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Tertulliano interprete di Valentino - Saggio III Athene Noctua

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passo evidenzia perfettamente quanto sostenuto ora. <strong>Valentino</strong>, che<br />

indubbiamente sostiene con maggior vigore l’onnipotenza del Dio <strong>di</strong> grazia, non<br />

elimina la libertà umana, ma subor<strong>di</strong>na il libero arbitrio a funzione me<strong>di</strong>ana tipica<br />

dell’uomo psichico. Dal passo si evince chiaramente che il libero arbitrio<br />

valentiniano non è affatto teologicamente eliminato, ma solo ri<strong>di</strong>mensionato<br />

all’interno delle tre stirpi umane. Gli uomini psichici, tra i quali i Padri della<br />

Chiesa, possono accedere alla salvezza, ma ad un rango inferiore. Tale accesso è<br />

inoltre garantito solo tramite una buona condotta etica. La <strong>di</strong>sciplina <strong>di</strong> fede<br />

teorizzata da <strong>Tertulliano</strong> è certo molto <strong>di</strong>versa, ma è interessante notare come,<br />

seppur in misura minima, anche <strong>Valentino</strong> inserisca il libero arbitrio all’interno<br />

del mito gnostico. Chiaramente gli uomini psichici, per timor <strong>di</strong> Dio, approdano<br />

ad una fede “semplice” malgrado si attengano ad una <strong>di</strong>sciplina salvifica, al<br />

contrario degli uomini spirituali che accedono alla conoscenza perfetta.<br />

S102.A - Ireneo, Adversus Haereses. Rousseau-Doutreleau pp. 132-133:<br />

Dicono anche che egli non ha assunto in sé nemmeno una piccola quantità dell’elemento<br />

materiale grezzo; infatti, affermano che la materia grezza non è adatta ad accogliere la salvezza. 92<br />

S102.B – <strong>Tertulliano</strong>, Adversus Valentinianos. J. Fredouille pp. 134-135:<br />

Invece, in lui non ci fu nulla <strong>di</strong> materiale, perché è estraneo alla salvezza, come se egli fosse<br />

stato necessario ad altri piuttosto che a quanti hanno bisogno <strong>di</strong> salvezza; e tutto ciò col risultato,<br />

rendendo la nostra con<strong>di</strong>zione carnale estranea a Cristo, <strong>di</strong> privarla anche <strong>di</strong> ogni speranza <strong>di</strong><br />

salvezza. 93<br />

Questi due passi sono teologicamente molto rilevanti. Sia Ireneo che<br />

<strong>Tertulliano</strong> riportano il fatto che per i Valentiniani la resurrezione non contempla<br />

la materia, il corpo. Effettivamente <strong>Valentino</strong> nega con forza la resurrezione della<br />

carne dal momento che questa è frutto <strong>di</strong> una degenerazione <strong>di</strong> un errore <strong>di</strong>vino.<br />

La materia resta dunque esclusa anche nel Salvatore, composto <strong>di</strong> sostanza<br />

psichica e spirituale. I Valentiniani erano infatti convinti che il <strong>di</strong>vino non potesse<br />

mescolarsi intimamente con la materia. Gli eletti Valentiniani si salvano tornando<br />

all’unità del Pleroma in quanto spirituali e non certamente perché materiali. Il<br />

92 Ivi, p. 194<br />

93 Ibidem.<br />

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