Tertulliano interprete di Valentino - Saggio III Athene Noctua

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09.06.2013 Views

del Pleroma e di Cristo. Il ricorso alle scritture non si limita all’individuazione di semplici coincidenze numerologiche, ma prende consistenza in un’imponente esegesi allegorica. Il fatto che i Valentiniani non utilizzino testi sacri, ma si limitino ad adattare le loro teorie ad essi tramite l’esegesi allegorica, sembrerebbe estrometterli dalla grande confutazione giuridica eretta da Tertulliano. Certamente l’autore del De Praescriptione Haereticorum vede in questo sistema di adattamento un atto giuridico illecito di appropriazione dei medesimi testi sacri cristiani, tuttavia la posizione valentiniana, opposta a quella marcionita, è forse meritevole per Tertulliano di ulteriori approfondimenti come dichiara nella conclusione del suo trattato: ‹‹Ma ora noi abbiamo terminato di discutere in generale contro tutte le eresie […].Per quel che resta, risponderemo ad alcuni anche su questioni particolari, se la grazia di Dio ce lo permetterà›› 58 . È qui teorizzata, in fase embrionale, la stesura dell’Adversus Valentinianos che caratterizzerà il periodo pre – montanista di Tertulliano. 2.3. Il periodo pre – montanista e l’Adversus Valentinianos L’Adversus Valentinianos di Tertulliano, composto attorno al 206 d.C., è costituito da una libera trasposizione di una parte consistente dell’Adversus Haereses 59 . Tertulliano utilizza quasi esclusivamente il materiale messo a disposizione da Ireneo, ma stila un libello polemico indirizzato ai Valentiniani segnato da una critica ironico – sarcastica dietro cui si articola una attenta e meditata confutazione teologica. L’intento dichiarato non è solo quello di evidenziare gli sbagli della dottrina valentiniana e correggerli, piuttosto è quello di denunciare l’insensatezza dell’intero sistema e nello specifico alcuni aspetti radicali cui porta la speculazione proposta da Valentino. L’Adversus Valentinianos è caratterizzato dall’esasperazione degli aspetti che più si prestano ad ottenere una caricatura della speculazione valentiniana 60 , ma l’intento è dichiaratamente teologico. Rispetto al De Praescriptione Haereticorum, Tertulliano approfondisce il mito gnostico 58 Ivi, p. 92. 59 Giuliano Chiapparini, Valentino gnostico e platonico, Vita e pensiero, Milano 2012. p. 29. 60 Ivi, p. 47. 52

colpendo con gli strumenti della satira e del sarcasmo proprio gli aspetti di maggior rilievo teologico. I capitoli introduttivi dell’opera dimostrano come l’autore disponga anche di altre fonti oltre a quella di Ireneo, ma il loro utilizzo è raro, se non in alcuni preziosi passaggi. Lungo tutta l’opera emergono a più riprese gli echi di un dibattito non ancora sopito circa la natura eretica del Valentinismo. Come è stato già evidenziato precedentemente in riferimento al De Praescriptione Haereticorum, Tertulliano è assolutamente convinto che il sistema valentiniano rappresenti lo sviluppo del “seme dell’eresia” che già aveva condannato l’apostolo. L’Adversus Valentinianos risale ad un periodo in cui le ansie ortodosse di Tertulliano non lo avevano già spinto troppo al di là delle posizioni protocattoliche, pur simpatizzando, benché non ne facesse ancora parte, per il montanismo; sètta a cui aderì definitivamente solo intorno al 213 d.C. circa. Il fatto che l’Adversus Valentinianos si collochi nel periodo pre – montanista di Tertulliano è dimostrabile anche grazie a due riferimenti cronologici rintracciabili direttamente nel testo. Nell’opera viene menzionato ‹‹Proclo, nostro››, identificabile con il Proclo presente nell’opera antimontanista del presbitero romano Gaio, La Ricerca e che compare anche nella testimonianza di Eusebio 61 . Un secondo dato cronologico è rintracciabile nel capitolo sedicesimo, in cui viene menzionata l’opera Adversus Hermogenem, scritta da Tertulliano sul finire del periodo protocattolico. Di conseguenza l’Adversus Valentinianos è sicuramente successivo al tale periodo. In quest’opera Tertulliano preferisce spingere la sua confutazione teologica fino a mettere a nudo le assurdità dell’impianto valentiniano, ridicolizzandolo. È lo stesso Tertulliano ad illustrare questa dichiarazione d’intenti: ‹‹Se riusciremo a suscitare qualche volta il riso, otterremo lo scopo: molte cose son degne di essere smentite così, perché non siano adornate da serietà›› 62 . Del resto, la sètta valentiniana si basa su un insegnamento esoterico che estremizza il piano escatologico tramite un marcato dualismo ontoteologico, inoltre, i componenti 61 Riley M.T., Q.S.Fl. Tertulliano Adversus Valentinianos,Text, translation and commentary, Dissertation, Stanford University 1971. 62 Fredouille J., Tertullien, Contre les Valentiniens, Paris 1980. pp. 91 – 92. 53

colpendo con gli strumenti della satira e del sarcasmo proprio gli aspetti <strong>di</strong><br />

maggior rilievo teologico.<br />

I capitoli introduttivi dell’opera <strong>di</strong>mostrano come l’autore <strong>di</strong>sponga anche <strong>di</strong><br />

altre fonti oltre a quella <strong>di</strong> Ireneo, ma il loro utilizzo è raro, se non in alcuni<br />

preziosi passaggi.<br />

Lungo tutta l’opera emergono a più riprese gli echi <strong>di</strong> un <strong>di</strong>battito non ancora<br />

sopito circa la natura eretica del Valentinismo. Come è stato già evidenziato<br />

precedentemente in riferimento al De Praescriptione Haereticorum, <strong>Tertulliano</strong> è<br />

assolutamente convinto che il sistema valentiniano rappresenti lo sviluppo del<br />

“seme dell’eresia” che già aveva condannato l’apostolo.<br />

L’Adversus Valentinianos risale ad un periodo in cui le ansie ortodosse <strong>di</strong><br />

<strong>Tertulliano</strong> non lo avevano già spinto troppo al <strong>di</strong> là delle posizioni<br />

protocattoliche, pur simpatizzando, benché non ne facesse ancora parte, per il<br />

montanismo; sètta a cui aderì definitivamente solo intorno al 213 d.C. circa. Il<br />

fatto che l’Adversus Valentinianos si collochi nel periodo pre – montanista <strong>di</strong><br />

<strong>Tertulliano</strong> è <strong>di</strong>mostrabile anche grazie a due riferimenti cronologici rintracciabili<br />

<strong>di</strong>rettamente nel testo. Nell’opera viene menzionato ‹‹Proclo, nostro››,<br />

identificabile con il Proclo presente nell’opera antimontanista del presbitero<br />

romano Gaio, La Ricerca e che compare anche nella testimonianza <strong>di</strong> Eusebio 61 .<br />

Un secondo dato cronologico è rintracciabile nel capitolo se<strong>di</strong>cesimo, in cui viene<br />

menzionata l’opera Adversus Hermogenem, scritta da <strong>Tertulliano</strong> sul finire del<br />

periodo protocattolico. Di conseguenza l’Adversus Valentinianos è sicuramente<br />

successivo al tale periodo.<br />

In quest’opera <strong>Tertulliano</strong> preferisce spingere la sua confutazione teologica<br />

fino a mettere a nudo le assur<strong>di</strong>tà dell’impianto valentiniano, ri<strong>di</strong>colizzandolo. È<br />

lo stesso <strong>Tertulliano</strong> ad illustrare questa <strong>di</strong>chiarazione d’intenti: ‹‹Se riusciremo a<br />

suscitare qualche volta il riso, otterremo lo scopo: molte cose son degne <strong>di</strong> essere<br />

smentite così, perché non siano adornate da serietà›› 62 . Del resto, la sètta<br />

valentiniana si basa su un insegnamento esoterico che estremizza il piano<br />

escatologico tramite un marcato dualismo ontoteologico, inoltre, i componenti<br />

61 Riley M.T., Q.S.Fl. <strong>Tertulliano</strong> Adversus Valentinianos,Text, translation and commentary,<br />

Dissertation, Stanford University 1971.<br />

62 Fredouille J., Tertullien, Contre les Valentiniens, Paris 1980. pp. 91 – 92.<br />

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