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Speciale don Luigi Bracchi - Parrocchia di Verolanuova

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pensieri e ricor<strong>di</strong><br />

lasciare incompiuto e non <strong>di</strong> certo per<br />

l’aspetto puramente estetico, ma per<br />

la maggiore gloria <strong>di</strong> Dio. Ha terminato<br />

con coraggio il restauro <strong>di</strong> tutte<br />

le opere artistiche e, per quanto mi<br />

riguarda, ha insistito sul recupero del<br />

grande organo antico Lingiar<strong>di</strong>, fino a<br />

portarlo a termine, lasciando incompiuta<br />

proprio l’ultima opera, ovvero il<br />

recupero del secondo organo voluto<br />

cento anni fa dal M° Bambini.<br />

Mi è caro ricordare come egli concepiva<br />

questi lavori con una considerazione<br />

che spesso esternava: “Bisogna<br />

recuperare gli organi perché ci<br />

facciano pregare meglio” Nei giorni<br />

precedenti il suo trapasso, quando<br />

ormai si era definito il restauro anche<br />

del secondo organo, mi <strong>di</strong>sse con<br />

entusiasmo: “Che bello sarà a lavori<br />

terminati! La Basilica finalmente<br />

completata. L’organo monumentale<br />

antico per le solennità in contrapposizione<br />

all’organo in presbiterio, a cui<br />

tengo molto, perché con l’organista<br />

più vicino all’altare spero <strong>di</strong> coinvolgere<br />

più gente possibile nel canto”. È<br />

sempre stato il suo sogno: avere una<br />

assemblea che partecipa attivamente<br />

alla preghiera ed al canto; una sollecitazione<br />

che faceva ricordare all’inizio<br />

<strong>di</strong> ogni Messa: un impegno da parte<br />

nostra, lasciatoci per testamento. Realizzeremo<br />

anche il secondo organo e<br />

lui … lo sentirà suonare in Para<strong>di</strong>so!<br />

E ancora, il suo vestire sempre sobrio<br />

e semplice. Mi è caro ricordare una<br />

domenica mattina della scorsa primavera,<br />

allorché entrando in Chiesa<br />

lo incontrai mentre si accingeva a<br />

recarsi presso una parrocchia vicina<br />

per l’amministrazione del Sacramento<br />

della Cresima, come delegato<br />

vescovile. Lo salutai “Monsignore”,<br />

titolo sul quale egli subito iniziava a<br />

scherzare, e lo rimproverai amichevolmente<br />

(sapendo come avrebbe<br />

reagito) sollecitandolo ad indossare<br />

per quelle occasioni le vesti rosse da<br />

58<br />

Monsignore e la relativa mantellina.<br />

Quasi scontata la risposta: “Il mio<br />

giubbetto va benone e poi … non<br />

andrò mica a far ridere qualcuno”. E<br />

ancora: “Guarda, quando il Signore<br />

mi chiamerà, lascerò che mi vestiate<br />

con tutte le mantelline e bardature<br />

che vorrete: intanto … io sorriderò<br />

dall’alto”. Quanto ho ripensato a questa<br />

frase, osservandolo vestito a festa<br />

nella bara!<br />

Il suo tempo: tutto per gli altri e nulla<br />

per sé, fino a rubare anche <strong>di</strong>verse<br />

ore alla notte per tutto quello che<br />

doveva fare. Le visite nelle case e in<br />

ospedale, senza <strong>di</strong>menticare nessuno,<br />

sacrificando anche il tempo per i<br />

controlli relativi alla sua salute pur <strong>di</strong><br />

non far mancare una parola a nessun<br />

altro ammalato.<br />

La sua presenza sempre <strong>di</strong>screta, ma<br />

puntuale per una parola semplice ed<br />

efficace per tutti, per i vicini e per i<br />

lontani: parole <strong>di</strong> conforto a chi era<br />

nel dolore, consigli a chi era in <strong>di</strong>fficoltà,<br />

con<strong>di</strong>visione e partecipazione<br />

con chi era nella gioia; la sua presenza<br />

era sempre rassicurante, con la parola<br />

giusta nel momento opportuno.<br />

A tal proposito mi torna alla mente<br />

un particolare episo<strong>di</strong>o, accaduto in<br />

Roma nel 2009, quando fu canonizzato<br />

Sant’Arcangelo Ta<strong>di</strong>ni. Alla cerimonia<br />

solenne della domenica mattina<br />

presieduta da Papa Benedetto<br />

XVI mi trovai a suonare in piazza San<br />

Pietro seduto alla consolle esterna<br />

del grande organo della Basilica per<br />

accompagnare il grande coro formato<br />

da più corali <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa provenienza.<br />

La forte emozione, avvicinandosi<br />

l’ora d’inizio del rito, si andava trasformando<br />

in panico, anche per l’area superprotetta<br />

in cui mi trovavo e per le<br />

importanti figure, clericali e non, che<br />

mi circondavano. Nel più totale smarrimento<br />

mi stavo guardando in giro,<br />

quando mi accorsi che, non so come<br />

e perché, mi si era avvicinato <strong>don</strong> Lui-<br />

L’Angelo <strong>di</strong> Verola

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