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Tertulliano interprete di Valentino - Saggio III Athene Noctua

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quel dolore. Infatti, dalle lacrime <strong>di</strong> essa è derivato tutto ciò che <strong>di</strong> umido esiste, dal riso tutto ciò<br />

che è luminoso, dal dolore e dalla sorpresa gli elementi corporei del mondo. 87<br />

S61.B – <strong>Tertulliano</strong>, Adversus Valentinianos. J. Fredouille pp. 114-117:<br />

Suvvia! Ora imparino i Pitagorici, sappiano gli Stoici e Platone stesso da dove la materia, che<br />

essi pretendono non sia nata abbia tratto origine ed esistenza in vista <strong>di</strong> tutta l’attuale struttura del<br />

mondo; e ciò non lo escogitò nemmeno Mercurio, il famoso Trismegisto, maestro <strong>di</strong> tutti coloro<br />

che stu<strong>di</strong>ano la natura. Hai sentito del ritorno, un genere particolare <strong>di</strong> passione; si afferma che da<br />

esso sia formata tutta l’anima <strong>di</strong> questo mondo e anche del Demiurgo stesso, cioè del nostro Dio.<br />

Hai sentito della sofferenza e del timore; da essi ha avuto inizio tutto il resto; infatti, dalle lacrime<br />

<strong>di</strong> Enthymesis sono derivati tutti gli elementi liqui<strong>di</strong>. 88<br />

I due passi si riferiscono entrambe ad un tema rilevante come quello della<br />

generazione della materia. Per i Valentiniani la materia non era eterna, ingenerata,<br />

innata, come invece ritenevano i neopitagorici, gli stoici e i me<strong>di</strong>o - platonici.<br />

Anzi, come è stato rilevato nel capitolo precedente, la materia viene a generarsi a<br />

seguito <strong>di</strong> una trage<strong>di</strong>a <strong>di</strong>vina all’interno del Pleroma. Se per Marcione la<br />

creazione del mondo è un vero e proprio inganno pensato dal Dio dell’Antico<br />

Testamento, per i Valentiniani la generazione della materia è opera del Demiurgo,<br />

parzialmente ignaro, in quanto la madre Sophia gli tiene nascosto l’elemento<br />

pneumatico che egli adopera inconsapevolmente nella sua produzione. È<br />

importante notare come anche <strong>Tertulliano</strong> sia persuaso che i Valentiniani<br />

identifichino nella figura del Demiurgo il Dio dell’Antico Testamento.<br />

Effettivamente, come afferma Chiapparini nella sua indagine, il dualismo<br />

valentiniano presuppone che vi sia un <strong>di</strong>vino, Abisso, contrapposto al Dio<br />

dell’Antico Testamento, inteso come “<strong>di</strong>abolico demiurgo cosmico” 89 . La somma<br />

<strong>di</strong>vinità non può operare <strong>di</strong>rettamente a contatto con il mondo, ma ciò è anzi<br />

compito <strong>di</strong> una <strong>di</strong>vinità minore. Sorge qui l’innovativa ed inau<strong>di</strong>ta scissione tra il<br />

Dio <strong>di</strong> Abramo e il Dio <strong>di</strong> Gesù Cristo. Il primo presiede alla formazione del<br />

mondo, ma appare limitato ed imperfetto, il secondo si rivela come buono ed<br />

eccedente.<br />

87 Ivi, p. 132.<br />

88 Ibidem.<br />

89 Ivi, p. 350.<br />

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