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Tertulliano interprete di Valentino - Saggio III Athene Noctua

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arbitrio. Focault e Deleuze prima e Agamben 1 dopo, definiscono ‹‹<strong>di</strong>spositivo››<br />

quel meccanismo concettuale capace <strong>di</strong> operare anche a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> tempo dal suo<br />

innesto e <strong>di</strong> agire impersonalmente anche senza la coscienza dei soggetti<br />

praticanti. Il cristianesimo si fonda quin<strong>di</strong> su due <strong>di</strong>fferenti <strong>di</strong>spositivi: il primo,<br />

escatologico, kenotico, carismatico, è emblematico della prospettiva paolina 2 .<br />

Questo primo <strong>di</strong>spositivo annuncia il nuovo regno <strong>di</strong> Dio, che mette in crisi, quasi<br />

sconfessando, la <strong>di</strong>mensione culturale tra<strong>di</strong>zionale. Il Dio che si palesa nel<br />

messaggio del Cristo non è più il “Dio tremendo dell’antico testamento”, bensì è<br />

buono e giu<strong>di</strong>cante. La speranza escatologica porta con sé un forte principio<br />

anarchico e sovvertitore <strong>di</strong> ogni or<strong>di</strong>ne tra<strong>di</strong>zionale. La fede stessa è incentrata su<br />

un messianismo kenotico <strong>di</strong> “un messia alla rovescia” che da Figlio <strong>di</strong> Dio muore<br />

sulla Croce. L’avvento del Nuovo Regno per effusione carismatica dello Spirito<br />

Santo porta alla nuova alleanza tra il Dio che dona la sua Grazia e un nuovo<br />

popolo pronto ad abbandonarsi nella gratuità del suo dono. Il secondo <strong>di</strong>spositivo,<br />

definibile come archeo – ontologico e politico, evidenzia un’anima<br />

completamente <strong>di</strong>versa del cristianesimo. La speranza <strong>di</strong> fede e <strong>di</strong> carità, la<br />

gratuità del dono non possono qui che ibridarsi con la cultura greco – romana per<br />

appoggiarsi su una tra<strong>di</strong>zionale ristrutturazione religiosa capace <strong>di</strong> custo<strong>di</strong>re il<br />

<strong>di</strong>rompente kerygma originario. L’intreccio <strong>di</strong> questi due <strong>di</strong>spositivi<br />

assolutamente inscin<strong>di</strong>bili e bisognosi l’uno dell’altro, nonostante le loro nature<br />

<strong>di</strong>fferenti, caratterizza la molteplicità delle risposte teologiche offerte dai cristiani<br />

del II secolo d.C. . I due <strong>di</strong>spositivi, lungi dall’essere concepiti come ra<strong>di</strong>calmente<br />

stabili, producono una perenne oscillazione sicché anche l’assolutizzazione <strong>di</strong> uno<br />

dei due <strong>di</strong>spositivi conserverà comunque, seppur ri<strong>di</strong>mensionato e subor<strong>di</strong>nato,<br />

anche il secondo <strong>di</strong>spositivo. Il rapporto tra dono <strong>di</strong> Grazia e libero arbitrio passa<br />

attraverso il meccanismo del doppio <strong>di</strong>spositivo cosicché maggiore sarà<br />

l’attenzione sulla gratuità del dono, maggiore risulterà l’importanza del<br />

<strong>di</strong>spositivo escatologico. Maggiore sarà l’interesse per il libero arbitrio e le facoltà<br />

<strong>di</strong> scelta degli in<strong>di</strong>vidui, maggiore sarà l’utilizzo del <strong>di</strong>spositivo archeo –<br />

ontologico. Eppur tuttavia anche la formulazione più ar<strong>di</strong>ta o in senso<br />

VII

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