Tertulliano interprete di Valentino - Saggio III Athene Noctua
Tertulliano interprete di Valentino - Saggio III Athene Noctua
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È quin<strong>di</strong> indubbio che già nella prima fase della sua produzione <strong>Tertulliano</strong><br />
conoscesse i pericoli concreti della <strong>di</strong>ffusione dello gnosticismo valentiniano e<br />
conoscesse altrettanto bene la profonda <strong>di</strong>fferenza teologica che ispira la proposta<br />
<strong>di</strong> <strong>Valentino</strong>, troppo eversivo e settario per la chiesa protocattolica. Pare quin<strong>di</strong><br />
probabile che dopo la stesura del De Praescriptione Haereticorum <strong>Tertulliano</strong><br />
cercasse <strong>di</strong> accrescere la propria conoscenza della dottrina valentiniana per<br />
addentarsi nella polemica con maggior vigore. Lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Ireneo, nemico giurato<br />
<strong>di</strong> <strong>Valentino</strong>, ha permesso a <strong>Tertulliano</strong> <strong>di</strong> affinare la propria conoscenza e con<br />
essa la portata critica e polemica. Come vedremo in seguito, la genesi dell’<br />
Adversus Valentinianos deve indubbiamente tanto alla precedente opera <strong>di</strong> Ireneo,<br />
ma il fatto che l’opera <strong>di</strong> <strong>Tertulliano</strong> si collochi nel periodo pre – montanista<br />
dell’autore, porta ad interpretazioni e critiche assai <strong>di</strong>fferenti. Per <strong>di</strong>mostrare che il<br />
rapporto conflittuale tra <strong>Tertulliano</strong> e <strong>Valentino</strong> abbia inizio già nel primo periodo<br />
cristiano, è utile analizzare i seguenti passi del De Praescriptione Haereticorum.<br />
“Che la filosofia è la materia della sapienza terrena, <strong>interprete</strong> temeraria della natura e della<br />
<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong>vina. Pertanto, le eresie stesse sono subor<strong>di</strong>nate dalla filosofia. Dalla filosofia<br />
derivano gli eoni e non so che forme infinite <strong>di</strong> numero e la triade dell’uomo secondo <strong>Valentino</strong>:<br />
era stato filosofo platonico.” 50<br />
Questo è il primo passo del De Praescriptione Haereticorum in cui viene citato<br />
<strong>di</strong>rettamente <strong>Valentino</strong>. Ed inoltre gli aspetti importanti del brano sono molteplici<br />
e tra loro collegati. Il primo dato che conferma come l’analisi della speculazione<br />
valentiniana da parte <strong>di</strong> <strong>Tertulliano</strong> sia solo nella sua fase embrionale è la<br />
presenza <strong>di</strong> “non so che forme infinite”. <strong>Tertulliano</strong> onestamente afferma che non<br />
<strong>di</strong>spone ancora <strong>di</strong> tutte le nozioni sul sistema valentiniano, dati che, come<br />
vedremo successivamente, verranno analizzati uno ad uno nell’opera successiva<br />
dell’ Adversus Valentinianos.<br />
Un secondo aspetto <strong>di</strong> cruciale importanza è il nesso evidentissimo tra filosofia<br />
ed eresia. Il passo in questione compare nel VII capitolo dell’opera. Il fatto che<br />
una constatazione così forte compaia già nelle prime pagine dell’opera introduce<br />
50 Ivi, pp. 35 – 36.<br />
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