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Tertulliano interprete di Valentino - Saggio III Athene Noctua

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la legittimità del possesso delle Scritture, nell’Adversus Valentinianos, egli<br />

raggiunge il risultato, ancor più ra<strong>di</strong>cale, <strong>di</strong> questa tendenza legalista e moralista<br />

che procede <strong>di</strong> pari passo al suo avvicinamento al montanismo.<br />

Per <strong>di</strong>mostrare ciò è opportuno svolgere un’analisi comparata <strong>di</strong> alcuni<br />

frammenti dell’Adversus Haereses e dell’Adversus Valentinianos, in modo da<br />

rendere emblematica questa tendenza evidenziando i punti <strong>di</strong> maggior tensione tra<br />

la speculazione valentiniana e l’impianto teologico <strong>di</strong> <strong>Tertulliano</strong>. Nei successivi<br />

frammenti ad essere enfatizzato è proprio il <strong>di</strong>fferente modo in cui i due<br />

<strong>di</strong>spositivi s’intrecciano nei due autori.<br />

Nel tentativo <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare quanto sostenuto sino ad ora si farà <strong>di</strong>retto<br />

riferimento al secondo capitolo dell’opera <strong>Valentino</strong> gnostico e platonico in cui<br />

l’autore, Giuliano Chiapparini, riporta la traduzione <strong>di</strong> Rousseau-Doutreleau<br />

dell’Adversus Haereses <strong>di</strong> Ireneo e all’opera Tertullien, Contre les Valentiniens <strong>di</strong><br />

J. Fredouille dove è riportata la traduzione francese dell’Adversus Valentinianos.<br />

Sono <strong>di</strong> seguito riportati i passi più rappresentativi <strong>di</strong> ciò che è stato affermato<br />

sino ad ora:<br />

S1.A - Ireneo, Adversus Haereses. Rousseau-Doutreleau pp. 28-29:<br />

I Valentiniani affermano che i luoghi altissimi, che non si possono osservare né descrivere,<br />

esiste un certo Eone perfetto, che viene prima <strong>di</strong> ogni cosa: chiamiamo costui sia Pre - Padre sia<br />

Pre - Inizio sia Bythòs. 65<br />

S1.B – <strong>Tertulliano</strong>, Adversus Valentinianos. J. Fredouille pp. 92-93:<br />

Primo fra tutti, il poeta romano Ennio parlò semplicemente <strong>di</strong> “gran<strong>di</strong>ssimi cenacoli del cielo”<br />

in quanto l’espressione in<strong>di</strong>cava un luogo assai elevato oppure perché aveva letto in Omero che<br />

Giove pranzava lì. Ma gli eretici è sorprendente quante altezze delle altezze ed elevatezza delle<br />

elevatezze abbiano sospese in alto e spinte sempre più su e sviluppate in lungo e in largo per dare<br />

una <strong>di</strong>mora ad ognuno dei loro dei. Anche per il nostro creatore dovrebbero essere stati <strong>di</strong>sposti dei<br />

“cenacoli” enniani sottoforma <strong>di</strong> una piccola abitazione. Dato che questi appartamenti instabili,<br />

<strong>di</strong>stribuiti a ciascun <strong>di</strong>o, sono costruiti uno sull’altro e sono raggiungibili attraverso tante scale<br />

quante sono le eresie, è sorto un universo <strong>di</strong> appartamenti in affitto. Tutti questi piani collocati non<br />

so dove nei cieli, si potrebbero confondere con il condominio <strong>di</strong> Felicle. Lì nella soffitta più in alto<br />

abita anche il <strong>di</strong>o Valentiniani. Lo chiamano, in quanto sostanza, Eone perfetto; mentre in quanto<br />

65 Ivi, p. 61.<br />

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