Speciale don Luigi Bracchi - Parrocchia di Verolanuova
Speciale don Luigi Bracchi - Parrocchia di Verolanuova
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il servizio pastorale<br />
dove l'obbe<strong>di</strong>enza lo chiamava e dove<br />
gli veniva affidato un servizio.<br />
Erano gli anni '70 quando <strong>don</strong> <strong>Luigi</strong><br />
arrivò al villaggio Ba<strong>di</strong>a come curato.<br />
Gli veniva affidata una realtà parrocchiale<br />
segnata da vicende dolorose<br />
ed era chiamato ad assumersi un<br />
compito delicato: essere 'riparatore<br />
<strong>di</strong> brecce', per ritessere la comunione<br />
nella comunità.<br />
Entrò nella <strong>Parrocchia</strong> “in punta <strong>di</strong><br />
pie<strong>di</strong>” con gli atteggiamenti propri<br />
della persona “mite” - capace <strong>di</strong> apprezzare<br />
il <strong>don</strong>o che Dio ha consegnato<br />
a ciascuna delle sue creature<br />
- con una delicatezza non comune<br />
nello sguardo, nel volto, nelle parole.<br />
La persona mite non è rinunciataria,<br />
ma entra nel <strong>di</strong>namismo della vita<br />
nuova ed è presente ad accogliere in<br />
ogni evento il <strong>don</strong>o <strong>di</strong> Dio. È una persona<br />
pacificata che trasmette pace.<br />
E <strong>don</strong> <strong>Luigi</strong> entrò così alla Ba<strong>di</strong>a. Da<br />
subito riuscì a farsi spazio nell'animo<br />
<strong>di</strong> noi giovani aiutandoci a riposizionare<br />
lo sguardo e il cuore sui veri valori.<br />
Stavamo, infatti, rischiando <strong>di</strong> <strong>di</strong>sperderci<br />
e <strong>di</strong> perderci su strade che<br />
portano lontano e da cui poi è <strong>di</strong>fficile<br />
trovare la via del ritorno a “casa”. Ma<br />
ci ha trattenuto e catturato il Bene<br />
che <strong>don</strong> <strong>Luigi</strong> ci ha trasmesso con la<br />
serenità del volto, la delicatezza del<br />
tratto, l'amabile semplicità con cui si<br />
metteva in relazione con noi.<br />
Ci sentivamo ascoltati e accolti, soprattutto<br />
raccolti nel nostro desiderio<br />
profondo <strong>di</strong> dare senso e orientamento<br />
alla nostra vita. Ci ascoltava<br />
accompagnando l'ascolto con occhi<br />
vivi<strong>di</strong> e gioiosi e in quello sguardo pareva<br />
<strong>di</strong> incontrare lo sguardo buono<br />
<strong>di</strong> Dio che ha a cuore la vita dei suoi<br />
figli. Dopo l'incontro con lui pareva<br />
che il cuore avesse guadagnato una<br />
nuova freschezza, per questo non era<br />
<strong>di</strong>fficile lasciarci coinvolgere nel <strong>di</strong>ffondere<br />
il Bene ricevuto gratuitamente<br />
e con<strong>di</strong>videre i nostri “<strong>don</strong>i”con chi<br />
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aveva meno.<br />
Abbiamo così intravisto la prospettiva<br />
<strong>di</strong> una Chiesa aperta come casa<br />
materna alla rivalutazione <strong>di</strong> ogni creatura<br />
umana: in particolare quella più<br />
debole e fragile. Siamo stati coinvolti<br />
nell'attenzione delicatissima ad ogni<br />
persona.<br />
La voce pacata e profonda <strong>di</strong> <strong>don</strong> <strong>Luigi</strong><br />
ci accompagnava con un ritornello<br />
che motivava la nostra azione apostolica:<br />
“Come il Signore è stato buono<br />
con voi, vedete <strong>di</strong> esserlo nella stessa<br />
misura, benevoli e attenti, per quanti<br />
incontrate, specie per i più lontani e i<br />
più poveri”.<br />
Don <strong>Luigi</strong> ci ha presi per mano e ci ha<br />
guidato nell'operare scelte a favore <strong>di</strong><br />
questi nostri fratelli. Penso all'attività<br />
feriale del gruppo <strong>di</strong> “servizio sociale”,<br />
attraverso la quale ci preoccupavamo<br />
<strong>di</strong> sostenere alcune famiglie della<br />
parrocchia alle prese con situazioni<br />
pesanti da portare. Penso alle visite<br />
alla Casa <strong>di</strong> riposo per raggiungere<br />
persone sole e abban<strong>don</strong>ate dai familiari.<br />
Particolarmente significativo<br />
è stato il viaggio a Lourdes: e anche<br />
qui il ricordo mi riporta alla “folla”, a<br />
quell’umanità sofferente incontrata<br />
molte volte da Gesù - i malati nel corpo<br />
e nello spirito - nei quali <strong>don</strong> <strong>Luigi</strong><br />
ci ha insegnato a riconoscere e servire<br />
il Signore. E così il ricordo <strong>di</strong>venta,<br />
come nell’Eucaristia, “memoriale” e<br />
ci sospinge a rendere presenti i gesti<br />
dell’Amore che <strong>don</strong>a e si <strong>don</strong>a senza<br />
riserve.<br />
Sono rimasta senza parole quando<br />
un amico mi ha telefonato dandomi<br />
la notizia della morte <strong>di</strong> <strong>don</strong> <strong>Luigi</strong> e<br />
ho sentito un profondo dolore. Non ci<br />
sono parole <strong>di</strong> fronte alla morte, anche<br />
se come <strong>di</strong>ce il poeta Gibran vorremmo<br />
scoprirne il segreto: "Vorreste<br />
conoscere il segreto della morte<br />
ma come scoprirlo se non cercandolo<br />
nel cuore della vita?"<br />
E allora non ci resta che andare al<br />
L’Angelo <strong>di</strong> Verola