Speciale don Luigi Bracchi - Parrocchia di Verolanuova

Speciale don Luigi Bracchi - Parrocchia di Verolanuova Speciale don Luigi Bracchi - Parrocchia di Verolanuova

verolanuova.com
from verolanuova.com More from this publisher
09.06.2013 Views

i giorni del lutto Ricordando don Luigi Ho cominciato a conoscere don Luigi quando fu destinato come direttore spirituale in seminario per un incarico delicato ed importante, quello di aiutare gli adolescenti nel discernimento vocazionale e guidarli al sacerdozio. Ho avuto occasione d'incontrarlo nelle riunioni del "giovane clero". Ricordo alcune confessioni: mi colpì la sua cordialità e sempli cità nel proporsi. Questo suo modo di fare mi metteva nelle condizioni di esprimermi nelle mie difficoltà di giovane prete. Con i suoi consigli e indicazioni mi trasmetteva serenità e forza d'animo per svolgere la mia missione di sacerdote in quel di Sabbio Chiese. L'ho incontrato ancora nell'ottobre del 2003 in occasione del suo ingresso come parroco a Verolanuova. Lo trovai contento, ma traspariva dal suo comportamento un certo disagio per la grande festa che gli avevano pre parato; preferiva forse una cosa più semplice e alla mano, senza troppa solennità. L'incontro duraturo è stato quando il vescovo Giulio, volendo unire le parrocchie di Pontevico in Unità Pastorale, mi propose di trasferirmi a Verolanuova come presbitero collaboratore. Da un lato ero contento per ché sapevo di trovare un parroco che conoscevo e già stimavo, dall'altro ero chiamato a fare un salto grande: lasciare la piccola comunità di Bettegno dove ero parroco, per iniziare in una più grande con problematiche, gruppi parrocchiali e non, che la rendeva una comunità viva. La stima che nutrivo per don Luigi mi fece decidere per il sì. 26 Ricordo che nei primi mesi mi aiutò molto ad inserirmi, presentandomi le varie situazioni e persone con cui avrei dovuto lavorare pastoralmente. Tra noi, data l'età quasi uguale, si era stabilita un'amicizia e sintonia pastorale nei limiti delle mie possibilità fisiche e della mia esperien za pastorale. Si interessava della mia salute; quando mi vedeva un po’ preoccupato, mi infondeva fiducia, mi invitava ad allargare il cuore e la mente nella preghiera e a non chiudermi troppo in me stesso. Per me era un sostegno non solo umano ma anche sacerdotale. Ci scambiavamo notizie sulle nostre famiglie; sapeva che mio padre lavora va la terra in proprio, mentre il suo lavorava la terra del padrone. A volte scherzando mi chiamava ''figlio del padrone". Rispondevo: "Il figlio del padrone è alle tue dipendenze". Mi correggeva dicendo: "Siamo ambedue alle dipendenze del Signore, per il bene della Chiesa e dei fratelli, in forza del dono sacerdotale che il Signore ci ha dato". Stimavo don Luigi in modo particolare per il suo modo di fare con le perso ne: metteva tutti a loro agio. Non era uno che conoscevi da tempo, ma non ti ha trasmesso niente d'importante. Don Luigi, bastava incontrarlo e già capivi che ti toccava nella tua realtà di persona con consigli e suggerimenti appropriati alla tua situazione. Il sacerdote a volte nel suo contatto con i fedeli deve essere un po’ psicologo e sociologo, ma nel suo parlare e fare è sempre guidato dalla Parola di Dio che lo illumina e sostenuto dal- L’Angelo di Verola

la carità cristiana. Così era don Luigi. Tutta la sua attività pastorale concreta e visibile, traeva la sua energia da una spiritualità sacerdotale animata da una preghiera intensa e costan te. Negli interventi che don Luigi faceva nei ritiri spirituali tra noi sacerdoti della zona, traspariva questa spiritualità nell'essere prete più che fare il prete. Era consapevole di vivere il sacerdozio di Cristo nel la sua persona in comunione con la Chiesa e la comunità che serviva con tanta dedizione senza badare a se stesso. Non voleva far fare brutta figu ra al Signore che ha servito soprattutto nei malati e nei poveri ed ora lo contempla nella luce del suo volto. Ancora rimane il dolore per questa L’Angelo di Verola 27 i giorni del lutto Don Luigi: la gioia di camminare insieme Posso dire di essere stato il primo curato di don Luigi. Per questa prelazione posso dire di quale ricchezza si sia rivestito l’incontro con lui nel momento in cui arrivò al Villaggio Prealpino succedendo al mio parroco don Nicola Pietragiovanna. Due stagioni diverse come due i caratteri di questi sacerdoti che ho incontrato. Abituato ad un apostolato a spron battuto mi sono ritrovato con una personalità così nuova e così diversa che per molto tempo ritornai a dirmi quale strada seguire? Abituato ad una efficienza indefessa ora cosa dovevo fare? La parola di don Luigi: camminare insieme. Mi fu chiaro allora che non era tanto grande perdita, ancora non riusciamo a rassegnarci. Ci venga in aiuto la fede. S. Agostino ci ricorda che se il Signore permette una sofferenza, è per prepararci una gioia maggiore. È arrivato il momento di far rivivere don Luigi, nei suoi insegnamenti, nella Carità e vicinanza ai deboli, ai poveri, ai malati, nella capacità di ascolto, nello stile di vita animato dalla fede in Cristo, nella pacatez za al dialogo. Penso che il modo migliore per onorarlo e perpetuare la sua memoria nel tempo, sia quella di raccogliere la sua eredità spirituale e morale. Don Carlo il fare che importasse quanto lo spettacolo di unità che come presbiteri dovevamo dare alla comunità che servivamo. Gesù stesso nel Vangelo ricorda che il compito dell’apostolo è proprio questo: lavorare perché si diventi una cosa sola con Cristo e tra di noi. Il vero emblema di una comunità umana e cristiana è proprio questo: essere uniti come Gesù ci raccomandava. Unità che ha trovato venendo a servire questa comunità e che don Luigi mi ha ripetuto e confermato. Ora lui è unito a Dio nell’eternità, noi camminiamo verso questo traguardo facendo tesoro del suo esempio, della sua maturità, della sua fede. Don Sergio

la carità cristiana. Così era <strong>don</strong> <strong>Luigi</strong>.<br />

Tutta la sua attività pastorale concreta<br />

e visibile, traeva la sua energia da<br />

una spiritualità sacerdotale animata<br />

da una preghiera intensa e costan te.<br />

Negli interventi che <strong>don</strong> <strong>Luigi</strong> faceva<br />

nei ritiri spirituali tra noi sacerdoti<br />

della zona, traspariva questa spiritualità<br />

nell'essere prete più che fare<br />

il prete. Era consapevole <strong>di</strong> vivere il<br />

sacerdozio <strong>di</strong> Cristo nel la sua persona<br />

in comunione con la Chiesa e la<br />

comunità che serviva con tanta de<strong>di</strong>zione<br />

senza badare a se stesso. Non<br />

voleva far fare brutta figu ra al Signore<br />

che ha servito soprattutto nei malati<br />

e nei poveri ed ora lo contempla<br />

nella luce del suo volto.<br />

Ancora rimane il dolore per questa<br />

L’Angelo <strong>di</strong> Verola 27<br />

i giorni del lutto<br />

Don <strong>Luigi</strong>:<br />

la gioia <strong>di</strong> camminare insieme<br />

Posso <strong>di</strong>re <strong>di</strong> essere stato il primo<br />

curato <strong>di</strong> <strong>don</strong> <strong>Luigi</strong>. Per questa<br />

prelazione posso <strong>di</strong>re <strong>di</strong> quale<br />

ricchezza si sia rivestito l’incontro<br />

con lui nel momento in cui arrivò al<br />

Villaggio Prealpino succedendo al<br />

mio parroco <strong>don</strong> Nicola Pietragiovanna.<br />

Due stagioni <strong>di</strong>verse come due i caratteri<br />

<strong>di</strong> questi sacerdoti che ho incontrato.<br />

Abituato ad un apostolato a spron<br />

battuto mi sono ritrovato con una<br />

personalità così nuova e così <strong>di</strong>versa<br />

che per molto tempo ritornai a<br />

<strong>di</strong>rmi quale strada seguire? Abituato<br />

ad una efficienza indefessa ora cosa<br />

dovevo fare? La parola <strong>di</strong> <strong>don</strong> <strong>Luigi</strong>:<br />

camminare insieme.<br />

Mi fu chiaro allora che non era tanto<br />

grande per<strong>di</strong>ta, ancora non riusciamo<br />

a rassegnarci. Ci venga in aiuto<br />

la fede. S. Agostino ci ricorda che se<br />

il Signore permette una sofferenza,<br />

è per prepararci una gioia maggiore.<br />

È arrivato il momento <strong>di</strong> far rivivere<br />

<strong>don</strong> <strong>Luigi</strong>, nei suoi insegnamenti,<br />

nella Carità e vicinanza ai deboli, ai<br />

poveri, ai malati, nella capacità <strong>di</strong><br />

ascolto, nello stile <strong>di</strong> vita animato<br />

dalla fede in Cristo, nella pacatez za<br />

al <strong>di</strong>alogo.<br />

Penso che il modo migliore per onorarlo<br />

e perpetuare la sua memoria<br />

nel tempo, sia quella <strong>di</strong> raccogliere<br />

la sua ere<strong>di</strong>tà spirituale e morale.<br />

Don Carlo<br />

il fare che importasse quanto lo spettacolo<br />

<strong>di</strong> unità che come presbiteri<br />

dovevamo dare alla comunità che<br />

servivamo.<br />

Gesù stesso nel Vangelo ricorda che<br />

il compito dell’apostolo è proprio<br />

questo: lavorare perché si <strong>di</strong>venti<br />

una cosa sola con Cristo e tra <strong>di</strong> noi.<br />

Il vero emblema <strong>di</strong> una comunità<br />

umana e cristiana è proprio questo:<br />

essere uniti come Gesù ci raccomandava.<br />

Unità che ha trovato venendo<br />

a servire questa comunità e che <strong>don</strong><br />

<strong>Luigi</strong> mi ha ripetuto e confermato.<br />

Ora lui è unito a Dio nell’eternità, noi<br />

camminiamo verso questo traguardo<br />

facendo tesoro del suo esempio, della<br />

sua maturità, della sua fede.<br />

Don Sergio

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!