Switch 3 - Edison
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Numero 2 Maggio 2007 STEPHEN HAWKING E I SEGRETI DEL COSMO QUANDO LA MATEMATICA ISPIRA LA SETTIMA ARTE IL MERCATO DEL GAS IN EUROPA COME OPERA LA LOGISTICA DI EDISON LE MERAVIGLIE DI ROMA SCRIGNO D’ARTE E DI CULTURA LE PROPOSTE COMMERCIALI DI EDISON IN DETTAGLIO L’universo visto da un genio Switch LA CULTURA DELL’ENERGIA TRIMESTRALE EDITO DA Numeri e formule di successo Benvenuti nella Città Eterna EDISON Massimo Sarmi: “Le mie Poste Italiane”
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Numero 2<br />
Maggio 2007<br />
STEPHEN HAWKING E I SEGRETI DEL COSMO QUANDO LA<br />
MATEMATICA ISPIRA LA SETTIMA ARTE IL MERCATO DEL<br />
GAS IN EUROPA COME OPERA LA LOGISTICA DI EDISON<br />
LE MERAVIGLIE DI ROMA SCRIGNO D’ARTE E DI CULTURA<br />
LE PROPOSTE COMMERCIALI DI EDISON IN DETTAGLIO<br />
L’universo<br />
visto da<br />
un genio<br />
<strong>Switch</strong><br />
LA CULTURA DELL’ENERGIA TRIMESTRALE EDITO DA<br />
Numeri<br />
e formule<br />
di successo<br />
Benvenuti<br />
nella Città<br />
Eterna<br />
EDISON<br />
Massimo Sarmi:<br />
“Le mie Poste<br />
Italiane”
Viviana Barozzi<br />
Direttore editoriale<br />
PRESENTAZIONE<br />
La forza del progresso<br />
Se capisci come opera l’universo, lo stai già controllando. Stephen Hawking<br />
In questo numero ci occuperemo di progresso scientifico, innovazione, invenzioni;<br />
non attraverso una fredda analisi da laboratorio, ma tramite le parole<br />
di persone coinvolte in grandi cambiamenti e la testimonianza di uomini<br />
che hanno cambiato la storia.<br />
<strong>Edison</strong> è un’azienda che nel panorama industriale ha dato un grande impulso<br />
allo sviluppo economico del Paese e, come emerge nell’intervista ad Alessandro<br />
Zunino, Direttore Commerciale di <strong>Edison</strong>, molte innovazioni economiche hanno<br />
portato a un cambiamento nella vita sociale di tutti noi: basti pensare all’invenzione<br />
del polipropilene isotattico, la plastica di tutti i giorni, valsa il premio<br />
Nobel a Giulio Natta, che la scoprì proprio nei nostri laboratori di ricerca.<br />
La storia di copertina è dedicata all’astrofisico Stephen Hawking. Hawking è<br />
un mito vivente: è il genio che con le sue rivoluzionarie teorie termodinamiche<br />
relative ai buchi neri ha sconvolto la scienza moderna. Il fisico britannico<br />
nell’esclusiva intervista concessaci afferma di avere un desiderio: provare<br />
l’esperienza dell’assenza di gravità. Questo è diventato realtà negli ultimi giorni,<br />
poco dopo l’intervista, quando ha potuto sperimentare, grazie a un’apposita<br />
struttura predisposta dalla Nasa, la leggerezza del volo, libero di fluttuare<br />
senza quella sedia a rotelle che lo accompagna da quarant’anni.<br />
P.S. Siamo veramente entusiasti dell’interesse riscosso dal primo numero di<br />
<strong>Switch</strong>, delle molte lettere e segnalazioni ricevute. Faremo del nostro meglio<br />
per far crescere questa simpatia e consenso, cercando argomenti di attualità e<br />
opinioni sempre originali. Un grazie da tutta la redazione.<br />
<strong>Switch</strong><br />
EDITORIALE
<strong>Switch</strong><br />
SOMMARIO<br />
IN COPERTINA,<br />
UNA RAPPRESENTAZIONE ARTISTICA<br />
DI UN BUCO NERO REALIZZATA<br />
DAI TECNICI DELLA NASA<br />
<strong>Switch</strong><br />
LA CULTURA DELL’ENERGIA<br />
Direttore editoriale<br />
Viviana Barozzi<br />
Direttore responsabile<br />
Ivan Dompé<br />
Consulente editoriale<br />
Francesco Specchia<br />
Realizzazione<br />
Graffiti Media Factory - Milano<br />
Progetto grafico e impaginazione<br />
Samantha Lodetti<br />
Coordinamento redazionale<br />
Paolo Pizzato<br />
Segreteria<br />
Arianna Nespolon<br />
Hanno collaborato<br />
Luca Balestra, Paolo Contenti, Federico Fiecconi, Marco Landoni,<br />
Giovan Battista Lutta, Davide Macor, Enrico Paoli, Alessandro Squintani (testi)<br />
Gaia Giovanelli, Maria Grazia Laveni (coordinamento)<br />
Immagini<br />
Blozz (vignetta), Comune di Roma - Ufficio Stampa, Grazia Neri, Photomovie<br />
La redazione è a disposizione degli aventi diritto per eventuali ulteriori crediti fotografici<br />
Stampa<br />
Optima - Viale Vittorio Veneto, 22 Milano<br />
Registrazione al tribunale di Milano n° 723 del 21/11/2006<br />
STORIA DI COPERTINA 6<br />
Steven Hawking,<br />
l’uomo che gioca<br />
a dadi con Dio<br />
BUSINESS 12<br />
Sotto il segno<br />
dell’innovazione<br />
MARKETING 32<br />
Quando<br />
la campagna<br />
pubblicitaria<br />
si trasforma<br />
in un “colpo<br />
a sorpresa”<br />
PROSPETTIVE 14<br />
Energia<br />
dai grandi numeri<br />
PICCOLE<br />
E MEDIE IMPRESE 42<br />
Le opportunità<br />
del mercato libero<br />
TERRITORIO CREATIVO 38<br />
Le nuove sfide della<br />
“Caput Mundi”<br />
SCIENZA 16<br />
Matematica<br />
e cinema:<br />
una curiosa storia<br />
di successo<br />
PROPOSTE<br />
COMMERCIALI 44<br />
Un ventaglio<br />
di offerte<br />
per scegliere<br />
in piena autonomia<br />
OPPORTUNITÀ 20<br />
La forza<br />
di un portafoglio<br />
diversificato<br />
POSTA 47<br />
Energia<br />
elettrica:<br />
capire i costi<br />
CONTENUTI<br />
RISORSE 22<br />
L’importanza<br />
di essere uomini<br />
della pioggia<br />
HUMOUR 49<br />
Gas... esilarante!<br />
FACCIA A FACCIA 28<br />
La tecnologia<br />
è la chiave<br />
del progresso<br />
LAMPI DI GENIO 50<br />
Galileo Galilei<br />
<strong>Switch</strong> è un trimestrale di cultura dell’energia edito da <strong>Edison</strong>. La rivista viene inviata a tutti i Clienti <strong>Edison</strong>.<br />
Per ricevere <strong>Switch</strong> e per informazioni potete scrivere a: <strong>Edison</strong> Energia SpA Foro Buonaparte, 31 - 20121 Milano<br />
oppure all’indirizzo e-mail: switch@edison.it
6<br />
<strong>Switch</strong><br />
STORIA DI COPERTINA<br />
ASTROFISICA<br />
Eventi/A tu per tu con Stephen Hawking, il fisico britannico<br />
dell’Università di Cambridge che occupa la cattedra di matematica<br />
lucasiana un tempo del leggendario Isaac Newton, e che dal<br />
1974 continua a stupire l’ambiente scientifico internazionale con<br />
le sue rivoluzionarie teorie sull’universo<br />
Stephen Hawking,<br />
l’uomo che gioca a dadi con Dio<br />
di Francesco Specchia<br />
Il destino del cosmo cigola, in un’umida giornata<br />
veneta, sopra una sedia a rotelle. Se ne sta infilato<br />
in una mente potente che ha ribaltato la scienza<br />
moderna, ma avvolta in un corpo fragile. “Qual è<br />
la storia dell’universo? Ci sono sette dimensioni<br />
extra rispetto a quelle conosciute, e stanno tutte in<br />
un piccolo spazio interno. La vita può essere possibile,<br />
quindi, in altre parti dell’universo. E noi viviamo<br />
nella regione entropicamente permessa, anche<br />
se penso sempre che avremmo potuto scegliere<br />
un posto migliore”, sussurra la mente potente.<br />
Ecco. Stephen Hawking, 65 anni, l’uomo che gioca<br />
a dadi con Dio, l’erede innaturale di Albert Einstein,<br />
il cosmologo titolare a Cambridge della cattedra<br />
di Isaac Newton (matematica lucasiana);<br />
quando Hawking, insomma, chiosa la sua unica<br />
lezione d’astrofisica in Italia - qualche mese fa al<br />
Palazzetto dello Sport di Padova - la commozione<br />
vela gli occhi. E l’applauso di 4.000 studenti provenienti<br />
da ogni dove scroscia come gli algoritmi<br />
che s’intrecciano sul suo computer.<br />
Il computer, per Hawking, è importante. Una protesi<br />
dell’anima. Da quando, a 18 anni, brillante studente<br />
oxfordiano, gli diagnosticarono la sclerosi<br />
amiotrofica, malattia che induce alla paralisi neurologica<br />
progressiva, la sua vita è incollata al Pc. Haw-<br />
7
8<br />
<strong>Switch</strong><br />
STORIA DI COPERTINA<br />
king muove un unico muscolo facciale, dalla mandibola<br />
destra. Quando tenta di parlare, gli occhi<br />
brillano ma il volto si contrae, diventa orribile e<br />
straziante come le statue dei giardini di Bomarzo; e<br />
solo con un impercettibile gioco di palpebre (ad oggi<br />
solo una palpebra, appunto la destra) che si riverbera<br />
in un cursore egli è in grado di comporre<br />
singole frasi che si riversano nel computer; e quest’ultimo,<br />
a sua volta, le traduce in suoni tramite un<br />
sintetizzatore vocale. Certo, quindici parole al minuto<br />
sono poche. Mica bastano. Né per spiegare<br />
che i filosofi sono cialtroni (dice Hawking: “Non<br />
stanno al passo con i tempi, liquidano la scienza<br />
come un dettaglio tecnico; la filosofia rischia di diventare<br />
un gioco banale”); né per cancellare d’un<br />
botto i caposaldi della fantascienza (“Se si potesse<br />
superare la velocità della luce, si dovrebbe anche<br />
tornare indietro nel tempo. Siccome non conosco<br />
nessuno che venga dal futuro, deduco che non sia<br />
possibile”). Proprio lui che, anni fa, si divertì a fare<br />
da ospite in una puntata di “Star Trek” divenuta oggetto<br />
di culto tra i collezionisti. E che oggi, per<br />
quanto malconcio, scheletrico e quasi immobilizzato,<br />
rivela: “Andrò nello spazio, quest’anno ho previsto<br />
un volo atmosferico, prima di procedere a un<br />
volo spaziale in senso stretto, nel 2009”.<br />
Né quindici parole al minuto sono sufficienti per<br />
unificare la teoria quantistica con quella della relatività.<br />
Dice Hawking: “Oggi abbiamo una teoria candidata<br />
a superare la relatività. Stiamo tentando la<br />
teoria M, una ‘teoria del tutto è possibile’, cioè una<br />
serie di teorie che riflettono la stessa teoria fondamentale.<br />
Noi speriamo di comprendere questa teoria<br />
e di imparare così il significato della nostra esistenza.<br />
Ma ancora la teoria M non è esprimibile direttamente,<br />
e dobbiamo ricorrere a una serie di approssimazioni<br />
diverse. Così forse non raggiungeremo<br />
mai la fine di questa ricerca, e la comprensione<br />
totale dell’universo. In qualche modo, sono contento<br />
di ciò. Dopo aver trovato la teoria ultima, la<br />
scienza sarebbe come uno scalatore dopo aver raggiunto<br />
la cima dell’Everest. La specie umana ha bisogno<br />
di sfide intellettuali. Sarebbe noioso essere<br />
Dio e non aver nulla da scoprire”.<br />
Quindici parole al minuto non bastano nemmeno<br />
per affermare che il Big Bang ha lasciato in giro dei<br />
fastidiosi refoli elettromagnetici, o che “l’universo è<br />
in espansione accelerata grazie a una forza chiamata<br />
energia oscura”. Quindici parole al minuto sono<br />
un’inezia per ancorare un genio alle inconsistenti -<br />
concordate - domande dei cronisti. Roba tipo: cosa<br />
NELLE PAGINE<br />
PRECEDENTI, UNA<br />
SPETTACOLARE<br />
IMMAGINE DELLA<br />
VOLTA CELESTE.<br />
IN QUESTA<br />
PAGINA, A<br />
SINISTRA, UNO<br />
SCORCIO<br />
DELL’UNIVERSITÀ<br />
DI CAMBRIDGE.<br />
A DESTRA,<br />
UNA NEBULOSA<br />
ASTROFISICA<br />
9
10<br />
<strong>Switch</strong><br />
STORIA DI COPERTINA<br />
SOPRA E IN<br />
BASSO, ALTRE<br />
VEDUTE<br />
DELL’ATENEO<br />
DI CAMBRIDGE,<br />
DOVE<br />
HAWKING<br />
OCCUPA LA<br />
CATTEDRA CHE<br />
FU DI ISAAC<br />
NEWTON;<br />
A LATO, UNA<br />
IMMAGINE<br />
DEL SOLE<br />
“LAVORATA”<br />
DAI TECNICI<br />
DELLA NASA<br />
l’ha spinta, professor Hawking, a scrivere libri di divulgazione,<br />
e come pensa che questi libri le abbiano<br />
permesso di spiegare complicate teorie astrofisiche<br />
alla gente comune? (Hawking, ribadiamo, è il<br />
divulgatore scientifico più letto al mondo). Risposta<br />
tenace: “Tutti ci chiediamo da dove veniamo, e quale<br />
sia il significato della nostra esistenza. Io scrivo i<br />
miei libri perché voglio che la gente abbia il diritto<br />
di conoscere le scoperte che la scienza fa e condivida<br />
l’entusiasmo della scoperta”. Ed eccolo che accenna<br />
ad Albert Einstein, il precursore, il modello<br />
incomparabile: “Nel 1915, Einstein introdusse la<br />
sua rivoluzionaria teoria generale della relatività. In<br />
essa, spazio e tempo non sono più assoluti, né uno<br />
sfondo fisso per gli eventi. Sono invece quantità dinamiche<br />
modellate dalla materia e dall’energia nell’universo.<br />
Esse sono definite solo dentro l’universo,<br />
così non ha senso parlare di un tempo prima che<br />
l’universo inizi. Sarebbe come cercare un punto più<br />
a sud del Polo Sud. È indefinito” (ndr: questo vale<br />
anche per lo spazio, non esiste al di fuori dell’universo).<br />
Si va sul tecnico, insomma. Molto tecnico.<br />
L’astrofisico riaccenna alla “materia oscura”, uno degli<br />
elementi quasi misterici su cui sta lavorando da<br />
tempo; ma cos’è la materia oscura, qual è la sua forma,<br />
e quali sarebbero i suoi componenti? E lui, con<br />
sforzo: “La materia ordinaria, di cui sono fatti i<br />
corpi celesti, costituisce appena il 5% della massa<br />
dell’universo. Un altro 25% della sua massa è nella<br />
forma di materia oscura, che produce forza di gravità<br />
ma che non possiamo vedere. Ma sembra che<br />
il 70% dell’universo sia nella forma che noi chiamiamo<br />
energia oscura, un misterioso tipo di materia<br />
che accelera l’espansione dell’universo, piuttosto<br />
che frenarla come fanno la materia ordinaria e<br />
la stessa materia oscura. Probabilmente la materia<br />
oscura è fatta da deboli particelle interagenti, ma<br />
l’energia oscura è più difficile da spiegare. Potrebbe<br />
essere un campo di forze in lento decadimento,<br />
oppure, come io penso sia più probabile, ciò che<br />
si chiama l’energia del vuoto. La risposta ci deve<br />
essere data dalle osservazioni, con nuove e più accurate<br />
misure...”.<br />
Le misure, i numeri, le dimensioni, il flusso temporale,<br />
il prima e il dopo: sono concetti insignificanti<br />
parlando con uno che ha tentato di ricreare<br />
i buchi neri in laboratorio (al Cern di Ginevra,<br />
ASTROFISICA<br />
con un acceleratore di particelle in grado di riprodurre<br />
86.400 mini buchi neri al giorno). Ma il<br />
cronista si crede furbo. E formula una domandina<br />
semplice semplice ma stupida stupida: è possibile<br />
immaginare “il prima” del Big Bang? Risposta degna<br />
della domanda: “Chiedersi cosa ci sia prima<br />
del Big Bang è come chiedersi cosa c’è a sud del<br />
Polo Sud; è una domanda senza senso...”. Ben ci<br />
sta. E rincara la dose; aggiunge che la risposta è<br />
inconsistente non solo per la scienza, ma anche<br />
per la filosofia (“I filosofi, come dicevo, non hanno<br />
seguito il moderno sviluppo della fisica e della<br />
biologia. Come risultato le loro discussioni sembrano<br />
sempre più datate e irrilevanti. Non è bene<br />
ridurre la scienza a un puro dettaglio tecnico.<br />
Darwin, la biologia molecolare e la moderna cosmologia<br />
hanno portato un profondo cambiamento<br />
nella nostra visione di noi stessi e del nostro<br />
posto nell’universo. La filosofia dovrebbe riflettere<br />
questo cambiamento, altrimenti è solo un banale<br />
gioco di parole”). E la risposta è vacua anche<br />
per la religione, e per tutto il trascendente, l’ultimo<br />
rifugio del dubbio umano: “La scienza risponde<br />
a sempre più domande che erano di solito un<br />
monopolio della religione. La sola area restante<br />
che la religione può oggi sostenere come propria<br />
è l’origine dell’universo, ma anche qui la scienza<br />
sta facendo progressi e dovrebbe presto fornire<br />
una risposta definitiva su come l’universo sia iniziato”.<br />
Però lo stesso Hawking si chiude a riccio,<br />
quando si accenna alla sua religiosità: “Questi sono<br />
affari personali, non li discuto”.<br />
Stephen Hawking rimane il più grande genio vivente,<br />
una grande massa cerebrale ambulante che<br />
tratta le piccole argomentazioni degli interlocutori<br />
come pulviscolo cosmico. Sicché, dato per scontato<br />
lo scienziato, rimane l’uomo Hawking. Cioè colui<br />
che, nonostante una fama mondiale, due matrimoni<br />
con mogli giovani e tre figli, ostenta sempre<br />
uno sguardo malinconico. Rimane l’uomo che,<br />
nel retropalco di questa giornata che racconteremo<br />
ai nostri nipoti, incrocia la sua sedia a rotelle<br />
con quelle di due fan, paraplegici anch’essi, e firma<br />
loro un libro facendosi torcere il pollice, che<br />
timbra un’impronta sul risvolto di copertina: “Ora<br />
non fatevelo fregare”, bofonchia ai due con una<br />
punta di complicità. Ed è proprio osservando<br />
quell’Hawking così fragile e così potente che rimbomba<br />
la frase di Shakespeare: “Potrei essere rinchiuso<br />
in un guscio di noce e tuttavia sentirmi re<br />
dell’infinito spazio”...<br />
11
12<br />
<strong>Switch</strong><br />
BUSINESS<br />
Profilo/Capacità di interpretazione delle necessità del mercato, attenzione<br />
costante alle possibilità offerte dallo sviluppo tecnologico, costruzione di un<br />
rapporto di partnership con il Cliente finale fatto di reciproca fiducia e di servizi<br />
a valore aggiunto: è la strada di <strong>Edison</strong> verso il successo<br />
Sotto il segno dell’innovazione<br />
di G.B. Lutta<br />
“Innovazione che si esprime attraverso tecnologie industriali,<br />
forme organizzative e gestionali, formule<br />
commerciali e personalità uniche che hanno guidato<br />
e guidano una delle più importanti aziende nella storia<br />
dell’industrializzazione italiana”. Con poche parole<br />
Alessandro Zunino, Direttore Commerciale di <strong>Edison</strong>,<br />
descrive una società nata e sviluppata sotto il segno<br />
dell’innovazione: un caso davvero unico nella storia<br />
dell’industria italiana.<br />
Perché <strong>Edison</strong> è così unica e votata al progresso?<br />
<strong>Edison</strong> nasce non solo da una grande scoperta, l’elettricità,<br />
ma anche dall’intuizione di un grande uomo<br />
che vide fin dall’inizio le grandi potenzialità dei brevetti<br />
di Thomas <strong>Edison</strong>. Così, insieme ad altri personaggi<br />
illuminati tra cui imprenditori, banchieri, uomini<br />
di cultura e tecnici, l’ingegner Giuseppe Colombo<br />
promosse le applicazioni pratiche nella società civile e<br />
nell’industria italiana del tempo. L’impianto milanese<br />
di Santa Redegonda è stata la prima centrale elettrica<br />
d’Europa e seconda nel mondo a entrare in funzione,<br />
“gemella” di quella realizzata l’anno prima da T. <strong>Edison</strong><br />
a New York. <strong>Edison</strong> sviluppò quindi i più importanti<br />
distretti idroelettrici del nostro Paese, gettando le<br />
basi per l’elettrificazione dell’industria italiana nei primi<br />
50 anni del Novecento.<br />
Iniziò così il percorso di una delle più importanti<br />
aziende italiane che diede l’impulso allo sviluppo<br />
economico di tutto il Paese. <strong>Edison</strong> nacque con un<br />
primato, come riesce ancora oggi a confermarsi a<br />
questi altissimi livelli di innovazione e progresso<br />
scientifico?<br />
Grazie alla continuità della vocazione energetica della<br />
<strong>Edison</strong>, nella valorizzazione dell’innovazione a 360°,<br />
organizzativa, gestionale, tecnico-produttiva e commerciale.<br />
Ma anche nell’attenzione per le tematiche<br />
del territorio e dell’ambiente senza tralasciare la centralità<br />
delle capacità manageriali e imprenditoriali.<br />
<strong>Edison</strong> è un’azienda che può vantare tuttora primati<br />
nell’avanguardia tecnologica d’Europa. Sono state di<br />
<strong>Edison</strong> le centrali idroelettriche più potenti, ma anche<br />
più belle sotto il profilo architettonico, così come gli<br />
impianti, le dighe e le reti di trasmissione dell’energia<br />
alle altezze più elevate nell’arco alpino. Sempre a<br />
“marchio” <strong>Edison</strong> le centrali termoelettriche più avveniristiche<br />
e imponenti nel continente europeo, il pri-<br />
mo progetto di una centrale elettronucleare e la prima<br />
struttura al mondo che sfrutta gas siderurgici di recupero<br />
in un ciclo combinato con cogenerazione di elettricità<br />
e vapore, una tecnologia che consente un rendimento<br />
elevato con il minimo impatto ambientale,<br />
inaugurata nel 1997 a Taranto.<br />
C’è un campo in cui <strong>Edison</strong> fu pioniera senza la<br />
pura “tecnologia”?<br />
Certamente. <strong>Edison</strong> fu innovativa anche nel sociale e<br />
nel civile. Ad esempio creò il primo istituto previdenziale<br />
di un’azienda industriale italiana, nel 1924 costituì<br />
le prime colonie estive in Italia per i figli dei dipendenti,<br />
i primi convalescenziari, le prime case per i<br />
dipendenti e altre opere di simile valenza sociale.<br />
Dopo un lungo periodo di nazionalizzazione<br />
dell’energia elettrica, nel 1999 l’apertura del mercato:<br />
<strong>Edison</strong> come ha affrontato “l’innovazione<br />
commerciale”?<br />
<strong>Edison</strong> è stata “First Comer” sul mercato dell’energia,<br />
oggi quasi totalmente liberalizzato. Infatti il 1° maggio<br />
dello stesso anno abbiamo fornito il primo Cliente idoneo<br />
del Paese, e meno di un mese dopo viene alimentato<br />
il primo consorzio d’acquisto formato da piccole e<br />
medie imprese italiane. I consorzi sono stati una grande<br />
SOPRA, ALESSANDRO ZUNINO,<br />
DIRETTORE COMMERCIALE DI EDISON<br />
innovazione commerciale promossa da <strong>Edison</strong>, attraverso<br />
cui anche aziende medio-piccole hanno potuto<br />
beneficiare subito dell’opportunità del mercato libero.<br />
Quali nuove sfide vi siete posti per il prossimo<br />
futuro?<br />
Oggi continuiamo a essere vicini ai nostri Clienti con<br />
offerte nuove e innovative, servizi a valore aggiunto e<br />
consulenza per il risparmio e l’efficienza energetica.<br />
L’obiettivo è quello di aiutare le imprese a risparmiare<br />
in modo strutturale, coinvolgendole per disegnare insieme<br />
delle modalità di fornitura nel lungo periodo.<br />
Lungo questa linea investiamo e seguiteremo a investire,<br />
alla ricerca di vere partnership con i nostri Clienti<br />
più proattivi e a loro volta innovativi. Per citare alcuni<br />
esempi concreti: lo sviluppo congiunto di impianti da<br />
fonti rinnovabili, la cogenerazione e, non ultima, la<br />
minimizzazione dei costi legati alle emissioni di CO2.<br />
Lo stesso livello di innovazione vale anche per il<br />
gas naturale?<br />
Anche in questo campo siamo e sempre più saremo<br />
tra i leader di mercato. Offriamo infatti forniture di<br />
gas naturale a tutti i nostri Clienti che, grazie ai servizi<br />
di efficienza energetica prima menzionati, possono vedersi<br />
ridotta la spesa energetica complessiva, sia di gas<br />
naturale che di energia elettrica.<br />
Lei ci sta dando una visione diversa della solita società<br />
elettrica senz’anima a cui siamo stati abituati<br />
con il monopolio: un’azienda che guarda al profitto<br />
senza dimenticare la dimensione umana.<br />
Semplicemente perché la prima caratteristica di <strong>Edison</strong><br />
è quella di combinare ingegneria-tecnologia-economia<br />
e imprenditorialità. Ciò significa sia capacità di individuare<br />
le nuove tecnologie, con la logica del tecnologoinnovatore,<br />
sia di renderle economicamente operative<br />
secondo la logica dell’imprenditore-innovatore.<br />
INIZIATIVE<br />
13
14<br />
<strong>Switch</strong><br />
PROSPETTIVE<br />
Numeri/A colloquio con Renato Ravanelli, Chief Financial Officer di <strong>Edison</strong>: in un<br />
2006 brillante, l’azienda si è consolidata dal punto di vista finanziario e ha messo in<br />
campo piani strategici sia nel settore del gas sia in quello dell’energia elettrica con<br />
l’obiettivo di consolidare la propria posizione sul mercato<br />
Energia dai grandi numeri<br />
di Federico Fiecconi<br />
Dottor Ravanelli, trova soddisfacente la performance<br />
ottenuta dal Gruppo nel corso del 2006?<br />
Certamente sì. Il Gruppo si è distinto nell’ultimo esercizio<br />
per risultati eccezionali, che ne riflettono la crescita<br />
industriale. Il fatturato è passato da 6,6 a 8,5 miliardi e<br />
tutti gli indicatori sono migliorati in maniera significativa.<br />
Se stiamo solo al dato di fatturato, di rilievo è la crescita<br />
nel settore elettrico, con vendite cresciute del 24%<br />
a fronte di una domanda nazionale cresciuta del 2,2%.<br />
Perché la quota è salita in modo tanto rilevante?<br />
Ci ha aiutato l’avvio in marcia commerciale di nuove<br />
centrali, la cui elevata efficienza ha consentito al Gruppo<br />
di operare sui mercati con strutture di costo più efficienti.<br />
Nel corso del 2006, in particolare, sono entrate nel parco<br />
di produzione le nuove centrali di Altomonte (770 mw),<br />
Piacenza (792 mw) e Torviscosa (770 mw). La crescita di<br />
oltre il 19% del margine operativo lordo è spiegata, oltre<br />
che dalla positiva performance del settore elettrico, anche<br />
dal contributo importante del settore gas che, nel corso<br />
dell’esercizio, ha beneficiato della rinegoziazione, conclusasi<br />
con successo, di alcuni contratti di approvvigionamento<br />
a lungo termine. Ricordo che in tale settore <strong>Edison</strong><br />
è attualmente il terzo operatore in Italia, con un portafoglio<br />
di gas disponibile pari a oltre 13,5 miliardi di<br />
metri cubi. Se poi guardiamo all’ultima riga del conto<br />
economico, il risultato netto evidenzia un altro dato eccezionale:<br />
da 504 a 654 milioni di euro, riflettendo non solo<br />
l’ottima performance industriale del Gruppo, ma anche<br />
i positivi effetti di operazioni straordinarie di carattere<br />
finanziario e fiscale operate nel corso dell’esercizio. A<br />
fronte di questo dato positivo, il Consiglio ha deciso di<br />
distribuire dividendi per circa 230 milioni di euro, in significativa<br />
crescita (+26%) rispetto all’anno precedente.<br />
A LATO, UN<br />
GRAFICO CHE<br />
RIASSUME<br />
L’ANDAMENTO<br />
DEL TITOLO<br />
EDISON ALLA<br />
BORSA<br />
DI MILANO<br />
NEL CORSO<br />
DEL 2006<br />
EDN IM Equity<br />
Ultimo prz 2.2550<br />
MIB30 Index<br />
Ultimo prz 2.0428<br />
02-16 01-15 01-15 03-18 02-16 01-15 03-17 01-16 01-15 02-16 01-15 01-15 02-16<br />
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Gen<br />
Dunque uno “stato di salute” più che positivo...<br />
Come struttura finanziaria, <strong>Edison</strong> è una società molto<br />
solida. I risultati dell’esercizio appena trascorso hanno<br />
consentito di ridurre il debito di oltre 560 milioni di<br />
euro: il rapporto debito/patrimonio netto della società è<br />
pari solo a 0,62, un dato piuttosto basso se confrontato<br />
a quello di altre società operanti nel settore energetico.<br />
Tutto questo per voi significa poter mettere in atto,<br />
per il futuro, strategie di ampio respiro?<br />
Sì. In sintesi, i risultati conseguiti nel 2006 ci consentono<br />
di guardare al futuro con serenità. Alla fine<br />
dell’anno appena trascorso abbiamo varato un nuovo<br />
e ambizioso piano strategico, volto alla crescita nel<br />
settore elettrico e, in particolare, in quello del gas.<br />
Grazie alla solidità finanziaria di <strong>Edison</strong>, prevediamo<br />
di investire nei prossimi 6 anni 4,5 miliardi di euro,<br />
garantendo nel periodo significativi tassi di crescita<br />
del profilo reddituale della società. I mercati hanno<br />
già apprezzato le linee guida del Piano: oggi il titolo<br />
<strong>Edison</strong> quota circa 2,2 euro per azione, contro l,8 euro<br />
pre-annuncio.<br />
Ma veniamo alle linee di sviluppo strategico…<br />
Innanzitutto il settore del gas, dove <strong>Edison</strong> ha in programma<br />
investimenti in nuove infrastrutture di importazione<br />
che hanno un’elevata valenza strategica per il<br />
sistema Paese. Si tratta del completamento del terminale<br />
di rigassificazione nel Mare Adriatico, al largo di Rovigo,<br />
che consentirà all’Italia di importare circa 8 miliardi<br />
di metri cubi di gas l’anno (6,4 in quota <strong>Edison</strong>),<br />
e della realizzazione di due nuovi gasdotti, dalla Grecia<br />
(il progetto IGI) e dall’Algeria (il progetto Galsi). Queste<br />
infrastrutture, che consentiranno al nostro Paese di<br />
importare 8+8 miliardi di metri cubi di gas l’anno, di<br />
cui comprensivi 8,4 in quota <strong>Edison</strong>, figurano tra i<br />
Project of European Interest dell’Unione Europea.<br />
Cosa prevede che cambierà per voi quando questi<br />
progetti saranno finalmente operativi?<br />
Al termine di questi investimenti, la nostra disponibi-<br />
01-15<br />
Feb<br />
01-15 02-16<br />
Mar Apr<br />
lità di gas annua crescerà da 13,5 a oltre 22 miliardi<br />
nel 2012. Potremo così ampliare le nostre quote di<br />
mercato nel settore del gas, migliorando al contempo<br />
la nostra posizione anche nel settore elettrico, che beneficerà<br />
di approvvigionamenti di materia prima più<br />
competitivi.<br />
Oltre alle operazioni appena descritte, in che altro<br />
modo <strong>Edison</strong> si sta muovendo sul mercato?<br />
Un filone di sviluppo molto importante riguarda le<br />
attività di produzione diretta di idrocarburi prevalentemente<br />
all’estero. Il nostro obiettivo è produrre il<br />
15% del totale del gas in portafoglio. Gli investimenti<br />
in stoccaggi in Italia completano il panorama dei nostri<br />
piani di sviluppo negli idrocarburi: <strong>Edison</strong> realizzerà<br />
3 nuovi campi di stoccaggio, diventando in quest’area<br />
strategica il secondo operatore nazionale.<br />
In quale settore investite di più, gas o elettricità?<br />
Va sottolineato che per la prima volta gli investimenti<br />
previsti nel gas superano quelli nel comparto elettrico,<br />
che comunque, nei prossimi anni, vedrà il completamento<br />
di uno dei più significativi piani di crescita<br />
realizzati negli ultimi anni in Europa. Nel 2007 entreranno<br />
infatti in funzione 2 nuove centrali, una a<br />
Simeri Crichi (Catanzaro) e una a Turbigo (Milano).<br />
Sempre nel settore elettrico, particolare attenzione sarà<br />
rivolta alle fonti rinnovabili: prevediamo di effettuare<br />
investimenti per 500 milioni di euro per incrementare<br />
la capacità installata nel settore eolico da<br />
260 a 450 megawatt e di sviluppare ulteriormente il<br />
settore idroelettrico. Ma la vera novità nel settore<br />
elettrico è l’indicazione degli azionisti di avviare un<br />
percorso di espansione all’estero. <strong>Edison</strong> sta quindi<br />
valutando opportunità nell’area mediterranea e in<br />
quella balcanica. Tra i progetti avviati vi è la partecipazione<br />
alla gara per la costruzione di un nuovo ciclo<br />
combinato da 400 megawatt in Grecia, dove <strong>Edison</strong><br />
intende sviluppare una presenza rilevante in quanto<br />
valuta che quel mercato potrà offrire rilevanti opportunità<br />
di crescita nei prossimi anni.<br />
SOPRA, RENATO<br />
RAVANELLI:<br />
SECONDO<br />
IL CFO DI EDISON,<br />
A CONCLUSIONE<br />
DEGLI IMPORTANTI<br />
INVESTIMENTI FATTI,<br />
L’AZIENDA NEL<br />
2012 PORTERÀ<br />
LA DISPONIBILITÀ DI<br />
GAS DA 13,5 A OLTRE<br />
22 MILIARDI DI<br />
METRI CUBI ANNUI<br />
BILANCI
16<br />
<strong>Switch</strong><br />
SCIENZA<br />
Matematica e cinema: una curiosa storia di successo<br />
di Paolo Pizzato<br />
Ipse dixit, ovvero la frase che fa la storia, che diventa<br />
patrimonio di tutti. Un esempio? Proviamo a fare un<br />
salto indietro nel tempo e trasferiamoci nella Firenze<br />
del XVII secolo. È il 1623 e Galileo Galilei pubblica<br />
“Il Saggiatore”. Ecco quel che vi si legge: “questo grandissimo<br />
libro che continuamente ci sta aperto davanti<br />
agli occhi (io dico l’universo), non si può intendere se<br />
prima non s’impara a intender la lingua e conoscer i<br />
caratteri né quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica,<br />
e i caratteri son triangoli, cerchi ed altre figure<br />
geometriche…”.<br />
Oggi, a quasi quattro secoli di distanza, il mondo globalizzato<br />
e ipertecnologico che parla la lingua universale<br />
dei numeri è la più lampante dimostrazione dell’esattezza<br />
dell’intuizione galileiana: dall’informatica<br />
all’ingegneria, dalle scienze biomediche alla meteorologia<br />
e alla finanza, la matematica, in stretta connessione<br />
con altre discipline, scopre la realtà e la racconta.<br />
Spiegandola con l’irresistibile stile del più preparato<br />
e brillante tra i nostri professori di scuola, quello di<br />
cui, per intenderci, ancora ricordiamo le lezioni. E<br />
quel che viene divulgato, in riviste e siti Internet,<br />
spesso è così sorprendente da sembrare… inventato.<br />
Forse è per questo che i numeri, e soprattutto coloro<br />
che con essi genialmente operano, sono sbarcati al cinema<br />
ottenendo risultati di tutto rispetto; del resto, a<br />
pensarci bene, dove, se non sul grande schermo, realtà<br />
e finzione arrivano a toccarsi, o per dir meglio, a<br />
fondersi? Gran parte del merito, naturalmente, va a<br />
loro, ai matematici, agli scienziati, le cui vite, in molti<br />
casi lontanissime dallo stereotipo del topo di biblioteca<br />
miope, fisicamente gracile e mansueto fino all’autocaricatura<br />
consegnatoci da pregiudizi nati chissà dove<br />
e chissà quando, si rivelano insospettabilmente avventurose,<br />
e non prive di risvolti drammatici. Rieccoci<br />
così a Galileo, alla sua difesa del sistema eliocentrico<br />
copernicano e alla disputa con il Sant’Uffizio, che gli<br />
costò un umiliante processo, una condanna e una forzata<br />
abiura delle sue tesi.<br />
Di tutto questo parla “Galileo”, preziosa pellicola firmata<br />
nel 1968 da Liliana Cavani, con un carismatico<br />
Cyril Cusack nei panni del genio pisano. Restiamo in<br />
SPETTACOLO<br />
Pellicole/Anche la matematica, con le sue figure, spesso controverse, di geni e<br />
scienziati, ha saputo attrarre l’attenzione dell’industria cinematografica. Sono nate<br />
così opere di indubbio fascino: dall’intenso omaggio a Galileo firmato da Liliana<br />
Cavani fino al pluripremiato film sulla vita del Premio Nobel John F. Nash<br />
17
18<br />
<strong>Switch</strong><br />
SCIENZA<br />
NELLE PAGINE<br />
PRECEDENTI,<br />
RUSSELL CROWE<br />
NEI PANNI DI JOHN<br />
FORBES NASH<br />
NEL FILM “A<br />
BEAUTIFUL MIND”.<br />
SOPRA, IL VERO<br />
JOHN NASH,<br />
IL MATEMATICO<br />
RENATO<br />
CACCIOPPOLI<br />
E UN INTENSO<br />
RITRATTO DI HEDY<br />
LAMARR, ATTRICE<br />
E SCIENZIATA<br />
Italia; nel 1992 Mario Martone esordisce alla regia<br />
con “Morte di un matematico napoletano”, fosco<br />
dramma centrato sull’ultima settimana di vita di Renato<br />
Caccioppoli, professore universitario morto suicida<br />
a 55 anni. Attorno a Caccioppoli, interpretato<br />
sullo schermo da un umbratile, inquieto e indimenticabile<br />
Carlo Cecchi, Martone disegna una Napoli<br />
inusuale, una città fatta di silenzi, di strade deserte e<br />
di sere tra amici consumate attorno al tavolo di un<br />
ristorante a ubriacarsi di vino e parole; è in questa<br />
Napoli muta e discreta, timida addirittura, che il protagonista<br />
del film disvela il proprio allucinato “lato<br />
oscuro”, l’altra faccia del suo eccezionale talento matematico<br />
(a soli 27 anni ottiene la cattedra di Analisi<br />
Algebrica all’Università di Padova), e cioè un temperamento<br />
anarcoide e imprevedibile, che lo porta a<br />
sperimentare uno stile di vita bohémien, a conoscere<br />
l’arresto per accattonaggio e infine a imboccare la<br />
strada dell’alcolismo.<br />
Dall’altra parte dell’oceano, un destino diverso, coronato<br />
da un lieto fine ma non certo meno tormentato<br />
nel suo percorso, tocca a un altro gigante del pensiero<br />
scientifico, John Forbes Nash (classe 1928), i cui<br />
studi di matematica applicata alla “Teoria dei Giochi”<br />
gli sono valsi, nel 1994, l’assegnazione del Premio<br />
Nobel per l’economia. Per oltre un trentennio, infatti,<br />
Nash, affetto da una grave forma di schizofrenia che<br />
lo porta a vette di delirio inimmaginabili (si convince<br />
di dover decrittare messaggi provenienti dagli alieni,<br />
di essere a capo di un governo universale oppure<br />
l’imperatore dell’Antartide), subisce frequenti ricoveri<br />
in ospedali e istituti psichiatrici e viene sottoposto<br />
a terapie estremamente dure, come elettroshock e camicia<br />
di forza chimica, che lo minano seriamente nel<br />
fisico. Comincia a migliorare all’inizio degli Anni<br />
Novanta, e il Nobel ottenuto alla metà di quel decennio<br />
vale come ufficiale certificato di guarigione. A<br />
Nash e alla sua storia si dedica nel 2001 Ron Howard<br />
(l’indimenticabile Ricky Cunningham di “Happy<br />
Days”), tra i più apprezzati registi di Hollywood,<br />
con “A Beautiful Mind”, coinvolgente ritratto di vita<br />
che mette d’accordo pubblico e critica e si aggiudica<br />
quattro Golden Globe e altrettanti Oscar. Il difficile<br />
ruolo di Nash tocca a Russell Crowe, la cui interpretazione,<br />
in perfetto equilibrio tra fragilità e forza e<br />
ricca di commovente umanità, si colloca ai vertici<br />
della carriera dell’attore neozelandese.<br />
Ben prima di Liliana Cavani, Mario Martone e Ron<br />
Howard, però, cinema e scienza si erano già incon-<br />
trati; a unirli, e a scrivere una pagina di storia, fu la<br />
multiforme, bizzarra personalità di Hedy Lamarr. Austriaca<br />
(il suo vero nome era Hedwig Eva Maria Kieslerová),<br />
classe 1913, Hedy, fascino non comune, carisma<br />
e un’avvenenza così folgorante da meritarle il<br />
soprannome di “donna più bella del cinema”, scandalizzò<br />
il dorato (e perbenista) mondo della Settima Arte<br />
mostrandosi a seno nudo (era la prima volta in assoluto)<br />
nel film “Estasi”, presentato nel 1934 alla Mostra<br />
del Cinema di Venezia.<br />
E alla carriera d’attrice, che la portò a interpretare oltre<br />
20 pellicole e a lavorare, tra gli altri, con divi del<br />
calibro di Spencer Tracy, Judy Garland e James Stewart,<br />
unì quella di “scienziata dilettante” sviluppando,<br />
dapprima assieme a Friz Mandl (imprenditore<br />
nel settore armamenti e primo dei suoi sei mariti) e<br />
poi con il compositore George Antheil, un sistema di<br />
guida a distanza per missili e siluri. Nel 1962, durante<br />
i drammatici giorni della crisi missilistica tra Usa e<br />
Urss, la tecnica che avevano messo a punto venne<br />
adottata come sistema di comunicazione a bordo<br />
delle navi americane impegnate nel blocco di Cuba.<br />
Una vicenda affascinante, che meriterebbe di essere<br />
celebrata sul grande schermo.<br />
SPETTACOLO<br />
A SINISTRA, CARLO<br />
CECCHI IN UNA<br />
SCENA DEL FILM<br />
“MORTE DI UN<br />
MATEMATICO<br />
NAPOLETANO”,<br />
NEL QUALE<br />
INTERPRETA<br />
RENATO<br />
CACCIOPPOLI.<br />
IN BASSO,<br />
ANCORA RUSSELL<br />
CROWE IN<br />
“A BEAUTIFUL MIND”<br />
19
20<br />
<strong>Switch</strong><br />
OPPORTUNITÀ<br />
La forza di un portafoglio diversificato<br />
di Viviana Barozzi<br />
SOPRA, RICCARDO<br />
PASETTO, DIRETTORE<br />
BUSINESS UNIT<br />
GAS SUPPLY<br />
& LOGISTICS<br />
Scenari/Intervista a Riccardo Pasetto, Direttore Business Unit Gas Supply &<br />
Logistics di <strong>Edison</strong>, che analizza la situazione del mercato del gas in Europa e<br />
spiega perché <strong>Edison</strong>, grazie anche all’impegno per concretizzare nuove soluzioni<br />
di approvvigionamento di gas, mantiene una posizione di leadership<br />
Qual è l’attuale situazione del mercato del gas?<br />
Il processo di liberalizzazione in atto nel mercato europeo<br />
dell’energia sta comportando il riposizionamento<br />
degli operatori del mercato del gas, siano essi pubblici o<br />
privati, da assetti di monopolio nazionale verso equilibri<br />
oligopolistici in ambito europeo. Il mercato del gas<br />
in Europa si è sviluppato inizialmente grazie all’espansione<br />
di reti a carattere regionale che si sono progressivamente<br />
estese per apportare nuove risorse necessarie<br />
ad alimentare la crescente domanda. Oggi ne risulta<br />
una rete europea ben interconnessa al suo interno, ma<br />
con infrastrutture di approvvigionamento strettamente<br />
dimensionate per consentire gli acquisti di lungo termine<br />
dai Paesi produttori. Questo assetto limita ancora lo<br />
sviluppo di una facile circolazione del prodotto, ovvero<br />
della creazione di liquidità del mercato. D’altra parte,<br />
l’obiettivo comunitario di innescare competitività fra<br />
gli operatori, mentre sta effettivamente trovando riscontro<br />
nella parte finale della filiera, si trova di fronte<br />
a un assetto produttivo in mano a un numero estremamente<br />
limitato di soggetti, in prevalenza espressione di<br />
stati. I Paesi produttori vogliono inoltre operare direttamente<br />
sui mercati per meglio conoscerli al fine di<br />
massimizzare il valore delle loro risorse. Il problema<br />
diviene capire come un mercato o un oligopsonio europeo<br />
possano convivere con un oligopolio in cui due<br />
o tre produttori sono in condizione di determinare i<br />
prezzi della risorsa. In questo contesto, i rigassificatori<br />
sono importantissimi, perché diversificano il numero<br />
di operatori attivi sul mercato introducendo nuove<br />
fonti di approvvigionamento con un prodotto quale il<br />
Gnl che sta assumendo sempre più caratteristiche di<br />
commodity commercializzabile sul mercato mondiale.<br />
Può offrirci qualche dettaglio in più?<br />
Il vantaggio competitivo tra i diversi operatori sul<br />
mercato si gioca sul portafoglio di disponibilità di materia<br />
prima e il mercato elettrico, che dipende sempre<br />
più dal mercato del gas, ne è una palese evidenza. Un<br />
portafoglio diversificato di fonti di approvvigionamento<br />
può aumentare la competitività, sia perché contribuisce<br />
ad aumentare la forza negoziale dei grossisti<br />
verso i produttori, sia perché consente nell’ambito<br />
delle flessibilità contrattuali spazi di ottimizzazione.<br />
Certo, vi è una maggior complessità di gestione. Ma<br />
una maggiore efficienza operativa consente di trasformare<br />
il portafoglio di disponibilità in vantaggio competitivo.<br />
Nel mercato prossimo venturo si assisterà alla<br />
convivenza di contratti di lungo termine con un mercato<br />
corto, “spot”, frutto della liquidità creatasi sul<br />
mercato europeo che porterà a una sostanziale perequazione<br />
in Europa del prezzo del gas naturale.<br />
Questo sembrerebbe prefigurare l’istituzione di un<br />
grande mercato unico europeo…<br />
Nel breve termine è improbabile, perché alcuni mercati<br />
si basano essenzialmente su contratti a breve termine,<br />
mentre altri su contratti a lungo termine. Ma nel medio-lungo<br />
periodo, sembra possibile. Vi sono ancora<br />
molti ostacoli da rimuovere. Un problema è rappresentato<br />
dall’assenza di regole comuni ai vari Paesi per l’accesso<br />
alle reti locali. In Italia, dove le regole di accesso<br />
alle reti di trasporto sono più favorevoli che in altri Paesi,<br />
quali la Germania e la Francia, tuttavia la creazione<br />
di liquidità di mercato stenta a svilupparsi. Perché in<br />
realtà sussistono limiti all’interconnessione con gli altri<br />
Paesi, vincoli che non sono solo di carattere fisico ma<br />
anche operativo. Manca però un coordinamento europeo<br />
che regoli i meccanismi di interscambio.<br />
Se i Paesi produttori creassero un cartello, questo<br />
processo potrebbe subire un’accelerazione?<br />
La sensibile crescita dei prezzi del petrolio, e conseguentemente<br />
del gas naturale, registrata negli ultimi<br />
anni ha innescato un cambiamento nel rapporto fra<br />
Paesi produttori e mercati. Per il gas, in particolare,<br />
questo ha consolidato una valenza ambientale e tecnologica<br />
nella produzione elettrica tale da rendere<br />
strutturale la sua valorizzazione. Gli alti livelli di prezzo<br />
rendono oggi realizzabile qualunque progetto di<br />
esportazione. In particolare, i progetti che si basano sul<br />
trasporto con navi del gas liquefatto (Gnl) trovano gli<br />
spazi per assorbire gli elevati livelli di investimento<br />
che avevano nel recente passato reso difficile, rispetto<br />
al più regionale trasporto via gasdotto, lo sviluppo di<br />
questo sistema. In queste condizioni di prezzi, l’elemento<br />
costo di trasporto, che è sempre stato il fattore<br />
determinante per la commercializzazione del gas naturale,<br />
assume una valenza minore, e il Gnl tende a<br />
essere considerato come una commodity, quale il pe-<br />
trolio, vendibile su qualunque mercato. Guardando a<br />
livello mondiale la domanda e l’offerta di Gnl, si registra<br />
una tale tensione di domanda da non porre problemi<br />
nel realizzare investimenti negli impianti di liquefazione,<br />
mentre i terminali di rigassificazione rischiano<br />
di non essere completamente utilizzati se non<br />
legati a contratti di approvvigionamento di lungo termine.<br />
Sulla scena europea, però, la contrattualistica è<br />
ancora legata ai gasdotti e agli impegni di lungo termine.<br />
Il mercato del Gnl dovrebbe trovare quindi sbocchi<br />
prevalenti negli Stati Uniti e in Estremo Oriente, e<br />
in minor misura in Europa, dove può giocare un ruolo<br />
alternativo ai due monoblocchi, Nord Africa e Russia,<br />
dai quali dipende. È chiaro, quindi, che l’eventuale<br />
coordinamento fra i produttori, al limite la costituzione<br />
di un cartello applicato al Gnl, troverebbe scarse<br />
coerenze nei contratti consolidati via gasdotto.<br />
Ma <strong>Edison</strong> si sta già muovendo a tutto campo…<br />
Certo, in realtà <strong>Edison</strong> è l’unica società che sta rendendo<br />
concrete soluzioni alternative di approvvigionamento.<br />
Stiamo realizzando progetti che, come il rigassificatore<br />
di Rovigo e il progetto IGI, costituiscono<br />
un’opportunità di diversificazione diretta all’intero sistema<br />
Paese. Oggi <strong>Edison</strong> compra gas dal Mare del<br />
Nord, dalla Russia, dalla Libia, dall’Algeria e dalla pro-<br />
duzione nazionale… È un portafoglio che definirei<br />
fantastico e che presto verrà arricchito dal Gnl proveniente<br />
dal Qatar e dal gas dall’area caspica.<br />
Sull’Europa è stato molto esaustivo. Ha qualche<br />
commento sulla situazione italiana?<br />
La situazione italiana presenta un operatore dominante<br />
rispetto al quale abbiamo tutte le potenzialità di porci<br />
come secondo operatore. Questo operatore dominante<br />
dovrà assolutamente riposizionarsi in Europa. Gli spazi<br />
che possiamo conquistare sul mercato italiano sono anche<br />
figli di questo riposizionamento. Però, come <strong>Edison</strong>,<br />
disponiamo di partner di rilievo come Enbw in<br />
Germania e Edf in Francia, e possiamo esercitare autonomamente<br />
la nostra vocazione “europea”. Anche se,<br />
naturalmente, la nostra priorità resta l’Italia. In un mercato<br />
caratterizzato da una crescente complessità gestionale<br />
(per numero di controparti, tipologia di transazioni<br />
e vincoli operativi/regolatori) si pone inoltre il ruolo<br />
critico della logistica come leva di ottimizzazione operativa<br />
e fattore critico di successo nel contesto competitivo<br />
nazionale e internazionale. Ciò rappresenta un’importante<br />
opportunità per un’azienda come <strong>Edison</strong>, integrata<br />
lungo la catena energetica e dotata di una consolidata<br />
struttura logistica in grado di massimizzare le<br />
sinergie e il valore lungo l’intera filiera.<br />
GAS<br />
21
22<br />
<strong>Switch</strong><br />
RISORSE<br />
Organizzazione/Uno sguardo “dietro le quinte” della logistica di <strong>Edison</strong>, uno<br />
dei settori nevralgici dell’azienda, cui è affidato il compito di governare l’approvvigionamento,<br />
e il relativo consumo, di gas. Un lavoro importante, che comporta<br />
capacità di previsione, di analisi statistica e soprattutto meteorologica<br />
di Alessandro Squintani<br />
Responsabile Logistica<br />
e Bilanciamento Gas<br />
LOGISTICA<br />
La logistica ha una storia recente. Nasce nel 2001, con<br />
il processo di liberalizzazione del mercato del gas naturale<br />
avviato in seguito all’entrata in vigore del Decreto<br />
Legislativo n. 164/00 (più noto come Decreto Letta). Il<br />
decreto, che ha recepito la direttiva europea recante<br />
norme per il mercato interno del gas naturale, sancisce<br />
che le imprese del gas gestiscano in regime di separazione<br />
contabile le attività di importazione, trasporto,<br />
distribuzione e stoccaggio del gas e ha stabilito due fasi<br />
L’importanza di essere uomini della pioggia<br />
di apertura del mercato: la prima, da giugno 2000 a<br />
dicembre 2002, riservata a Clienti “idonei”, cioè con<br />
consumi superiori a 200.000 metri cubi annui; la seconda,<br />
dall’1 gennaio 2003, estesa a tutti gli altri<br />
Clienti (dunque anche alle famiglie). In <strong>Edison</strong> l’unità<br />
logistica si traduce in una realtà concreta e di recente<br />
formazione: un team di giovani e preparati professionisti<br />
la cui età media non supera i 27 anni.<br />
Ad essa spetta il compito di fare previsioni il più possibile<br />
attendibili sulle situazioni future e, in base ad esse,<br />
orientare e organizzare le politiche gestionali. Inoltre<br />
ha il delicato compito di controllare, ma soprattutto di<br />
governare, l’intero processo che riguarda una qualsiasi<br />
merce o materiale, dalla fase iniziale fino alla conclusione.<br />
In una realtà di grandi dimensioni come <strong>Edison</strong>,<br />
23
24<br />
<strong>Switch</strong><br />
RISORSE<br />
SOTTO, IL TEAM<br />
DELLA LOGISTICA<br />
EDISON. GIOVANI<br />
PROFESSIONISTI<br />
LA CUI ETÀ MEDIA<br />
NON SUPERA<br />
I 27 ANNI<br />
l’operatività richiesta a questo settore, applicata a un<br />
bene di primaria importanza come il gas, è di grande<br />
complessità. Il “sistema gas” è principalmente costituito<br />
da infrastrutture di trasporto, ossia metanodotti che<br />
consentono di portare il gas dai punti di immissione in<br />
rete fino ai Clienti finali, e da infrastrutture di stoccaggio,<br />
un insieme di giacimenti sotterranei utilizzati come<br />
serbatoi per immagazzinare il gas.<br />
L’accesso da parte degli operatori commerciali come<br />
<strong>Edison</strong> ai servizi offerti dalle infrastrutture di trasporto<br />
e stoccaggio è caratterizzato da regole severe e vincolanti<br />
stabilite dal Codice di Rete e dal Codice di Stoccaggio.<br />
Nell’ambito del gas, le attività della logistica si<br />
possono quindi sinteticamente definire come l’insieme<br />
delle operazioni necessarie al bilanciamento giornaliero<br />
della domanda e dell’offerta, nel rispetto dei vincoli<br />
imposti dal sistema e formalizzati nei Codici, quelli<br />
contrattuali di approvvigionamento e di vendita. Il<br />
mercato del gas interessa tre differenti tipologie di<br />
Clienti: quelli del settore industriale, quelli del settore<br />
termoelettrico e quelli del settore residenziale, ciascuno<br />
caratterizzato da specifiche esigenze. Come calcolarle?<br />
La risposta data dalla logistica di <strong>Edison</strong> si fonda, primariamente,<br />
su un’approfondita analisi dell’utenza.<br />
Quando l’utenza è industriale l’analisi è di carattere statistico<br />
e di lungo periodo: per stabilire i consumi di gas<br />
di un’impresa si deve infatti fare riferimento alla sua<br />
produzione, che è un dato certamente soggetto a variabilità<br />
e che può aumentare in alcuni casi (ad esempio<br />
per una grossa commessa ricevuta) e diminuire in altri<br />
(magari durante un periodo di contrazione del mercato),<br />
ma che ha anche un suo profilo di stabilità (si pensi<br />
al fatto che, in linea di massima, le imprese la domenica<br />
sono ferme, dunque non hanno necessità di consumare<br />
gas). La soluzione ideale per prevedere comportamento<br />
e bisogni di una realtà produttiva di questo<br />
tipo è perciò quella di tracciarne un profilo, generico<br />
ma non superficiale, che, basandosi su indicatori<br />
statistici, consenta di poter “indovinare” con un minimo<br />
margine di errore quale sarà l’andamento dei consumi.<br />
Situazione simile a quella del settore industriale<br />
è quella che riguarda l’ambito termoelettrico, anche se<br />
in questo caso la variabilità dei consumi di gas necessari<br />
alla produzione di energia elettrica è data da fattori<br />
diversi da quelli appena visti, quali il prezzo dell’ener-<br />
SOTTO, UN GRAFICO DELLE TEMPERATURE<br />
E UN MODULO STATISTICO RELATIVO<br />
ALL’ANDAMENTO DEL CLIMA NEGLI ULTIMI<br />
40 ANNI, CHE EVIDENZIA UN PROGRESSIVO<br />
ABBASSAMENTO DEI PICCHI DI FREDDO<br />
LOGISTICA<br />
gia elettrica (che in seguito alla liberalizzazione del settore<br />
non è più “imposto” ma dipende dal rapporto tra<br />
domanda e offerta e dalle oscillazioni date dal fatto che<br />
l’energia elettrica, a differenza del gas, è un bene non<br />
stoccabile), le eventuali richieste provenienti dal Gestore<br />
della Rete e i vincoli ambientali.<br />
Discorso diverso, invece, va fatto quando ad essere<br />
analizzata è l’utenza residenziale, perché qui entra<br />
in gioco un ulteriore fattore, solo a prima vista sorprendente,<br />
quello meteorologico. Considerato che<br />
la quotidiana domanda di gas per i consumi domestici<br />
è in un rapporto di strettissima dipendenza<br />
con le condizioni climatiche, la logistica, partendo<br />
da un dato generico e sempre valido (che si riassume<br />
in consistenti prelievi di gas durante il periodo<br />
invernale e in una sensibile riduzione degli stessi<br />
nel corso dell’estate), si trova nella necessità di conoscere<br />
in anticipo “che tempo farà” per poter gestire<br />
al meglio la distribuzione di questa risorsa. Necessità<br />
acuita dal fatto che <strong>Edison</strong> ha una clientela<br />
distribuita sull’intero territorio nazionale, dunque<br />
in zone geografiche fra loro differenti, con climi e<br />
temperature non omogenee. Per sapere “se pioverà<br />
o se invece ci sarà il sole”, il comparto logistico, che<br />
si divide nelle sezioni Nomination & Balancing (le<br />
cui previsioni sono relative ai volumi di gas da acquisire<br />
giornalmente, settimanalmente e mensilmente)<br />
e Forecast & Scheduling (che si occupa di<br />
previsioni di lungo periodo e disegna scenari che<br />
permettono di rispondere con prontezza ed efficacia<br />
a potenziali situazioni di crisi), si struttura quindi<br />
come un vero e proprio servizio di interpretazione<br />
dei dati climatici finalizzati alla definizione dei bisogni<br />
di gas, dati che provengono da società specializzate<br />
nella fornitura di previsioni meteorologiche<br />
che costantemente danno informazioni sulla situazione<br />
delle temperature.<br />
Tra i numerosi strumenti che la logistica utilizza per<br />
“leggere” i dati meteo e determinare le necessità degli<br />
utenti residenziali, merita una citazione la scala<br />
di misurazione della temperatura, nella quale i gradi<br />
centigradi sono stati sostituiti dai gradi giorno.<br />
L’unità grado giorno è una sorta di “invenzione”,<br />
25
26<br />
<strong>Switch</strong><br />
RISORSE<br />
una semplificazione che permette di costruire scale<br />
che ben rappresentino le temperature ambientali<br />
che influenzano i consumi di gas per riscaldamento,<br />
ossia quelle più fredde rispetto a 18 gradi centigradi.<br />
Il suo funzionamento è estremamente semplice:<br />
data una temperatura in gradi centigradi pari a 18,<br />
si assume che questa equivalga a 0 in gradi giorno e<br />
che le temperature più fredde assumano (in gradi<br />
giorno) valori positivi via via crescenti: a 17 gradi<br />
centigradi corrisponde 1 grado giorno, a 16 gradi<br />
centigradi corrispondono 2 gradi giorno, ecc… In<br />
corrispondenza di 0 gradi giorno (18 gradi centigradi)<br />
la situazione di calore ambientale è sufficiente<br />
a tenere spenti caloriferi e caldaie, mentre al crescere<br />
delle temperature in gradi giorno si evidenzia<br />
un corrispondente crescere del bisogno di gas per il<br />
riscaldamento degli appartamenti. Restando sull’interpretazione<br />
dei dati meteorologici, va detto ancora<br />
che qui poggia uno dei più importanti lavori cui è<br />
chiamata la logistica, quello del calcolo di rischio<br />
programmato che conduce alla definizione di un rischio<br />
calcolato. Sulla base di dati statistici relativi<br />
alle temperature degli ultimi 40 anni, la logistica<br />
ipotizza situazioni limite (di caldo eccezionale oppure<br />
di freddo intensissimo) e conseguenti piani di<br />
intervento grazie ai quali sarà possibile rispondere<br />
in maniera adeguata alle necessità di gas che potrebbero<br />
venirsi a creare. In questo senso, dunque,<br />
la capacità di “immaginare” uno scenario di particolare<br />
gravità (cioè il calcolo di un rischio possibile)<br />
porta alla costruzione di un rischio calcolato e permette<br />
all’azienda di essere costantemente preparata<br />
di fronte a eventuali emergenze.<br />
È un compito, questo, di enorme importanza, tantopiù<br />
se si considera che scostamenti dei valori consuntivi<br />
rispetto alle relative previsioni comportano<br />
difetti di gestione e distribuzione del gas, che si traducono<br />
in pesanti penali pecuniarie che l’azienda è<br />
costretta a pagare. Il buon funzionamento della logistica,<br />
dunque, si configura anche come virtuosa<br />
attività di minimizzazione dei costi derivanti dalle<br />
penali, intese non più e non solo come semplici<br />
“multe”, ma come funzioni della miglior gestione<br />
possibile del “sistema gas”.<br />
SOTTO, UN MODELLO ESPLICATIVO DELLA SCALA<br />
DI MISURAZIONE DELLA TEMPERATURA<br />
IN GRADI GIORNO, SECONDO CUI A 18 GRADI<br />
CENTIGRADI CORRISPONDONO 0 GRADI GIORNO<br />
LOGISTICA
28<br />
<strong>Switch</strong><br />
FACCIA A FACCIA<br />
Carattere/Per Massimo Sarmi, a.d. di Poste Italiane l’innovazione è ciò che,<br />
grazie all’apporto della ricerca scientifica e dell’elaborazione intellettuale,<br />
entra sotto forma di prodotto o servizio nell’utilizzo quotidiano e migliora<br />
concretamente la qualità della vita di una comunità<br />
La tecnologia è la chiave del progresso<br />
di Ivan Dompé<br />
Massimo Sarmi, classe 1948, laureato in ingegneria elettronica,<br />
dal 2002 è amministratore delegato di Poste Italiane.<br />
Il suo impegno, mirato all’innovazione tecnologica<br />
dell’azienda, unita alla costante formazione del personale<br />
e al mantenimento della tradizionale vocazione sociale<br />
dei servizi offerti, ha portato Poste Italiane a livelli di<br />
eccellenza e di prestigio, come dimostrano anche i riconoscimenti<br />
internazionali ricevuti.<br />
Come definirebbe l’innovazione?<br />
Definirei innovazione tutto ciò che, attraverso il contributo<br />
della ricerca scientifica e dell’elaborazione intellettuale,<br />
entra come prodotto, servizio o modello organizzativo<br />
nell’uso quotidiano e migliora in modo sensibile<br />
la qualità della vita di una comunità. Per essere vincente<br />
la tecnologia deve sempre essere messa al servizio delle<br />
persone, migliorandone gli stili di vita, il benessere, la<br />
qualità dell’ambiente, la sicurezza, alleggerendone i carichi<br />
di lavoro e liberando così spazi per la vita privata.<br />
L’innovazione autentica è energia nuova, propellente per<br />
il motore che spinge il progresso civile.<br />
Quale ritiene sia l’importanza dell’innovazione in<br />
settori ritenuti maturi?<br />
Il processo di innovazione è decisivo quando si deve applicare<br />
a settori economicamente maturi nei quali è più<br />
difficile creare nuovo valore e modelli efficienti. Nel caso<br />
di Poste Italiane sembrava impossibile raggiungere certi<br />
risultati finanziari e di soddisfazione della clientela che,<br />
invece, sono stati resi possibili grazie all’energia che<br />
l’azienda ha saputo esprimere nella ricerca di prodotti e<br />
servizi nuovi. Negli ultimi anni, la spinta costante all’innovazione<br />
è stata il timone che ha permesso a Poste Italiane<br />
di tenere la rotta migliore e di ottenere risultati di<br />
grande rilievo sia nel settore della corrispondenza sia in<br />
quello dei servizi finanziari. Questa spinta si è concretizzata<br />
nell’adozione di buone pratiche organizzative, in un<br />
flusso continuo di investimenti in tecnologia, formazione<br />
e sviluppo dei prodotti, nel miglioramento dei servizi<br />
postali e di recapito, nella creazione di prodotti finanzia-<br />
ri in grado di soddisfare una vasta platea di consumatori<br />
e di rivolgersi a target ben delineati e specifici. Poste Italiane<br />
ha anche saputo crearsi un’autorevole immagine<br />
internazionale, acquisita grazie alle partnership e alle<br />
collaborazioni con importanti player internazionali come<br />
Microsoft, Ups, Ibm e Hp. Lo sforzo innovativo ci<br />
ha permesso di ottenere risultati di eccellenza, soprattutto<br />
nell’area finanziaria, aprendo una pagina nuova e<br />
molto dinamica in un settore considerato estremamente<br />
maturo e caratterizzato da un’offerta di prodotti di risparmio<br />
e investimento di stampo tradizionale. In questo<br />
ambito, Poste Italiane ha conquistato una posizione<br />
di primato nel Paese e tracciato il percorso in Europa<br />
grazie alla creazione, sul finire degli Anni 90, della divisione<br />
BancoPosta e al lancio sul mercato di un’ampia<br />
gamma di prodotti finanziari. Tra questi mi piace ricordare<br />
la carta prepagata Postepay, introdotta alla fine del<br />
2003 in virtù di un accordo con il partner tecnologico<br />
Visa, che rappresenta senz’altro il caso di successo più<br />
rilevante della storia recente di Poste Italiane: nei giorni<br />
scorsi abbiamo festeggiato quota 3 milioni di carte Postepay,<br />
pari al 60% del mercato.<br />
L’Italia ha giocato per molti anni un ruolo di primo<br />
piano nell’innovazione tecnologica: oggi il nostro<br />
Paese sembra aver perso un po’ del suo smalto, dopo<br />
essere sostanzialmente uscito da settori quali l’informatica,<br />
la chimica, la farmaceutica. Cosa potrebbe<br />
fare l’Italia per recuperare il terreno perduto?<br />
Le cause di questo sensibile distacco tra l’Italia e gli<br />
altri Paesi leader o emergenti in fatto di innovazione<br />
sono determinate a mio giudizio da un sistema formativo<br />
che ancora oggi stenta a incentivare i giovani verso<br />
scelte indirizzate alla ricerca, si tratti del campo<br />
scientifico o di quello umanistico. Ma a questa carenza<br />
del sistema formativo italiano si aggiunge, e purtroppo<br />
non dico nulla di nuovo, la cronica carenza di<br />
fondi per la ricerca pura e applicata e l’impossibilità di<br />
garantire ai nostri migliori cervelli occasioni di lavoro<br />
gratificanti e redditizie. Alla ricerca viene destinato<br />
appena l’1,1% del Pil, una quota insoddisfacente per<br />
una nazione che figura tra gli otto Paesi più industrializzati<br />
del mondo. Nemmeno il settore privato è stato<br />
in grado di supplire a questo vuoto del settore pubblico<br />
e contribuisce alla ricerca in misura minore se<br />
messo a confronto con le medie europee. Anche perché<br />
l’Italia non possiede - tranne qualche eccellente<br />
eccezione - aziende di dimensioni così grandi da potersi<br />
permettere la creazione di centri ricerca o investimenti<br />
per collaborazioni con le istituzioni scientifiche<br />
nazionali e internazionali. Per rimediare a questo gap<br />
c’è bisogno di investimenti sulla ricerca, per fermare<br />
l’emorragia di energie intellettuali. Un “tesoretto”, per<br />
dirla con un termine molto attuale, da destinare a un<br />
progetto complessivo di innovazione tecnologica e infrastrutturale<br />
che incentivi le scoperte che producono<br />
reali salti innovativi, anche attraverso una politica di<br />
riduzione dei costi della proprietà intellettuale. Questo<br />
piano dovrebbe favorire soprattutto la crescita di nuove<br />
imprese in settori ad alto contenuto tecnologico, visto<br />
che il nostro Paese può vantare elevati tassi di for-<br />
mazione di nuove aziende: e accanto a tante case history<br />
imprenditoriali di successo nei settori a bassa e<br />
media tecnologia, sono numerose anche le esperienze<br />
positive nell’hi-tech. A questo deficit di ricerca e innovazione<br />
si può attribuire anche l’uscita di scena del<br />
made in Italy da settori strategici come il farmaceutico,<br />
il chimico o l’hi-tech. Anche le aziende a più alto tasso<br />
di innovazione e tecnologia, come indicano recenti<br />
studi del Politecnico di Milano, hanno manifestato una<br />
riduzione della loro intensità innovativa, facendo segnare<br />
un decremento percentuale del numero di brevetti<br />
nei settori farmaceutico, chimico e biotecnologico,<br />
passato dall’11,58% del quadriennio 1996/1999 al<br />
10,20% del quadriennio successivo. La negativa congiuntura<br />
economica degli anni scorsi ha reso le nostre<br />
imprese le prede più ambite in processi di merger&acquisition<br />
a scapito del valore della produzione nazionale<br />
e, soprattutto, del patrimonio di conoscenze custodito<br />
nelle casseforti italiane del sapere. Detto questo,<br />
vedo che da qualche tempo il sistema industriale e<br />
bancario italiano si sta muovendo in questa direzione,<br />
INCONTRI<br />
SOPRA, MASSIMO<br />
SARMI, A.D. DI<br />
POSTE ITALIANE.<br />
NELLE PAGINE<br />
SEGUENTI,<br />
MOMENTI<br />
DI LAVORO<br />
QUOTIDIANO<br />
NEGLI UFFICI<br />
DELL’AZIENDA
30<br />
<strong>Switch</strong><br />
FACCIA A FACCIA<br />
mettendo a segno importanti acquisizioni e accordi<br />
con partner stranieri. È un fenomeno che non si limita<br />
ai colossi dell’industria nazionale, ma anche alle piccole<br />
e medie imprese, che guardano sempre più all’estero<br />
per il loro shopping. Tutto ciò ci induce a maggior fiducia<br />
sul fatto che su settori strategici per l’economia e<br />
l’innovazione possa tornare a sventolare rapidamente<br />
la bandiera italiana.<br />
Qual è secondo lei il giusto equilibrio fra tradizione<br />
e innovazione?<br />
Per rispondere a questa domanda mi rifarò all’esperienza<br />
di Poste Italiane. Siamo un’azienda rivolta al futuro<br />
che, però, ha saputo coniugare questa transizione<br />
innovativa con la forte capillarità e socialità del servizio,<br />
che è nel suo Dna. Il profondo processo di rinnovamento<br />
tecnologico ha innalzato la qualità dei servizi<br />
e ampliato la gamma dell’offerta. Questa visione strategica,<br />
accompagnata da un programma di cospicui investimenti<br />
per infrastrutture e formazione, ha permesso<br />
all’azienda di elevare in breve tempo e in misura significativa<br />
gli standard di efficienza, con il risultato di<br />
aumentare ulteriormente il grado di professionalità dei<br />
propri addetti, di riqualificare gli uffici postali, di incontrare<br />
il crescente apprezzamento dei Clienti e di<br />
chiudere i bilanci in utile con un tasso di redditività<br />
che colloca il Gruppo al primo posto tra i grandi operatori<br />
postali d’Europa. Pur di fronte a questo accelerato<br />
processo di evoluzione, abbiamo saputo mantenere<br />
ben saldi i principi della missione aziendale e la capillare<br />
presenza sul territorio - con 14.000 uffici postali,<br />
più di 70.000 postazioni e un organico di 150.000 addetti<br />
- con la tradizionale vocazione a cogliere le esigenze<br />
della clientela, da quella tradizionale a quella<br />
delle aziende o della Pubblica Amministrazione con la<br />
Un rapporto<br />
in grande crescita<br />
Davide Macor<br />
Responsabile<br />
Vendite<br />
Business Area<br />
Centro-Sud<br />
DAL 1° GENNAIO 2006 <strong>Edison</strong> Energia<br />
si è aggiudicata, tramite bando di gara,<br />
la fornitura dei circa 150 siti di Poste Italiane,<br />
per un totale di circa 175 Gwh/anno.<br />
Con Poste Italiane è stata avviata un’attività<br />
relativa al monitoraggio dei prelievi<br />
e allo studio di possibili ottimizzazioni<br />
dei consumi al fine di garantire un uso più<br />
razionale dell’energia, oltre alle valutazioni<br />
sulla tipologia di prezzo scelto, la relativa<br />
articolazione e il continuo aggiornamento<br />
tecnico-normativo. Il rapporto tra <strong>Edison</strong> e<br />
Poste Italiane si sta pertanto trasformando da<br />
semplice fornitura, tesa a garantire al Cliente<br />
un’opportunità di risparmio nel breve periodo,<br />
a una relazione di più ampia portata, capace<br />
di generare stabili e durature riduzioni<br />
dei costi di approvvigionamento.<br />
creazione di servizi su misura. Nel nostro caso, credo<br />
di poter segnare il punto di incontro tra tradizione e<br />
innovazione nell’aver saputo coniugare la capacità di<br />
conservare intatto il dialogo con le comunità, grazie alla<br />
nostra presenza diffusa sul territorio nazionale, con<br />
la nostra acquisita capacità di innovazione e di eccellenza<br />
nel campo della tecnologia e delle infrastrutture.<br />
L’innovazione può riguardare i prodotti, ma anche i<br />
processi, le risorse umane. È corretto, secondo lei,<br />
parlare di “cultura dell’innovazione”?<br />
Sì, sono dell’avviso che ciascuna azienda, così come la<br />
Pubblica Amministrazione, dovrebbe elaborare una propria<br />
cultura dell’innovazione, compatibile con la propria<br />
storia, la propria identità e gli obiettivi di ciascun operatore.<br />
In questo modo si crea un’attitudine al cambiamento<br />
e si sconfigge l’immobilismo, inteso come paura<br />
della novità. In questi anni la nostra attenzione si è rivolta<br />
in modo particolare al consolidamento di una cultura<br />
aziendale ispirata dal bisogno di innovazione, un<br />
requisito indispensabile per migliorare le nostre performance<br />
operative e, quindi, fornire un servizio d’avanguardia<br />
alla nostra clientela. In questo senso, Poste Italiane<br />
si è posta come uno dei fattori di avanzamento e<br />
modernizzazione del Paese. Ma tutto questo non sarebbe<br />
stato possibile se non avessimo investito risorse cospicue<br />
sulla formazione del personale, per aggiornarne<br />
continuamente le competenze e pungolarne la motivazione,<br />
e sul miglioramento delle infrastrutture. Ogni anno<br />
spendiamo 700 milioni di euro per questo programma<br />
di formazione e aggiornamento tecnologico e infra-<br />
strutturale. Lo slancio innovativo ci ha consentito di elevare<br />
continuamente la qualità del servizio anche mediante<br />
un programma di formazione a distanza del personale.<br />
Grazie a 2.500 postazioni di e-learning, l’azienda<br />
ha garantito 70.000 giornate di formazione per un numero<br />
elevato corsi. Tutto questo impegno ci ha tra l’altro<br />
permesso di entrare per la prima volta quest’anno tra le<br />
“Most Admired Companies” per il settore della corrispondenza,<br />
la prestigiosa classifica stilata dalla rivista<br />
statunitense “Fortune” sulla base dei giudizi espressi dagli<br />
stessi nostri competitor.<br />
Poste Italiane rappresenta un bel caso di innovazione:<br />
qual è stata la ricetta vincente?<br />
Aver compreso che avremmo potuto far esplodere le<br />
potenzialità e il valore dell’azienda mettendo in Rete e<br />
integrando tutte le aree business per confezionare servizi<br />
originali e sempre più efficienti. La valorizzazione<br />
dei nostri asset e la capacità di cogliere opportunità di<br />
incremento del volume di affari attraverso l’ingresso<br />
in nuovi mercati, come quello della telefonia, sono diventati<br />
i nostri punti di forza. L’ingresso nella telefonia<br />
mobile come operatore virtuale ci permetterà di sviluppare<br />
un modello innovativo di business che si basa<br />
sull’integrazione tra servizi telefonici e un menu originalissimo<br />
di servizi finanziari e di corrispondenza,<br />
sfruttando i nostri punti di forza, come la capillarità<br />
della Rete, l’ampia base di Clienti e un brand riconosciuto.<br />
Così per il nostro Cliente il telefonino diventerà<br />
un ufficio postale in mini atura da cui ricevere e far<br />
partire servizi. Una rivoluzione.<br />
INCONTRI<br />
31
32<br />
<strong>Switch</strong><br />
MARKETING<br />
Novità/Un’allegra e colorata invasione della città di Roma da parte di un<br />
“esercito” di giovani testimonial <strong>Edison</strong>: è la guerrilla marketing, la spiazzante<br />
strategia di comunicazione messa in opera dalla società per far conoscere<br />
alle Partite Iva della capitale un’offerta esclusiva: <strong>Edison</strong> Idea Fissa<br />
di Paolo Contenti<br />
Una comunicazione svincolata dai media tradizionali,<br />
che mira a penetrare nel cuore delle città e incontrare<br />
le persone in modo immediato, provocatorio<br />
e sorprendente. La si può trovare nelle forme<br />
più improbabili: nelle strade, sui muri o persino su<br />
corpi umani. Stiamo parlando di guerrilla marketing,<br />
un’attività di comunicazione non convenzionale,<br />
innovativa e intensiva che “aggredisce” i consumatori,<br />
meravigliandoli o semplicemente facendoli<br />
riflettere, in momenti in cui questi non hanno<br />
attiva la propria advertising consciousness, ossia<br />
quando le loro difese nei confronti dei messaggi<br />
pubblicitari sono abbassate. La guerrilla colpisce la<br />
massa ma ha come obiettivo il singolo: le varie<br />
azioni di guerrilla generano infatti spiazzamento,<br />
che produce passaparola, che a sua volta permette<br />
una diffusione “virale” nella popolazione dei mes-<br />
ORGANIZZAZIONE<br />
Quando la campagna pubblicitaria<br />
si trasforma in un “colpo a sorpresa”<br />
33
34<br />
<strong>Switch</strong><br />
MARKETING<br />
saggi veicolati. È grazie a quest’ultima che si acquisisce<br />
e garantisce notorietà del prodotto che si<br />
vuole supportare.<br />
Ancora una volta <strong>Edison</strong> Energia si dimostra all’avanguardia,<br />
optando per una strategia di comunicazione<br />
finora inesplorata dal settore dell’energia.<br />
Come molte parole utilizzate in marketing, anche<br />
guerrilla marketing ha preso in prestito un termine<br />
dal linguaggio militare, che permette tramite metafore<br />
di valorizzare concetti primari per la comunicazione<br />
commerciale. Cavalcando l’onda del gergo bellico<br />
si può affermare che è stata messa a punto una sorta<br />
di “blitzkrieg”, un attacco lampo che, a livello di comunicazione,<br />
colpirà improvvisamente il territorio e<br />
la sua popolazione. Verranno adottate tattiche “colorate”<br />
e divertenti, con la premura tuttavia di non risultare<br />
invadenti più di quanto concesso.<br />
Una scelta coraggiosa e innovativa ma comunque<br />
pragmatica, a cominciare dal prodotto, fino al luogo<br />
e al periodo implicati nell’attività di guerrilla. Si<br />
tratterà infatti di una campagna focalizzata unicamente<br />
su Roma e provincia volta a offrire, nei soli<br />
mesi di maggio e giugno, un’irripetibile offerta a<br />
tutte le imprese capitoline. Le Partite Iva romane<br />
potranno scegliere in esclusiva <strong>Edison</strong> Idea Fissa,<br />
l’offerta loro riservata che permette di fissare il<br />
prezzo dell’energia elettrica per 24 mesi e assicura<br />
tanti altri vantaggi, non ultimo un buono valido<br />
per risparmiare sul costo di un soggiorno a scelta<br />
tra alcune delle più belle località della penisola.<br />
Come per tutte le offerte dell’ampio portafoglio,<br />
anche in questo caso, scegliendo di passare a <strong>Edison</strong><br />
Energia l’utente non avrà alcun costo di attivazione<br />
e di gestione, non dovrà versare alcun deposito<br />
cauzionale, non si vedrà interrotta la fornitura<br />
energetica neppure per un istante, non cambierà<br />
contatore e in più potrà eccezionalmente<br />
pagare la fattura tramite bollettino postale. Un’ottima<br />
occasione per iniziare a sfruttare i vantaggi<br />
della libertà di poter scegliere il proprio fornitore<br />
di energia elettrica.<br />
NELLE PAGINE<br />
PRECEDENTI, L’ARRIVO<br />
DEI RAGAZZI DI EDISON<br />
A ROMA E LA FOTO DI<br />
RITO DELLA SQUADRA<br />
CON IL DIRETTORE<br />
COMMERCIALE<br />
ALESSANDRO ZUNINO.<br />
SOPRA E A LATO,<br />
LA GUERRILLA<br />
MARKETING IN AZIONE<br />
Roma è certamente un palcoscenico unico per attività<br />
come la guerrilla marketing, grazie al contrasto tra l’imponenza<br />
e la storicità della location e l’innovatività dei<br />
mezzi predisposti. La campagna realizzata per questa<br />
particolare iniziativa si configura come una vera guerriglia:<br />
non ci sono regole, ma tutto deve avvenire senza<br />
arrecare danni, offendere e nel rispetto della legge. Le<br />
tecniche di realizzazione sono pressappoco le medesime<br />
di una campagna pubblicitaria tradizionale, ma diviene<br />
fondamentale integrarle con l’utilizzo sinergico di<br />
un mix di azioni come l’ambient media (spazi innovativi<br />
sul territorio) e la comunicazione urbana locale.<br />
La popolazione romana avrà così strizzato gli occhi notando<br />
per le strade della città una moltitudine di ragazzi<br />
in completa tenuta verde che quotidianamente invita<br />
loro a risparmiare le energie, aiutandoli a portare i sacchetti<br />
con gli acquisti fino all’automobile o facendo la<br />
coda alla cassa al posto loro. O ancora risciò <strong>Edison</strong><br />
che sfrecciando per le vie del centro offrono un passaggio<br />
a tutti coloro che desiderano spostarsi senza fare fa-<br />
ORGANIZZAZIONE<br />
Risparmiare energie con <strong>Edison</strong><br />
IL DIETRO LE<br />
QUINTE DELLA<br />
GUERRILLA.<br />
NEGLI UFFICI<br />
MILANESI<br />
DI EDISON<br />
IL GRUPPO DI<br />
COMUNICAZIONE<br />
DELLA DIREZIONE<br />
COMMERCIALE<br />
METTE A PUNTO<br />
GLI ULTIMI<br />
DETTAGLI DELLA<br />
CAMPAGNA<br />
PUBBLICITARIA<br />
tica. Di contorno la città risulta colorata dai sette soggetti<br />
scelti per l’affissione pubblicitaria e dalle pensiline<br />
degli autobus che invitano anche il bar all’angolo o il<br />
negozio dall’altro lato della strada a cogliere i vantaggi<br />
offerti da <strong>Edison</strong>. Al risparmio di energie fisico offerto<br />
dai ragazzi verdi <strong>Edison</strong> si affianca dunque, oltre a un<br />
suggerimento di utilizzo ecosensibile dell’energia elettrica,<br />
il risparmio garantito dall’esclusiva offerta <strong>Edison</strong><br />
Idea Fissa.<br />
Tra i primissimi ad approfittare dell’irripetibile occasione<br />
figura Gruppo Radio Roma, l’azienda che attraverso<br />
le emittenti Radiosei, Rete Sport e Radio Italia Anni ’60<br />
registra mediamente oltre 200.000 ascolti giornalieri<br />
(dati Audiradio), intrattenendo Roma e altre province<br />
del Lazio per 24 ore al giorno.<br />
Ci auguriamo che tante altre imprese e professionisti romani<br />
rispondano energicamente a questa grande azione<br />
su Roma, e perché questo avvenga il gruppo di lavoro di<br />
<strong>Edison</strong> le energie non le ha certo risparmiate.<br />
35
38<br />
<strong>Switch</strong><br />
TERRITORIO CREATIVO<br />
Metropoli e oltre/La provincia di Roma è una delle più vaste d’Italia: si estende per 5.352 kmq; le<br />
sue dimensioni sono paragonabili a quelle della Liguria. Ecco, bisogna partire necessariamente da qui per<br />
comprendere perché mai la sfida fra la capitale politica, cioè Roma, e quella economica, ovvero Milano, non<br />
sia mai tramontata dall’orizzonte temporale delle disfide italiane<br />
di Enrico Paoli<br />
“Possis nihil Urbe Roma visere maius” ovvero “Tu non potrai<br />
mai vedere nulla più grande di Roma”. Quando,<br />
qualche secolo fa, Orazio scrisse quella massima, forse<br />
non immaginava quale sarebbe stato il ruolo della Città<br />
Eterna nel mondo. La grandezza evocata da Orazio non<br />
era tanto fisica, quanto intellettuale. A distanza di secoli,<br />
Roma sta provando a riconquistare quel primato.<br />
Certo, è un percorso non facile, visto che l’asticella della<br />
sfida si alza ogni giorno di qualche centimetro. Ma la<br />
capacità d’interpretare il proprio ruolo fa sì che Roma<br />
non perda mai di vista se stessa, conscia del fatto che<br />
intorno alla città si sviluppa, e in certi casi si avviluppa,<br />
l’intera penisola. Eppure questo comune comprende<br />
ancora borgate e frazioni cresciute nella prima metà del<br />
’900 in seguito alle demolizioni attuate dal fascismo nei<br />
rioni storici, e nel dopoguerra in seguito alle immigrazioni<br />
dalle zone e regioni confinanti. La superficie del<br />
comune è vastissima, avendo inglobato ampie aree abbandonate<br />
da secoli. Il comune di Roma, attraverso 19<br />
municipi, governa un’area che per dimensione è equiparabile<br />
alle intere provincie di Milano o Napoli, ed è<br />
sei volte superiore ai territori di queste città.<br />
Tuttavia, l’intero agglomerato urbano della città (comune<br />
e area metropolitana) è terzo in Italia per popolazione<br />
e superficie (dopo le agglomerazioni di Milano e Napoli).<br />
La provincia di Roma è fra le più vaste d’Italia e si<br />
estende per 5.352 kmq; le sue dimensioni sono paragonabili<br />
a quelle della Liguria. Bisogna partire da qui<br />
per comprendere perché la sfida fra la capitale politica,<br />
cioè Roma, e quella economica, ovvero Milano, non sia<br />
mai tramontata. L’ultimo tavolo verde sul quale le due<br />
città si vanno confrontando è il settore fieristico e, in<br />
particolare, quello legato al mondo del turismo. Milano<br />
sta dentro a questo match con la Bit, la Borsa Internazionale<br />
del Turismo, mentre Roma ha deciso di rilanciare<br />
dando vita al Globe. L’obiettivo della Capitale è<br />
quello di attirare gli operatori del settore, ma anche<br />
quello di far compiere agli imprenditori romani il definitivo<br />
salto di qualità. Il tentativo delle amministrazioni<br />
locali, attori protagonisti della promozione del nuovo<br />
ROMA<br />
Le nuove sfide della “Caput Mundi”<br />
39
40<br />
<strong>Switch</strong><br />
TERRITORIO CREATIVO<br />
NELLE PAGINE PRECEDENTI,<br />
PIAZZA DI SPAGNA<br />
E IL COLOSSEO;<br />
IN QUESTA PAGINA, UNA<br />
VEDUTA AEREA DI PIAZZA<br />
DEL CAMPIDOGLIO<br />
(SOPRA) E LA CELEBRE<br />
FONTANA DI TREVI (SOTTO)<br />
sistema fieristico, è quello di far calare il sipario sul sistema<br />
artigianale e aprire la scena al mercato imprenditoriale<br />
in senso lato. Non più l’albergatore scollegato<br />
dalla filiera del turismo, ma un imprenditore inserito<br />
in un processo industriale. Roma, insomma, punta a<br />
cambiare pelle. Certo, il Dna di questa città non si<br />
può cambiare con un tratto di penna o una fiera. Ma<br />
nemmeno vi si può restare ancorati. Che Roma si sia<br />
sviluppata intorno all’artigianato dei rioni, all’amministrazione<br />
pubblica e agli enti parastatali è incontrovertibile.<br />
Ma se oggi l’Urbe possiede un’economia che<br />
produce circa l’8% del Pil nazionale (più di ogni altra<br />
città del Paese), e cresce con un tasso superiore alla<br />
media nazionale (nel 2005, a fronte di una crescita<br />
nazionale dello 0,1%, il Pil della città di Roma è cresciuto<br />
ben del 4,1%, mentre nel periodo 2001-2005<br />
l’incremento è stato addirittura dell’11%), appare<br />
chiaro come tradizione e futuro dialoghino fra loro<br />
dando i frutti sperati. Oltre ai servizi e all’indotto generato<br />
dalla presenza delle funzioni amministrative, è<br />
l’edilizia a rappresentare il settore economico più importante<br />
della città; questa ha da un lato comportato<br />
la crescita scriteriata delle periferie romane (dando<br />
luogo alla figura “professionale” del palazzinaro) e dall’altro<br />
ha favorito lo sviluppo di alcuni tra i più grossi<br />
gruppi nazionali del settore. Naturalmente il turismo<br />
resta una voce a sé. Se si conta che l’offerta culturale<br />
della città non ha eguali (oltre il 16% dei beni culturali<br />
mondiali si trovano a Roma), il conto è presto fatto.<br />
A favorire il decisivo balzo in avanti è stato anche l’arrivo<br />
in città di molte aziende che hanno spostato qui i<br />
loro centri direzionali e logistici. Del resto, la presenza<br />
di tre poli universitari pubblici, insieme ai dieci a ca-<br />
rattere privato, ha favorito negli ultimi anni lo sviluppo<br />
di attività legate a ricerca e servizi tecnologici avanzati.<br />
Inoltre, Roma ospita una cospicua realtà industriale<br />
di aziende medio-piccole cresciute intorno a<br />
poli di sviluppo come la Via Tiburtina o Acilia. Il che<br />
ne fa il maggiore polo industriale italiano (superiore a<br />
Torino e e Milano).<br />
All’interno di uno scenario economico mondiale in<br />
continua evoluzione, si evidenziano alcune aree geografiche<br />
fondamentali per lo sviluppo delle attività di<br />
internazionalizzazione delle piccole e medie imprese<br />
della regione. L’apertura delle frontiere verso est e verso<br />
sud determina importanti spazi di sviluppo economico<br />
in tre macroaree di interesse strategico che, per<br />
vicinanza geografica, per condizioni economiche particolarmente<br />
favorevoli o per l’ausilio di interventi finanziari<br />
comunitari permettono alle imprese laziali di<br />
sviluppare nuovi investimenti: il Mediterraneo (Paesi<br />
del Nord Africa), l’Europa dell’Est (soprattutto i Paesi<br />
baltici e i nuovi Paesi dell’Unione a 27) e l’area Orientale<br />
(interessante per l’alto e costante tasso di crescita<br />
registrato in alcuni Paesi). La nuova realtà dell’allargamento<br />
avrà un notevole impatto economico, favorendo<br />
la crescita in un mercato più vasto e maggiormente<br />
stimolante. I Paesi di maggior interesse per opportunità<br />
di sviluppo economico sono l’Ungheria, la<br />
Russia e i Paesi baltici. Per la sua posizione geografica,<br />
l’altro polo di attrazione è il Mediterraneo e, in particolare,<br />
l’area del Nord Africa. Questa costituisce il naturale<br />
mercato di sbocco per le piccole e medie imprese<br />
racchiudendo, ad oggi, alcuni tra i più importanti<br />
partner economici del nostro Paese, soprattutto<br />
in considerazione delle condizioni estremamente vantaggiose<br />
sia in termini fiscali sia di fattori di produzione<br />
poste in essere dai governi locali. La collaborazione<br />
commerciale e industriale con l’Italia è destinata<br />
ad aumentare nel tempo in previsione della creazione<br />
della zona di libero scambio entro il 2010. Come porta<br />
di accesso all’area del Mediterraneo si individuano<br />
Tunisia e Marocco. Un ulteriore mercato di sbocco,<br />
geograficamente lontano ma di notevole importanza<br />
dal punto di vista economico in virtù delle enormi<br />
potenzialità del suo bacino di utenza, è costituito dall’area<br />
dell’Estremo e Medio Oriente. Negli ultimi anni,<br />
infatti, l’area orientale ha registrato elevati tassi di<br />
crescita economica, ampliando nettamente la natura<br />
delle importazioni di merci, sebbene permanga<br />
un’economia in cui le relazioni con l’estero sono fondate,<br />
assai più che sull’interscambio di merci, sui flussi<br />
di capitale e di lavoro. Il mercato più ampio interessa<br />
il processo di ricostruzione dei danni procurati<br />
dai conflitti nel campo delle infrastrutture: riabilitazione<br />
del settore elettrico e delle telecomunicazioni,<br />
adduzione di acqua, smaltimento dei rifiuti speciali e<br />
delle acque reflue, miglioramento di strade, aeroporti,<br />
porti, trasporti e rete ferroviaria, riabilitazione di edifici<br />
pubblici, attenzione all’ambiente. I Paesi di maggiore<br />
interesse sono il Libano e soprattutto la Cina<br />
che, negli ultimi anni, ha registrato un alto e costante<br />
tasso di crescita economica.<br />
Altro importante tassello di quel complesso e affascinante<br />
mosaico che è la città di Roma è rappresentato<br />
dal lavoro degli architetti chiamati dal sindaco Walter<br />
Veltroni: due grandi vele che formano un ventaglio,<br />
illuminate e visibili dalla Roma-Napoli. Si presenterà<br />
così il nuovo Palazzo dello Sport di Tor Vergata progettato<br />
dall’architetto spagnolo Santiago Calatrava,<br />
cuore della Città dello Sport che sarà realizzata entro<br />
la primavera del 2009, in tempo per i mondiali di<br />
nuoto. La prima pietra, presenti il sindaco Veltroni,<br />
altre autorità capitoline, il rettore dell’ateneo di Tor<br />
Vergata e l’autore del progetto, è stata posata nei giorni<br />
scorsi. Il complesso sportivo, che si estende su<br />
un’area di circa 50 ettari, comprenderà il palasport<br />
con tribune per 15.000 spettatori e un’area coperta<br />
per 4.000 spettatori con piscine e trampolini per i<br />
tuffi. Altre vasche esterne, un campo di atletica leggera<br />
e un parco completeranno l’opera. L’altra opera importante<br />
è la Nuvola di Fuksas, che ha finalmente<br />
compiuto un passo importante verso la nascita: il<br />
consiglio comunale ha approvato la nuova convenzione<br />
tra comune ed Eur Spa per il “nuovo centro<br />
congressi” (così rinominato), che annulla il vincolo a<br />
utilizzare il sistema del project financing dopo il tentativo<br />
fallito con il contractor De Gennaro e visto che<br />
non si è trovato nessuno disposto a subentrare per<br />
un’opera che costerà 250 milioni di euro. La nuova<br />
convenzione garantisce ancora al comune la disponibilità<br />
gratuita delle sale congressuali per alcuni giorni<br />
l’anno, e offre al Campidoglio la prelazione in caso di<br />
vendita del complesso alberghiero da 600 camere inserito<br />
nell’opera. Tra le novità c’è anche la realizzazione<br />
di un ufficio comunale gestito dall’assessorato ai<br />
Lavori pubblici, che si occuperà unicamente del centro<br />
congressi. Non sappiamo se vedremo qualcosa di<br />
più grande. L’unica certezza è che la grandezza dell’antica<br />
“Caput Mundi” ne guadagnerà.<br />
ROMA<br />
SOPRA, UNO SCORCIO DEI<br />
FORI IMPERIALI. IN BASSO,<br />
PIAZZA SAN PIETRO<br />
E UN PARTICOLARE<br />
DI PIAZZA NAVONA<br />
41
42<br />
<strong>Switch</strong><br />
PICCOLE E MEDIE IMPRESE<br />
Le opportunità del mercato libero<br />
di Luca Balestra<br />
Responsabile<br />
Agenzie<br />
Microbusiness<br />
Già dal 28 dicembre dello scorso anno, la delibera<br />
321/06 dell’AEGG, relativamente ai Clienti in media<br />
tensione monorari, prevedeva l’abbandono di<br />
qualsiasi riferimento tariffario, e dal 1º luglio 2007<br />
perderanno lo stesso riferimento tariffario anche i<br />
consumatori in media tensione multiorari (con più<br />
fasce di consumo). Questo provvedimento ha condotto<br />
ogni operatore del settore elettrico a creare<br />
un proprio prezzo dell’energia, che sarà indicizzato<br />
a discrezione dell’operatore stesso. <strong>Edison</strong> Energia<br />
offre al Cliente il vantaggio di indicizzare il suo listino<br />
ai propri costi di produzione, poiché ha scelto<br />
di legarlo all’andamento dei prezzi dei combustibili<br />
utilizzati nei propri impianti: essendo interesse<br />
primario della società ottimizzare i costi di<br />
generazione, il consumatore avrà un’ulteriore garanzia<br />
al contenimento del prezzo finale dell’energia<br />
acquistata. L’andamento del paniere <strong>Edison</strong> verrà<br />
aggiornato periodicamente e sarà consultabile<br />
sul sito www.edisonenergia.it. Ad oggi non è ancora<br />
previsto, invece, l’abbandono di un prezzo di ri-<br />
Contratti/In vista del completamento del processo di liberalizzazione del<br />
mercato dell’energia elettrica, previsto per luglio 2007, <strong>Edison</strong> Energia<br />
mostra lo scenario che si prospetta nel nuovo contesto normativo<br />
ferimento per le basse tensioni, ma un provvedimento<br />
in questa direzione non è da escludere nel<br />
prossimo futuro.<br />
La normativa ha, in aggiunta, portato alla definizione<br />
di nuove fasce di consumo, per le quali, tutti<br />
i giorni, dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 18, mese<br />
di agosto compreso, l’energia viene pagata a un<br />
prezzo più elevato. La direzione intrapresa è quella<br />
volta a un passaggio graduale di tutti gli utenti elettrici<br />
verso misuratori di tipo multiorario, incentivando<br />
l’uso razionale dell’energia e inducendo a<br />
comportamenti di consumo efficienti.<br />
LA NOSTRA SOCIETÀ è nata nel 2003. Si occupa di<br />
fornire servizi alle imprese individuando le soluzioni più<br />
adatte per ciascuna di esse attraverso un’attenta analisi<br />
dei costi e dei benefici. L’obiettivo che perseguiamo è<br />
essere, per i nostri Clienti, un partner affidabile e completo,<br />
capace di coniugare consulenza e slancio propositivo;<br />
grazie alla nostra attenzione alle opportunità offerte dal<br />
mercato, infatti, siamo in grado di segnalare ai Clienti le<br />
situazioni più vantaggiose per lo sviluppo del loro business.<br />
FORNITURE<br />
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Marco Carbognani e Danilo Croce<br />
TRe Technology and Research Srl - Roma<br />
Il team<br />
dell’agenzia<br />
Connect<br />
Roma<br />
ORIENTARE gli utenti verso le scelte più adatte alle loro<br />
esigenze in settori chiave come la telefonia (fissa e mobile)<br />
e l’energia elettrica. Questa la mission di Connect, realtà<br />
nata nel 2006 sulla base dell’esperienza di un gruppo<br />
di professionisti. I servizi proposti da Connect hanno<br />
nel mercato microbusiness e in quello delle piccole<br />
e medie imprese il loro target di riferimento naturale.<br />
43
44<br />
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Risparmio<br />
Zero costi di attivazione,<br />
gestione e cauzione.<br />
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e non comporta<br />
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800.031.121, sito<br />
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segue da vicino i bisogni e le necessità di chi consuma energia, per questo è in grado di<br />
coniugare il miglior servizio di fornitura possibile con concrete opportunità di risparmio.<br />
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Un ventaglio di offerte<br />
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il massimo rispetto alle<br />
proprie esigenze senza<br />
rinunciare all’affidabilità del<br />
servizio e alla competitività<br />
nel prezzo. Perché con<br />
<strong>Edison</strong> Idea Risparmio si ha<br />
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vincolato stabilita dall’Autorità.<br />
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infatti, è bloccato per tutta<br />
la durata della fornitura,<br />
senza rincari e sorprese<br />
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è possibile pianificare<br />
in anticipo la spesa<br />
energetica e concentrarsi<br />
sulla propria attività.<br />
EDISON IDEA<br />
VERDE<br />
Energia pulita<br />
anche nel prezzo<br />
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fa una scelta conveniente<br />
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dell’ambiente. Perché<br />
si consuma un’energia<br />
che proviene solo da fonti<br />
rinnovabili, avendo in più<br />
un altro vantaggio:<br />
la sicurezza del blocco<br />
del prezzo dell’energia<br />
per tutta la durata<br />
della fornitura.<br />
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LA NUOVA ENERGIA<br />
DEGLI ITALIANI”<br />
45
di Marco Landoni<br />
Responsabile Marketing<br />
Potete inviare le vostre domande<br />
e osservazioni all’indirizzo e-mail:<br />
switch@edison.it<br />
DOMANDE E RISPOSTE<br />
Energia elettrica: capire i costi<br />
Buongiorno, vorrei avere qualche informazione in più sull’energia che consumo.<br />
In particolare, mi interesserebbe conoscere quali sono le componenti che<br />
formano il prezzo finale di questo bene. Grazie.<br />
Matteo Crescentini, Trieste<br />
Il prezzo finale dell’energia elettrica è riconducibile a diverse componenti,<br />
ciascuna delle quali copre i costi legati a una determinata fase dell’intera<br />
filiera elettrica, dalle attività di produzione alla sua trasmissione attraverso<br />
la rete, fino alla vendita e alla distribuzione ai clienti. A queste<br />
vanno poi ad aggiungersi gli oneri di sistema sostenuti nell’interesse generale<br />
del sistema elettrico (per esempio per promuovere le fonti rinnovabili,<br />
per sostenere le attività di ricerca e sviluppo, ecc.), altre componenti,<br />
dette di perequazione, che si rendono necessarie per compensare<br />
il prezzo finale dell’energia con i costi del servizio sostenuti complessivamente,<br />
e infine le imposte statali. Il prezzo dell’energia elettrica pagato<br />
dai Clienti del mercato vincolato viene aggiornato periodicamente dall’Autorità<br />
per l’Energia Elettrica e il Gas. Prendendo a riferimento il<br />
prezzo finale in vigore nel primo trimestre del 2007, l’incidenza delle diverse<br />
componenti sul prezzo finale viene illustrata nel grafico seguente:<br />
COSTI IN FATTURA<br />
Buongiorno, vi chiederei la<br />
cortesia di spiegarmi la<br />
tematica legata al consumo<br />
presunto o reale che trovo in<br />
fattura: come avviene il<br />
conguaglio?<br />
Silvana Lupi, Ancona<br />
Il dato di consumo che <strong>Edison</strong><br />
Energia fattura al Cliente è quello<br />
misurato e comunicato da par-<br />
te del Distributore Locale. Può accadere<br />
che <strong>Edison</strong> Energia, non<br />
ricevendo i dati di misura in tempo<br />
utile per la fatturazione mensile,<br />
sia costretta a fatturare in base<br />
a dati di consumo che sono<br />
presunti e non reali, dedotti dallo<br />
storico dei consumi relativo<br />
all’anno precedente fornito dal<br />
Distributore o dichiarato dal Cliente<br />
alla stipula del contratto. Non<br />
appena il Distributore trasmet-<br />
<strong>Switch</strong><br />
POSTA<br />
terà il dato di consumo reale,<br />
<strong>Edison</strong> Energia provvederà ad<br />
effettuare il conguaglio nella prima<br />
fattura utile, stornando la fattura<br />
precedente e ricalcolandola<br />
sulla base del consumo reale.<br />
CURIOSITÀ<br />
Buongiorno, prima di tutto<br />
desidero farvi i complimenti per<br />
il giornale. Ho una domanda da<br />
porre; mi rendo conto che può<br />
far sorridere esperti come voi,<br />
ma spero comprendiate la mia<br />
curiosità. Ecco il quesito:<br />
potreste spiegarmi perché il<br />
gas ha odore?<br />
Stefano Ballarin, Rovigo<br />
Il gas naturale è una miscela di<br />
diversi idrocarburi (tra cui quello<br />
prevalente è il metano) e di<br />
gas inerti in quantità variabili. In<br />
natura il gas naturale è un fluido<br />
senza forma, colore e odore. Il<br />
suo odore caratteristico è infatti<br />
il risultato di un trattamento cui<br />
viene sottoposto per finalità di sicurezza<br />
prima della distribuzione<br />
in rete. Dotando il gas di un<br />
tracciante olfattivo è possibile, infatti,<br />
individuare con grande facilità<br />
eventuali fughe e dispersioni,<br />
garantendo così una rete sicura<br />
ed eliminando inutili sprechi.<br />
La legge italiana attribuisce un<br />
ruolo fondamentale all’odorizzazione<br />
del gas naturale, tanto<br />
che vi sono disposizioni che disciplinano<br />
puntualmente il grado<br />
di odorizzazione che deve<br />
essere garantito nel servizio di<br />
distribuzione e che prevedono<br />
una sua misurazione e monitoraggio<br />
continui.<br />
47
RELAX<br />
Gas... esilarante!<br />
DISPOSITIVI<br />
DI SICUREZZA<br />
INNOVATIVI:<br />
l’odore segnala<br />
una fuga di gas,<br />
l’additivo X9<br />
mette in allarme<br />
chi sta ancora<br />
dormendo<br />
- È LA DECIMA VOLTA CHE PRESENTIAMO QUESTO ADDITIVO...<br />
- NON LO USEREMO MAI, MA ADORO L’EFFETTO CHE FA NEGLI UFFICI AL LUNEDÌ MATTINA.<br />
<strong>Switch</strong><br />
HUMOUR<br />
di Blozz<br />
49
50<br />
<strong>Switch</strong><br />
LAMPI DI GENIO<br />
Se l’uomo non sapesse<br />
di matematica<br />
non si eleverebbe<br />
di un sol palmo da terra.<br />
CITAZIONI<br />
Galileo Galilei