Speciale don Luigi Bracchi - Parrocchia di Verolanuova
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i giorni del lutto<br />
Mons. Cesare Polvara tiene l’omelia nel corso<br />
della veglia funebre <strong>di</strong> lunedì 29 Settembre.<br />
era il suo vestito ma era anche la sua<br />
casa, per il giorno, per la notte, lasciò<br />
tutto, balzò in pie<strong>di</strong> e venne da Gesù<br />
e Gesù: “che cosa vuoi che io faccia<br />
per te”? La risposta: “Rabbunì, che<br />
io veda <strong>di</strong> nuovo”, e Gesù gli <strong>di</strong>sse:<br />
“Va’, la tua fede ti ha salvato”. Questa<br />
pagina si rinnova <strong>di</strong> giorno in giorno.<br />
Anche nelle nostre contrade tante<br />
volte non ci accorgiamo che il Signore<br />
resta sempre presente. Gesù era<br />
presente anche in quella notte, quando<br />
<strong>don</strong> <strong>Luigi</strong>, come persona, è caduto<br />
a terra. Il suo cuore non ha retto.<br />
Tutte quelle preghiere che <strong>don</strong> <strong>Luigi</strong>,<br />
come ogni credente, ogni sacerdote,<br />
ha innalzato al Signore, pensate nella<br />
messa quel “Kyrie eleison”, Signore<br />
pietà, abbi pietà, ecco, anche se in<br />
quel momento <strong>don</strong> <strong>Luigi</strong> non avrà potuto<br />
<strong>di</strong>re una parola, tutta la sua preghiera<br />
<strong>di</strong> invocazione, ha raggiunto il<br />
cuore <strong>di</strong> Cristo e Lui non l’ha abban<strong>don</strong>ato,<br />
non l’ha rianimato nel senso<br />
<strong>di</strong> riconsegnarcelo ancora vivente per<br />
trascorrere ancora giorni <strong>di</strong> qui, ma<br />
l’ha chiamato a vivere, “alzati, la tua<br />
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fede ti ha salvato”. Leggere la morte<br />
in questa maniera è leggerla con un<br />
briciolo <strong>di</strong> fede, quella fede che ci è<br />
stata <strong>don</strong>ata dal Vangelo, quella fede<br />
che non ci permette <strong>di</strong> essere ciechi<br />
né tristi.<br />
È <strong>di</strong>fficile vivere senza vedere, ed è<br />
tragico vivere senza un traguardo,<br />
senza un progetto, senza una compagnia<br />
sicura. Pensate alla morte quando<br />
capita in casa, l’abbiamo vissuta<br />
tutti, c’è smarrimento: impossibile!<br />
Restiamo increduli, eppure la morte<br />
resta vera e reale. Quel briciolo <strong>di</strong><br />
fede ci permette <strong>di</strong> riprenderci: “il Signore<br />
è con noi”, ci permette <strong>di</strong> <strong>di</strong>re:<br />
“No, <strong>don</strong> <strong>Luigi</strong> scompare come persona<br />
fisica, ma il suo spirito continua a<br />
vivere”.<br />
Questa verità, <strong>don</strong> <strong>Luigi</strong>, ce l’ha pre<strong>di</strong>cata<br />
tante volte da questo pulpito.<br />
La sua fede vissuta, l’ha testimoniata<br />
e l’ha insegnata. Oggi noi siamo qui<br />
a riprendere la preghiera <strong>di</strong> questo<br />
Bartimeo, siamo un po’ accecati da<br />
tutto questo e osiamo <strong>di</strong>re: “Signore,<br />
abbi pietà <strong>di</strong> <strong>don</strong> <strong>Luigi</strong> ma abbi pietà<br />
anche dei suoi cari, <strong>di</strong> tutta questa<br />
comunità”. Il Signore non sarà in<strong>di</strong>fferente,<br />
non sarà lontano: il Signore<br />
è vicino per rimetterci in pie<strong>di</strong> e per<br />
permetterci <strong>di</strong> vivere ancora un tratto<br />
<strong>di</strong> strada, l’importante è arrivare a<br />
Casa, alla casa del Padre, così ben<br />
richiamata anche da questa magnifica<br />
basilica. Neanche a farlo apposta,<br />
proprio alla vigilia della festa dei Santi,<br />
del ricordo dei morti, la nostra Diocesi<br />
ci sollecita a ricordare, oggi, il<br />
giorno della de<strong>di</strong>cazione della propria<br />
chiesa parrocchiale, ed è in questa<br />
domenica, la festa nella quale si <strong>di</strong>ce:<br />
“ma come è bello essere qui nella tua<br />
<strong>di</strong>mora, Signore”! Da questa bellezza<br />
materiale, limitata, pensiamo alla bellezza<br />
eterna.<br />
A Don <strong>Luigi</strong> con il suo animo così<br />
semplice, così buono, così puro, capace<br />
<strong>di</strong> stupore, io lo penso così in<br />
L’Angelo <strong>di</strong> Verola