Tertulliano interprete di Valentino - Saggio III Athene Noctua
Tertulliano interprete di Valentino - Saggio III Athene Noctua
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è vero che egli sviluppa una teologia protocattolica fondata sul libero arbitrio,<br />
sulla <strong>di</strong>sciplina salvifica, sulla trinità morale e sulla risoluzione della grazia nella<br />
legge, è altrettanto vero che il <strong>di</strong>spositivo escatologico e carismatico non ne esce<br />
completamente svilito. Esso è sicuramente subor<strong>di</strong>nato, ma nient’affatto<br />
eliminato. La grazia <strong>di</strong> Dio, seppur razionalizzata e legalizzata in una <strong>di</strong>sciplina<br />
pedagogica <strong>di</strong> fede che educa il libero arbitrio, compare ancora con una certa<br />
insistenza nella novità escatologica della Chiesa Madre e nell’infinito amore della<br />
<strong>di</strong>vinità, capace <strong>di</strong> ritirarsi dalla sua funzione <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>ce pur <strong>di</strong> donare la libertà<br />
alle sue creature. Questa <strong>di</strong>alettica complessa emerge con evidenza nell’<br />
dell’Adversus Valentinianos dove la teologia <strong>di</strong> <strong>Tertulliano</strong> si confronta con quella<br />
valentiniana.<br />
Per ciò che concerne l’eventuale relazione tra l’Adversus Valentinianos e la<br />
conversione al montanismo l’analisi si fa più complessa. Come è stato ricordato<br />
precedentemente si tratta solo <strong>di</strong> un’ipotesi capace <strong>di</strong> spiegare solo parzialmente la<br />
grande svolta spirituale <strong>di</strong> <strong>Tertulliano</strong>. L’idea che qui sostenuta è che l’Adversus<br />
Valentinianos offra l’esempio più ar<strong>di</strong>to dell’intransigenza teologica <strong>di</strong><br />
<strong>Tertulliano</strong>. Ciò non vuol <strong>di</strong>re che non esistano opere caratterizzate da una<br />
maggior intransigenza morale e da una ra<strong>di</strong>cale ortodossia; l’Adversus<br />
Valentinianos offre però l’esempio critico più veemente e vibrante, ove le rigide<br />
posizioni <strong>di</strong> <strong>Tertulliano</strong> vengono esasperate dal registro linguistico e dallo stile.<br />
Solo in questo senso l’espe<strong>di</strong>ente letterario <strong>di</strong>viene testimone <strong>di</strong> una ra<strong>di</strong>cale<br />
ortodossia, in alcuni tratti ad<strong>di</strong>rittura esasperata ed irriverente. Come si è cercato<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare nell’analisi dell’opera la scelta letteraria non nasconde affatto la<br />
gran<strong>di</strong>osa critica teologica <strong>di</strong> <strong>Tertulliano</strong>. È possibile che proprio nel serrato<br />
confronto con la dottrina valentiniana, <strong>Tertulliano</strong> sviluppi una certa attenzione a<br />
quell’orizzonte escatologico che sino ad allora aveva subor<strong>di</strong>nato al gran<strong>di</strong>oso<br />
impianto ontoteologico ed ortodosso.<br />
Per essere più chiari, è possibile ipotizzare che proprio la satira a sfondo<br />
teologico applicata da <strong>Tertulliano</strong> abbia portato l’autore a confrontarsi con i temi<br />
escatologici e carismatici esposti da <strong>Valentino</strong> e che proprio questo contatto così<br />
vibrante ed intenso abbia spinto <strong>Tertulliano</strong> ad una <strong>di</strong>fferente rielaborazione del<br />
materiale escatologico.<br />
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