09.06.2013 Views

Tertulliano interprete di Valentino - Saggio III Athene Noctua

Tertulliano interprete di Valentino - Saggio III Athene Noctua

Tertulliano interprete di Valentino - Saggio III Athene Noctua

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

quest’ultima. Marcione, <strong>Valentino</strong> e Apelle rappresentano, in mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti,<br />

questa continuità tra l’antico e il nuovo. Le accuse che <strong>Tertulliano</strong> muove agli<br />

eretici e agli gnostici sono già rintracciabili, secondo il teologo cartaginese, negli<br />

ammonimenti paolini.<br />

È curioso notare come i testi cui si riferisce <strong>Tertulliano</strong> sono tutti caratterizzati<br />

da una marcata tensione escatologica, mentre, come si è visto, in <strong>Tertulliano</strong><br />

questa viene decisamente rivisitata. <strong>Valentino</strong> viene poi citato più volte con fare<br />

sarcastico e accostato più volte a Marcione. L’ultimo frammento meritevole <strong>di</strong><br />

attenzione è il seguente:<br />

“L’uno ha sconvolto le Scritture <strong>di</strong> proprio pugno, l’altro ha sconvolto il senso con la sua<br />

interpretazione. Infatti, anche se <strong>Valentino</strong> apparentemente lascia intatto il testo scritturale <strong>di</strong> cui si<br />

serve, non ha assalito la verità con un ingegno meno astuto <strong>di</strong> Marcione. Chè Marcione<br />

<strong>di</strong>chiaratamente e apertamente si è servito non della penna ma del coltello, poiché ha fatto strage<br />

delle Scritture per adattarle al suo sistema. <strong>Valentino</strong>, invece, le ha risparmiate, poiché non ha<br />

adattato le Scritture al suo sistema, ma ha escogitato un sistema adattato alle Scritture.” 56<br />

Il passo risulta importante perché <strong>Tertulliano</strong> non solo pone una <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong><br />

genere tra l’eresia marcionita e l’eresia valentiniana, ma perché lo fa proprio a<br />

partire dal rapporto che gli eretici hanno con le Scritture. Effettivamente<br />

<strong>Valentino</strong> non interviene <strong>di</strong>rettamene sulle Sacre Scritture mo<strong>di</strong>ficandone la<br />

struttura o il messaggio <strong>di</strong> fondo. Egli crea piuttosto un sistema mitologico e<br />

ontoteologico che conserva molti aspetti escatologico-carismatici. <strong>Valentino</strong>, a<br />

<strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> Marcione, non mo<strong>di</strong>fica né “pugnala” le scritture; stando a<br />

<strong>Tertulliano</strong> si rende piuttosto colpevole <strong>di</strong> aver creato un sistema scorretto capace<br />

<strong>di</strong> adattarsi alla verità sacra contenuta nei testi 57 . Il fatto che il “nemico giurato” <strong>di</strong><br />

<strong>Tertulliano</strong> sia Marcione non implica che anche i Valentiniani vengano criticati<br />

aspramente. L’avversione <strong>di</strong> <strong>Tertulliano</strong> non è data solo dal fatto che <strong>Valentino</strong><br />

crei un sistema ontoteologico profondamente <strong>di</strong>verso dal sistema proposto dalla<br />

chiesa protocattolica, ma che i Valentiniani utilizzavano alcuni testi<br />

neotestamentari come conferma delle proprie affermazioni circa la natura <strong>di</strong> Dio,<br />

56 Ivi, p. 83.<br />

57 Ibidem.<br />

51

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!