienda territoriale (Ospedali classificati,<br />

Presidi, IRCCS), è stata richiesta alla Regione la compilazione di un set di tabelle<br />

(da 15 a 26 per la specialistica ambulatoriale, da 27 a 47 per l’ospedaliera)<br />

contenenti anche alcuni indicatori di performance. Nel caso dell’assistenza<br />

ospedaliera i dati non considerano le due sperimentazioni gestionali operanti<br />

nell’ambito delle aziende sanitarie n. 1 di Belluno e n. 9 di Treviso.<br />

• VOLUMI DI PRESTAZIONI PER ASSISTENZA SPECIALISTICA AMBULATORIALE (TABB.<br />

15_22)<br />

Nota metodologica<br />

In premessa, va precisato che i dati trasmessi dalla Regione sono di fonte<br />

aziendale per quanto concerne i volumi di prestazioni e i costi per “acquisti da<br />

privato”, mentre sono desunti dai modelli LA i soli costi per l’attività direttamente<br />

gestita dalle aziende.<br />

Si evidenzia, altresì, che i volumi di prestazioni indicati dalle aziende<br />

sanitarie sono relativi alla sola assistenza erogata a cittadini residenti (esclusa tutta<br />

411


la mobilità attiva), mentre per le aziende ospedaliere il dato si riferisce alle<br />

prestazioni erogate a cittadini veneti (esclusa mobilità attiva extra).<br />

Va infine precisato che i “pesi” utilizzati per il calcolo delle popolazioni medie<br />

sono gli stessi per gli anni 2004 e 2005 e sono stati modificati per l’anno 2006.<br />

Sono stati in particolare analizzati:<br />

1) la dinamica di variazione dei volumi di prestazioni specialistiche<br />

ambulatoriali da privati pre accreditati, sia in termini assoluti (tab. 15),<br />

sia pro capite (tab. 19);<br />

2) la distribuzione interna di tali dinamiche tra le tre macro aree in cui si<br />

suddivide la specialistica ambulatoriale (attività clinica, di laboratorio,<br />

di diagnostica strumentale e per immagini) in termini assoluti (tabb.<br />

16, 17, 18) sia capitari (20, 21, 22)<br />

Stando alle cifre fornite, si evidenzia un forte aumento della produzione dei<br />

soggetti privati preaccreditati convenzionati nelle 20 aziende territoriali regionali<br />

(l’azienda sanitaria n. 2 di Feltre è l’unica nel cui ambito l’offerta è esclusivamente<br />

pubblica).<br />

La tab. 15 propone la cifra complessiva di 12.556.241 prestazioni<br />

specialistiche complessive da privato nel 2004, salite a 14.745.216 nel 2005 e a<br />

16.018.911 nel 2006, con una crescita quindi assai sostenuta, pari al +27,6% su<br />

base triennale, con escursioni molto ampie a livello locale, sia nel raffronto tra<br />

aziende, sia nel trend storico all’interno della singola azienda, dove spesso si<br />

riscontrano andamenti a dir poco altalenanti. Da notare come, nello stesso periodo,<br />

i volumi di prestazioni nel pubblico abbiano subito un incremento di solo l’1,4%.<br />

Ciò ha determinato una crescita del peso della produzione privata rispetto al totale,<br />

passata dal 21% del 2004 al 25,3% del 2006.<br />

La tab. 19 traduce le cifre assolute testé descritte in valori pro capite, allo<br />

scopo di neutralizzare la variabile potenzialmente distorsiva indotta dalla dinamica<br />

demografica, sia nell’ottica del confronto tra territori dimensionalmente diversi, sia<br />

in quella della valutazione del trend storico. I numeri così rielaborati portano ad<br />

leggero ridimensionamento delle percentuali di incremento del privato e ad un<br />

aumento di quelle del pubblico, non tali, comunque, da modificare l’andamento<br />

complessivo.<br />

Ovviamente, tale dinamica opera in misura maggiore o minore a seconda<br />

della macro area assistenziale.<br />

Le tabb. 16, 17, 18 disaggregano il dato di tab. 15; va osservato, in primis,<br />

come il forte aumento dei volumi di attività registrato nel privato preaccreditato si<br />

412


spalmi in modo abbastanza uniforme in tutte e tre le macro aree considerate: tra il<br />

2004 e il 2006, sono aumentate da 5.343.227 a 6.594.707 le prestazioni di<br />

assistenza clinica (+23,4%), da 6.385.347 a 8.349.122 quelle di laboratorio<br />

(+30,8%) e, infine, da 827.667 a 1.075.082 quelle di diagnostica strumentale e per<br />

immagini (+29,9%).<br />

Maggiore disomogeneità si riscontra nei dati del pubblico, laddove si osserva<br />

un diminuzione del numero di prestazioni nella macroarea clinica (-5,6%) ed<br />

incrementi rispettivamente del 3,6% e del 9% nell’attività di laboratorio e nella<br />

diagnostica strumentale e per immagini.<br />

La trasposizione di tali risultanze in termini capitari (tabb. 20, 21, 22) non<br />

comporta particolari variazioni con riferimento all’erogatore privato, mentre ne<br />

presenta nel pubblico, soprattutto nell’attività clinica, dove tra 2004 e 2006 si<br />

riscontra un leggero aumento dei volumi di attività dello 0,4% ed una tendenza ad<br />

una dinamica di crescita più sostenuta anche nelle altre due macroaree.<br />

• COSTI PER L’ACQUISTO DI PRESTAZIONI DI SPECIALISTICA AMBULATORIALE (TABB.<br />

23_26TER)<br />

Sono stati presi in considerazione:<br />

1) La variazione dei costi per acquisto di prestazioni specialistiche<br />

ambulatoriali da privati preaccreditati, sia in senso assoluto, con<br />

evidenziazione dell’incidenza sul totale dei costi (tabb. 23_26), sia in<br />

termini capitari (tabb. 23bis_26bis);<br />

2) Il costo per prestazione specialistica acquistata da privati, sia totale<br />

che per ciascuna delle macroaree in cui si suddivide la specialistica<br />

ambulatoriale: attività clinica, di laboratorio, di diagnostica strumentale<br />

e per immagini (tab. 26ter).<br />

La tab. 23 espone l’andamento dei costi sostenuti dalle aziende per<br />

acquistare prestazioni di specialistica ambulatoriale da soggetti privati nel periodo<br />

2004-2006 I dati di costo sono al netto della compartecipazione del cittadino<br />

(ticket).<br />

Dai dati forniti risulta infatti che nel 2006 le 21 aziende sanitarie territoriali<br />

hanno registrato costi per circa 208,8 mln di euro, con un incremento su base<br />

triennale pari al 15,8%, interamente dovuto al biennio 2004-2005 (15,8%), mentre<br />

nell’ultimo anno risulta una diminuzione dello 0,7%. Nello stesso periodo i costi<br />

complessivi per la specialistica sostenuti dalle aziende (pubblico + privato) sono<br />

413


cresciuti in misura superiore (+32,4%, anche in questo caso soprattutto tra 2004 e<br />

2005). Ciò significa che i costi sostenuti per l’assistenza direttamente erogata dalle<br />

aziende hanno subito un incremento superiore. Ne consegue che, a livello di costi,<br />

l’incidenza della componente privata tende a diminuire rispetto al totale dei costi<br />

per specialistica ambulatoriale (pubblico + privato), passando dal 15,7% del 2004<br />

al 14% del 2006.<br />

Per quanto riguarda le diverse macroaree assistenziali le tabb. 24, 25, 26<br />

mostrano come l’aumento dei costi per prestazioni da privati sia particolarmente<br />

elevato nell’attività di diagnostica strumentale e per immagini (+26,4%) ed in<br />

quella di laboratorio (+19,5%), assai meno nell’attività clinica (+3,7%).<br />

Nelle tabb. 23bis, 24bis, 25bis e 26bis gli stessi dati sono resi in termini<br />

capitari. Nel 2006 il costo pro capite è stato di complessivi 43,1 euro, di cui 17,6<br />

per attività clinica, 6,8 per analisi di laboratorio e 18,7 per diagnostica strumentale<br />

e per immagini. L’andamento rispetto ai due anni precedenti è sostanzialmente<br />

sovrapponibile ai dati di tabb. 23,24,25,26 pur se l’incremento complessivo risulta<br />

leggermente meno pronunciato.<br />

Con la tab. 26ter è possibile incrociare volumi di prestazioni e costi e<br />

calcolare il costo medio per prestazione acquistata da erogatori privati sia<br />

complessivamente, sia nell’ambito delle tre macroaree assistenziali clinica, di<br />

laboratorio e di diagnostica strumentale.<br />

Il costo per prestazione complessivo nel 2006 è stato pari a 13 euro, in<br />

diminuzione rispetto ai 14,3 del 2005 e ai 14,5 del 2004. Disaggregando il dato per<br />

macroarea assistenziale, si osserva come la diminuzione operi soprattutto<br />

nell’attività clinica (da 15,4 euro del 2006 a 13 euro nel 2006, -15,9%) e, con<br />

minore intensità, nell’attività di laboratorio (da 4,3 a 4 euro, -8,6%) e in quella di<br />

diagnostica strumentale (da 86,4 a 84,1 euro, -2,7%).<br />

I dati sopra analizzati dimostrano come il costo unitario per prestazione vari,<br />

in misura sensibile, a seconda della tipologia di attività. I due grafici che seguono<br />

dimostrano l’asimmetria tra composizione dei volumi di attività e costi per la loro<br />

produzione. Asimmetria che vale anche nel pubblico. I dati, percentuali, sono riferiti<br />

al 2006.<br />

414


100<br />

90<br />

80<br />

70<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

0<br />

5 7<br />

70<br />

25<br />

415<br />

52<br />

41<br />

pubblico privato<br />

diagnostica<br />

laboratorio<br />

clinica<br />

Mentre infatti i volumi di prestazioni sono in prevalenza assorbiti dall’attività<br />

di laboratorio (52% nel privato, 70% nel pubblico), da quella clinica (41% e 25%)<br />

e, a grande distanza, dall’attività di diagnostica strumentale e per immagini (7%,<br />

5%), per i costi si osservano dinamiche diverse.<br />

100<br />

90<br />

80<br />

70<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

0<br />

25<br />

23<br />

52<br />

43<br />

16<br />

41<br />

pubblico privato<br />

diagnostica<br />

laboratorio<br />

clinica<br />

Le risorse sono in gran parte assorbite dalla diagnostica strumentale e per<br />

immagini (43% contro il 25% del pubblico) e dall’attività clinica (41%, rispetto al<br />

52% del pubblico). Assai più contenuta è l’incidenza dei costi per attività di<br />

laboratorio (16%, contro il 23% del pubblico).<br />

• LA SITUAZIONE NELLE SINGOLE AZIENDE<br />

Come si è avuto modo di osservare anche in precedenti indagini, il sistema<br />

sanitario veneto è caratterizzato da una marcata frammentazione territoriale e,<br />

conseguentemente, da un’organizzazione dell’offerta assai diversificata. I grafici


seguenti frutto dell’incrocio tra i dati strutturali della tavola 9 e quelli relativi alla<br />

numerosità delle prestazioni (tabb. 19, 20, 21, 22) offrono uno spaccato sulle<br />

differenze, anche vistose, che esistono a livello di azienda, sia per quantità dei<br />

soggetti erogatori, sia per volumi di prestazioni e sia per incidenza della<br />

componente privata rispetto al totale delle prestazioni erogate in ambito territoriale.<br />

Numero di strutture per 100.000 abitanti<br />

25,0<br />

20,0<br />

15,0<br />

10,0<br />

5,0<br />

0,0<br />

Numero di prestazioni per residente<br />

10,0<br />

8,0<br />

6,0<br />

4,0<br />

2,0<br />

0,0<br />

Belluno<br />

Feltre<br />

Bassano<br />

Thiene<br />

Arzignano<br />

Vicenza<br />

Pieve di S.<br />

Asolo<br />

Treviso<br />

S. Donà<br />

Veneziana<br />

Mirano<br />

Belluno<br />

Feltre<br />

Bassano<br />

Thiene<br />

Arzignano<br />

Vicenza<br />

Pieve di S.<br />

Asolo<br />

Treviso<br />

S. Donà<br />

Veneziana<br />

Mirano<br />

Chioggia<br />

Cittadella<br />

Padova<br />

Este<br />

Rovigo<br />

Adria<br />

Verona<br />

Legnago<br />

Bussolengo<br />

media<br />

416<br />

Chioggia<br />

Cittadella<br />

Padova<br />

Este<br />

Rovigo<br />

Adria<br />

Verona<br />

Legnago<br />

Bussolengo<br />

media


Incidenza prestazioni private sul totale pubblico + privato (valori percentuali)<br />

90,0<br />

80,0<br />

70,0<br />

60,0<br />

50,0<br />

40,0<br />

30,0<br />

20,0<br />

10,0<br />

0,0<br />

Belluno<br />

Feltre<br />

Bassano<br />

Thiene<br />

Arzignano<br />

Vicenza<br />

Pieve di S.<br />

Asolo<br />

Treviso<br />

S. Donà<br />

Veneziana<br />

Mirano<br />

Chioggia<br />

Cittadella<br />

Padova<br />

Este<br />

Rovigo<br />

Adria<br />

Verona<br />

Legnago<br />

Bussolengo<br />

media<br />

Relativamente alle situazioni che si collocano al di sopra media regionale, è<br />

possibile osservare come gran parte della produzione privata, dal punto di vista<br />

strutturale, produttivo e di incidenza sui volumi complessivi della specialistica si<br />

concentri nell’ambito territoriale, peraltro assai esteso, dell’azienda sanitaria di<br />

Padova 21 : si tratta di 96 soggetti preaccreditati (sui 114 complessivi a livello<br />

provinciale), che nel 2006 hanno erogato 4.170.441 prestazioni (il 59,4 in più<br />

rispetto al 2004), per una media pro capite di 9,9 (più del triplo della media<br />

regionale), di cui 4,6 per attività clinica, 4,6 di laboratorio, 0,7 di diagnostica<br />

strumentale e per immagini.<br />

Altissima l’incidenza del privato sul totale della prestazioni erogate (pubblico<br />

+ privato), pari all’88% 22<br />

Inferiore alla media in termini di rapporto strutture/residenti (2,4 contro 5,2<br />

regionale), ma assai consistente per quanto riguarda i volumi di prestazioni e<br />

l’incidenza rispetto al totale delle prestazioni, è il caso della provincia di Rovigo.<br />

I 6 soggetti preaccreditati operanti sul territorio hanno prodotto 1.513.660<br />

prestazioni, con un aumento del 40,5% rispetto al 2004, corrispondenti a circa 5,9<br />

prestazioni per residente, di cui 2,7 per attività clinica e di laboratorio e 0,5 per<br />

diagnostica strumentale e di laboratorio. E se molto elevata è la concentrazione di<br />

strutture nell’azienda sanitaria capoluogo (la n. 18 di Rovigo), è nell’Aulss n. 19 di<br />

Adria che si osserva il numero più alto di prestazioni per residente (6,56), quasi il<br />

doppio della media regionale.<br />

21 I comuni interessati sono: Abano Terme, Albignasego, Cadoneghe, Casalserugo, Cervarese Santa<br />

Croce, Limena, Maserà, Mestrino, Montegrotto Terme, Noventa Padovana, Padova, Ponte San Nicolò,<br />

Rovolon, Rubano, Saccolongo, Saonara, Selvazzano Dentro, Teolo, Torreglia, Veggiano.<br />

22 Si deve tuttavia sottolineare che parte dell’offerta pubblica nel territorio dell’azienda sanitaria n. 16 di<br />

Padova, è assorbito da un altro soggetto pubblico, l’Azienda ospedaliera di Padova.<br />

417


Va da sé che l’incidenza della produzione privata rispetto al totale risulta<br />

anch’essa molto elevata e si attesta intorno al 39,8% su base provinciale, al 47,5%<br />

per quanto riguarda l’azienda sanitaria di Adria e al 36,7 per la n. 18 di Rovigo.<br />

Rilevante è la presenza di strutture private anche nella provincia di Venezia,<br />

con 44 soggetti preaccreditati. Nel 2006 essi hanno erogato un volume di<br />

3.308.904 prestazioni (in crescita del 23,6% sul 2004), corrispondenti a 3,9 per<br />

residente, delle quali 1,8 dovute ad attività clinica e di laboratorio, e 0,2 a<br />

diagnostica strumentale e per immagini. A concentrare il maggior numero di<br />

strutture private e conseguentemente di produzione sono l’azienda sanitaria n. 12<br />

Veneziana, nel cui territorio insistono 21 strutture che nel 2006 hanno prodotto<br />

complessivamente 1.749.576 prestazioni (con un aumento del 31,5% rispetto al<br />

2004), per una media pro capite di 5,2, in larga parte dovuta all’attività di<br />

laboratorio (3,2) e la n. 14 di Chioggia, con 10 strutture private che hanno prodotto<br />

complessivamente 696.438 prestazioni (+23,5% sul 2004) pari a 5,2 pro capite, di<br />

cui 2,4 per attività clinica, 2,5 di laboratorio e 0,3 di diagnostica strumentale e per<br />

immagini.<br />

L’incidenza della produzione privata sul totale della specialistica<br />

ambulatoriale è del 27,3% su base provinciale, con punte del 32,6% nell’ambito<br />

dell’azienda sanitaria n. 14 di Chioggia e del 29,2 in quella dell’azienda n. 12<br />

Veneziana.<br />

Nell’ambito territoriale delle tre aziende sanitarie della provincia di Verona<br />

risultano operanti 36 strutture preaccreditate che erogano assistenza specialistica<br />

ambulatoriale. Nel 2006 la produzione si è attestata intorno alle 3.166.791<br />

prestazioni (in aumento del 9,2% rispetto al 2004), pari a circa 3,5 prestazioni per<br />

residente (in linea con la media regionale), di cui 2,3 per attività di laboratorio.<br />

L’incidenza delle prestazioni da privato rispetto al totale, su base provinciale, è pari<br />

al 32,2% su base.<br />

A segnare i valori più elevati sia nel rapporto prestazioni/residente, sia in<br />

quello prestazioni private/prestazioni totali è l’azienda sanitaria n. 22 di<br />

Bussolengo, le cui 7 strutture private preaccreditate erogano una media pro capite<br />

di 4,9 prestazioni, molto più alta rispetto alle altre aziende della provincia (3,5),<br />

prestazioni che rappresentano circa il 36,2% del totale erogato (pubblico +<br />

privato). L’azienda sanitaria n. 20 di Verona (27 soggetti preaccreditati presenti nel<br />

2006), che presenta un rapporto prestazione/residenti in linea con la media<br />

regionale (3,2), espone invece un’elevata incidenza di prestazioni da privato<br />

rispetto al totale complessivo (39,7%, contro il 25,3% regionale).<br />

418


Anche per ciò riguarda i costi sostenuti dalle aziende sanitarie per acquistare<br />

dai soggetti privati convenzionati prestazioni di assistenza specialistica<br />

ambulatoriale, è possibile osservare una marcata variabilità dei dati fra le 20<br />

aziende sanitarie prese in esame.<br />

Le tabelle 23_26, 23bis_26bis e 26_ter e i grafici forniscono informazioni<br />

circa i costi medi sostenuti dalle aziende sia in termini capitari, sia per prestazione.<br />

Tutti i valori sono al netto del ticket.<br />

Costo per residente (in unità di euro)<br />

140,0<br />

120,0<br />

100,0<br />

80,0<br />

60,0<br />

40,0<br />

20,0<br />

0,0<br />

Belluno<br />

Feltre<br />

Bassano<br />

Thiene<br />

Arzignano<br />

Vicenza<br />

Pieve di S.<br />

Asolo<br />

Treviso<br />

S. Donà<br />

Veneziana<br />

Mirano<br />

Incidenza dei costi privato su totale pubblico + privato (valori percentuali)<br />

50,0<br />

45,0<br />

40,0<br />

35,0<br />

30,0<br />

25,0<br />

20,0<br />

15,0<br />

10,0<br />

5,0<br />

0,0<br />

Belluno<br />

Feltre<br />

Bassano<br />

Thiene<br />

Arzignano<br />

Vicenza<br />

Pieve di S.<br />

Asolo<br />

Treviso<br />

S. Donà<br />

Veneziana<br />

Mirano<br />

419<br />

Chioggia<br />

Chioggia<br />

Cittadella<br />

Cittadella<br />

Padova<br />

Padova<br />

Este<br />

Este<br />

Rovigo<br />

Rovigo<br />

Adria<br />

Adria<br />

Verona<br />

Verona<br />

Legnago<br />

Legnago<br />

Bussolengo<br />

Bussolengo<br />

media <strong>Veneto</strong><br />

media <strong>Veneto</strong>


Costo per prestazione (in unità di euro)<br />

45,0<br />

40,0<br />

35,0<br />

30,0<br />

25,0<br />

20,0<br />

15,0<br />

10,0<br />

5,0<br />

0,0<br />

Belluno<br />

Feltre<br />

Bassano<br />

Thiene<br />

Arzignano<br />

Vicenza<br />

Pieve di S.<br />

Asolo<br />

Treviso<br />

S. Donà<br />

Veneziana<br />

Dai dati forniti si può osservare come a fronte di una media regionale nel<br />

2006 pari a 43 euro per residente, l’andamento delle diverse aziende sia molto<br />

diversificato, a seconda della maggiore o minore incidenza della componente<br />

privata nell’offerta di assistenza specialistica ambulatoriale. Così, le tre aziende<br />

sanitarie che presentano la maggiore incidenza di costi da privato, la n. 16 di<br />

Padova (35,7%), la n. 22 di Bussolengo (45%) e la n. 19 di Adria (37,2%),<br />

registrano costi pro capite assai più alti della media.<br />

In particolare l’azienda sanitaria n. 16 di Padova ha registrato costi per<br />

acquisti da privato per circa 54,1 mln di euro (con un aumento complessivo<br />

dell’1,7% su base triennale, dovuto ai forti aumenti nell’attività di laboratorio e<br />

nella diagnostica strumentale e per immagini), corrispondenti a circa 128 euro per<br />

residente; la n. 22 di Bussolengo 31,1 mln (+11,3% rispetto al 2004), pari a 117,5<br />

euro pro capite; la n. 19 di Adria ha speso 7,1 mln (il 68,7% in più rispetto al 2004)<br />

per acquistare prestazioni di specialistica ambulatoriale da privati, corrispondenti a<br />

circa 88 euro per residente.<br />

Valori elevati si riscontrano anche nell’azienda sanitaria n. 6 di Vicenza,<br />

nell’ambito della cui offerta la componente privata pesa per il 23,7% e che nel 2006<br />

ha acquistato prestazioni di specialistica ambulatoriale per circa 20 mln di euro<br />

(+22,9% sul 2004), per un importo pro capite di circa 65 euro.<br />

Valori e gerarchie diverse si osservano provando a mettere in relazione<br />

numero di prestazioni e costi sostenuti dalle aziende per il loro acquisto dai soggetti<br />

preaccreditati. Dal confronto tra le diverse realtà territoriali emerge, innanzitutto,<br />

una situazione meno squilibrata. Considerato un costo medio per prestazione pari a<br />

circa 13 euro nel 2006 (erano 14,3 nel 2005, 14,5 nel 2004) dalla quale<br />

Mirano<br />

420<br />

Chioggia<br />

Cittadella<br />

Padova<br />

Este<br />

Rovigo<br />

Adria<br />

Verona<br />

Legnago<br />

Bussolengo<br />

media <strong>Veneto</strong>


sostanzialmente si distinguono tre aziende che presentano valori almeno doppi: la<br />

n. 8 di Asolo (39,6 euro), la n. 17 di Este (24,8) e la n. 22 di Bussolengo (24). Per<br />

tutte si tratta di valori in crescita rispetto ai due esercizi precedenti.<br />

Da notare che, mentre nell’attività di laboratorio il costo medio per<br />

prestazione (4 euro, in leggera diminuzione rispetto ai 4,2 del 2005 e ai 4,3 del<br />

2004) è sostanzialmente rispettato dalla quasi totalità delle aziende, assai più<br />

marcata è la differenza a livello territoriale nell’attività clinica e nella diagnostica<br />

strumentale e per immagini. Soprattutto in quest’ultima macroarea, a fronte di un<br />

costo medio per prestazione acquistata da privati pari a 84,1 euro (anche in questo<br />

caso in diminuzione rispetto agli 84,4 euro del 2005 e agli 86,4 del 2004) si<br />

osservano valori molto diversificati (dai 30 ai 157 euro) ed alcuni apparentemente<br />

incongrui. E’ il caso dell’azienda sanitaria n. 17 di Este, che nel 2006, stando<br />

almeno ai dati forniti, avrebbe speso 9 mln di euro per l’acquisto di 7.592<br />

prestazioni (1.197,4 euro a prestazione). Cifre analoghe, sia pur leggermente<br />

inferiori, si riscontrano nel 2005 (880,7 euro) e nel 2004 (839,6).<br />

• VOLUMI DI PRESTAZIONI PER ASSISTENZA OSPEDALIERA (TABB. 27_41)<br />

Nota metodologica<br />

Le fonti dei dati di struttura forniti dalla Regione sono la Direzione regionale<br />

per i Servizi Sanitari (tab. 27) e i modelli ministeriali hsp 22 bis E hsp 13, (tabb.<br />

28_30). I posti letto comunicati sono dati dalla media dei posti letto mensili indicati<br />

dalle aziende sanitarie per singola divisione ospedaliera, per ognuno degli anni<br />

oggetto d’analisi (2004, 2005, 2006).<br />

I dati sui volumi di prestazioni indicati nelle tabb. 31_35, 39, 40, 41, 42<br />

sono estratti dall’archivio SDO (Scheda di Dimissione Ospedaliera) della Regione<br />

<strong>Veneto</strong> e si riferiscono ai soli ricoveri effettuati nella Regione <strong>Veneto</strong> per anno<br />

(compresi, dunque, i ricoveri in regime di mobilità attiva) 23 .<br />

Nelle tabb. 37, 38 l’indice di case mix è stato desunto utilizzando il peso<br />

medio nazionale, non è essendo stato adottato un peso regionale per il 2006. Il<br />

criterio di alta complessità è quello definito nel Testo Unico per la mobilità sanitaria.<br />

23 Sono state escluse alcune tipologie di ricovero sicuramente non a carico del SSN e il drg 391 “neonato<br />

sano”. Inoltre, nelle tabb. 41,42 i ricoveri considerati sono esclusivamente quelli per acuti non urgenti.<br />

421


Sono stati in particolare analizzati:<br />

1) i dati di struttura (tabb. 27_30bis);<br />

2) i dati di attività (31_41);<br />

con raffronti tra le aziende su base storica (2004-2006) sia in termini<br />

assoluti che di incidenza privato/totale, anche con l’ausilio di indicatori già utilizzati<br />

in precedenti indagini.<br />

Secondo i dati forniti dalla Regione (tab. 27), nel triennio 2004-2006 erano<br />

27 le strutture di ricovero e cura a gestione privata convenzionate con il SSR, di cui<br />

12 cosiddette “equiparate pubbliche” e 15 case di cura private, presenti nell’ambito<br />

di 10 delle 21 aziende sanitarie del <strong>Veneto</strong> 24 .<br />

Le tabb. 28, 29 presentano la dotazione media annuale di posti letto<br />

assegnata dalla programmazione regionale a tali strutture nel corso del triennio:<br />

3.213 nel 2006, contro i 3.307 del 2005 e i 3.272 del 2004 (-1,8% su base<br />

triennale). 25<br />

Tale diminuzione opera esclusivamente sui posti letto per acuti (-4,8%) ed è<br />

in gran parte riconducibile alla riduzione avvenuta in seno all’azienda sanitaria n. 7<br />

di Pieve di Soligo per la cessazione come “privato” dell’Ospedale classificato “De<br />

Gironcoli” a metà 2006. Da allora la struttura risulta gestita direttamente<br />

dall’azienda.<br />

Sono invece aumentati del 5,4% i posti letto privati nella post-acuzie<br />

(riabilitazione e lungodegenza).<br />

La tab. 30 dimostra come, nell’insieme delle 10 aziende con presenza di<br />

offerta di ricovero a gestione privata, il rapporto pubblico/privato sia rimasto<br />

pressoché invariato per ciò che riguarda l’attività per acuti (86,6%- 13,4% nel 2006<br />

contro 86,7%-13,3% nel 2004), mentre abbia subito una variazione nella post-<br />

acuzie a favore del privato, che nel 2006 pesa per il 37,7% rispetto al 35,6% del<br />

2004.<br />

Complessivamente (acuti + post-acuti) il peso dei posti letto privati è<br />

aumentato, nel corso del triennio, dal 16,3% al 16,6%.<br />

24 Di cui 4 strutture ciascuna nel territorio delle Aulss n. 12 Veneziana, n. 16 di Padova e n. 20 di<br />

Padova; 3 nelle aziende n. 6 di Vicenza, n. 9 di Treviso, n. 22 di Bussolengo, 2 nella n. 7 di Pieve di<br />

Soligo e nella n. 18 di Rovigo, 1 ciascuna nelle aziende n. 10 di San Donà e n. 19 di Adria.<br />

25 Cfr. DGR 3223/02 così come modificata dalla DGR 751/05 che ha rimodulato la dotazione ospedaliera<br />

privata, operando sostituzioni di unità operative ed intervenendo con aggiunte ed eliminazioni di posti<br />

letto che hanno interessato, sia pure marginalmente, 15 delle 27 strutture preaccreditate.<br />

422


La tab. 30bis presenta invece i risultati di uno tra gli indicatori più<br />

impiegati, il cosiddetto “Tasso di utilizzo” (o di occupazione) dei posti letto per acuti<br />

in degenza ordinaria, stabilito dalla L. 662/96 nella misura minima del 75%. E’<br />

possibile osservare come, nel suo insieme, il privato delle 10 aziende oggetto<br />

d’indagine abbia conseguito nel 2006 un valore pari all’82,2%, sostanzialmente<br />

invariato rispetto al 2004 e leggermente inferiore al 2005 (83%), in linea con la<br />

percentuale del pubblico (calcolato sulle 24 aziende pubbliche, ivi compreso<br />

l’Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong>, sorto nel 2006), che si attesta intorno all’81,9%<br />

(81,7% nel 2004, 82% nel 2005).<br />

Il successivo set di tabelle analizza il volume di attività (n. ricoveri, n. giorni<br />

di degenza, indice di degenza media) prodotto dalle strutture ospedaliere private<br />

operanti nel territorio regionale.<br />

In particolare, nelle tabb. 31, 32 sono riportati il numero dei ricoveri nei tre<br />

anni oggetto d’indagine: sono stati 147.296 gli episodi registrati nel 2006, con un<br />

incremento su base triennale del +4,5% (+4,5% nell’acuzie, +4,7% nella post-<br />

acuzie). Da notare come nel medesimo intervallo di tempo, i ricoveri nelle strutture<br />

pubbliche delle 10 aziende interessate sono invece diminuiti del 6,2% (contro il –<br />

5,5% riferito al complesso delle 23 aziende regionali); il calo riguarda<br />

esclusivamente i ricoveri di acuti (-7,4, contro il -5,9% complessivo), mentre sono<br />

fortemente aumentati quelli in post-acuzie (+29,1%, rispetto al +8,2%<br />

complessivo) 26 .<br />

Tale andamento ha fatto sì che, nel corso del triennio, l’incidenza dei ricoveri<br />

in strutture private rispetto al totale ricoveri sia aumentata dal 15,8% del 2004 al<br />

17,2% del 2006: la tab. 33 mostra come a crescere è in particolare il peso dei<br />

ricoveri per acuti, passato dal 14,8% del 2004 al 16,2% del 2006, mentre<br />

l’incidenza del privato nella post-acuzie è leggermente diminuito (dal 37,6% al<br />

36,9%) per effetto del forte aumento avvenuto nel pubblico.<br />

Le tabb. 34, 35 espongono i dati relativi alle giornate di degenza registrate<br />

nel corso del triennio 2004-2006 nelle strutture private della regione. Si osserva<br />

una diminuzione complessiva da 1.096.378 del 2004 a 1.058.888 (-3,4%) che<br />

opera sia nell’acuzie (-3,4%) sia nella post-acuzie (-5,4%). Nel medesimo periodo<br />

nelle 10 aziende in cui è presente offerta privata si è invece assistito ad un<br />

aumento complessivo di giornate di degenza (+2%) dovuto al forte incremento<br />

nella post-acuzie (+38,1%) che ha compensato la diminuzione avvenuta nei<br />

26 Va detto che nel 2006, su 100 episodi di ricovero in strutture pubbliche a gestione diretta delle<br />

aziende, 96,2 hanno riguardato patologie acute mentre il restante 3,8 è costituito da riabilitazioni e<br />

lungodegenza. Nel privato, il rapporto è stato di 89,4 : 10,6.<br />

423


icoveri per acuti (-2,3%). Ciò ha portato ad un leggero decremento del peso<br />

privato rispetto al totale giornate di degenza, che passa dal 17,5% del 2004 al<br />

17,2% del 2006; cala, in particolare, l’incidenza della post-acuzie, dal 40,7% del<br />

2004 al 36,5% del 2006.<br />

Incrociando i dati dei due set di tabelle appena descritti (ricoveri, giornate di<br />

degenza) si ottiene un indice di attività (degenza media, tab. 36bis, 36ter) che<br />

consente di fornire una valutazione sull’efficienza delle strutture private oggetto di<br />

misurazione. Complessivamente (per le singole realtà locali, vedi il paragrafo che<br />

segue), nell’insieme delle strutture di ricovero private preaccreditate presenti nel<br />

<strong>Veneto</strong>, la degenza media per acuti nel 2006 è stata pari a 7,4 giornate per ricovero<br />

in degenza ordinaria, con una leggera flessione rispetto ai 7,7 del 2004. Diminuite<br />

anche le giornate medie nella post-acuzie, sia nella branca della lungodegenza<br />

(23,2 gg. contro i quasi 25 del 2004), sia nella riabilitazione (quasi 24 gg. medi nel<br />

2006, rispetto ai 25,9 del 2004).<br />

Nello stesso arco temporale, la degenza media nel pubblico è lievemente<br />

aumentata sia tra gli acuti (da 7,9 a 8 gg.) sia nella lungodegenza (da 25,2 a 25,9<br />

gg.), mentre è cresciuta molto di più nella lungodegenza (da 19,9 a 22,5).<br />

La tendenza, comunque, anche a livello nazionale, vede le strutture private,<br />

che trattano casi mediamente meno complessi del pubblico, registrare degenze<br />

medie inferiori al pubblico tra gli acuti, mentre nella post-acuzie i valori si<br />

avvicinano e, in taluni casi, risultano superiori.<br />

Nelle tabb. 37, 38 vengono riportati i valori di case mix 27 e di alta<br />

complessità misurati nelle strutture private della regione. E’ interessante notare<br />

come, sia pur di poco, la percentuale di complessità dei ricoveri per acuti sia<br />

superiore a quella del pubblico (media regionale, considerate tutte e 24 le aziende):<br />

nel 2006, 6,7% nel privato, 6,5% nel pubblico.<br />

Un altro indicatore (tabb. 39, 40) è stato utilizzato per misurare il grado di<br />

“appropriatezza” dei ricoveri in una determinata struttura (o insieme di strutture)<br />

ed è dato dal rapporto tra dimessi da reparti chirurgici con drg medici e totale di<br />

dimissioni da reparti chirurgici 28 .<br />

27 Indicatore che, utilizzando il sistema di classificazione per DRG, consente di valutare la complessità<br />

relativa della casistica trattata in reparti od ospedali posti a confronto. Assume valori superiori a 1<br />

quando la complessità della casistica della struttura in esame è maggiore di quella osservata in una<br />

popolazione di degenti assunta come standard, e viceversa.<br />

28 Il concetto di “appropriatezza” è uno dei criteri guida per l’erogazione di prestazioni sanitarie uniformi<br />

in tutto il territorio nazionale, in misura tale da assicurare il rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza.<br />

Il SSN è tenuto ad erogare le sole prestazioni che soddisfino tale principio. Ovviamente, si tratta di un<br />

obiettivo tendenziale, diversamente applicato a livello territoriale e con risultati non sempre<br />

soddisfacenti. L’indicatore utilizzato misura la percentuale di dimessi da reparti chirurgici che non sono<br />

stati sottoposti ad intervento operatorio.<br />

424


Il valore medio veneto del privato risulta in tutti e tre gli anni di riferimento<br />

assai più basso del corrispondente pubblico ed è pari, nel 2006 al 14%, rispetto al<br />

31,3% (32,4% nelle 10 aziende con presenza di privato) con una tendenza che<br />

vede il privato migliorare rispetto ai due anni precedenti, al contrario del pubblico<br />

nell’ambito del quale, a distanza di cinque anni dalla ridefinizione dei LEA e delle<br />

“parole d’ordine” ad essi associati, il tasso di inappropriatezza nei ricoveri risulta<br />

ancora assai elevato e soprattutto non accenna a diminuire.<br />

Anche la tab. 41 consente di valutare, complessivamente, il grado di<br />

appropriatezza dei ricoveri ospedalieri per acuti (che, come si è detto,<br />

rappresentano la quasi totalità, sia nel pubblico che nel privato); il fenomeno<br />

misurato, in questo caso, è il tasso di inappropriatezza dei ricoveri su 43 d.r.g.<br />

cosiddetti “ad alto rischio di inappropriatezza” se trattati in regime di degenza<br />

ordinaria.<br />

Relativamente alle 10 aziende sanitarie nel cui ambito territoriale operano le<br />

strutture private di ricovero, sono stati presi in esame: 1) la percentuale di d.r.g.<br />

con valori superiori alla percentuale/soglia stabilita, per ciascuno, a livello<br />

regionale; 2) la percentuale di prestazioni complessive risultate potenzialmente<br />

inappropriate. Dai dati forniti si può innanzitutto osservare come, a fronte di una<br />

situazione di partenza (2004) che vedeva un maggior tasso di inappropriatezza nel<br />

privato, la tendenza su base storica (2004-2006) mostri un sensibile miglioramento<br />

nel privato, sia in termini di n. di d.r.g. che sforano la percentuale/soglia (dal 63%<br />

al 57,3%), sia per quanto riguarda la percentuale di prestazioni inappropriate su<br />

totale di quelle erogate nell’ambito dei 43 d.r.g. monitorati (dal 47,4% al 31,5%).<br />

Di converso, nelle strutture pubbliche direttamente gestite dalle 10 aziende,<br />

peggiorano entrambi gli indicatori: aumenta la percentuale dei d.r.g. fuori soglia<br />

(dal 34,5% del 2004 al 40,8% del 2006) ed aumenta anche la percentuale di<br />

prestazioni inappropriate sul totale dei 43 d.r.g. (dal 31,6% al 37,7%).<br />

• COSTI PER L’ACQUISTO DELLE PRESTAZIONI DI RICOVERO (TABB. 42_47)<br />

Nel presente paragrafo vengono analizzati i costi sostenuti dalle aziende per<br />

l’acquisto di prestazioni di ricovero ospedaliero dai soggetti privati preaccreditati<br />

presenti nel proprio territorio.<br />

Nella tab. 42 i costi indicati sono desunti dai modelli LA, depurati dai costi di<br />

acquisto di prestazioni.<br />

Dai dati forniti dalla Regione ed esposti nella tab. 42 si evidenziano costi<br />

complessivi per assistenza ospedaliera acquistata da soggetti privati preaccreditati<br />

425


pari 504 mln di euro, con un aumento su base triennale del 13,1%. Nel medesimo<br />

arco temporale i costi dell’ospedaliera pubblica, direttamente gestita dalle 21<br />

aziende sanitarie e dalle 2 aziende ospedaliere, è cresciuta del 6,9% (del +3,8%<br />

nelle 10 aziende nel cui ambito sono presenti strutture di ricovero private. Per<br />

effetto di tali dinamiche cresce l’incidenza complessiva dei costi sostenuti dalle<br />

aziende per acquistare prestazioni di ricovero da privati rispetto al totale dei costi di<br />

ricovero (pubblico + privato). Come dimostrano le tabb. 43, 44 nelle 10 aziende in<br />

cui operano soggetti privati preaccreditati il peso dei costi da privato è salito dal<br />

28,2% del 2004 al 30% del 2006. Tale andamento opera sia nei ricoveri di acuti<br />

(dal 25% al 26,5%, con una punta del 28% nel 2005), sia nella post-acuzie, in cui<br />

ormai più del 60,5% della spesa è costituito da acquisti di prestazioni da privati.<br />

Nelle tabb. 45, 46, 47 i costi da privato sono stati messi in rapporto ai posti<br />

letto (costo per posto letto), agli episodi di ricovero (costo per ricovero), e alle<br />

giornate di degenza (costo per giornata di degenza).<br />

Il primo indicatore (tab. 45) mostra innanzitutto come per le aziende<br />

l’acquisto di un posto letto da privato rappresenti un consumo di risorse<br />

mediamente inferiore a quello realizzato con la produzione diretta all’interno dei<br />

propri ospedali: nel 2006 la gestione di un posto letto privato è costata alle 10<br />

aziende “committenti” circa 157 mila euro, contro i 169 mila assorbiti dalle proprie<br />

strutture pubbliche (172 mila la media di tutte e 23 le aziende pubbliche). Tuttavia,<br />

scomponendo il dato tra le diverse tipologie assistenziali, i dati assumono valenze<br />

diverse.<br />

Nell’acuzie, per esempio, sono i posti letto in degenza ordinaria a costare di<br />

meno (148 mila euro contro i 172 mila del pubblico), mentre nel day hospital/day<br />

surgery un posto letto privato costa più del doppio (551 mila contro 245 mila euro,<br />

dati 2006). Sostanzialmente equivalenti i costi nella post-acuzie.<br />

Anche rispetto al singolo episodio di ricovero (tab. 46) il costo dell’acquisto<br />

da privato si dimostra inferiore a quello direttamente prodotto dall’azienda sanitaria<br />

od ospedaliera pubblica attraverso i proprie ospedali: considerando l’insieme di tutti<br />

i ricoveri (acuti, riabilitazione e lungodegenza) la media nel pubblico è di 4.023 euro<br />

per ricovero, mentre è di 3.426,6 nel privato. I dati del 2005 e del 2004<br />

presentano, grosso modo, la stessa dinamica.<br />

Disaggregando il dato per singola tipologia assistenziale, si rileva come la<br />

tendenza appena illustrata si confermi nell’acuzie (sia per la degenza ordinaria che<br />

per i day hospital/day surgery, per quest’ultimi escluso il 2005) e nella<br />

lungodegenza, non nella riabilitazione dove il costo medio per ricovero nel privato,<br />

stando almeno ai dati forniti, risulta superiore al corrispondente pubblico (7.418,4<br />

426


euro, contro 5.660,2), con un andamento, anche in questo caso, coerente<br />

nell’intero arco del triennio.<br />

Infine, incrociando i dati di costo con le giornate di degenza (tab. 47), si può<br />

anche qui osservare un maggior consumo di risorse nel pubblico (560,1 euro medi<br />

per giornata di degenza nel 2006) rispetto all’acquisto da privato (476,7 euro), con<br />

la sola eccezione della riabilitazione, dove nel 2006 (ma non nei due anni<br />

precedenti) il costo medio di produzione da privato è stato leggermente superiore al<br />

pubblico (339,5 euro per giornata, contro 284,7).<br />

• LA SITUAZIONE NELLE SINGOLE AZIENDE<br />

Come si è detto in precedenza, la situazione nell’ambito delle aziende che<br />

“ospitano” strutture private risulta assai diversificata. Si può così osservare come,<br />

per ciò che riguarda la dotazione di posti letto, a fronte di una situazione di<br />

sostanziale omogeneità in 6 delle 10 aziende (dove il pubblico rappresenta<br />

dall’81,2% all’86,6% del totale), nelle restanti 4 realtà territoriali (Aulss n. 16 di<br />

Padova, n. 19 di Adria, n. 20 di Verona e n. 22 di Bussolengo) l’incidenza dei posti<br />

letto privati sia molto più rilevante. E se per le due aziende sanitarie di Padova e di<br />

Verona la bassa percentuale di posti letto pubblici è compensata dalla presenza sul<br />

territorio dell’offerta delle due Aziende ospedaliere pubbliche, per le aziende n. 19<br />

di Adria e la n. 22 di Bussolengo l’alta incidenza del privato rappresenta una<br />

caratteristica insita nella struttura stessa dell’azienda. Per quanto riguarda Adria, ad<br />

esempio, la Casa di cura “Madonna della Salute” nel 2006 ha avuto mediamente<br />

154 posti letto attivi (di cui 127 per acuti), il 41,5% dell’offerta totale pubblico +<br />

privato (il 39,5% solo nell’acuzie), con un leggero incremento rispetto al 2004<br />

(+0,7%) laddove i posti letto pubblici, nel medesimo arco temporale, sono diminuiti<br />

del –2,7% (-3% nell’acuzie).<br />

Per Bussolengo, invece, il caso è ancora diverso, trattandosi di azienda con<br />

offerta di ricovero gestita prevalentemente da strutture private preaccreditate, sia<br />

nell’acuzie (il 65,4% di posti letto, contro il 34,6% pubblico), come nella post-<br />

acuzie (70,4% contro 29,6%), quest’ultima in ulteriore crescita rispetto agli anni<br />

precedenti. 29<br />

Anche rispetto all’efficienza nella gestione dei posti letto (tasso di utilizzo), le<br />

singole risultanze territoriali sono caratterizzate da una spiccata variabilità: nel<br />

2006 si segnalano, in particolare, i valori molto bassi delle strutture di ricovero<br />

29 Si tratta dell’Ospedale Classificato “Sacro Cuore – Don Calabria” di Negrar, della Casa di cura “Dr<br />

Pederzoli” di Peschiera del Garda e della Casa di cura “Villa Garda” di Garda. I primi due sono dotati<br />

anche di unità di Pronto Soccorso.<br />

427


private operanti nel territorio dell’Aulss n. 10 di San Donà (57,5%, sebbene in<br />

miglioramento rispetto ai due anni precedenti) e in quello della n. 18 di Rovigo<br />

(50%, assai più basso del 73,4% del 2004). Da notare come anche nelle<br />

corrispondenti strutture pubbliche direttamente gestite, il tasso di occupazione,<br />

benché più alto, risulti al di sotto della media regionale.<br />

Al contrario, risultano ben al di sopra della media e comunque migliori di<br />

quelli dei corrispondenti ospedali pubblici, i tassi di occupazione nelle strutture<br />

private delle aziende n. 22 di Bussolengo (90,2% nel 2006, contro l’89,2% del<br />

2004), n. 16 di Padova (90,6, contro l’86,2% del 2004), n. 20 di Verona (87,5% nel<br />

2006, in diminuzione rispetto al 90,3% del 2004), n. 9 di Treviso (85,2%, 83,6%<br />

nel 2004).<br />

Quanto alla “produzione” privata di attività di ricovero, spicca, tra le realtà<br />

locali, soprattutto il dato abnorme dell’azienda sanitaria n. 18 di Rovigo, nel cui<br />

ambito territoriale i ricoveri da privato risultano aumentati complessivamente del<br />

51,1% su base triennale (+55% negli acuti, +31,7% nella post-acuzie). In realtà, si<br />

osserva una forte crescita tra 2004 e 2005 (+56,4%, +65,7% nella sola acuzie) ed<br />

una diminuzione tra 2005 e 2006 (-3,4%, -6,4% nell’acuzie), pur non risultando,<br />

almeno dai dati forniti, una corrispondente variazione dell’offerta nel periodo<br />

considerato. Peraltro, nel medesimo arco temporale, i ricoveri in strutture pubbliche<br />

risultano in calo dell’1,4% (-2,4% nell’acuzie, ma +15,4% nella post-acuzie).<br />

In forte crescita (più del doppio del totale regionale) risultano anche i<br />

ricoveri da privato nell’ambito delle aziende sanitarie n. 16 di Padova (+11,2%,<br />

+8,2% nell’acuzie, +34,4% nella post-acuzie) e n. 22 di Bussolengo (+8,1%, +8%<br />

nell’acuzie, +10,9% nella post-acuzie).<br />

Ciò comporta che, nelle tre aziende esaminate, l’incidenza complessiva<br />

ricoveri da privato/totale ricoveri aumenti tra 2004 e 2006 in misura considerevole:<br />

per Rovigo, dal 16,9% al 23,7% (ricoveri totali), specie nell’acuzie (dal 15,2% al<br />

22,2%); per Padova, dal 47,4% al 54,8% (totale), nelle stesse proporzioni sia<br />

nell’acuzie che nella post-acuzie; Bussolengo, dal 68,5% al 73,1%, anche in questo<br />

caso osservabile in tutte le tipologie assistenziali.<br />

Come si è detto, il numero di giornate di degenza media per acuti<br />

nell’insieme delle strutture private preaccreditate operanti nella Regione è stato<br />

pari, nel 2006, a 7,4 (in ulteriore progressiva diminuzione rispetto agli anni<br />

precedenti). Nel complesso degli ospedali pubblici direttamente gestiti dalle<br />

aziende, il valore sale a 8 giorni di degenza per ricovero, con un peggioramento<br />

rispetto sia al 2004 (7,7), sia al 2005 (7,4).<br />

428


Tra le singole realtà territoriali con presenza di erogatori privati<br />

preaccreditati, si segnala il dato anomalo dell’azienda sanitaria n. 20 di Verona, le<br />

cui strutture convenzionate presentano una degenza media di 13 giorni/ricovero<br />

(valore sostanzialmente stabile sul triennio). Peraltro, nello stesso arco temporale,<br />

risultano più alti della media anche i valori nelle strutture pubbliche direttamente<br />

gestite dall’Aulss n. 20.<br />

Va tuttavia tenuto conto della percentuale di “alta complessità” che<br />

contraddistingue il privato di Verona (cfr. tab. 38) pari, nel 2006, all’8,6% dei casi<br />

trattati, contro una media regionale del privato del 6,7%.<br />

Giornate di degenza superiori alla media si osservano anche nel privato delle<br />

aziende n. 7 di Pieve di Soligo, n. 9 di Treviso (che però ha l’11,1% di casi di “alta<br />

complessità”), n. 10 di San Donà e n. 12 Veneziana.<br />

Nella post-acuzie, a fronte anche in questo caso ad una diminuzione del<br />

numero di giornate/ricovero nel corso del triennio, si segnala il dato in<br />

controtendenza del privato dell’azienda sanitaria n. 9 di Treviso che, sia nella<br />

lungodegenza, sia nella riabilitazione, espone valori, rispettivamente, di 17,2 gg<br />

(contro i 16,8 gg del 2004) e di 18,3 (contro i 14 gg del 2004).<br />

Quanto al confronto tra i diversi gradi di appropriatezza nei ricoveri<br />

ospedalieri raggiunti dagli erogatori privati sul piano territoriale, si possono<br />

osservare due elementi su tutti: il persistere di differenze, anche forti, tra aziende e<br />

il minor tasso di inappropriatezza del privato rispetto al pubblico.<br />

L’indicatore di tab. 40 “Percentuale di dimessi da reparti chirurgici con d.r.g.<br />

medici” presenta una situazione per cui, dato un valore privato regionale del 14,2%<br />

di prestazioni inappropriate, la forbice osservabile va dal 27,4% del privato<br />

dell’azienda sanitaria n. 20 di Padova, al 2,8% della n. 9 di Treviso. Da notare come<br />

nel 2006 le due aziende abbiano trattato grosso modo lo stesso numero di casi<br />

(10.620 Padova, 11.992 Treviso), ma con esiti, in termini di inappropriatezza, del<br />

tutto dissimili. Il medesimo andamento è riscontrabile anche nel 2004 e nel 2005.<br />

E’ interessante notare (tab. 39) come a Treviso, le strutture ospedaliere pubbliche<br />

presentino una performance esattamente contraria, con un tasso di<br />

inappropriatezza che risulta il più alto della Regione (44,8%) e non mostra segnali<br />

di miglioramento nel corso del triennio. Andamento opposto a quanto registrato per<br />

Padova, dove invece la percentuale di prestazioni inappropriate, nel pubblico, è<br />

assai più bassa della media.<br />

Il secondo indicatore sull’appropriatezza, descritto nella tab. 41 e relativo ai<br />

43 d.r.g. “ad alto rischio di inappropriatezza” se gestiti in regime di degenza<br />

ordinaria, presenta andamenti per molti versi in linea quelli osservati nel<br />

429


precedente. Si segnalano, in particolare, le performance del privato operante<br />

nell’ambito dell’azienda sanitaria n. 18 di Rovigo che nel corso del triennio ha<br />

ridotto il numero dei d.r.g. fuori soglia dal 54,3% al 31,4% e quella delle<br />

prestazioni inappropriate dal 36,8% al 4,9%. Percorso esattamente opposto a<br />

quello seguito dalle strutture di ricovero pubbliche che, nel triennio 2004-2006,<br />

hanno visto salire dal 19% al 36,6% la percentuale di d.r.g. fuori soglia e dal<br />

21,6% al 36,1% la percentuale dei ricoveri inappropriati. Di converso, permane una<br />

situazione di pesante inappropriatezza (almeno per i 43 d.r.g. oggetto di<br />

misurazione) nel privato operante nell’azienda sanitaria n. 7 di Pieve di Soligo che<br />

presenta l’87% dei d.r.g. fuori soglia ed il 94,4% dei ricoveri inappropriati. Si tratta<br />

tuttavia di percentuale ricavate da volumi di prestazioni di scarso peso assoluto<br />

(143 ricoveri in tutto, nel 2006) e che comunque non mutano il giudizio<br />

complessivo sull’efficienza complessiva dell’azienda che, nelle sue strutture<br />

ospedaliere pubbliche, vanta indici, rispettivamente, dell’11,9% e del 21,3%,<br />

abbondantemente al di sotto della media regionale.<br />

Circa i costi sostenuti dalle diverse aziende va ribadito che, diversamente<br />

dalla specialistica ambulatoriale, dove l’offerta privata è presente in pressoché tutte<br />

le aziende (ad eccezione di Feltre), le strutture di ricovero e cura preaccreditate<br />

sono ubicate nel territorio di 10 sole aziende 30 (Aulss n. 6, 7, 9, 10, 12, 16, 18, 19,<br />

20, 22). Ovviamente la densità di strutture erogatrici private preaccreditate e<br />

l’incidenza dei relativi costi sui bilanci aziendali variano a seconda della maggiore o<br />

minore estensione territoriale dell’azienda sanitaria e della conformazione storica<br />

dell’offerta aziendale.<br />

Dal punto di vista dimensionale, quindi, l’azienda che affronta i maggiori<br />

costi pro capite per l’acquisto di prestazioni di ricovero da privati è di gran lunga<br />

l’azienda sanitaria n. 22 di Bussolengo con 642 euro nel 2006, rispetto ai 176 euro<br />

medi calcolati nelle 10 aziende: di questi, ben 561 sono assorbiti dall’acuzie, 81 da<br />

riabilitazione e lungodegenza (quasi il doppio dei 343 euro che l’azienda n. 22<br />

spende per erogare direttamente presso i propri ospedali assistenza ospedaliera).<br />

Di converso, sono solo 44 gli euro pro capite di risorse destinate al privato<br />

dall’azienda sanitaria n. 7 di Pieve di Soligo, equamente suddivisi tra acuzie e post-<br />

acuzie (contro i 493 euro consumati per l’ospedaliera direttamente gestita).<br />

A supporto di tali risultanze può essere utile osservare come ed in quale<br />

misura, nelle aziende con presenza di erogatori privati, i costi per tali acquisti<br />

incidano rispetto ai costi sostenuti dal pubblico per erogare direttamente assistenza<br />

30<br />

Nell’ambito della presente indagine, non sono state prese in considerazione le cosiddette<br />

Sperimentazioni gestionali.<br />

430


ospedaliera e se nel corso del triennio 2004-2006 siano intervenute modifiche di<br />

rilievo nella distribuzione di tali costi.<br />

Secondo i dati elaborati nella tab. 43, all’interno di una generale crescita di<br />

“peso” del privato rispetto al pubblico (dal 28,2% al 30% tra 2004 e 2006). In<br />

realtà, a condizionare pesantemente il dato è l’andamento di un’azienda già a<br />

fortissima vocazione “privata” come la n. 22 di Bussolengo che, pur presentando un<br />

lieve calo dei costi per spedalità privata rispetto al 2005, nel corso del triennio ha<br />

visto vieppiù aumentare l’incidenza di tali oneri rispetto al pubblico dal 63,5% del<br />

2004, al 65,2% del 2006, con una dinamica osservabile sia nell’acuzie (da 61,4% a<br />

63,2%), sia nella post-acuzie (da 81,4% a 83%).<br />

Nelle restanti 9 aziende il peso del privato cresce, su base triennale, nella n.<br />

18 di Rovigo (dal 10,9% al 19,9%, soprattutto nell’acuzie), nella n. 9 di Treviso (dal<br />

20,5% al 25,7%), mentre diminuisce sensibilmente nella n. 20 di Verona (dal<br />

33,7% al 27,4% per effetto di un progressivo ridimensionamento nell’acuzie).<br />

Ancor più articolata è la valutazione sui costi dell’assistenza ospedaliera<br />

erogata da privati se si misurano le performance aziendali attraverso l’incrocio con i<br />

dati di attività (posti letto, ricoveri, giornate di degenza), poiché entrano in gioco<br />

altre variabili, quali ad esempio gli indici di case mix e di alta complessità.<br />

Dalla lettura delle tabb. 45, 46, 47, si ricavano situazioni aziendali molto<br />

diversificate. Limitando l’esame ai ricoveri per acuti, si evince come sia il privato<br />

operante nel territorio dell’azienda sanitaria n. 9 di Treviso a presentare i costi<br />

unitari per posto letto tra i più alti nel 2006, sia in degenza ordinaria (164 mila<br />

euro, contro i 148 mila medi del privato), sia in day hospital (766 mila euro, contro<br />

i 551 mila medi). Per quanto riguarda la sola degenza ordinaria, risultano molto alti<br />

i dati nel privato operante nell’ambito dell’azienda sanitaria n. 22 di Bussolengo<br />

(192 mila euro), mentre nella n. 20 di Verona è un posto letto in day hospital<br />

privato a costare molto più della media (1,1 milioni di euro).<br />

Anche con riferimento al costo per episodio di ricovero è il privato<br />

convenzionato con le aziende sanitarie n. 9 di Treviso e n. 20 di Verona a<br />

presentare i valori tra i più alti in degenza ordinaria (rispettivamente 5.025 euro<br />

4.232 euro, contro una media di 3.639 regionali). Molto alto, in degenza diurna, il<br />

costo per ricovero nel privato dell’azienda sanitaria n. 16 di Padova (3.120 euro,<br />

contro una media di 1.907 euro). In tutti i casi esaminati si tratta di strutture con<br />

case mix e indici di alta complessità tra i più elevati: nel 2006 il case mix delle<br />

strutture private di Treviso è tra i più alti a livello regionale (1,10), così come risulta<br />

ben al di sopra della media l’indice di alta complessità (11,1%, contro una media<br />

del 6,7%). Anche il privato convenzionato con l’azienda n. 16 di Padova vanta un<br />

case mix di 1,02 e un indice di alta complessità del 7,4%, così come nell’ambito<br />

431


dell’azienda n. 20 di Verona le strutture private presentano complessivamente un<br />

case mix di 1,01 e un indice di alta complessità dell’8,6%. Sempre nell’acuzie, vicini<br />

alla media sono i valori di costo per ricovero e per giornate di degenza riscontrate<br />

nel privato convenzionato con l’azienda sanitaria n. 22 di Bussolengo, mentre<br />

risultano più alti in rapporto ai posti letto.<br />

Va altresì sottolineato come, oltre alla valutazione su base storica e di<br />

raffronto tra aziende territoriali sulla quantità del costo, si debba tener conto anche<br />

della qualità dello stesso, di quanto cioè delle risorse assorbite nell’acquisto di<br />

prestazioni di ricovero da privati sia da riferirsi ad attività potenzialmente od<br />

effettivamente inappropriate, tali da generare costi impropri per le aziende stesse.<br />

E dunque, ritornando alle tabb. 40, 41, si può facilmente osservare, solo per<br />

presentare gli esempi più eclatanti, come pesi negativamente, nel privato<br />

ospedaliero dell’azienda sanitaria di Bussolengo (che costituisce più di 1/3 delle<br />

dimissioni chirurgiche da privato nel <strong>Veneto</strong>), quel 18,2% di dimissioni con drg<br />

medico, indice di ricovero specialistico assolutamente inappropriato e dunque<br />

generatore di costi inutili.<br />

E, ancora, quanto incida altrettanto sfavorevolmente quel 42,2% di ricoveri<br />

potenzialmente inappropriati poiché effettuati in regime di degenza ordinaria,<br />

rispetto al totale dei ricoveri nei 43 drg monitorati ex D.P.C.M. 29/11/2001.<br />

Di converso, indice di una più attenta valutazione dell’appropriatezza nel<br />

momento del ricovero, sono i valori che presenta il privato operante nel territorio<br />

dell’azienda n. 9 di Treviso, che vanta il 2,8% di dimessi da reparti chirurgici con<br />

drg medici, e il 16,6% di prestazioni potenzialmente inappropriate relativamente ai<br />

43 drg oggetto di monitoraggio ministeriale ed in quello dell’azienda n. 18 di Rovigo<br />

(rispettivamente il 5% ed il 4,9%).<br />

432


7 VALUTAZIONI CONCLUSIVE<br />

Sotto il profilo normativo, anche nel 2006 –anno oggetto della presente<br />

indagine- la Regione <strong>Veneto</strong> ha continuato a deliberare puntualmente sulle varie<br />

problematiche, soprattutto a sviluppo di intese/accordi intervenuti in ambito delle<br />

Conferenza Stato-Regioni, sia in ottica di politica sanitaria che per quanto riguarda<br />

gli aspetti più propriamente gestionali.<br />

Il 2006 si è chiuso con un disavanzo d’esercizio del consolidato regionale<br />

pari a circa 652 mln di euro inferiore del 7,3% ai –704,04 mln del 2005. Si tratta<br />

della somma dei risultati d’esercizio delle 21 aziende sanitarie, delle 2 aziende<br />

ospedaliere e del neo-istituito Istituto Oncologico <strong>Veneto</strong> (IOV), esposti nel rispetto<br />

dei principi contabili.<br />

Tenendo conto delle rettifiche apportate dalla Regione con DGR 2902/07, col<br />

riconoscimento alle aziende di maggiori ricavi per 298,2 mln (somme ex lege<br />

662/96, integrazione statale al finanziamento SSN 2006, somme ex DGR 4441/06)<br />

e di minori costi per 69,8 mln (quote di sterilizzazioni ammortamenti ed oneri per<br />

ferie), il disavanzo definitivo ai fini dell’individuazione della perdita ammessa al<br />

ripiano e del programma di ripartizione tra le aziende delle somme a copertura (cd.<br />

2° risultato d’esercizio) è stato dunque ridimensionato in –284,6 mln, contro i –<br />

242,3 mln del 2005 e i –250,5 mln del 2004. La copertura di tale disavanzo è stata<br />

tuttavia accertata a livello di Tavolo di monitoraggio ministeriale ex Accordo Stato-<br />

Regioni 23 marzo 2005.<br />

A livello territoriale si confermano sostanzialmente gli andamenti già<br />

registrati negli scorsi esercizi, pur in presenza di un’ulteriore diminuzione del<br />

numero di aziende che chiudono l’esercizio in utile o in pareggio: erano 5 nel 2003<br />

(Feltre, Thiene, Pieve di Soligo, Asolo, Treviso), sono soltanto 2 nel 2006 (Thiene e<br />

Pieve di Soligo).<br />

Per quanto concerne l’andamento generale, il 2006 si è contraddistinto per<br />

un deciso rallentamento nella dinamica di crescita dei costi della produzione,<br />

complessivamente +3,1% sul 2005, contro il 9% registrato tra 2004 e 2005 e<br />

dovuto, in larga misura, agli oneri per i rinnovi contrattuali del personale<br />

dipendente e delle convenzioni (effettivamente sostenuti od oggetto di<br />

accantonamento).<br />

Di converso, il valore della produzione ha conseguito un aumento del 4,1%<br />

che, sommato al +8,5% registrato nel biennio precedente, porta la dinamica di<br />

crescita dei ricavi al +13% su base triennale, contro il 12,3% dei costi.<br />

433


Rispetto all’andamento di questi ultimi, oggetto negli ultimi anni di<br />

particolare attenzione da parte di questa Sezione, si deve innanzitutto tener conto<br />

come nell’esercizio 2006 sulla frenata dei costi abbia pesato in misura decisiva la<br />

diminuzione del costo del personale (che rappresenta circa 1/3 del totale, al netto<br />

della mobilità) seguita al picco registrato nel 2005, mentre appaiono meno positive<br />

le risultanze in altre aree di spesa.<br />

E’ il caso degli acquisti di beni, sanitari e non sanitari, che conseguono anche<br />

nel 2006 aumenti percentuali notevoli (+8,1%), bissando l’8,1% registrato tra 2004<br />

e 2005. Pur tenendo conto del fatto che la maggiore costosità osservabile nel<br />

bilancio cosiddetto consolidato, quale somma dei costi delle aziende, potrebbe<br />

essere dovuta, in ipotesi e solo per determinate tipologie di acquisti di beni, ad<br />

operazioni effettuate in regime di centralizzazione (ex DGR. 702/02) o di area vasta<br />

e che dunque al costo complessivo esposto in bilancio debba essere sottratto<br />

l’importo dei rimborsi alle aziende capofila da parte delle aziende partecipanti agli<br />

acquisti stessi, è tuttavia opportuno segnalare l’andamento del conto<br />

economicamente più importante, “prodotti farmaceutici ed emoderivati”, che<br />

registra una crescita del 23% su base triennale (+12,9% tra 2004 e 2005, +8,9%<br />

tra 2005 e 2006).<br />

Aumenti sostenuti si riscontrano anche negli acquisti di servizi sanitari e<br />

socio-sanitari, in particolare in quelli di prestazioni da soggetti privati nell’ambito<br />

dei quali, stando ai dati di bilancio forniti, i maggiori incrementi si sono avuti negli<br />

acquisti di prestazioni di assistenza specialistica (clinica e laboratorio, +20,9% nel<br />

triennio) e soprattutto di assistenza specialistica diagnostica (+34,4%, equamente<br />

distribuito nei due bienni).<br />

Anche nell’ambito della classe degli acquisti di beni non sanitari, che pur<br />

conseguono un forte aumento complessivo (+18,3% su base triennale,<br />

sostanzialmente spalmato sui due bienni), spicca il dato abnorme relativo agli “altri<br />

servizi non sanitari” che crescono del 79,6% nel triennio, del 48,8% solo<br />

nell’ultimo anno. Secondo la Regione, tale risultanza “può derivare un insieme di<br />

fattori, anche concomitanti, quali: l’incremento dei prezzi d’acquisto, l’attivazione di<br />

nuovi servizi, anche a carattere temporaneo, o correlati a specifici finanziamenti<br />

finalizzati, la diversa classificazione delle voci di costo nel conto economico tra un<br />

esercizio e l’altro”.<br />

Con riferimento alle singole aziende, ribadita la notevole diversità di<br />

comportamento a livello locale, emergono alcune linee di tendenza diffuse: come<br />

l’aumento dei costi per acquisti di farmaci, o per acquisti di prestazioni da soggetti<br />

privati preaccreditati, in particolare a favore di anziani, di soggetti con malattia<br />

psichiatrica e di portatori handicap. Crescono, inoltre, in più della metà delle<br />

434


aziende territoriali, i costi per acquisti di prestazioni di specialistica ambulatoriale.<br />

Particolarmente alte le percentuali nelle aziende sanitarie n. 12 Veneziana, n. 14 di<br />

Chioggia, nelle tre aziende territoriali della provincia di Padova, nelle due della<br />

provincia di Rovigo e nelle tre della provincia di Verona.<br />

Il primo tema di approfondimento ha riguardato il Livello 1 dei LEA<br />

Assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro, sia perché la materia<br />

non era mai stata oggetto di specifica analisi sia per l ‘attualità che essa riveste,<br />

specialmente per quanto attiene la prevenzione e la sicurezza negli ambienti di<br />

lavoro ed i correlati aspetti gestionali.<br />

Dall’esame, ancorché non esaustivo, condotto è emerso sostanzialmente<br />

quanto segue.<br />

La Regione, di pari passo con la normativa nazionale, ha adottato i<br />

provvedimenti di competenza nei settori in questione: provvedimenti di carattere<br />

normativo, organizzativo e finanziario. Per quanto riguarda questi ultimi, va<br />

preliminarmente evidenziato che sarebbe auspicabile una quota parte più<br />

consistente di quella destinata attualmente, pari a poco più del 5% delle risorse<br />

dedicate alla sanità, alla luce di costi ed esigenze crescenti. Si tratta, peraltro, di un<br />

aspetto che trova condizionamento nelle decisioni assunte a livello centrale in<br />

ambito Conferenza Stato-Regioni e nelle analoghe necessità degli altri due livelli dei<br />

LEA.<br />

A loro volta, tutte le Aziende ULSS del <strong>Veneto</strong> si sono attrezzate seguendo le<br />

disposizioni regionali.<br />

In termini di costo, tra i Servizi più significativi del Livello 1, nell’ambito dell’<br />

area di Prevenzione collettiva, è risultato che il Servizio di Igiene e sanità pubblica<br />

presenta la maggiore incidenza sul livello pari al 40,7% ed ha raggiunto nel 2006<br />

un costo complessivo di oltre 49 milioni di euro (al netto della quota accentrata<br />

regionale non distribuita in sede di assegnazione alle aziende, pari a 79,08 mln di<br />

euro) con un incremento, su base triennale (2004-2006) del 15%. Seguono: il<br />

Servizio di Sanità pubblica veterinaria, con un’incidenza del 23,6% ed un costo<br />

complessivo nel 2006 di 72,8 milioni di euro (flessione nel triennio di circa il 9%); il<br />

Servizio di Prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro con un’ incidenza dell’<br />

8,8% ed un costo complessivo nel 2006 di 27,8 mln di euro (incremento nel<br />

triennio del 10,7%); il Servizio di Igiene degli alimenti e nutrizione, con<br />

un’incidenza del 5,3% ed un costo complessivo nel 2006 di 16,8 mln di euro<br />

(incremento nel triennio del 7,8%).<br />

Peraltro, a fronte di tali dati, che rappresentano la media regionale, si sono<br />

riscontrate notevoli differenze a livello delle singole aziende che, interessate<br />

435


espressamente, hanno tra l’altro imputato i rilevati scostamenti (per il dettaglio<br />

vedasi la relativa parte del testo) a:<br />

• errori materiali (Azienda ULSS di Chioggia);<br />

• erronea o diversa imputazione dei costi (Aziende ULSS di Arzignano,<br />

Chioggia e Padova).<br />

Analoghe differenze si sono poi evidenziate anche in sede di analisi dei costi<br />

delle prestazioni di specialistica diagnostica preventiva, nell’ ambito del Servizio di<br />

Screening oncologico dell’ area Prevenzione rivolta alle persone. Infatti, il servizio,<br />

con un ‘incidenza pari al 16,1% sul Livello 1, ha registrato nel 2006 un costo<br />

complessivo pari a 50,8 mln di euro (incremento del 10% nel triennio considerato),<br />

mentre a livello di singole aziende sono stati rilevati scostamenti anche di livello<br />

significativo (scostamenti che si sono rilevati anche nel numero delle prestazioni<br />

effettuate). E anche in questo caso le giustificazioni hanno chiamato in causa errori<br />

materiali e di imputazione dei costi (Aziende ULSS di Vicenza, Este, Rovigo, Treviso<br />

e Chioggia).<br />

Le Aziende interessate, contestualmente, hanno provveduto a rettificare –<br />

ove necessario- i dati precedentemente forniti ma poiché non venivano fugate le<br />

perplessità in ordine al sistema di comunicazione dei dati tra aziende e Regione, all’<br />

attendibilità dei dati stessi ed alle eventuali incidenze in termini economico-<br />

finanziari, sono stati chiesti ulteriori chiarimenti alla Regione la quale ha fornito la<br />

risposta riportata integralmente nel testo.<br />

Questa Sezione regionale di controllo prende atto di quanto riferito. Tuttavia<br />

non può tuttavia non rilevare che quanto ora precisato richiama ancora una volta<br />

l’attenzione sul problema dell’attendibilità e della confrontabilità dei dati; problema,<br />

peraltro, già emerso nel passato. Si sottolinea pertanto la necessità che la Regione,<br />

quale collettore dei flussi informativi, prosegua nell’azione di omogeneizzazione<br />

interpretativa dei dati contenuti nei vari modelli, in modo tale da assicurare stabilità<br />

e certezza ai dati di cui trattasi. Il tema ora affrontato, in ogni caso, potrà trovare<br />

ulteriore motivo di approfondimento nei prossimi referti.<br />

In termini più propriamente “operativi” sono stati poi analizzati alcuni tra i<br />

dati più significativi concernenti il Servizio di Prevenzione e sicurezza negli ambienti<br />

di lavoro che, nel triennio in esame hanno evidenziato:<br />

• una diminuzione del 9% del numero degli infortuni che sono passati dagli<br />

oltre 66.000 del 2004 ai circa 60.200 del 2006. Si tratta, peraltro,<br />

relativamente al biennio 2004-2005 di dati provvisori e riguardano solo le<br />

definizioni positive con esclusione dei casi in itinere, degli studenti di scuole<br />

pubbliche e colf mentre comprendono gli studenti di scuole private, i<br />

436


partecipanti ad attività di formazione e gli incidenti stradali in orario di<br />

lavoro. Tra questi, hanno registrato una flessione del 6,8% anche quelli<br />

mortali che sono scesi dai 74 del 2004 ai 69 del 2006;<br />

• una diminuzione del 7% anche delle ispezioni effettuate a cura delle Aziende<br />

(da oltre 7.100 del 2004 a oltre 4.300 nel 2006) e così pure dei sopralluoghi<br />

effettuati (solo per edilizia) che da oltre 5.300 del 2004 sono scesi di circa<br />

mille unità nel 2006 (diminuzione del 18,5%). Per contro, si è registrato, nel<br />

medesimo periodo, un aumento del 2,6% dei verbali redatti. In questa<br />

specifica attività si è particolarmente distinta l’ Azienda ULSS di Feltre che, a<br />

fronte di soli 5 addetti all’ attività specifica, ha effettuato nel 2005 un<br />

numero di ispezioni (351) superiore al dato medio regionale (15 addetti per<br />

340 ispezioni). Al di sotto della media, invece, le Aziende di Mirano e<br />

Chioggia che, con un numero di addetti pari, rispettivamente, a 16 e 10<br />

unità hanno effettuato nello stesso 2005 201 e 98 ispezioni.<br />

La seconda tematica oggetto di approfondimento è stata l’incidenza del<br />

privato preaccreditato sui costi sostenuti dalle aziende sanitarie per l’erogazione di<br />

prestazioni sanitarie, con particolare riferimento alla specialistica ambulatoriale e ai<br />

ricoveri ospedalieri.<br />

Rispetto alla specialistica ambulatoriale, i dati forniti dalla Regione<br />

evidenziano un forte aumento, nel triennio, del numero complessivo delle<br />

prestazioni erogate dai privati (presenti in tutte le realtà territoriali ad eccezione<br />

dell’Aulss n. 2 di Feltre) cui si accompagna un aumento dei costi più sensibile nel<br />

biennio 2004-2005, mentre nel 2006 si rileva una lieve diminuzione (-0,7%). Tale<br />

andamento si rileva in tutte e tre le macroaree di attività (clinica, laboratorio,<br />

diagnostica strumentale e per immagini).<br />

In generale, nell’arco del triennio, si osserva un aumento dell’incidenza dei<br />

volumi di prestazioni da privato rispetto al totale erogato (dal 21,2% del 2004 al<br />

25,3% del 2006) mentre diminuisce il peso dei costi (da 15,7% a 14%), ma<br />

soprattutto per effetto del contestuale, forte aumento registrato dai costi per<br />

prestazioni direttamente erogate dalle aziende presso le proprie strutture.<br />

Un ulteriore elemento di riflessione viene fornito dalla lettura incrociata dei<br />

volumi di prestazione specialistica e dalle notizie di dettaglio trasmesse dalle singole<br />

aziende circa la gestione del “loro” privato preaccreditato. Pur con i limiti dovuti alla<br />

difficoltà di comparare dati forniti con un livello di dettaglio assai differente, sono<br />

emersi due aspetti, inerenti la domanda assistenziale e la composizione dell’offerta<br />

sul territorio, che potranno essere oggetto di ulteriori approfondimenti nei prossimi<br />

anni.<br />

437


Per un verso si osserva l’esistenza di un forte divario nelle prestazioni<br />

complessive/pro capite (dalle 10,7 di Pieve di Soligo alle 17,9 di Veneziana, contro<br />

una media regionale di 13,1 nel 2006; prestazioni erogate solo a residenti), al cui<br />

interno ancor più sperequato si dimostra il rapporto tra produzione pubblica e<br />

privata; infatti, a fronte di una media regionale di 3,3 prestazioni/residente erogate<br />

da privato, si passa dalle 0,8 di Cittadella alle 6,6 di Adria. Caso a parte, la<br />

situazione del privato preaccreditato operante nel territorio dell’azienda sanitaria n.<br />

16 di Padova che nel 2006 presenta un rapporto di 9,9 prestazioni private per<br />

residente, in costante ascesa nell’arco del triennio.<br />

Per altro verso, emerge una non omogenea distribuzione dell’offerta di<br />

specialistica ambulatoriale sul territorio. Limitatamente al privato preaccreditato,<br />

oggetto d’indagine, nel 2006 si contava una media regionale di 5,2 strutture ogni<br />

100 mila residenti. Pur tenendo conto che la nozione di “strutture private”<br />

comprende sia il singolo erogatore professionista che il grande poliambulatorio e<br />

che dunque la maggiore o minore incidenza dell’una o dell’altra tipologia a livello<br />

territoriale rende difficilmente praticabili confronti su base territoriale, non si può<br />

non osservare come il numero e la tipologia delle strutture preaccreditate vari in<br />

misura assai consistente, passando dagli 0,8 soggetti per 100 mila abitanti di Asolo<br />

alle 23,5 di Padova. In alcune aziende (Veneziana, Chioggia, Padova) alla maggiore<br />

densità di strutture private corrisponde una produzione di prestazioni private<br />

superiore alla media regionale. Per Veneziana e Chioggia tale andamento si<br />

inserisce nel contesto più generale di una produzione complessiva (pubblico +<br />

privato) già molto più alta della media, pari, per Veneziana a 17,9 prestazioni pro<br />

capite, per Chioggia di 15,8, contro una media di 13,1.<br />

Diversa la situazione di Vicenza, che pur contando su una media di strutture<br />

private ogni 100 mila residenti piuttosto alta (6,8), registra prestazioni pro capite<br />

ben al di sotto della media regionale ed in un contesto di basso rapporto<br />

prestazioni/residente.<br />

Un caso decisamente anomalo è invece rappresentato dall’azienda sanitaria<br />

n. 16 di Padova che nel 2006 risulta aver acquistato prestazioni specialistiche da 96<br />

soggetti preaccreditati, di cui circa 2/3 operanti nella branca delle visite<br />

specialistiche: si segnala, in tale ambito, la presenza di ben 24 soggetti erogatori di<br />

prestazioni della branca cod. 35 (odontostomatologia), di cui 19 nella sola città di<br />

Padova, per una copertura assistenziale, privata, che non ha paragoni a livello<br />

regionale.<br />

Diversamente da quanto accade nella maggior parte delle regioni italiane,<br />

nel <strong>Veneto</strong> l’offerta privata nel settore dei ricoveri ospedalieri riveste un ruolo<br />

438


complessivamente marginale: nel 2006 le 27 strutture a gestione privata<br />

(comprensive delle cosiddette “equiparate pubbliche” e senza contare le<br />

Sperimentazioni Gestionali) erano allocate nel territorio di 10 delle 21 aziende<br />

sanitarie (Vicenza, Pieve di Soligo, Treviso, San Donà, Veneziana, Padova, Rovigo,<br />

Adria, Verona e Bussolengo), con una dotazione complessiva di 3.213 posti letto<br />

(pari al 16,2% del totale), diversamente distribuiti sia sul piano territoriale sia per<br />

tipologia assistenziale (acuzie, post-acuzie).<br />

Dalle tabelle compilate dalla Regione e dalle notizie fornite dalle aziende<br />

attraverso un questionario appositamente somministrato, si è potuto infatti rilevare,<br />

nel corso del triennio, una crescita del peso del privato nella post-acuzie<br />

(riabilitazione e lungodegenza: 37,7% nel 2006, contro il 35,6% del 2004) ed una<br />

sostanziale invarianza nell’acuzie (13,4% contro 13,3%). Il tasso di utilizzo dei<br />

posti letto per acuti in regime ordinario nell’insieme delle 27 strutture a gestione<br />

privata è stato, nel 2006, leggermente superiore a quello registrato nelle strutture<br />

pubbliche (82,2% contro 81,9%).<br />

Parimenti, è cresciuta, sia in termini assoluti che di incidenza rispetto al<br />

totale, l’attività di ricovero presso strutture private, mentre sono diminuite più che<br />

proporzionalmente le giornate di degenza. Pertanto, l’indicatore che misura il<br />

rapporto tra giornate di degenza e n. di ricoveri registra una diminuzione, in tutte e<br />

tre le tipologie di ricovero (acuti, riabilitazione, lungodegenza).<br />

pubbliche.<br />

Di converso, è aumentato il tasso di degenza media nelle strutture<br />

Sono stati altresì presi in considerazione due indicatori di appropriatezza: “n.<br />

di dimessi da reparti chirurgici con drg medico” e “prestazioni ospedaliere ad alto<br />

rischio di inappropriatezza in regime di degenza ordinaria”, quest’ultimo misurato<br />

su 43 drg campione. Stando ai dati forniti dalla Regione, si è potuto osservare come<br />

i valori medi regionali del privato preaccreditato siano migliori del pubblico<br />

direttamente gestito per quanto riguarda il primo indicatore, in cui si registra una<br />

media di degenze inappropriate del 14% contro il 31,3%, mentre per il secondo,<br />

dove nel 2004 il privato scontava tassi di inappropriatezza molto elevati, si è<br />

riscontrato un netto miglioramento della performance.<br />

Relativamente ai costi sostenuti dalle aziende per l’acquisto di prestazioni<br />

private, nel corso del triennio si è potuta osservare, da una parte, un ritmo di<br />

crescita su base triennale superiore a quello registrato nella produzione diretta da<br />

parte delle strutture pubbliche (+13,1% contro +6,9% calcolato nelle 10 aziende<br />

che “ospitano” offerta privata) e dunque un aumento dell’incidenza costo da<br />

privato/totale costi per ricoveri (pubblico + privato) in tutte le tipologie assistenziali<br />

(acuti: dal 25% al 26,5%; post-acuti: dal 58,9% al 60,5%); dall’altra parte,<br />

439


utilizzando un set di indicatori, si è potuto riscontrare come in rapporto,<br />

rispettivamente, al numero di posti letto, a quello degli episodi di ricovero e, infine,<br />

alle giornate di degenza, il costo medio del privato risulti mediamente inferiore a<br />

quello pubblico, pur con notevoli differenze a seconda della tipologia assistenziale<br />

oggetto di misurazione.<br />

Fra le aziende a più alta incidenza di offerta privata preaccreditata, pur<br />

considerando la consueta, elevata variabilità di dati tra le aziende, è comunque<br />

emersa anche in questa occasione la peculiarità della situazione di Bussolengo che<br />

con i suoi 642 euro pro capite per acquisti di prestazioni di ricovero da privato,<br />

risulta anche nel 2006 ben al di sopra della media regionale (162 euro). L’incidenza<br />

dei costi da privato sul totale della spesa per ricoveri è passata dal 63,5% del 2004<br />

al 65,2% del 2006.<br />

Fra i molteplici aspetti toccati, per i quali si rinvia al testo della relazione, è<br />

emerso come il privato preaccreditato dell’azienda n. 22 di Bussolengo sconti i<br />

valori tra i più alti di inappropriatezza, sia per quanto concerne la percentuale di<br />

dimissioni da reparti chirurgici con drg medici, sia con riferimento ai 43 drg ad alto<br />

rischio di inappropriatezza se trattati in regime di degenza ordinaria. Nel primo<br />

caso, considerando che quasi 1/3 delle dimissioni chirurgiche da privato nel <strong>Veneto</strong><br />

sono prodotte proprio nell’ambito dell’Asl n. 22, quel 18,2% di prestazioni<br />

inappropriate assume un peso particolarmente negativo, indice di ricoveri<br />

specialistici generatori di costi inutili. Ugualmente, incide negativamente, vista la<br />

consistenza dei volumi di prestazioni erogati, il 42,2% di ricoveri potenzialmente<br />

inappropriati, effettuati in regime di degenza ordinaria nei 43 drg monitorati, e<br />

risultati eccedenti la soglia di ammissibilità fissata dalla Regione.<br />

440


APPENDICE<br />

441


442


TAB. 1<br />

Livelli di assistenza (a) 2006<br />

di cui quota<br />

accentrata<br />

regionale<br />

% sul<br />

Livello<br />

% sul<br />

Totale<br />

2005<br />

di cui quota<br />

accentrata<br />

regionale<br />

% sul<br />

Livello<br />

% sul<br />

Totale<br />

2004<br />

di cui quota<br />

accentrata<br />

regionale<br />

Igiene e sanità pubblica (10100) 128.157 79.077 40,7% 1,5% 115.739 66.688 37,6% 1,4% 99.535 57.312 35,2% 1,3%<br />

Igiene degli alimenti e della nutrizione<br />

(10200)<br />

Prevenzione e sicurezza degli ambienti di<br />

lavoro (10300)<br />

% sul<br />

Livello<br />

% sul<br />

Totale<br />

16.830 0 5,3% 0,2% 17.114 0 5,6% 0,2% 15.608 0 5,5% 0,2%<br />

27.812 0 8,8% 0,3% 28.635 0 9,3% 0,4% 25.132 0 8,9% 0,3%<br />

Sanità pubblica veterinaria (10400) 74.287 1.506 23,6% 0,9% 78.204 1.509 25,4% 1,0% 81.465 1.606 28,8% 1,1%<br />

Attività di prevenzione rivolte alle persone<br />

(10500)<br />

50.752 0 16,1% 0,6% 50.812 0 16,5% 0,6% 46.130 0 16,3% 0,6%<br />

Servizio medico legale (10600) 17.323 0 5,5% 0,2% 17.277 0 5,6% 0,2% 15.176 0 5,4% 0,2%<br />

Totale Livello 1 (cod. 19999) 315.161 80.583 100,0% 3,8% 307.781 68.197 100,0% 3,8% 283.046 58.918 100,0% 3,8%<br />

SPESA PRO CAPITE**<br />

Guardia medica (20100) 33.858 0 0,8% 0,4% 31.404 0 0,8% 0,4% 25.135 0 0,7% 0,3%<br />

Medicina generica (20201) 344.995 0 8,4% 4,1% 344.215 0 8,9% 4,3% 304.115 0 8,8% 4,1%<br />

Pediatria di libera scelta (20202) 85.121 0 2,1% 1,0% 81.559 0 2,1% 1,0% 72.046 0 2,1% 1,0%<br />

Emergenza sanitaria territoriale (20300) 83.572 0 2,0% 1,0% 76.990 0 2,0% 1,0% 65.865 0 1,9% 0,9%<br />

Assistenza farmaceutica erogata tramite le<br />

farmacie convenzionate (20401)<br />

Altre forme di assistenza farmaceutica<br />

(20402)<br />

828.900 0 20,2% 10,0% 794.744 0 20,6% 9,9% 784.776 0 22,6% 10,6%<br />

147.762 0 3,6% 1,8% 131.853 0 3,4% 1,6% 142.094 0 4,1% 1,9%<br />

Assistenza Integrativa (20500) 49.878 0 1,2% 0,6% 42.147 0 1,1% 0,5% 38.022 0 1,1% 0,5%<br />

Assistenza specialistica - attività clinica<br />

(20601)<br />

Assistenza specialistica - attività di<br />

laboratorio (20602)<br />

Assistenza specialistica - attività di<br />

diagnostica<br />

strumentale e per immagini (20603)<br />

659.602 0 16,1% 7,9% 616.237 0 16,0% 7,7% 516.810 0 14,9% 7,0%<br />

272.257 0 6,6% 3,3% 249.006 0 6,5% 3,1% 196.374 0 5,7% 2,7%<br />

346.380 0 8,4% 4,2% 324.538 0 8,4% 4,0% 242.846 0 7,0% 3,3%<br />

Assistenza protesica (20700) 69.649 0 1,7% 0,8% 64.274 0 1,7% 0,8% 53.545 0 1,5% 0,7%<br />

Assistenza territoriale ambulatoriale e<br />

domiciliare (20800)<br />

Assistenza territoriale semiresidenziale<br />

(20900)<br />

404.296 57.880 9,8% 4,9% 369.203 31.588 9,6% 4,6% 339.602 45.878 9,8% 4,6%<br />

149.120 0 3,6% 1,8% 141.393 0 3,7% 1,8% 113.459 0 3,3% 1,5%<br />

Assistenza territoriale residenziale (21000) 610.203 8.471 14,9% 7,3% 565.382 5.503 14,7% 7,0% 549.904 4.865 15,9% 7,4%<br />

Assistenza Idrotermale (21100) 22.937 15 0,6% 0,3% 22.939 3 0,6% 0,3% 23.423 0 0,7% 0,3%<br />

Totale Livello 2 (cod. 29999) 4.108.530 66.366 100,0% 49,3% 3.855.884 37.094 100,0% 48,0% 3.468.016 50.743 100,0% 46,9%<br />

SPESA PRO CAPITE**<br />

CLASSIFICAZIONE DELLA SPESA PER LIVELLI DI ASSISTENZA* (in migliaia di euro)<br />

Pronto soccorso (30100) 213.617 0 5,5% 2,6% 209.065 0 5,4% 2,6% 206.018 0 5,7% 2,8%<br />

Assistenza ospedaliera per acuti (30200) 3.210.675 9.203 82,2% 38,6% 3.187.860 10.326 82,5% 39,7% 3.034.990 12.535 83,4% 41,1%<br />

Interventi ospedalieri a domicilio (30300) 2.623 0 0,1% 0,0% 5.700 0 0,1% 0,1% 4.843 0 0,1% 0,1%<br />

Ass. ospedaliera per lungodegenti (30400) 75.057 0 1,9% 0,9% 72.226 0 1,9% 0,9% 70.167 0 1,9% 0,9%<br />

Ass. ospedaliera per riabilitazione (30500)<br />

Emocomponenti , Servizi trasfusionali e<br />

208.078 0 5,3% 2,5% 196.239 0 5,1% 2,4% 161.596 0 4,4% 2,2%<br />

Trapianti di organi e tessuti<br />

(30600,30700)<br />

194.457 9.500 5,0% 2,3% 194.356 7.555 5,0% 2,4% 161.278 9.582 4,4% 2,2%<br />

Totale Livello 3 (cod. 39999) 3.904.507 18.703 100,0% 46,9% 3.865.446 17.881 100,0% 48,1% 3.638.892 22.117 100,0% 49,2%<br />

SPESA PRO CAPITE**<br />

820,6 818,7 778,6<br />

TOTALE COMPLESSIVO 8.328.198 100,0% 8.029.111 100,0% 7.389.954<br />

100,0%<br />

SPESA PRO CAPITE**<br />

1.750,3<br />

1.700,6<br />

1.581,3<br />

FONTE: mod. LA ex D.M. Salute 18 giugno 2004<br />

* al netto della mobilità passiva intra-regionale e al lordo dei costi della "accentrata regionale"<br />

** in unità di euro su popolazione media<br />

Livello 1 - Assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro<br />

66,2 65,2<br />

Livello 2 - Assistenza distrettuale<br />

60,6<br />

863,5 816,7<br />

Livello 3- Assistenza ospedaliera<br />

742,1


TAB. 2<br />

CLASSIFICAZIONE DELLA SPESA PER AREE DI PARTICOLARE INTERESSE (allegati L.A. n. 2, 3 e 6) (a)<br />

(in migliaia di euro)<br />

- Assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di<br />

lavoro Attiva (cod. A2101)<br />

- Assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di<br />

lavoro Passiva (cod. A2102)<br />

- Assistenza distrettuale Attiva<br />

(A2201,A2203,A2205,A2207,A2209,A2211,A2213,A2215<br />

,A2217)<br />

- Assistenza distrettuale Passiva<br />

(A2202,A2204,A2206,A2208,A2210,A2212,A2214,A2216<br />

,A2218)<br />

2006 2005 2004<br />

0 0 0<br />

0 0 0<br />

311.802 292.229 286.414<br />

311.802 292.229 286.414<br />

- Assistenza ospedaliera Attiva (A2301) 856.127 857.038 759.914<br />

- Assistenza ospedaliera Passiva (A2302) 856.127 857.038 759.914<br />

SALDO Mobilità intra per assistenza collettiva 0 0 0<br />

SALDO Mobilità intra totale 0 0 0<br />

- Assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di<br />

lavoro Attiva (cod. A3101)<br />

- Assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di<br />

lavoro Passiva (cod. A3102)<br />

- Assistenza distrettuale Attiva<br />

(A3201,A3203,A3205,A3207,A3209,A3211,A3213,A3215<br />

,A3217)<br />

- Assistenza distrettuale Passiva<br />

(A3202,A3204,A3206,A3208,A3210,A3212,A3214,A3216<br />

,A3218)<br />

0 0 0<br />

0 0 0<br />

58.796 57.588 45.878<br />

34.565 34.701 27.206<br />

- Assistenza ospedaliera Attiva (A3301) 235.551 239.906 227.826<br />

- Assistenza ospedaliera Passiva (A3302) 143.714 148.485 124.311<br />

SALDO Mobilità interregionale per assistenza<br />

collettiva<br />

0 0 0<br />

SALDO Mobilità interregionale totale 116.068 114.308 122.187<br />

FONTE: mod. LA ex D.M. Salute 18 giugno 2004<br />

Allegato 2 - MOBILITA' INTRAREGIONALE<br />

Allegato 3 - MOBILITA' INTERREGIONALE


TAB. 3_2006<br />

AZIENDE SANITARIE<br />

Totale<br />

residenti<br />

COMPOSIZIONE DELLA POPOLAZIONE ASSISTIBILE*<br />

ANNO 2006<br />

0-14<br />

di cui di età<br />

≤24 mesi<br />

classi d'età<br />

Incidenza sul totale residenti<br />

15/64 >64 0-14 15/64 >64<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 129.075 16.081 3.183 84.373 28.622 12,5% 65,4% 22,2%<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 83.078 10.259 2.032 54.167 18.652 12,3% 65,2% 22,5%<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 174.208 26.882 5.550 116.503 30.823 15,4% 66,9% 17,7%<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 182.887 27.409 5.778 121.844 33.635 15,0% 66,6% 18,4%<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 175.984 26.920 5.678 119.101 29.964 15,3% 67,7% 17,0%<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 308.648 45.369 9.752 207.764 55.516 14,7% 67,3% 18,0%<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 214.290 29.453 6.249 142.272 42.565 13,7% 66,4% 19,9%<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 241.067 37.556 8.054 163.560 39.951 15,6% 67,8% 16,6%<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 398.719 57.171 12.741 269.648 71.900 14,3% 67,6% 18,0%<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 207.796 27.432 5.778 139.998 40.366 13,2% 67,4% 19,4%<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 303.197 34.371 7.263 194.445 74.382 11,3% 64,1% 24,5%<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 254.054 34.002 7.205 175.166 44.887 13,4% 68,9% 17,7%<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 133.127 17.108 3.363 91.554 24.466 12,9% 68,8% 18,4%<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 239.460 37.323 7.646 162.748 39.390 15,6% 68,0% 16,4%<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 408.825 52.002 11.094 274.568 82.256 12,7% 67,2% 20,1%<br />

Az. Ulss n. 17 Este 181.968 23.620 4.720 121.153 37.196 13,0% 66,6% 20,4%<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 172.577 19.028 3.814 114.691 38.859 11,0% 66,5% 22,5%<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 74.793 8.137 1.530 49.901 16.756 10,9% 66,7% 22,4%<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 456.032 49.847 13.220 314.494 91.691 10,9% 69,0% 20,1%<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 148.218 19.383 4.061 98.941 29.894 13,1% 66,8% 20,2%<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 270.165 41.175 8.586 183.186 45.804 15,2% 67,8% 17,0%<br />

TOTALE REGIONALE 4.758.164 640.523 137.292 3.200.073 917.569 13,5% 67,3% 19,3%<br />

FONTE: dati forniti dalle ULSS secondo schema per il riparto e suddivisi mediante l'uso dei dati ISTAT in qualità di parametro<br />

* popolazione media


TAB. 3_2005<br />

AZIENDE SANITARIE<br />

Totale<br />

residenti<br />

COMPOSIZIONE DELLA POPOLAZIONE ASSISTIBILE*<br />

ANNO 2005<br />

0-14<br />

di cui in età<br />

≤24 mesi<br />

classi d'età<br />

Incidenza sul totale residenti<br />

15/64 >64 0-14 15/64 >64<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 129.227 16.195 3.214 84.801 28.231 12,5% 65,6% 21,8%<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 82.629 10.266 2.044 53.916 18.447 12,4% 65,3% 22,3%<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 172.752 26.804 5.530 115.997 29.952 15,5% 67,1% 17,3%<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 181.940 27.339 5.732 121.740 32.862 15,0% 66,9% 18,1%<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 174.653 26.803 5.631 118.615 29.236 15,3% 67,9% 16,7%<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 306.303 45.133 9.664 207.032 54.138 14,7% 67,6% 17,7%<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 213.051 29.166 6.182 141.580 42.306 13,7% 66,5% 19,9%<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 238.225 37.131 7.901 162.057 39.038 15,6% 68,0% 16,4%<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 393.754 55.025 12.144 267.028 71.702 14,0% 67,8% 18,2%<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 206.021 27.113 5.703 139.534 39.375 13,2% 67,7% 19,1%<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 303.606 34.473 7.251 195.894 73.240 11,4% 64,5% 24,1%<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 251.246 33.644 7.095 174.241 43.362 13,4% 69,4% 17,3%<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 132.682 17.085 3.313 91.559 24.038 12,9% 69,0% 18,1%<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 236.001 36.931 7.538 160.802 38.269 15,6% 68,1% 16,2%<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 405.440 51.683 10.930 273.870 79.888 12,7% 67,5% 19,7%<br />

Az. Ulss n. 17 Este 181.274 23.542 4.629 121.250 36.483 13,0% 66,9% 20,1%<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 172.230 18.943 3.748 114.674 38.614 11,0% 66,6% 22,4%<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 74.940 8.257 1.546 50.125 16.558 11,0% 66,9% 22,1%<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 453.054 62.552 12.984 300.022 90.480 13,8% 66,2% 20,0%<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 146.941 19.118 3.958 98.363 29.461 13,0% 66,9% 20,0%<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 265.430 40.562 8.434 180.376 44.492 15,3% 68,0% 16,8%<br />

TOTALE REGIONALE 4.721.396 647.759 135.164 3.173.471 900.166 13,7% 67,2% 19,1%<br />

FONTE: dati forniti dalle ULSS secondo schema per il riparto e suddivisi mediante l'uso dei dati ISTAT in qualità di parametro<br />

* popolazione media


TAB. 3_2004<br />

AZIENDE SANITARIE<br />

Totale<br />

residenti<br />

COMPOSIZIONE DELLA POPOLAZIONE ASSISTIBILE*<br />

ANNO 2004<br />

0-14<br />

di cui in età<br />

≤24 mesi<br />

classi d'età<br />

Incidenza sul totale residenti<br />

15/64 >64 0-14 15/64 >64<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 129.319 16.198 3.167 85.357 27.765 12,5% 66,0% 21,5%<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 82.255 10.354 2.066 53.767 18.134 12,6% 65,4% 22,0%<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 170.721 26.486 5.421 115.072 29.163 15,5% 67,4% 17,1%<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 180.455 27.104 5.646 121.412 31.939 15,0% 67,3% 17,7%<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 172.393 26.455 5.543 117.519 28.419 15,3% 68,2% 16,5%<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 302.714 44.541 9.383 205.445 52.728 14,7% 67,9% 17,4%<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 210.908 28.636 6.036 140.798 41.474 13,6% 66,8% 19,7%<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 234.832 36.523 7.676 160.381 37.929 15,6% 68,3% 16,2%<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 387.457 53.751 11.643 263.879 69.828 13,9% 68,1% 18,0%<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 204.139 26.804 5.600 139.069 38.267 13,1% 68,1% 18,7%<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 304.108 34.164 7.236 197.874 72.070 11,2% 65,1% 23,7%<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 248.261 32.990 6.870 173.558 41.713 13,3% 69,9% 16,8%<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 130.939 16.990 3.298 90.925 23.024 13,0% 69,4% 17,6%<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 232.373 36.285 7.336 158.967 37.121 15,6% 68,4% 16,0%<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 399.826 50.986 10.528 273.010 75.831 12,8% 68,3% 19,0%<br />

Az. Ulss n. 17 Este 180.382 23.454 4.573 121.466 35.463 13,0% 67,3% 19,7%<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 171.671 18.788 3.614 114.565 38.319 10,9% 66,7% 22,3%<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 74.974 8.355 1.533 50.281 16.339 11,1% 67,1% 21,8%<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 449.503 61.906 12.677 299.373 88.224 13,8% 66,6% 19,6%<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 145.798 19.269 3.919 97.823 28.707 13,2% 67,1% 19,7%<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 260.411 39.715 8.222 177.690 43.006 15,3% 68,2% 16,5%<br />

TOTALE REGIONALE 4.673.434 639.750 131.982 3.158.226 875.459 13,7% 67,6% 18,7%<br />

FONTE: dati forniti dalle ULSS secondo schema per il riparto e suddivisi mediante l'uso dei dati ISTAT in qualità di parametro<br />

* popolazione media


TAB. 3/bis<br />

AZIENDE SANITARIE<br />

Totale residenti 0-14<br />

di cui in età<br />

≤24 mesi<br />

15/64 >64<br />

ANDAMENTO DEMOGRAFICO 2004-2006<br />

∆ 2006/2004 ∆ 2006/2005<br />

Totale<br />

residenti<br />

0-14<br />

di cui di età<br />

≤24 mesi<br />

15/64 >64<br />

Totale<br />

residenti<br />

0-14<br />

∆ 2005/2004<br />

di cui di età<br />

≤24 mesi<br />

15/64 >64<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno -0,2% -0,7% 0,5% -1,2% 3,1% -0,1% -0,7% -1,0% -0,5% 1,4% -0,1% 0,0% 1,5% -0,7% 1,7%<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 1,0% -0,9% -1,6% 0,7% 2,9% 0,5% -0,1% -0,6% 0,5% 1,1% 0,5% -0,8% -1,1% 0,3% 1,7%<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 2,0% 1,5% 2,4% 1,2% 5,7% 0,8% 0,3% 0,4% 0,4% 2,9% 1,2% 1,2% 2,0% 0,8% 2,7%<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 1,3% 1,1% 2,3% 0,4% 5,3% 0,5% 0,3% 0,8% 0,1% 2,4% 0,8% 0,9% 1,5% 0,3% 2,9%<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 2,1% 1,8% 2,4% 1,3% 5,4% 0,8% 0,4% 0,8% 0,4% 2,5% 1,3% 1,3% 1,6% 0,9% 2,9%<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 2,0% 1,9% 3,9% 1,1% 5,3% 0,8% 0,5% 0,9% 0,4% 2,5% 1,2% 1,3% 3,0% 0,8% 2,7%<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 1,6% 2,9% 3,5% 1,0% 2,6% 0,6% 1,0% 1,1% 0,5% 0,6% 1,0% 1,8% 2,4% 0,6% 2,0%<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 2,7% 2,8% 4,9% 2,0% 5,3% 1,2% 1,1% 1,9% 0,9% 2,3% 1,4% 1,7% 2,9% 1,0% 2,9%<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 2,9% 6,4% 9,4% 2,2% 3,0% 1,3% 3,9% 4,9% 1,0% 0,3% 1,6% 2,4% 4,3% 1,2% 2,7%<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 1,8% 2,3% 3,2% 0,7% 5,5% 0,9% 1,2% 1,3% 0,3% 2,5% 0,9% 1,2% 1,8% 0,3% 2,9%<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana -0,3% 0,6% 0,4% -1,7% 3,2% -0,1% -0,3% 0,2% -0,7% 1,6% -0,2% 0,9% 0,2% -1,0% 1,6%<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 2,3% 3,1% 4,9% 0,9% 7,6% 1,1% 1,1% 1,6% 0,5% 3,5% 1,2% 2,0% 3,3% 0,4% 4,0%<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 1,7% 0,7% 2,0% 0,7% 6,3% 0,3% 0,1% 1,5% 0,0% 1,8% 1,3% 0,6% 0,5% 0,7% 4,4%<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 3,1% 2,9% 4,2% 2,4% 6,1% 1,5% 1,1% 1,4% 1,2% 2,9% 1,6% 1,8% 2,8% 1,2% 3,1%<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 2,3% 2,0% 5,4% 0,6% 8,5% 0,8% 0,6% 1,5% 0,3% 3,0% 1,4% 1,4% 3,8% 0,3% 5,4%<br />

Az. Ulss n. 17 Este 0,9% 0,7% 3,2% -0,3% 4,9% 0,4% 0,3% 2,0% -0,1% 2,0% 0,5% 0,4% 1,2% -0,2% 2,9%<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 0,5% 1,3% 5,5% 0,1% 1,4% 0,2% 0,4% 1,8% 0,0% 0,6% 0,3% 0,8% 3,7% 0,1% 0,8%<br />

Az. Ulss n. 19 Adria -0,2% -2,6% -0,2% -0,8% 2,6% -0,2% -1,5% -1,0% -0,4% 1,2% 0,0% -1,2% 0,8% -0,3% 1,3%<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 1,5% -19,5% 4,3% 5,1% 3,9% 0,7% -20,3% 1,8% 4,8% 1,3% 0,8% 1,0% 2,4% 0,2% 2,6%<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 1,7% 0,6% 3,6% 1,1% 4,1% 0,9% 1,4% 2,6% 0,6% 1,5% 0,8% -0,8% 1,0% 0,6% 2,6%<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 3,7% 3,7% 4,4% 3,1% 6,5% 1,8% 1,5% 1,8% 1,6% 2,9% 1,9% 2,1% 2,6% 1,5% 3,5%<br />

TOTALE REGIONALE 1,8% 0,1% 4,0% 1,3% 4,8% 0,8% -1,1% 1,6% 0,8% 1,9% 1,0% 1,3% 2,4% 0,5% 2,8%


TAB. 4<br />

AZIENDE SANITARIE<br />

COSTO DEL SERVIZIO DI IGIENE E SANITA' PUBBLICA<br />

2006 2005<br />

2004<br />

(in migliaia di euro)<br />

06/04 06/05 05/04<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 2.204 2.288 2.053 7,4 -3,7 11,4<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 1.516 1.425 1.142 32,7 6,4 24,8<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 1.805 1.431 2.211 -18,4 26,1 -35,3<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 1.860 1.642 1.493 24,6 13,3 10,0<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 1.692 1.543 640 164,4 9,7 141,1<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 2.663 3.706 3.601 -26,0 -28,1 2,9<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 1.898 1.896 1.784 6,4 0,1 6,3<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 1.353 1.141 1.049 29,0 18,6 8,8<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 6.111 4.782 4.842 26,2 27,8 -1,2<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 3.043 3.125 3.011 1,1 -2,6 3,8<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 2.578 3.305 2.487 3,7 -22,0 32,9<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 2.201 2.097 1.895 16,1 5,0 10,7<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 979 309 380 157,6 216,8 -18,7<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 1.588 1.727 1.711 -7,2 -8,0 0,9<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 3.835 3.376 763 402,6 13,6 342,5<br />

Az. Ulss n. 17 Este 1.677 1.649 2.093 -19,9 1,7 -21,2<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 1.654 2.629 1.532 8,0 -37,1 71,6<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 700 635 611 14,6 10,2 3,9<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 5.428 5.616 4.467 21,5 -3,3 25,7<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 2.420 3.033 2.844 -14,9 -20,2 6,6<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 1.875 1.696 1.614 16,2 10,6 5,1<br />

TOTALE REGIONALE 49.080 49.051 42.223 16,2 0,1 16,2<br />

FONTE: modelli LA delle aziende Ulss<br />

∆ %


TAB. 5<br />

AZIENDE SANITARIE<br />

2006 2005 2004<br />

(in unità di euro)<br />

COSTO PRO CAPITE DEL SERVIZIO DI IGIENE E SANITA' PUBBLICA<br />

06/04 06/05 05/04<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 17,1 17,7 15,9 7,6 -3,6 11,5<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 18,2 17,2 13,9 31,4 5,8 24,2<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 10,4 8,3 13,0 -20,0 25,1 -36,0<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 10,2 9,0 8,3 22,9 12,7 9,1<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 9,6 8,8 3,7 159,0 8,8 138,0<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 8,6 12,1 11,9 -27,5 -28,7 1,7<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 8,9 8,9 8,5 4,7 -0,5 5,2<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 5,6 4,8 4,5 25,6 17,2 7,2<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 15,3 12,1 12,5 22,6 26,2 -2,8<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 14,6 15,2 14,7 -0,7 -3,5 2,8<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 8,5 10,9 8,2 4,0 -21,9 33,1<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 8,7 8,3 7,6 13,5 3,8 9,3<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 7,4 2,3 2,9 153,4 215,8 -19,8<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 6,6 7,3 7,4 -9,9 -9,4 -0,6<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 9,4 8,3 1,9 391,6 12,7 336,3<br />

Az. Ulss n. 17 Este 9,2 9,1 11,6 -20,6 1,3 -21,6<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 9,6 15,3 8,9 7,4 -37,2 71,0<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 9,4 8,5 8,1 14,8 10,5 4,0<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 11,9 12,4 9,9 19,8 -4,0 24,7<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 16,3 20,6 19,5 -16,3 -20,9 5,8<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 6,9 6,4 6,2 12,0 8,6 3,1<br />

TOTALE REGIONALE 10,3 10,4 9,0 14,2 -0,7 15,0<br />

FONTE:elaborazione Corte dei conti<br />

∆ %


TAB. 6<br />

AZIENDE SANITARIE<br />

2006 2005<br />

(in migliaia di euro)<br />

COSTO DEL SERVIZIO DI IGIENE DEGLI ALIMENTI E DELLA NUTRIZIONE<br />

2004<br />

06/04 06/05 05/04<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 936 987 861 8,7 -5,2 14,6<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 277 298 167 65,9 -7,0 78,4<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 837 727 613 36,5 15,1 18,6<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 796 749 652 22,1 6,3 14,9<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 338 341 350 -3,4 -0,9 -2,6<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 998 904 876 13,9 10,4 3,2<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 527 609 534 -1,3 -13,5 14,0<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 366 364 321 14,0 0,5 13,4<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 974 1.012 925 5,3 -3,8 9,4<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 954 982 862 10,7 -2,9 13,9<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 1.300 1.244 1.168 11,3 4,5 6,5<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 1.337 1.107 991 34,9 20,8 11,7<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 527 296 371 42,0 78,0 -20,2<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 797 874 790 0,9 -8,8 10,6<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 991 1.370 1.314 -24,6 -27,7 4,3<br />

Az. Ulss n. 17 Este 754 825 792 -4,8 -8,6 4,2<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 658 672 508 29,5 -2,1 32,3<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 489 511 540 -9,4 -4,3 -5,4<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 1.284 1.427 1.274 0,8 -10,0 12,0<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 551 716 697 -20,9 -23,0 2,7<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 1.139 1.099 1.002 13,7 3,6 9,7<br />

TOTALE REGIONALE 16.830 17.114 15.608 7,8 -1,7 9,6<br />

FONTE: modelli LA delle aziende Ulss<br />

∆ %


TAB. 7<br />

AZIENDE SANITARIE<br />

2006 2005 2004<br />

(in unità di euro)<br />

06/04 06/05 05/04<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 7,3 7,6 6,7 8,9 -5,1 14,7<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 3,3 3,6 2,0 64,2 -7,5 77,6<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 4,8 4,2 3,6 33,8 14,2 17,2<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 4,4 4,1 3,6 20,5 5,7 13,9<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 1,9 2,0 2,0 -5,4 -1,6 -3,8<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 3,2 3,0 2,9 11,7 9,6 2,0<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 2,5 2,9 2,5 -2,9 -14,0 12,9<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 1,5 1,5 1,4 11,1 -0,6 11,8<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 2,4 2,6 2,4 2,3 -5,0 7,7<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 4,6 4,8 4,2 8,7 -3,7 12,9<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 4,3 4,1 3,8 11,6 4,6 6,7<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 5,3 4,4 4,0 31,8 19,4 10,4<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 4,0 2,2 2,8 39,7 77,4 -21,3<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 3,3 3,7 3,4 -2,1 -10,1 8,9<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 2,4 3,4 3,3 -26,2 -28,3 2,8<br />

Az. Ulss n. 17 Este 4,1 4,6 4,4 -5,6 -9,0 3,7<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 3,8 3,9 3,0 28,8 -2,3 31,9<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 6,5 6,8 7,2 -9,2 -4,1 -5,3<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 2,8 3,1 2,8 -0,7 -10,6 11,1<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 3,7 4,9 4,8 -22,2 -23,7 1,9<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 4,2 4,1 3,8 9,6 1,8 7,6<br />

TOTALE REGIONALE 3,54 3,62 3,34 5,9 -2,4 8,5<br />

FONTE: elaborazione Corte dei conti<br />

COSTO PRO CAPITE DEL SERVIZIO DI IGIENE DEGLI ALIMENTI E DELLA<br />

NUTRIZIONE<br />

∆ %


TAB. 8<br />

AZIENDE SANITARIE<br />

2006 2005<br />

(in migliaia di euro)<br />

COSTO DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E SICUREZZA DEGLI AMBIENTI DI<br />

LAVORO<br />

2004<br />

06/04 06/05 05/04<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 737 776 637 15,7 -5,0 21,8<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 418 417 376 11,2 0,2 10,9<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 499 419 386 29,3 19,1 8,5<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 1.068 1.048 978 9,2 1,9 7,2<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 1.448 1.343 1.409 2,8 7,8 -4,7<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 1.818 1.835 1.805 0,7 -0,9 1,7<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 789 828 583 35,3 -4,7 42,0<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 922 823 736 25,3 12,0 11,8<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 1.740 2.108 1.964 -11,4 -17,5 7,3<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 941 969 850 10,7 -2,9 14,0<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 3.023 2.940 2.763 9,4 2,8 6,4<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 1.606 1.501 1.329 20,8 7,0 12,9<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 827 374 484 70,9 121,1 -22,7<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 1.530 1.580 1.393 9,8 -3,2 13,4<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 2.629 2.831 1.615 62,8 -7,1 75,3<br />

Az. Ulss n. 17 Este 1.052 1.124 999 5,3 -6,4 12,5<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 1.514 2.240 1.591 -4,8 -32,4 40,8<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 562 632 595 -5,5 -11,1 6,2<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 2.435 2.485 2.440 -0,2 -2,0 1,8<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 879 895 855 2,8 -1,8 4,7<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 1.375 1.467 1.344 2,3 -6,3 9,2<br />

TOTALE REGIONALE 27.812 28.635 25.132 10,7 -2,9 13,9<br />

FONTE: modelli LA delle aziende Ulss<br />

∆ %


TAB. 9<br />

AZIENDE SANITARIE<br />

2006 2005 2004<br />

(in unità di euro)<br />

06/04 06/05 05/04<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 5,7 6,0 4,9 15,9 -4,9 21,9<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 5,0 5,0 4,6 10,1 -0,3 10,4<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 2,9 2,4 2,3 26,7 18,1 7,3<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 5,8 5,8 5,4 7,8 1,4 6,3<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 8,2 7,7 8,2 0,7 7,0 -5,9<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 5,9 6,0 6,0 -1,2 -1,7 0,5<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 3,7 3,9 2,8 33,2 -5,3 40,6<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 3,8 3,5 3,1 22,0 10,7 10,2<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 4,4 5,4 5,1 -13,9 -18,5 5,6<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 4,5 4,7 4,2 8,8 -3,7 13,0<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 10,0 9,7 9,1 9,7 3,0 6,6<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 6,3 6,0 5,4 18,1 5,8 11,6<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 6,2 2,8 3,7 68,1 120,4 -23,7<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 6,4 6,7 6,0 6,6 -4,6 11,7<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 6,4 7,0 4,0 59,2 -7,9 72,9<br />

Az. Ulss n. 17 Este 5,8 6,2 5,5 4,4 -6,8 12,0<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 8,8 13,0 9,3 -5,3 -32,5 40,3<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 7,5 8,4 7,9 -5,3 -10,9 6,3<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 5,3 5,5 5,4 -1,6 -2,7 1,0<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 5,9 6,1 5,9 1,1 -2,6 3,9<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 5,1 5,5 5,2 -1,4 -7,9 7,1<br />

TOTALE REGIONALE 5,85 6,06 5,38 8,7 -3,6 12,8<br />

FONTE: elaborazione Corte dei conti<br />

COSTO PRO CAPITE DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E SICUREZZA DEGLI AMBIENTI<br />

DI LAVORO<br />

∆ %


TAB. 10<br />

AZIENDE SANITARIE<br />

06/04 06/05 05/04<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 1.603 1.681 1.520 5,5 -4,6 10,6<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 1.291 1.593 1.212 6,5 -19,0 31,4<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 2.218 2.789 2.424 -8,5 -20,5 15,1<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 2.316 2.287 2.153 7,6 1,3 6,2<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 1.994 1.755 2.493 -20,0 13,6 -29,6<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 4.820 4.577 4.876 -1,1 5,3 -6,1<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 3.225 3.598 3.115 3,5 -10,4 15,5<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 3.635 3.899 3.208 13,3 -6,8 21,5<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 4.256 4.120 3.860 10,3 3,3 6,7<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 2.934 3.006 2.657 10,4 -2,4 13,1<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 2.193 2.343 2.085 5,2 -6,4 12,4<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 2.531 1.868 1.686 50,1 35,5 10,8<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 1.536 628 957 60,5 144,6 -34,4<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 4.813 4.992 5.034 -4,4 -3,6 -0,8<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 4.104 4.260 3.839 6,9 -3,7 11,0<br />

Az. Ulss n. 17 Este 4.540 4.998 7.113 -36,2 -9,2 -29,7<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 2.962 5.392 2.769 7,0 -45,1 94,7<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 1.738 2.001 2.282 -23,8 -13,1 -12,3<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 7.805 7.801 14.318 -45,5 0,1 -45,5<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 3.799 3.202 3.108 22,2 18,6 3,0<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 8.468 9.905 9.150 -7,5 -14,5 8,3<br />

TOTALE REGIONALE 72.781 76.695 79.859 -8,9 -5,1 -4,0<br />

FONTE: modelli LA delle aziende Ulss<br />

COSTO DEL SERVIZIO DI SANITA' PUBBLICA VETERINARIA<br />

2006 2005<br />

2004<br />

(in migliaia di euro)<br />

∆ %


TAB. 11<br />

AZIENDE SANITARIE<br />

2006 2005 2004<br />

(in unità di euro)<br />

06/04 06/05 05/04<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 171,6 182,6 157,3 9,1 -6,0 16,0<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 41,5 41,5 36,0 15,3 0,1 15,2<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 47,0 58,3 49,5 -5,2 -19,4 17,6<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 16,2 52,6 116,4 -100,0 -69,2 -100,0<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 96,8 78,6 106,3 -8,9 23,2 -26,1<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 45,5 43,2 47,0 -3,2 5,4 -8,1<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 80,6 90,0 77,9 3,5 -10,4 15,5<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 18,3 19,7 16,2 13,3 -6,8 21,5<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 37,4 34,5 32,2 16,3 8,3 7,4<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 17,7 18,1 16,0 10,5 -2,4 13,2<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 212,7 144,5 133,9 58,9 47,2 7,9<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 20,1 14,8 13,3 50,6 35,9 10,8<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 36,8 14,6 22,5 63,6 151,9 -35,1<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 24,6 24,4 22,7 8,1 0,8 7,2<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 271,7 255,4 231,9 17,2 6,4 10,1<br />

Az. Ulss n. 17 Este 29,2 22,3 49,1 -40,5 31,3 -54,7<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 34,4 62,2 30,4 13,1 -44,8 104,8<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 17,8 20,7 27,9 -36,4 -14,2 -25,9<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 42,7 41,3 72,7 -41,3 3,3 -43,2<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 16,6 13,0 12,5 32,2 27,7 3,5<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 36,5 43,9 36,0 1,4 -16,7 21,7<br />

TOTALE REGIONALE 32,38 33,82 36,58 -11,5 -4,3 -7,6<br />

FONTE: elaborazione Corte dei conti<br />

COSTO PER UNITA' BOVINO EQUIVALENTE DEL SERVIZIO DI SANITA' PUBBLICA<br />

VETERINARIA<br />

∆ %


TAB. 12<br />

AZIENDE SANITARIE<br />

PERCENTUALE VACCINATI<br />

n. vaccinati ≤24 mesi<br />

% vaccinati/popolazione ≤24 mesi<br />

2006 2005 2004 2006 2005 2004<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 2.094 2.123 2.127 65,8 66,1 67,2<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 700 685 754 34,4 33,5 36,5<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 1.768 1.630 1.733 31,9 29,5 32,0<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 1.856 1.859 1.845 32,1 32,4 32,7<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 2.016 1.908 1.754 35,5 33,9 31,6<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 3.189 3.070 3.075 32,7 31,8 32,8<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 1.947 1.826 1.884 31,2 29,5 31,2<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 5.080 5.241 5.131 63,1 66,3 66,8<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 8.450 8.321 8.005 66,3 68,5 68,8<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 1.862 1.865 1.896 32,2 32,7 33,9<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 2.252 2.300 2.287 31,0 31,7 31,6<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 5.093 5.995 5.807 70,7 84,5 84,5<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 2.266 2.178 2.200 67,4 65,8 66,7<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 2.588 2.569 2.365 33,8 34,1 32,2<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 8.492 7.907 8.573 76,5 72,3 81,4<br />

Az. Ulss n. 17 Este 1.605 1.626 1.592 34,0 35,1 34,8<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 2.159 2.148 2.066 56,6 57,3 57,2<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 424 530 532 27,7 34,3 34,7<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 4.305 4.380 4.356 32,6 33,7 34,4<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 2.435 2.386 2.278 60,0 60,3 58,1<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 2.917 2.894 2.918 34,0 34,3 35,5<br />

TOTALE REGIONALE<br />

FONTE: aziende Ulss<br />

63.498 63.441 63.178 46,3 46,9 47,9


TAB. 13<br />

AZIENDE SANITARIE<br />

06/04 06/05 05/04<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 25.954 18.194 15.710 65,2 42,7 15,8<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 15.755 16.110 16.842 -6,5 -2,2 -4,3<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 18.080 8.272 5.510 228,1 118,6 50,1<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 35.906 32.299 17.771 102,0 11,2 81,8<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 11.706 13.425 10.119 15,7 -12,8 32,7<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 27.712 17.306 12.406 123,4 60,1 39,5<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 45.218 44.835 49.494 -8,6 0,9 -9,4<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 42.944 33.808 30.866 39,1 27,0 9,5<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 42.111 31.945 27.253 54,5 31,8 17,2<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 9.981 7.793 4.219 136,6 28,1 84,7<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 7.578 6.900 7.005 8,2 9,8 -1,5<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 20.669 18.455 17.740 16,5 12,0 4,0<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 675 725 1.058 -36,2 -6,9 -31,5<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 19.378 14.546 13.668 41,8 33,2 6,4<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 13.351 8.417 7.513 77,7 58,6 12,0<br />

Az. Ulss n. 17 Este 13.965 8.603 7.404 88,6 62,3 16,2<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo* 6.883 7.023 0 -2,0<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 2.575 6.596 3.393 -24,1 -61,0 94,4<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 33.794 27.812 27.125 24,6 21,5 2,5<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 20.138 18.999 10.869 85,3 6,0 74,8<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 39.719 34.359 21.899 81,4 15,6 56,9<br />

TOTALE REGIONALE 454.092 376.422 307.864 47,5 20,6 22,3<br />

FONTE: aziende Ulss<br />

*il dato per l'azienda 118 non è disponibile<br />

PRESTAZIONI DI SPECIALISTICA DIAGNOSTICA PREVENTIVA<br />

2006 2005 2004<br />

∆ %


TAB. 14<br />

AZIENDE SANITARIE<br />

(in migliaia di euro)<br />

COSTO DELLE PRESTAZIONI DI SPECIALISTICA DIAGNOSTICA PREVENTIVA<br />

2006 2005 2004<br />

06/04 06/05 05/04<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 1.678 1.678 1.531 9,6 0,0 9,6<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 970 890 915 6,0 9,0 -2,7<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 1.600 1.288 496 222,6 24,2 159,7<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 2.450 2.330 2.011 21,8 5,2 15,9<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 2.013 1.344 1.580 27,4 49,8 -14,9<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 3.987 2.474 2.346 69,9 61,2 5,5<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 3.803 3.506 3.317 14,7 8,5 5,7<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 4.580 4.032 3.523 30,0 13,6 14,4<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 1.716 3.010 3.000 -42,8 -43,0 0,3<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 922 898 639 44,3 2,7 40,5<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 4.359 4.787 4.334 0,6 -8,9 10,5<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 2.701 5.041 4.466 -39,5 -46,4 12,9<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 321 617 996 -67,8 -48,0 -38,1<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 2.272 1.980 1.996 13,8 14,7 -0,8<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 2.432 2.499 2.871 -15,3 -2,7 -13,0<br />

Az. Ulss n. 17 Este 2.323 1.925 1.447 60,5 20,7 33,0<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 1.185 1.274 697 70,0 -7,0 82,8<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 302 326 260 16,2 -7,4 25,4<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 8.213 8.185 7.152 14,8 0,3 14,4<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 734 933 998 -26,5 -21,3 -6,5<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 2.191 1.795 1.555 40,9 22,1 15,4<br />

TOTALE REGIONALE 50.752 50.812 46.130 10,0 -0,1 10,1<br />

FONTE: modelli LA delle singole aziende<br />

∆ %


TAB. 14bis<br />

AZIENDE SANITARIE<br />

2006 2005 2004<br />

(in unità di euro)<br />

COSTO PRO CAPITE DELLE PRESTAZIONI DI SPECIALISTICA DIAGNOSTICA<br />

PREVENTIVA<br />

06/04 06/05 05/04<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 13,0 13,0 11,8 9,8 0,1 9,7<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 11,7 10,8 11,1 5,0 8,4 -3,2<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 9,2 7,5 2,9 216,1 23,2 156,6<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 13,4 12,8 11,1 20,2 4,6 14,9<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 11,4 7,7 9,2 24,8 48,6 -16,0<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 12,9 8,1 7,7 66,7 59,9 4,2<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 17,7 16,5 15,7 12,8 7,8 4,6<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 19,0 16,9 15,0 26,6 12,3 12,8<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 4,3 7,6 7,7 -44,4 -43,7 -1,3<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 4,4 4,4 3,1 41,7 1,8 39,2<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 14,4 15,8 14,3 0,9 -8,8 10,6<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 10,6 20,1 18,0 -40,9 -47,0 11,5<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 2,4 4,7 7,6 -68,3 -48,1 -38,9<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 9,5 8,4 8,6 10,5 13,1 -2,3<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 5,9 6,2 7,2 -17,2 -3,5 -14,2<br />

Az. Ulss n. 17 Este 12,8 10,6 8,0 59,1 20,2 32,4<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 6,9 7,4 4,1 69,1 -7,2 82,2<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 4,0 4,4 3,5 16,4 -7,2 25,4<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 18,0 18,1 15,9 13,2 -0,3 13,5<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 5,0 6,3 6,8 -27,7 -22,0 -7,2<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 8,1 6,8 6,0 35,8 19,9 13,3<br />

TOTALE REGIONALE 10,7 10,8 9,9 8,1 -0,9 9,0<br />

FONTE: elaborazione Corte dei conti<br />

∆ %


TAB. 15<br />

AZIENDE<br />

pubblico privato TOTALE<br />

incidenza %<br />

privato/totale<br />

pubblico privato TOTALE<br />

incidenza %<br />

privato/totale<br />

pubblico privato TOTALE<br />

incidenza %<br />

pubblico privato TOTALE pubblico privato TOTALE pubblico privato TOTALE<br />

privato/totale<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 1.825.695 130.663 1.956.358 6,7 1.807.034 114.291 1.921.325 5,9 1.831.625 95.039 1.926.664 4,9 -0,3 37,5 1,5 1,0 14,3 1,8 -1,3 20,3 -0,3<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 1.058.202 1.058.202 1.070.196 1.070.196 1.072.711 1.072.711 -1,4 -1,4 -1,1 -1,1 -0,2 -0,2<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 2.380.145 871 2.381.016 0,0 2.194.692 1.299 2.195.991 0,1 2.121.205 1.246 2.122.451 0,1 12,2 -30,1 12,2 8,5 -32,9 8,4 3,5 4,3 3,5<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 2.012.973 113.906 2.126.879 5,4 1.919.634 116.116 2.035.750 5,7 1.786.702 116.417 1.903.119 6,1 12,7 -2,2 11,8 4,9 -1,9 4,5 7,4 -0,3 7,0<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 2.036.055 203.478 2.239.533 9,1 1.974.099 172.493 2.146.592 8,0 1.916.312 166.846 2.083.158 8,0 6,2 22,0 7,5 3,1 18,0 4,3 3,0 3,4 3,0<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 2.861.191 1.083.025 3.944.216 27,5 2.970.387 1.062.912 4.033.299 26,4 2.641.436 801.469 3.442.905 23,3 8,3 35,1 14,6 -3,7 1,9 -2,2 12,5 32,6 17,1<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 2.254.788 88.228 2.343.016 3,8 2.238.951 227.067 2.466.018 9,2 2.392.609 225.087 2.617.696 8,6 -5,8 -60,8 -10,5 0,7 -61,1 -5,0 -6,4 0,9 -5,8<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 2.718.497 31.461 2.749.958 1,1 2.408.318 26.172 2.434.490 1,1 2.346.521 16.987 2.363.508 0,7 15,9 85,2 16,4 12,9 20,2 13,0 2,6 54,1 3,0<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 3.777.403 1.179.964 4.957.367 23,8 3.641.317 1.191.024 4.832.341 24,6 3.497.287 1.164.038 4.661.325 25,0 8,0 1,4 6,4 3,7 -0,9 2,6 4,1 2,3 3,7<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 2.540.182 405.148 2.945.330 13,8 2.623.883 356.497 2.980.380 12,0 2.934.802 276.479 3.211.281 8,6 -13,4 46,5 -8,3 -3,2 13,6 -1,2 -10,6 28,9 -7,2<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 4.235.946 1.749.576 5.985.522 29,2 4.217.052 1.887.365 6.104.417 30,9 4.340.884 1.330.656 5.671.540 23,5 -2,4 31,5 5,5 0,4 -7,3 -1,9 -2,9 41,8 7,6<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 3.122.048 862.890 3.984.938 21,7 3.084.359 884.155 3.968.514 22,3 3.121.826 781.514 3.903.340 20,0 0,0 10,4 2,1 1,2 -2,4 0,4 -1,2 13,1 1,7<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 1.437.256 696.438 2.133.694 32,6 1.679.030 698.613 2.377.643 29,4 1.722.837 563.992 2.286.829 24,7 -16,6 23,5 -6,7 -14,4 -0,3 -10,3 -2,5 23,9 4,0<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 3.428.983 193.942 3.622.925 5,4 3.018.408 166.553 3.184.961 5,2 2.708.197 154.067 2.862.264 5,4 26,6 25,9 26,6 13,6 16,4 13,8 11,5 8,1 11,3<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 574.516 4.170.441 4.744.957 87,9 822.330 3.136.220 3.958.550 79,2 801.996 2.615.678 3.417.674 76,5 -28,4 59,4 38,8 -30,1 33,0 19,9 2,5 19,9 15,8<br />

Az. Ulss n. 17 Este 2.170.183 428.429 2.598.612 16,5 2.114.526 408.998 2.523.524 16,2 2.000.080 269.754 2.269.834 11,9 8,5 58,8 14,5 2,6 4,8 3,0 5,7 51,6 11,2<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 1.705.498 987.569 2.693.067 36,7 2.052.914 810.959 2.863.873 28,3 2.095.855 666.999 2.762.854 24,1 -18,6 48,1 -2,5 -16,9 21,8 -6,0 -2,0 21,6 3,7<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 580.526 526.091 1.106.617 47,5 526.297 454.749 981.046 46,4 522.009 410.609 932.618 44,0 11,2 28,1 18,7 10,3 15,7 12,8 0,8 10,7 5,2<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 2.291.884 1.510.745 3.802.629 39,7 2.433.197 1.451.763 3.884.960 37,4 2.389.245 1.354.946 3.744.191 36,2 -4,1 11,5 1,6 -5,8 4,1 -2,1 1,8 7,1 3,8<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 1.977.349 363.138 2.340.487 15,5 1.915.944 339.335 2.255.279 15,0 1.983.906 371.336 2.355.242 15,8 -0,3 -2,2 -0,6 3,2 7,0 3,8 -3,4 -8,6 -4,2<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 2.283.275 1.292.908 3.576.183 36,2 2.401.753 1.238.635 3.640.388 34,0 2.383.929 1.173.082 3.557.011 33,0 -4,2 10,2 0,5 -4,9 4,4 -1,8 0,7 5,6 2,3<br />

Az. Osp. n. 1 Padova 4.236.636 4.236.636 4.116.015 4.116.015 4.108.605 4.108.605 3,1 3,1 2,9 2,9 0,2 0,2<br />

Az. Osp. n. 2 Verona 3.634.951 3.634.951 3.360.151 3.360.151 3.146.714 3.146.714 15,5 15,5 8,2 8,2 6,8 6,8<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong> 102.766 102.766<br />

TOTALE REGIONALE 47.272.595 16.018.911 63.291.506 25,3 47.114.321 14.745.216 61.859.537 23,8 46.611.974 12.556.241 59.168.215 21,2 1,4 27,6 7,0 0,3 8,6 2,3 1,1 17,4 4,5<br />

FONTE: Aziende Ulss<br />

n. di prestazioni erogate (a favore di residenti)<br />

PRESTAZIONI SPECIALISTICHE AMBULATORIALI (TOTALI) 2006-2004<br />

2006 2005 2004<br />

2006/2004<br />

∆ %<br />

2006/2005 2005/2004


TAB. 16<br />

AZIENDE<br />

pubblico privato TOTALE<br />

incidenza %<br />

privato/totale<br />

pubblico privato TOTALE<br />

incidenza %<br />

privato/totale<br />

pubblico privato TOTALE<br />

2004 2006/2004 2006/2005<br />

2005/2004<br />

incidenza %<br />

pubblico privato TOTALE pubblico privato TOTALE pubblico privato TOTALE<br />

privato/totale<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 137.511 25.341 162.852 15,6 450.673 24.268 474.941 5,1 431.480 29.315 460.795 6,4 -68,1 -13,6 -64,7 -69,5 4,4 -65,7 4,4 -17,2 3,1<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 297.517 297.517 297.913 297.913 296.273 296.273 0,4 0,4 -0,1 -0,1 0,6 0,6<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 409.149 871 410.020 0,2 385.516 1.299 386.815 0,3 384.854 1.246 386.100 0,3 6,3 -30,1 6,2 6,1 -32,9 6,0 0,2 4,3 0,2<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 525.825 5.433 531.258 1,0 516.719 5.653 522.372 1,1 532.120 5.395 537.515 1,0 -1,2 0,7 -1,2 1,8 -3,9 1,7 -2,9 4,8 -2,8<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 328.884 7.056 335.940 2,1 329.261 7.210 336.471 2,1 337.249 7.113 344.362 2,1 -2,5 -0,8 -2,4 -0,1 -2,1 -0,2 -2,4 1,4 -2,3<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 686.491 407.283 1.093.774 37,2 704.176 384.113 1.088.289 35,3 792.833 333.215 1.126.048 29,6 -13,4 22,2 -2,9 -2,5 6,0 0,5 -11,2 15,3 -3,4<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 636.674 49.473 686.147 7,2 573.367 84.312 657.679 12,8 607.699 79.500 687.199 11,6 4,8 -37,8 -0,2 11,0 -41,3 4,3 -5,6 6,1 -4,3<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 578.857 4.416 583.273 0,8 398.370 4.482 402.852 1,1 346.522 4.436 350.958 1,3 67,0 -0,5 66,2 45,3 -1,5 44,8 15,0 1,0 14,8<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 824.464 597.656 1.422.120 42,0 799.007 614.899 1.413.906 43,5 754.622 611.297 1.365.919 44,8 9,3 -2,2 4,1 3,2 -2,8 0,6 5,9 0,6 3,5<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 758.493 258.958 1.017.451 25,5 785.292 153.771 939.063 16,4 793.684 150.382 944.066 15,9 -4,4 72,2 7,8 -3,4 68,4 8,3 -1,1 2,3 -0,5<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 1.280.948 595.233 1.876.181 31,7 1.374.960 640.314 2.015.274 31,8 1.513.122 577.494 2.090.616 27,6 -15,3 3,1 -10,3 -6,8 -7,0 -6,9 -9,1 10,9 -3,6<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 742.057 514.769 1.256.826 41,0 739.464 560.296 1.299.760 43,1 713.171 505.835 1.219.006 41,5 4,1 1,8 3,1 0,4 -8,1 -3,3 3,7 10,8 6,6<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 417.741 318.568 736.309 43,3 507.523 299.458 806.981 37,1 531.553 255.986 787.539 32,5 -21,4 24,4 -6,5 -17,7 6,4 -8,8 -4,5 17,0 2,5<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 654.627 22.560 677.187 3,3 669.096 21.553 690.649 3,1 616.594 22.084 638.678 3,5 6,2 2,2 6,0 -2,2 4,7 -1,9 8,5 -2,4 8,1<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 409.216 1.931.866 2.341.082 82,5 633.957 1.538.125 2.172.082 70,8 609.108 1.342.622 1.951.730 68,8 -32,8 43,9 19,9 -35,5 25,6 7,8 4,1 14,6 11,3<br />

Az. Ulss n. 17 Este 566.854 119.050 685.904 17,4 558.270 116.131 674.401 17,2 488.434 98.265 586.699 16,7 16,1 21,2 16,9 1,5 2,5 1,7 14,3 18,2 14,9<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 507.894 659.405 1.167.299 56,5 847.322 482.458 1.329.780 36,3 803.633 415.179 1.218.812 34,1 -36,8 58,8 -4,2 -40,1 36,7 -12,2 5,4 16,2 9,1<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 114.222 154.657 268.879 57,5 117.674 121.291 238.965 50,8 120.806 98.837 219.643 45,0 -5,5 56,5 22,4 -2,9 27,5 12,5 -2,6 22,7 8,8<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 530.811 395.870 926.681 42,7 568.326 369.721 938.047 39,4 477.973 374.334 852.307 43,9 11,1 5,8 8,7 -6,6 7,1 -1,2 18,9 -1,2 10,1<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 523.161 25.192 548.353 4,6 603.593 28.606 632.199 4,5 607.659 30.343 638.002 4,8 -13,9 -17,0 -14,1 -13,3 -11,9 -13,3 -0,7 -5,7 -0,9<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 779.429 501.050 1.280.479 39,1 704.691 469.873 1.174.564 40,0 652.190 400.349 1.052.539 38,0 19,5 25,2 21,7 10,6 6,6 9,0 8,0 17,4 11,6<br />

Az. Osp. n. 1 Padova 921.756 921.756 923.720 923.720 902.306 902.306 2,2 2,2 -0,2 -0,2 2,4 2,4<br />

Az. Osp. n. 2 Verona 936.578 936.578 894.703 894.703 836.403 836.403 12,0 12,0 4,7 4,7 7,0 7,0<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong> 66.938 66.938<br />

TOTALE REGIONALE 11.710.825 6.594.707 18.305.532 36,0 12.565.170 5.927.833 18.493.003 32,1 12.411.579 5.343.227 17.754.806 30,1 -5,6 23,4 3,1 -6,8 11,2 -1,0 1,2 10,9 4,2<br />

FONTE: Aziende Ulss<br />

PRESTAZIONI SPECIALISTICHE AMBULATORIALI (ATTIVITA' CLINICA) 2006-2004<br />

n. di prestazioni erogate (a favore di residenti)<br />

2006 2005<br />

∆ %


TAB. 17<br />

AZIENDE 2006 2005 2004<br />

2006/2004<br />

2006/2005<br />

pubblico privato TOTALE<br />

incidenza %<br />

privato/totale<br />

pubblico privato TOTALE<br />

incidenza %<br />

privato/totale<br />

pubblico privato TOTALE<br />

incidenza %<br />

pubblico privato TOTALE pubblico privato TOTALE pubblico privato TOTALE<br />

privato/totale<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 1.296.826 89.347 1.386.173 6,4 1.279.228 69.738 1.348.966 5,2 1.305.182 47.743 1.352.925 3,5 -0,6 87,1 2,5 1,4 28,1 2,8 -2,0 46,1 -0,3<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 717.678 717.678 727.807 727.807 733.033 733.033 -2,1 -2,1 -1,4 -1,4 -0,7 -0,7<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 1.860.295 1.860.295 1.709.204 1.709.204 1.635.688 1.635.688 13,7 13,7 8,8 8,8 4,5 4,5<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 1.395.066 108.473 1.503.539 7,2 1.305.306 110.463 1.415.769 7,8 1.161.457 111.022 1.272.479 8,7 20,1 -2,3 18,2 6,9 -1,8 6,2 12,4 -0,5 11,3<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 1.626.196 196.422 1.822.618 10,8 1.567.134 165.283 1.732.417 9,5 1.499.824 159.733 1.659.557 9,6 8,4 23,0 9,8 3,8 18,8 5,2 4,5 3,5 4,4<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 2.062.641 560.351 2.622.992 21,4 2.162.366 561.575 2.723.941 20,6 1.725.418 368.638 2.094.056 17,6 19,5 52,0 25,3 -4,6 -0,2 -3,7 25,3 52,3 30,1<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 1.528.080 34.595 1.562.675 2,2 1.575.117 123.437 1.698.554 7,3 1.694.562 124.209 1.818.771 6,8 -9,8 -72,1 -14,1 -3,0 -72,0 -8,0 -7,0 -0,6 -6,6<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 2.050.650 2.050.650 1.897.432 1.897.432 1.883.990 1.883.990 8,8 8,8 8,1 8,1 0,7 0,7<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 2.788.485 477.630 3.266.115 14,6 2.663.350 477.223 3.140.573 15,2 2.563.146 466.893 3.030.039 15,4 8,8 2,3 7,8 4,7 0,1 4,0 3,9 2,2 3,6<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 1.689.039 110.317 1.799.356 6,1 1.755.795 165.644 1.921.439 8,6 2.012.257 95.706 2.107.963 4,5 -16,1 15,3 -14,6 -3,8 -33,4 -6,4 -12,7 73,1 -8,8<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 2.755.575 1.059.780 3.815.355 27,8 2.664.179 1.145.390 3.809.569 30,1 2.646.029 680.352 3.326.381 20,5 4,1 55,8 14,7 3,4 -7,5 0,2 0,7 68,4 14,5<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 2.252.137 324.050 2.576.187 12,6 2.196.700 301.037 2.497.737 12,1 2.269.825 255.521 2.525.346 10,1 -0,8 26,8 2,0 2,5 7,6 3,1 -3,2 17,8 -1,1<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 939.695 334.264 1.273.959 26,2 1.078.659 349.506 1.428.165 24,5 1.104.744 273.657 1.378.401 19,9 -14,9 22,1 -7,6 -12,9 -4,4 -10,8 -2,4 27,7 3,6<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 2.660.116 171.382 2.831.498 6,1 2.236.343 143.541 2.379.884 6,0 1.981.138 130.242 2.111.380 6,2 34,3 31,6 34,1 18,9 19,4 19,0 12,9 10,2 12,7<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 120.875 1.955.694 2.076.569 94,2 126.812 1.422.520 1.549.332 91,8 141.894 1.115.978 1.257.872 88,7 -14,8 75,2 65,1 -4,7 37,5 34,0 -10,6 27,5 23,2<br />

Az. Ulss n. 17 Este 1.500.098 301.787 1.801.885 16,7 1.445.558 285.485 1.731.043 16,5 1.391.077 165.072 1.556.149 10,6 7,8 82,8 15,8 3,8 5,7 4,1 3,9 72,9 11,2<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 1.095.308 262.518 1.357.826 19,3 1.119.003 271.407 1.390.410 19,5 1.175.023 204.588 1.379.611 14,8 -6,8 28,3 -1,6 -2,1 -3,3 -2,3 -4,8 32,7 0,8<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 436.964 322.508 759.472 42,5 382.052 294.399 676.451 43,5 374.698 279.505 654.203 42,7 16,6 15,4 16,1 14,4 9,5 12,3 2,0 5,3 3,4<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 1.636.653 997.740 2.634.393 37,9 1.758.737 973.806 2.732.543 35,6 1.798.336 889.401 2.687.737 33,1 -9,0 12,2 -2,0 -6,9 2,5 -3,6 -2,2 9,5 1,7<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 1.362.540 337.946 1.700.486 19,9 1.242.687 310.729 1.553.416 20,0 1.296.962 340.993 1.637.955 20,8 5,1 -0,9 3,8 9,6 8,8 9,5 -4,2 -8,9 -5,2<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 1.406.575 704.318 2.110.893 33,4 1.585.228 671.078 2.256.306 29,7 1.621.746 676.094 2.297.840 29,4 -13,3 4,2 -8,1 -11,3 5,0 -6,4 -2,3 -0,7 -1,8<br />

Az. Osp. n. 1 Padova 3.184.725 3.184.725 3.057.367 3.057.367 3.074.243 3.074.243 3,6 3,6 4,2 4,2 -0,5 -0,5<br />

Az. Osp. n. 2 Verona 2.363.935 2.363.935 2.157.204 2.157.204 2.016.141 2.016.141 17,3 17,3 9,6 9,6 7,0 7,0<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong> 12.181 12.181<br />

TOTALE REGIONALE 33.181.492 8.349.122 41.530.614 20,1 32.478.697 7.842.261 40.320.958 19,4 32.016.029 6.385.347 38.401.376 16,6 3,6 30,8 8,1 2,2 6,5 3,0 1,4 22,8 5,0<br />

FONTE: Aziende Ulss<br />

PRESTAZIONI SPECIALISTICHE AMBULATORIALI (ATTIVITA' DI LABORATORIO) 2006-2004<br />

n. di prestazioni erogate (a favore di residenti)<br />

∆ %<br />

2005/2004


TAB. 18<br />

AZIENDE<br />

pubblico privato TOTALE<br />

PRESTAZIONI SPECIALISTICHE AMBULATORIALI (ATTIVITA' DI DIAGNOSTICA STRUMENTALE E PER IMMAGINI) 2006-2004<br />

incidenza %<br />

privato/totale<br />

pubblico privato TOTALE<br />

incidenza %<br />

privato/totale<br />

pubblico privato TOTALE<br />

incidenza %<br />

pubblico privato TOTALE pubblico privato TOTALE pubblico privato TOTALE<br />

privato/totale<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 391.358 15.975 407.333 3,9 77.133 20.285 97.418 20,8 94.963 17.981 112.944 15,9 312,1 -11,2 260,7 407,4 -21,2 318,1 -18,8 12,8 -13,7<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 43.007 43.007 44.476 44.476 43.405 43.405 -0,9 -0,9 -3,3 -3,3 2,5 2,5<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 110.701 110.701 99.972 99.972 100.663 100.663 10,0 10,0 10,7 10,7 -0,7 -0,7<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 92.082 92.082 97.609 97.609 93.125 93.125 -1,1 -1,1 -5,7 -5,7 4,8 4,8<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 80.975 80.975 77.704 77.704 79.239 79.239 2,2 2,2 4,2 4,2 -1,9 -1,9<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 112.059 115.391 227.450 50,7 103.845 117.224 221.069 53,0 123.185 99.616 222.801 44,7 -9,0 15,8 2,1 7,9 -1,6 2,9 -15,7 17,7 -0,8<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 90.034 4.160 94.194 4,4 90.467 19.318 109.785 17,6 90.348 21.378 111.726 19,1 -0,3 -80,5 -15,7 -0,5 -78,5 -14,2 0,1 -9,6 -1,7<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 88.990 27.045 116.035 23,3 112.516 21.690 134.206 16,2 116.009 12.551 128.560 9,8 -23,3 115,5 -9,7 -20,9 24,7 -13,5 -3,0 72,8 4,4<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 164.454 104.678 269.132 38,9 178.960 98.902 277.862 35,6 179.519 85.848 265.367 32,4 -8,4 21,9 1,4 -8,1 5,8 -3,1 -0,3 15,2 4,7<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 92.650 35.873 128.523 27,9 82.796 37.082 119.878 30,9 128.861 30.391 159.252 19,1 -28,1 18,0 -19,3 11,9 -3,3 7,2 -35,7 22,0 -24,7<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 199.423 94.563 293.986 32,2 177.913 101.661 279.574 36,4 181.733 72.810 254.543 28,6 9,7 29,9 15,5 12,1 -7,0 5,2 -2,1 39,6 9,8<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 127.854 24.071 151.925 15,8 148.195 22.822 171.017 13,3 138.830 20.158 158.988 12,7 -7,9 19,4 -4,4 -13,7 5,5 -11,2 6,7 13,2 7,6<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 79.820 43.606 123.426 35,3 92.848 49.649 142.497 34,8 86.540 34.349 120.889 28,4 -7,8 26,9 2,1 -14,0 -12,2 -13,4 7,3 44,5 17,9<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 114.240 114.240 112.969 1.459 114.428 1,3 110.465 1.741 112.206 1,6 3,4 -100,0 1,8 1,1 -100,0 -0,2 2,3 -16,2 2,0<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 44.425 282.881 327.306 86,4 61.561 175.575 237.136 74,0 50.994 157.078 208.072 75,5 -12,9 80,1 57,3 -27,8 61,1 38,0 20,7 11,8 14,0<br />

Az. Ulss n. 17 Este 103.231 7.592 110.823 6,9 110.698 7.382 118.080 6,3 120.569 6.417 126.986 5,1 -14,4 18,3 -12,7 -6,7 2,8 -6,1 -8,2 15,0 -7,0<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 102.296 65.646 167.942 39,1 86.589 57.094 143.683 39,7 117.199 47.232 164.431 28,7 -12,7 39,0 2,1 18,1 15,0 16,9 -26,1 20,9 -12,6<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 29.340 48.926 78.266 62,5 26.571 39.059 65.630 59,5 26.505 32.267 58.772 54,9 10,7 51,6 33,2 10,4 25,3 19,3 0,2 21,0 11,7<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 124.420 117.135 241.555 48,5 106.134 108.236 214.370 50,5 112.936 91.211 204.147 44,7 10,2 28,4 18,3 17,2 8,2 12,7 -6,0 18,7 5,0<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 91.648 91.648 69.664 69.664 79.285 79.285 15,6 15,6 31,6 31,6 -12,1 -12,1<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 97.271 87.540 184.811 47,4 111.834 97.684 209.518 46,6 109.993 96.639 206.632 46,8 -11,6 -9,4 -10,6 -13,0 -10,4 -11,8 1,7 1,1 1,4<br />

Az. Osp. n. 1 Padova 130.155 130.155 134.928 134.928 132.056 132.056 -1,4 -1,4 -3,5 -3,5 2,2 2,2<br />

Az. Osp. n. 2 Verona 334.438 334.438 308.244 308.244 294.170 294.170 13,7 13,7 8,5 8,5 4,8 4,8<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong> 23.647 23.647<br />

TOTALE REGIONALE 2.380.278 1.075.082 3.455.360 31,1 2.070.454 975.122 3.045.576 32,0 2.184.366 827.667 3.012.033 27,5 9,0 29,9 14,7 15,0 10,3 13,5 -5,2 17,8 1,1<br />

FONTE: Aziende Ulss<br />

n. di prestazioni erogate (a favore di residenti)<br />

2006 2005 2004<br />

2006/2004<br />

∆ %<br />

2006/2005<br />

2005/2004


TAB. 19<br />

AZIENDE<br />

prestazioni<br />

pro capite<br />

PRESTAZIONI SPECIALISTICHE AMBULATORIALI (TOTALI)<br />

PRO CAPITE 2004-2006<br />

2006 2005 2004<br />

di cui da<br />

privati<br />

prestazioni<br />

pro capite<br />

di cui da<br />

privati<br />

prestazioni<br />

pro capite<br />

di cui da<br />

privati<br />

∆ % prestazioni pro<br />

capite<br />

06/04 06/05 05/04<br />

∆ % di cui da privati<br />

06/04 06/05 05/04<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 14,2 0,9 14,0 0,8 14,1 0,7 0,7 1,4 -0,7 36,4 13,9 19,8<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 11,9 12,2 12,3 -3,0 -1,9 -1,1<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 13,8 0,0 12,9 0,0 12,7 0,0 8,9 6,9 1,9 -32,1 -33,9 2,7<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 11,6 0,6 11,3 0,6 10,7 0,7 9,2 3,4 5,6 -4,4 -2,9 -1,6<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 13,0 1,2 12,6 1,0 12,5 1,0 4,5 3,1 1,4 18,6 16,5 1,7<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 12,9 3,5 13,3 3,5 11,5 2,7 11,5 -3,4 15,4 31,5 0,6 30,6<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 10,7 0,4 11,3 1,0 12,2 1,0 -12,0 -5,5 -6,9 -61,5 -61,4 -0,3<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 11,8 0,1 10,6 0,1 10,4 0,1 12,6 11,3 1,2 79,2 18,4 51,3<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 12,5 3,0 12,3 3,0 12,1 3,0 3,5 1,7 1,8 -1,3 -1,8 0,5<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 13,9 1,9 14,2 1,7 15,5 1,3 -10,8 -2,5 -8,5 42,6 12,2 27,1<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 17,9 5,2 18,4 5,7 17,1 4,0 4,9 -2,3 7,3 30,7 -7,6 41,4<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 15,7 3,4 15,9 3,5 15,9 3,2 -1,4 -1,2 -0,1 6,7 -4,0 11,1<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 15,8 5,2 17,8 5,2 17,5 4,3 -9,3 -10,9 1,8 20,1 -1,0 21,3<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 15,6 0,8 14,0 0,7 12,8 0,7 21,9 11,6 9,2 21,2 14,3 6,1<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 11,2 9,9 9,5 7,5 8,4 6,4 33,8 18,2 13,1 53,6 31,2 17,1<br />

Az. Ulss n. 17 Este 13,8 2,3 13,5 2,2 12,3 1,5 12,1 2,0 9,9 55,5 3,8 49,9<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 14,5 5,3 15,5 4,4 15,1 3,6 -3,4 -6,4 3,1 46,7 21,3 21,0<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 13,8 6,6 12,3 5,7 11,7 5,2 17,7 12,4 4,7 27,1 15,3 10,3<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 8,1 3,2 8,4 3,1 8,2 3,0 -1,4 -3,8 2,5 8,3 2,3 5,9<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 15,4 2,4 15,0 2,2 15,8 2,5 -2,9 2,7 -5,5 -4,5 5,9 -9,8<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 13,5 4,9 14,1 4,8 14,0 4,6 -3,7 -3,8 0,1 5,6 2,2 3,3<br />

Az. Osp. n. 1 Padova 0,9 0,9 0,9 0,4 1,7 -1,3<br />

Az. Osp. n. 2 Verona 0,8 0,7 0,7 12,5 6,9 5,2<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong> 0,0<br />

TOTALE REGIONALE 13,1 3,3 12,9 3,1 12,5 2,7 4,2 1,1 3,0 24,3 7,4 15,7<br />

FONTE: Aziende Ulss<br />

*popolazione media pesata (peso regionale)<br />

N. PRESTAZIONI TOTALI/ popolazione residente*


TAB. 20<br />

AZIENDE<br />

prestazioni pro<br />

capite<br />

PRESTAZIONI SPECIALISTICHE AMBULATORIALI (ATTIVITA' CLINICA)<br />

PRO CAPITE 2006-2004<br />

∆ % prestazioni pro<br />

N. PRESTAZIONI DI ATTIVITA' CLINICA/ popolazione residente* ∆ % di cui da privati<br />

capite<br />

2006 2005 2004<br />

di cui da<br />

privati<br />

prestazioni<br />

pro capite<br />

di cui da<br />

privati<br />

prestazioni<br />

pro capite<br />

di cui da<br />

privati<br />

06/04 06/05 05/04<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 1,2 0,2 3,5 0,2 3,4 0,2 -64,9 -65,8 2,6 -14,2 4,0 -17,6<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 3,4 3,4 3,4 -1,3 -0,9 -0,4<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 2,4 0,0 2,3 0,0 2,3 0,0 3,1 4,5 -1,3 -32,1 -33,9 2,7<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 2,9 0,0 2,9 0,0 3,0 0,0 -3,5 0,7 -4,1 -1,6 -4,9 3,4<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 2,0 0,0 2,0 0,0 2,1 0,0 -5,2 -1,4 -3,9 -3,6 -3,3 -0,3<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 3,6 1,3 3,6 1,3 3,8 1,1 -5,5 -0,7 -4,8 18,9 4,7 13,6<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 3,1 0,2 3,0 0,4 3,2 0,4 -1,9 3,8 -5,4 -38,8 -41,6 4,8<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 2,5 0,0 1,7 0,0 1,6 0,0 60,8 42,6 12,8 -3,7 -3,0 -0,7<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 3,6 1,5 3,6 1,6 3,5 1,6 1,3 -0,3 1,7 -4,8 -3,7 -1,2<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 4,8 1,2 4,5 0,7 4,6 0,7 4,9 6,9 -1,9 67,6 66,2 0,8<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 5,6 1,8 6,1 1,9 6,3 1,7 -10,8 -7,2 -3,9 2,4 -7,3 10,6<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 4,9 2,0 5,2 2,2 5,0 2,1 -0,4 -4,9 4,8 -1,7 -9,6 8,8<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 5,5 2,4 6,0 2,2 6,0 2,0 -9,1 -9,4 0,4 21,0 5,6 14,6<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 2,9 0,1 3,0 0,1 2,9 0,1 2,1 -3,8 6,1 -1,6 2,7 -4,2<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 5,5 4,6 5,2 3,7 4,8 3,3 15,6 6,3 8,7 38,7 23,9 11,9<br />

Az. Ulss n. 17 Este 3,6 0,6 3,6 0,6 3,2 0,5 14,5 0,8 13,6 18,6 1,6 16,8<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 6,3 3,6 7,2 2,6 6,6 2,3 -5,1 -12,6 8,5 57,3 36,1 15,6<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 3,4 1,9 3,0 1,5 2,8 1,2 21,5 12,1 8,3 55,3 27,1 22,2<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 2,0 0,8 2,0 0,8 1,9 0,8 5,6 -2,9 8,8 2,7 5,2 -2,4<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 3,6 0,2 4,2 0,2 4,3 0,2 -16,0 -14,1 -2,2 -18,9 -12,8 -7,0<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 4,8 1,9 4,5 1,8 4,2 1,6 16,5 6,8 9,1 19,9 4,4 14,8<br />

Az. Osp. n. 1 Padova 0,2 0,2 0,2 -0,5 -1,4 0,9<br />

Az. Osp. n. 2 Verona 0,2 0,2 0,2 9,1 3,5 5,4<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong> 0,0 0,0 0,0<br />

TOTALE REGIONALE 3,8 1,4 3,9 1,2 3,8 1,1 0,4 -2,2 2,7 20,2 10,0 9,3<br />

FONTE: Aziende Ulss<br />

*popolazione media pesata (peso regionale)<br />

06/04<br />

06/05<br />

05/04


TAB. 21<br />

AZIENDE<br />

prestazioni<br />

pro capite<br />

di cui da<br />

privati<br />

prestazioni<br />

pro capite<br />

di cui da<br />

privati<br />

prestazioni<br />

pro capite<br />

di cui da<br />

privati<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 10,1 0,6 9,8 0,5 9,9 0,3 1,6 2,4 -0,7 85,7 27,6 45,5<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 8,1 8,3 8,4 -3,7 -2,2 -1,6<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 10,8 10,1 9,8 10,4 7,3 2,9<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 8,2 0,6 7,8 0,6 7,1 0,6 15,4 5,1 9,8 -4,6 -2,8 -1,8<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 10,6 1,1 10,2 1,0 9,9 1,0 6,8 3,9 2,7 19,5 17,4 1,8<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 8,5 1,8 9,0 1,9 7,0 1,2 21,9 -4,9 28,1 47,9 -1,5 50,1<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 7,1 0,2 7,8 0,6 8,5 0,6 -15,6 -8,5 -7,7 -72,6 -72,1 -1,8<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 8,8 8,2 8,3 5,3 6,4 -1,1<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 8,2 1,2 8,0 1,2 7,8 1,2 4,9 3,1 1,8 -0,4 -0,8 0,4<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 8,5 0,5 9,2 0,8 10,2 0,5 -16,9 -7,6 -10,1 12,2 -34,3 70,6<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 11,4 3,2 11,5 3,4 10,0 2,1 14,0 -0,2 14,2 54,8 -7,8 67,9<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 10,1 1,3 10,0 1,2 10,3 1,0 -1,4 1,4 -2,8 22,5 5,9 15,7<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 9,5 2,5 10,7 2,6 10,5 2,1 -10,1 -11,5 1,5 18,8 -5,1 25,1<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 12,2 0,7 10,5 0,6 9,5 0,6 29,1 16,8 10,6 26,7 17,2 8,1<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 4,9 4,6 3,7 3,4 3,1 2,7 59,1 32,2 20,3 68,9 35,6 24,5<br />

Az. Ulss n. 17 Este 9,6 1,6 9,3 1,5 8,4 0,9 13,4 3,1 10,0 79,0 4,7 71,0<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 7,3 1,4 7,5 1,5 7,5 1,1 -2,5 -2,8 0,3 27,1 -3,7 32,0<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 9,5 4,0 8,5 3,7 8,2 3,5 15,2 11,9 2,9 14,5 9,2 4,9<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 5,6 2,1 5,9 2,1 5,9 1,9 -4,8 -5,2 0,5 9,0 0,7 8,2<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 11,2 2,2 10,3 2,1 11,0 2,3 1,4 8,4 -6,4 -3,2 7,7 -10,1<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 8,0 2,7 8,7 2,6 9,1 2,7 -12,0 -8,4 -4,0 -0,2 2,8 -2,9<br />

Az. Osp. n. 1 Padova 0,7 0,6 0,7 0,9 2,9 -2,0<br />

Az. Osp. n. 2 Verona 0,5 0,5 0,4 14,2 8,3 5,5<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong><br />

TOTALE REGIONALE 8,6 1,7 8,4 1,6 8,1 1,4 5,4 1,8 3,5 27,4 5,2 21,1<br />

FONTE: Aziende Ulss<br />

*popolazione media pesata (peso regionale)<br />

PRESTAZIONI SPECIALISTICHE AMBULATORIALI (ATTIVITA' DI LABORATORIO)<br />

PRO CAPITE 2006-2004<br />

N. PRESTAZIONI DI ATTIVITA' DI LABORATORIO/ popolazione<br />

residente*<br />

2006<br />

2005 2004<br />

∆ % prestazioni pro<br />

capite<br />

06/04 06/05 05/04<br />

∆ % di cui da privati<br />

06/04 06/05 05/04


TAB. 22<br />

AZIENDE<br />

prestazioni<br />

pro capite<br />

di cui da<br />

privati<br />

prestazioni<br />

pro capite<br />

di cui da<br />

privati<br />

prestazioni<br />

pro capite<br />

di cui da<br />

privati<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 3,0 0,1 0,7 0,1 0,8 0,1 257,8 316,5 -14,1 -11,9 -21,6 12,4<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 0,5 0,5 0,5 -2,6 -4,1 1,5<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 0,6 0,6 0,6 6,8 9,2 -2,2<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 0,5 0,5 0,5 -3,4 -6,6 3,4<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 0,5 0,5 0,5 -0,7 3,0 -3,5<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 0,7 0,4 0,7 0,4 0,7 0,3 -0,7 1,6 -2,3 12,7 -2,8 15,9<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 0,4 0,0 0,5 0,1 0,5 0,1 -17,1 -14,7 -2,9 -80,9 -78,6 -10,7<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 0,5 0,1 0,6 0,1 0,6 0,1 -12,7 -14,8 2,5 108,5 22,8 69,8<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 0,7 0,3 0,7 0,3 0,7 0,2 -1,3 -4,0 2,8 18,7 4,9 13,1<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 0,6 0,2 0,6 0,2 0,8 0,1 -21,5 5,8 -25,8 14,9 -4,5 20,3<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 0,9 0,3 0,8 0,3 0,8 0,2 14,8 4,8 9,5 29,1 -7,3 39,2<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 0,6 0,1 0,7 0,1 0,6 0,1 -7,7 -12,6 5,7 15,4 3,7 11,2<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 0,9 0,3 1,1 0,4 0,9 0,3 -0,7 -14,0 15,5 23,4 -12,8 41,6<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 0,5 0,0 0,5 0,0 0,5 0,0 -2,0 -2,0 0,1 -100,0 -100,0 -17,8<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 0,8 0,7 0,6 0,4 0,5 0,4 51,6 36,1 11,3 73,5 58,9 9,2<br />

Az. Ulss n. 17 Este 0,6 0,0 0,6 0,0 0,7 0,0 -14,5 -7,0 -8,1 15,9 1,9 13,7<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 0,9 0,4 0,8 0,3 0,9 0,3 1,2 16,4 -13,1 37,7 14,5 20,3<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 1,0 0,6 0,8 0,5 0,7 0,4 32,1 18,9 11,2 50,4 24,8 20,5<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 0,5 0,2 0,5 0,2 0,4 0,2 14,9 10,7 3,8 24,7 6,4 17,3<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 0,6 0,5 0,5 12,9 30,2 -13,3<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 0,7 0,3 0,8 0,4 0,8 0,4 -14,3 -13,6 -0,8 -13,2 -12,2 -1,1<br />

Az. Osp. n. 1 Padova 0,0 0,0 0,0<br />

Az. Osp. n. 2 Verona 0,1 0,1 0,1<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong><br />

PRESTAZIONI SPECIALISTICHE AMBULATORIALI (ATTIVITA' DI DIAGNOSTICA STRUMENTALE E PER IMMAGINI)<br />

PRO CAPITE 2006-2004<br />

2006 2005 2004<br />

∆ % prestazioni pro<br />

capite<br />

∆ % di cui da privati<br />

06/04 06/05 05/04<br />

TOTALE REGIONALE 0,7 0,2 0,6 0,2 0,6 0,2 11,8 12,1 -0,3 26,5 9,0 16,1<br />

FONTE: Aziende Ulss<br />

*popolazione media pesata (peso regionale)<br />

N. PRESTAZIONI DI DIAGNOSTICA/ popolazione residente*<br />

06/04<br />

06/05 05/04


TAB. 23<br />

AZIENDE<br />

di cui per<br />

acquisti da<br />

privati<br />

di cui per<br />

acquisti da<br />

privati<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 38.991 2.025 5,2 39.364 2.403 6,1 35.079 2.242 6,4 11,2 -0,9 12,2 -9,6 -15,7 7,2<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 29.110 28.873 25.925 12,3 0,8 11,4<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 34.366 11 0,0 35.414 25 0,1 24.417 22 0,1 40,7 -3,0 45,0 -51,6 -57,4 13,7<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 33.134 409 1,2 31.867 336 1,1 27.601 296 1,1 20,0 4,0 15,5 38,2 21,9 13,3<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 32.599 795 2,4 32.336 723 2,2 21.423 634 3,0 52,2 0,8 50,9 25,3 10,0 14,0<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 84.244 19.984 23,7 81.902 18.438 22,5 73.438 16.266 22,1 14,7 2,9 11,5 22,9 8,4 13,4<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 37.424 1.336 3,6 33.694 3.433 10,2 30.449 3.295 10,8 22,9 11,1 10,7 -59,5 -61,1 4,2<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 63.910 1.246 1,9 63.856 925 1,4 50.636 645 1,3 26,2 0,1 26,1 93,2 34,7 43,4<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 100.618 15.125 15,0 94.199 14.939 15,9 50.708 10.870 21,4 98,4 6,8 85,8 39,1 1,2 37,4<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 54.469 5.233 9,6 52.490 5.026 9,6 45.371 4.537 10,0 20,1 3,8 15,7 15,4 4,1 10,8<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 120.562 18.194 15,1 117.728 14.819 12,6 104.374 14.251 13,7 15,5 2,4 12,8 27,7 22,8 4,0<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 68.485 7.210 10,5 64.945 9.106 14,0 58.404 7.281 12,5 17,3 5,5 11,2 -1,0 -20,8 25,1<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 34.305 5.017 14,6 35.711 9.540 26,7 31.166 7.375 23,7 10,1 -3,9 14,6 -32,0 -47,4 29,4<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 50.239 1.029 2,0 48.159 815 1,7 43.703 725 1,7 15,0 4,3 10,2 41,9 26,2 12,5<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 151.617 54.187 35,7 125.277 59.079 47,2 109.704 53.257 48,5 38,2 21,0 14,2 1,7 -8,3 10,9<br />

Az. Ulss n. 17 Este 49.915 10.620 21,3 46.269 7.861 17,0 42.834 6.533 15,3 16,5 7,9 8,0 62,6 35,1 20,3<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 74.391 10.909 14,7 81.661 11.016 13,5 22.503 8.771 39,0 230,6 -8,9 262,9 24,4 -1,0 25,6<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 18.982 7.066 37,2 16.706 6.132 36,7 14.846 4.187 28,2 27,9 13,6 12,5 68,7 15,2 46,4<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 117.556 15.408 13,1 111.402 13.266 11,9 105.112 11.240 10,7 11,8 5,5 6,0 37,1 16,1 18,0<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 42.466 1.952 4,6 42.077 1.455 3,5 34.800 1.176 3,4 22,0 0,9 20,9 66,0 34,2 23,7<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 69.078 31.062 45,0 61.071 30.859 50,5 56.082 27.918 49,8 23,2 13,1 8,9 11,3 0,7 10,5<br />

Az. Osp. n. 1 Padova 100.153 90.840 82.001 22,1 10,3 10,8<br />

Az. Osp. n. 2 Verona 75.844 73.893 64.398 17,8 2,6 14,7<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong> 13.656<br />

TOTALE REGIONALE 1.496.114 208.819 14,0 1.409.734 210.196 14,9 1.154.974 181.521 15,7 29,5 6,1 22,1 15,0 -0,7 15,8<br />

FONTE: modelli LA ed aziende Ulss<br />

COSTI<br />

2006<br />

COSTI DELL'ASSISTENZA SPECIALISTICA AMBULATORIALE (TOTALI) 2006-2004 (in migliaia di euro)<br />

incidenza % acquisti<br />

da privati/totale costi<br />

COSTI<br />

2005<br />

incidenza % acquisti<br />

da privati/totale costi<br />

COSTI<br />

2004<br />

di cui per<br />

acquisti da<br />

privati<br />

incidenza % acquisti<br />

da privati/totale costi<br />

COSTI ∆ %<br />

06/04 06/05 05/04<br />

di cui per acquisti da<br />

privati ∆ %<br />

06/04 06/05 05/04


TAB. 24<br />

AZIENDE<br />

di cui per acquisti<br />

da privati<br />

COSTI DELL'ASSISTENZA SPECIALISTICA AMBULATORIALE (ATTIVITA' CLINICA) 2006-2004 (in migliaia di euro)<br />

di cui per<br />

acquisti da<br />

privati<br />

incidenza %<br />

acquisti da<br />

privati/totale costi<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 20.266 233 1,1 20.593 353 1,7 17.655 510 2,9 14,8 -1,6 16,6 -54,4 -34,1 -30,7<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 17.190 17.802 15.204 13,1 -3,4 17,1<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 16.409 11 0,1 21.991 25 0,1 14.041 22 0,2 16,9 -25,4 56,6 -51,6 -57,4 13,7<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 20.489 75 0,4 19.824 66 0,3 17.915 52 0,3 14,4 3,4 10,7 43,4 14,0 25,8<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 17.459 54 0,3 17.834 49 0,3 11.329 47 0,4 54,1 -2,1 57,4 17,0 10,6 5,8<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 40.533 7.242 17,9 37.741 6.425 17,0 32.988 5.720 17,3 22,9 7,4 14,4 26,6 12,7 12,3<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 21.830 806 3,7 20.250 1.391 6,9 18.803 1.338 7,1 16,1 7,8 7,7 -39,7 -42,0 4,0<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 26.539 38 0,1 24.688 34 0,1 18.612 28 0,2 42,6 7,5 32,6 34,5 10,8 21,4<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 48.364 7.874 16,3 42.266 8.162 19,3 26.717 5.854 21,9 81,0 14,4 58,2 34,5 -3,5 39,4<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 29.102 987 3,4 28.219 1.627 5,8 23.406 1.596 6,8 24,3 3,1 20,6 -38,2 -39,3 1,9<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 80.627 10.349 12,8 79.173 7.567 9,6 67.616 7.467 11,0 19,2 1,8 17,1 38,6 36,8 1,3<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 41.675 5.473 13,1 35.557 6.447 18,1 31.269 4.984 15,9 33,3 17,2 13,7 9,8 -15,1 29,4<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 10.586 1.658 15,7 17.725 4.149 23,4 15.297 3.047 19,9 -30,8 -40,3 15,9 -45,6 -60,0 36,1<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 27.448 263 1,0 24.006 224 0,9 24.506 218 0,9 12,0 14,3 -2,0 20,4 17,0 2,9<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 69.469 23.563 33,9 67.049 32.111 47,9 62.411 29.384 47,1 11,3 3,6 7,4 -19,8 -26,6 9,3<br />

Az. Ulss n. 17 Este 20.422 603 3,0 20.350 521 2,6 19.440 439 2,3 5,1 0,4 4,7 37,3 15,7 18,7<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 22.660 5.800 25,6 25.400 6.096 24,0 14.073 5.065 36,0 61,0 -10,8 80,5 14,5 -4,8 20,4<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 9.082 2.229 24,5 7.510 1.874 24,9 7.101 1.345 18,9 27,9 20,9 5,8 65,7 19,0 39,3<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 68.838 4.122 6,0 63.906 3.616 5,7 56.976 3.284 5,8 20,8 7,7 12,2 25,5 14,0 10,1<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 22.844 596 2,6 19.993 332 1,7 18.353 186 1,0 24,5 14,3 8,9 220,6 79,4 78,7<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 33.294 13.436 40,4 28.222 13.906 49,3 24.587 11.760 47,8 35,4 18,0 14,8 14,3 -3,4 18,2<br />

Az. Osp. n. 1 Padova 53.036 48.560 41.573 27,6 9,2 16,8<br />

Az. Osp. n. 2 Verona 32.350 31.322 30.466 6,2 3,3 2,8<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong> 5.106<br />

TOTALE REGIONALE 755.618 85.412 11,3 719.981 94.974 13,2 610.338 82.345 13,5 23,8 4,9 18,0 3,7 -10,1 15,3<br />

FONTE: modelli LA ed aziende Ulss<br />

COSTI<br />

2006<br />

incidenza %<br />

acquisti da<br />

privati/totale costi<br />

COSTI<br />

2005<br />

COSTI<br />

2004<br />

di cui per<br />

acquisti da<br />

privati<br />

incidenza %<br />

acquisti da<br />

privati/totale<br />

costi<br />

06/04<br />

COSTI ∆ %<br />

06/05 05/04<br />

di cui per acquisti da privati ∆ %<br />

06/04 06/05 05/04


TAB. 25<br />

AZIENDE<br />

di cui per acquisti<br />

da privati<br />

di cui per<br />

acquisti da<br />

privati<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 6.725 247 3,7 7.076 428 6,1 5.615 207 3,7 19,8 -5,0 26,0 19,2 -42,4 106,9<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 5.063 4.857 4.402 15,0 4,2 10,3<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 10.408 7.060 4.286 142,8 47,4 64,7<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 7.286 334 4,6 6.813 270 4,0 4.773 244 5,1 52,7 6,9 42,7 37,1 23,9 10,7<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 7.535 741 9,8 7.179 674 9,4 5.284 588 11,1 42,6 5,0 35,9 26,0 9,9 14,6<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 17.084 2.101 12,3 16.362 1.974 12,1 15.729 1.605 10,2 8,6 4,4 4,0 30,9 6,5 23,0<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 6.278 152 2,4 4.908 398 8,1 4.529 369 8,1 38,6 27,9 8,4 -58,8 -61,7 7,8<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 15.191 15.836 12.119 25,3 -4,1 30,7<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 23.652 1.748 7,4 24.773 1.992 8,0 10.077 1.407 14,0 134,7 -4,5 145,8 24,3 -12,3 41,6<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 9.487 449 4,7 7.678 455 5,9 6.225 359 5,8 52,4 23,6 23,3 25,1 -1,2 26,6<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 18.516 4.008 21,6 17.742 3.620 20,4 16.609 3.338 20,1 11,5 4,4 6,8 20,1 10,7 8,4<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 11.288 1.014 9,0 11.200 1.651 14,7 10.337 1.392 13,5 9,2 0,8 8,3 -27,2 -38,6 18,6<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 10.096 1.172 11,6 8.389 1.929 23,0 7.877 1.553 19,7 28,2 20,3 6,5 -24,5 -39,2 24,2<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 11.646 766 6,6 11.745 586 5,0 8.834 503 5,7 31,8 -0,8 33,0 52,2 30,7 16,4<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 41.214 9.165 22,2 28.685 8.470 29,5 19.903 7.162 36,0 107,1 43,7 44,1 28,0 8,2 18,3<br />

Az. Ulss n. 17 Este 8.041 927 11,5 8.178 839 10,3 8.011 706 8,8 0,4 -1,7 2,1 31,3 10,5 18,8<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 18.997 739 3,9 19.665 848 4,3 5.408 745 13,8 251,3 -3,4 263,6 -0,8 -12,8 13,7<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 4.483 1.371 30,6 3.732 1.222 32,7 3.752 1.012 27,0 19,5 20,1 -0,5 35,4 12,2 20,7<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 21.554 2.918 13,5 22.423 2.711 12,1 22.610 2.329 10,3 -4,7 -3,9 -0,8 25,3 7,6 16,4<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 8.126 1.357 16,7 8.343 1.123 13,5 6.624 990 14,9 22,7 -2,6 26,0 37,0 20,8 13,4<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 14.764 3.810 25,8 13.998 3.742 26,7 12.213 3.131 25,6 20,9 5,5 14,6 21,7 1,8 19,5<br />

Az. Osp. n. 1 Padova 30.199 25.088 24.412 23,7 20,4 2,8<br />

Az. Osp. n. 2 Verona 19.283 18.956 19.036 1,3 1,7 -0,4<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong> 4.270<br />

TOTALE REGIONALE 331.186 33.019 10,0 300.686 32.931 11,0 238.665 27.640 11,6 38,8 10,1 26,0 19,5 0,3 19,1<br />

FONTE: modelli LA ed aziende Ulss<br />

COSTI<br />

2006<br />

COSTI DELL'ASSISTENZA SPECIALISTICA AMBULATORIALE (ATTIVITA' DI LABORATORIO) 2006-2004 (in migliaia di euro)<br />

incidenza %<br />

acquisti da<br />

privati/totale costi<br />

COSTI<br />

2005<br />

incidenza %<br />

acquisti da<br />

privati/totale costi<br />

COSTI<br />

2004 COSTI ∆ %<br />

di cui per<br />

acquisti da<br />

privati<br />

incidenza %<br />

acquisti da<br />

privati/totale<br />

costi<br />

06/04<br />

06/05<br />

05/04<br />

di cui per acquisti da privati ∆ %<br />

06/04 06/05 05/04


TAB. 26<br />

AZIENDE SANITARIE<br />

E OSPEDALIERE<br />

di cui per acquisti<br />

da privati<br />

di cui per<br />

acquisti da<br />

privati<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 12.000 1.546 12,9 11.695 1.622 13,9 11.809 1.525 12,9 1,6 2,6 -1,0 1,4 -4,7 6,3<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 6.857 6.214 6.319 8,5 10,3 -1,7<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 7.549 6.363 6.090 24,0 18,6 4,5<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 5.359 5.230 4.913 9,1 2,5 6,5<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 7.605 7.323 4.810 58,1 3,9 52,2<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 26.627 10.641 40,0 27.799 10.039 36,1 24.721 8.942 36,2 7,7 -4,2 12,5 19,0 6,0 12,3<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 9.316 378 4,1 8.536 1.645 19,3 7.117 1.589 22,3 30,9 9,1 19,9 -76,2 -77,0 3,5<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 22.180 1.208 5,4 23.332 891 3,8 19.905 617 3,1 11,4 -4,9 17,2 95,9 35,6 44,4<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 28.602 5.502 19,2 27.160 4.784 17,6 13.914 3.610 25,9 105,6 5,3 95,2 52,4 15,0 32,5<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 15.880 3.797 23,9 16.593 2.944 17,7 15.740 2.582 16,4 0,9 -4,3 5,4 47,1 29,0 14,0<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 21.419 3.836 17,9 20.813 3.632 17,4 20.149 3.445 17,1 6,3 2,9 3,3 11,4 5,6 5,4<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 15.522 723 4,7 18.188 1.008 5,5 16.798 904 5,4 -7,6 -14,7 8,3 -20,1 -28,3 11,5<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 13.623 2.187 16,1 9.597 3.463 36,1 7.992 2.775 34,7 70,5 42,0 20,1 -21,2 -36,8 24,8<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 11.145 0 0,0 12.408 5 0,0 10.363 4 0,0 7,5 -10,2 19,7 -100,0 -100,0 37,0<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 40.934 21.459 52,4 29.543 18.498 62,6 27.390 16.711 61,0 49,4 38,6 7,9 28,4 16,0 10,7<br />

Az. Ulss n. 17 Este 21.452 9.091 42,4 17.741 6.501 36,6 15.383 5.388 35,0 39,5 20,9 15,3 68,7 39,8 20,7<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 32.734 4.370 13,4 36.596 4.073 11,1 3.022 2.961 98,0 983,2 -10,6 1.111,0 47,6 7,3 37,6<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 5.417 3.465 64,0 5.464 3.036 55,6 3.993 1.830 45,8 35,7 -0,9 36,8 89,4 14,1 66,0<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 27.164 8.367 30,8 25.073 6.939 27,7 25.526 5.627 22,0 6,4 8,3 -1,8 48,7 20,6 23,3<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 11.496 13.741 9.823 17,0 -16,3 39,9<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 21.020 13.816 65,7 18.851 13.211 70,1 19.282 13.027 67,6 9,0 11,5 -2,2 6,1 4,6 1,4<br />

Az. Osp. n. 1 Padova 16.918 17.192 16.016 5,6 -1,6 7,3<br />

Az. Osp. n. 2 Verona 24.211 23.615 14.896 62,5 2,5 58,5<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong> 4.280<br />

TOTALE REGIONALE 409.310 90.387 22,1 389.067 82.290 21,2 305.971 71.535 23,4 33,8 5,2 27,2 26,4 9,8 15,0<br />

FONTE: modelli LA ed aziende Ulss<br />

COSTI DELL'ASSISTENZA SPECIALISTICA AMBULATORIALE (ATTIVITA' DI DIAGNOSTICA STRUMENTALE E PER IMMAGINI) 2006-2004 (in migliaia di euro)<br />

COSTI<br />

2006<br />

incidenza %<br />

acquisti da<br />

privati/totale costi<br />

COSTI<br />

2005<br />

incidenza %<br />

acquisti da<br />

privati/totale costi<br />

COSTI<br />

2004 COSTI ∆ %<br />

di cui per<br />

acquisti da<br />

privati<br />

incidenza %<br />

acquisti da<br />

privati/totale<br />

costi<br />

06/04<br />

06/05<br />

05/04<br />

di cui per acquisti da privati ∆ %<br />

06/04 06/05 05/04


TAB. 23bis<br />

AZIENDE<br />

2006<br />

costi pro capite<br />

COSTI DELL'ASSISTENZA SPECIALISTICA AMBULATORIALE (TOTALI) (in unità di euro)<br />

di cui per<br />

acquisti da<br />

privati<br />

2005<br />

costi pro capite<br />

di cui per<br />

acquisti da<br />

privati<br />

PRO CAPITE 2006-2004<br />

2004<br />

costi pro capite<br />

di cui per<br />

acquisti da<br />

privati<br />

di cui per acquisti da privati ∆ %<br />

06/04 06/05 05/04<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 283,3 14,7 287,1 17,5 256,9 16,4 10,3 -1,3 11,8 -10,4 -16,0 6,8<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 328,4 328,3 297,5 10,4 0,0 10,4<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 199,7 0,1 208,8 0,1 146,2 0,1 36,6 -4,3 42,8 -53,0 -58,0 11,9<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 181,4 2,2 176,2 1,9 154,7 1,7 17,3 2,9 13,9 35,0 20,7 11,9<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 189,6 4,6 190,3 4,3 128,1 3,8 47,9 -0,4 48,5 21,8 8,6 12,2<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 274,6 65,1 270,3 60,9 246,0 54,5 11,6 1,6 9,9 19,5 7,0 11,7<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 171,1 6,1 154,8 15,8 141,6 15,3 20,8 10,5 9,3 -60,2 -61,3 2,9<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 273,2 5,3 277,2 4,0 223,7 2,8 22,1 -1,4 23,9 86,9 32,7 40,9<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 253,4 38,1 239,3 38,0 131,2 28,1 93,1 5,9 82,4 35,4 0,4 35,0<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 256,2 24,6 250,1 23,9 219,3 21,9 16,8 2,4 14,1 12,2 2,8 9,2<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 361,4 54,5 354,0 44,6 314,7 43,0 14,8 2,1 12,5 26,9 22,4 3,7<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 269,1 28,3 259,5 36,4 237,5 29,6 13,3 3,7 9,2 -4,3 -22,1 22,9<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 254,7 37,3 267,1 71,4 238,0 56,3 7,0 -4,6 12,2 -33,8 -47,8 26,7<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 216,8 4,4 211,7 3,6 195,8 3,2 10,7 2,4 8,1 36,7 23,9 10,3<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 358,3 128,0 300,1 141,5 269,0 130,6 33,2 19,4 11,6 -2,0 -9,5 8,4<br />

Az. Ulss n. 17 Este 265,1 56,4 248,1 42,1 232,3 35,4 14,1 6,9 6,8 59,2 33,8 18,9<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 401,7 58,9 442,8 59,7 122,7 47,8 227,5 -9,3 261,0 23,2 -1,4 25,0<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 236,5 88,0 208,9 76,7 186,4 52,6 26,9 13,2 12,0 67,4 14,8 45,8<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 249,2 32,7 240,3 28,6 229,4 24,5 8,6 3,7 4,7 33,2 14,2 16,6<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 278,7 12,8 279,0 9,6 233,8 7,9 19,2 -0,1 19,3 62,2 32,8 22,1<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 261,3 117,5 235,9 119,2 221,5 110,2 18,0 10,8 6,5 6,6 -1,4 8,1<br />

Az. Osp. n. 1 Padova 20,7 19,0 17,4 19,0 9,0 9,2<br />

Az. Osp. n. 2 Verona 15,7 15,4 13,7 14,7 1,4 13,1<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong> 2,8 0,0 0,0<br />

TOTALE REGIONALE 309,0 43,1 294,6 43,9 244,9 38,5 26,2 4,9 20,3 12,1 -1,8 14,1<br />

FONTE: elaborazione Corte dei conti<br />

costi pro capite ∆ %<br />

06/04 06/05 05/04


TAB. 24bis<br />

AZIENDE<br />

costi pro capite<br />

COSTI DELL'ASSISTENZA SPECIALISTICA AMBULATORIALE (CLINICA) (in unità di euro)<br />

2006 2005<br />

di cui per<br />

acquisti da<br />

privati<br />

di cui per<br />

acquisti da<br />

privati<br />

PRO CAPITE 2006-2004<br />

2004<br />

costi pro capite costi pro capite<br />

di cui per<br />

acquisti da<br />

privati<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 147,2 1,7 150,2 2,6 129,3 3,7 13,9 -2,0 16,2 -54,7 -34,4 -31,0<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 193,9 0,0 202,4 0,0 174,5 0,0 11,2 -4,2 16,0<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 95,4 0,1 129,6 0,1 84,1 0,1 13,5 -26,4 54,2 -53,0 -58,0 11,9<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 112,1 0,4 109,6 0,4 100,4 0,3 11,7 2,3 9,2 40,1 12,9 24,1<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 101,5 0,3 105,0 0,3 67,8 0,3 49,8 -3,3 54,9 13,8 9,3 4,1<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 132,1 23,6 124,6 21,2 110,5 19,2 19,5 6,1 12,7 23,2 11,3 10,7<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 99,8 3,7 93,1 6,4 87,4 6,2 14,1 7,2 6,4 -40,8 -42,3 2,7<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 113,5 0,2 107,2 0,1 82,2 0,1 38,0 5,9 30,3 30,2 9,1 19,3<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 121,8 19,8 107,4 20,7 69,1 15,1 76,2 13,4 55,4 30,9 -4,4 36,9<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 136,9 4,6 134,5 7,8 113,1 7,7 21,0 1,8 18,9 -39,8 -40,1 0,5<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 241,7 31,0 238,1 22,8 203,9 22,5 18,5 1,5 16,8 37,8 36,3 1,1<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 163,8 21,5 142,1 25,8 127,2 20,3 28,8 15,3 11,7 6,1 -16,5 27,1<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 78,6 12,3 132,6 31,0 116,8 23,3 -32,7 -40,7 13,5 -47,1 -60,3 33,4<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 118,4 1,1 105,5 1,0 109,8 1,0 7,9 12,2 -3,9 15,9 14,9 0,9<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 164,1 55,7 160,6 76,9 153,0 72,1 7,3 2,2 4,9 -22,7 -27,6 6,8<br />

Az. Ulss n. 17 Este 108,5 3,2 109,1 2,8 105,4 2,4 2,9 -0,6 3,5 34,4 14,6 17,3<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 122,4 31,3 137,7 33,1 76,7 27,6 59,5 -11,2 79,6 13,4 -5,3 19,7<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 113,2 27,8 93,9 23,4 89,2 16,9 26,9 20,5 5,3 64,4 18,6 38,7<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 145,9 8,7 137,8 7,8 124,3 7,2 17,4 5,9 10,8 21,9 12,1 8,8<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 149,9 3,9 132,5 2,2 123,3 1,2 21,6 13,1 7,5 213,2 77,6 76,4<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 126,0 50,8 109,0 53,7 97,1 46,4 29,7 15,6 12,3 9,5 -5,4 15,7<br />

Az. Osp. n. 1 Padova 11,0 10,1 8,8 24,3 7,9 15,1<br />

Az. Osp. n. 2 Verona 6,7 6,5 6,5 3,4 2,1 1,3<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong> 1,1<br />

TOTALE REGIONALE 156,1 17,6 150,4 19,8 129,4 17,5 20,6 3,7 16,3 1,0 -11,1 13,7<br />

FONTE: elaborazione Corte dei conti<br />

06/04<br />

costi pro capite ∆ %<br />

06/05 05/04<br />

di cui per acquisti da privati ∆ %<br />

06/04 06/05 05/04


TAB. 25bis<br />

AZIENDE<br />

2006 2005<br />

costi pro capite<br />

di cui per<br />

acquisti da<br />

privati<br />

di cui per<br />

acquisti da<br />

privati<br />

PRO CAPITE 2006-2004<br />

2004<br />

costi pro capite costi pro capite<br />

di cui per<br />

acquisti da<br />

privati<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 48,9 1,8 51,6 3,1 41,1 1,5 18,8 -5,3 25,5 18,3 -42,6 106,1<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 57,1 55,2 50,5 13,1 3,4 9,3<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 60,5 41,6 25,7 135,8 45,3 62,2<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 39,9 1,8 37,7 1,5 26,7 1,4 49,1 5,8 40,9 33,9 22,6 9,2<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 43,8 4,3 42,3 4,0 31,6 3,5 38,6 3,7 33,7 22,5 8,6 12,8<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 55,7 6,8 54,0 6,5 52,7 5,4 5,7 3,1 2,5 27,4 5,1 21,2<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 28,7 0,7 22,6 1,8 21,1 1,7 36,2 27,2 7,1 -59,5 -62,0 6,6<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 64,9 68,7 53,5 21,3 -5,5 28,4<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 59,6 4,4 62,9 5,1 26,1 3,6 128,5 -5,4 141,4 21,0 -13,0 39,1<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 44,6 2,1 36,6 2,2 30,1 1,7 48,3 21,9 21,6 21,7 -2,5 24,9<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 55,5 12,0 53,4 10,9 50,1 10,1 10,8 4,0 6,5 19,3 10,3 8,1<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 44,4 4,0 44,8 6,6 42,0 5,7 5,5 -0,9 6,4 -29,6 -39,6 16,5<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 75,0 8,7 62,8 14,4 60,2 11,9 24,6 19,5 4,3 -26,6 -39,7 21,7<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 50,3 3,3 51,6 2,6 39,6 2,3 27,0 -2,7 30,4 46,6 28,3 14,3<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 97,4 21,7 68,7 20,3 48,8 17,6 99,5 41,7 40,8 23,3 6,7 15,5<br />

Az. Ulss n. 17 Este 42,7 4,9 43,8 4,5 43,5 3,8 -1,7 -2,6 0,9 28,6 9,5 17,5<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 102,6 4,0 106,6 4,6 29,5 4,1 248,0 -3,8 261,8 -1,8 -13,2 13,2<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 55,9 17,1 46,7 15,3 47,1 12,7 18,6 19,7 -1,0 34,4 11,9 20,1<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 45,7 6,2 48,4 5,8 49,3 5,1 -7,4 -5,5 -2,0 21,7 5,8 15,0<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 53,3 8,9 55,3 7,4 44,5 6,7 19,8 -3,6 24,3 33,8 19,6 11,9<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 55,9 14,4 54,1 14,5 48,2 12,4 15,8 3,3 12,1 16,6 -0,3 16,9<br />

Az. Osp. n. 1 Padova 6,2 5,2 5,2 20,5 19,0 1,3<br />

Az. Osp. n. 2 Verona 4,0 4,0 4,0 -1,3 0,5 -1,9<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong> 0,9<br />

TOTALE REGIONALE 68,4 6,8 62,8 6,9 50,6 5,9 35,2 8,9 24,2 16,4 -0,9 17,4<br />

FONTE: elaborazione Corte dei conti<br />

COSTI DELL'ASSISTENZA SPECIALISTICA AMBULATORIALE (LABORATORIO) (in unità di euro)<br />

06/04<br />

costi pro capite ∆ %<br />

06/05<br />

05/04<br />

di cui per acquisti da privati ∆ %<br />

06/04 06/05 05/04


TAB. 26bis<br />

AZIENDE SANITARIE<br />

E OSPEDALIERE<br />

2006 2005<br />

costi pro capite<br />

di cui per<br />

acquisti da<br />

privati<br />

di cui per<br />

acquisti da<br />

privati<br />

PRO CAPITE 2006-2004<br />

2004<br />

costi pro capite costi pro capite<br />

di cui per<br />

acquisti da<br />

privati<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 87,2 11,2 85,3 11,8 86,5 11,2 0,8 2,2 -1,4 0,6 -5,0 5,9<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 77,4 70,6 72,5 6,7 9,5 -2,6<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 43,9 37,5 36,5 20,3 17,0 2,9<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 29,3 28,9 27,5 6,6 1,4 5,1<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 44,2 43,1 28,8 53,7 2,6 49,8<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 86,8 34,7 91,7 33,1 82,8 30,0 4,8 -5,4 10,8 15,8 4,7 10,6<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 42,6 1,7 39,2 7,6 33,1 7,4 28,7 8,5 18,5 -76,6 -77,2 2,3<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 94,8 5,2 101,3 3,9 87,9 2,7 7,8 -6,4 15,1 89,5 33,6 41,9<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 72,0 13,9 69,0 12,2 36,0 9,3 100,1 4,4 91,7 48,4 14,0 30,1<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 74,7 17,9 79,1 14,0 76,1 12,5 -1,8 -5,5 3,9 43,1 27,3 12,4<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 64,2 11,5 62,6 10,9 60,8 10,4 5,7 2,6 3,0 10,7 5,3 5,1<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 61,0 2,8 72,7 4,0 68,3 3,7 -10,7 -16,1 6,4 -22,8 -29,5 9,5<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 101,2 16,2 71,8 25,9 61,0 21,2 65,7 40,9 17,6 -23,3 -37,3 22,3<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 48,1 0,0 54,6 0,0 46,4 0,0 3,6 -11,8 17,5 -100,0 -100,0 34,4<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 96,7 50,7 70,8 44,3 67,2 41,0 44,0 36,7 5,4 23,7 14,4 8,1<br />

Az. Ulss n. 17 Este 113,9 48,3 95,1 34,9 83,4 29,2 36,6 19,8 14,0 65,2 38,5 19,3<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 176,8 23,6 198,4 22,1 16,5 16,1 973,0 -10,9 1.104,7 46,2 6,9 36,9<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 67,5 43,2 68,3 38,0 50,1 23,0 34,6 -1,2 36,2 87,9 13,7 65,2<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 57,6 17,7 54,1 15,0 55,7 12,3 3,4 6,5 -2,9 44,4 18,5 21,9<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 75,4 91,1 66,0 14,3 -17,2 38,0<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 79,5 52,3 72,8 51,0 76,1 51,4 4,4 9,2 -4,4 1,6 2,4 -0,8<br />

Az. Osp. n. 1 Padova 3,5 3,6 3,4 2,9 -2,7 5,8<br />

Az. Osp. n. 2 Verona 5,0 4,9 3,2 58,3 1,3 56,3<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong> 0,9<br />

TOTALE REGIONALE 84,5 18,7 81,3 17,2 64,9 15,2 30,3 4,0 25,3 23,1 8,6 13,4<br />

FONTE: elaborazione Corte dei conti<br />

COSTI DELL'ASSISTENZA SPECIALISTICA AMBULATORIALE (DIAGNOSTICA STRUMENTALE E PER IMMAGINI) (in unità di euro)<br />

06/04<br />

costi pro capite ∆ %<br />

06/05<br />

05/04<br />

di cui per acquisti da privati ∆ %<br />

06/04 06/05 05/04


TAB. 26ter<br />

AZIENDE<br />

2006 2005 2004 2006 2005 2004 2006 2005 2004 2006 2005 2004<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 15,5 21,0 23,6 9,2 14,6 17,4 2,8 6,1 4,3 96,8 79,9 84,8<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 12,3 19,4 17,8 12,3 19,4 17,8<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 3,6 2,9 2,5 13,8 11,6 9,7 3,1 2,4 2,2<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 3,9 4,2 3,8 7,7 6,8 6,5 3,8 4,1 3,7<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 18,5 17,3 20,3 17,8 16,7 17,2 3,8 3,5 4,4 92,2 85,6 89,8<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 15,1 15,1 14,6 16,3 16,5 16,8 4,4 3,2 3,0 90,8 85,1 74,3<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 39,6 35,3 38,0 8,5 7,6 6,3 44,7 41,1 49,2<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 12,8 12,5 9,3 13,2 13,3 9,6 3,7 4,2 3,0 52,6 48,4 42,1<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 12,9 14,1 16,4 3,8 10,6 10,6 4,1 2,7 3,7 105,9 79,4 85,0<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 10,4 7,9 10,7 17,4 11,8 12,9 3,8 3,2 4,9 40,6 35,7 47,3<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 8,4 10,3 9,3 10,6 11,5 9,9 3,1 5,5 5,4 30,0 44,2 44,9<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 7,2 13,7 13,1 5,2 13,9 11,9 3,5 5,5 5,7 50,2 69,7 80,8<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 5,3 4,9 4,7 11,6 10,4 9,9 4,5 4,1 3,9 3,3 2,0<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 13,0 18,8 20,4 12,2 20,9 21,9 4,7 6,0 6,4 75,9 105,4 106,4<br />

Az. Ulss n. 17 Este 24,8 19,2 24,2 5,1 4,5 4,5 3,1 2,9 4,3 1197,4 880,7 839,6<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 11,0 13,6 13,1 8,8 12,6 12,2 2,8 3,1 3,6 66,6 71,3 62,7<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 13,4 13,5 10,2 14,4 15,4 13,6 4,3 4,1 3,6 70,8 77,7 56,7<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 10,2 9,1 8,3 10,4 9,8 8,8 2,9 2,8 2,6 71,4 64,1 61,7<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 5,4 4,3 3,2 23,6 11,6 6,1 4,0 3,6 2,9<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 24,0 24,9 23,8 26,8 29,6 29,4 5,4 5,6 4,6 157,8 135,2 134,8<br />

TOTALE REGIONALE 13,0 14,3 14,5 13,0 16,0 15,4 4,0 4,2 4,3 84,1 84,4 86,4<br />

FONTE: elaborazione Corte dei conti<br />

COSTO PER PRESTAZIONE AMBULATORIALE ACQUISTATA DA PRIVATO 2006-2004 (in unità di euro)<br />

TOTALE<br />

clinica laboratorio<br />

diagnostica strumentale e per<br />

immagini


TAB. 27<br />

AZIENDE<br />

Strutture a<br />

gestione diretta<br />

delle aziende<br />

2006<br />

strutture a gestione privata<br />

Strutture<br />

equiparate<br />

pubbliche<br />

Case di cura<br />

private<br />

convenzionate<br />

Case di cura<br />

private non<br />

convenzionate*<br />

LE STRUTTURE DI RICOVERO E CURA NELLA REGIONE VENETO<br />

Strutture a<br />

gestione diretta<br />

delle aziende<br />

Strutture<br />

equiparate<br />

pubbliche<br />

2005<br />

strutture a gestione privata<br />

Case di cura<br />

private<br />

convenzionate<br />

Case di cura<br />

private non<br />

convenzionate*<br />

Strutture a<br />

gestione diretta<br />

Strutture<br />

equiparate<br />

pubbliche<br />

2004<br />

strutture a gestione privata<br />

Case di cura<br />

private<br />

accreditate<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 4 4 4<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 2 2 2<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 2 2 3<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 2 2 2<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 4 4 4<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 2 3 2 3 2 3<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di Soligo 2 2 2 2 2 2<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 2 2 2<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 3 1 2 3 1 2 3 1 2<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 3 1 3 1 3 1<br />

Az. Ulss n. 12 Veneziana 3 4 3 4 3 4<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 3 3 3<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 2 2 2<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 2 2 2<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 1 1 3 2 1 1 3 2 1 1 3 2<br />

Az. Ulss n. 17 Este 3 3 3<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 2 2 2 2 2 2<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 1 1 1 1 1 1<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 2 1 3 1 2 1 3 1 4 1 3 1<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 3 3 3<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 5 2 1 5 2 1 5 2 1<br />

Azienda Osp. di Padova 1 1 1<br />

Azienda Osp. di Verona 1 1 1<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong> 1<br />

TOTALE REGIONALE 56 12 15 3 55 12 15 3 58 12 15 3<br />

FONTE:Regione <strong>Veneto</strong> - Direzioneper i Servizi Sanitari<br />

*operanti nel territorio dell'azienda sanitaria<br />

Case di cura<br />

private non<br />

convenzionate*


TAB. 28_2006<br />

AZIENDE<br />

STRUTTURE A GESTIONE DIRETTA DELLE AZIENDE<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Day<br />

Hospital<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Day<br />

Hospital<br />

NUMERO POSTI LETTO<br />

ANNO 2006<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

STRUTTURE A GESTIONE PRIVATA<br />

ACUTI RIABILITAZIONE<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

TOTALE<br />

ACUTI RIABILITAZIONE<br />

Day<br />

Hospital<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Day<br />

Hospital<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 542 37 16 20 42 657<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 265 40 45 36 385<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 461 57 21 539<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 418 65 15 10 507<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 367 83 38 36 523<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 904 92 47 15 1.058 146 10 57 16 11 240<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 509 81 47 1 54 692 41 9 27 38 115<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 537 81 19 56 693<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 1060 206 73 10 60 1.409 244 18 34 5 19 320<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 476 60 13 4 38 592 110 5 115<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 845 117 19 40 1.021 185 17 347 16 30 595<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 613 91 4 5 78 791<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 372 62 3 41 477<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 633 70 26 4 68 801<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 275 47 17 69 408 270 25 58 28 35 416<br />

Az. Ulss n. 17 Este 347 88 14 2 63 514<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 501 67 38 64 670 100 8 33 2 6 149<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 169 24 23 216 119 8 27 154<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 262 32 82 376 247 3 37 1 288<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 349 59 86 12 24 530<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 269 56 78 2 405 564 67 168 12 10 821<br />

Az. Osp. n. 1 Padova 1327 158 51 1.536<br />

Az. Osp. n. 2 Verona 1433 165 75 8 1.682<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong> 50 29 79<br />

TOTALE REGIONALE 12.982 1.868 743 83 884 16.559 2.026 170 788 118 111 3.213<br />

FONTE: elaborazione Corte dei conti su flussi ministeriali mod. hsp 22 bis e mod. hsp 13<br />

TOTALE


TAB. 28_2005<br />

AZIENDE<br />

STRUTTURE A GESTIONE DIRETTA DELLE AZIENDE<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

ACUTI RIABILITAZIONE<br />

Day<br />

Hospital<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Day<br />

Hospital<br />

NUMERO POSTI LETTO<br />

ANNO 2005<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

ACUTI RIABILITAZIONE<br />

Day<br />

Hospital<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Day<br />

Hospital<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 545 37 16 17 51 666<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 266 39 45 37 388<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 478 54 21 553<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 433 66 15 12 526<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 366 81 38 36 521<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 923 104 47 15 1.089 146 10 57 16 11 240<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 435 61 47 1 64 608 124 27 22 34 207<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 533 82 19 0 56 690<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 1035 199 58 10 60 1.361 244 18 36 3 20 321<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 469 66 3 3 39 580 110 13 123<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 851 115 19 41 1.026 185 17 349 16 34 601<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 617 92 0 5 85 799<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 358 67 2 49 475<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 628 68 26 4 68 794<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 274 65 16 69 423 277 28 58 27 37 427<br />

Az. Ulss n. 17 Este 353 92 13 1 62 521<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 506 69 43 65 683 100 8 33 2 6 149<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 169 24 23 216 121 8 22 151<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 267 36 83 386 240 3 38 281<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 358 59 86 12 24 539<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 269 57 78 2 406 563 74 152 8 10 807<br />

Az. Osp. n. 1 Padova 1407 184 47 1.637<br />

Az. Osp. n. 2 Verona<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong><br />

1445 118 76 7 1.646<br />

TOTALE REGIONALE 12.985 1.836 713 77 923 16.533 2.110 206 767 106 118 3.307<br />

TOTALE<br />

STRUTTURE A GESTIONE PRIVATA<br />

TOTALE


TAB. 28_2004<br />

AZIENDE<br />

STRUTTURE A GESTIONE DIRETTA DELLE AZIENDE<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

ACUTI RIABILITAZIONE<br />

Day<br />

Hospital<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Day<br />

Hospital<br />

NUMERO POSTI LETTO<br />

ANNO 2004<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Day<br />

Hospital<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Day<br />

Hospital<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 554 34 22 84 694<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 265 40 43 36 384<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 488 53 20 561<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 378 79 15 12 484<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 366 78 37 36 517<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 950 111 30 15 1.106 159 10 47 16 14 246<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 435 61 34 1 90 621 124 25 22 18 189<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 559 81 20 55 715<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 1088 186 35 4 61 1.374 248 13 36 3 10 310<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 468 70 2 39 579 110 13 123<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 860 114 20 40 1.034 201 15 349 13 29 607<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 631 94 8 5 77 815<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 421 63 9 54 547<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 655 70 29 4 75 833<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 299 64 18 2 66 449 286 24 63 21 35 429<br />

Az. Ulss n. 17 Este 354 88 13 74 529<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 503 70 30 58 661 70 5 47 1 16 139<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 176 23 23 222 122 8 23 153<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 243 34 84 361 237 3 37 1 278<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 360 58 106 12 24 560<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 288 49 74 3 414 572 62 147 7 10 798<br />

Az. Osp. n. 1 Padova 1316 185 76 1.577<br />

Az. Osp. n. 2 Verona<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong><br />

1588 129 64 8 1.789<br />

TOTALE REGIONALE 13.245 1.834 703 56 988 16.826 2.129 178 771 80 114 3.272<br />

TOTALE<br />

STRUTTURE A GESTIONE PRIVATA<br />

ACUTI RIABILITAZIONE<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

TOTALE


TAB. 29<br />

AZIENDE<br />

ACUTI<br />

NUMERO POSTI LETTO IN STRUTTURE A GESTIONE PRIVATA - RAFFRONTI 2006/2004<br />

2006<br />

POST-<br />

ACUTI*<br />

84<br />

65<br />

58<br />

TOTALE ACUTI<br />

2005<br />

POST-<br />

ACUTI<br />

84<br />

56<br />

59<br />

TOTALE ACUTI POST-ACUTI TOTALE<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 156<br />

240 156<br />

240 169 77 246 -7,7% 9,1% -2,4%<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 50<br />

115 151<br />

207 149 40 189 -66,4% 62,5% -39,2%<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 262<br />

320 262<br />

321 261 49 310 0,4% 18,4% 3,2%<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 115<br />

115 123<br />

123 123<br />

123 -6,5% -6,5%<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 202 393 595 202 399 601 216 391 607 -6,5% 0,5% -2,0%<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 295 121 416 305 122 427 310 119 429 -4,8% 1,7% -3,0%<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 108 41 149 108 41 149 75 64 139 44,0% -35,9% 7,2%<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 127 27 154 129 22 151 130 23 153 -2,3% 17,4% 0,7%<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 250 38 288 243 38 281 240 38 278 4,2% 0,0% 3,6%<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 631 190 821 637 170 807 634 164 798 -0,5% 15,9% 2,9%<br />

TOTALE REGIONALE 2.196 1.017 3.213 2.316 991 3.307 2.307 965 3.272 -4,8% 5,4% -1,8%<br />

FONTE: elaborazione Corte dei conti su flussi ministeriali mod. hsp 22 bis e mod. hsp 13<br />

* lungodegenza + riabilitazione<br />

2004<br />

ACUTI<br />

06/04<br />

POST ACUTI<br />

06/04<br />

TOTALE P.L.<br />

PRIVATI<br />

06/04


TAB. 30<br />

AZIENDE<br />

2006<br />

ACUTI<br />

2005 2004<br />

POSTI LETTO- INCIDENZA PUBBLICO/PRIVATO 2006-2004<br />

2006<br />

POST-ACUTI<br />

2005 2004<br />

2006<br />

TOTALE<br />

2005 2004<br />

pubblico privato pubblico privato pubblico privato pubblico privato pubblico privato pubblico privato pubblico privato pubblico privato pubblico privato<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 86,6% 13,4% 86,7% 13,3% 86,3% 13,7% 42,5% 57,5% 42,5% 57,5% 36,9% 63,1% 81,7% 18,3% 81,9% 18,1% 81,8% 18,2%<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 81,2% 18,8% 76,3% 23,7% 76,9% 23,1% 63,5% 36,5% 67,3% 32,7% 75,8% 24,2% 78,0% 22,0% 74,4% 25,6% 76,7% 23,3%<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 82,6% 17,4% 82,2% 17,8% 83,0% 17,0% 71,1% 28,9% 69,0% 31,0% 67,1% 32,9% 81,3% 18,7% 80,7% 19,3% 81,6% 18,4%<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 82,2% 17,8% 81,2% 18,8% 81,4% 18,6% 100,0% 0,0% 100,0% 0,0% 100,0% 0,0% 83,5% 16,5% 82,5% 17,5% 82,5% 17,5%<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 82,0% 18,0% 83,0% 17,0% 81,8% 18,2% 13,3% 86,7% 13,0% 87,0% 13,3% 86,7% 63,1% 36,9% 63,2% 36,8% 63,0% 37,0%<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 49,0% 51,0% 52,8% 47,2% 53,9% 46,1% 41,3% 58,7% 41,0% 59,0% 42,0% 58,0% 47,2% 52,8% 49,9% 50,1% 51,1% 48,9%<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 83,6% 16,4% 84,0% 16,0% 88,4% 11,6% 75,3% 24,7% 71,7% 28,3% 57,9% 42,1% 82,0% 18,0% 81,8% 18,2% 82,6% 17,4%<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 59,9% 40,1% 60,1% 39,9% 60,5% 39,5% 48,9% 51,1% 51,1% 48,9% 50,0% 50,0% 58,5% 41,5% 59,0% 41,0% 59,2% 40,8%<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 54,4% 45,6% 64,8% 35,2% 53,6% 46,4% 68,3% 31,7% 75,9% 24,1% 68,9% 31,1% 56,9% 43,1% 66,9% 33,1% 56,5% 43,5%<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 34,6% 65,4% 33,7% 66,3% 34,7% 65,3% 29,6% 70,4% 32,1% 67,9% 32,0% 68,0% 33,5% 66,5% 33,4% 66,6% 34,2% 65,8%<br />

TOTALE REGIONALE 86,6% 13,4% 86,4% 13,6% 86,7% 13,3% 62,3% 37,7% 65,6% 34,4% 64,4% 35,6% 83,4% 16,6% 83,4% 16,6% 83,7% 16,3%<br />

FONTE: elaborazione Corte dei conti


TAB. 30bis<br />

AZIENDE<br />

2006 2005 2004 2006 2005 2004<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 77,2% 77,9% 74,9%<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 82,4% 83,0% 85,4%<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 86,5% 83,3% 80,0%<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 77,9% 80,7% 93,7%<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 78,8% 80,5% 84,3%<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 82,9% 81,7% 82,8% 79,9% 82,1% 76,2%<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 80,4% 79,9% 79,3% 83,1% 84,2% 82,7%<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 84,7% 86,8% 85,8%<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 82,9% 85,4% 80,0% 85,2% 87,1% 83,6%<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 77,5% 78,9% 77,3% 57,5% 51,7% 51,4%<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 86,5% 83,6% 83,6% 72,4% 75,8% 73,3%<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 74,4% 74,2% 73,6%<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 76,5% 77,8% 68,3%<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 83,9% 85,5% 81,4%<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 83,8% 87,4% 80,4% 90,6% 88,8% 86,2%<br />

Az. Ulss n. 17 Este 78,7% 78,1% 77,8%<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 72,9% 74,7% 78,6% 50,1% 57,9% 73,4%<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 83,4% 81,5% 80,6% 75,8% 73,0% 75,7%<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 83,3% 78,4% 80,8% 87,5% 85,9% 90,3%<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 83,4% 79,5% 82,2%<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 78,1% 80,0% 78,5% 90,2% 92,3% 89,2%<br />

Az. Osp. di Padova 84,0% 82,9% 90,1%<br />

Az. Osp. di Verona 86,2% 86,3% 82,9%<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong> 68,8%<br />

TOTALE REGIONALE 81,9% 82,0% 81,7% 82,2% 83,0% 82,2%<br />

FONTE: elaborazione Corte dei conti<br />

TASSO DI UTILIZZO <strong>DEI</strong> POSTI LETTO<br />

(ACUTI IN DEGENZA ORDINARIA)<br />

2004-2006<br />

strutture a gestione diretta delle aziende strutture a gestione privata


TAB. 31_2006<br />

AZIENDE<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 17.043<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 9.754<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 15.894<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 15.796<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 15.621<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 33.115<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 18.878<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 23.675<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 37.934<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 18.332<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 28.725<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 24.259<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 12.335<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 26.256<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 10.042<br />

Az. Ulss n. 17 Este 12.770<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 15.922<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 6.391<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 9.792<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 13.858<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 11.411<br />

Az. Osp. n. 1 Padova 50.729<br />

Az. Osp. n. 2 Verona 53.071<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong> 1.884<br />

TOTALE REGIONALE 483.487<br />

FONTE: archivio SDO della Regione <strong>Veneto</strong><br />

STRUTTURE A GESTIONE DIRETTA DELLE AZIENDE<br />

Day<br />

Hospital<br />

4.949<br />

2.987<br />

4.853<br />

5.883<br />

6.103<br />

8.113<br />

10.186<br />

8.462<br />

13.964<br />

5.790<br />

11.201<br />

10.614<br />

7.765<br />

9.369<br />

4.100<br />

7.631<br />

6.993<br />

2.155<br />

3.009<br />

7.309<br />

7.298<br />

23.484<br />

21.800<br />

6.048<br />

200.066<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

442<br />

855<br />

273<br />

169<br />

810<br />

250<br />

801<br />

320<br />

1.260<br />

167<br />

923<br />

41<br />

313<br />

242<br />

171<br />

410<br />

1.288<br />

1.366<br />

697<br />

1.085<br />

Day<br />

Hospital<br />

195<br />

3<br />

48<br />

655<br />

1.195<br />

26<br />

244<br />

28<br />

23<br />

220<br />

32<br />

1.118<br />

11.883 3.787<br />

NUMERO RICOVERI<br />

ANNO 2006<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

371<br />

384<br />

85<br />

450<br />

398<br />

1.075<br />

573<br />

571<br />

512<br />

1.147<br />

349<br />

606<br />

910<br />

536<br />

1.269<br />

279<br />

1.096<br />

383<br />

10.994<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

23.000<br />

13.980<br />

21.020<br />

21.936<br />

22.984<br />

41.526 7.372<br />

30.918 1.199<br />

33.532<br />

54.926 7.947<br />

24.886 2.738<br />

41.361 5.718<br />

36.264<br />

20.490<br />

36.572<br />

15.294 11.105<br />

21.131<br />

24.594 5.032<br />

8.825 4.237<br />

13.897 5.952<br />

23.058<br />

20.107 31.312<br />

74.910<br />

77.074<br />

7.932<br />

710.217 82.612<br />

STRUTTURE A GESTIONE PRIVATA<br />

ACUTI RIABILITAZIONE ACUTI RIABILITAZIONE<br />

TOTALE<br />

Day Hospital Degenza<br />

Ordinaria<br />

3.660<br />

505<br />

7.074<br />

1.553<br />

5.687<br />

4.379<br />

1.497<br />

2.499<br />

1.878<br />

20.401<br />

49.133<br />

792<br />

721<br />

3.560<br />

1.218<br />

549<br />

329<br />

770<br />

2.433<br />

Day<br />

Hospital<br />

418<br />

221<br />

703<br />

1.490<br />

247<br />

39<br />

341<br />

10.372 3.459<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

158<br />

353<br />

408<br />

342<br />

329<br />

130<br />

1.720<br />

TOTALE<br />

12.400<br />

1.704<br />

16.316<br />

4.291<br />

16.076<br />

18.534<br />

7.654<br />

7.065<br />

8.639<br />

54.617<br />

147.296


TAB. 31_2005<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 16.864<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 9.867<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 16.260<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 16.752<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 15.674<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 33.865<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 17.390<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 24.157<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 37.491<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 19.292<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 29.352<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 25.131<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 11.868<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 25.862<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 10.352<br />

Az. Ulss n. 17 Este 13.022<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 16.336<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 6.555<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 9.488<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 13.844<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 11.994<br />

Az. Osp. n. 1 Padova 53.311<br />

Az. Osp. n. 2 Verona<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong><br />

53.200<br />

TOTALE REGIONALE 487.927<br />

STRUTTURE A GESTIONE DIRETTA DELLE AZIENDE<br />

Day<br />

Hospital<br />

4.893<br />

3.027<br />

4.509<br />

5.782<br />

6.638<br />

10.917<br />

9.211<br />

9.873<br />

16.084<br />

6.247<br />

12.636<br />

10.444<br />

9.826<br />

9.472<br />

5.523<br />

7.760<br />

6.874<br />

2.738<br />

3.427<br />

8.923<br />

8.595<br />

25.417<br />

21.325<br />

210.141<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

417<br />

896<br />

306<br />

159<br />

803<br />

273<br />

711<br />

329<br />

1.102<br />

39<br />

839<br />

44<br />

302<br />

231<br />

135<br />

418<br />

1.447<br />

1.586<br />

667<br />

1.267<br />

Day<br />

Hospital<br />

155<br />

2<br />

214<br />

627<br />

631<br />

18<br />

234<br />

24<br />

23<br />

443<br />

31<br />

1.197<br />

11.971 3.599<br />

NUMERO RICOVERI<br />

ANNO 2005<br />

515<br />

398<br />

103<br />

482<br />

-<br />

521<br />

1.227<br />

525<br />

584<br />

641<br />

1.135<br />

374<br />

605<br />

911<br />

598<br />

1.171<br />

431<br />

1.062<br />

462<br />

1<br />

11.746<br />

22.844<br />

14.188<br />

21.075<br />

22.796<br />

23.599<br />

45.269<br />

28.460<br />

35.586<br />

55.833<br />

26.180<br />

43.468<br />

36.944<br />

22.112<br />

36.265<br />

17.017<br />

21.538<br />

24.799<br />

9.724<br />

13.977<br />

25.119<br />

22.206<br />

79.396<br />

76.989<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

7.406<br />

3.845<br />

7.835<br />

2.725<br />

6.096<br />

10.807<br />

5.083<br />

4.312<br />

6.024<br />

31.886<br />

725.384 86.019<br />

STRUTTURE A GESTIONE PRIVATA<br />

AZIENDE<br />

ACUTI RIABILITAZIONE<br />

LUNGO-<br />

TOTALE<br />

ACUTI RIABILITAZIONE<br />

LUNGO-<br />

TOTALE<br />

DEGENZA<br />

DEGENZA<br />

Day Hospital Degenza<br />

Ordinaria<br />

3.458<br />

1.664<br />

7.336<br />

1.467<br />

5.351<br />

4.708<br />

1.895<br />

2.467<br />

1.865<br />

19.202<br />

49.413<br />

783<br />

623<br />

3.790<br />

1.212<br />

487<br />

267<br />

789<br />

2.505<br />

Day<br />

Hospital<br />

401<br />

180<br />

577<br />

1.314<br />

224<br />

61<br />

300<br />

10.456 3.057<br />

132<br />

358<br />

455<br />

374<br />

233<br />

127<br />

1.679<br />

12.180<br />

5.509<br />

16.332<br />

4.192<br />

16.269<br />

18.415<br />

7.922<br />

7.046<br />

8.739<br />

54.020<br />

150.624


TAB. 31_2004<br />

AZIENDE<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 16.666<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 9.950<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 16.590<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 16.623<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 16.236<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 35.524<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 17.605<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 24.120<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 37.375<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 18.823<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 29.940<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 25.339<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 12.197<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 25.953<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 10.621<br />

Az. Ulss n. 17 Este 12.929<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 16.481<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 6.626<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 9.019<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 14.262<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 12.813<br />

Az. Osp. n. 1 Padova 54.857<br />

Az. Osp. n. 2 Verona<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong><br />

56.377<br />

TOTALE REGIONALE 496.926<br />

STRUTTURE A GESTIONE DIRETTA DELLE AZIENDE<br />

ACUTI RIABILITAZIONE<br />

Day<br />

Hospital<br />

4.647<br />

3.558<br />

5.311<br />

6.394<br />

7.174<br />

12.902<br />

9.434<br />

9.820<br />

17.133<br />

8.107<br />

13.484<br />

12.417<br />

11.755<br />

10.937<br />

6.591<br />

9.050<br />

6.995<br />

2.747<br />

3.477<br />

8.839<br />

8.788<br />

27.251<br />

22.847<br />

229.658<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

394<br />

916<br />

287<br />

137<br />

738<br />

133<br />

395<br />

305<br />

605<br />

259<br />

18<br />

268<br />

222<br />

129<br />

651<br />

1.580<br />

1.639<br />

650<br />

1.379<br />

Day<br />

Hospital<br />

1<br />

312<br />

13<br />

230<br />

20<br />

181<br />

28<br />

10<br />

310<br />

28<br />

1.341<br />

10.705 2.474<br />

NUMERO RICOVERI<br />

ANNO 2004<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

894<br />

332<br />

64<br />

468<br />

594<br />

1.083<br />

663<br />

554<br />

651<br />

1.123<br />

454<br />

488<br />

933<br />

540<br />

804<br />

264<br />

1.090<br />

454<br />

11.453<br />

TOTALE<br />

22.601<br />

14.756<br />

22.188<br />

23.218<br />

24.617<br />

48.871<br />

28.041<br />

35.328<br />

56.006<br />

27.504<br />

44.334<br />

39.060<br />

24.424<br />

37.674<br />

18.367<br />

22.658<br />

24.931<br />

9.637<br />

13.586<br />

25.445<br />

23.268<br />

82.758<br />

81.944<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

7.636<br />

4.046<br />

7.995<br />

2.801<br />

6.117<br />

9.915<br />

3.258<br />

4.207<br />

5.652<br />

31.006<br />

751.216 82.633<br />

STRUTTURE A GESTIONE PRIVATA<br />

ACUTI RIABILITAZIONE<br />

Day Hospital Degenza<br />

Ordinaria<br />

2.759<br />

1.482<br />

6.755<br />

1.276<br />

4.833<br />

4.389<br />

953<br />

2.283<br />

1.857<br />

16.881<br />

43.468<br />

698<br />

136<br />

705<br />

4.330<br />

1.196<br />

464<br />

256<br />

700<br />

2.300<br />

Day<br />

Hospital<br />

380<br />

515<br />

143<br />

434<br />

690<br />

119<br />

3<br />

182<br />

10.785 2.466<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

144<br />

236<br />

427<br />

383<br />

271<br />

137<br />

1.598<br />

TOTALE<br />

11.617<br />

6.179<br />

15.834<br />

4.077<br />

16.141<br />

16.573<br />

5.065<br />

6.746<br />

8.212<br />

50.506<br />

140.950


TAB. 32<br />

AZIENDE<br />

Regime<br />

ordinario<br />

Day<br />

hospital<br />

Regime<br />

ordinario<br />

Day<br />

hospital<br />

Regime<br />

ordinario<br />

Day<br />

hospital<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 7.372 3.660 792 418 158 12.400 7.406 3.458 783 401 132 12.180 7.636 2.759 698 380 144 11.617<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 1.199 505 0 1.704 3.845 1.664 0 5.509 4.046 1.482 136 515 6.179<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 7.947 7.074 721 221 353 16.316 7.835 7.336 623 180 358 16.332 7.995 6.755 705 143 236 15.834<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 2.738 1.553 4.291 2.725 1.467 0 4.192 2.801 1.276 4.077<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 5.718 5.687 3.560 703 408 16.076 6.096 5.351 3.790 577 455 16.269 6.117 4.833 4.330 434 427 16.141<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 11.105 4.379 1.218 1.490 342 18.534 10.807 4.708 1.212 1.314 374 18.415 9.915 4.389 1.196 690 383 16.573<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 5.032 1.497 549 247 329 7.654 5.083 1.895 487 224 233 7.922 3.258 953 464 119 271 5.065<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 4.237 2.499 329 7.065 4.312 2.467 267 0 7.046 4.207 2.283 256 6.746<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 5.952 1.878 770 39 8.639 6.024 1.865 789 61 0 8.739 5.652 1.857 700 3 8.212<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 31.312 20.401 2.433 341 130 54.617 31.886 19.202 2.505 300 127 54.020 31.006 16.881 2.300 182 137 50.506<br />

TOTALE REGIONALE 82.612 49.133 10.372 3.459 1.720 147.296 86.019 49.413 10.456 3.057 1.679 150.624 82.633 43.468 10.785 2.466 1.598 140.950<br />

FONTE: archivio SDO della Regione <strong>Veneto</strong><br />

2006<br />

ACUTI RIABILITAZIONE<br />

LUNGO<br />

DEGENZA<br />

TOTALE<br />

RICOVERI<br />

NUMERO RICOVERI IN STRUTTURE A GESTIONE PRIVATA<br />

2004-2006<br />

ACUTI RIABILITAZIONE<br />

Regime<br />

ordinario<br />

2005 2004<br />

Day<br />

hospital<br />

LUNGO<br />

DEGENZA<br />

TOTALE<br />

RICOVERI<br />

Regime<br />

ordinario<br />

ACUTI RIABILITAZIONE<br />

Day<br />

hospital<br />

Regime<br />

ordinario<br />

Day<br />

hospital<br />

LUNGO<br />

DEGENZA<br />

TOTALE<br />

RICOVERI


TAB. 33<br />

AZIENDE<br />

RICOVERI - INCIDENZA PUBBLICO/PRIVATO 2006-2004<br />

POST-ACUTI<br />

pubblico privato pubblico privato pubblico privato pubblico privato pubblico privato pubblico privato pubblico privato pubblico privato pubblico privato<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 78,9% 21,1% 80,5% 19,5% 82,3% 17,7% 17,9% 82,1% 27,0% 73,0% 26,7% 73,3% 77,0% 23,0% 78,8% 21,2% 80,8% 19,2%<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 94,5% 5,5% 82,8% 17,2% 83,0% 17,0% 100,0% 0,0% 100,0% 0,0% 60,6% 39,4% 94,8% 5,2% 83,8% 16,2% 81,9% 18,1%<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 77,6% 22,4% 77,9% 22,1% 78,7% 21,3% 70,0% 30,0% 66,0% 34,0% 58,0% 42,0% 77,1% 22,9% 77,4% 22,6% 78,0% 22,0%<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 84,9% 15,1% 85,9% 14,1% 86,9% 13,1% 100,0% 0,0% 100,0% 0,0% 100,0% 0,0% 85,3% 14,7% 86,2% 13,8% 87,1% 12,9%<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 77,8% 22,2% 78,6% 21,4% 79,9% 20,1% 23,5% 76,5% 23,5% 76,5% 14,9% 85,1% 72,0% 28,0% 72,8% 27,2% 73,3% 26,7%<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 47,7% 52,3% 50,6% 49,4% 54,6% 45,4% 27,4% 72,6% 28,3% 71,7% 33,7% 66,3% 45,2% 54,8% 48,0% 52,0% 52,6% 47,4%<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 77,8% 22,2% 76,9% 23,1% 84,8% 15,2% 59,9% 40,1% 62,7% 37,3% 63,0% 37,0% 76,3% 23,7% 75,8% 24,2% 83,1% 16,9%<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 55,9% 44,1% 57,8% 42,2% 59,1% 40,9% 45,9% 54,1% 61,7% 38,3% 50,8% 49,2% 55,5% 44,5% 58,0% 42,0% 58,8% 41,2%<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 62,0% 38,0% 62,1% 37,9% 62,5% 37,5% 57,5% 42,5% 55,5% 44,5% 60,8% 39,2% 61,7% 38,3% 61,5% 38,5% 62,3% 37,7%<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 26,6% 73,4% 28,7% 71,3% 31,1% 68,9% 32,5% 67,5% 35,5% 64,5% 38,9% 61,1% 26,9% 73,1% 29,1% 70,9% 31,5% 68,5%<br />

TOTALE REGIONALE 83,8% 16,2% 83,8% 16,2% 85,2% 14,8% 63,2% 36,8% 64,3% 35,7% 62,4% 37,6% 82,8% 17,2% 82,8% 17,2% 84,2% 15,8%<br />

FONTE: elaborazione Corte dei conti<br />

ACUTI<br />

2006 2005 2004<br />

2006 2005 2004<br />

TOTALE<br />

2006 2005 2004


TAB. 34_2006<br />

AZIENDE<br />

STRUTTURE A GESTIONE DIRETTA DELLE AZIENDE<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Day<br />

Hospital<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

NUMERO DI GIORNATE DI DEGENZA<br />

ANNO 2006<br />

Day<br />

Hospital<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

STRUTTURE A GESTIONE PRIVATA<br />

ACUTI RIABILITAZIONE<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

TOTALE<br />

ACUTI RIABILITAZIONE<br />

Day<br />

Hospital<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Day<br />

Hospital<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 152.800 10.449 4.632 5.391 13.357 186.629<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 79.711 8.499 13.719 11.685 113.614<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 145.413 13.454 6.748 165.615<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 118.782 14.312 4.875 58 1.510 139.537<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 105.388 21.056 12.780 12.124 151.348<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 273.451 37.488 13.729 1.242 325.910 42.554 7.430 22.352 6.400 3.032 81.768<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 149.208 28.646 14.512 6.445 11.533 210.344 12.432 2.426 14.858<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 166.009 23.576 7.094 16.275 212.954<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 320.644 58.373 27.579 15.761 24.434 446.791 75.872 12.131 13.182 2.794 6.066 110.045<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 134.621 11.915 4.206 490 14.237 165.469 23.075 1.988 25.063<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 266.867 47.430 38.504 13.917 366.718 48.883 9.151 88.223 10.586 9.915 166.758<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 166.479 37.861 3.979 25.781 234.100<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 103.790 22.570 868 7.619 134.847<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 193.856 38.056 8.158 234 23.436 263.740<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 84.208 7.186 5.006 22.501 118.901 89.255 11.423 20.230 20.826 10.714 152.448<br />

Az. Ulss n. 17 Este 99.673 25.489 4.894 304 19.590 149.950<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 133.281 18.417 6.461 23.909 182.068 18.270 1.672 17.560 4.026 6.792 48.320<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 51.550 4.668 6.095 62.313 32.905 6.027 8.674 47.606<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 79.577 6.232 28.824 114.633 78.841 1.878 15.160 396 96.275<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 106.309 19.702 32.319 3.482 7.851 169.663<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 76.648 15.023 21.048 473 113.192 185.595 54.943 63.166 8.630 3.413 315.747<br />

Az. Osp. n. 1 Padova 406.829 48.674 15.582 471.085<br />

Az. Osp. n. 2 Verona 451.125 84.264 24.849 6.121 566.359<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong> 12.549 23.407 35.956<br />

TOTALE REGIONALE 3.878.768 626.747 267.563 43.980 284.678 5.101.736 607.682 109.069 248.547 53.658 39.932 1.058.888<br />

FONTE: archivio SDO della Regione <strong>Veneto</strong><br />

TOTALE


Tab. 34_2005<br />

AZIENDE<br />

STRUTTURE A GESTIONE DIRETTA DELLE AZIENDE<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

ACUTI RIABILITAZIONE<br />

Day<br />

Hospital<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

NUMERO DI GIORNATE DI DEGENZA<br />

ANNO 2005<br />

Day<br />

Hospital<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

ACUTI RIABILITAZIONE<br />

Day<br />

Hospital<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Day<br />

Hospital<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 155.049 10.826 4.294 3.944 17.936 192.049<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 80.653 8.355 14.347 12.249 115.604<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 145.504 11.952 6.885 164.341<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 127.425 13.064 5.143 3.276 148.908<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 107.509 25.460 12.810 2 11.356 157.137<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 275.130 47.175 13.249 3.357 338.911 43.761 7.696 21.788 6.037 2.678 81.960<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 126.800 23.673 12.536 7.385 12.705 183.099 38.088 7.677 45.765<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 168.736 25.370 7.126 16.971 218.203<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 322.429 70.394 22.771 8.803 20.035 444.432 77.555 12.352 8.789 2.267 5.741 106.704<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 135.223 14.017 730 300 15.302 165.572 20.766 2.098 22.864<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 259.672 50.020 34.070 13.732 357.494 51.174 9.537 97.101 9.899 10.660 178.371<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 167.207 38.318 3.622 24.548 233.695<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 101.657 26.278 844 8.099 136.878<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 196.178 35.774 8.119 221 24.599 264.891<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 87.340 13.682 5.044 23.316 129.382 89.792 11.945 19.261 18.171 10.689 149.858<br />

Az. Ulss n. 17 Este 100.612 25.953 4.959 267 19.750 151.541<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 138.085 21.509 5.804 22.523 187.921 21.117 2.161 17.233 3.678 5.428 49.617<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 50.295 5.729 8.190 64.214 32.237 5.993 8.311 46.541<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 76.385 7.484 27.155 111.024 75.271 1.865 14.603 1.097 92.836<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 103.828 23.494 34.600 6.291 7.793 176.006<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 78.407 16.673 22.860 496 118.436 189.584 51.028 66.134 7.725 3.170 317.641<br />

Az. Osp. n. 1 Padova 425.858 62.280 15.704 20 503.862<br />

Az. Osp. n. 2 Verona 455.186 85.092 26.404 7.968 574.650<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong> 0<br />

TOTALE REGIONALE 3.885.168 662.572 258.299 42.656 289.555 5.138.250 639.345 112.352 253.220 48.874 38.366 1.092.157<br />

TOTALE<br />

STRUTTURE A GESTIONE PRIVATA<br />

TOTALE


Tab. 34_2004<br />

AZIENDE<br />

STRUTTURE A GESTIONE DIRETTA DELLE AZIENDE<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

ACUTI RIABILITAZIONE<br />

Day<br />

Hospital<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

NUMERO DI GIORNATE DI DEGENZA<br />

ANNO 2004<br />

Day<br />

Hospital<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Day<br />

Hospital<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Day<br />

Hospital<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 151.362 9.941 4.245 25.636 191.184<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 82.609 8.069 15.026 12.319 118.023<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 142.436 13.705 6.868 163.009<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 129.241 14.210 4.309 1.878 149.638<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 112.597 23.417 12.719 1 10.889 159.623<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 287.281 52.578 10.363 5.413 355.635 44.240 5.727 21.121 6.609 2.962 80.659<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 125.957 23.648 7.057 177 14.056 170.895 37.414 7.411 3.267 7.498 55.590<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 175.047 23.875 7.479 17.884 224.285<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 317.850 68.229 11.368 4.126 21.374 422.947 75.646 10.220 9.886 1.812 3.956 101.520<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 132.129 18.057 104 14.169 164.459 20.654 2.086 22.740<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 262.570 54.361 5.180 14.269 336.380 53.785 8.349 125.548 8.577 10.410 206.669<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 169.511 43.470 2.555 23.129 238.665<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 104.919 25.156 308 8.288 138.671<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 194.707 37.579 7.719 248 21.953 262.206<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 87.727 15.752 5.198 22.711 131.388 89.967 10.197 20.913 9.844 11.934 142.855<br />

Az. Ulss n. 17 Este 100.540 30.080 4.385 188 20.637 155.830<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 144.250 19.903 7.417 19.113 190.683 18.744 1.144 17.745 1.818 6.183 45.634<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 51.790 5.693 5.855 63.338 33.722 5.921 8.231 47.874<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 71.642 8.095 27.095 106.832 78.102 1.857 13.821 60 93.840<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 107.996 22.223 37.771 5.467 7.904 181.361<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 82.525 17.212 22.437 436 122.610 186.212 43.504 58.342 6.442 4.497 298.997<br />

Az. Osp. n. 1 Padova 432.888 64.028 15.306 512.222<br />

Az. Osp. n. 2 Verona<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong><br />

480.457 95.047 27.372 6.408 609.284<br />

TOTALE REGIONALE 3.948.031 694.328 212.527 25.123 289.159 5.169.168 638.486 96.416 278.874 42.660 39.942 1.096.378<br />

TOTALE<br />

STRUTTURE A GESTIONE PRIVATA<br />

ACUTI RIABILITAZIONE<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

TOTALE


TAB. 35<br />

AZIENDE<br />

Regime<br />

ordinario<br />

Day hospital<br />

Regime<br />

ordinario<br />

Day hospital<br />

Regime<br />

ordinario<br />

Day<br />

hospital<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 42.554 7.430 22.352 6.400 3.032 81.768 43.761 7.696 21.788 6.037 2.678 81.960 44.240 5.727 21.121 6.609 2.962 80.659<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 12.432 2.426 14.858 38.088 7.677 0 45.765 37.414 7.411 3.267 7.498 55.590<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 75.872 12.131 13.182 2.794 6.066 110.045 77.555 12.352 8.789 2.267 5.741 106.704 75.646 10.220 9.886 1.812 3.956 101.520<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 23.075 1.988 25.063 20.766 2.098 22.864 20.654 2.086 22.740<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 48.883 9.151 88.223 10.586 9.915 166.758 51.174 9.537 97.101 9.899 10.660 178.371 53.785 8.349 125.548 8.577 10.410 206.669<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 89.255 11.423 20.230 20.826 10.714 152.448 89.792 11.945 19.261 18.171 10.689 149.858 89.967 10.197 20.913 9.844 11.934 142.855<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 18.270 1.672 17.560 4.026 6.792 48.320 21.117 2.161 17.233 3.678 5.428 49.617 18.744 1.144 17.745 1.818 6.183 45.634<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 32.905 6.027 8.674 47.606 32.237 5.993 8.311 0 46.541 33.722 5.921 8.231 47.874<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 78.841 1.878 15.160 396 96.275 75.271 1.865 14.603 1.097 0 92.836 78.102 1.857 13.821 60 93.840<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 185.595 54.943 63.166 8.630 3.413 315.747 189.584 51.028 66.134 7.725 3.170 317.641 186.212 43.504 58.342 6.442 4.497 298.997<br />

TOTALE REGIONALE 607.682 109.069 248.547 53.658 39.932 1.058.888 639.345 112.352 253.220 48.874 38.366 1.092.157 638.486 96.416 278.874 42.660 39.942 1.096.378<br />

FONTE: archivio SDO della Regione <strong>Veneto</strong><br />

2006<br />

ACUTI RIABILITAZIONE<br />

LUNGO<br />

DEGENZA<br />

NUMERO DI GIORNATE DI DEGENZA IN STRUTTURE A GESTIONE PRIVATA<br />

TOTALE<br />

GIORNATE<br />

DI DEGENZA<br />

2004-2006<br />

ACUTI RIABILITAZIONE<br />

Regime<br />

ordinario<br />

2005 2004<br />

Day<br />

hospital<br />

LUNGO<br />

DEGENZA<br />

TOTALE<br />

GIORNATE DI<br />

DEGENZA<br />

Regime<br />

ordinario<br />

ACUTI RIABILITAZIONE<br />

Day<br />

hospital<br />

Regime<br />

ordinario<br />

Day<br />

hospital<br />

LUNGO<br />

DEGENZA<br />

TOTALE<br />

GIORNATE DI<br />

DEGENZA


TAB. 36<br />

AZIENDE<br />

GIORNATE DI DEGENZA - INCIDENZA PUBBLICO/PRIVATO 2006-2004<br />

ACUTI POST-ACUTI<br />

2006 2005 2004<br />

2006 2005 2004<br />

pubblico privato pubblico privato pubblico privato pubblico privato pubblico privato pubblico privato pubblico privato pubblico privato pubblico privato<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 86,2% 13,8% 86,2% 13,8% 87,2% 12,8% 32,0% 68,0% 35,3% 64,7% 34,0% 66,0% 79,9% 20,1% 80,5% 19,5% 81,5% 18,5%<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 92,3% 7,7% 76,7% 23,3% 76,9% 23,1% 100,0% 0,0% 100,0% 0,0% 66,4% 33,6% 93,4% 6,6% 80,0% 20,0% 75,5% 24,5%<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 81,2% 18,8% 81,4% 18,6% 81,8% 18,2% 75,5% 24,5% 75,4% 24,6% 70,2% 29,8% 80,2% 19,8% 80,6% 19,4% 80,6% 19,4%<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 85,4% 14,6% 86,7% 13,3% 86,8% 13,2% 100,0% 0,0% 100,0% 0,0% 100,0% 0,0% 86,8% 13,2% 87,9% 12,1% 87,9% 12,1%<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 84,4% 15,6% 83,6% 16,4% 83,6% 16,4% 32,5% 67,5% 28,9% 71,1% 11,9% 88,1% 68,7% 31,3% 66,7% 33,3% 61,9% 38,1%<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 47,6% 52,4% 49,8% 50,2% 50,8% 49,2% 34,7% 65,3% 37,1% 62,9% 39,5% 60,5% 43,8% 56,2% 46,3% 53,7% 47,9% 52,1%<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 88,4% 11,6% 87,3% 12,7% 89,2% 10,8% 51,7% 48,3% 51,8% 48,2% 50,7% 49,3% 79,0% 21,0% 79,1% 20,9% 80,7% 19,3%<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 59,1% 40,9% 59,4% 40,6% 59,2% 40,8% 41,3% 58,7% 49,6% 50,4% 41,6% 58,4% 56,7% 43,3% 58,0% 42,0% 57,0% 43,0%<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 51,5% 48,5% 52,1% 47,9% 49,9% 50,1% 64,9% 35,1% 63,4% 36,6% 66,1% 33,9% 54,4% 45,6% 54,5% 45,5% 53,2% 46,8%<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 27,6% 72,4% 28,3% 71,7% 30,3% 69,7% 22,2% 77,8% 23,3% 76,7% 24,8% 75,2% 26,4% 73,6% 27,2% 72,8% 29,1% 70,9%<br />

TOTALE REGIONALE 86,3% 13,7% 85,8% 14,2% 86,3% 13,7% 63,5% 36,5% 63,4% 36,6% 59,3% 40,7% 82,8% 17,2% 82,5% 17,5% 82,5% 17,5%<br />

FONTE: elaborazione Corte dei conti<br />

TOTALE<br />

2006 2005 2004


TAB. 36bis<br />

AZIENDE<br />

2006 2005 2004 2006 2005 2004 2006 2005 2004<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 9,0 9,3 9,0 36,0 34,8 28,7 10,5 10,3 10,8<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 8,6 8,6 8,6 30,4 30,8 37,1 16,0 16,0 16,4<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 9,3 9,4 9,1 24,7 22,5 23,9<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 8,4 8,5 8,6 17,8 31,8 29,3 28,8 32,3 31,5<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 7,2 7,3 7,5 26,9 23,6 23,3 15,8 16,0 17,2<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 7,9 7,7 7,8 54,9 48,5 77,9<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 8,1 7,6 7,5 29,0 24,4 23,7 18,1 17,6 17,9<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 7,4 7,6 7,7 15,1 13,8 16,5 22,2 21,7 24,5<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 8,5 8,6 8,3 42,6 38,2 32,2 21,9 20,7 18,8<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 7,7 7,5 7,5 24,9 26,2 25,6 25,2 18,7<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 8,8 8,4 8,2 27,2 21,4 21,9 41,7 40,6 20,0<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 7,1 6,8 6,8 22,5 21,6 20,6<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 9,8 10,0 9,9 21,8 21,7 18,3 21,2 19,2 17,1<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 7,9 7,9 7,8 38,7 40,7 45,0 26,1 26,9 28,8<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 8,1 8,6 8,4 24,7 25,6 24,3 20,7 21,8 23,4<br />

Az. Ulss n. 17 Este 8,0 8,0 8,2 36,5 33,0 38,2 28,6 36,7 34,0<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 7,5 7,6 8,0 18,8 19,2 23,8 15,8 13,9 11,4<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 9,3 9,0 9,4 21,8 19,0 22,2<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 8,7 8,7 8,5 26,3 25,6 24,9<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 7,7 7,7 7,7 20,5 16,9 17,4 25,1 23,9 23,9<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 7,7 7,8 7,6 15,4 14,4 13,7<br />

Az. Osp. n. 1 Padova 7,3 7,3 7,3 20,0 22,4 23,5 23,5<br />

Az. Osp. n. 2 Verona 7,7 7,6 7,7 22,9 20,8 19,8<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong> 10,1<br />

TOTALE REGIONALE 8,0 8,0 7,9 25,9 24,7 25,2 22,5 21,6 19,9<br />

* standardizzata per case mix (peso nazionale)<br />

FONTE: elaborazione Corte dei conti su dati forniti dalla Regione <strong>Veneto</strong><br />

DEGENZA MEDIA (STRUTTURE A GESTIONE DIRETTA DELLE AZIENDE)<br />

2004-2006<br />

ACUTI* LUNGODEGENZA<br />

RIABILITAZIONE


TAB. 36ter<br />

AZIENDE<br />

2006 2005 2004 2006 2005 2004 2006 2005 2004<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 5,8 6,0 5,8 19,2 20,3 20,6 28,2 27,8 30,3<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 9,3 9,3 8,4 24,0<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 8,7 9,3 8,8 17,2 16,0 16,8 18,3 14,1 14,0<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 8,9 8,0 7,7<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 9,3 9,1 9,5 24,3 23,4 24,4 24,8 25,6 29,0<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 7,9 8,0 9,2 31,3 28,6 31,2 16,6 15,9 17,5<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 3,8 4,5 5,5 20,6 23,3 22,8 32,0 35,4 38,2<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 7,2 7,3 8,2 26,4 31,1 32,2<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 13,1 12,4 13,7 19,7 18,5 19,7<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 6,0 6,0 6,1 26,3 25,0 32,8 26,0 26,4 25,4<br />

TOTALE REGIONALE 7,4 7,4 7,7 23,2 22,9 25,0 24,0 24,2 25,9<br />

* standardizzata per case mix (peso nazionale)<br />

FONTE: elaborazione Corte dei conti su dati forniti dalla Regione <strong>Veneto</strong><br />

DEGENZA MEDIA (STRUTTURE A GESTIONE PRIVATA)<br />

2004-2006<br />

ACUTI* LUNGODEGENZA<br />

RIABILITAZIONE


TAB. 37<br />

AZIENDE<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 1,00 6,5% 0,99 6,4% 1,01 6,3%<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 0,95 5,9% 0,95 5,4% 0,96 5,8%<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 0,98 5,0% 0,95 4,5% 0,94 3,8%<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 0,90 4,5% 0,89 3,7% 0,90 3,6%<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 0,94 5,5% 0,94 5,6% 0,93 4,8%<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 1,05 7,7% 1,05 7,3% 1,04 6,8%<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 0,97 4,8% 0,96 4,6% 0,95 4,1%<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 0,95 5,0% 0,92 4,6% 0,94 4,6%<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 1,00 6,6% 1,00 6,2% 1,03 6,4%<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 0,95 4,7% 0,93 4,3% 0,93 3,8%<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 1,06 6,5% 1,05 6,2% 1,07 6,3%<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 0,97 4,7% 0,98 4,6% 0,98 4,3%<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 0,86 2,5% 0,86 2,6% 0,87 2,8%<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 0,94 5,5% 0,96 5,8% 0,96 5,2%<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 1,04 7,3% 0,98 6,4% 0,98 6,2%<br />

Az. Ulss n. 17 Este 0,97 5,1% 0,96 5,2% 0,95 4,8%<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 1,11 6,6% 1,11 6,9% 1,10 6,5%<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 0,87 2,7% 0,85 2,8% 0,83 2,0%<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 0,93 3,8% 0,93 3,6% 0,93 3,2%<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 0,99 8,5% 0,97 7,7% 0,98 6,6%<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 0,87 4,2% 0,84 3,3% 0,85 3,4%<br />

Az. Osp. n. 1 Padova 1,10 8,9% 1,09 9,7% 1,08 8,9%<br />

Az. Osp. n. 2 Verona 1,11 11,5% 1,13 11,1% 1,11 10,2%<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong> 0,66 12,3%<br />

TOTALE REGIONALE 1,00 6,5% 1,00 6,0% 1,00 5,6%<br />

FONTE: Regione <strong>Veneto</strong><br />

INDICE<br />

di<br />

CASE MIX<br />

INDICATORI DI COMPLESSITA'<br />

(STRUTTURE A GESTIONE DIRETTA DELLE AZIENDE)<br />

2006 2005 2004<br />

%<br />

CASI<br />

COMPLESSI<br />

INDICE<br />

di<br />

CASE MIX<br />

%<br />

CASI<br />

COMPLESSI<br />

INDICE<br />

di<br />

CASE MIX<br />

%<br />

CASI<br />

COMPLESSI


TAB. 38<br />

AZIENDE<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 0,99 6,6% 0,99 6,2% 1,00 6,0%<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 1,11 4,6% 1,07 4,1% 1,10 4,1%<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 1,10 11,1% 1,07 9,7% 1,07 8,5%<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 0,95 2,2% 0,95 1,8% 0,96 2,0%<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 0,92 4,4% 0,92 4,3% 0,93 4,0%<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 1,02 7,4% 1,04 7,8% 0,99 5,9%<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 0,95 3,4% 0,93 3,1% 1,04 4,7%<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 1,08 8,0% 1,02 5,2% 0,98 4,7%<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 1,01 8,6% 1,01 7,8% 1,01 6,5%<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 0,98 5,5% 0,99 5,5% 0,99 5,4%<br />

TOTALE REGIONALE 1,00 6,7% 1,00 6,4% 1,00 6,0%<br />

FONTE: Regione <strong>Veneto</strong><br />

INDICE<br />

di<br />

CASE MIX<br />

INDICATORI DI COMPLESSITA'<br />

(STRUTTURE A GESTIONE PRIVATA)<br />

2006 2005 2004<br />

%<br />

CASI<br />

COMPLESSI<br />

INDICE<br />

di<br />

CASE MIX<br />

%<br />

CASI<br />

COMPLESSI<br />

INDICE<br />

di<br />

CASE MIX<br />

%<br />

CASI<br />

COMPLESSI


TAB. 39<br />

AZIENDE<br />

n. dimissioni<br />

da reparti<br />

chirurgici con<br />

DRG medici<br />

(a)<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 7.756 23.579 32,9% 8.682 25.800 33,7% 9.753 27.959 34,9%<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 6.298 18.373 34,3% 6.045 17.221 35,1% 6.315 17.376 36,3%<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 12.533 27.988 44,8% 12.915 28.501 45,3% 13.251 29.966 44,2%<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 3.685 14.226 25,9% 3.874 14.830 26,1% 4.001 16.470 24,3%<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 4.871 17.965 27,1% 5.059 18.840 26,9% 5.073 19.240 26,4%<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 1.494 6.367 23,5% 1.467 6.033 24,3% 1.524 7.628 20,0%<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 2.279 11.542 19,7% 2.419 11.686 20,7% 2.511 12.079 20,8%<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 2.368 5.313 44,6% 2.526 5.919 42,7% 2.770 5.950 46,6%<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 2.081 6.598 31,5% 1.963 6.756 29,1% 1.960 6.965 28,1%<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 3.401 12.354 27,5% 3.713 12.710 29,2% 3.920 13.538 29,0%<br />

TOTALE REGIONALE 117.919 376.265 31,3% 120.226 384.257 31,3% 123.843 404.398 30,6%<br />

FONTE: archivio SDO della Regione <strong>Veneto</strong><br />

INDICATORI DI PRESTAZIONI OSPEDALIERE A RISCHIO DI NON APPROPRIATEZZA<br />

% DIMESSI DA REPARTI CHIRURGICI CON DRG MEDICI<br />

(STRUTTURE A GESTIONE DIRETTA DELLE AZIENDE)<br />

2006 2005 2004<br />

totale<br />

dimissioni da<br />

reparti<br />

chirurgici (b)<br />

dimessi con<br />

DRG medici/<br />

tot. dimessi<br />

con DRG<br />

chirurgici<br />

(a)/(b)<br />

n. dimissioni<br />

totale<br />

da reparti<br />

dimissioni da<br />

chirurgici con<br />

reparti<br />

DRG medici<br />

chirurgici (b)<br />

(a)<br />

dimessi con<br />

DRG medici/<br />

tot. dimessi<br />

con DRG<br />

chirurgici<br />

(a)/(b)<br />

n.<br />

dimissioni<br />

da reparti<br />

chirurgici<br />

con DRG<br />

medici (a)<br />

totale<br />

dimissioni<br />

da reparti<br />

chirurgici<br />

(b)<br />

dimessi con<br />

DRG medici/<br />

tot. dimessi<br />

con DRG<br />

chirurgici<br />

(a)/(b)


TAB. 40<br />

AZIENDE<br />

n. dimissioni<br />

da reparti<br />

chirurgici con<br />

DRG medici<br />

(a)<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 352 8.397 4,2% 284 8.169 3,5% 189 7.663 2,5%<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 101 584 17,3% 249 1.912 13,0% 234 1.754 13,3%<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 334 11.992 2,8% 290 12.025 2,4% 351 11.558 3,0%<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 685 2.499 27,4% 564 2.508 22,5% 596 2.387 25,0%<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 1.536 9.260 16,6% 1.653 9.161 18,0% 1.748 8.561 20,4%<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 2.790 10.620 26,3% 3.145 10.602 29,7% 3.165 9.879 32,0%<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 241 4.796 5,0% 432 4.540 9,5% 217 2.323 9,3%<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 603 4.819 12,5% 744 4.598 16,2% 727 4.395 16,5%<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 77 5.245 1,5% 103 5.110 2,0% 102 4.639 2,2%<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 6.306 34.722 18,2% 6.370 34.550 18,4% 6.237 32.923 18,9%<br />

TOTALE REGIONALE 13.025 92.934 14,0% 13.834 93.175 14,8% 13.566 86.082 15,8%<br />

FONTE: archivio SDO della Regione <strong>Veneto</strong><br />

INDICATORI DI PRESTAZIONI OSPEDALIERE A RISCHIO DI NON APPROPRIATEZZA<br />

% DIMESSI DA REPARTI CHIRURGICI CON DRG MEDICI<br />

(STRUTTURE A GESTIONE PRIVATA)<br />

2006 2005 2004<br />

totale<br />

dimissioni da<br />

reparti<br />

chirurgici<br />

(b)<br />

dimessi con<br />

DRG medici/<br />

tot. dimessi<br />

con DRG<br />

chirurgici<br />

(a)/(b)<br />

n. dimissioni<br />

da reparti<br />

chirurgici con<br />

DRG medici<br />

(a)<br />

totale<br />

dimissioni da<br />

reparti<br />

chirurgici (b)<br />

dimessi con<br />

DRG medici/<br />

tot. dimessi<br />

con DRG<br />

chirurgici<br />

(a)/(b)<br />

n. dimissioni<br />

da reparti<br />

chirurgici con<br />

DRG medici<br />

(a)<br />

totale<br />

dimissioni<br />

da reparti<br />

chirurgici<br />

(b)<br />

dimessi con<br />

DRG medici/<br />

tot. dimessi<br />

con DRG<br />

chirurgici<br />

(a)/(b)


TAB. 41<br />

AZIENDE<br />

INDICATORI DI PRESTAZIONI OSPEDALIERE AD ALTO RISCHIO DI NON APPROPRIATEZZA IN REGIME DI DEGENZA ORDINARIA<br />

% DRG con valori superiori alla<br />

percentuale/soglia<br />

Strutture a gestione privata Strutture direttamente gestite dalle aziende<br />

% Prestazioni inappropriate<br />

% DRG con valori superiori alla<br />

percentuale/soglia<br />

% Prestazioni inappropriate<br />

2006 2005 2004 2006 2005 2004 2006 2005 2004 2006 2005 2004<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 50,0 52,8 56,8 27,2 25,3 28,6 59,5 46,5 53,5 50,7 42,6 48,3<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 87,0 92,9 93,8 94,4 96,0 96,2 11,9 16,7 25,6 21,3 20,9 28,7<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 57,1 59,5 58,3 16,6 15,6 17,6 38,1 38,1 46,5 55,4 58,0 58,0<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 62,5 66,7 65,6 35,2 39,5 41,0 58,5 47,6 30,8 28,1 25,0 12,4<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 63,6 64,7 71,1 13,8 18,4 33,0 12,5 7,5 46,3 29,9 18,3 56,4<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 44,7 45,5 44,1 22,5 24,4 40,4 69,8 69,8 30,0 58,9 62,0 15,2<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 31,4 33,3 54,3 4,9 11,1 36,8 36,6 43,9 19,0 36,1 28,0 21,6<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 67,9 62,1 66,7 39,5 51,2 72,1 70,0 52,6 40,0 69,8 56,6 38,1<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 53,3 61,3 65,5 18,8 21,2 41,8 25,7 27,8 34,3 11,9 13,7 21,7<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 55,8 61,9 53,5 42,3 46,2 66,9 25,0 20,5 19,0 14,5 13,4 15,9<br />

MEDIA 10 AZIENDE 57,3 60,1 63,0 31,5 34,9 47,4 40,8 37,1 34,5 37,7 33,9 31,6<br />

FONTE:elaborazione Corte dei conti su dati archivio SDO della Regione <strong>Veneto</strong>


TAB. 42_2006<br />

AZIENDE<br />

STRUTTURE A GESTIONE DIRETTA DELLE AZIENDE<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Day<br />

Hospital<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Day<br />

Hospital<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

STRUTTURE A GESTIONE PRIVATA<br />

ACUTI RIABILITAZIONE ACUTI RIABILITAZIONE<br />

TOTALE<br />

Day<br />

Hospital<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Day<br />

Hospital<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 84.520 11.936 5.651 1.971 104.078<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 36.660 5.305 2.979 3.541 48.485<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 71.319 19.634 2.611 93.564<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 67.916 6.074 1.896 212 76.098<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 65.662 14.856 3.731 1.918 86.167<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 165.602 23.493 6.070 0 195.165 25.295 6.805 6.415 486 39.001<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 79.021 17.281 5.327 2.805 104.434 3.678 1.129 4.453 9.260<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 91.842 16.615 2.641 3.541 114.639<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 171.987 22.523 3.538 198.048 39.936 13.788 13.103 1.566 68.393<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 71.197 12.764 3.754 1.989 89.704 7.386 2.823 0 10.209<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 165.620 25.159 2.378 1.542 194.699 18.557 11.470 34.582 1.612 66.221<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 92.865 25.952 3.339 8.778 130.934<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 38.548 18.687 3.150 6.658 67.043<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 109.689 20.874 1.629 2.883 135.075<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 53.894 21.982 5.693 6.921 88.490 44.212 13.666 4.791 1.615 64.284<br />

Az. Ulss n. 17 Este 56.329 13.724 1.810 4.653 76.516<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 47.278 24.134 9.216 4.450 85.078 11.622 1.583 5.903 2.027 21.135<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 30.992 169 227 129 31.517 16.457 4.995 2.253 23.705<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 66.649 10.473 114 8.861 86.097 25.189 3.518 3.717 32.424<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 64.782 17.093 2.947 1.836 86.658 7.356 7.356<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 58.924 23.908 4.208 87.040 108.285 33.933 20.031 494 162.743<br />

Az. Osp. n. 1 Padova 265.065 61.306 8.967 335.338 0<br />

Az. Osp. n. 2 Verona 282.218 32.401 10.358 324.977 0<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong> 4.753 12.652 17.405 0<br />

TOTALE REGIONALE 2.243.332 458.995 88.696 66.226 2.857.249 300.617 93.710 102.604 7.800 504.731<br />

FONTE: modelli LA delle aziende sanitarie ed ospedaliere<br />

COSTI DELL'ASSISTENZA OSPEDALIERA<br />

ANNO 2006 (in migliaia di euro)<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

TOTALE


Tab. 42_2005<br />

AZIENDE<br />

STRUTTURE A GESTIONE DIRETTA DELLE AZIENDE STRUTTURE A GESTIONE PRIVATA<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

ACUTI RIABILITAZIONE<br />

Day<br />

Hospital<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

COSTI DELL'ASSISTENZA OSPEDALIERA<br />

ANNO 2005 (in migliaia di euro)<br />

Day<br />

Hospital<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Day<br />

Hospital<br />

RIABILITAZIONE<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Day<br />

Hospital<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 84.918 12.093 5.641 1.953 104.605<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 37.134 5.145 3.031 3.958 49.268<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 79.621 10.961 2.956 93.538<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 66.251 6.033 2.602 345 75.231<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 61.447 14.983 3.720 1.674 81.824<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 173.087 23.440 6.280 202.807 24.639 6.757 6.019 412 37.827<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 72.304 14.596 4.737 2.837 94.474 11.057 2.936 3.922 0 17.915<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 87.516 19.180 2.665 3.767 113.128<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 164.397 23.656 3.151 191.204 36.128 21.024 4.832 1.475 63.459<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 70.005 15.364 3.109 2.185 90.663 7.216 2.686 9.902<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 169.704 28.987 3.375 2.068 204.134 19.625 11.736 35.122 1.703 68.186<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 105.535 25.969 1.209 3.630 136.343<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 41.460 29.389 4.792 4.548 80.189<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 109.994 21.535 1.497 2.657 135.683<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 49.224 21.039 6.678 8.219 85.160 41.722 10.779 7.797 1.644 61.942<br />

Az. Ulss n. 17 Este 55.887 14.052 1.701 4.523 76.163<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 39.155 13.566 8.724 3.417 64.862 1 20.939 20.940<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 29.226 178 244 137 29.785 14.625 5.580 2.118 22.323<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 55.136 9.278 14.623 79.037 24.136 3.727 3.603 31.466<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 59.778 18.353 3.050 1.919 83.100<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 65.710 19.750 4.780 90.240 115.354 31.637 18.844 480 166.315<br />

Az. Osp. n. 1 Padova 258.645 53.158 7.299 319.102<br />

Az. Osp. n. 2 Verona<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong><br />

279.388 31.690 10.400 321.478<br />

TOTALE REGIONALE 2.215.522 432.395 88.490 65.611 2.802.018 294.503 117.801 82.257 5.714 500.275<br />

TOTALE<br />

ACUTI<br />

TOTALE


Tab. 42_2004<br />

AZIENDE<br />

STRUTTURE A GESTIONE DIRETTA DELLE AZIENDE<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

ACUTI RIABILITAZIONE<br />

Day<br />

Hospital<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

COSTI DELL'ASSISTENZA OSPEDALIERA<br />

ANNO 2004 (in migliaia di euro)<br />

Day<br />

Hospital<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

ACUTI RIABILITAZIONE<br />

Day<br />

Hospital<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Day<br />

Hospital<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 67.345 10.292 3.528 3.861 85.026<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 35.568 3.442 2.224 3.616 44.850<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 74.616 12.605 2.964 90.185<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 64.532 5.883 1.633 218 72.266<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 61.187 15.173 3.384 1.427 81.171<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 152.077 22.037 5.892 180.006 24.372 5.724 4.668 720 35.484<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 69.060 13.548 3.380 2.796 88.784 11.353 2.333 3.046 16.732<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 79.981 18.256 2.339 3.407 103.983<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 183.373 23.564 235 2.978 210.150 32.700 14.327 5.895 1.307 54.229<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 63.478 16.426 2.471 1.962 84.337 9.359 9.359<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 151.994 27.450 1.440 2.630 183.514 18.994 10.608 31.520 1.654 62.776<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 97.376 23.703 1.110 3.259 125.448<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 40.166 29.296 3.672 2.730 75.864<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 94.980 21.874 1.073 3.220 121.147<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 42.067 23.337 8.137 9.636 83.177 34.991 8.612 6.746 1.840 52.189<br />

Az. Ulss n. 17 Este 54.099 11.929 1.470 4.484 71.982<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 97.166 18.066 2.110 3.949 121.291 8.077 1.592 4.233 939 14.841<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 26.674 160 243 133 27.210 14.159 4.179 1.928 20.266<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 40.410 7.172 8.334 55.916 21.644 3.559 3.160 28.363<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 56.520 17.106 2.983 1.924 78.533 889 3.323 3.351 69 7.632<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 60.373 18.240 4.412 83.025 102.199 23.068 18.606 667 144.540<br />

Az. Osp. n. 1 Padova 239.060 57.170 2.444 298.674<br />

Az. Osp. n. 2 Verona<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong><br />

254.226 40.600 10.786 305.612<br />

TOTALE REGIONALE 2.106.328 437.329 67.930 60.564 2.672.151 278.737 77.325 83.153 7.196 446.411<br />

TOTALE<br />

STRUTTURE A GESTIONE PRIVATA<br />

TOTALE


TAB. 43<br />

AZIENDE<br />

2006<br />

ACUTI<br />

2005 2004<br />

COSTI DELL'ASSISTENZA OSPEDALIERA- INCIDENZA PUBBLICO/PRIVATO 2006-2004<br />

2006<br />

POST-ACUTI<br />

2005 2004<br />

2006<br />

TOTALE<br />

2005 2004<br />

pubblico privato pubblico privato pubblico privato pubblico privato pubblico privato pubblico privato pubblico privato pubblico privato pubblico privato<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 85,5 14,5 86,2 13,8 85,3 14,7 46,8 53,2 49,4 50,6 52,2 47,8 83,3 16,7 84,3 15,7 83,5 16,5<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 95,2 4,8 86,1 13,9 85,8 14,2 64,6 35,4 65,9 34,1 67,0 33,0 91,9 8,1 84,1 15,9 84,1 15,9<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 78,4 21,6 76,7 23,3 81,5 18,5 19,4 80,6 33,3 66,7 30,8 69,2 74,3 25,7 75,1 24,9 79,5 20,5<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 89,2 10,8 89,6 10,4 89,5 10,5 100,0 0,0 100,0 0,0 100,0 0,0 89,8 10,2 90,2 9,8 90,0 10,0<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 86,4 13,6 86,4 13,6 85,8 14,2 9,8 90,2 12,9 87,1 10,9 89,1 74,6 25,4 75,0 25,0 74,5 25,5<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 56,7 43,3 57,2 42,8 60,0 40,0 66,3 33,7 61,2 38,8 67,4 32,6 57,9 42,1 57,9 42,1 61,4 38,6<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 84,4 15,6 71,6 28,4 92,3 7,7 63,3 36,7 100,0 0,0 53,9 46,1 80,1 19,9 75,6 24,4 89,1 10,9<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 59,2 40,8 59,3 40,7 59,4 40,6 13,6 86,4 15,2 84,8 16,3 83,7 57,1 42,9 57,2 42,8 57,3 42,7<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 72,9 27,1 69,8 30,2 65,4 34,6 70,7 29,3 80,2 19,8 72,5 27,5 72,6 27,4 71,5 28,5 66,3 33,7<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 36,8 63,2 36,8 63,2 38,6 61,4 17,0 83,0 19,8 80,2 18,6 81,4 34,8 65,2 35,2 64,8 36,5 63,5<br />

TOTALE<br />

FONTE: elaborazione Corte dei conti<br />

73,5 26,5 72,0 28,0 75,0 25,0 39,5 60,5 45,9 54,1 41,1 58,9 70,0 30,0 69,4 30,6 71,8 28,2


TAB. 44_2006<br />

AZIENDE<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Day<br />

Hospital<br />

COSTI DELL'ASSISTENZA OSPEDALIERA PRO CAPITE<br />

ANNO 2006 (in unità di euro)<br />

STRUTTURE A GESTIONE DIRETTA DELLE AZIENDE<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Day<br />

Hospital<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

STRUTTURE A GESTIONE PRIVATA<br />

ACUTI RIABILITAZIONE<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

TOTALE<br />

ACUTI RIABILITAZIONE<br />

Day<br />

Hospital<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Day<br />

Hospital<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 626,0 88,4 41,9 14,6 770,8<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 419,7 60,7 34,1 40,5 555,1<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 431,3 118,7 15,8 565,8<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 386,5 34,6 10,8 1,2 433,1<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 400,0 90,5 22,7 11,7 525,0<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 561,7 79,7 20,6 662,0 85,8 23,1 21,8 1,6 132,3<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 373,0 81,6 25,1 13,2 493,0 17,4 5,3 21,0 43,7<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 409,6 74,1 11,8 15,8 511,3<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 448,6 58,7 0,0 9,2 516,6 104,2 36,0 34,2 4,1 178,4<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 346,7 62,2 18,3 9,7 436,8 36,0 13,7 49,7<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 501,4 76,2 7,2 4,7 589,4 56,2 34,7 104,7 4,9 200,5<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 382,3 106,8 13,7 36,1 539,0<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 303,8 147,3 24,8 52,5 528,4<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 495,4 94,3 7,4 13,0 610,1<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 130,8 53,4 13,8 16,8 214,8 107,3 33,2 11,6 3,9 156,0<br />

Az. Ulss n. 17 Este 308,2 75,1 9,9 25,5 418,6<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 259,5 132,5 50,6 24,4 467,0 63,8 8,7 32,4 11,1 116,0<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 397,8 2,2 2,9 1,7 404,5 211,2 64,1 28,9 304,3<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 137,2 21,6 0,2 18,2 177,3 51,9 7,2 7,7 66,8<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 436,5 115,2 19,9 12,4 584,0 49,6 49,6<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 232,5 94,3 16,6 343,5 427,3 133,9 79,0 1,9 642,2<br />

Az. Osp. n. 1 Padova 56,3 13,0 1,9 71,2<br />

Az. Osp. n. 2 Verona 59,9 6,9 2,2 69,0<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong> 1,0 2,7 0,0 3,7<br />

TOTALE REGIONALE 476,2 97,4 18,8 14,1 606,5 63,8 19,9 21,8 1,7 107,1<br />

FONTE: elaborazione Corte dei conti<br />

TOTALE


Tab. 44_2005<br />

AZIENDE<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Day<br />

Hospital<br />

COSTI DELL'ASSISTENZA OSPEDALIERA PRO CAPITE<br />

ANNO 2005 (in unità di euro)<br />

STRUTTURE A GESTIONE DIRETTA DELLE AZIENDE<br />

ACUTI RIABILITAZIONE<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Day<br />

Hospital<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

ACUTI RIABILITAZIONE<br />

Day<br />

Hospital<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Day<br />

Hospital<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 674,7 96,1 44,8 15,5831,2 Az. Ulss n. 2 Feltre 457,1 63,3 37,3 48,7606,5 Az. Ulss n. 3 Bassano 517,9 71,3 19,2 608,5<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 405,5 36,9 15,9 2,1460,5 Az. Ulss n. 5 Arzignano 401,9 98,0 24,3 10,9535,1 Az. Ulss n. 6 Vicenza 630,2 85,3 22,9 738,4 89,7 24,6 21,9 1,5137,7 Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 363,9 73,5 23,8 14,3475,4 55,6 14,8 19,7 90,2<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 419,4 91,9 12,8 18,1542,1 Az. Ulss n. 9 Treviso 462,3 66,5 0,0 8,9537,7 101,6 59,1 13,6 4,1178,4 Az. Ulss n. 10 S. Donà 367,8 80,7 16,3 11,5476,4 37,9 14,1 52,0<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 553,7 94,6 11,0 6,7666,0 64,0 38,3114,6 5,6222,5 Az. Ulss n. 13 Mirano 467,9 115,1 5,4 16,1604,5 Az. Ulss n. 14 Chioggia 341,4 242,0 39,5 37,5660,4 Az. Ulss n. 15 Cittadella 536,4 105,0 7,3 13,0661,7 Az. Ulss n. 16 Padova 129,8 55,5 17,6 21,7224,5 110,0 28,4 20,6 4,3163,3 Az. Ulss n. 17 Este 327,5 82,3 10,0 26,5446,3 Az. Ulss n. 18 Rovigo 231,3 80,2 51,5 20,2383,2 123,7 123,7<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 402,5 2,5 3,4 1,9410,2 201,4 76,8 29,2 307,4<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 130,0 21,9 34,5186,4 56,9 8,8 8,5 74,2<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 434,3 133,3 22,2 13,9603,8 Az. Ulss n. 22 Bussolengo 280,2 84,2 20,4 384,8 492,0 134,9 80,4 2,0709,3 Az. Osp. n. 1 Padova 59,4 12,2 1,7 73,3<br />

Az. Osp. n. 2 Verona<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong><br />

64,2 7,3 2,4 73,9<br />

TOTALE REGIONALE 509,1 99,4 20,3 15,1643,9 67,7 27,1 18,9 1,3115,0 TOTALE<br />

STRUTTURE A GESTIONE PRIVATA<br />

TOTALE


Tab. 44_2004<br />

AZIENDE<br />

STRUTTURE A GESTIONE DIRETTA DELLE AZIENDE<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

ACUTI RIABILITAZIONE<br />

Day<br />

Hospital<br />

COSTI DELL'ASSISTENZA OSPEDALIERA PRO CAPITE<br />

ANNO 2004 (in unità di euro)<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Day<br />

Hospital<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Day<br />

Hospital<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Day<br />

Hospital<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 537,7 82,2 28,2 30,8678,8 Az. Ulss n. 2 Feltre 443,0 42,9 27,7 45,0558,6 Az. Ulss n. 3 Bassano 493,7 83,4 19,6 596,7<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 398,9 36,4 10,1 1,3446,7 Az. Ulss n. 5 Arzignano 405,6 100,6 22,4 9,5538,1 Az. Ulss n. 6 Vicenza 562,5 81,5 21,8 665,8 90,2 21,2 17,3 2,7131,3 Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 350,8 68,8 17,2 14,2451,0 57,7 11,9 15,5 85,0<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 390,2 89,1 11,4 16,6507,2 Az. Ulss n. 9 Treviso 513,5 66,0 0,7 8,3588,4 91,6 40,1 16,5 3,7151,8 Az. Ulss n. 10 S. Donà 338,6 87,6 13,2 10,5449,8 49,9 49,9<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 497,8 89,9 4,7 8,6601,1 62,2 34,7103,2 5,4205,6 Az. Ulss n. 13 Mirano 440,0 107,1 5,0 14,7566,8 Az. Ulss n. 14 Chioggia 342,2 249,6 31,3 23,3646,3 Az. Ulss n. 15 Cittadella 472,5 108,8 5,3 16,0602,6 Az. Ulss n. 16 Padova 112,2 62,2 21,7 25,7221,8 93,3 23,0 18,0 4,9139,2 Az. Ulss n. 17 Este 323,9 71,4 8,8 26,8430,9 Az. Ulss n. 18 Rovigo 578,0 107,5 12,6 23,5721,5 48,0 9,5 25,2 5,6 88,3<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 370,4 2,2 3,4 1,8377,8 196,6 58,0 26,8 281,4<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 96,8 17,2 0,0 20,0134,0 51,9 8,5 7,6 68,0<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 415,7 125,8 21,9 14,1577,5 6,5 24,4 24,6 0,5 56,1<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 263,4 79,6 19,2 362,2 445,8 100,6 81,2 2,9630,6 Az. Osp. n. 1 Padova 55,6 13,3 0,6 69,5<br />

Az. Osp. n. 2 Verona<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong><br />

59,2 9,5 2,5 71,1<br />

TOTALE REGIONALE 490,3 101,8 15,8 14,1622,0 64,9 18,0 19,4 1,7103,9 TOTALE<br />

STRUTTURE A GESTIONE PRIVATA<br />

ACUTI RIABILITAZIONE<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

TOTALE


TAB. 45_2006<br />

AZIENDE<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Day<br />

Hospital<br />

Degenza<br />

Ordinaria+D.H.<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Day<br />

Hospital<br />

Degenza<br />

Ordinaria+D.H.<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 155.821 322.595 156.972 47.210 158.374<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 138.383 132.625 66.944 98.819 125.853<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 154.761 343.452 124.333 173.588<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 162.673 93.327 129.273 21.200 149.922<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 179.160 179.168 98.617 53.278 164.677<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 183.273 255.359 97.903 184.539 173.253 680.500 87.877 44.182 162.504<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 155.375 213.126 111.366 51.944 151.025 89.707 125.444 80.522<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 170.975 205.123 139.000 63.232 165.384<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 162.316 109.335 0 58.967 140.601 163.672 766.000 335.974 82.421 213.728<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 149.626 212.144 216.577 51.887 151.612 67.145 564.600 88.774<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 196.039 215.341 125.158 38.550 190.757 100.308 674.706 95.267 53.733 111.296<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 151.493 284.665 364.255 112.659 165.477<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 103.763 301.809 1.050.000 162.390 140.429<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 173.284 298.200 54.910 42.397 168.703<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 195.741 470.203 343.296 100.426 217.109 163.748 546.640 55.709 46.143 154.529<br />

Az. Ulss n. 17 Este 162.331 155.807 115.532 73.662 148.888<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 94.446 358.426 242.526 69.531 126.998 116.220 197.875 168.657 337.833 141.846<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 183.114 7.042 5.609 145.743 138.294 624.375 83.444 153.929<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 254.628 327.281 108.061 229.134 101.980 1.172.667 97.816 112.583<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 185.533 289.712 30.071 77.305 163.531<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 219.184 427.565 52.545 215.002 191.995 506.463 111.283 49.400 198.225<br />

Az. Osp. n. 1 Padova 199.685 387.808 177.564 218.319<br />

Az. Osp. n. 2 Verona 196.896 195.974 124.545 193.228<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong> 95.060 436.276 220.316<br />

TOTALE REGIONALE 172.804 245.737 107.380 74.945 172.542 148.380 551.235 113.249 70.270 157.090<br />

FONTE: elaborazione Corte dei conti<br />

COSTI DELL'ASSISTENZA OSPEDALIERA PER POSTO LETTO ANNO 2006 (in unità di euro)<br />

STRUTTURE A GESTIONE DIRETTA DELLE AZIENDE STRUTTURE A GESTIONE PRIVATA<br />

ACUTI RIABILITAZIONE* ACUTI<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

TOTALE<br />

RIABILITAZIONE*<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

TOTALE


Tab. 45_2005<br />

AZIENDE<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

COSTI DELL'ASSISTENZA OSPEDALIERA PER POSTO LETTO ANNO 2005 (in unità di euro)<br />

STRUTTURE A GESTIONE DIRETTA DELLE AZIENDE<br />

ACUTI RIABILITAZIONE*<br />

ACUTI<br />

Day<br />

Hospital<br />

Degenza<br />

Ordinaria+D.H.<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

TOTALE<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Day<br />

Hospital<br />

STRUTTURE A GESTIONE PRIVATA<br />

RIABILITAZIONE*<br />

Degenza<br />

Ordinaria+D.H.<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 155.741 326.838 172.684 38.546 157.163<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 139.427 130.529 67.107 106.973 127.007<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 166.426 203.926 140.762 169.096<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 153.093 91.064 173.467 29.155 143.070<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 167.964 184.217 99.200 46.500 157.152<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 187.527 226.109 101.290 186.289 168.760 675.700 82.452 37.455 157.613<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 166.248 238.302 98.346 44.328 155.300 89.169 108.741 86.546<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 164.298 233.428 140.263 67.268 163.993<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 158.876 119.024 0 52.517 140.488 148.066 1.168.000 123.897 73.750 197.692<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 149.132 233.082 565.273 56.026 156.360 65.600 206.615 80.504<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 199.417 252.244 180.804 50.133 198.993 106.081 690.353 96.225 50.088 113.454<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 171.022 282.016 241.800 42.706 170.606<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 115.810 441.940 2.211.692 93.773 168.760<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 175.034 316.691 49.900 39.074 170.796<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 179.868 323.677 426.255 119.694 201.324 150.621 384.964 91.729 44.432 145.063<br />

Az. Ulss n. 17 Este 158.245 152.325 120.071 73.148 146.069<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 77.318 196.846 202.491 52.704 94.932 10 2.617.375 140.537<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 172.935 7.417 5.957 137.894 120.868 697.500 96.273 147.834<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 206.631 256.535 176.181 204.759 100.567 1.242.333 94.816 111.979<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 167.094 311.068 31.122 79.958 154.246<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 244.578 345.481 59.750 222.357 204.892 427.527 117.775 48.000 206.090<br />

Az. Osp. n. 1 Padova 183.838 289.033 156.968 194.891<br />

Az. Osp. n. 2 Verona<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong><br />

193.404 267.992 125.301 195.328<br />

TOTALE REGIONALE 170.624 235.552 112.048 71.117 169.482 139.575 571.850 94.223 48.424 151.278<br />

TOTALE


Tab. 45_2004<br />

AZIENDE<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

COSTI DELL'ASSISTENZA OSPEDALIERA PER POSTO LETTO ANNO 2004 (in unità di euro)<br />

STRUTTURE A GESTIONE DIRETTA DELLE AZIENDE<br />

ACUTI<br />

Day<br />

Hospital<br />

RIABILITAZIONE*<br />

Degenza<br />

Ordinaria+D.H.<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

TOTALE<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Day<br />

Hospital<br />

STRUTTURE A GESTIONE PRIVATA<br />

RIABILITAZIONE*<br />

Degenza<br />

Ordinaria+D.H.<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 121.561 302.706 160.364 45.964 122.516<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 134.219 86.050 51.721 100.444 116.797<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 152.902 237.830 148.200 160.758<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 170.720 74.468 108.867 18.167 149.310<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 167.178 194.526 91.459 39.639 157.004<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 160.081 198.532 130.933 162.754 153.283 572.400 74.095 51.429 144.244<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 158.759 222.098 96.571 31.067 142.969 91.556 93.320 88.529<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 143.079 225.383 116.950 61.945 145.431<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 168.541 126.688 6.026 48.820 152.948 131.855 1.102.077 151.154 130.700 174.932<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 135.637 234.657 1.235.500 50.308 145.660 85.082 76.089<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 176.737 240.789 72.000 65.750 177.480 94.497 707.200 87.072 57.034 103.420<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 154.320 252.160 85.385 42.325 153.924<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 95.406 465.016 408.000 50.556 138.691<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 145.008 312.486 32.515 42.933 145.435<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 140.692 364.641 406.850 146.000 185.249 122.346 358.833 80.310 52.571 121.653<br />

Az. Ulss n. 17 Este 152.822 135.557 113.077 60.595 136.072<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 193.173 258.086 70.333 68.086 183.496 115.386 318.400 88.188 58.688 106.770<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 151.557 6.957 5.783 122.568 116.057 522.375 83.826 132.458<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 166.296 210.941 99.214 154.892 91.325 1.186.333 83.158 102.025<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 157.000 294.931 25.280 80.167 140.238<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 209.628 372.245 57.299 200.543 178.670 372.065 120.818 66.700 181.128<br />

Az. Osp. n. 1 Padova 181.657 309.027 32.158 189.394<br />

Az. Osp. n. 2 Verona<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong><br />

160.092 314.729 149.806 170.828<br />

TOTALE REGIONALE 159.028 238.456 89.499 61.300 158.811 130.924 434.410 97.712 63.123 136.434<br />

ACUTI<br />

TOTALE


TAB. 46_2006<br />

AZIENDE<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Day<br />

Hospital<br />

Degenza<br />

Ordinaria+D.H.<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Day<br />

Hospital<br />

Degenza<br />

Ordinaria+D.H.<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 4.959 2.412 8.871 5.313 4.525<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 3.758 1.776 3.484 9.221 3.468<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 4.487 4.046 9.564 4.451<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 4.300 1.032 11.023 2.494 3.469<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 4.203 2.434 4.606 4.262 3.749<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 5.001 2.896 20.369 4.700 3.431 1.859 5.302 3.076 3.145<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 4.186 1.697 3.659 7.048 3.378 3.068 2.236 5.434<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 3.879 1.963 8.253 3.294 3.419<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 4.534 1.613 0 6.175 3.606 5.025 1.949 13.910 4.436 4.192<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 3.884 2.204 19.451 3.483 3.605 2.698 1.818 2.379<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 5.766 2.246 2.576 3.012 4.707 3.245 2.017 8.112 3.951 4.119<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 3.828 2.445 13.684 7.653 3.611<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 3.125 2.407 76.829 19.077 3.272<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 4.178 2.228 4.777 4.757 3.693<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 5.367 5.361 23.525 7.605 5.786 3.981 3.121 1.769 4.722 3.468<br />

Az. Ulss n. 17 Este 4.411 1.798 9.330 8.681 3.621<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 2.969 3.451 22.478 3.507 3.459 2.310 1.057 7.416 6.161 2.761<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 4.849 78 462 3.571 3.884 1.999 6.848 3.355<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 6.806 3.481 8.085 6.195 4.232 1.873 4.595 3.753<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 4.675 2.339 1.954 4.794 3.758<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 5.164 3.276 3.010 4.329 3.458 1.663 7.221 3.800 2.980<br />

Az. Osp. n. 1 Padova 5.225 2.611 12.865 4.477<br />

Az. Osp. n. 2 Verona 5.318 1.486 4.702 4.216<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong> 2.523 2.092 2.194<br />

TOTALE REGIONALE 4.640 2.294 5.660 6.024 4.023 3.639 1.907 7.418 4.535 3.427<br />

FONTE: elaborazione Corte dei conti<br />

COSTI DELL'ASSISTENZA OSPEDALIERA PER RICOVERO ANNO 2006 (in unità di euro)<br />

STRUTTURE A GESTIONE DIRETTA DELLE AZIENDE STRUTTURE A GESTIONE PRIVATA<br />

ACUTI RIABILITAZIONE* ACUTI<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

TOTALE<br />

RIABILITAZIONE*<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

TOTALE


TAB. 46_2005<br />

AZIENDE<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

COSTI DELL'ASSISTENZA OSPEDALIERA PER RICOVERO ANNO 2005 (in unità di euro)<br />

STRUTTURE A GESTIONE DIRETTA DELLE AZIENDE STRUTTURE A GESTIONE PRIVATA<br />

ACUTI RIABILITAZIONE*<br />

ACUTI RIABILITAZIONE*<br />

Day<br />

Hospital<br />

Degenza<br />

Ordinaria+D.H.<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

TOTALE<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Day<br />

Hospital<br />

Degenza<br />

Ordinaria+D.H.<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 5.035 2.471 9.862 3.792 4.579<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 3.763 1.700 3.383 9.945 3.473<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 4.897 2.431 9.660 4.438<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 3.955 1.043 16.365 3.350 3.300<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 3.920 2.257 4.621 3.473 3.467<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 5.111 2.147 12.895 4.480 3.327 1.954 5.084 3.121 3.106<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 4.158 1.585 3.540 5.445 3.320 2.876 1.764 3.252<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 3.623 1.943 8.100 3.070 3.179<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 4.385 1.471 0 6.002 3.425 4.611 2.866 6.017 4.120 3.886<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 3.629 2.459 54.544 3.741 3.463 2.648 1.831 2.362<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 5.782 2.294 4.023 3.226 4.696 3.219 2.193 8.043 3.743 4.191<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 4.199 2.486 5.167 3.198 3.691<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 3.493 2.991 108.909 12.160 3.626<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 4.253 2.274 4.592 4.392 3.741<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 4.755 3.809 28.909 9.022 5.004 3.861 2.290 3.087 4.396 3.364<br />

Az. Ulss n. 17 Este 4.292 1.811 10.766 7.564 3.536<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 2.397 1.974 20.871 2.918 2.616 11.050 2.643<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 4.459 65 318 3.063 3.392 2.262 7.933 3.168<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 5.811 2.707 13.769 5.655 4.007 1.998 4.239 3.601<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 4.318 2.057 1.614 4.154 3.308<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 5.479 2.298 2.956 4.064 3.618 1.648 6.718 3.780 3.079<br />

Az. Osp. n. 1 Padova 4.852 2.091 10.943 4.019<br />

Az. Osp. n. 2 Verona<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong><br />

5.252 1.486 4.221 4.176<br />

TOTALE REGIONALE 4.541 2.058 5.683 5.586 3.863 3.424 2.384 6.087 3.403 3.321<br />

TOTALE


TAB. 46_2004<br />

AZIENDE<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

COSTI DELL'ASSISTENZA OSPEDALIERA PER RICOVERO ANNO 2004 (in unità di euro)<br />

STRUTTURE A GESTIONE DIRETTA DELLE AZIENDE<br />

ACUTI<br />

Day<br />

Hospital<br />

RIABILITAZIONE*<br />

Degenza<br />

Ordinaria+D.H.<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

TOTALE<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Day<br />

Hospital<br />

Degenza<br />

Ordinaria+D.H.<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 4.041 2.215 8.954 4.319 3.762<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 3.575 967 2.428 10.892 3.039<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 4.498 2.373 10.328 4.065<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 3.882 920 11.920 3.406 3.112<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 3.769 2.115 4.579 3.049 3.297<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 4.281 1.708 13.240 3.683 3.192 2.075 4.330 5.000 3.054<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 3.923 1.436 8.284 4.707 3.166 2.806 1.574 2.708<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 3.316 1.859 7.669 3.146 2.943<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 4.906 1.375 281 4.492 3.752 4.090 2.121 6.952 5.538 3.425<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 3.372 2.026 123.550 3.542 3.066 3.341 0 2.296<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 5.077 2.036 5.560 4.040 4.139 3.105 2.195 6.616 3.874 3.889<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 3.843 1.909 6.133 2.902 3.212<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 3.293 2.492 204.000 6.013 3.106<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 3.660 2.000 3.625 6.598 3.216<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 3.961 3.541 36.653 10.328 4.529 3.529 1.962 3.577 4.804 3.149<br />

Az. Ulss n. 17 Este 4.184 1.318 10.576 8.304 3.177<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 5.896 2.583 3.241 4.912 4.865 2.479 1.671 7.261 3.465 2.930<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 4.026 58 504 2.823 3.366 1.830 7.531 3.004<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 4.481 2.063 7.646 4.116 3.829 1.917 4.495 3.454<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 3.963 1.935 1.578 4.238 3.086<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 4.712 2.076 2.647 3.568 3.296 1.367 7.496 4.869 2.862<br />

Az. Osp. n. 1 Padova 4.358 2.098 3.760 3.609<br />

Az. Osp. n. 2 Verona<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong><br />

4.509 1.777 3.965 3.730<br />

TOTALE REGIONALE 4.239 1.904 5.154 5.288 3.557 3.373 1.779 6.275 4.503 3.167<br />

ACUTI<br />

STRUTTURE A GESTIONE PRIVATA<br />

RIABILITAZIONE*<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

TOTALE


TAB. 47_2006<br />

AZIENDE<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Day<br />

Hospital<br />

Degenza<br />

Ordinaria+D.H.<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Day<br />

Hospital<br />

Degenza<br />

Ordinaria+D.H.<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 553 1.142 564 148 558<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 460 624 217 303 427<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 490 1.459 387 565<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 572 424 384 140 545<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 623 706 292 158 569<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 606 627 405 599 594 916 223 160 477<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 530 603 254 243 496 296 465 623<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 553 705 372 218 538<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 536 386 0 145 443 526 1.137 820 258 622<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 529 1.071 799 140 542 320 1.420 407<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 621 530 62 111 531 380 1.253 350 163 397<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 558 685 839 340 559<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 371 828 3.629 874 497<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 566 549 194 123 512<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 640 3.059 1.137 308 744 495 1.196 117 151 422<br />

Az. Ulss n. 17 Este 565 538 348 238 510<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 355 1.310 1.426 186 467 636 947 273 298 437<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 601 36 21 506 500 829 260 498<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 838 1.681 307 751 319 1.873 239 337<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 609 868 82 234 511<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 769 1.591 196 769 583 618 279 145 515<br />

Az. Osp. n. 1 Padova 652 1.260 575 712<br />

Az. Osp. n. 2 Verona 626 385 334 574<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong> 379 541 484<br />

TOTALE REGIONALE 578 732 285 233 560 495 859 340 195 477<br />

FONTE: elaborazione Corte dei conti<br />

COSTI DELL'ASSISTENZA OSPEDALIERA PER GIORNATA DI DEGENZA ANNO 2006 (in unità di euro)<br />

STRUTTURE A GESTIONE DIRETTA DELLE AZIENDE STRUTTURE A GESTIONE PRIVATA<br />

ACUTI RIABILITAZIONE* ACUTI<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

TOTALE<br />

RIABILITAZIONE*<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

TOTALE


TAB. 47_2005<br />

AZIENDE<br />

COSTI DELL'ASSISTENZA OSPEDALIERA PER GIORNATA DI DEGENZA ANNO 2005 (in unità di euro)<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

STRUTTURE A GESTIONE DIRETTA DELLE AZIENDE<br />

ACUTI RIABILITAZIONE*<br />

ACUTI<br />

Day<br />

Hospital<br />

Degenza<br />

Ordinaria+D.H.<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

TOTALE<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Day<br />

Hospital<br />

STRUTTURE A GESTIONE PRIVATA<br />

RIABILITAZIONE*<br />

Degenza<br />

Ordinaria+D.H.<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 548 1.117 685 109 545<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 460 616 211 323 426<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 547 917 429 569<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 520 462 506 105 505<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 572 588 290 147 521<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 629 497 378 598 563 878 216 154 462<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 570 617 238 223 516 290 382 391<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 519 756 374 222 518<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 510 336 157 430 466 1.702 437 257 595<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 518 1.096 3.018 143 548 347 1.280 433<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 654 580 99 151 571 383 1.231 328 160 382<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 631 678 334 148 583<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 408 1.118 5.678 562 586<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 561 602 179 108 512<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 564 1.538 1.324 353 658 465 902 208 154 413<br />

Az. Ulss n. 17 Este 555 541 325 229 503<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 284 631 1.503 152 345 9.689 422<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 581 31 17 464 454 931 255 480<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 722 1.240 539 712 321 1.998 229 339<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 576 781 75 246 472<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 838 1.185 205 762 608 620 255 151 524<br />

Az. Osp. n. 1 Padova 607 854 465 633<br />

Az. Osp. n. 2 Verona<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong><br />

614 372 303 559<br />

TOTALE REGIONALE 570 653 294 227 545 461 1.048 272 149 458<br />

TOTALE


TAB. 47_2004<br />

AZIENDE<br />

COSTI DELL'ASSISTENZA OSPEDALIERA PER GIORNATA DI DEGENZA ANNO 2004 (in unità di euro)<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

STRUTTURE A GESTIONE DIRETTA DELLE AZIENDE<br />

ACUTI<br />

Day<br />

Hospital<br />

RIABILITAZIONE*<br />

Degenza<br />

Ordinaria+D.H.<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

TOTALE<br />

Degenza<br />

Ordinaria<br />

Day<br />

Hospital<br />

STRUTTURE A GESTIONE PRIVATA<br />

RIABILITAZIONE*<br />

Degenza<br />

Ordinaria+D.H.<br />

LUNGO-<br />

DEGENZA<br />

Az. Ulss n. 1 Belluno 445 1.035 831 151 445<br />

Az. Ulss n. 2 Feltre 431 427 148 294 380<br />

Az. Ulss n. 3 Bassano 524 920 432 553<br />

Az. Ulss n. 4 Thiene 499 414 379 116 483<br />

Az. Ulss n. 5 Arzignano 543 648 266 131 509<br />

Az. Ulss n. 6 Vicenza 529 419 373 506 551 999 168 243 440<br />

Az. Ulss n. 7 Pieve di S. 548 573 467 199 520 303 315 301<br />

Az. Ulss n. 8 Asolo 457 765 313 191 464<br />

Az. Ulss n. 9 Treviso 577 345 15 139 497 432 1.402 504 330 534<br />

Az. Ulss n. 10 S. Donà 480 910 23.760 138 513 453 412<br />

Az. Ulss n. 12 - Veneziana 579 505 278 184 546 353 1.271 235 159 304<br />

Az. Ulss n. 13 Mirano 574 545 434 141 526<br />

Az. Ulss n. 14 Chioggia 383 1.165 11.922 329 547<br />

Az. Ulss n. 15 Cittadella 488 582 135 147 462<br />

Az. Ulss n. 16 Padova 480 1.482 1.565 424 633 389 845 219 154 365<br />

Az. Ulss n. 17 Este 538 397 321 217 462<br />

Az. Ulss n. 18 Rovigo 674 908 284 207 636 431 1.392 216 152 325<br />

Az. Ulss n. 19 Adria 515 28 23 430 420 706 234 423<br />

Az. Ulss n. 20 Verona 564 886 308 523 277 1.917 228 302<br />

Az. Ulss n. 21 Legnago 523 770 69 243 433<br />

Az. Ulss n. 22 Bussolengo 732 1.060 193 677 549 530 287 148 483<br />

Az. Osp. n. 1 Padova 552 893 160 583<br />

Az. Osp. n. 2 Verona<br />

Istituto Oncologico <strong>Regionale</strong><br />

529 427 319 502<br />

TOTALE REGIONALE 534 630 286 209 517 437 802 259 180 407<br />

ACUTI<br />

TOTALE

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