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Speciale don Luigi Bracchi - Parrocchia di Verolanuova

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il servizio pastorale<br />

ti non ci sarebbe riuscito durante la<br />

giornata sempre piena <strong>di</strong> impegni.<br />

Mentre crescevamo sotto la sua guida,<br />

lui cresceva con noi. Era bravissimo<br />

nel calcio e <strong>di</strong>vertente con la sua<br />

tonaca che nascondeva il pallone. Intanto<br />

era iniziata la costruzione della<br />

nuova chiesa, che venne inaugurata<br />

nel 1968. Costruita in forma circolare<br />

con l’altare al centro secondo le nuove<br />

norme liturgiche del Concilio Vaticano<br />

II da poco concluso. Bellissima<br />

per le forme moderne e la nuova concezione.<br />

La Messa dei bambini (alle<br />

9.30) era sempre piena e Don <strong>Luigi</strong><br />

sapeva parlarci in una maniera che<br />

ci costruiva interiormente, mattone<br />

su mattone come la Chiesa. Gli spazi<br />

ampi valorizzarono la catechesi, aumentavano<br />

i giovani, iniziava l’attività<br />

nello splen<strong>di</strong>do teatro. La sua bontà<br />

12<br />

riusciva a placare gli animi. Sapeva<br />

coinvolgerci anche nella manutenzione<br />

e nella pulizia degli ambienti.<br />

Due ricor<strong>di</strong> in particolare: la ritinteggiatura<br />

degli ambienti dell’oratorio e<br />

la pulizia perio<strong>di</strong>ca del teatro. Il <strong>don</strong><br />

aveva quello che lui chiamava spolverino<br />

(un camice rigorosamente nero),<br />

ramazza in mano lui e noi e via a pulire.<br />

Oltre che nel cuore dei bambini,<br />

ragazzi e giovani, era entrato anche<br />

nel cuore <strong>di</strong> malati e anziani che hanno<br />

rappresentato una costante nella<br />

sua vita, l’attenzione agli ultimi ai più<br />

bisognosi, a chi era in <strong>di</strong>fficoltà.<br />

Era presente sempre dove c’era bisogno.<br />

E proprio per essere presente<br />

dove c’era bisogno nel 1973 lasciò<br />

la parrocchia Romana per tornare a<br />

Brescia per stare accanto alla mamma<br />

gravemente malata. Noi ragazzi<br />

l’abbiamo portato sempre nel cuore e<br />

alcuni <strong>di</strong> noi lo hanno seguito in questi<br />

anni. Ha saputo conciliare sempre<br />

la sua attività pastorale (Ba<strong>di</strong>a, Seminario)<br />

con l’assistenza alla mamma<br />

fino alla sua morte. In seguito Parroco<br />

al Villaggio Prealpino e poi da voi<br />

a <strong>Verolanuova</strong>. Ci siamo sempre gloriati<br />

della sua amicizia. Quando capitava<br />

a Roma ci vedevamo. Quando<br />

salivamo noi non mancava mai una<br />

puntata da Don <strong>Luigi</strong>, e lui riusciva<br />

a incastrarci nei suoi impegni (ma<br />

sempre malati e poveri avevano la<br />

precedenza). Abbiamo anche intessuto<br />

amicizie con i suoi amici e collaboratori<br />

come con voi a <strong>Verolanuova</strong>.<br />

Nel suo nome vorremmo continuare<br />

questa amicizia. È stato bellissimo<br />

nella messa <strong>di</strong> esequie vedere tanta<br />

gente che gli voleva bene e spero sia<br />

stato significativo quello che ho potuto<br />

testimoniare con la mia presenza,<br />

<strong>di</strong> qualche altro amico romano e le<br />

mie povere parole. Vorrei concludere<br />

rifacendomi alle parole del Vangelo <strong>di</strong><br />

quel giorno: “Beati i poveri…., beati i<br />

miti….beati i puri <strong>di</strong> cuore….”, penso<br />

L’Angelo <strong>di</strong> Verola

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