Speciale don Luigi Bracchi - Parrocchia di Verolanuova
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gruppi e associazioni parrocchiali<br />
saper tradurre in estemporanea anche<br />
le più complesse frasi latine). In virtù <strong>di</strong><br />
questo spirito raffinato e colto avrebbe<br />
certamente voluto e potuto gustarsi il<br />
canto del Coro polifonico nel contesto<br />
<strong>di</strong> cerimoniali solenni o riti dal carattere<br />
grave e maestoso, ma egli mai se lo<br />
concesse: avrebbe potuto escludere<br />
qualche anima semplice dalla partecipazione<br />
alla liturgia e tutti sappiamo<br />
come proprio gli ultimi gli stavano a<br />
cuore. Ecco allora la sua azione <strong>di</strong> padre<br />
ed educatore, che, pur avendo magari<br />
desiderato incentivare la pratica <strong>di</strong><br />
un repertorio sempre più elaborato e<br />
ricco, raccomandava sempre <strong>di</strong> tenere<br />
in considerazione le possibilità <strong>di</strong> tutti<br />
e, rischiando talvolta <strong>di</strong> urtare e smorzare<br />
l’entusiasmo degli “addetti ai lavori”,<br />
chiedeva <strong>di</strong> coinvolgere sempre<br />
anche l’intera assemblea.<br />
Don <strong>Luigi</strong> aveva molto a cuore ogni<br />
gruppo della nostra comunità, e così<br />
anche il Coro <strong>Parrocchia</strong>le, ma non<br />
tanto per l’attività svolta (già <strong>di</strong> suo<br />
importante), ma soprattutto per le persone<br />
che lo componevano, ognuna<br />
con le proprie capacità, con le proprie<br />
aspettative, con le proprie gioie e i propri<br />
problemi.<br />
Non era l’uomo dei gran<strong>di</strong> complimenti,<br />
e non <strong>di</strong> certo perché fosse arido,<br />
ma piuttosto perché, da grande saggio<br />
qual era, non si sarebbe mai reso<br />
istigatore <strong>di</strong> vano orgoglio in chi serve<br />
Dio nella liturgia: quanto sapeva essere<br />
coerente con il Vangelo! Invece,<br />
non è mai mancato il suo puntuale e<br />
sincero “grazie”, specie per aver reso<br />
partecipata e interiormente sentita una<br />
celebrazione liturgica.<br />
In verità, egli gioiva del fatto che la sua<br />
<strong>Parrocchia</strong> possedesse un coro polifonico,<br />
e non mancava <strong>di</strong> sottolineare le<br />
nostre capacità a sacerdoti o Padri forestieri<br />
che giungevano in <strong>Verolanuova</strong><br />
per le gran<strong>di</strong> celebrazioni.<br />
Proprio quin<strong>di</strong>ci giorni prima della sua<br />
scomparsa, dopo aver presenziato al<br />
L’Angelo <strong>di</strong> Verola 47<br />
2006: cena per i <strong>di</strong>eci anni del coro.<br />
grande concerto d’organo con la partecipazione,<br />
nella seconda parte, del<br />
Coro S. Lorenzo, tenutosi nella vigilia<br />
della solennità della Beata Vergine del<br />
Rosario il 13 ottobre u.s., ancora con<br />
l’animo pieno <strong>di</strong> gioia per la splen<strong>di</strong>da<br />
serata, confidò a uno dei responsabili<br />
del coro: “È stata una serata magnifica,<br />
una grande elevazione spirituale per<br />
me e per la comunità, ma il gran<strong>di</strong>oso<br />
concerto per il mio animo è iniziato<br />
quando il mio Coro ha solennemente<br />
innalzato la lode a Dio”. Eppure, pur<br />
ritenendoci il “suo” coro, non interferiva<br />
mai con imposizioni calate dall’alto,<br />
ma lasciava massima libertà <strong>di</strong> decisione,<br />
solo vigilando “a <strong>di</strong>stanza”, proprio<br />
come fa un padre saggio.<br />
In quell’occasione apprezzò molto il<br />
grande inno corale alla Resurrezione<br />
“Risorgete a nuova vita” <strong>di</strong> J.S. Bach,<br />
quello stesso inno che solo quin<strong>di</strong>ci<br />
giorni dopo risuonò potentemente in<br />
Basilica riecheggiando dalle sue volte,<br />
quale saluto solenne della Chiesa<br />
mentre la bara <strong>di</strong> Don <strong>Luigi</strong> lasciava la<br />
sua vera casa.<br />
E la nostra speranza è riassunta proprio<br />
nel prezioso testo <strong>di</strong> questo canto:<br />
“Risorgete a nuova vita, uscite morti<br />
dalle tombe: risuona il grido del Signor!<br />
Quanti avete in Dio creduto e in lui riposta<br />
la speranza, per voi <strong>di</strong>scenda il<br />
Redentor !” È con questa cristiana certezza<br />
che amiamo pensare il caro Don<br />
<strong>Luigi</strong> gustare ora il canto celestiale dei<br />
cori angelici e da lassù sorriderci ogni<br />
volta che noi coralmente eleveremo le<br />
più belle lo<strong>di</strong> a Dio.